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Autore: FedePluck    22/07/2017    0 recensioni
Rumori di passi. Qualcosa che sbatte, un tavolo forse. Qualcosa che cade, di metallo probabilmente. Voci, molte voci, una sopra all'altra. L'uomo seduto in corridoio si passò una mano fra i capelli. Impazientito.
Un urlo, o meglio, un vagito. Un sospiro di sollievo scappa dalle labbra del Bambino Sopravvissuto non più tanto bambino oramai. Era padre. Eppure c’era qualcosa che non andava...
Harry Potter era ancora in piedi. Gli occhi vuoti. Tremava. Ma non riusciva a fare un passo.
-Lil...- provò a dire ma le parole gli morirono in gola.
L’amica gli si avvicinò e gli mise le mani sulle guance. Anch’essa tremava, le lacrime le rigavano il volto.
“Quando il sangue puro verrà macchiato, grandi occhi verdi ricolmi di pace porteranno guerra là dove il giovane riposo giace.”
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Harry/Ginny, Lily/Scorpius, Rose/Scorpius
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Incubi
Ciò che non mi distrugge mi rende più forte.
_Nietzsche
Hogwarts
 
Le luci del castello illuminano la notte appena nata, il loro flebile riflesso sull’acqua dona dolcezza al paesaggio di fine estate. Una dopo l’altra le barche toccano terra lasciando gli studenti sulla riva che si affrettano a salutare i loro compagni calorosamente. Fra la folla una giovane ragazza spicca solitaria, lo sguardo smeraldo fisso su Hogwarts.
Quell’ammasso di muffa e mattoni le è mancato più di qualunque altra cosa. Anche se sembra assurdo il pensiero che ancora riesce a perdersi fra quelle mura la eccita. Girovaga alla ricerca di aree del castello inesplorate e cerca disperatamente una risposta ai misteri più buffi e bizzarri della scuola.
Mentre i pensieri della ragazza ripercorrono i ricordi, una voce profonda e agitata la chiama:
- Signorina Star! Signorina Star! – Un uomo alto ed esageratamente magro le corre incontro.
- Buonasera Professor Lymur. – Risponde educata Emily.
- Signorina Star non è compito di voi prefetti tenere d’occhio i ragazzi del secondo e terzo anno prima dell’ingresso a scuola? I suoi compagni di casa se ne stanno andando in giro a zonzo come capre! – Conclude seccato il Professore di Storia della Magia facendo una smorfia di disgusto.
La giovane piega la testa di lato per osservare la scena, un piccolo gruppo di Serpeverde rincorreva una dozzina di Tassorosso in lacrime. Emily trattiene un sorriso mentre si guarda attorno alla ricerca dell’altro prefetto del quinto anno che avrebbe dovuto occuparsi di questa faccenda. Reprime un sospiro indignato non trovandolo fra la folla.
-Me ne occupo subito. - Afferma all’uomo e senza attendere risposta si dirige verso i più giovani. Si ferma a un paio di metri da loro incrociando le braccia e fissando i suoi occhi sulla scena. I ragazzini la notano subito e si raddrizzano liberando un paio di Tassi che a quanto pare non erano stati molto veloci.
-Ragazzi non fatemi togliere dei punti alla nostra casata ancora prima di averne guadagnati! - Dice seria con tono minaccioso.
-Almeno evitate di farvi beccare così facilmente. - Continua mentre un ghigno spunta all’angolo della sua bocca. Sui visi dei più giovani si allarga un sorriso di intesa mentre si scambiano occhiate furbe.
-Andate. - Termina liberandoli.
 
 
Le sue mani stringono con forza la carne della coscia scoperta. Scivolano in alto afferrando il corpo della ragazza con forza e sbattendolo contro un albero. Le gambe si avvinghiano dietro la sua schiena facendo combaciare i loro bacini. Un’ondata di desiderio pervade il giovane ragazzo che comincia a baciarle il collo notando per la prima volta il colore della cravatta Corvonero. L’odore del profumo alla vaniglia di lei si mischia con quello di muschio della foresta e mentre le sue labbra scendono verso il petto non gli importa di essere delicato. Bruscamente gli sfila l’ultimo indumento intimo ignorando i suoi gemiti.
 
