Capitolo
Sei: Dio è morto, tu l'hai ucciso
“Nessuno,
per quanto potere abbia, può sostituire Dio. Tu l'hai ucciso
e
cos'hai ottenuto? Nulla che non sia composto da effimeri attimi;
anche se si dovessero ripetere all'infinito, resteranno comunque
effimeri.”
I.
“Non
ti sembra di star correndo un po' troppo? Se, come dici, questo mondo
è nient'altro che un'illusione costruita sul caos, me ne
sarei
dovuta accorgere. Non credi? – disse Darcy, guardandosi
intorno con
fare perplesso – E poi cosa ci facciamo ai confini di
Magix?”
“E'
impreciso, non è un'illusione. Tutto questo mondo
è reale, è solo
stato ricreato dai ricordi. Non è un'illusione, ma non
è neanche la
Dimensione Magica come la conosciamo: è una riproduzione
estremamente dettagliata di essa.” spiegò Tecna,
rivolgendo ora lo
sguardo alla strega, ed ora alle alte montagne che delimitavano i
confini del pianeta. La teoria che il mondo irreale fosse stato
creato con un confine, che differiva di anno in anno per garantire il
normale svolgersi degli eventi, aveva cominciato a formarsi nella sua
mente quando, avviandosi con Flora verso Magix, Darcy era ancora una
delle principali sospettate. Con i suoi poteri era in grado di creare
illusioni, perché no di creare un intero mondo come enorme
proiezione. E, ovviamente, da qualche parte doveva avere una fine che
ne rivelasse il mondo reale al di sotto.
Ma,
perfezionandola, limandola ed affinandola, si era resa conto che tale
teoria era imprecisa; del resto, il mondo in cui erano effettivamente
risultava essere reale. Inoltre, con la mente di Darcy compromessa,
cadevano tutte le accuse.
Non
che si fidasse particolarmente, ma si era presa preziosi attimi per
confermare che le parole della strega fossero veritiere.
“Comunque
non mi hai risposto.” precisò la suddetta strega,
portando le mani
ai fianchi senza togliere gli occhi di dosso alla fata della
tecnologia.
“Siamo
qui per vedere cosa puoi fare con il confine. Almeno ti convinci, mi
sembri ancora abbastanza scettica verso le mie teorie.”
“Sono
ancora scettica. Ti fai solo degli enormi castelli in aria,
fatina.”
Ma
detto questo, si avvicinò comunque al confine, levando una
mano a
mezz'aria e l'altra ad appoggiarsi alla fronte. Le informazioni
cominciarono a scorrere liberamente per la sua mente, rivelandosi ai
suoi occhi ad una velocità allucinante e risultando quasi
incomprensibili. Appena dopo un apparente situazione di stasi e
tranquillità, il caos si fece prepotentemente spazio fra le
informazioni, infettandole come un virus e mettendole a tacere. Prima
che esso si apprestasse a compromettere anche le sue funzioni
cerebrali, Darcy scosse la testa ed interruppe il contatto.
Si
prese un momento per purificare la propria mente dalla confusione,
mantenendo molta più concentrazione del dovuto; aveva a che
fare con
qualcosa di grave.
Fuori
da Magix dovevano esserci gli altri pianeti della dimensione magica,
nel vuoto o nell'etere, poco importava, ma il caos non avrebbe mai
trovato spazio in tale ordine. Le leggi che regolavano il mondo erano
ordinate ed universali, quelle erano le informazioni che dovevano
popolare il cervello della strega delle illusioni una volta stabilito
il contatto.
Non
l'avrebbe mai ammesso, ma forse Tecna aveva ragione.
Richiuse
lentamente gli occhi, sempre mantenendo la propria concentrazione.
Attimi interminabili di nulla la trassero a sé,
trascinandola
nell'infinita oscurità al di fuori del confine; come se si
trovasse
fisicamente lì si guardò attorno, sfiorando la
rete su cui
poggiavano i suoi piedi.
Il
tessuto dello spazio-tempo, al contatto, vibrò come una
gigantesca
ragnatela, facendo propagare le sue onde nel vuoto; non aveva mai
visto qualcosa di simile.
Darcy
osservò in silenzio, trattenendo il respiro. Ogni movimento
perturbava lo spazio e pareva riflettersi sul mondo sovrastante, le
sembrava tutto talmente semplice da farle dubitare della sua natura
di realtà.
