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Autore: Mei91    02/09/2017    4 recensioni
per la casata reale demoniaca è un giorno di festa. il principe dei demoni Sesshomaru è tornato a casa per succedere al trono al posto del padre concedendo, così, al genitore e alla sua neo consorte Izayoi e il figlio Inuyasha, un pò di meritato riposo, ma per far ciò le leggi obbligano Sesshomaru a prendere moglie demone per poter diventare Re.
La principessa degli umani Rin Setsuna è la figlia del re degli umani Takemaru Setsuna fratello della principessa Izayoi. Rin odia i demoni, ma per liberare l'amata zia è disposta a sacrificare se stessa per recarsi al castello demoniaco e vendicarsi di Inu No Taisho, Sesshomaru e i loro demoni seguaci così da trarre in salvo la propria zia e riportarla a casa.
Riuscirà Rin a sedurre Sesshomaru senza innamorarsi del glaciale principe demoniaco.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, izayoi, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina, alle prime luci dell’alba, quando un tenue sole stava cominciando a fare capolino sul regno demoniaco, la nuova Regina Dei Demoni aprì gli occhi assonnati. Si sentiva strana, accaldata, ma terribilmente felice. La ragazza sentiva un caldo che in tutta la sua intera esistenza non aveva mai provato e, abbassando lo sguardo, notò che le coperte dell’enorme letto matrimoniale erano attorcigliate in malo modo ai suoi piedi, che un paio di gambe possenti e muscolose avevano immobilizzato le sue. Salendo con lo sguardo notò un braccio con una mano artigliata che le cingeva la vita, e in quel momento ricordò cosa era accaduto la sera precedente: aveva fatto l’amore con Sesshomaru. Un piccolo particolare però quella mattina era saltato all’occhio di Rin. Sebbene fosse euforica e felice dal fatto di star dormendo attaccata a suo marito, non aveva fatto i conti con la coda di lui. Lei amava sentire le proprie gambe imprigionate da quelle di Sesshomaru, così come la propria vita circondata dal suo braccio, ma il suo corpo era anche avvolto, in stile involtino primavera, dalla sua calda, morbida e soffice coda, che sebbene, ne era convinta, in inverno le avrebbe dato un immenso piacere, ad agosto inoltrato, la stava facendo sudare terribilmente. Con movimenti leggeri e facendo attenzione a non svegliare Sesshomaru, tentò in mille combinazioni possibili di allontanare la coda, fallendo miseramente.

Sbuffando Rin si girò tra le braccia di lui e ritrovandosi ad osservare un petto muscoloso, pallido e scolpito. Sollevò appena lo sguardo per osservargli il viso e sussultò nel vederlo per la prima volta dormire, rilassato e con l’ombra di un sorriso sincero sul volto. La infastidiva parecchio l’idea di svegliarlo, ma davvero stava morendo di caldo.

Puntando le mani sul petto di lui, lo chiamò piano, ma Sesshomaru parve non sentirla e, nel sonno, la strinse maggiormente a sé. La ragazza lo richiamò nuovamente, ma per l’ennesima volta lui non la udì.

Sbuffando spintonò il petto del marito  e quando lui aprì gli occhi per guardarla dubbioso, la moglie esclamò.

“Amore, non che non sia bello dormire abbracciata a te, ma sei una stufa ambulante, sto morendo di caldo e siamo ad agosto!” protestò.

È l’alba, Rin! Non fa così caldo!” Sussurrò Sesshomaru, stringendola.

“Forse per te che non sei avvolto in una coda di pelo bollente! Soffoco!” Sbottò Rin mettendo il broncio come una bimba.

Sesshomaru abbassò lo sguardo sul corpo della moglie, rendendosi conto che avesse ragione.

Non si era accorto di averla legata come un salame. Lo aveva fatto in consciamente per la felicità che la moglie si fosse ricordata di lui, ma insieme a quella consapevolezza era arrivata anche la paura di perderla nuovamente.

Non facendole notare il suo turbamento, il demone allentò la presa e la liberò, stendendosi sul letto di schiena. Rin sospirò di sollievo ma un attimo dopo rabbrividì e si catapultò su di lui cingendogli la vita con le braccia tremanti.

“Ok, avevo detto solo la coda, abbracciami!” Balbettò battendo i denti e Sesshomaru sorrise costringendola a mettersi su un fianco, a dare la schiena al suo petto, poi la circondò con le braccia il busto e con le gambe le cosce. Rin si rilassò all’istante e sorrise chiudendo gli occhi.