Qualche minuto dopo Scorpius esce dalla foresta in perfetto ordine e nota James Potter appoggiato ad un albero a braccia conserte.
-Finalmente! - Dice andandogli in contro.
-Quel rompipluffe di Lymur ti sta cercando da mezz’ora blaterando qualcosa sul disordine, i compiti di un prefetto e non so cos’altro. - Sbuffa impazientito.
-Cosa ti sei dimenticato di…- Non riesce a concludere il moro perché Malfoy si è già allontanato velocemente.
Il biondo arriva di fretta all’entrata del castello, dove trova il gruppo di ragazzi del secondo anno, a cui lui avrebbe dovuto badare, in un angolo a chiacchierare tranquilli, forse troppo per i loro standard. Gli ci vuole poco a capirne il motivo poiché questo è in piedi poco distante da loro.
Una coraggiosa secondina sta parlando con una ragazza mora più alta che faceva cenno di Si con la testa. Scorpius si avvicina e quando arriva di fronte alle due ragazze la più piccola arrossisce furiosamente appena incrocia il suo sguardo.
- Buonasera. – Saluta lui sorridendo maliziosamente rischiando di far svenire la giovane Serpe.
- D’accordo Amber, puoi andare. – Si intromette Emily e la giovane si allontana frettolosamente a malincuore.
-Dov’è il Professore? - Chiede Malfoy preparandosi a ricevere una punizione dall’uomo.
-È già entrato. - Risponde la Principessa delle Serpi mentre osserva distrattamente i ragazzi che entravano nel castello.
Il panico comincia a insinuarsi nel giovane che non vuole essere rimproverato in mezzo alla Sala Grande davanti a tutta la scuola. Se gli avessero tolto la spilla da prefetto suo padre lo avrebbe ammazzato.
Scorpius Malfoy è un ragazzo alto di bell’aspetto, ha occhi color ghiaccio e una mascella larga.
Figlio unico ed erede dei Malfoy è curioso e testardo, caratteristiche che gli portano non pochi problemi. Da perfetto Serpeverde è molto abile a nascondere quello che pensa.
-Non preoccuparti non gli ho detto che toccava a te occupartene. - Afferma Emily Star con noncuranza stupendolo per avergli letto nel pensiero.
-Cosa? Ti sei presa la colpa? Perché? - Comincia a farle mille domande colpito dall’atteggiamento generoso della ragazza che in cambio gli restituisce un’occhiata infastidita. Mentre gli occhi ghiaccio si soffermano curiosi su quelli smeraldo il giovane Malfoy si ritrova a pensare che è un peccato che quegli occhi così belli siano sempre così distanti.
-Non credi che dovresti ringraziarmi invece? - Ribatte Emily tranquilla mentre si incammina dietro l’ultimo gruppo di ragazzi. Scropius fa una smorfia e la segue in silenzio osservandola curioso.
La figlia maggiore degli Star non era mai gentile con nessuno, non che fosse sgarbata ma si limitava a restare indifferente il più possibile. Raramente l’aveva vista comportarsi umanamente. Comportamento riservato ai suoi pochi amici.
Un’idea si accende come un lampo nella testa del ragazzo che si ferma di colpo.
-Un momento.. - Pensava. – Se gli unici con cui è gentile sono le persone a cui tiene vuol dire che..- Stava per raggiungere una conclusione quando la mora si volta fissandolo decisa.
-Non farti strane idee Malfoy! - Dice avvicinandosi pericolosamente al biondo che rimane a bocca aperta da quel gesto improvviso.
-E chiudi la bocca. - Continua mentre con un dito spinge la sua mascella inferiore verso l’alto e lo guarda divertita. Un brivido percorre la schiena di Scorpius che deglutisce.
-Ma.. – Rimane senza parole confuso ed Emily si allontana elegantemente.
-Non vieni? - Chiede infine senza voltarsi la giovane Serpeverde mentre cammina sicura. Il biondo sorride divertito e si affretta a raggiungerla.
 
 
 
Poco lontano, in mezzo alla folla, Rebecca sente una voca molto familiare chiamarla.
-Becca! - Dice James mentre le va in contro con una strana espressione sul viso, come indeciso.
James Sirius Potter è alto ha spalle larghe, capelli a spazzola castano scuro ed occhi color nocciola, dotato di un carattere solare e spontaneo e molto popolare.
-Che succede? - Chiede stranita la ragazza visto che di solito lui la evita spudoratamente se non è lei a cercarlo.
-Ecco.. Io volevo solo.. - Continua lui che però viene bruscamente interrotto da una piccola figura che si lancia addosso alla bionda.
-Beccaaaaaa!!- Urla di gioia Annie, compagna di dormitorio di Becca mentre l’abbraccia.
La piccola Star non toglie di dosso gli occhi dal primogenito Potter, troppo curiosa di sapere cosa voglia da lei e nota con disappunto il disagio del ragazzo che si porta una mano fra i capelli e si guarda la punta dei piedi imbarazzato. I suoi occhi allora passano sulla compagna che intanto aveva cominciato a parlare a macchinetta ed un pensiero si faceva strada nella sua mente: Perché è imbarazzato? Che sia a causa di Annie?!
Una leggera e fastidiosa fitta al petto la disturba e la sua incredibile somiglianza fisica all’amica la ferisce. Le due ragazze infatti hanno la stessa altezza e corporatura, occhi azzurri e capelli biondi. Se la comparsa della giovane aveva provocato quella reazione in James, Becca non sapeva proprio come reagire, né cosa pensare. Ovviamente il suo cuore sapeva benissimo cosa provare: delusione.
La figura della sorella che passa alle spalle di James seguita da Scorpius Malfoy la riporta alla realtà. Scena tutt’altro che normale.
-..e Noemi mi ha detto di venirti a chiamare.- E’ l’unica cosa che riesce a sentire del discorso di Annie, probabilmente molto lungo. Becca ne approfitta per allontanarsi da Potter che nel giro di poche ore è già riuscito a scombussolarla.
-Scusami James, devo andare. - Si affretta a liquidarlo per la prima volta nella sua vita.
 