Eppure
era effettivamente reale.
Lasciata
senza fiato e con uno strano senso di nausea addosso, decise di
interrompere al più presto il contatto. L'ambiente stava
cominciando
a farsi troppo dannoso per lei e per la sua psiche.
“Allora?”
fece Tecna, vedendola tornare alla realtà in modo non del
tutto
delicato.
“Va
bene, va bene – cominciò la strega, alzando le
mani sopra alla
testa come ad arrendersi all'evidenza di avere torto – Con
questo?
Spero tu abbia pensato a qualcosa.”
La
fata della tecnologia annuì, alzando un'ultima volta lo
sguardo
sulla barriera, appena prima di lasciarsela alle spalle.
“Flora
si è già avviata verso Torrenuvola. Dobbiamo
raggiungerla.”
“Non
prendo ordini da te, fatina. Soprattutto non se hai intenzione di
continuare a tenermi nascosto tutto quello che sai. Perché
tu sai
cosa sta succedendo al mondo, non è
così?”
La
mora non si mosse, restando in attesa di una risposta con le mani sui
fianchi. E non si sarebbe mossa finché non avrebbe ottenuto
ciò che
voleva.
La
fata di Zenith si voltò ad incontrarne lo sguardo, gli occhi
solcati
da scure occhiaie per lo scarso riposo degli ultimi giorni; la
fissò
lungamente, come a decidere se portarcela con la forza alla scuola
per streghe, o rivelarle tutti i frutti del proprio lavoro.
Anche
gli occhi di Darcy sembravano stanchi almeno quanto i suoi, ma i
motivi della mancanza di sonno erano differenti per entrambe: la
strega semplicemente non si fidava abbastanza di due Winx per
dormirci nello stesso locale. Non importava se vi fosse rimasta
solamente per una notte.
E,
nonostante la stanchezza, nessuna delle due osò distogliere
lo
sguardo.
Non
finché Tecna prese nuovamente la parola.
“E
va bene. Ma ti assicuro che la verità potrebbe non
piacerti.”
“Non
m'interessa. – rispose l'altra con risolutezza – Lo
deciderò io
se possa piacermi o meno. E poi sono solo teorie, dovrei aspettare in
ogni caso la conferma, prima di fasciarmi la testa.”
“D'accordo.
Questo mondo è stato modificato da un incantesimo, quel 'Loop'
di cui ti parlavo ieri sera. E' probabile che abbia trovato il
colpevole, dato che anche la tua mente è stata resettata per
celare
il cambiamento del corso degli eventi nel Quarto Ritorno. Quindi
quello in cui-
“Sì,
quello in cui siamo. – si permise di interromperla brevemente
la
strega delle illusioni – Non c'è bisogno che mi
spieghi le cose
come se stessi parlando ad una mocciosa, le capisco
benissimo.”
La
fata sospirò e proseguì.
“Come
ti pare. Ho formulato un'ipotetica lista di possibili colpevoli,
lista dalla quale ho eliminato il tuo nome date le tue memorie
compromesse. Ma, escludendo te, non posso escludere anche le tue
sorelle. Potrebbero aver agito da sole, lasciando fuori te.”
“Ne
dubito fortemente. Di solito è Stormy quella ad essere
lasciata
fuori, quando non abbiamo bisogno che l'oggetto della missione venga
completamente disintegrato.”
“Ci
avevo pensato anche io. In questo momento, dovremmo andare a
confermare la mia ipotesi.”
Darcy
si avvicinò di qualche passo, ancora parecchio diffidente.
“Cosa
intendi fare?”
Tecna
si era già avviata, non aveva tempo da perdere. Flora,
calcolando i
tempi di viaggio, era arrivata nei pressi di Torrenuvola e si trovava
nella zona di rischio. Doveva raggiungerla al più presto.
“Mettere
alle strette tua sorella maggiore, Darcy.”
II.
Non
aveva mai visto un Dio a tale vicinanza. Forse non l'aveva mai
nemmeno ritenuto un fatto positivo, avvicinarsi così tanto
ad un
essere tanto potente quanto immortale.
Ma,
contrariamente a ciò che avrebbe sempre pensato, non ne ebbe
paura.
Colse dal suo petto solamente una massiccia dose di adrenalina ad
affiancare la razionalità del suo encefalo, in
ciò che, per logica,
non poteva essere la sua fine.
