Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Rebecca_Daniels    27/04/2017    1 recensioni
*DISCLAIMER: i nomi sono cambiati, ma i personaggi sono chiaramente appartenenti ai One Direction"
E' il 20 Agosto 2013 quando Lexi Golder, ventiduenne londinese per adozione, quasi dottoressa in Storia e fan sfegatata dei The Rush, vede la sua vita cambiare radicalmente. Che cosa potrebbe accadere se una pazza decidesse di sparare al suo grande amore risalente alle scuole medie, nonché cantante della band di cui è innamorata, durante il red carpet per il loro docu-film? Che cosa potrebbe riservarle il destino se per una volta decidesse di fare davvero qualcosa della sua vita? - Un viaggio ironico e introspettivo nella vita di una ragazza più o meno normale che forse capirà come non basta respirare per vivere. Buona lettura & Grazie xx
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
2nd November 2013



- Si può sapere che diavolo ti è passato per la testa ieri?!
Sarah l'aveva praticamente strattonato dietro il bancone dell'accettazione del reparto in cui si trovava Lexi, rischiando quasi di fargli rovesciare il cestino delle cartacce a terra, aumentando magari lo stato di irritazione nei suoi confronti. Non capiva per quale strana motivazione lo stesse trucidando con quello sguardo dagli intenti omicidi, quando l'unica cosa che aveva fatto era stata seguire ciò che gli suggeriva il cuore. Insomma, Nate era cosciente dei rischi che aveva corso: se solo fosse entrato qualcun altro al posto di Sarah in quel momento sarebbe stato con ogni probabilità a cercare con l'avvocato della casa discografica di non far scoppiare un putiferio mediatico per un'accusa, per altro infondata, di molestie ad incapace d'intendere e di volere. Ma qualcuno ai piani alti lo aveva assistito, quindi non capiva davvero il motivo di tanta irruenza.
- Hai vagamente presente che se fosse entrata una qualsiasi delle altre infermiere o addirittura il Dottor Lawson, quel tuo bel faccino pallido ora sarebbe sulle prime pagine di tutte i giornali e non di certo per aver vinto qualche prestigioso premio musicale?!
Esattamente quello che Nate aveva appena pensato, eppure era ancora convinto di aver fatto la scelta più giusta: in quelle poche frazioni di secondo in cui le loro labbra si era scontrate, anche se a lui era parso durare un'eternità, aveva provato qualcosa che non sentiva più da troppo tempo. Una sorta di scarica elettrica che si era diffusa per tutto il suo corpo ed era quasi certo di aver avvertito un leggerissimo accenno di movimento delle labbra di Lexi, motivo per cui si trovava così di buon mattino nel reparto di medicina donne, nonostante il jet-leg lo stesse uccidendo.
- Dovevo farlo Sarah... Sul serio: dovevo...
L'infermiera si ritrovò a fissare una scena che le fece parecchia tenerezza: quel ragazzino di appena ventidue anni, con un assurdo cappellino blu calato sulla fronte, la maglietta rosa antico che usciva da una felpa più grande di due taglie, dei pantaloni stretti dentro a delle scarpe che le ricordavano tanto quelle dei clown per la loro grandezza, le riportò alla mente come ci si sentiva ad essere persi per qualcuno. Chiunque si sarebbe accorto, anche lontano un miglio, che quel ragazzo aveva più di una cotta per una ragazza con cui non aveva mai neanche parlato, ma che aveva rischiato tutto per salvare la vita. Forse era per quello sguardo così profondo e significativo, che non gli aveva mai visto prima, o per quel tono di voce che lasciava intendere una sincerità quasi lacerante, che Sarah si ritrovò a sorridere e a dirgli l'impensabile.
- Ho capito Nate... Ma fa attenzione la prossima volta!
- La pro... La prossima volta?!
Sapeva perfettamente di averlo messo in difficoltà, lo notò dal rossore che si diffuse velocemente sulle guance altrimenti candide e dalle mani che iniziarono a torturare i bordi delle tasche dei jeans chiari con impazienza, ma aveva visto il tracciato cerebrale di Lexi del giorno prima, da quando il bel irlandese era entrato nella stanza fino al momento in cui era corso via e non poteva negare che ci fosse più di qualche collegamento con i progressi che la ragazza faceva ogni qualvolta le cose andassero bene con lui. Era stata scettica pure lei all'inizio, ma i monitoraggi e gli esami che le avevano fatto confermavano quest'impressionante e stravagante teoria: se Nate si prendeva cura di lei e le stava accanto, Lexi migliorava in maniera tangibile e costante. Quindi sì, Sarah aveva intenzione di farsi paladina e protettrice di quella storia a suo parere meravigliosa, rischiando anche di andare contro il regolamento dell'ospedale e le ire del Dottor Lawson.
- Non fare quella faccia da adolescente in erba che viene trovato dalla madre con delle riviste poco consone sotto il letto! Lo sappiamo entrambi che provi qualcosa di forte per quella ragazza ed è altrettanto innegabile che, non ho ancora capito per quale astrusa motivazione, se tu sei nei paraggi lei stia decisamente meglio, quindi io ti avverto, caro il mio bel cantante irlandese... Tu mi stai simpatico, okay? Credo che tu abbia un gran bel faccino e, tutto sommato, anche la testa sulle spalle, ma azzardati ancora una volta a farle promesse che poi non mantieni o ad abbandonarla e giuro che te la dovrai vedere con me, chiaro??
Non voleva suonare così minacciosa con quelle parole, ma evidentemente l'affetto che provava per Lexi sembrava aver preso il sopravvento ed il suo istinto da mamma chioccia era uscito in tutta la sua pericolosa maestosità, facendo indietreggiare di un passo un allibito Nate che si vide puntato contro un dito grassottello e roseo giusto sotto il naso. Quel discorso se lo sarebbe aspettato dal padre di Lexi, non di certo da un'infermiera che, come lui, non l'aveva mai nemmeno conosciuta di persona. Eppure questo gli fece capire come poco si fosse sbagliato nel vedere tutta quella bellezza che riscontrava ogni volta che sentiva parlare di Lexi o la vedeva ferma su quel letto d'ospedale.