 
Il mattino seguente, nella stanza del giovane Potter, Lorcan Scamander sta provando inutilmente a svegliare l’amico dal profondo sonno in cui si trova.
-Andiamo amico alza quel culo! Sono le Otto!! – Lo strattona con non poca violenza.
-Ancora cinque minuti. – Si lamenta il moro portandosi il cuscino alla faccia per non sentire tutto il rumore mattutino del castello.
Diversi minuti dopo James apre gli occhi di colpo realizzando il suo ritardo e corre sotto la doccia mentre un pensiero lo infastidisce. La sera prima a cena una particolare ragazzina bionda, di solito molto impegnata a dargli fastidio lo aveva ignorato spudoratamente. Capitava spesso che Becca si infuriasse con James e gli mettesse il muso non rivolgendogli la parola ma l’atteggiamento di qualche ora prima era stato particolarmente distaccato e lui non riusciva a dargli una spiegazione.
Uscito dalla doccia con solo un asciugamano a coprirgli la vita va alla ricerca di un paio di mutande nel suo baule quando improvvisamente sente aprirsi la porta. Nel voltarsi la tovaglia scivola a terra e James istintivamente si porta una mano davanti per coprirsi.
-Oh.. Non nasconderti a causa mia. Non mi da certo fastidio! – Dice maliziosamente Molly avvicinandosi a lui.
-Che ci fai qui? – Chiede il giovane Grifondoro.
-Ieri siamo stati interrotti e, non mi piace lasciare le cose a metà! – Conclude mettendo una mano sul petto scolpito del moro.
Forse un motivo per cui Rebecca possa avercela con lui torna in mente al giovane Potter che dice: -Io non so se è una buona idea, sai, Becca.. – Non riesce a finire la frase che Molly lo interrompe.
-Da quando ti importa di lei? Non l'hai mai sopportata. Ti sei sempre lamentato di averla intorno continuamente. "Se non fosse lei a rivolgermi la parola io non lo farei di certo" mi hai detto alla fine dell'anno scorso. E ora ti preoccupi per lei? – Sbotta infuriata.
James storce la bocca al ricordo delle sue parole cattive. In quegli anni non aveva fatto altro che lamentarsi ma mai così meschinamente, quella frase gli era sfuggita dopo che Becca lo aveva trovato a provarci con una ragazza del primo anno, a sua discolpa avrebbe giurato che sembrasse del terzo ma lei non volle sentire ragioni e lo aveva trascinato per i corridoi per le orecchie davanti a tutti. La rabbia non ancora scemata di quell’accaduto lo avevano portato a dire quelle cose ma d’altronde, James Potter non era mai stato una che pensa prima di parlare.
Mentre era immerso nei suoi pensieri le mani esperte della giovane Serpeverde scivolano verso il basso, lungo il bacino. L’ultima cosa che sente prima di perdere la testa sono le sue labbra che sfiorano la pelle.
 
