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Autore: Il corsaro nero    30/05/2017    2 recensioni
C'è una persona dopo Goku, che Vegeta odia con tutto se stesso: si tratta di Yamcha, l'ex fidanzato di Bulma. Ma cosa succederebbe se, a causa di un problema, la donna invitasse l'uomo a stare a casa loro per un'intera settimana? E se, durante questa permanenza, Vegeta restasse bloccato in ascensore assieme a Yamcha?
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4: PRIMI APPROCCI...


La scienziata dai capelli turchini stava fissando da due ore lo schermo del computer.

Aveva guardato e riguardato quei file ma non c'era niente da fare.

Non riusciva proprio a capire come fare per far funzionare di nuovo l'ascensore in cui Vegeta e Yamcha erano prigionieri da ormai tre giorni.

La donna sentì la porta aprirsi, ma non si girò tanto era immersa nei suoi pensieri.

Bulma...” la fece sussultare la voce del padre.

La scienziata smise di guardare lo schermo e si girò verso il padre, chiedendogli: “Ciao, papà. Come stai?” “Io bene, ma non posso dire la stessa cosa di te: sono tre giorni che mangi poco, dormi ancora meno e non fai una doccia. Non è da te ridurti in questo modo...”

Bulma sospirò e rivelò: “Non posso farci niente, papà. Sono preoccupata per entrambi. Vegeta perché è mio marito e lo amo con tutta me stessa e Yamcha perché è come se fosse mio fratello. E' vero che adesso siamo solo amici ma, prima che arrivasse Vegeta, io e lui eravamo fidanzati. Tutto sommato, il nostro, era un amore grande e sincero e, se non fosse arrivato Vegeta, ci saremmo anche sposati e saremmo stati benissimo insieme, ne sono certa. Non voglio che Vegeta sappia questo perché, già è molto geloso di Yamcha per il fatto che eravamo fidanzati un tempo, se poi sa del nostro bel rapporto che avevamo, lo ucciderebbe seduta stante, infischiandosene delle mie minacce. Vorrei che non fosse così freddo e cinico nei suoi confronti ma che provasse, almeno, a parlargli. Yamcha è un brav'uomo, anche se un po' immaturo. E vorrei che lo capisse anche lui.”

Il dottor Brief lasciò che la figlia si sfogasse.

Tutta quella faccenda la stava proprio distruggendo.

Proprio in quel momento, un lugubre lamento si udì e tutto quanto, persino il dottore e la sedia su cui era seduta Bulma sobbalzarono.

Quando il frastuono terminò, il dottor Brief commentò: “E' la quarta volta, oggi, che sento lo stomaco di Vegeta.” “Per questo devo farli uscire di lì il più in fretta possibile...” “Mi auguro che a Vegeta non venga in mente di mangiarsi Yamcha.” “Tranquillo, papà. In passato ho avuto più volte occasione di aver a che fare con la fame di Goku. A quanto pare, se i sayan non mangiano, perdono tutte le loro energie e non riescono a combattere con tutta la loro potenza. Scommetto che Vegeta non ha nemmeno la forza di alzarsi in piedi.” “Sì, ma temo che se identifica in Yamcha un potenziale e ristoratore pasto, le sue forze torneranno magicamente...”

Bulma, sentendo le parole del padre, sbiancò.

Era vero, Yamcha correva il rischio di diventare il pasto di un sayan.

Decise, però, di mantenere la calma e, mentre continuava a lavorare al computer, chiese, quasi per caso: “Dov'è la mamma?” “A coccolare Bra. A quanto pare, sta diventando sempre più depressa: non mangia più, non dorme... non urla più, persino.”

Bulma sospirò.

Questa situazione, era atroce anche per sua figlia.

Bra era sempre stata legata a suo padre ma, da quando aveva invitato Yamcha in casa loro, la piccola si era affezionata anche a lui.

Bulma sospettava che la bambina avesse trovato qualcosa che quei due avevano in comune... qualcosa che nemmeno lei aveva mai notato...