Fece un cenno d'assenso con la testa, incapace di trovare delle parole che potessero anche solo delineare il marasma di sentimenti che stava provando e dopo aver ricevuto il benestare di Sarah, tramite un suo sorriso a dir poco materno, si diresse finalmente verso la camera di Lexi.
Aveva sperato di trovarla vuota se non per quella meravigliosa ragazza di cui si stava invaghendo sempre di più, ma rimase deluso quando, aperta la porta, sentì un tono di voce che aveva udito anche troppo in quegli ultimi tre anni e mezzo.
-Ehi Nathan!!! Che ci fai qui?!
Nate avrebbe volentieri risposto male a Lewis,ma  il problema era che, nonostante quell'assurdo nome che non aveva nulla a che fare con quello che sua madre gli aveva datoe soprattutto nonostante la sua presenza decisamente inopportuna all'interno della stanza, gli sorrise lo stesso, perché con Lewis Tompson non si poteva fare altrimenti. Lui, con le sue iridi di un celeste qualche tonalità più scuro di quello di Nate e la strampalata idea di tatuarsi anche il mondo sul corpo, era una fonte inesauribile di risate, battute e atteggiamenti poco opportuni che rendevano la vita di tutti quelli che gli stavano attorno molto più interessante.
Si sedette sul letto di Lexi, dalla parte opposta a quella dove si trovava la poltrona con Lewis seduto sopra, ed incurante dello sguardo quasi allibito dell'amico, intrecciò una mano con quella di Lexi lasciandoci un leggero bacio, prima di riappoggiarla sul lenzuolo e continuare a carezzarla. Voleva che sapesse che lui era lì, che era tornato nonostante tutto quello che era successo il giorno prima e che non se ne sarebbe più andato, esattamente come le aveva promesso.
- Secondo te Tommo?? Sono venuto a trovare lei...
Quella speciale dolcezza con cui aveva fatto scivolare fuori dalle labbra sottili la parola “lei” fece saltare un battito al cuore di Lexi, che appena ne aveva percepito la presenza si era come rianimata: ormai non aveva neanche più senso fingere che lui non avesse quell'effetto su di lei.
Lewis rise per quel rumore stridulo della macchina, conscio del fatto che fosse stato proprio il suo amico a causarlo e quando rialzò la testa verso Nate lo ritrovò a contemplare con sguardo indubbiamente sognante Lexi, come se volesse curarla ed aiutarla a svegliarsi con l'energia del suo pensiero. Non l'aveva mai visto così. Insomma, per lui Nate era sempre stato quello che rideva per ogni cretinata che lui diceva, quello che aveva un sorriso da dedicare a tutti e che non si era mai preoccupato di che cosa la gente pensasse delle sue scelte. Forse, fra tutti loro, era quello più entusiasta e pieno di energie, non che gli altri non lo fossero, Lewis per primo amava alla follia il suo lavoro e tutto ciò che esso comportava, ma lo spirito con cui Nate lo affrontava ogni giorno era spesso stato d'aiuto a tutti nei momenti più difficili. Era anche per questo che una settimana prima si era preoccupato seriamente nel vedere la sua reazione alla scoperta che Lexi fosse innamorata di Lucas da sempre e quello poteva dire solo una cosa: Nate teneva veramente troppo a quella ragazza.
- Sai, le stavo raccontando di quando i ragazzi dei 5SOS sono saliti sul palco carichi di fette di torta e ce le hanno spiaccicate addosso mentre cantavamo Teenage Dirtbang... Che bastardi!
- Cavolo, quella torta era fantastica!! Panna e cioccolato!! Capisci Lexi?! Dolcissima panna mixata a cioccolato purissimo da far invidia a quelle che prepara mia nonna!! “Non avevo alcun dubbio che ti sarebbe piaciuta persino una torta spiaccicata sulla faccia...”.
- Infatti... Era talmente tanto buona che ti sei dimenticato di fare il tuo assolo perché eri troppo concentrato a leccarti la faccia!! Credo di non aver mai riso così tanto!
- Ma se ho detto che era buona come quella di mia nonna vuol dire che era superlativa ed una torta superlativa non si spreca così!!!
“Non ci posso credere!! Oddio!! Ho fatto quasi la stessa identica cosa quando ero in seconda media!! Era scoppiata una guerra di cibo in mensa e, mentre tutti i miei compagni cercavano di giustificarsi con i professori, io ero l'unica che continuava a mangiare la crostata che si era spappolata dovunque... Era divina!!! Mia ancora ride ogni volta che ne parliamo, dicendo che sembrava non mangiassi da due mesi, tanto ero concentrata...”.
- Tu sei un pozzo senza fondo Nate!! Ti mangeresti anche le tue chitarre se non ti servissero durante i concerti.
- Non è mica colpa mia se ho un metabolismo veloce!
- E un cervello lento...
- Ehi!!
Lexi li sentì scoppiare a ridere come due bambini piccoli e le sembrò una delle cose più belle che avesse mai udito in vita sua e quel suono era a tal punto contagioso che fece ridere a crepapelle anche lei, benché potesse farlo solo attraverso il sobbalzare del suo ritmo cardiaco.
- Abbiamo fatto ridere pure la nostra cara Lexi, a quanto pare! Oppure sta impazzendo perché non vede l'ora che ci leviamo dalle palle... Non saprei...
- Sta ridendo.
La certezza con cui Nate aveva fatto quell'affermazione stupì non solo sé stesso, ma anche Lewis che lo guardò come se si fosse appena trasformato nell'incredibile Hulk davanti i suoi occhi.
- Come fai ad esserne sicuro?
Già: come faceva ad esserne sicuro? Anche Lexi era curiosa di conoscere la risposta e Nate decise di lasciar da parte ogni riserva nel parlare, solo perché lesse negli occhi dell'amico un sincero interesse e nessuna traccia di presa in giro o di scetticismo.
- Ho imparato a riconoscere i diversi battiti del suo cuore...