 
Poco dopo in Sala Grande, James è seduto a far colazione coi pochi ritardatari rimasti. Suo cugino Hugo gli è seduto di fianco, non perché fosse in ritardo anche lui ma perché la sua colazione durava all’incirca un’ora quando andava bene. In quel momento stava trangugiando un tost ricoperto di marmellata e beacon. James arriccia le labbra schifato.
Hugo Weasley è un ragazzo al quanto semplice, gli piace fare scherzi e mangiare. Piuttosto basso per la sua età è qualche anno più piccolo della sorella Rose. Ha folti capelli rossi che gli ricadono sulle guance, grandi occhi blu e lentiggini sul naso, da perfetto Weasley.
Il rumore di una sedia che si sposta distrae James dal suo pasto. Becca si siede di fronte a loro.
-Buongiorno! – Saluta sorridendo mentre prende dalle mani il tost a Hugo che le lancia uno sguardo assassino. Sta per metterlo in bocca ma James le blocco il braccio.
-TI conviene guardare cosa c'è sopra prima di mangiarlo. - Lei abbassa gli occhi sul diretto interessato e fa una smorfia disgustata.
-Blèèè.. ma che diavolo mangi Hugo??- Lui alza le spalle con fare tranquillo e si riprende la colazione.
-Ho capito. - continua Becca alzandosi. -Bhè io vado in classe. Ciao! – Si allontana.
-Non mangi? - la ferma James.
-No, mi è passata la fame. - e fa un cenno verso il cugino prima di riprendere il suo cammino. Velocemente il moro infila in bocca l’ultimo muffin e le corre dietro.
-Vengo con te. – Afferma quando le arriva di fianco. Rebecca lo guarda stranita con gli occhi leggermente spalancati. Il giovane Potter si aspetta di dover rispondere ad un sacco di domande sul perché di questo suo gesto improvviso. Nel corso degli anni il loro rapporto era cambiato, passando dal primo in cui lui faceva di tutto per evitarla a quello appena passato dove si potevano considerare quasi amici. Ovviamente era lei a cercarlo dappertutto, lui non si era mai preso la briga di avvicinarvisi, infondo, non ve ne era il bisogno visto che faceva tutto lei. Era capitato spesso che lui combinasse una delle sue cavolate e lei lo aveva aiutato a non farsi espellere, proprio come il giorno prima sul treno. Questo era il motivo per cui la seguiva, per una volta voleva ringraziarla almeno, non si sarebbe scusato per i modi poco gentili con cui l’aveva trattata, infondo lo faceva sempre, nemmeno per essersi portato a letto una sua amica, non doveva certo darle spiegazioni, ma era giusto che le dicesse che aveva apprezzato il suo aiuto. Il fatto che la sera prima lo aveva spudoratamente evitato ovviamente non c’entrava niente.
-Okay! – Risponde la bionda e si limitata ad alzare le spalle indifferente. Lui comincia ad osservarla per cercare di capire il perché di questo cambiamento improvviso. “Che si sia stancata di me?!” Si chiede e stranamente non scoppia di felicità a questo pensiero.
Intanto lei comincia a parlare dei compiti che non ha fatto durante le vacanze e che è tutta colpa dell’influenza negativa che lui ha su di lei. James alza gli occhi al cielo sorridendo rassicurato, la ragazza si comporta normalmente, si era preoccupato senza motivo.
-Che c’è? – Gli chiede però lei fermandosi di fronte a lui. Comincia a scrutarlo con i suoi occhi azzurri come se volesse leggergli dentro. Cosa che di solite le riesce bene.
-Qualcosa non va? – Insiste e lui si volta per non farle capire ciò che pensa, imbarazzato si passa una mano fra i capelli.
Becca, che ormai lo conosce meglio di se stessa nota quel gesto inconfondibile e si infastidisce ripensando alla sua compagna di stanza Annie convinta che sia il motivo di quell’imbarazzo.
-No è tutto okay. – Risponde James evasivo e lei si morde un labbro delusa. La piccola Star riprende i suoi passi e senza voltarsi dice: -Ci vediamo allora. – Ed entra nell’aula di Divinazione.
James impreca frustrato e si incammina verso le scale.
 
Mentre scende i gradini ed i suoi pensieri continuano ad assillarlo sente un tonfo seguito da urlo spaventato. Corre nella direzione della voce ed appena voltato l’angolo trova a terra una ragazza di Corvonero in lacrime. Si avvicina e le mette una mano su una spalla, al suo tocco la giovane sobbalza spaventata e quando si accorge di lui alza un braccio indicando un punto lungo il corridoio, James lo segue con lo sguardo fin quando non vede qualcosa. Una scossa di terrore attraversa tutto il suo corpo immobilizzandolo.
Sente appena lo strattone di una mano che lo tira nel senso opposto e una voce rassicurante dice:
-James! E’ tutto okay, vieni! – Emily Star lo trascina per i corridoi allontanandolo da lì.
 
