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Autore: saffyj    05/02/2017    16 recensioni
Bella ha una vita perfetta, non le manca nulla... fino a quando non tiene in braccio la figlia della sua miglior amica e capisce che invece una cosa nella vita le manca: un bambino!
Non cerca l'amore, l'uomo giusto o cose del genere... vuole solo un bambino!
Ma come può fare? L'inseminazione artificiale? Adottarlo? Nooo... troppo facile...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ciaooo!!!
Scusate il ritardo, ma non riesco proprio ad organizzare lavoro, famiglia e storie... ma oggi ci sono e colgo l'occasione!
Lo so che per seguire lo schema dovrei aggiornare "Cotta"... ma sono curiosa di sapere cosa ne pensate di questo capitolo di "Voglio un bambino"... quinidi... ecco a voi il penultimo capitolo!
BUONA LETTURA!!!
 
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PARTE QUARTA - POV Edward 

Dio quanto la odio! Ma perché ha dovuto entrare nella mia vita? Perché mi sono fatto convincere da quel barista? Ah già… perché mi hanno manipolato! Hanno giocato sporco, sfruttando il mio punto debole: le donne!
Sono sempre stato orgoglioso di essere reputato uno stallone, ma mai avrei pensato di essere usato come cavallo da monta! Dio quanto sono caduto in basso.
Sono una fan di Star War… sto cazzo!
Mi aveva detto che erano magici, ma credevo si riferisse al fatto che illuminavano il mio obelisco rendendolo degno della spada laser di Obi-Wan Kenobi, non perché mi stavano fregando senza che me ne accorgessi!
Sicuro che il bambino sia tuo?
Tiro un calcio al marciapiede ed un pugno al muro! Cazzo! Sì che sono sicuro che il bambino è mio! Perché non dovrebbe essere mio? Ha sempre avuto rapporti protetti… però il discorso che ha fatto su quel damerino, Marc… forse ha provato anche con lui… forse ha provato con tutti… alla fine sceglieva con attenzione i suoi partner. Dovevano essere alti, muscolosi, con gli occhi chiari e i capelli castano tendenti al biondo… solo con Marc ha fatto eccezione, perché diceva che i capelli corvini risaltavano l’azzurro dei suoi occhi… gne gne gne!
E quel bel imbusto le ha pure chiesto di sposarla! HA! Ma come fai a chiedere una cosa del genere a una donna che hai appena conosciuto?
Però aspetta… aveva l’anello, era preparato… forse la conosceva già… è l’unico che non corrisponde al tipo che solitamente Bella sceglieva… si sono chiamati subito per nome e lui non ha nemmeno dovuto faticare troppo… IDIOTA! Certo che si conoscevano e certo che il bambino non è mio!
Altro che “Continua con la tua vita… dimenticati di avere una figlia…” certo che lo dimentico, perché quella non è mia figlia!
Uno strano dolore allo stomaco mi fa accasciare sulla prima panchina. I miei occhi pungono mentre continuo a ripetermi che Angela non è figlia mia… è di Marc o di qualche altro sprovveduto che ha creduto al viso angelico di quella tigre manipolatrice.
Ma più ci penso e più non ci credo.
Isabella non è capace a mentire così a lungo… mi ha sempre raccontato tutto dei suoi incontri di sesso sfrenato, mi ha raccontato i suoi sogni e non ha mai mentito ad una domanda diretta… ma il vero punto non è se ha mentito o no… il vero punto è: riuscirò a vivere lontano da lei? Lontano dalla persona con cui mi sono sentito sempre a mio agio, con cui non ho mai avuto problemi a dire tutto ciò che pensavo, sognavo, speravo?
Voglio bene a Bella. È la sorella che non ho mai avuto, la mia miglior amica con cui ho condiviso in poco tempo gioie e dolori… ogni cosa che facevo era più divertente perché sapevo che poi l’avrei condivisa con lei… era il pepe della mia vita…
Ma alla fine? Cosa mi interessa? Non mi importa di chi sia quel bambino. È il sogno di Bella e lo ha realizzato… dovrei gioire solo per quello! Ha sempre detto che non poteva reputare la sua vita perfetta fino a quando non fosse diventata madre e tra pochi mesi lo sarà… forse anche io sarò padre… o forse no…
Una cosa è certa: da quando Bella è entrata nella mia vita… l’ha migliorata tantissimo anche se credevo fosse impossibile… e non voglio perderla, voglio esserci quando vedrà realizzato il suo sogno… voglio gioire con lei, piangere con lei… e bestemmiare quando la bambina non dormirà la notte, si sporcherà tutta… ridere alle sue prime parole, ai suoi primi buffi passi… ma cosa diavolo sto dicendo?