Si perse nuovamente nella contemplazione di quella ragazza ai suoi occhi assolutamente perfetta e continuò a parlare, incurante della presenza di Lewis nella stanza.
- Se sono lenti e costanti ti sta ascoltando... Se salta un battito, vuol dire che è sorpresa... Se accelerano improvvisamente e rimangono così per più di tre secondi vuol dire che è emozionata, felice e che, forse, sta ridendo... Se poi diventano scostanti bisogna chiamare qualcuno, perché le emozioni sono state troppo forti...
Non si era accorto neanche lui di aver prestato così tanta attenzione al semplice rumore di una macchina, ma capì che quello era stato il suo unico modo per poter comunicare con lei in quei lunghissimi mesi, tanto che ancora si ricordava la prima volta in cui Lexi gli aveva fatto capire che era lì con lui e che lo ascoltava. Si riscosse da quel ricordo e si voltò in direzione di Lewis, che lo stava ancora fissando interessato ed impressionato.
- Ma scusa: tu che ci fai qui??
Lewis rise tranquillo a quella domanda ovvia e gli rispose con un suo tipico sorriso strafottente stampato sulle labbra.
- Semplice: sono venuto a fare un resoconto dell'ultimo mese alla mia carissima Lexi, raccontandole anche i fatti importanti e non solo che cosa abbiamo mangiato a pranzo e a cena, come sicuramente ti sarai limitato a fare tu...
Detto quello, si appoggiò allo schienale della poltrona, intrecciò le mani sulla pancia e si godette la faccia allibita di Nate. A dire la verità era andato lì per vedere quali fossero le reali condizioni di Lexi, dato che le ultime notizie che aveva ricevuto tramite Hugh non erano state tra le più rosee. Ma quando era arrivato in quella stanza, un'ora e mezza prima, Sarah, l'infermiera che aveva scoperto seguire sempre Lexi, lo aveva informato sugli ultimi miglioramenti e su come fossero andate veramente le cose in quell'ultimo mese in cui erano stati in tour, compreso il fatto che molti dei cambiamenti erano dovuti quasi esclusivamente alle azioni di Nate. Non che Lewis non se lo aspettasse, in fin dei conti era stato il primo a notare che qualcosa stesse succedendo nella testa del biondino ed era stato sempre lui a notare come dopo ogni chiamata via Skype con lei, Nate risultasse decisamente più sereno e solare, ma mai e poi mai avrebbe immaginato che tra i due si potesse esser creato un legame del genere. Non credeva nemmeno fosse proprio possibile avere un legame con una persona che stava distesa su un letto, immobile, senza poter parlare o anche solo respirare autonomamente, e soprattutto senza averci mai neppure scambiato uno sguardo. Eppure, era anche vero che sia Nate che Zach e, perché no, anche lui stesso, si sentivano stranamente in sintonia con Lexi, quasi come se la conoscessero da sempre e fosse parte della loro ristretta cerchia di amici che avevano mantenuto da quando la fama aveva cambiato la loro vita. Lewis fu riportato alla realtà dalla risata rumorosissima di Nate, che sembra non ridere da almeno una settimana tanta confusione stava facendo, così si rimise seduto in maniera quasi umana e lo guardò confuso.
- Si può sapere che cos'hai da ridere??
- Ma dico: ti sei visto?! Ti sei spalmato su quella sedia, tenendoti la pancia, come se fossi Babbo Natale il giorno di Santo Stefano!!!
- Mi stai dando del grassone vestito di rosso?!
- No, ti sto dicendo che sembravi così buffo da farmi ridere una sacco!
E riprese a sghignazzare come se non avesse più occasione di farlo in futuro, facendo risollevare anche l'umore di Lexi, che nell'ultimo periodo era stato a dir poco altalenante. “Quanto mi era mancato il suono allegro della sua risata... E' così... Così... Sì, contagiosa...”.
- Ringrazia il cielo che ti voglia un bene dell'anima Irlandese, altrimenti avresti già fatto una brutta fine...
- Cos'è: avrei sperimentato il terribile e potentissimo pugno alla Tommo- Tompson? Ah ah ah...
- Ridi, ridi... Ma guarda che c'è gente che ha paura di avere a che fare con me!
- Lewis andavi in giro con un paio di pantaloni rosso fuoco e le bretelle fino all'altro giorno, non credo che un paio di tatuaggi fatti a caso ti facciano diventare un duro...
Lo sguardo fintamente infastidito che Lewis lanciò a Nate lo fece ridere ancora, oltre che fargli ottenere un pugno decisamente forte sul braccio, ormai leggermente muscoloso grazie alle sessioni di palestra fatte durante l'ultimo mese di tour. A dire il vero, aveva cominciato ad allenarsi per non pensare a Lexi tutto il santissimo giorno, anche se andava sempre a finire che Marc doveva richiamarlo sul pianeta terra prima che si tirasse il bilanciere sui piedi. Inoltre, quei muscoli gli erano anche stati stranamente utili quando la malsana idea di tirare un pugno in pieno viso a Lucas gli era balzata in testa e gli era pure sembrata una cosa intelligente. Ancora non ci credeva di aver seriamente fatto a botte con lui, anche se tecnicamente, per sua fortuna, era stato solo lui a darle ed il palestrato del gruppo non aveva risposto.
Nel frattempo Lexi si godeva quella scena di straordinaria normalità tra i due ragazzi, avverando con ogni probabilità il sogno di metà fan della band: chiunque avrebbe pagato per vederli scherzare così spontaneamente, come se fuori da quella stanza non ci fosse un intero mondo di ragazze adoranti ad attenderli.
- Ehi, prima stavo girando un po' su Twitter e mi sono capitate sott'occhio le foto di quando mi hai piazzato quelle due tette enormi di plastica davanti al naso... Cavolo! Erano così grandi che non vedevo nemmeno le corde della chitarra!! 
- Nate....
- E quella volta in cui mi hanno lanciato un gigantesco reggiseno di pizzo azzurro?!
- Nate...!
