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Autore: Pixel    23/06/2017    4 recensioni
"Il profumo di Tony era ancora la cosa più bella del mondo."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passò una mano tra i lunghi capelli per sistemarli dopo averli liberati dall'elastico. Raggiunse il gruppo di ragazzi radunati appena fuori dalla palestra.
"Eccola qui, la cheerleader migliore di tutte." disse qualcuno andandole incontro.
"Esagerato." rispose, non era solita lasciarsi mettere in imbarazzo da complimenti banali, ma quel ragazzo ultimamente le stava dedicando un'attenzione particolare difficile da ignorare.
"Non sono esagerato e ti voglio assolutamente a casa mia per festeggiare con gli altri."
Non ebbe il tempo di rispondere a quell'invito che un voce catalizzò la sua attenzione.
"Jazmine!"
Tony stava appoggiato alla sua macchina parcheggiata sulla sponda opposta alla loro. Lei fece segno con la mano di aspettare e poi si rivolse nuovamente al suo interlocutore. "Scusami Bryce..."
"Non ho speranze di dividere i due amigos nemmeno per una sera, giusto?"
Jazmine alzò le spalle, nascondendo il vago fastidio che quell'affermazione le aveva provocato.
"Va bene, ma non è giusto che porti sempre via la ragazza più bella della festa." La ragazza non diede particolare peso all'allusione e iniziò un veloce giro di saluti. Prima che potesse allontanarsi definitivamente Bryce la prese per un braccio e le stampò un bacio sulla guancia, il gesto innocente ma plateale la lasciò in un leggero stato di confusione. Senza aggiungere altro si affrettò a correre verso la Mustang rossa.
Si stupì di vederlo andarle incontro, quasi come se avesse fretta di essere il più vicino possibile.
"Ehi, Tony."
Lui non rispose, le prese il viso tra le mani e le appoggiò le labbra sulla fronte. Era un gesto che ormai aveva imparato far parte dei modi apprensivi del ragazzo, ma quella sera anche quella premura aveva qualcosa di insolito. Dentro gli occhi di Tony non c'era traccia della dolcezza che era certa avrebbe sempre trovato nelle iridi ambrate. Erano scuri, ombrati di una severità che non sapeva interpretare.
“Tutto bene? Hai la faccia di qualcuno che vuole rimproverarmi.”
Lui scosse la testa e subito sul suo viso fece capolinea un sorriso rassicurante “ti va di andare via da qui.”
Lei annuì immediatamente e salirono in macchina.

* * *


Capitava spesso che i due si mettessero in macchina per girare senza una meta. Jazmine si sentiva cullata dalla guida fluida di Tony e quell'odore che permeava i sedili ormai non la destabilizzava più, il profumo di Tony era profumo di casa.
Nonostante le piacessero anche i silenzi condivisi con lui, quella sera il ragazzo le era sembrato particolarmente laconico. A dire il vero erano giorni che le pareva di vedere affievolirsi la particolare luce che contornava Tony. E vedere una stella spegnersi era lo spettacolo peggiore a cui le era capitato di assistere. Avrebbe voluto aiutarlo, avrebbe fatto ogni cosa per salvare quel dono prezioso che Tony sapeva essere per tutte le persone che gli stavano accanto.
“Ultimamente sei tu ad essere strano, sai.”
“Ho imparato dalla migliore.” disse continuando a tenere gli occhi fissi sul volante.
Lei sospirò girandosi sul fianco sinistro per guardarlo meglio “Tony, parlami. Dimmi cosa ti fa stare male.”
“Ma io sto bene, non ti preoccupare nenai.” Amava Tony in ogni modo in cui fosse possibile amarlo, come uomo, come amico, semplicemente come la meravigliosa creatura che era. Ma detestava quel modo che aveva di chiudere il mondo fuori dai suoi problemi, non riusciva a sopportare che chiudesse anche lei fuori dai suoi problemi. Ormai si era rassegnata al fatto che non le sarebbe mai potuta stare accanto nel senso che avrebbe desiderato, ma non poteva accettare che il ragazzo gli impedisse anche di essere l’amica che voleva essere per lui.
“Non sono più una bambina, e se devo essere sincera a volte non sopporto il fatto che continui a comportarti come se lo fossi.”
“Ma cosa dici?”
“Siamo amici o sono un’altra sorellina da proteggere? Se vuoi un’amica devi lasciare che ti aiuti come tale. E non posso farlo se ti tieni tutto dentro.”
Ancora silenzio, mani strette sul volante, sguardo fisso sulla strada. Una lacrima inaspettata e solitaria.
“Tony...”
Si sentì scavare dentro da quella lacrima, forse si era sbagliata, forse non era pronta a sopportare il suo dolore.
“Brad non mi parla da settimane, l’ultima cosa che mi ha detto prima di sparire è che il mio voler salvare le persone a tutti i costi mi porterà a rimanere solo, sotterrato sotto i pesi degli altri.” pronunciò la frase senza riprendere fiato, accostò la macchina per permettersi di staccare le mani dal volante e passarle sul viso, la lacrima non era più solitaria.
“Ma sai cos'è successo l’ultima volta che non ho dato peso hai problemi altrui, Jaz?” lei scosse solo la testa “Hannah è morta.”
“Cosa stai dicendo?”