La giovane Star era rimasta impassibile. Cammina velocemente trascinandosi dietro Potter. I suoi pensieri fissi su ciò che aveva visto poco prima.
La prima cosa ad attirare la sua attenzione era stata quella strana corda che penzolava dal lampadario. Poi le scarpe, sporche di fango, la camicia spiegazzata e la cravatta in disordine. Infine il colore pallido della pelle, bianca come la neve. Negli occhi ancora aperti del ragazzo il terrore è rimasto impresso come una foto.
Edward Medmak, quinto anno, Corvonero. Emily aveva una buona memoria, soprattutto sulle persone.  Il ragazzo aveva fatto i provini per entrare nella squadra di Quidditch l’anno precedente, non era stato preso solo perché nel ruolo in cui si era candidato c'era Johnson, che era il miglior battitore di tutta la scuola. Probabilmente quest'anno lo avrebbero preso dato che lui si era diplomato. Ma non sempre le cose vanno come ci si aspetta.
Sale le scale seguita da James ancora ammutolito fino ad arrivare all’ufficio della Preside Mcgranitt. All’interno della grande stanza ovale sono già riuniti tutti i professori che discutono animatamente.
-Adesso basta! – La voce acuta della vecchia professoressa zittisce tutti.
-Ragazzi venite avanti. – Dice con tono gentile.
La notizia era già arrivata all’orecchio di tutti a quanto pare, probabilmente riferita dai quadri animati del castello. I professori fanno qualche domanda veloce ai due alle quali risponde prevalentemente Emily.
-Siete liberi dalle lezioni per oggi, mi dispiace per ciò che avete visto, ora potete andare. – Li congeda la Preside.
Escono dal castello e si siedono sulla riva del Lago Nero. Il silenzio era surreale. Perfino gli uccelli avevano smesso di cinguettare. Il solito vento settembrino era inesistente e l’acqua del lago immobile. Restarono in silenzio per molto tempo, a fissare il cielo.
-Pensi si sia suicidato? – Lo interrompe James che sembra finalmente meno scosso.
-Non lo so. – Risponde sinceramente Emily mentre pensa al terrore che aveva visto nei suoi occhi.
James ed Emily non si potevano definire proprio amici, ma alla ragazza non dispiaceva la sua compagnia vivace ogni tanto. James al contrario apprezzava molto la calma e la pazienza della sorella di Becca.
All’ora di pranzo si dirigono in Sala Grande dove un gran confusione si è impadronita del luogo. La tensione si sente nell’aria. Tutti parlano di ciò che è accaduto. La Preside interrompe il disordine annunciando ufficialmente il suicidio di Medmak.
 
 
Quel pomeriggio tutte le lezioni vennero sospese. Il primo giorno ad Hogwards era iniziato nel peggiore dei modi.
Nella sala comune Serpeverde, sul divano grande posizionato di fronte al camino centrale sono sedute le sorelle Star. La stanza grande e poco illuminata è ricoperta dello stemma della Casata verde-argento. La voce di Rebecca sovrasta quella degli altri alunni presenti. La ragazza è impegnata in una discussione con Scorpius Malfoy, seduto di fronte a lei.
Delle risate attirano l’attenzione di Emily che si volta e nota Albus Potter e il suo gruppetto di bulli che punzecchiano gli unici due primini entrati a Serpeverde quest’anno.
-Ancora non riesco a capire come quello lì possa essere il fratello di James! - Dice Becca seccata.
-O anche solo imparentato lontanamente con tutta la sua famiglia direi io. - Aveva aggiunto il biondo. Infondo era abbastanza incredibile che il secondo genito del "Salvatore del Mondo Magico" fosse il capo dei bulli della scuola, oltre ad essere un Serpeverde!
-Come mai sei ancora qui? - Chiede Malfoy alla sorella più piccola.
-Siamo obbligati a rimanere nelle nostre sale comuni ricordi?!?!- risponde lei alzando il tono sull'ultima parola. 
-Ecco perché non sei appiccicata al povero James! - Al sentir pronunciare quel nome Becca si rabbuia per un attimo per poi sorridere amaramente.
-Come se servisse a qualcosa. - Sussurra abbastanza forte da essere sentita però. I due si guardano confusi ma non fanno domande.
-Io vado a dormire. Sono già le nove e dato che probabilmente non riuscirò a chiudere occhio, prima ci provo meglio è! Notte ragazzi. - Dice infine la bionda alzandosi.
-Notte. – Rispondono in coro i restanti.
 