- Ho provato a farci alcuni palleggi, ma pesava troppo tanto era grande e...
- Nate! Per l'amor di dio, c'è Lexi che ascolta!!!
- Oh cazzo!!
Come se fosse ancora alle scuole elementari e avesse appena detto una parolaccia davanti la maestra, Nate si coprì la bocca con le mani facendo ridere Lewis come un pazzo, tanto che dovette tenersi la pancia ed accasciarsi sulla poltrona per poter tentare di respirare ancora.
Lexi stava ridendo ormai come non faceva più da un sacco di tempo, anche se ancora si chiedeva come fosse possibile ridere in quelle condizioni, eppure il suo corpo sembrava provare le stesse sensazioni che percepiva quando guardava qualche loro intervista su YouTube per tirarsi su di morale dopo l'ennesima giornata assolutamente uguale a quella precedente, se non per qualche idea strampalata di Mia.
- Sei un cretino Nate, giuro! Aspetta che la racconti a Zach e vedrai quanto ti prederemo per il culo!
- Ah beh! Perché tu sei Mister Finezza, vero??
- Per lo meno io ho un qualche titolo, Gambe di Gallina!
Lexi sapeva già che sarebbero andati avanti all'infinito con quella ilare conversazione sul nulla, ma il rumore di un paio di scarpe con un piccolo tacco, li interruppe sul più bello.
-State veramente avendo uno dei vostri battibecchi senza senso davanti a Lexi?? Ma non credete che abbia già abbastanza problemi senza voi due che le riempite la testa di assurdità??
La voce leggera di Ellie riempì la stanza, riportando subito un po' di sanità mentale all'interno di quel luogo, dato che nemmeno Lexi si poteva dire completamente nel pieno delle sue facoltà mentali: si stava godendo ogni singola battuta di quella conversazione come se fosse manna nel deserto, annotando tutto, magari per quel futuro libro che voleva scrivere appena si fosse svegliata.
- E' stato Lewis a cominciare!
- Non avevo alcun dubbio che fosse colpa sua...
- Ma non è vero!! A chi vuoi credere: al tuo amorino dolcioso o a quell'irlandese sguaiato?!
Ellie si avvicinò alla poltrona dove era seduto scompostamente il suo ragazzo e dopo avergli dato un casto bacio sulle labbra, gli disse sorridendo candidamente:
- Decisamente a Nate... In questi casi è sempre colpa tua!
- Questa me la lego al dito piccoletta, sappilo...
- Ha solo detto la verità, Tommo... L'Irlandese ha sempre la meglio!
- Se non fossimo in ospedale ti farei vedere io chi ha la meglio tra noi due!
- Ma la volete piantare per una volta?! Siete peggio di due bambini delle elementari! Scusali Lexi, ma non hanno la minima idea di che cosa voglia dire contenersi...
Percepì la gentile e fresca mano di Ellie appoggiarsi sul dorso della sua, in un gesto di complicità femminile che le era abbastanza sconosciuto, dato che Mia era tutto fuorché una ragazza definibile come “femminile”: era stato solo grazie alle insistenze di Lexi che aveva indossato il primo paio di scarpe con il tacco di tutta la sua vita, nonostante facesse la costumista e mangiasse pane e moda tutti i santissimi giorni.
“Tranquilla Ellie... Almeno portano un po' di vita in questo mortorio di camera... Ultimamente è stata abbastanza dura stare qui dentro, soprattutto senza le chiamate di Nate a vivacizzare le mie giornate...”.
Lexi si chiese per un secondo per quale motivazione si ostinasse a rispondere a ciò che le dicevano dall'esterno, ma era come se volesse ribadire anche a sé stessa che la sua priorità, in quel momento, era svegliarsi il prima possibile e riuscire a conoscerle davvero quelle meravigliose persone e riprendere in mano la sua vita.
- Ma voi due che ne direste di continuare la vostre interessantissima conversazione in corridoio per qualche minuto??
Lexi si chiese per quale motivo quella ragazza, che sapeva essere esteticamente strabiliante e pure estremamente simpatica, avesse implicitamente chiesto a Lewis e Nate di rimanere da sola con lei, quando nello stesso momento la faccia dubbiosa e le parole di Nate espressero a voce lo stesso identico dubbio.
- Ma perché dovremmo uscire scusa?
Ellie lanciò un'occhiata eloquente ad un confuso Lewis che sembrò cancellare in un secondo la nebbia che gli aleggiava nel cervello per illuminarsi in viso e rispondere.
- Perché... Perché... Perché qui diamo fastidio ed io ho voglia di qualcosa da mangiare tra parentesi... Il jet leg mi sta uccidendo... Dai, non dirmi che non hai fame!!! Su andiamo!
Lewis si alzò velocemente dalla poltrona e prese per un braccio Nate, trascinandolo fuori dalla porta e senza lasciargli il tempo di ribellarsi o anche solo di lamentarsi. Quando finalmente la situazione all'interno della stanza si fu tranquillizzata ed Ellie non udì più la voce squillante di Lewis trapassare i muri sottili dell'ospedale, si sedette al posto del suo fidanzato chiacchierone e strinse leggermente la stretta attorno la mano magra di Lexi: si chiese se fosse sempre stata così magra e fragile come le appariva in quel momento, o se fosse una di quelle ragazze con tutte le curve al loro posto, di quelle che attiravano i ragazzi. Non avrebbe saputo dirlo, perché lei di quella ragazza bloccata su un letto d'ospedale da quattro mesi non sapeva assolutamente nulla eppure le ispirava fiducia, specie dopo che aveva avuto modo di parlare con Lewis e di assistere alla scena di prima. Era rimasta apposta in silenzio ad ascoltare le parole di Nate, curiosa di verificare se quelle che le erano sembrate delle assurde fantasie di Lewis  fossero invece delle fondate verità: e così era stato. Se mai avesse sentito un ragazzo descrivere con tale precisione il modo di ridere o di rispondere della propria fidanzata avrebbe detto senza alcun dubbio che ne era innamorato perso. Eppure com'era possibile che Nate si fosse perso, o addirittura, innamorato di una ragazza con cui non aveva mai realmente parlato? Ellie non ne aveva la più pallida idea, ma sperava che qualsiasi tipo di legame si fosse creato tra di loro potesse aiutare Lexi a risvegliarsi e, perché no, poter vedere come sarebbero andate le cose.