Jazmine non aveva mai avuto grandi rapporti con Hannah Baker, ma quando aveva appreso la notizia del suo suicidio non aveva potuto fare a meno di lasciare un fiore sul suo armadietto. Non si era sentita ipocrita, le era sembrato un gesto catartico per quello che nessuno di loro aveva fatto per evitare quel dramma. Ora si sentiva stupida a non aver capito che qualcuno aveva fatto qualcosa, e quel qualcuno non poteva essere altro che Tony.
“Tu sei stato suo amico, il suo unico vero amico e hai fatto il massimo...”
“Se avessi fatto il massimo forse sarebbe ancora viva.” la interruppe per muoversi quel rimprovero che lo tormentava ormai da troppo tempo. Non gli capitava spesso di dirlo ad alta voce, ma ogni volta suonava così reale.
“Su una cosa Brad ha ragione...” Lui le rivolse uno sguardo da animale ferito. Jazmine sentì una stretta al cuore, ma continuò per quella strada “non puoi portare i pesi di tutti sulle tue spalle, non sei un supereroe Tony, forse ti hanno educato per esserlo, ma la verità è che il tuo massimo non basterà sempre per salvare tutti.”
Tony rimase in silenzio, nell'evidente bisogno di ottenere altro da quella conversazione. Lei capì che era finito il momento dei rimproveri e si sentì sollevata, era stato necessario ma difficile rivolgersi con durezza, la paura di ferirlo anche se per fargli del bene la terrorizzava.
É questo che vuol dire essere grandi? Non era semplice e, forse, lui aveva anche bisogno di quel suo saper essere un po’ bambina. Di rimanere quella nena che Tony amava vedere in lei.
Si avvicinò e con naturalezza appoggiò il viso sulla spalla dell’amico.
“Non sei un supereroe, ma se ti può consolare, sei la cosa che più gli assomiglia.” Passarono interminabili secondi sorretti l’uno dal corpo dell’altro. Jazmine ogni tanto lasciava una carezza sul braccio dell’amico e per la prima volta Tony comprese di poter essere forte anche lasciando che ogni tanto qualcuno si prendesse cura di lui.
“A volte vorrei scappare.” sussurrò a se stesso, come un peccato inconfessabile.
“Facciamolo.”
“Certo, e dove andiamo io e te?”
“All'origine.”
“Non penso di seguirti.”
Lei si staccò all'improvviso per poterlo guardare negli occhi. Aveva lo sguardo entusiasta di una bambina che ha aspettato due ore e che finalmente può andare a fare il bagno nel mare.
“Qual’è il primo posto che ci lega, hermanoii? Cosa ci raccontavano i nostri abuelosiii quando da piccoli passavamo i pomeriggi ad ascoltarli?”
“Ci raccontavano del lugar más mágico en el mundoiv
el lugar donde nacimos...vSembravano veramente due bambini intenti a completarsi una filastrocca.
El México.” concluse lui, rapito da quel gioco che Jazmine era riuscita a creare.
“Potremmo guidare per giorni, ascoltare tutte le tue cassette per due volte di fila, fermarci nelle stazioni di servizio, fare come i fuggiaschi nei vecchi film che guarda mio padre.”
“Certo, e una volta arrivati lì? Costruire una capanna nella Chiapasvi e viverci insieme?”
“Non ti piacerebbe?” domandò quasi con timore.
“Jaz...”
Prima che potesse aggiungere altro la ragazza scoppiò in una risata cristallina “Io non penso che potrei sopportare di vivere con uno che usa tutta la mia lacca per capelli per reggersi il ciuffo.”
“Ehi, non uso la lacca come si dice in giro, è tutto naturale!” si scoprì sollevato nel non dover dare una risposta a quella domanda.
“Andiamo a casa, si è fatto veramente tardi.”

NOTE:
iBimba
iiFratello
iiiosNonni
ivIl luogo più magico del mondo
vIl luogo dove siamo nati
viChiapas: paradiso sub-tropicale caratterizzato da giungle e foreste pluviali.

Nda:
Eccomi qua con questo nuovo capitolo che non mi piace per niente. Mi dispiace avervi fatto aspettare per qualcosa che non considero assolutamente all'altezza. Ho avuto la tentazione di cancellarlo completamente, ci ho pensato veramente, ma alla fine l'ho pubblicato così come era venuto. Forse perchè  tutta questa storia è fatta per essere raccontata così come viene, non lo so... Spero solo che non vi faccia troppo ribrezzo.

Non voglio dilungarmi troppo con le note, vi lascio solo con la promessa che se avrete fiducia arriveranno capitoli migliori.
Ringrazio veramente chi mi segue, chi ogni volta mi da pareri dettagliati per migliorarmi, siete importanti, davvero importanti.
Se qualcuno fosse ancora interessato a quello che scrivo vi lascio il link di una piccolissima One shot: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3678344&i=1
Scusate ma ho pure problemi con l'html e efp mi pubblica tutta la storia in corsivo, se qualcuno sapesse come risolvere il problema vi supplico di aiutarmi.
Sono pessima e voi siete meravigliosi, discorso chiuso.
A presto :)

 
  
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