Sono veramente così masochista da starle vicino e aiutarla a crescere un bambino? Io non ho mai avuto l’istinto paterno! Ho sempre odiato i marmocchi e ho sempre scelto locali dove ero certo di non trovarne. Non sono nemmeno andato a visitare mio cugino quando è nata la bambina… sto impazzendo… Bella mi ha fatto impazzire… o forse l’astinenza…
Sì, è sicuramente l’astinenza e l’assuefazione alla presenza di Bella. Devo rimediare e subito!
Corro per il viale mentre scorro la rubrica alla ricerca del numero di telefono di una ragazza che non ha ancora provato la mia bravura sotto le lenzuola ed esulto quando lo trovo e la chiamo continuando a correre verso casa per prepararmi.
Un capannello di persone attirano la mia attenzione. Sono tutte chine verso qualcuno steso a terra. È una donna, ha i capelli castani come Bella… il vestito rosso come quello di Bella… è Bella!
Spengo la chiamata senza preoccuparmi di passare per maleducato e mi faccio largo tra i curiosi. Un ragazzo le sta tenendo la testa e la chiama dandole degli schiaffetti. Qualcuno dice di chiamare un’ambulanza, altri danno consigli su come fare per farla rinvenire… io mi inginocchio vicino a lei e la vedo aprire gli occhi.
“Sto bene… solo un piccolo mancamento… ho fame” mormora con la bocca impastata.
“Portatele un po’ d’acqua, fatela respirare” ordino mentre in malo modo allontano il ragazzo e prendo il suo posto “Bella. Sono Edward… cosa è successo?” le chiedo toccandole la fronte e accarezzandole la guancia ghiacciata.
“Ho avuto una vertigine… ho fame” mormora massaggiandosi la pancia.
Mi passano il bicchiere e glielo porgo aiutandola a bere. “Ho fame…” ripete.
“Vieni, ti porto a casa.” la prendo in braccio e mi faccio largo tra i curiosi “Tutto a posto signori. Sono suo marito. Sta bene… potete andare” e mi incammino verso casa, la mia vera casa.
“Posso camminare… adesso sto bene” brontola cercando di scendere, ma io la stringo a me.
“Dal viso da vampira che ti ritrovi non si direbbe…” le rispondo sorridendole “Fai la brava bambina e non ti agitare che già pesi…” scherzo ricevendo uno scappellotto.
“Non sono pesante” mette il broncio incrociando le braccia.
“No… ma nemmeno una piuma… quindi buona che siamo arrivati” e la faccio scendere di fronte alla porta di casa.
“Dove siamo?” mi chiede ammirando la facciata del palazzo.
“A casa mia… sei stata fortunata a svenire a pochi metri da qui… ho il frigo imbandito!” le strizzo l’occhio e spalanco la porta invitandola ad entrare.
Cammina lenta guardandosi intorno. È stupita e si vede dalla sua bocca semi aperta e dai suoi occhi che osservano ogni dettaglio della casa.
“L’ho arredata insieme a mia madre…” spiego per spezzare il silenzio “Ma vieni, la cucina è di qua” e le poso la mano alla base della schiena dirigendola verso la cucina.
Apro il frigo e inizio a cercare tra le leccornie che mi ha lasciato mia madre “dolce o salato?” le chiedo spostando alcune teglie.
“Salato” risponde, così le porgo le lasagne. Si lecca le labbra guardandole con occhi lucidi. Dopo averle riscaldate le porgo il piatto e mi siedo accanto a lei.
“Cosa è successo?” le chiedo appena ha finito il primo piatto.
“Ho saltato il pranzo… e mangiato poco a colazione… ho camminato a lungo e le forze mi sono venute meno” sintetizza riempiendosi nuovamente il piatto “Posso?” mi chiede dopo aver preso un’altra porzione abbondante di lasagne, ed io annuisco sorridendo.
“Perché eri qui? Casa tua è lontana”
“Mi sono persa… pensavo mentre camminavo e non ho visto dove stavo andando…”
“Stai meglio?”