- Allora Lexi: finalmente da sole... Ti prego di non prendermi per pazza per aver cacciato fuori quei due, ma alle volte fanno talmente tanto rumore che mi confondono le idee....
“Tranquilla Ellie... Insomma, è un piacere anche per me avere qualche ragazza della mia età con cui parlare... Specialmente da quando Mia non fa altro che chiedermi scusa o stare in silenzio se viene a trovarmi...”.
- Comunque, sono qui perché ho alcune cose da dirti... So che l'ultima volta che ti ho detto una cosa del genere poi mi sono messa a parlare come mia nonna e a dirti di non abbatterti per un sentimento non corrisposto, ma prometto di non essere così pedante questa volta.
Ellie prese un respiro profondo e poi riprese a parlare con il tono di voce più serio che aveva mai usato in vita sua.
- Lexi, io non ho la più pallida idea di quello che sia successo negli ultimi mesi, specialmente da quando i ragazzi sono andati in tour, ma quella pettegola di mio moroso mi ha raccontato di come... Sì, insomma, di come si comporti Nate nei tuoi confronti... E credo di aver avuto la conferma alle mie teorie dopo averlo sentito parlare prima...
La mente di Lexi era totalmente concentrata sulle parole di Ellie e su quella possibilità che aveva tanto sperato diventasse realtà, ma che aveva paura anche solo di immaginare e se avesse potuto avrebbe anche trattenuto il fiato, ma le macchine non glielo permettevano.
- So che suonerà strano, ma io conosco Nate da ormai quattro anni ed è uno dei migliori amici di Lewis, quindi devi credermi quando ti dico che non l'ho mai sentito parlare così di nessuna ragazza... Mai una volta nella vita aveva dedicato una canzone a qualcuna con cui si stava frequentando... Quindi, per quanto assurdo possa sembrare, credo che tu gli sia entrata nel cuore Lexi e se per caso avessi ancora qualche dubbio sul perché dovresti svegliarti, beh: fallo anche solo per lui... Per Nate... Perché se ho ragione- e fidati: difficilmente sbaglio in questi casi- dargli la possibilità di mostrarti quello che prova per te sarà la scelta più giusta che tu abbia mai fatto nella tua vita... Ovviamente dopo quella di esserti gettata su quella pallottola impazzita... Per questo non smetterò mai di ringraziarti...
Ellie concluse con un sorriso sincero quel discorso che le era venuto spontaneo, pensando a come avesse ringraziato il cielo che qualcuno fosse intervenuto quel giorno per salvare la vita a tutti loro ed, in primis, al suo Lewis. Ancora sentiva la paura scorrerle nelle vene se ripensava a quelle frazioni di secondo in cui era successo tutto: le urla, il rumore assordante dello sparo e il braccio forte di Lewis che la gettava a terra, schiacciandola con il suo corpo. Si era voltata giusto un attimo prima che il corpo del loro salvatore toccasse il cemento duro di Leicester Square ed aveva ringraziato mentalmente quell'angelo, sperando che non fosse morto. Solo dopo aveva scoperto trattarsi di una fan e, nello specifico, di Lexi, cosa che l'aveva fatta scoppiare in singhiozzi ancora più forti.
- Qui ti stanno aspettando tutti Lexi... Specialmente qualcuno dalla capigliatura bionda e due occhioni strepitosamente celesti...
Lexi sapeva che Ellie stesse sorridendo, ormai aveva imparato a capirlo dall'inclinazione che assumeva la voce di chi l'andava a trovare, ma non era la sola a farlo, perché quelle sue affermazioni avevano acceso dentro di lei una nuova fiamma, fatta di determinazione e desiderio che si trasformarono in una piccola impercettibile lacrima, che scese invisibile lungo la sua guancia.
“Nate mi sta aspettando... Nate mi sta aspettando...”.
Era l'unico pensiero che rimbombava dentro la sua testa, come un traguardo da raggiungere, un obbiettivo per cui voleva lottare per la prima volta in vita sua. In quel momento una testa mora fece capolino dalla porta e chiese il permesso di rientrare per salutare Lexi e accompagnare la sua donzella a casa.
- Ehi bellezza, ci vediamo presto... Prometto di tornare ad aggiornarti il prima possibile!! Ciao Lexi...
- Giuro solennemente di accompagnarlo ogni volta che vorrà venire qui per assicurarmi che non ti riempia la testa con una marea di chiacchiere inutili... A presto Lexi... Ti aspetto...
Come al solito Ellie le aveva detto quelle ultime parole a pochi centimetri dall'orecchio, lasciandole poi un amichevole bacio sulla guancia che fece sentire Lexi stranamente serena, come se seriamente la vita che la stava aspettando, qualora si fosse svegliata, sarebbe stata a dir poco fantastica. Quando il rumore della porta lasciò che la sua eco si diffondesse per la stanza, Lexi si chiese se fosse nuovamente rimasta sola o se qualcuno, anzi, quel qualcuno, fosse rimasto ancora un poco con lei. Perché, in fin dei conti, avevano una questione piuttosto spinosa da affrontare dato che, nonostante lei non potesse parlare, i suoi sentimenti fossero ancora quelli di una ventiduenne quasi normale che era stata baciata da uno dei ragazzi più belli e straordinari al mondo. Non poteva credere di aver sul serio pensato una cosa del genere: si fece paura da sola.
“Quindi ti conviene essere rimasto nei paraggi Mr Hanson, altrimenti potrei svegliarmi e venirti a cercare!”.
Un colpo imbarazzato di tosse attirò la sua attenzione, seguito da un leggero spostamento d'aria che fece giungere alle sue narici quel profumo che sapeva proprio di Nate.
- Ehm... Finalmente soli, eh?
