Fanfic su attori > Altri attori/film
Segui la storia  |       
Autore: Giulia Pond    25/06/2017    0 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/Toby_Kebbell]
[https://it.wikipedia.org/wiki/Toby_Kebbell]Lucy Moore ha 27 anni, si è trasferita a Londra col figlio di 7 anni e ha deciso di far girare il suo mondo attorno a lui.
Toby Kebbell ha 34 anni, conduce una vita senza freni e l'unico suo interesse è il lavoro.
Entrambi stanno scappando da qualcosa, ma nessuno di loro ha il coraggio di esternare le loro paure ed affrontarle.
Come faranno ad aiutarsi a vicenda? Come farà l'insicura Lucy a fidarsi del freddo, calcolatore e troppo sicuro di sé Toby?
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

< < È inaccettabile! > > esclamò il signor Smith alzandosi dalla sedia. < < Ho comprato quelle azioni io stesso perché ho avuto una soffiata da uno dei miei informatori che mi ha garantito un guadagno sicuro. Non potete mettere in dubbio.. > >
Aveva dedicato 30 anni della sua vita a quel lavoro, aveva iniziato come piccolo compratore e, andando avanti con gli anni, aveva acquisito sempre più ricchezze fino a diventare socio della "Brokers Company International". Ed ora i suoi colleghi gli stavano contestando l'affidabilità dell'acquisto di quelle azioni. 
< < Chi è il compratore, John? > > domandò l'uomo più anziano seduto vicino a Toby. < < A chi devi venderle quelle azioni? > >
< < Non c'é nessun compratore. Ho visto anzi mi è stato detto che ci avrei guadagnato e le ho prese. > >
Si stava accorgendo dell'errore commesso, ma non poteva darla vinta agli altri soci soprattutto a quello stronzo di Toby che, stranamente, non si era ancora espresso, ma se ne stava in silenzio a fissarlo. Non gli era mai andato a genio, Mark Artage lo aveva assunto a 25 anni e nel giro di pochi anni era riuscito a diventare socio. Ora che aveva 34 anni, non era cambiato poi molto, era rimasto dedito al suo lavoro e in tutti quegli anni non l'aveva mai visto sbagliare; ma ciò non gli dava il permesso di giudicarlo come stava facendo silenziosamente. 
< < Dovrai trovare un compratore, John, altrimenti saranno addebitate sul tuo stipendio. > > concluse Mark cercando di placare gli animi < < Mi sorprende di questo tuo errore. Ti consiglio di trovare informatori sicuri perché un altro sgarro potrebbe costarti la carriera. > >
John rabbrividì al solo sentire nominare quelle parole, non poteva permettersi di essere licenziato, aveva bisogno di quei soldi per pagare le cure mediche della moglie. Se solo non si fosse ammalata si sarebbe già dimesso, aveva amato il suo lavoro, ma ultimamente era diventato pesante rimanere rinchiusi in quegli uffici dove la maggior parte dei suoi colleghi cercava di arricchirsi. Aveva quasi 50 anni, non era più il ragazzino di una volta che desiderava mettersi in tasca un bel guadagno sicuro e sostanzioso; ora aveva altre priorità come stare il più possibile vicino alla moglie malata di leucemia. 
< < Lo troverò. > > mormorò sedendosi.
< < Credo che il signor Smith sia troppo anziano e stanco per questo lavoro. > > strepitò tutto ad un tratto Toby con un sorriso sprezzante. < < Credo che potremmo concedergli qualche settimana o mese di pausa o perché no, mandarlo in pensione. > > 
Tutti i soci si voltarono a fissare il collega più giovane increduli su quello che aveva appena detto. 
Per John Smith le sue parole furono una pugnalata, come si permetteva di dire una cosa del genere, ma sapeva chi era lui e cosa aveva fatto per quella dannata società? 
< < Se non vende quelle azioni, per me può benissimo starsene a casa. > > 
< < Ti devo ricordare, Toby, che ci vuole il consenso di tutti i soci per mandarne a casa un altro? > > proferì parola Alex Buckett che fino a quel momento era stato zitto. 