Tuttavia,
il Dio che aveva davanti era splendidamente folle: nessuno era mai
riuscito ad andare oltre ai suoi glaciali occhi per poter scavare in
profondità del suo animo – ammesso che ne avesse
uno.
Se
avesse voluto veramente ucciderla, l'avrebbe fatto senza alcun
rimorso.
“Pensate
sul serio che io non sappia cosa stia accadendo nel mio
mondo?”
disse, con un tono appena infastidito, come se stesse parlando a dei
patetici esserini che avevano preso a ronzarle intorno come mosche.
“Dov'è
Flora.” tuonò subito Tecna, facendosi avanti a
fronteggiarla.
Icy
inclinò leggermente la testa da un lato, accennando un
sorrisetto
che non prometteva nulla di buono. Passò il suo sguardo
dalla fata
della tecnologia a Darcy in modo deliberatamente lento, mantenendo la
medesima espressione.
“Credo
che la fatina fiorita non vi servirà più. E'
già tanto se si
ricorda come si chiama e da che parte si trovi Alfea. In quanto a te,
sorellina, non avresti dovuto tradirmi in questo modo. Sai benissimo
quali conseguenze ti aspettano.”
“Oh,
Icy, il mio schieramento l'ho scelto valutando quale opzione fosse la
meno peggio. Forse, se tu avessi evitato di
cancellarmi la
memoria da puttana egoista quale sei, ora starei ancora al tuo
fianco.”
La
strega del ghiaccio non fece una piega all'insulto; continuò
ad
osservarle con sufficienza e superiorità, muovendo qualche
passo in
avanti.
“E
cosa credete di fare ora? Eliminarmi?” rise di gusto, una
risata
sinistra che fece salire freddi brividi lungo la schiena della fata.
Darcy, dal canto suo, sapeva che la sorella fosse una psicopatica,
quindi ci era piuttosto abituata.
Icy
continuò ad avvicinarsi, il suo atteggiarsi da essere
onnipotente la
rendeva ancora più spaventosa di quanto fosse mai stata.
Ridusse di
molto la distanza che le separava, rendendo lo scontro imminente; ma
nessuna delle sue avversarie osò muoversi.
Le
osservò a lungo: si compiacque della rigidità
della fata, che con i
nervi a fior di pelle, si limitava a stare davanti a lei in modo
statuario per sfoggiare una finta sicurezza. Ma la sua cara
sorellina, intrappolata in riflessioni infinite dalla sua stessa
mente, era uno spettacolo ancora migliore.
“Non
siamo qui per combattere, ovviamente. – cominciò
Tecna, fissando
il suo sguardo sulla figura della strega dai capelli bianchi
– Con
il potere che hai acquisito non potremmo fare molto in ogni caso.
Personalmente, vorrei sapere il motivo di tutto ciò. Avresti
il
potere di volgere il Loop a tuo favore e di piegare l'intera
Dimensione Magica sotto il tuo dominio, eppure non lo fai.”
La
risposta immediata fu una pungente ed inquietante risata asciutta.
Lentamente, il nuovo Dio allargò le braccia verso l'ambiente
che
circondava il suo corpo.
“Guardati
intorno, fatina. La Dimensione Magica è già
sotto il mio
completo controllo. Io ne decido il prologo e l'epilogo, la vita e la
morte. Non ho bisogno di cambiare alcun avvenimento per regnare
sull'universo intero; perché, di fatto, lo sto facendo anche
ora.”
“Non
mi hai risposto.” precisò la fata, prendendo
qualche respiro
profondo prima di sentirsi nella condizione di ascoltare una risposta
che non le sarebbe piaciuta affatto.
“L'universo
è in debito, ed è giunto il momento che io lo
riscatti. Ripeterò
la distruzione di Domino e l'ultimo bagliore del regno delle Antenate
all'infinito, se ne fosse necessario, finché l'intera
Dimensione
Magica non si accorgerà di esser costretta a pagare gli
errori
commessi.”
“Avrebbe
quindi commesso l'errore di difendersi da una minaccia
incombente?”
rispose leggermente seccata Tecna, incrociando le braccia al petto ed
assottigliando leggermente lo sguardo. Icy scosse la testa con un
mezzo sorrisetto, i lunghi capelli bianchi raccolti in una coda
seguirono tale movimento, ondeggiando delicatamente.
“Quanti
fatti non conosci, fatina. E non preoccuparti, non arriverai mai a
vederli con i tuoi occhi.”