A Lexi venne abbastanza da ridere, perché le sembrava di vederselo lì, impalato nel mezzo della stanza, le mani nelle tasche dei jeans stretti e chiari, che spostava il peso da un piede all'altro cercando qualcosa di intelligente da dirle, ma scartando ogni volta quello che gli passava per la testa. Come un bambino delle elementari alla prese con la sua prima cotta: semplicemente adorabile.
“Chissà perché  non mi sono mai soffermata più di tanto su di lui... Eppure, ogni volta che penso a lui, mi ricordo ogni minimo particolare del suo volto, i suoi modi di fare così spontanei e solari,  i suoi tic quando è nervoso... E' come se il mio cuore fosse stato tutto concentrato su Lucas, ma qualcosa di Nate attirasse l'attenzione del mio subconscio... Ma che diamine sto pensando?! In fin dei conti so praticamente tutto di tutti loro, anche se averci a che fare mi ha fatto scoprire un sacco di lati nuovi che solo le persone vicino a loro possono sapere... Tipo che Zach parla molto più di quanto si potesse mai immaginare e che, tra tutti, è decisamente il più sensibile... Che Hugh ha una dolcezza dentro di sé che si può intravvedere nei suoi modi, ma che ti travolge letteralmente se entri nella stretta cerchia delle sue amicizie, senza contare che è anche molto più stralunato di quanto sembri normalmente... E Lewis è una vera pettegola ma solo perché vuole  il meglio per i suoi migliori amici... Beh, poi c'è Lucas... A dire il vero di lui avrei volentieri fatto a meno di sapere molti segreti, ma presumo fosse inevitabile dal momento che mi sono presa una pallottola sulla spalla e sono finita in coma per salvargli la vita... E poi, per essere del tutto sinceri, lui è un bravo ragazzo e soprattutto è innamorato perso della sua ragazza... Che poi non sia io la fortunata, questa è tutt'altra storia...”.
Nate si decise a levare le radici che ormai gli erano cresciute tanto era stato fermo sullo stesso punto della stanza e si sedette sul bordo del letto di Lexi. Era vero che il giorno prima aveva recuperato tutto il coraggio che aveva dalle punte dei piedi fino alle punte dei capelli fintamente biondi, per poter fare quello che aveva fatto ma quella era ben altra situazione. Sapeva che Lexi comprendeva ciò che la gente e, specialmente, lui gli diceva ma non era certo di voler sapere la risposta a quella domanda, benché sapesse fosse il momento di affrontarla.
- Va bene, credo sia il caso di andare direttamente al sodo della questione... Come se fosse un uovo, per capirci... Ma che sto dicendo...
Scosse la testa per la sequela di sciocchezze che continuava ad uscirgli di bocca e blocco i suoi occhi cristallini sulla mano delicata di Lexi, chiedendosi se tutta quella fragilità che lui vedeva in quel corpo bloccato da mesi, la rispecchiasse veramente oppure no. La prese tra le sue mani e subito  il suo cuore rallentò quella corsa impazzita che aveva intrapreso appena si era ritrovato da solo con lei, come se quel semplice contatto potesse trasportarlo in un mondo parallelo dove ci fossero solo lui e Lexi, senza fan alle volte troppo opprimenti, senza scadenze inflessibili da rispettare, senza nessuno a dirgli come si dovesse sentire nei confronti di una ragazza che non aveva mai, secondo loro, conosciuto. Erano solo loro due e lo spettro di un amore che Nate sperava concluso dopo le dolorose parole che le erano state rivolte.
- Lexi... Voglio solo sapere se sei ancora innamorata di Lucas... Se mai mi dovessi in qualche modo dire di sì, ti prometto che non ti abbandonerò... Ho fatto una promessa e la voglio mantenere a tutti i costi, ma ho bisogno di sapere... Perché sento che le cose stanno cambiando per me, anche se è ancora tutto così confuso...
“No!! Non provo più nulla per lui! E forse non l'ho mai nemmeno amato veramente Lucas... Credevo che pensare costantemente ad una persona e sapere ogni sua minima mossa ed ogni sua parola fosse amore, ma non è così... Quello che provo solo sentendo il suono della tua voce ed immaginando il tuo sorriso, quello è amore... Quindi non pensare più a nulla di ciò che hai sentito, perché io credo di essermi innamorata di te, Nate, e non ho nemmeno più paura ad ammetterlo, per quanto possa sembrare da pazzi...”.
- Quindi te lo chiedo ora e non lo farò mai più, sei ancora innamorata di Lucas? Se è un no, fammelo capire...
Nate continuava a guardarla, sperando che l'elettrocardiogramma desse qualche segno, che lei gli facesse capire come le sue paure fossero infondate, che non si fosse preso una “sbandata”, come l'aveva definita suo fratello Greg quando gliene aveva parlato, per una ragazza il cui cuore apparteneva già a qualcun altro, anzi, ad uno dei suoi migliori amici. Se pensava di avergli tirato pure un pugno per lei, gli venivano ancora i brividi.
Eppure nulla, nessun segno, nessun battito cardiaco accelerato, nessuna lacrima, niente di niente mentre il suo, di cuore, si stava lentamente stringendo sempre di più, come se la linfa vitale che lo irrorava si fosse improvvisamente prosciugata.
Lexi sapeva perfettamente che Nate stava attendendo un suo segno, ma non voleva che fosse un banale battito cardiaco a dirgli che non provava più nulla per Lucas, voleva che sapesse che lui era l'unico nella sua vita, per quanto strana e surreale potesse essere. Voleva fare qualcosa di speciale, voleva rispondere a quella sua domanda avvicinandosi il più possibile, voleva tornare da lui il più in fretta possibile.
Era leggero, quasi indistinto, non molto diverso dallo scorrere incessante del sangue dentro le vene, eppure aveva qualcosa di speciale con sé: era un formicolio strano alla mano destra, quella che Nate stava stringendo. Le sembrò che le sue dita stessero letteralmente andando a fuoco, come se una marea di formiche brucianti le scorresse sotto la pelle e la sensazione della pressione delle mani di Nate sulla sua si fece sempre più chiara e persistente, segno che il suo corpo riceveva  dei segnali dal cervello e vi rispondeva. Lexi concentrò tutta la sua attenzione, la sua forza di volontà e, soprattutto, ogni singola goccia del suo desiderio di vederlo su quelle dita infuocate e fu tutto un attimo.
