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Autore: Cara93    14/02/2017    1 recensioni
Una sera, riguardando vecchi episodi di Merlin, ho deciso di buttare giù un'idea che mi frullava da un po' in testa. Un crossover con la serie tv La Spada della Verità. Uther è ancora vivo, Artù è combattuto fra le sue responsabilità e il suo amore per Gwen. Merlino è ancora costretto a nascondere la sua natura, mentre Morgana trama alle spalle del re. In questo conteso, una misteriosa donna giunge da un'altra dimensione: Kahlan Amnell. Che fin da subito, esercita una sorta di attrazione verso il principe di Camelot e il suo mago. Ha bisogno di aiuto. Lo riceverà?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Contesto generale/vago
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Merlino decise di approfittare della pausa per scendere nelle segrete e chiedere l'aiuto del Grande Drago. Non sapeva come sarebbe stato accolto, perchè aveva tradito la fiducia della nobile creatura. Infatti, dopo la morte di suo padre e dopo aver preso il titolo di Signore dei Draghi, Merlino aveva ordinato a Kilgharra di arrendersi al principe di Camelot, così il Grande Drago, che aveva assaporato la libertà per un flebile momento, fu costretto a tornare nella sua cella. Trepidante, Merlino, camminava guardingo per i corridoi, quando sentì delle voci provenire da una nicchia nascosta, in direzione delle segrete.
-L'intervento del vecchio ha rovinato tutto- disse la prima voce, bassa e maschile.
-Non essere così fatalista, mio caro. Una rivolta ci può tornare utile- rispose una fredda voce femminile.
-Faceva parte del vostro piano, mia signora?-
-Non esattamente. Ma va bene così. Abbi fede, Camelot cadrà e la stirpe dei Pendragon perirà-
Sentì uno scalpiccio provenire dal vano, le voci scemare. Merlino fece appena in tempo a nascondersi dietro una colonna, quando i proprietari delle voci comparvero.
Erano Agravaine e Morgana.

Gaius si prese un momento per aggiornare Kahlan. La donna, infatti, non aveva il permesso di assistere al processo, se non come testimone. Gaius aveva cercato di spiegare alla priora la portata del suo gesto: la morte o l'esilio. Ma alla donna non importava. Voleva solo rimediare al suo errore: aver confessato Elyan e messo in moto quel meccanismo diabolico.

-Gwen, aspetta!- Artù aveva appprofittato della pausa fuori programma per raggiungere la sua amata, ma la ragazza era fuggita via alla sua vista. Dopo averla rincorsa per i giardini del castello, finalmente la raggiunse.
-Gwen, ti prego- la implorò. Ginevra si voltò verso il suo re, lo sguardo duro.
-Mi dispiace- continuò il cavaliere. La ragazza continuava a tacere, lo sguardo fisso negli occhi del re, che sentiva il vuoto della mancanza del calore che di solito gli riservavano quegli occhi. -Non credevo che Agravaine...-
-Non mi importa niente di Agravaine!- sbottò Gwen.
-Mi avevi promesso che Elyan sarebbe stato al sicuro, se avesse ricevuto la nomina a cavaliere. Che si era meritato la tua fiducia e il tuo affetto e che questo sarebbe bastato. Non è bastato, Artù e non basterà mai, in questa città maledetta!-
-Elyan è al sicuro qui- intervenne il cavaliere, con voce incerta.
-Non mi mentire, Artù! Prima Elyan resta sotto l'influsso di un qualche magia sconosciuta, le sue emozioni, il suo affetto e il suo amore sono svaniti; il suo cuore è nelle mani di quella strega, anche se non è stata un'azione volontaria. E ora, è sotto processo e rischia di morire per il volere di un manipolo di nobili pomposi!-
-Non morirà, Gwen! Credimi!- Artù appoggiò le mani sulle sue spalle, ma Gwen se le scrollò di dosso.
-Non lo capisci, Artù? Non ha alcuna importanza! Ma ti giuro, Artù Pendragon che, qualunque esito abbia questo processo, noi, io e mio fratello, ce ne andremo per sempre da questo regno- poi se ne andò, lasciando il re solo, con il cuore spezzato.