Annuisce e si pulisce la bocca prima di bere tutto d’un fiato un bicchiere d’acqua.
“Se ne vuoi ancora…” le propongo avvicinandole la teglia, ma lei nega posandosi la mano sulla pancia.
“No, grazie. Squisite! Complimenti al cuoco… ma credo di essere sazia”
“Vuoi andare in ospedale?”
Lei mi guarda senza capire, poi si appoggia la mano sulla pancia e mi guarda spaventata.
“Dici che… che dovrei andare? Che può essere successo qualcosa ad Angela?”
Appoggio d’istinto la mano sulla sua che accarezza l’addome “Non credo sia il caso, ma se vuoi, posso accompagnarti”
“Posso andare un attimo in bagno?” e si alza guardando la sedia.
“In fondo al corridoio” le indico alzandomi e accompagnandola. Lei corre all’interno e dopo pochi secondi esce con un sorriso.
“Tutto a posto. Quindi non penso sia successo qualcosa ad Angela. E’ stato solo un mancamento per la fame… devo ricordarmi che non posso saltare i pasti… non più!” sorride continuando a toccarsi la pancia.
“E’ a causa della nostra litigata che…”
“NO! figurati! Solo carenza di zuccheri” mi rassicura dandomi un buffetto “Litigare con te non mi porta svenimenti… semmai mi fa ribollire il sangue” scherza spostandosi verso la cucina ed io la fermo. La prendo per mano e la faccio accomodare sul divano in salotto.
“Perché mi hai usato?”
“Perché il tuo DNA è il migliore sulla piazza!” risponde sincera facendo piroettare il mio ego “Mi dispiace per ciò che ti ho fatto… ma volevo una bambina bellissima ed il tuo DNA me lo avrebbe assicurato” un'altra piroetta dell’ego… se continua inizierò a volare per la stanza… ma sta giocando sporco, di nuovo, sfrutta un mio punto debole per non subire le conseguenze.
“Avrei potuto avere qualche malattia” le faccio notare ammonendola con lo sguardo.
“Sei sano come un pesce e da generazioni la tua famiglia non ha malattie genetiche pericolose…” risponde coprendosi immediatamente la bocca.
“Come sai della mia famiglia?” le chiedo sentendo la rabbia tornare.
Lei sospira e si sistema perfettamente di fronte a me “Sono una persona meschina, manipolatrice… fai bene a starmi lontano… fai bene a odiarmi… ho fatto cose bruttissime pur di avere il tuo seme… e me ne pento, lo giuro… ma non posso cambiare il passato…”
“Come reagiresti se ti dicessi che ti ho usata?” le chiedo arrabbiato, e lei alza un sopracciglio.
“Perché, non lo hai fatto? Forse per un motivo diverso… ma lo hai fatto”
Nego con il capo anche se so che ha ragione.
“Hai sempre usato le donne. In modo gentile, galante… ma le hai usate per pompare il tuo ego e godere…”
“Ma non le ho mai usate per diventare padre…” le faccio notare.
“Touché! Ma comunque le hai usate… le hai sempre usate… da quando hai scoperto il sesso…”
“Anche tu” la accuso, ma lei nega con vigore.
“No, mi dispiace. Ho conosciuto il sesso tardi… con James… e credevo fosse amore. Ho investito tutte le mie energie in quel rapporto, ma non ho avuto nulla in cambio se non la conferma che gli uomini vanni bene solo per la ginnastica da letto. Credevo veramente nell’amore e nel sesso come una conseguenza… è la vita che mi ha fatto capire che sbagliavo, che gli uomini non potevano essere nient’altro che un mezzo per svagarmi… ma ammetto che in ogni rapporto ho sperato di trovare l’uomo giusto… che fosse l’uomo che mi avrebbe fatto capire che l’amore esiste anche per me… ed ovviamente così non è stato… ho dovuto difendermi… difendere il mio cuore… ma ho anche solo 25 anni… non posso diventare suora di clausura!” termina facendo una smorfia.
“E Marc?”
“Marc è un uomo fantastico… forse dovevo rispondere di sì e fuggire con lui a Las Vegas… ma qualcosa non tornava… nei suoi occhi vedevo la sincerità, forse è la persona perfetta per me, il padre perfetto per mia figlia… ma qualcosa all’altezza del mio stomaco mi ha fatto rispondere di no.”