Scorpius si alza e si siede di fianco ad Emily che lo guarda confusa. Non sono mai stati amici, passano molto tempo insieme perché hanno amici in comune, come la giovane Weasley, migliore amica della mora.
-Non mi hai ancora detto perché mi hai aiutato ieri. – Afferma curioso in attesa di una risposta. Emily alza gli occhi al cielo. Non aveva avuto un vero motivo per farlo ma l’espressione sbalordita del giovane Malfoy l’aveva divertita.
-Non avevo un motivo per non farlo. – Risponde infine alzando le spalle e prendendo un libro dal tavolo di fianco.
-Andiamo Star! Non escludermi! – Insiste Scorpius. La mora si volta verso di lui assottigliando gli occhi.
-Lo stai rifacendo. Escludi sempre tutti. – Conclude Malfoy come se stesse dicendo una cosa ovvia. L’intrusione improvvisa del ragazzo nella sua vita personale irrita molto Emily, nonostante sia difficile infastidirla davvero.
-Non è vero! E comunque non sono affari tuoi. – Afferma allora brusca rivelando le sue emozioni.
-Oh oh.. eccola lì Emily! Finalmente ti vedo. Bhè.. piacere di conoscerti io sono Scorpius! – Dice vittorioso allungando una mano in direzione della ragazza che in risposta incrocia le braccia.
-D'accordo. Credo che per oggi mi accontenterò. Buona notte.. Stella! – Sussurra quel soprannome al suo orecchio ed un brivido percorre la schiena della giovane indifferente. Era la prima volta che qualcuno aveva il coraggio di affibbiarle un nomignolo.
 
Emily rimase da sola a sfogliare le pagine di quel libro che non aveva ancora letto, troppo presa da quelle sensazioni che non aveva mai provato. Non trovando una risposta plausibile decide si lasciar perdere e si sdraia sul divano sciogliendo la coda di cavallo. Il fuoco del camino si stava spegnendo, le ultime braci scoppiettano.
 
 
“Freddo.. Molto freddo. Perchè fa così freddo? 
Cerco di aprire gli occhi ma non ci riesco. Fa male. I polsi fanno male. Sento qualcosa che li stringe. Alzo di colpo la mano ma si blocca a mezz'aria. Sono legata. 
Muovo i piedi e sento le catene anche alle caviglie. 
Che sta succedendo? 
Il panico si sta facendo strada dentro di me. 
Freddo.. Ancora più freddo. Mi penetra le ossa. 
Respiro più forte cercando di aprire gli occhi. Inutile. L'aria che mi entra nei polmoni però è umida. 
Freddo e umidità. Forse sono in una grotta, o in una cantina. Tasto il terreno intorno a me. Roccia. Ma è asciutta. 
Freddo. Ora fa male perfino. Il panico.. no, non è panico.. sembra.. tristezza! Perché sono triste?
Dovrei essere spaventata a morte! Anche triste perché probabilmente sto per morire ma non.. un dubbio, no una convinzione mi invade.
 
-Ahahaha!!- Una risata roca spezza il silenzio. La Mia risata roca. 
-Andiamo?!?! Dissennatori? Ahaha.. certo che non ne avete fantasia! Con tutte le creature magiche che esistono! - continua a dire. Le mie labbra si muovono da sole. 
Okay calma, calma.. C'è una spiegazione logica per questo. È un sogno! È sicuramente un sogno!!
Sento il mio corpo muoversi. La mia mano destra si appoggia su quella sinistra. "Crack" 
Urlo ma dalla mia bocca non esce niente. 
Mi sono appena spezzata tutte le dita della mano! 
La rabbia comincia a crescermi dentro mentre la mia mano sfila fuori dalle catene. 
Apro gli occhi di colpo e un dolore assurdo mi colpisce le palpebre! Erano incollate e ora il sangue mi sta colando davanti le pupille e riesco a stento a vedere.
È come se non sentissi veramente il dolore. Come se passasse subito dopo.
Riesco a distinguere delle figure incappucciate intorno a me. Sono quattro. Dissennatori. 
La mano sinistra entra nella mia visuale, sento una scossa attraversarmi tutto il corpo e poi vedo le dita raddrizzarsi una ad una e tornare sane mentre il dolore sparisce. 
Un Dissennatore intanto si è avvicinato e vorrei tanto indietreggiare ma il mio corpo invece fa uno scatto avanti e afferra con la mano miracolata il collo della creatura. Questa spalanca la bocca e in un secondo davanti a me rimane solo polvere. Sento gli angoli della mia bocca incurvarsi in un sorriso. 
Non ci posso credere. Ho appena ucciso un Dissennatore a mani nude!! E senza battere ciglio! Intanto gli altri tre si stanno avvicinando e..
 
Emily si alza di colpo. Il sudore la va scivolare sulla pelle nere del divano dove si era addormentata. Il fuoco nel camino si è spento, da molto ormai. Si mette a sedere ed il suo sguardo si posa sui polsi alla ricerca dei segni delle catene. Niente. Solo un altro strano sogno. Capita spesso alla ragazza di averne. Si tocca la fronte calda, il freddo sudore in contrasto. Si alza e raggiunge la sua stanza in fondo al corridoio stanca. È stata una lunga giornata.
 