Un altro lamento dello stomaco di Vegeta si sentì per tutta la casa.

Bulma era, in parte, contenta di sentirli, in quanto erano la prova lampante che Vegeta non avesse ancora mangiato Yamcha, ma non poteva negare che tutti quei boati spaventavano a morte tutti, persino i vicini, che qualche ora prima avevano bussato allo stabile, chiedendo, a nome di tutto il quartiere, se per caso avevano una pantera affamata in casa.

La signora Brief aveva perlustrato tutti i vari condotti di ventilazione della casa in cerca di quel povero gattino intrappolato e c'era voluta tutta la pazienza di Bulma per convincerla che quei lugubri lamenti erano solo lo stomaco di un sayan affamato e, per giunta, prigioniero in un ascensore.

Bulma decise di non perdere altro tempo.

I brontolii dello stomaco di Vegeta erano sempre più potenti e non voleva rischiare di trovare le ossa del suo ex quando avrebbe riattivato l'ascensore.


Un altro, tremendo, brontolio dello stomaco di Vegeta.

Yamcha cominciava a non poterne più.

Nonostante fossero d'aspetto simili ai terrestri, quei sayan erano molto diversi da loro.

Avevano tutti, persino Goku, un qualcosa di... animalesco.

Persino il loro stesso stomaco non era umano.

Quale essere in tutto l'universo possedeva uno stomaco capace di fare un simile baccano e capace di contenere, come se niente fosse, cibo che avrebbe potuto sfamare, per anni interi, un'intera nazione?!

Non era riuscito a chiudere occhio, non tanto per il freddo, ma per i versi da colonna sonora da film horror di quel dannato stomaco.

Quando Bulma avrà fatto partire questo maledetto ascensore, la prima cosa che farò sarà quella di andarmene, assieme a Puar, in albergo! Si lamentò, mentalmente, il terrestre.

C'era una cosa, poi, che cominciava a preoccuparlo seriamente.

Vegeta, da qualche ora, lo stava guardando sorridendo.

Di solito, la gente aveva un'espressione più rassicurante quando sorrideva, ma non Vegeta.

Vegeta sorrideva raramente, e forse era meglio così... anche perché, quel sorriso gli stava facendo venire i brividi.

Ad un tratto, Vegeta gli disse: “Sai Yamcha, mi sembra che tu sia un po' ingrassato.”

Yamcha era stupefatto.

Vegeta gli aveva solo chiesto solo alcune piccole cose per poi era piombato nei suoi famosi mutismi.

E adesso, di punto in bianco, gli diceva che sembrava ingrassato.

Un po' imbarazzato, il terrestre rispose: “Forse un po'... sai, in questi anni di inattività...” “Oh, non ti preoccupare... mi vai benissimo così... anzi, sei perfetto.” lo zittì il principe dei sayan avvicinandosi lentamente a lui e, contemporaneamente, pulendosi con una mano della bava che gli usciva dalla bocca.

In un attimo, Yamcha capì.

Vegeta... ricordati che devo uscire vivo e illeso da qui... altrimenti, Bulma, non solo ti ammazzerà, ma ti toglierà la Gravity room...” tentò di ricordargli Yamcha, indietreggiando, ma il sayan non lo lasciò proseguire.

Si lanciò verso di lui, gridando, come un posseduto: “CIBO! CIBO! CIBO! CIBO!” “AAAARRRGGGHHH!!!” gridò, terrorizzato, Yamcha, tentando di sfuggire a quella furia.

Il Vegeta affamato era persino peggio del Vegeta infuriato o del Vegeta geloso.

Adesso, Vegeta sembrava sul serio trasformato in quel mostruoso gorilla gigante: non solo aveva completamente perso la ragione ma era guidato solo dalla furia... del suo stomaco che voleva essere riempito a tutti i costi.

Le urla di Yamcha le sentì solo la signora Brief, che in quel momento stava innaffiando i fiori del giardino.