“Lo conoscevi già?”
“Sì. Lo avevo conosciuto mesi fa in un locale e ogni tanto me lo ritrovavo tra i piedi. È sempre stato molto galante con me… non ci ha mai provato in quel senso… infatti è l’unico con il quale sono andata al ristorante e poi al cinema…”
“E poi a letto” finisco per lei con tono duro.
“E poi a letto.” Chiude gli occhi e scuote il capo “Forse era quello giusto…”
“E allora chiamalo!” le propongo passandole il mio cellulare, ma lei mi fa chiudere le dita su di esso.
“Non è quello giusto per me… forse per mia figlia… ma non per me… non c’era chimica… mancava qualcosa anche nel sesso…”
“Un incapace…” soffio stizzito.
“O non è Leggenda” sussurra abbassando il capo ed io spalanco gli occhi.
“E’ lui il padre del bambino?” lei annuisce ed io mi alzo con uno scatto passandomi le mani nei capelli. Mi infastidisce il pensiero che in lei stia crescendo il figlio di un altro…
Il cellulare inizia a squillare. Non lo considero, gli lancio solo un’occhiata mentre inizio a stropicciarmi la faccia. Non voglio litigare con Bella… ma non sono sicuro che questa amicizia possa funzionare. Il cellulare ricomincia a squillare ed io sbuffo ma non rispondo.
“Forse è meglio che rispondi… bionda vogliosa ha urgenza di sentirti” mi dice Bella passandomi il cellulare “E’ meglio che tolga il disturbo. Grazie per le lasagne e grazie per non essere arrabbiato con me dopo ciò che ti ho fatto” mi dà un bacio sulla guancia ed io la trattengo contro di me.
“Sono arrabbiato per ciò che mi hai fatto. Sono arrabbiato perché reputi Marc l’uomo giusto per tua figlia. Sono arrabbiato perché non voglio che tu mi allontani dalla tua vita. Sono arrabbiato… e tanto” le soffio all’orecchio mentre stringo maggiormente la presa sul suo fianco. “Non voglio che togli il disturbo” continuo iniziando a baciarle il collo “Non voglio rispondere a bionda vogliosa o rossa di fuoco o mora con bocca da pompino” continuo risalendo verso il lobo “Voglio fare il tris con te. Voglio far parte della tua vita. Voglio aiutarti a crescere Angela anche se non sono il padre. Voglio che ti fidi di me e mi dia una possibilità. Voglio far parte della tua vita perfetta e renderla ancora più perfetta.” Ormai la mia voce è solo un bisbiglio mentre continuo a baciarla dalle spalle all’orecchio in un saliscendi sempre più passionale.
“Ti ho usato come cavallo da monta” mi ricorda con voce ormai roca, mentre le sue gambe cedono leggermente sotto i miei baci.
“E adesso usami come stallone” la prendo in braccio e la bacio con passione unendo le nostre labbra come se fosse l’unico modo per respirare.
La porto nella mia camera da letto e ci corichiamo sopra le lenzuola di cotone. Ci baciamo con sempre più foga mentre le nostre mani prendono vita propria e ci liberano dei vestiti. Mi avvento sul suo seno e lo bacio, lo mordo, lo lecco, mentre le mie mani scendono verso il suo centro pulsante. È bagnata ed entro in lei con un dito, due dita… ed inizio a penetrarla seguendo il ritmo delle nostre lingue che lottano senza tregua. La sua mano afferra la mia eccitazione e la massaggia con maestria portandomi vicino all’orgasmo. Con un colpo di reni la faccio sedere su di me, invertendo le posizioni e la penetro lentamente gustandomi il suo viso contratto dal piacere. “Sei una ninfa… la mia ninfa” mormoro con il fiato spezzato mentre inizia a cavalcarmi. Lotto contro le palpebre che vogliono chiudersi per gustarsi completamente il piacere e osservo la mia amazzone che mi cavalca come un vero stallone. I suoi muscoli mi stringono mentre viene urlando il mio nome ed io la seguo pompando con più forza in lei. I movimenti rallentano, man mano che il piacere si dipana e la stringo a me quando si accascia sul mio petto. Le bacio la testa e le accarezzo i capelli, mentre chiudo gli occhi per assaporarmi il momento.