Nate non poteva crederci. Forse era tutto frutto della sua immaginazione e di quella disperata voglia che lei gli desse una risposta affermativa, ma quando puntò i suoi occhi dubbiosi sulla mano sotto di lui si rese conto di come tutto fosse dannatamente reale: Lexi stava stringendo la sua mano. Non aveva importanza se si trattava di un solo dito, un'ondata di gioia, sollievo ed eccitazione lo pervase da capo a piedi, tanto che saltò giù dal letto , inginocchiandosi davanti a quell'intreccio di dita che, per quanto debole, era indubbiamente un miracolo. Cominciò a baciare la mano di Lexi e poi si fiondò istintivamente sulle sue labbra, lasciandoci più di un semplice bacio a stampo, colmo di tutto quello che Nate stava provando in quel momento, sperando che potesse rispondere anche a quello, ma la sua bocca era ancora fredda immobile.
- Oddio Lexi!!! Sei qui piccola!! Devo chiamare, qualcuno... Io... Oddio!!! Hai stretto la mia mano!! Io... Torno subito!!
Lexi sentì la sua mano appoggiarsi di nuovo sul lenzuolo e quasi le venne da ridere, se non fosse stata anche lei troppo sconvolta dal fatto di essere risuscita a far muovere le sue dita.
“Il mio corpo sta reagendo... Ce la stai facendo bello!!! Così mi piace! Ora dobbiamo fare solo un altro passo e farmi aprire pure gli occhi... Su dai! So che ce la possiamo fare!!”.
Pochi secondi dopo l'entusiasmo di Nate era diventato quello di tutto il reparto e specialmente di  Sarah, che corse letteralmente nella stanza di Lexi, come se stesse partecipando alla finale olimpica dei 100 m.
- Lexi?! Lexi ci sei?!
- Sì che c'è!!! Mi ha stretto la mano!!! Lo giuro! Lei... Lei ha stretto la mia mano ed io... Oh Cristo!!!!
Lexi poteva quasi immaginarselo mentre si passava quelle mani grandi tra i capelli, tirandoli sulle punte quasi volesse straparli, camminando su e giù per la stanza che le sembrava sempre più affollata dai rumori che sentiva.
-Ma si può sapere che sta succedendo qui dentro?!
“Ah beh, ci mancava solo lei dottorino dei miei stivali... Mi sa che manca sempre meno al momento in cui le dirò che deve lasciare stare mia madre... Non vedo l'ora, guardi!”.
- Ha stretto la mano!! Cioè: ha stretto la mia mano!!
- E lui chi diavolo è?!
- Sono Nate Hanson uno dei...
- Uno degli amici più stretti di Lexi!!
L'occhiata complice che l'infermiera lanciò a Nate gli fece capire che quello era il momento perfetto per tenere la bocca chiusa e mettersi in disparte, aspettando che gli confermassero il fatto che non fosse completamente impazzito e che Lexi stesse sul serio tornando da lui.
- Chiunque sia, lo voglio fuori di qui... Anzi: voglio tutti fuori di qui!!!
“Ehi dottorino, guarda che se non fosse per lui io non avrei mai fatto tutta questa fatica immane per muovere quel dannatissimo dito! Vedi di andarci piano...”.
Quando tutte le innumerevoli infermiere del reparto e Nate furono usciti dalla stanza, il Dottor Lawson prese in mano i tracciati che Sarah aveva appena stampato e che gli stava porgendo, curioso di vedere se Lexi si stesse riprendendo sul serio o se fosse stata tutta una fantasia di quello che a lui era sembrato solo un ragazzino esagitato. Sarah stava aspettando con apprensione il responso, trattenendo il respiro e continuando a spostare lo sguardo dal Dottor Lawson a Lexi che, ora, sembrava essere tornata quella degli ultimi quattro mesi. Ma ormai qualcosa era cambiato dentro di lei: sapeva di poterci riuscire, di poter tornare da Nate e nulla l'avrebbe più intralciata.
- Allora?!
- Si è legata parecchio a questa paziente, non è vero signora Stones???
- Potrebbe anche essere, ma non ci vedo nulla di male... E lei??
- No, nemmeno io... A meno che questo non la spinga a far trasgredire le regole per favorire qualcuno...
L'infermiera odiava con tutto il suo cuore quello sguardo fintamente cordiale che nascondeva la peggior attitudine di sempre: Andy Lawson le era sempre sembrato un serpente con le gambe ed anche in quel momento avrebbe fatto volentieri a meno di avere quella conversazione. Sapeva perfettamente a che cosa si stesse riferendo il dottore, dato che era certa che qualche sua collega decisamente meno umana di lei gli avesse spifferato tutte le visite illecite e le chiamate su Skype che aveva concesso a Nate nell'ultimo periodo, ma non aveva alcuna intenzione di farsi mettere all'angolo da lui.
- Non ho la più pallida idea su che cosa si stia riferendo Dottore... Ma se sta parlando di Nate, le posso assicurare che la sua presenza qui era a scopi prettamente terapeutici... Come può constatare lei stesso...
Glielo disse con il sorriso più amabile che le fosse possibile, conscia del fatto che non potesse darle torto in alcuna maniera: era stata la presenza di quel ragazzo a scatenare una tale reazione in Lexi.
- Va bene... Come vuole lei... In ogni caso bisogna avvisare la famiglia, ma a questo ci penserò io. Intanto lei continui a monitorare la situazione.
 Detto questo uscì dalla stanza, permettendo a Sarah di esplodere come un gavettone che scontra con il cemento incandescente di un'autostrada d'estate.
- Porca miseria quanto poco sopporto quell'uomo!! Non riesco seriamente a capire chi pensa di essere!!!