< < Se volete tenerlo perché è vostro amico, fate pure. Ma non venite a piangere da me quando la società fallirà. Se uno sa fare il suo lavoro che ben venga, ma se fa errori stupidi come questi... non vedo perché non licenziarlo. > >
< < Come ti permetti brutto figlio di puttana? > > urlò John diventando paonazzo per la rabbia. < < Sai chi sono io? Hai una vaga idea di quello che ho fatto per questa società? > >
< < Non metto in dubbio che tu sia stato un grande broker, ma invecchiando devi aver perso le tue abilità. Ammetti i tuoi errori e dimettiti così fai un favore ai tuoi colleghi che ti sono troppo affezionati per licenziarti. > >
< < Ma chi ti credi di essere? Sei solo un grande arrogante a cui importa solo del denaro per pagarti le donne. > > 
Toby scoppiò a ridere. < < Su come spendo il mio denaro non ti deve interessare. E fidati che non ho bisogno di far vedere le banconote per farle spogliare. > >
< < La tua arroganza ti farà avere carriera, ma rimarrai sempre solo. Mi spiace per te, giovanotto, che stai sprecando la tua vita dedicandola solo al piacere. > > strepitò John adirato. < < Non conosci i valori, tu prendi il denaro e lo sperperi. Non puoi continuare così! > >
< < Di certo non lo uso per evitare l'inevitabile. > > esclamò Toby diventando improvvisamente serio. < < Ora alzati e vai a sistemare il casino che hai fatto. > >
John non ci vide più dalla rabbia, aveva capito a cosa stesse alludendo e non poteva permettergli di farsi trattare in quella maniera.
< < Non osare parlare di mia moglie. > > sibilò a denti stretti mentre si alzava.
< < Ho solo detto come la penso. Tu hai espresso la tua opinione su come spendo il mio denaro ed io ho espresso la mia. > >
< < Non paragonare le cose, bastardo! > > sbraitò prima di tirargli un pugno in pieno viso facendo cadere Toby dalla sedia.
Gli altri colleghi si alzarono e accorsero a separare i due uomini. 
< < Non siamo ad uno zoo, santo cielo. > > imprecò Mark mettendosi fra i due. < < Datevi un contegno! > >
Nel frattempo era accorsa anche Lucy, le sembrava di essere finita in un bar dal casino che proveniva nella sala riunioni. 
< < Che diavolo succede? > > esclamò sconvolta guardando gli uomini uno sopra all'altro che cercavano di separare John da Toby. Il biondino Alex Buckett si alzò in piedi e sbattè talmente forte le mani sul tavolo che fece squittire Lucy. < < Adesso basta. Se non vi separate, farò in modo che veniate licenziati entrambi. > >
John si staccò ansimante da Toby, non poteva essere licenziato per colpa di quello stronzo, si era già lasciato troppo andare. 
< < Vi siete calmati? > > sbraitò Mark guardandoli. < < Toby, vai a farti medicare l'occhio da Lucy. Muoviti! > > 
< < Sto bene, grazie. > > borbottò toccandosi sotto l'occhio destro e sentendone il gonfiore.
< < Sta sanguinando. Fatti mettere qualcosa da Lucy. > > 
< < Mi arrangio da solo. > > ripeté dirigendosi verso l'uscita.
< < Mi segua, dovrei avere nel kit del pronto soccorso qualcosa che possa alleviarti il dolore. > > disse titubante Lucy, non aveva ancora dimenticato come l'aveva trattata qualche ora fa. 
< < Ho già detto che mi arrangio da solo. Non vorrei mai che mi accecassi con la crema. A malapena sai stare in piedi, figurati se riesci a fare la crocerossina. > > strepitò l'uomo sorridendo divertito per poi andarsene. 