Darcy,
che era rimasta in religioso silenzio fino ad allora, alzò
con
decisione lo sguardo verso la sorella. Si fece avanti, mantenendo
perfettamente il contatto visivo.
La
maggiore la osservò quasi divertita, anche se avesse voluto
solo
provare a prendere possesso della sua psiche, avrebbe trovato delle
difese invalicabili.
Ma
la strega delle illusioni non mirava all'ipnosi.
“Avremmo
potuto fargliela pagare anche nel presente, sorellina, senza mettere
in piedi tutta questa farsa e deviare il corso degli eventi.
E'
inutile attaccarsi al passato, Whisperia non tornerà in ogni
caso.
Così com'è stata distrutta, continuerà
ad essere la mira
dell'esercito guidato dalla Compagnia della Luce, all'infinito.
Dimmi
che non è questo quello che vuoi, Icy. Altrimenti potrei
cominciare
a pensare che gli anni passati a Roccaluce ti abbiano fatta impazzire
completamente.”
“Mi
stupisce che tu non possa capire, Darcy. Ma, del resto, avevi solo
tre anni quando la guerra raggiunse il suo tragico epilogo. Tutto
ciò
che potevi ricordare è stato rimpiazzato dalle cazzate
con le
quali nostra madre ti ha riempito la testa fino alla sua
morte.”
La
mora prese un bel respiro, chiudendo lentamente gli occhi, per
rilassare la sua mente ed evitare – fatto che avrebbe provato
contro il suo stesso carattere calmo e controllato – di
stringere
le mani alla gola della sorella, finché quella non si fosse
decisa a
smettere di sputare inutili sentenze.
Questa
volta fu Tecna a seguire in silenzio; intervenire non le avrebbe dato
il tempo di metabolizzare le informazioni ricevute e ricostruire
ciò
di cui le due sorelle stavano discutendo.
“Taci,
quella che è stata più influenzata da nostra
madre sei stata tu,
tanto da diventare esattamente come lei, e pensare di aver fatto un
bel lavoro crescendoci. Un giorno capirai che il mondo non gira
intorno a te.”
La
strega del ghiaccio parve spiazzata, per un attimo, dalle parole
della mezzana.
Ma
fu solo un attimo.
“Un
giorno, forse. Sempre che tu possa ricordare la nostra discussione
per quando accadrà.” disse con un tono che non
lasciava trasparire
alcuna emozione; poi concentrò il potere nella propria mente.
Il
Quarto Ritorno era giunto alla sua precoce fine.
III.
Scavare
a fondo nei ricordi era sempre stato doloroso, ma mai come allora.
La
sua mente, come prigioniera di un limbo, doleva in modo
indescrivibile, più cercava di ricordare, più
veniva rigettata
indietro; come se si trovasse fra le alte e minacciose onde che
–
per quanto si ostinasse a resistervi – continuavano a
spingerla
contro gli scogli.
Riprendere
le memorie di un tempo stava ormai proiettando forti sensazioni
sgradevoli su tutto il suo corpo. Priva di un appiglio, a Darcy non
rimaneva che sostare in posizione eretta, in mezzo all'abbagliante
bianco del nulla.
La
Whisperia che riusciva a ricostruire dalle immagini nel suo conscio
era solo una piccolissima parte della prosperità e dello
splendore
in cui tale pianeta della Dimensione Magica era rimasto fino alla sua
imminente fine.
Gli
alti abeti che delimitavano il grande giardino del lussuoso palazzo
reale, le quali guglie svettavano verso il cielo e parevano quasi
toccarlo; ricordava di aver fantasticato sul salire su una di esse,
per potersi sentire intoccabile e divina.
L'immagine
del volto di suo padre, sfocata e poco chiara, mentre le parlava di
come la magia si era apprestata ad evolversi in un mondo dai ritmi
tranquilli e pacifici come il loro, fortemente lontano alla frenesia
di Magix. Il tocco delicato delle sue mani sulla morbida pelle della
strega portava con sé una delicata sensazione di sicurezza,
ormai
vuota e priva di significato.
Era
doloroso ricordare quel poco di bellezza della quale Whisperia, un
tempo, godeva.
Il
suo clima continentale, il profumo di tè ad invadere la
cucina la
mattina presto, la verdeggiante e scura vegetazione dei grandi boschi
di aghifoglie nella quale perdersi non sarebbe mai stato spaventoso.