Sono ancora in lei, e non voglio uscire, mi piace questo senso di completezza. Sto bene così… con l’obelisco al sicuro nel suo centro ed il suo seno appoggiato al mio torace, le sue mani che mi accarezzano l’avambraccio, mentre la sua bocca mi bacia pigra i capezzoli.
“Così mi devi usare…” mormoro facendola sorridere.
“Un vero stallone… con un pedigree niente male…” scherza prima di ricatturarmi le labbra con i denti.
La mia tigre camuffata in ninfa… la mia miglior amica… la mia amante… la mia donna…
“E’ di Leggenda… non voglio altri DNA nella mia discendenza” ammette appoggiando la fronte alla mia e guardandomi negli occhi.
“Perché hai detto quelle cose al parco?”
“Perché non voglio che tu faccia soffrire mia figlia… ho paura…” si allontana con un sospiro e si corica sul letto con il viso rivolto verso il soffitto ed il corpo coperto dal lenzuolo “Ho paura… non voglio soffrire e con te soffrirò… non riesco più ad accettare di vederti con le altre… ma non voglio nemmeno vietarti di essere te stesso… non volevo fotterti in quel senso quella sera… e non credevo che saremmo mai diventati amici…” si alza ed inizia a cercare i vestiti sparsi per la camera.
“Quindi non ho possibilità… vuoi per forza chiudere con me qualsiasi cosa ci sia tra noi?” le chiedo sedendomi sul letto e lei annuisce.
Si riveste e si siede vicino a me. “Non esiste l’amicizia tra uomo e donna… non per me… e questa farsa l’abbiamo tirata troppo per le lunghe. Adesso ho una bambina a cui pensare e tu molte donne da soddisfare…” mi accarezza il viso e le fermo la mano stringendola tra la mia e la guancia.
“Voglio soddisfare solo due donne nella mia vita… Bella e Angela… le conosci?” le chiedo facendo il sorriso da cucciolo che lei adora.
“Non ti credo. Mi dispiace” afferma scuotendo il capo.
“Perché?”
“Perché so che lo pensi adesso. Ma so che tra alcuni anni te ne pentirai… sei un spirito libero Edward… non sei un uomo che crede nell’amore… non lo cerca e non lo vuole… e ti capisco, sia chiaro… ma credo che sia l’unico sentimento che potrebbe assicurare una vita serena a mia figlia” mi sorride triste e si alza mettendosi l’ultima scarpa.
“Si sente parlare di amori che finiscono, mai di amicizie… perché quelle sono eterne veramente” mi difendo cercando di farle capire che sbaglia.
“Fa più rumore un amore che finisce che un’amicizia che finisce… è diverso… ma non ti crucciare…”
“Io mi cruccio eccome!” rispondo alzandomi e andandole incontro “Sto per diventare padre e non voglio perdermi questo momento! Lo so che non era nei miei piani e so anche che posso sembrare un ragazzino non cresciuto… ma ho avuto un buon esempio di padre e saprò essere come lui!”
“Tu non capisci… IO.NON.VOGLIO.UN.PADRE.PER.MIA.FIGLIA. Io non voglio avere vicino un uomo che di giorno fa il buon padre e di notte si scopa ogni donna che trova! Io non sono capace di reggere una situazione del genere! Io non voglio una situazione del genere! Io voglio un uomo che mi ami! Che ami mia figlia! Che ci faccia sentire come mai nessuno è riuscito!” urla con la faccia rossa di rabbia e stringendo i pugni. Prende un respiro e continua “Vuoi diventare padre? Vuoi fare il padre?” io annuisco “BENE! Ingravida qualche donna con un buon DNA e lascia in pace me e mia figlia!” ed esce dalla stanza sbattendo la porta. Rimango senza parole guardando il punto in cui è svanita e sobbalzo nel sentire anche la porta d’ingresso sbattere.
Io voglio essere padre… ma non di una bambina qualsiasi… e non voglio fecondare nessuna… perché ho già ingravidato la donna che voglio!
***
Rimango in casa per tutta la sera. Tolgo la sim dal cellulare con il numero riservato alle conquiste e la butto nel cestino. Le mille telefonate di donne dai nomi salvati improponibili mi stanno disturbando.
Devo pensare. Devo capire… e in fretta.
Sono innamorato di Bella? No, ma le voglio un bene dell’anima.
Mi immagino una vita senza di lei? No, e non voglio nemmeno pensarci.