 
 
 

 
Casa Potter
 
La donna dai lunghi capelli ricci si alza del divano dove era stata per diverse ora. La televisione accesa mostra i titoli di coda di un vecchio film babbano. La spegne e si volta a guardare la cognata addormentata sulla poltrona. Una mano appoggiata sulla pancia. Nonostante i tanti anni passati non aveva mai perso quell’abitudine. “È una reazione inconscia, non si preoccupi.” l’aveva rassicurata un medimago qualche anno prima a cui aveva chiesto un consulto. Fin dai tempi della scuola Hermione aveva una specie di istinto materno nei confronti dei suoi amici ma dopo la depressione post-parto di Ginny non passa giorno senza che si preoccupasse per lei. Le ci erano voluti anni per riprendersi e nonostante tutto una parte di lei era morta con la sua bambina quella notte al San Mungo. Ad Hermione venne un brivido ricordando quel giorno.
Una malformazione ai polmoni aveva messo fine alla brevissima vita della piccola Lily Luna, ultima ed unica figlia femmina dei coniugi Potter.
Da quanto ne sapeva lei, Ginny non aveva mai pianto. Dopo essersi risvegliata non aveva detto una parola per settimane. Aveva anche smesso di mangiare, tanto che avevano dovuto farle prendere delle pozioni autonutrienti. Ma la cosa peggiore era stata che non voleva nemmeno vedere i suoi figli, specialmente Albus. Il piccolo aveva avuto la sfortuna di nascere con gli occhi verdi, seppure più chiari di quelli della sorella mai conosciuta. Questo particolare rendeva alla donna troppo difficile guardare il suo bambino, tanto che anche ora, dopo anni, non lo guarda mai negli occhi per più di qualche secondo. 
Il "pop" di una materializzazione fa sussultare Hermione sorpresa.
Harry è appena rientrato dal lavoro. 
-Oh.. Hermione, sei ancora qui? - le dice mentre appoggia il cappotto sullo schienale del divano.
-Si, me ne stavo andando giusto ora. - gli risponde lei prendendo la borsa. La donna nota delle profonde occhiaie sul volto dell'amico e non può fare a meno di sospirare. Sapeva quanto fosse dura per lui quel periodo poichè il caso che stava seguendo di certo non gli ricordava bei momenti.
"Il Salvatore del Mondo Magico" così era stato ribattezzato il "Bambino Sopravvissuto" dopo la guerra.
Nonostante fosse stata accanto a lui la maggior parte della durata di essa e avesse assistito personalmente al coraggio del suo migliore amico era rimasta stupita dalla forza che aveva dimostrato nel sostenere sua moglie e coccolare i suoi figli durante quel periodo.
"Salvatore" gli si addiceva perfettamente in quel periodo, purtroppo quella era solo una maschera, fatta di forza ovviamente, cosa lodevole, ma pur sempre una maschera.
Harry Potter da quel giorno era tornato a sentirsi il "Bambino Sopravvissuto", trovandosi costretto a vivere in una realtà scomoda per lui, dove aveva perso qualcuno che amava senza poter far nulla. Ma si era rimboccato le maniche, per la sua famiglia. 
Hermione lo ammirava più che mai da quel momento. Sapeva che se fosse capitato a lei non sarebbe riuscita a sopravvivere. Se alla sua Rosie fosse successo qualcosa. Non riuscì nemmeno a formulare il pensiero che tremò di colpo. Scosse la testa per scacciare quei pensieri e disse:
-Novità? - Harry la guarda con aria stanca e lei capisce che non era solo spossato. Brutte notizie. Infatti l'uomo le fa di no con la testa sospirando per poi sorridere debolmente mentre guarda la moglie ancora accoccolata al divano.
-Lo fa ancora. - dice ed Hermione sa benissimo a cosa si riferisce.
Si avvicina alla compagna e le prende la mano appoggiata teneramente sulla pancia appoggiandosela sul viso. Gli e la bacia e poi la prende in braccio.
-Buona notte. - sussurra all'amica.
-Buona notte. - risponde lei smaterializzandosi a casa.
 
