Capitolo 9 --- Sei
mio
Temari si
svegliò alle prime luci dell’alba, sbadigliando sonoramente.
Ci mise
qualche minuto a realizzare dove si trovasse e soprattutto, con chi.
Shikamaru
stava sdraiato supino sul sedile, una mano dietro la testa e l’altra poggiata
sul suo sedile, le gambe divaricate ad occupare tutta la larghezza del sedile.
Continuò
a guardarlo per un po’, mentre la luce del sole si rifletteva nei suoi grandi
occhi acquamarina.
Le
sembrava un sogno trovarsi a così pochi centimetri da lui dopo averlo
desiderato da lontano per molto tempo.
Shikamaru Nara le aveva
inconsapevolmente perdere la testa dalla prima volta in cui l’aveva visto.
Iniziò ad
accarezzargli i lunghi capelli neri che teneva abitualmente legati in un
codino, disfattisi durante la notte.
Improvvisamente
si mosse e Temari si allontanò per evitare di svegliarlo, ma era troppo tardi.
- Oramai
puoi continuare, seccatura. Mi hai già svegliato –
disse con voce atona, ma ancora insonnolita.
- Mph. Scusa - borbottò tra i denti Temari, infastidita
dal tono seccato del ragazzo.
- Me lo
dai un bacio? –
Non fece
neanche in tempo a rispondere che Shikamaru si alzò di scatto sul sedile e la
baciò con foga.
Temari
ricambiò al bacio e poi sorrise.
- A prima
mattina sei più sveglio di quanto immaginassi, Nara –
disse lei furba.
Shikamaru
si limitò a guardarla e ad increspare le labbra in un lieve sorriso.
- Ti va
un caffè? – le chiese offrendole una sigaretta.
Temari
annuì.
Si
fermarono al primo bar che videro. Entrarono e presero posto su due sgabelli
davanti al bancone.
-
Buongiorno. Cosa vi porto? – chiese un cameriere con degli strani capelli e un
sorriso tirato.
- Due
caffè – disse Shikamaru. – E due cornetti al cioccolato – aggiunse Temari
guardandolo.
Il
cameriere si soffermò qualche istante a guardare la ragazza, poi si allontanò.
Temari si
avvicinò a Shikamaru e gli chiese a bassa voce – Shika, hai visto come mi ha
guardata? –
Shikamaru
alzò istintivamente la testa per notare che effettivamente non le toglieva gli
occhi di dosso.
Sospirò
profondamente.
Temari si
aspettava che egli fosse geloso, e in effetti lo era
ma non glielo avrebbe dimostrato così facilmente.
Quando il
ragazzo tornò con l’ordinazione, Shikamaru lo prese in parte a parlare sotto lo
sguardo divertito di lei.
- Mettiamo
in chiaro le cose: quella è la mia ragazza e se le guardi un’altra volta la
scollatura della maglia credo che dovrai licenziarti perché sarebbe difficile
fare il cameriere con le braccia spezzate. Tuttavia ti sarei molto grato se mi
aiutassi a farle uno scherzo – disse Shikamaru con una tranquillità che metteva
quasi paura.
Il
ragazzo annuì vigorosamente senza pensarci due volte e continuarono a parlare
fitto.
Shikamaru
tornò soddisfatto al suo posto e fece la sua colazione mentre Temari, che aveva
già finito, restò in silenzio a guardarlo in attesa di spiegazioni.
Dopo aver
pagato, egli salutò il cameriere ed entrambi uscirono dal bar.
Quando
raggiunsero la macchina, Temari, vinta dalla curiosità, si decise a parlare.
- Allora,
che gli hai detto? –
- La
verità. Che sei molto carina, e che non sei la mia fidanzata quindi nel caso
avesse voluto provarci con te gli ho lasciato il tuo numero – le rispose
semplicemente mettendo in moto la macchina.
- Non
credo ad una sola parola, Nara – disse lei infastidita dopo un primo momento di
stupore.
Ma non
faceva del tutto bene. Infatti poco dopo le arrivò un
messaggio.
“Il tuo
ragazzo non vuole darlo a vedere, ma è geloso marcio. Ha promesso di rompermi
entrambe le braccia se ti avessi guardata di nuovo. Tranquilla, il numero lo
cancello. Non dirgli che ho confessato, io ti ho solo detto che era uno
scherzo. Un bacio”
Shikamaru
guardò con la coda dell’occhio l’espressione allegra di Temari mentre leggeva
il messaggio.
- Chi è?
– chiese con finto disinteresse.
-
Dovresti saperlo, Gli hai dato tu il mio numero. Mi ha scritto un messaggio
molto carino – rispose Temari in tono aspro.
Shikamaru
la guardò torvo. Inchiodò di botto e tirò il freno a mano.
- Ma sei
impazzito? – gli gridò Temari infuriata.
- E cosa
ti avrebbe scritto di tanto carino? – chiese Shikamaru tradendo un pizzico di
rabbia.
- Che sei
un pazzo a dare il numero di una ragazza così bella al primo che capita! E mi
ha anche chiesto di uscire, e credo proprio che accetterò! – disse con il viso
infiammato dalla foga.