Cielo! C'è anche un povero canarino nel condotto di ventilazione. Povero caro, lo tirerò fuori da lì.” disse la signora, abbandonando l'annaffiatoio, e correndo a prendere una scala, pronta a perlustrare i condotti di ventilazione della casa per salvare quel povero canarino.

Nel frattempo, Yamcha si trovava in una situazione disperata: si trovava in un angolo dell'ascensore, senza via di fuga, e Vegeta si stava avvicinando sempre di più, pronto a mangiarselo.

Non voleva certo morire mangiato, gli era già capitato con Majin Bu e non voleva certo ripetere l'esperienza.

Certo, le sfere del drago l'avrebbero riportato in vita, in quando quella non era di certo una morte naturale, ma non ci teneva di certo a crepare.

Ad un tratto un pensiero, che forse poteva salvarlo, gli attraversò la mente.

Ricordò che qualche ora prima di rimanere intrappolato là dentro, la piccola Bra gli aveva dato una caramella.

Grazie al cielo, Vegeta era impegnato nella Gravity room, altrimenti l'avrebbe strangolato all'istante.

Yamcha ricordò anche che non l'aveva mangiata, ma l'aveva distrattamente messa nella tasca della giacca.

Mise velocemente la mano in tasca ed eccola, la sua ancora di salvezza.

Cercando di rimanere calmo, Yamcha gridò: “Invece di mangiarmi, mangiati questa caramella!” e la lanciò.

Vegeta, immediatamente, dimenticò il suo obiettivo e si avventò, come un leone su una gazzella, sulla caramella.

Yamcha pregò che la caramella lo saziasse abbastanza da fargli riprendere il lume della ragione, altrimenti, stavolta l'avrebbe mangiato sul serio.

Ad un tratto, Vegeta si bloccò e Yamcha, intuendo che il sayan avesse finito di mangiare la caramella, cominciò a sudare freddo.

Finalmente, il principe dei sayan si voltò e, guardando Yamcha, disse: “Ehi, tu! Che accidenti ci fai nel mio angolo?!”

Yamcha fece un sospiro di sollievo: per un po' era salvo e tutto grazie a Bra.

Vegeta guardò in basso e vide la carta della caramella che aveva tolto in fretta e furia.

Cosa ci fa qui questa carta?” domandò e Yamcha rispose: “Eri leggermente impazzito per la fame e volevi mangiarmi, allora mi sono ricordato che avevo una caramella in tasca. Te l'ho lanciata e una volta mangiata sei tornato normale.” “Potevi darmela prima, spilorcio!” “Me n'ero dimenticato.”

Yamcha aveva appena finito di dire quelle parole, che si sentì un tonfo molto potente.

Stiamo per uscire?” domandò, speranzoso, Vegeta ma Yamcha disse: “Non credo. Siamo ancora immobili... e poi, questo tonfo mi sembrava più la caduta di una vecchia signora da un condotto di ventilazione.” “Che idiozia! Nessuna vecchia signora sana di mente se ne andrebbe in giro per i condotti di ventilazione senza tenere conto della sua età.”

Nel frattempo, quel tonfo aveva svegliato Bulma e suo padre, che in quel momento stavano schiacciando un pisolino, colti dalla stanchezza.

Non potevano essere Trunks, Pilaf, Mai e Shu, in quanto erano andati a nuotare nella piscina e non poteva nemmeno essere la piccola Bra, che stava dormendo nella sua cameretta assieme a Puar.

Poteva essere stata solo una persona.

Mamma, cosa stai combinando?” domandò assonnata Bulma, uscendo dal laboratorio.

Vide sua madre per terra, circondata da una nuvola di polvere, e in alto il condotto di ventilazione aperto.

Non ci mise molto a capire cosa fosse successo.

Mamma, non dirmi che stai ancora cercando il gattino nel condotto di ventilazione. Ti ho già detto che è solo lo stomaco di Vegeta.” protestò la donna e la donna, mentre si rialzava, disse: “Ma io non stavo cercando un gattino, Bulma. Stavo cercando un canarino.” “Un canarino? E cosa ci fa un canarino nel condotto di ventilazione?” “Questo non lo so, cara. Ho sentito i suoi lamenti nel condotto e mi sono precipitata a salvarlo.”