Galvano raggiunse Lancillotto sugli spalti delle città. Il Prode aveva deciso di disertare il processo, non era sicuro del motivo di questa rinuncia, ma sapeva che assistervi non gli avrebbe fatto bene. Galvano si appoggiò alla barricata e guardò in basso, sospirando.
-Come mai qui, Galvano?- esordì Lancillotto
-Avevo bisogno d'aria- rispose il cavaliere, amaro. Non era il solito Galvano bonaccione e allegro. 
-Cosa sta succedendo?-
-Molto probabilmente, non sarà solo la strega a bruciare, dopo la sentenza del Consiglio-
-Cosa vuoi dire?- in uno slancio, il Prode sbattè Galvano al muro, premendogli il gomito sul collo nudo.
-Il processo va male, Lancillotto. I nobili ritengono Elyan un agitatore. Nel migliore dei casi, gli si prospetta l'esilio a vita; nel peggiore l'impiccagione. Se ciò non dovesse accadere, i nobili si rivolteranno contro Artù-
-Sembra tutto già deciso- commentò il Prode.
-La posizione di Artù non è delle migliori. Se Elyan verrà impiccato, ci sarà una rivolta popolare, se deciderà per l'esilio, i nobili vorranno la sua testa. Nonostante si sia all'inizio del dibattito, sembra che si giochi tutto sui piani della politica-
Silenzio.
-Vuoi dire che la testimonianza di Kahlan non servirà?- gli domandò Lancillotto, lasciando la presa. Qualcosa si sciolse nel petto del Prode, un sollievo che non provava da tempo.
-Al contrario, fratello. La tua strega è già condannata. Guarda, stanno già preparando la pira per lei-
Lancillotto seguì le indicazioni di Galvano e abbassò lo sguardo. Nel cortile esterno della costruzione, uomini e soldati stavano portando bracciate di legna da ardere.
-Non è possibile, non può essere vero- mormorò
-So che provi dei sentimenti per quella donna, è palese, già da prima di quella disgraziata spedizione. Sapevi già cos'era eppure non avevi paura di avvicinarti a lei-
-Kahlan è una bellissima persona e merita tutto ciò che il mondo può darle- gli rispose Lancillotto.
-Per ora, il mondo le riserva il rogo- commentò Galvano.
-Com'è possibile?-
-Alcuni la ritengono la mandante del tentato omicidio di Uther. Altri un pericolo per gli uomini del regno. In ogni caso, per tutti, la strega deve morire-
-Da dove vengono queste voci?-
-Non lo so. Penserai che sia colpa mia, quella donna non mi è mai piaciuta e ritengo che la sua amica assassina debba ricevere la giusta punizione, ma non farei mai del male a mio fratello-
Lancillotto lo guradò fisso.
-Sì, sto parlando di te, testone-

-No, tu non puoi arrenderti così- Kara non faceva altro che girare per la stanza, impotente.
- Va bene. Così è come tutto come dev'essere- la confortò la Depositaria.
-Cosa? Ma ti ascolti quando parli?- la Mord-Sith sgranò gli occhi. Non capiva.
-Elyan e tutte le persone che ho confessato in questi anni meritano la libertà, finalmente-le rispose.
-E io? Io ti ho appena ritrovata. E le Terre Centrali? Vuoi abbandonare la tua patria così?-
-No. Tu farai ciò che è necessario- 
Le due donne si guardarono.
-No, Kahlan. Tu vivrai- affermò la bionda Mord-Sith con convinzione.
-Ti prego, promettimi che non farai niente-
-No-
Kara se ne andò, lasciando l'altra sola nella sua stanza.

Jennsen arrivò al limitare della radura, poi si guardò intorno. Ad un certo punto, davanti ai suoi occhi prese forma una scena idilliaca. C'era una casetta sperduta nel mezzo di un prato verde luccicante di rugiada. Dei bambini giocavano felici, mentre una donna la osservava.
-Tu devi essere Jennsen- la apostrofò, avvicinandosi.
-Voi come fate a saperlo?- chiese, spaventata.
-Michael sa sempre chi sta arrivando, molto tempo prima che quella persona arrivi. Vieni, devi essere affamata- 

Shota dormiva nascosta nel suo umido rifugio, rannicchiata sulla roccia nuda. Una goccia d'acqua tamburellava a pochi metri di distanza, senza però disturbarla. Anzi, lo sgocciolio riusciva a conciliarle il sonno e la concentrazione, quando ne aveva bisogno.
-Shota- una voce lontana la chiamò. La donna aprì gli occhi. Sapeva a chi apparteneva e che cosa doveva fare.
   
 
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