- Io non
credo proprio – le disse portandosi improvvisamente a pochi centimetri dal suo viso –
Voglio che diventi la mia ragazza, Temari –
Seguirono
attimi di silenzio, seguì un bacio, un sorriso e cinque parole.
- Sei
proprio un cretino, Shikamaru – gli disse Temari ridendo prima di baciarlo
nuovamente.
- Mi
accompagneresti a casa per prendere il costume? – gli chiese Temari dopo essere
ripartiti.
- Certo,
seccatura –
Avevano
appena imboccato la strada che portava a casa Sabaku quando Temari vide suo
padre uscire dal portone.
- Oh
cazzo – si buttò sotto il sedile appena in tempo per non essere vista dal
padre, che salutò Shikamaru con la mano prima di mettersi in macchina e partire
frettolosamente.
Benedisse
qualunque impegno suo padre avesse quella mattina e scese dalla macchina
velocemente, troppo per sentire Shikamaru chiederle se voleva essere aspettata.
Spense il
motore e si accese una sigaretta per ingannare l’attesa.
- Ho
l’impressione che tu stia girando un po’ troppo da queste parti ultimamente,
Nara – una voce lo fece sobbalzare.
-
Kankurou – si salutarono battendo il pugno.
- Aspetti
mia sorella? – chiese furbo.
- Si. Mi ha chiesto di passare a prenderla perché la sua moto
ha un problema e… - tentò d’inventare, ma fu interrotto dal rosso.
-
Trattala bene, Nara. O non avrò rimorsi a mandare a
puttane tutti i nostri anni di amicizia – gli fece l’occhiolino, ma il suo tono
era molto serio.
- Eccomi, Shika. Ciao
fratellone – lo salutò allegra Temari – Che si dice? –
Aveva
indossato un pareo ed un top che lasciava intravedere l’attaccatura al collo
del costume, gli occhiali scuri le coprivano metà viso.
-
Scambiavo due chiacchiere con il nostro amico – disse enfatizzando la penultima
parola. – Vi saluto –
- Bye bye – gli rispose Temari salendo risalendo sulla mini nera.
- Tuo
fratello mi ha minacciato – le disse atono.
- Non sei
l’unico che può farlo, baby – gli disse divertita dandogli un lieve bacio sulle
labbra.
Shikamaru
ammutolì. Quel maledetto cameriere.
Ci fu
qualche minuto di silenzio, interrotto da Temari.
- Ma dove
mi stai portando? – chiese accorgendosi di non stare andando verso la spiaggia.
- Credi
che io possa andare al mare in jeans? – le fece notare Shikamaru secco.
Temari
capì. La destinazione era casa sua.
Arrivati
davanti al cancello, Shikamaru parcheggiò e scese. Temari però non accennava a
muoversi.
- Puoi
scendere, se vuoi. I miei sono al lavoro – le disse atono aprendole lo
sportello.
Incerta,
scese dalla macchina e seguì il ragazzo all’interno.
- Torno
fra un attimo. Fai come se fosse casa tua – le disse scomparendo in una delle
stanze che davano sul corridoio.
Temari
restò immobile nell’atrio, non sapendo dove andare. La sua attenzione fu
catturata da alcune foto attaccate al muro. Tutte raffiguravano Shikamaru con i
genitori. Nonostante fosse più piccolo, aveva sempre la solita espressione
annoiata stampata sul viso.
- Sai,
Shika – gli disse vedendolo tornare – Eri molto più carino da piccolo che non
ora -.
Shikamaru
alzò un sopracciglio e si sfilò la maglia con sguardo di sfida.
-
Possiamo andare, seccatura – disse celando la sua soddisfazione nel vederla
arrossire inavvertitamente.
Tornarono
nella macchina e ripartirono.
- Uff, che caldo. La prossima volta vengo a prenderti in moto
– disse Temari accaldata.
- Tsk. A
patto che guidi io – concluse il ragazzo.
- Scordatelo, baby – rispose secca lei.
Arrivarono
in spiaggia in un baleno. Prima di scendere dalla macchina, Temari trattenne
Shikamaru per un braccio e lo baciò teneramente.
- Grazie
– gli disse guardandolo dritto negli occhi.
Fu la
volta di Shikamaru di arrossire.
Si
diressero verso la torretta trascinandosi a fatica sotto il sole già cocente.
Ad un tratto Shikamaru le afferrò la mano e la strinse piano. Temari ricambiò
la stretta con vigore.
Aveva troppa
voglia di dimostrare a tutti che oramai si appartenevano.
Risposta alle
recensioni!!
gloria7: mi fa molto piacere che continui a seguire la
storia nonostante la mia lentezza! Che ne dici di questo capitolo?spero ti
piaccia! Un bacio!^.^
nataly_ice: devo ringraziarti
di cuore perché è grazie al tuo commento, che purtroppo ho letto solo ieri, che
ho deciso di continuare questa fic, anche se a
rilento! Mi ha fatto davvero molto piacere.
Questo capitolo te lo dedico, spero ti piaccia! ^.^ un bacio!
Parola all’autrice:
Kyaaaaaaaa! Lo so che sono imperdonabile con
queste sparizioni continue, ma non so che dire in mia discolpa! Accettatemi così
come sono se potete! J KiSSeS