Bulma impallidì.

Se per sua madre lo stomaco di Vegeta equivaleva al verso di un gattino allora significava che il canarino doveva trattarsi di Yamcha.

Ma non poteva trattarsi del suo stomaco, in quanto doveva aver fame da molto tempo e non l'aveva mai sentito prima.

E se...

La donna si fiondò di nuovo nel laboratorio, prese il microfono, lo accese e urlò: “YAMCHA!! CI SEI? E' TUTTO A POSTO?” “Sì, Bulma. Non ti preoccupare, siamo a posto.”

La voce di Yamcha la rilassò.

Suo marito non aveva ancora mangiato Yamcha.

Ma allora... cos'era lo strano rumore che sua madre aveva sentito?

Senti, Yamcha... mia madre ha sentito uno strano rumore... è successo qualcosa?” “Non preoccuparti. Ero solo io. Mi sono addormentato un attimo e poi, senza accorgermene, sono caduto di faccia sul pavimento e, per il dolore, ho urlato. Mi dispiace di aver spaventato tua madre.”

Vegeta non credeva alle sue orecchie: nonostante lo avesse preso in giro, umiliato e persino tentato di mangiarselo, Yamcha aveva impedito a Bulma di venire a sapere del fatto che era accaduto prima.

Perciò, quando la moglie spense il microfono, Vegeta gli domandò, esterrefatto: “Perché non hai detto la verità a Bulma?” “Perché non volevo essere responsabile di un suicidio.” fu la risposta del terrestre.

In effetti, senza la Gravity room per Vegeta sarebbe stato come morire, ma ciò non giustificava un salvataggio da parte di Yamcha.

Piantala di fare lo stupido! Dimmi per quale motivo mi hai salvato dalla furia di Bulma!” “Volevo salvarti dalla furia di Bulma. E, poi, non credo che ti sarebbe piaciuto finire nei guai per aver tentato di mangiarmi.”

Quel dannato terrestre sembrava conoscerlo troppo bene.

Ma come accidenti faceva?

Comunque...” continuò Yamcha “Io conosco abbastanza Bulma e so che quando si mette in testa una cosa non esiste niente capace di farle cambiare idea.” “Puoi dirlo forte! Una volta mi ha costretto a cambiarmi d'abito perché diceva che la mia tuta era da buttare...” “Beato te! A me mi ha costretto a tagliarmi i capelli.” “Sul serio?!” “Certo. Quando ho conosciuto Goku li avevo lunghi e folti ma poi Bulma mi ha detto che dovevo assolutamente averli corti. Diceva che in città tenerli lunghi era fuori moda.”

Vegeta, senza nemmeno accorgersene, si mise a ridere a crepapelle.

Ma allora Bulma aveva fatto passare dei momentacci anche a quel terrestre.

Quando si rese conto di ciò che aveva appena fatto, arrossì e disse: “Beh... con i capelli lunghi o corti tu sei sempre ridicolo.” “Adesso me lo scrivo da qualche parte...” rispose il terrestre e si accucciò nel suo angolo.

Inaspettatamente, Vegeta si avvicinò a lui e si sedette di fianco a lui.

Che cosa fai?” gli domandò, incredulo, Yamcha e Vegeta rispose: “Hai detto che dormendo vicini si evita di disperdere il calore corporeo, vero?” “Certo... ma non capisco perché...” “Ho un debito con te e se dormi ancora con il freddo che c'è qua dentro rischi di crepare. Perciò non voglio assolutamente che Bulma dia la colpa della tua morte a me e, in più, non amo avere debiti. Solo per questo sonno dormiremo vicini, intesi?!” “Beh... grazie.” “Non ringraziarmi, terrestre. Se fosse per me potresti tranquillamente morire congelato!” fu l'ultima risposta del principe dei sayan, prima che entrambi si addormentassero.

   
 
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