Mi eccita pensare alle mille donne che mi fanno di tutto? No, ma mi eccita ripensare alle volte che ho scopato con Bella.
Riesco a immaginarmi con un bambino in braccio? No, ma il pensiero di prendere in braccio Angela mi fa sorridere e provare uno strano senso di pace.
Sono disposto ad abbandonare la mia vita da scopatore selvaggio, per una vita dedita alla famiglia? …
Devo parlare con Jasper… o con mio padre… no, meglio Jasper!
Il suo cellulare squilla a vuoto ed io inizio a camminare nervoso per la sala ricomponendo il numero. Una volta, due, tre, quattro…
“Pronto” risponde con il fiato corto come se avesse corso.
“Jasper, disturbo?”
“Sì!” risponde secco e riprendendo fiato. “Cosa vuoi?”
“Parlare.”
“Uff… arrivo, dammi… mezz’oretta…” sento dei baci e dei fruscii “Un’ora… e se non arrivo… richiama…” e lancia senza staccare la chiamata rendendomi partecipe del momento che sta vivendo.
“Porco!” mormoro spegnendo il cellulare.
Devo uscire. L’aria viziata della casa non mi aiuta a pensare. Devo uscire. Camminare. Pensare. Capire.
Vago senza meta per la città. Sorrido alle ragazze che mi mangiano con lo sguardo, ma sorrido di più nel vedere le persone che passeggiano mano nella mano, con la spalla della compagna appoggiata a quella di lui. Le coppie innamorate sono veramente belle! I loro occhi luccicano e vedono solo l’amato. I loro corpi si cercano come calamite e non riescono a non toccarsi.
Una coppia in particolare attira la mia attenzione. Sono due ragazzini, avranno sedici o diciassette anni… l’adolescenza, la culla dell’amore eterno che dura una settimana.
Si baciano con passione, incuranti dei passanti o dei vecchietti che li guardano stizziti. Si mormorano parole dolci mentre con le mani si palpano senza pudore. Amore e passione… un mix perfetto!
Bella… la mia ninfa… nessuna scopata è stata più la stessa dopo averlo fatto con lei… nessuna donna è più riuscita ad eccitarmi nemmeno con il miglior lavoro di bocca… ma Bella ci riesce anche solo guardandomi.
Non sento però le farfalle nello stomaco. Non vedo i cuoricini quando penso a lei. Non sento il mio cuore battere in modo diverso. Non mi sento volteggiare per aria pensando a lei. Ma sento il mio obelisco pulsare nei pantaloni con la voglia irrefrenabile di ritornare dentro di lei. Mi vien voglia di leccarmi le labbra pensando ai suoi baci e mi vien voglia di spaccare la faccia a tutti quei maschietti che le ronzano intorno… lo ammetto… ho sempre nascosto il fastidio che provavo nel vederla con gli altri. All’inizio no, era divertente parlare con una donna di quei momenti e sentirla raccontare dell’avventura della sera prima, mi piaceva, perché prendevo appunti mentali per migliorare le mie arti amatorie… ma con il passare dei giorni… nascondevo il fastidio ridendo sguaiatamente o interrompendo i suoi racconti con i miei…
Ed adesso non riesco proprio a immaginarla tra le braccia di un altro. La sua pelle a contatto di un’altra pelle che non è la mia, le mani di un altro che la toccano e le dita che si infilano in lei… meglio cambiare pensieri prima di spaccare la faccia al primo passante solo per sfogare la rabbia.
Sono geloso… ok, lo ammetto.
Ma non sono innamorato… non ho i sintomi giusti!
Forse ha ragione lei, devo lasciarla andare e darle la possibilità di conoscere l’uomo che la amerà e amerà mia figlia come fosse sua… no, non ce la faccio, non posso, non voglio.
Voglio andare da lei, voglio parlarle, voglio convincerla che possiamo farcela, che non mi scoperò nessuna… no, meglio darle tempo…
 
*** 
E il premio per il miglior coglione va a: Leggenda Coglione Cullen!
Diamole tempo, prendiamo tempo… e nel mentre il damerino Marc se la sta lavorando!
Sono riuscito a parlarle ancora. Risponde alle mie telefonate e mi avverte quando ha le visite… ma qualcosa tra di noi si è spezzato… e di conseguenza qualcosa in me.