“Sono pienamente d'accordo con te Sarah... E ti pareva che doveva occuparsene lui di avvisare la mia famiglia?! Dirà che è tutto merito suo e si vanterà con mia madre... Bleah....”.
Un rumore tenue attirò l'attenzione di Lexi, che percepì la presenza di Nate di nuovo nella stanza: ormai il suo profumo sembrava esser diventato l'unico odore che il suo naso percepisse distintamente.
- Allora???
Poteva percepire perfettamente la tensione nella sua voce, la paura che tutto quello che fosse successo nell'ultima mezz'ora fosse stato tutto frutto della sua immaginazione e questo fece riscaldare nuovamente il cuore di Lexi, perché voleva dire che lui ci teneva sul serio a lei, che la sua presenza lì non era dovuta a nessun senso del dovere o a qualche malsana convinzione di essere in debito con lei. Perché sì: nonostante tutto quello che Nate avesse fatto per lei e, soprattutto, nonostante quel bacio che ancora le faceva chiudere lo stomaco al sol pensiero, aveva paura che lui se ne sarebbe andato, lasciando dietro di sé l'ennesima scia di schegge da cui Lexi non sapeva se sarebbe riuscita a rialzarsi.
- Allora sta tornando da noi, Nate... Ti ha sul serio stretto la mano...
L'infermiera si avvicinò all'orecchio di quel ragazzo che non  riusciva a smettere di sorridere, come quando gli avevano detto quei tre “sì”, regalandogli la possibilità di fare del suo più grande sogno il suo lavoro, e per non farsi sentire da Lexi, che ora era ufficialmente quasi cosciente, gli sussurrò all'orecchio:
-Complimenti ragazzino... Ci sei riuscito...
Nate osservò la figura rubiconda dell'infermiera uscire dalla camera e si chiese a che cosa si riferisse con quelle parole, ma la sua mente era tutta indirizzata verso qualcos'altro o, meglio, qualcun altro. Lexi stava lottando per lui e finalmente si cominciava a vedere anche  qualche risultato: la stretta delle sue dita delicate attorno alla sua mano sarebbe stata una cosa che non avrebbe mai dimenticato.
- Sono così orgoglioso di te Lexi....
Forse era per il tono a dir poco commosso con cui lo disse o magari per il fatto che quella frase, Lexi, l'aveva sentita pronunciare ben poche volte nella sua vita e quasi mai rivolta a lei. I suoi genitori erano riusciti a dirglielo solo dopo che l'avevano vista su un letto d'ospedale, in pericolo di vita e dopo essersi gettata su una pallottola; Mia non era mai stata tipa che si profondeva in grandi affermazioni di affetto e solitamente era lei quella che raggiungeva i grandi traguardi tra le due, quindi quelle parole non gliele aveva mai dette; il Signor Finnigan, una volta, le aveva espresso tutte le sue “sincere congratulazioni” per essere riuscita a superare a pieni voti un esame che preparava da mesi... Ma mai nessuno le aveva detto quelle parole semplicemente per il fatto di essere lì. Quel ragazzo le aveva insegnato tutto: da che cosa volesse dire sorridere veramente al significato pieno di “sorprendere” qualcuno con un semplice gesto e per il puro scopo di donargli un momento speciale; le aveva mostrato come fosse possibile essere in pace con sé stessi, apprezzarsi, volersi bene e, perché no, anche amarsi, con i propri difetti, le proprie debolezze ed insicurezze, e tutto questo solo raccontandogli la sua storia. Nate si sedette sul bordo del letto, come ormai era solito fare per sentirla più vicina e le prese la mano tra le sue, disegnando piccole figure astratte che forse rispecchiavano il marasma di emozioni che solo lei gli sapeva donare.
- Sai che cosa mi disse mio padre pochi secondi prima di salire sul palco per fare il mio provino?? Ero assolutamente terrorizzato dall'idea di poter mandare tutto a monte, di giocarmi la mia unica occasione magari sbagliando qualche stupida nota... Così gli chiesi che diamine ci facessi io lì, un ragazzino di diciannove anni che non aveva mai cantato di fronte a qualcun altro che non fosse la sua famiglia... Lui mi prese le spalle, puntò i suoi occhi celesti dritti nei miei e mi disse: “Lo senti?? Lo senti il tuo cuore che batte?? Ecco: continuerà a farlo finché inseguirai i tuoi sogni... Credici sempre e fino in fondo Nate... Segui il tuo cuore...”... Me lo ripeto ogni singola volta in cui devo salire su un palco per esibirmi.
Nate sorrise a quel ricordo e guardando Lexi, lì, che combatteva per svegliarsi, pensò fosse giusto dirglilo.
-Quindi, segui il tuo cuore Lexi e torna da me...
“Hai ragione Nate... E dovrò ringraziarti fino alla fine dei miei giorni per questo: tu mi hai insegnato a sentire il mio cuore... Quello che pensavo fosse andato in frantumi per sempre e che non sarebbe nemmeno più riuscito a rimettersi insieme per continuare a farmi respirare... Tu hai raccolto tutti i pezzi, li hai sistemati al loro posto e li hai ridipinti con una nuova speranza... Tu mi hai insegnato a vivere di nuovo... Ti amo Nate...”.



Hi sweethearts!
Capitolo lungo ma fondamentale. Le cose procedono. Eccome, se procedono. Quando scrivevo questi capitoli, sentivo di essermi legata ai Nexi come ad una coppia di amici che finalmente, dopo anni di amori sbagliati e sentimenti nascosti, si permettono di confessarsi reciprocamente il loro amore. Diciamo che ho pianto tanto mentre buttavo giù queste righe, ecco **
Lewis ed Ellie sono diventati importanti con il tempo, perché ognuno di loro (membri della band compresi) porta qualcosa di nuovo nella vita di Lexi, mentre Sarah: beh, lei è un portento ^^
Grazie per aver letto fino a qui e per lasciarmi i vostri pareri: mai come in questo momento, sono essenziali per me.
Come sempre
Lots Of Love xx                    
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Rebecca_Daniels