Lucy rimase allibita, ma come si permetteva di trattare tutti come se fossero inferiori a lui? Non le dispiaceva che John lo avesse ridotto in quel modo, anzi era soddisfatta che qualcuno gli avesse dato una lezione. Toby non aveva idea di quanto fosse brava a fare la "crocerossina", ogni volta che Jacob tornava a casa con una sbucciatura lei gli cantava una canzoncina mentre disinfettava la ferita. Suo figlio era contentissimo, sopportava il bruciore perché diceva che lei gli infondeva coraggio quando cantava e quindi, per lui, era la mamma migliore del mondo. Sorrise per un attimo pensando al suo amato bambino che l'amava così com'era, anche se a volte faceva casini su casini. Spesso Lucy si chiedeva se era lei a prendersi cura di Jacob o era Jacob a prendersi cura di lei. 
< < Lucy, visto che quella testa calda di Toby non ha voluto il tuo aiuto, dai una mano a John! > > la richiamò al presente Mark.
< < Certamente. Avanti, signor Smith, mi segua che le medico le mani. > >
L'uomo le sorrise imbarazzato, aveva fatto una scenata davanti a tutti i suoi colleghi e si vergognava di non essere riuscito a controllarsi. Andarono nel suo ufficio, Lucy prese dei pezzettini di cotone, li bagnò con del disinfettante e li appoggiò sulle nocche rosse del suo capo.
< < Brucerà un po'. > > mormorò la giovane sorridendogli.
< < Ho sbagliato tutto sa?! Non dovevo reagire. Sono sempre stato un uomo tranquillo, nemmeno quando ero giovane mi mettevo a fare le risse. La violenza non risolve mai niente.. > > sospirò. < < Ma quel Toby mi ha portato all'esasperazione. Ha messo in mezzo la mia povera moglie in una faccenda lavorativa. Lei sta male, è malata e mi sembra logico sperperare i miei soldi per trovare un modo per salvarla. Lui.. invece.. > >. John si bloccò e cominciò a piangere. Era distrutto, sapeva che per sua moglie Miranda non c'era più niente da fare, ma lui doveva tentare perché solo un codardo avrebbe assistito al peggiorare della malattia inerme. Doveva lottare per lei e anche per lui perché non poteva vivere senza Miranda.
< < Si calmi, signor Smith. Sua moglie starà bene. Sta facendo tutto il possibile e mi creda che anch'io mi comporterei come lei per la mia famiglia. > > Lucy prese fiato. < < Anch'io per proteggere la mia famiglia ho fatto dei sacrifici... li sto ancora facendo. > >
< < Lei è una brava ragazza. > > le sorrise John. < < Ha un marito? > >
Sobbalzò, non voleva dare troppe informazioni personali e liquidò la domanda scuotendo la testa.
< < Allora si cerchi un brav'uomo che le possa garantire un buon futuro. È importante trovare la persona giusta perché una volta fatto il grande passo non si torna più indietro. > > esclamò l'uomo facendole l'occhiolino. < < E stai lontana da quel giovanotto che é un poco di buono. > >
< < Certamente. È un grande arrogante ed io non voglio averci a che fare. > > affermò Lucy mentre sistemava al proprio posto i vari disinfettanti. Era dispiaciuta per quello che era successo al suo capo, in fondo era una brava persona e non si meritava di essere trattato in quella maniera; questa volta Toby aveva passato il segno.

                                 *

Si sciacquò il viso con l'acqua fredda, gli faceva male il livido che gli stava uscendo sotto l'occhio destro e, per peggiorare le cose, gli stava venendo mal di testa. Si guardò allo specchio, i capelli castani scuri erano tutti aggrovigliati e fuori posto. Cercò di sistemarli, ma fu invano, non ne volevano proprio sapere di stare al loro posto.
Si sistemò la cravatta e solo allora si accorse della macchia di sangue sulla sua camicia bianca di Armani. Imprecò, non poteva presentarsi in quella maniera ai suoi clienti, non lui che era sempre stato Mr perfezione. 
< < Ma che ti è saltato in mente, Kebbell? > > strepitò Mark entrando nella toilette.