Appena arrivata in casa sente il rumore di qualcosa che sbatte seguito da un "Miseriaccia" detto a bassa voce. Sorride dolcemente e sale le scale che portano alle camere da letto. Dalla porta aperta della sua camera nota suo marito seduto sul letto che si tiene un piede con entrambe le mani e fa avanti e indietro. Probabilmente aveva sbattuto per l'ennesima volta il piede nell'angolo del letto.
Nonostante gli anni era rimasto il solito impacciato. Aveva voglia di baciarlo. Ma non entra, invece prosegue dritto aprendo la porta della camera di sua figlia. Si siede sul letto e comincia ad accarezzare le lenzuola. Non riusciva ad immaginare la sua vita senza la sua bambina. Una lacrima le riga il viso mentre un uomo dai capelli rossi si affaccia alla porta.
-Lo sai che non sei per niente carina quando piangi?!?!- Le dice avvicinandosi a lei e asciugandole una lacrima con il pollice.
Lei gli stringe la mano appoggiata sulla guancia e chiude gli occhi respirando profondamente. Quando li riapre suo marito la stava scrutando con i suoi grandi occhi azzurri. Merlino quanto li amava. Quanto lo amava. Per l'ennesima volta non le aveva fatto domande.
Sapeva che sarebbe stata lei ad aprirsi quando ne avrebbe avuto bisogno, che insistere avrebbe solo peggiorato le cose. 
Sposta la mano da quella dell'uomo sul suo viso ruvido, coperto da un po' di barba. 
-Ti amo. - gli dice fissandolo negli occhi.
-Lo so. - risponde lui sorridendo sapendo benissimo quanto la moglie odia quando lui non le risponde "Anche io". Insomma, era d'obbligo rispondere di ricambiare, pensava Hermione. Che infatti fa una smorfia alzandosi. Lui la prende per i fianchi e la tira giù buttandola sul letto. -E no, non ti lascerò scappare così facilmente! - dice mentre si butta sopra di lei e comincia a baciarle il collo. La donna ride e lo attira a sé per poi bloccarsi di colpo ricordandosi di essere in camera di sua figlia.
-Che c'è? - dice il rosso un po' seccato per essere stato interrotto.
-Ti ricordo che siamo in camera di tua figlia! -
-E allora? - risponde lui alzando le spalle.
-E allora? Cosa proveresti tu se scoprissi che i tuoi facevano sesso nel tuo letto?!?!- a quel pensiero Ron spalanca gli occhi e fa una smorfia schifato per poi aggrottare le sopracciglia dubbioso che fosse davvero accaduto e lui ne fosse all'oscuro.
La risata di Hermione lo riporta alla realtà. 
-Oh amore, non credo che lo scoprirai mai, a meno che tu non voglia chiederglielo direttamente! - gli dice avendo intuito i suoi pensieri.
Il rosso fa un'espressione scioccata che fa aumentare l'ilarità della donna che ora si tiene la pancia.
-D'accordo! - dice e si carica la moglie sulle spalle dirigendosi in camera da letto e mentre la donna scalcia urlando lui si chiude la porta alle spalle con un sorriso sulle labbra.

 
 
Sud di Boston, Villa Orion
 
Le prime nuvole già minacciano il cielo ancora screziato di viola. Presto sorgerà il sole.
L'uomo appoggiato alla balaustra del balcone sorseggia un thè. Il rumore della porta che si apre alle sue spalle non lo fa voltare. I capelli neri con qualche punta di grigio svolazzano al vento. 
-Signore. - Un ragazzo moro, all'incirca sui venticinque anni si ferma sulla soglia e attende.
L'uomo appoggia la tazzina sul tavolo e rientra.
-Tutto secondo i piani signore! Gli Auror londinesi hanno archiviato il caso come suicidio. Nessun sospetto signore! - aveva continuato il ragazzo rimanendo immobile in posizione. Le braccia lungo i fianchi. Il petto in fuori e la schiena dritta. 
-Bene. - risponde l'uomo sedendosi dietro la scrivania. Apre un cassetto e prende una cartelletta. La porge al ragazzo. 
-Qui ci sono i nuovi ordini. Puoi andare. - concluse. Il giovane annuisce e si chiude la porta alle spalle.
Sulla scrivania un portagioie suonava una dolce melodia. Fatto di legno, sulla parte anteriore era intagliata una costellazione. L’uomo l’ascoltava immobile, gli occhi brillavano eccitati.
 


 
 
Spazio Autrice:
Ciao a tutti! Come vi avevo già accennato d’ora in poi i capitoli saranno molto più lunghi. I misteri cominciano a crescere, qualche indizio c’è però, non fatevelo sfuggire!
Ditemi cosa ne pensate, vi piacciono i personaggi? Vi intriga la storia?
Se avete qualche consiglio non fatevi problemi, scrivetemi pure!
Il prossimo capitolo arriverà a breve, promesso. Direi al massimo un paio di settimane, essendo più lunghi mi ci vorrà un po’, abbiate pazienza.
Spero che continuiate a seguire la mia storia,
FedePluck!
   
 
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