Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: effy_14    03/03/2017    3 recensioni
- Odio la pioggia - un sospiro strascicato usci dalla sua bocca involontario.
- Come scusa?? - chiese il suo compagno non sicuro di aver capito.
- ODIO LA PIOGGIA!!- questa volta era stato un urlo ben chiaro ad uscire dalla sue labbra, stupendo se stessa e l'altro.
Una storia ovviamente ZoNa a più capitoli con il mio solito passaggio passato e presente. Buona lettura.
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti!! Eccomi con l’ultimo capitolo della storia che non è altro che l’ultimo capitolo ma visto dalla parte del nostro spadaccino *.*
Da qui si inizieranno a capire dei particolari in più per le prossime storie che pubblicherò dalla prossima settimana, sono ancora un pochino indecisa su come iniziare, ma ce la farò!! XD
Grazie mille a tutti quelli che sono arrivati a leggere fino a qui!!
A presto
Effy
 
 
Quella mattina non le aveva tolto gli occhi di dosso un attimo appena l'aveva vista entrare, in realtà aveva iniziato a pensare a lei non appena Robin gli aveva chiesto il cambio per la guardia. Quella notte avrebbe piovuto e sarebbe stata da sola. Inizialmente si era dato dello smidollato, sia per il pensiero fatto sia perché probabilmente dopo tutto quello che avevano passato quella sciocca paura che la ragazza aveva in certe notti fosse anche passata.
Poi, durante la colazione, aveva avvertito tutta la sua ansia alla rivelazione che l’archeologa avrebbe passato in biblioteca un’altra sera, e la stessa ansia, inspiegabilmente aveva preso possesso anche di lui.
Era stato tutto il giorno ad allenarsi duramente, come per punirsi, e aveva aggiunto un’altra sessione anche dopo cena. Finita questa però la sua preoccupazione non era passata e così mentre camminava per il corridoio diretto nella sua cabina si era bloccato davanti alla sua porta, aveva attivato l'Haki dell'osservazione e l'aveva scorta in camera intenta a togliere il trucco della giornata davanti allo specchio.
Aveva così deciso con uno sbuffo che si sarebbe fermato lì un momento, giusto il tempo d’essere certo che si fosse addormentata. Era passata già mezz'ora, ma poteva sentirla rigirarsi continuamente e sbuffare nel letto. Avvertì che si stava alzando dirigendosi verso la porta, per poi bloccarsi, come si era bloccato lui dallo "scappare" per non farsi trovare li. Il cuoco era apparso dal corridoio con in mano una coperta, gliela aveva buttata addosso e poi se ne era andato.
Lui non aveva proferito parola conscio del fatto che Nami fosse dietro la porta, e anche il cuoco non aveva fatto nomi quindi si poteva dire salvo, poi, quel dannato, gli aveva augurato la buona notte e si era beccato un’occhiataccia.
Loro non si auguravano la buona notte! Quel maledetto aveva avvertito la presenza di Nami e voleva farlo scoprire. Baka che non era altro!! Ormai era tardi per alzarsi e fingere di passare per caso così aspettò di sentire la maniglia scattare e vedere il viso della ragazza, probabilmente infuriato, per certe libertà che si era preso, sopratutto dopo ciò che le aveva detto, ma questo non avvenne.
Anzi, la sentì rimettersi a letto e, sempre grazie all'Haki dell'osservazione, la scoprì beatamente addormentata. Un senso di sollievo si impadronì di lui, non si era arrabbiata, ma al contrario si era, nonostante tutto, sentita ancora protetta e al sicuro.
Avrebbe dovuto essere tranquillo, magari sentirsi stupido per aver ceduto ancora all'orgoglio ed essersi esposto per lei, e invece l'unico modo in cui si sentiva era in colpa.
Si passò una mano sulla nuca ancora umida dopo la doccia post allenamento, un altro sospiro. Lui non era perfetto, affatto, e tanto meno lo era mai stato con lei. Al contrario dopo il loro incontro all'arcipelago Sabaody le aveva solo regalato tutta la sua indifferenza trattandola come una compagna qualunque di fronte a tutti, seguendola con lo sguardo di nascosto, ma senza darle nessun supporto concreto.
Ora era li fuori dalla sua porta per lei ma non ne aveva nessun diritto. Come non avrebbe avuto il diritto di pensare che sarebbe bastata la sua presenza per farla stare bene, e invece. Lei non si era arrabbiata, lei aveva accettato in silenzio la sua presenza, lei era superiore a lui, lei non se lo meritava ma sopratutto lui non meritava una come lei.
Le aveva sputato in faccia la sua scelta senza chiederle nulla e aveva preteso che lei la seguisse senza diritto di replica e così era stato.
Ma nonostante tutto non era mai stata arrabbiata con lui o almeno non come ne avrebbe avuto il diritto. Nonostante tutto lei aveva ancora piena fiducia in loro, nonostante tutto lei reggeva tutti i suoi sguardi e non dava segno di volersi arrendere facilmente e questo lo faceva sentire ancora peggio di come già si era sentito quando aveva dovuto prendere certe decisioni. L’unico particolare che aveva notato era la mancanza di un oggetto speciale tolto e mai più rimesso, ma nient’altro e questo lo confondeva parecchio. Perché se per lui era facile accettare l'odio di una persona, visto il suo passato, difficile se non impossibile era accettare il suo perdono incondizionato. Questo, invece, era quello che aveva fatto quasi subito lei, lo aveva capito, perdonato e ora si accontentava di prendere le sue briciole, quei pochi momenti di debolezza che lui e solo lui decideva quando e in che modo avere e a lei bastavano questi, non avrebbe mai preteso di più facendolo sentire sempre peggio.
Cercò di fermare quel flusso di pensieri e si concentrò nuovamente su di lei, addormentata e serena, solo un muro di legno a dividerli.
Il giorno dopo avrebbe fatto nuovamente finta di niente e sapeva che probabilmente anche lei avrebbe fatto lo stesso, al massimo gli avrebbe rivolto uno dei suoi più dolci sorrisi e il suo cuore si sarebbe fermato come sempre quando lo faceva. Poi sarebbe ripartito si, ma ancora più appesantito dalla consapevolezza che un giorno l’avrebbe persa per sempre, che un giorno lei avrebbe smesso di essere comprensiva con lui. Che non lo avrebbe aspettato per sempre e che quei sorrisi non sarebbero stati per sempre suoi e lo capiva, ma faticava ad accettarlo. Come tre anni prima la sua Katana bianca era li a guardarlo per ricordargli che aveva una promessa da mantenere e un traguardo da raggiungere che non poteva ammettere certe debolezze.
Alle prime luci dell’alba si alzò da terra e si diresse dritto in palestra, aveva detto che mai più lo avrebbe fatto e invece era successo ancora, non avrebbe mangiato ne bevuto fino a sera, si sarebbe solo allenato costantemente per poter compensare nuovamente il suo poco controllo quando lei entrava nei suoi pensieri.
Pensava di essersi punito a sufficienza per quella mattina ma la punizione più grande gliela diede ancora lei, un mandarino posato dietro la porta della palestra. Il suo “grazie” per quello che aveva fatto, una pugnalata al cuore per lui che a parer suo non meritava nulla.
Di li a poco avrebbero incontrato una strana isola fatta di fiamme, ma questa è un’altra avventura.
 
 
Angolo dell’autore:
Oooooooooohhhh ho finito, per questa volta ;) Non vi libererete di me molto facilmente!!
Grazie mille davvero a tutti!!!
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: effy_14