Ogni giorno che passa diventa sempre più bella. Le è cresciuto il seno e la pancia inizia a intravedersi. Ha una luce nuova negli occhi e il suo sorriso è ancora più dolce. Passerei ore a osservarla mentre si accarezza la pancia estraniandosi dal mondo. Ma da buon coglione sto tenendo le distanze.
Non ho più scopato con nessuna, se ve lo state domandando….
Lo dico a voi, ma lo negherò fino alla morte… non mi si drizza più… solo quando sono con lei il mio obelisco reagisce e questa non è una cosa buona…
“Credo che accetterò la proposta di Marc…” mi fa tornare al presente Bella accarezzandosi la pancia seduta nella sala d’aspetto.
“Scusa?” le chiedo sperando di non aver capito.
“Ha ragione Rose… non posso affrontare tutto questo da sola... e lui sarà un buon padre per Angela.”
“Angela ce l’ha un padre…”
“Sarà un padre premuroso, presente… si impegna a farmi sentire unica… importante… lo farà anche con lei…” continua ignorando le mie parole.
“Ma ci sono io qui adesso… Angela ha il mio DNA…”
“Non è venuto per rispetto della mia scelta” e finalmente alza il viso per guardarmi. “Lui è perfetto come padre…”
“Ti ama?” chiedo, e lei annuisce.
“Lo ami?” chiedo, mentre si accarezza la pancia.
“Che famiglia vuoi dare a nostra figlia? Come credi che crescerà con una madre infelice?”
“Io non sarò infelice…”
“Lo ami?” le chiedo nuovamente.
“E’ il padre perfetto…”
Le alzo il viso e la guardo negli occhi. “Mi vuoi lontano da nostra figlia perché hai paura che con il tempo io sarò infelice, ma stai accentando una proposta che renderà te infelice! Ti rendi conto che non ha senso? Perché vuoi una vita senza amore invece che rischiare una vita con me?”
“Perché Marc mi ama…”
“Anche io” dico senza pensare e mi accorgo di ciò che ho detto quando spalanca gli occhi. “Ti amo, Bella.” Ripeto sapendo che non sto mentendo “E non mi interessano le altre donne… credevi che sarei stato infelice se avessi scelto una vita monogama… e sbagliavi perché io sono già infelice e sto facendo una vita di clausura. Non mi interessa scopare le altre, non mi interessa divertirmi come un adolescente! Voglio te nel mio letto. Voglio stare tra le tue gambe. Voglio te sempre. Al mattino, la sera, di notte… e voglio Angela. Voglio passare le notti in bianco... voglio…” ma le sue labbra interrompono il mio sproloquio. Ci baciamo come quei due adolescenti al parco e siamo così presi dal momento che non sentiamo quando ci chiamano per la visita.
Un’infermiera imbarazzata spezza la magia.
“La dottoressa vi attende” ci avvisa rossa in volto e indicando la porta aperta dell’ambulatorio.
Noi annuiamo ricomponendoci ed entrami con il fiato ancora corto. Ci teniamo per mano, intrecciando le dita e stringendole per paura che l’altro scappi.
La dottoressa fa le classiche domande e fa coricare Bella sul lettino. Le mette il gel ed io, per la prima volta, mi avvicino e le tengo la mano.
L’immagine di Angela sullo schermo mi fa pizzicare gli occhi. E’ in posizione fetale, con il ditino in bocca. Si vede perfettamente la testa, il corpo… e il pistolino.
“Credo che non potrai cancellare dalla lista il desiderio di avere una bambina” esclamo sorridendo e Bella mi guarda come se fossi pazzo. Indico lo schermo e ridendo continuo “Si vede che è mio figlio!”
“E’ un maschio…” mormora portandosi la mano alla bocca “Ed è dotato…” scherza scoppiando in lacrime.
Mi chino su di lei e la abbraccio forte mentre lascio libere anche le mie lacrime…
“Dovremo riprovare… il mio DNA è a tua disposizione” le sussurro all’orecchio ridendo e piangendo nello stesso tempo, mentre il battito del cuore di nostro figlio riempie la stanza.

 
ATTENZIONE SPOILER
Non è vero... non c'è uno spoiler... devo ancora decidere quale epilogo mettere... quello di lui o quello di lei... non so... sono indecisa!! 
 
IN ATTESA DEI PROSSIMI CAPITOLI... Fate un salto nelle altre mie storie e fatemi sapere cosa ne pensate!!!
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