< < Ho semplicemente detto quello che voi altri pensavate e che non avevate il coraggio di dire. Vuoi licenziarmi per questo? > >
Mark sbuffò. < < Non voglio licenziarti, ma vorrei che fossi un più gentile e mi piacerebbe che tu vada a scusarti con John. > >
< < Credo che sia l'ultima persona che desidera vedere in questo momento. > > borbottò mentre cercava per la milionesima volta di sistemare il ciuffo. < < In più non chiederò scusa per aver detto la mia opinione. > > 
Mark alzò gli occhi al cielo, era inutile discutere con lui, avrebbe sprecato solo fiato e perso tempo.
< < Credo che la riunione sia conclusa. John sistemerà il casino e tutto tornerà alla normalità. > > aveva concluso Mark prima di uscire dalla toilette. 
Toby si sentiva spossato, era venuto al lavoro solo per quella maledetta riunione, voleva tornarsene a casa a bere e magari divertirsi con una ragazza che avrebbe rimorchiato al bar vicino casa. 
"Ancora qualche ora." pensò tra sé e sé già pregustando il bourbon che l'aspettava una volta rientrato a casa.

                                    *

Lucy era ritornata alla sua postazione, era un po' scossa per l'accaduto e le spiaceva per il signor Smith. Avrebbe voluto fare qualcosa per lui e per la moglie, avrebbe voluto aiutarli, ma non c'era niente che lei potesse fare.
< < Ehi, Cenerentola che non sta in piedi, potresti stamparmi la lista dei clienti di Smith? > > Lucy riconobbe la voce, riconobbe il tono sicuro e altezzoso di Toby.
< < Mi spiace, ma senza il permesso del signor Smith non posso divulgare nulla. > > rispose freddamente senza alzare lo sguardo dal documento che stava leggendo. < < Io le consiglio di porgere le sue scuse al mio capo e poi, forse, lui le darà la lista che tanto desidera. > >
< < Credo che tu non sia nella giusta posizione per dirmi cosa devo o non devo fare. In fin dei conti sei solo una segretaria. > > esclamò sorridendo.
Lucy sbuffò, lasciò perdere il documento che stava cercando di leggere e guardò quell'emerito idiota che le sorrideva beffardamente. < < Ascolta, è inutile che fai il coglione con me perché quello che mi dici non mi scalfisce affatto!! Quindi, quando tornerà in compagnia del signor Smith, le darò quello che vuole. > >
Toby smise di ridere, non si aspettava di certo una reazione del genere da quella ragazza. < < Sai cosa penso? > > 
< < Non mi interessa cosa pensi. > > sbottò Lucy infastidita che fosse ancora lì a disturbarla.
< < Penso che tu abbia bisogno di una sana scopata. Insomma, ti capisco. Sei circondata da quarantenni e cinquantenni, ovvio che non vuoi andare a letto con loro. Ma io sono libero e disponibile. > >
Lucy avvampò, ma come si permetteva di parlarle in quel modo? Lei non era di certo lì per soddisfare i bisogni fisici né di lui né degli altri colleghi. Lei si limitava ad essere fin troppo gentile con loro solo per avere delle dannate mance che le permettevano di poter comprare al figlio delle scarpe nuove o una nuova maglietta. Aveva troppe spese, le bollette erano sempre care e portavano via metà del suo stipendio; quindi non le rimaneva molto per fare la spesa o comprare ciò che serviva al figlio per la scuola. 
< < Sei proprio uno stronzo. > > sibilò a denti stretti. 
< < Oggi me l'hanno detto in molti, tesoro. > > esclamò facendole l'occhiolino per poi andarsene.
Lucy lo guardò andare via, lo conosceva a malapena e già l'odiava. Si rimise al lavoro cercando di scacciare Toby dalla mente, aveva ancora qualche ora di lavoro e poi sarebbe andata a prendere il figlio a scuola.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Altri attori/film / Vai alla pagina dell'autore: Giulia Pond