Memorie
confuse si affollavano sempre di più nella testa di Darcy,
tutte
inconcludenti e profondamente incomplete. Avrebbe voluto ricordare di
più, avrebbe dovuto impedire la guerra.
Ma
il rammarico per ciò che non era stata in grado di fare non
avrebbe
riportato Whisperia nella Dimensione Magica. Ne avrebbe solo
inasprito il ricordo già evanescente.
Aveva
ormai, molto tempo prima, voltato le spalle agli abeti in fiamme,
all'innocenza del suo popolo che nulla aveva a che fare con la furia
e la follia delle Streghe Antenate. La mano della madre, ancora
padrona della propria mente, l'aveva accompagnata alla loro unica
salvezza.
Era
stata una fuga di fortuna, prima che tutto andasse disperso.
E
nulla rimase.
Come
se un frammento del suo passato le fosse stato strappato
dall'inconscio con la forza, Darcy si ritrovò a boccheggiare
per il
dolore che tale separazione aveva scatenato. Sforzarsi di ricordare
come la sua vita cominciò dal declino del regno al quale non
poteva
tornare sembrava essere controproducente; ma forse, dietro alle
apparenze che sua sorella maggiore si era preoccupata di
sottolineare, si nascondevano altri intenti.
Intenti
che Icy stessa avrebbe rinnegato.
Ma
come negare che quel poco che ricordava era la memoria più
dolce e
felice che la strega delle illusioni e le sue sorelle avessero mai
vissuto; quando loro padre era presente, quando la mente della loro
madre era ancora limpida e consapevole di sé stessa,
– prima che
le Antenate, avendo perso su tutti i fronti, avevano deciso di
riscattarsi manovrando la sua psiche a loro piacimento per renderla
un burattino nelle loro mani – quando nessuna di loro era
stata
ancora costretta a macchiarsi le mani con il sangue altrui.
Un'altra
fitta le trafisse il petto, forzandola a chinarsi su sé
stessa.
Era
arrivata al limite, la sua psiche stava scivolando lentamente in un
sonno profondo. Ma ripercorrere i ricordi, seppur confusi, di
ciò
che una volta aveva chiamato casa, non aveva fatto che giovarle nel
profondo.
Prima
di cadere nuovamente vittima del Loop, levò lo sguardo al
candore al
di sopra del suo capo.
“Prima
o poi ti renderai conto che ripetere avvenimenti di una tale forza
finirà per logorarti dall'interno, sorella. Ci sono diversi
fatti
che hai seppellito nel passato convinta di non doverli più
affrontare; ma stanno riemergendo dalla scura terra senza che tu
possa accorgertene.
Nessuno,
per quanto potere abbia, può sostituire Dio. Tu l'hai ucciso
e
cos'hai ottenuto? Nulla che non sia composto da effimeri attimi;
anche se si dovessero ripetere all'infinito, resteranno comunque
effimeri.”
Avvertenze
e condizioni per l'uso: questo è stato un
autentico travaglio.
L'ho sudato fino all'ultima parola, anche perché non
riuscivo ad
accennare al passato che ho immaginato come appartenente,
ipoteticamente (sono tutti headcanon, come al solito) alle Trix senza
che chi non lo conosca ci capisca qualcosa.
Mio
dio.
Spero
di averlo accennato in modo abbastanza chiaro da permettervi almeno
di orientarvi (vi servirà per una maggiore comprensione del
capitolo
sette, probabilmente il penultimo, o addirittura l'ultimo.) In caso,
per qualsiasi chiarimento, accetto qualsiasi domanda e
risponderò il
prima possibile.
Il
Quarto Ritorno è giunto al termine, mietendo le sue vittime.
Ora,
non resta altro che sperare ad un altro cambio di eventi. Ma non
temete, in qualche modo finirà questa storia, fuhuhu.
Siamo
quasi giunti al termine, avevo cominciato ad affezionarmi alla
stesura di questa robbaccia. Mi mancherà.
Ringrazio
Ghillyam (che ha cambiato nome e non la trovavo
più) e
Vlad123 per aver recensito lo scorso capitolo.
Stealthy_step
(sei una fetente con tanto amore, Borzietta) per aver inserito la
storia fra le preferite e fra le seguite. Basta stalking
però (<3)
E,
come di consueto, ringrazio i lettori silenziosi che seguono questa
cosa.
Mary