“Sì, ecco, così va decisamente meglio!” Sussurrò sbadigliando, ma quando il membro eccitato del marito le sfiorò i glutei, la ragazza spalancò gli occhi pregustando il momento.

“Posso?” Chiese Sesshomaru causandole un colpo a cuore. Perché le stava chiedendo il permesso?

“Sono tua, puoi fare quello che vuoi con me!” Sussurrò dolcemente sfregando la guancia sul braccio del marito, che il quel momento stava usando come cuscino.

Lentamente Sesshomaru entrò dentro di lei.

“Ahi!”

Sesshomaru si bloccò.

“Scusa, non ero pronta!”

“Rilassati Rin!”

“Sono rilassata!”

“No, sembra che tu abbia paura!” Sussurrò Sesshomaru, dando voce anche ai suoi pensieri.

La moglie sospirò e gli depositò un bacio sul polso che cingeva le sue spalle.

“Effettivamente…”

Il Re Dei Demoni s’immobilizzò all’istante dentro di lei facendola gemere di disappunto.

“Di cosa hai paura, Rin?”

La ragazza gemette nuovamente di disappunto e nascose il viso imbarazzato nella piega del braccio di lui. Quando però un tenero bacio le si depositò sul collo, la regina arrossì.

“Dimmelo Rin. Dimmi di cosa hai paura?”

“Di perderti” Sussurrò talmente piano che persino col suo udito demoniaco faticò a sentirla.

“Non succederà mai Rin, tranquilla!” Disse ricominciando a muoversi dentro di lei e stringendola a sé, alternando baci sul collo e sulle guance umide di lei.

“Dai Rin….”

“Ho paura, amore… mio padre…”

“Non lo temo!”

“Io sì Sesshomaru! Ho ricordato, e mio padre conosce il mio punto debole!”

Sesshomaru sgranò gli occhi stringendo forte la moglie.

“Che punto debole? Rin quale sarebbe il tuo punto debole?”

La ragazza scosse violentemente la testa, poi sollevò la mano che corse ad intrecciare le dita con quelle di lui, depositate sul suo ventre per poi stringerle e portarsele all’altezza del cuore. Serrò gli occhi per evitare alle lacrime di uscire. Con quei gesti Sesshomaru capì all’istante.

“Io?”

“Si, per favore amore. Ovunque vai, qualunque cosa fai, devi stare attento. Non posso perderti. Morirei di crepacuore se ti perdo una seconda volta” Dichiarò la giovane, scoppiando a piangere a dirotto. Sesshomaru sgranò gli occhi.

“Per i demoni Rin… tranquilla sono qui!” Dichiarò con tono di voce caldo, cominciando a coccolare e consolare la moglie. In quel preciso momento Sesshomaru capì perché la compagna si era dimenticata di lui. Se non lo avesse fatto, credendolo morto, sarebbe impazzita, probabilmente sarebbe perita a sua volta. I suoi stessi poteri avevano agito per lei: il ghiaccio e il fuoco si erano uniti per ibernare i ricordi di Rin e concedere a lui la possibilità di riscaldarla. Per anni non aveva ricordato perché i ricordi l’avrebbero uccisa se fosse stata lontana da lui.

 “Sesshomaru…”

“Non ti libererai di me tanto facilmente, donna!” Esclamò sicuro, risoluto, prima di iniziare a muoversi dentro di lei con più enfasi, più passione per impedire alla sua donna di pensare e ci riuscì egregiamente, infatti dopo un’ora e mezza d’amplesso, lei si addormentò tra le sue braccia con un sorriso felice.

Sesshomaru osservò il sole per una frazione di secondo decretando mentalmente che erano circa le sei e mezza del mattino, e che si sarebbe dovuto alzare per controllare il regno, volando sulla barriera per rafforzarla, come era consuetudine ogni tre mesi. Abbassò lo sguardo sulla moglie.

Oggi ci penserà mio padre, io non ho voglia.

Con quel pensiero che inconsciamente spedì al padre, il Re Dei Demoni poggiò il viso tra la spalla e l’incavo del collo della moglie e s’addormentò.

 

In una delle stanze reali Inu No Taisho, steso nel suo letto con la moglie seduta su di lui che si muoveva lentamente, annaspò e sgranò gli occhi.

“Dannazione, questa me la paghi figlio ingrato!” Ringhiò.

Izayoi fermò il movimento dei fianchi e osservò il marito con sguardo dubbioso.

“Che succede?” Chiese.

“Sesshomaru ha boicottato il lavoro passando la palla a me!” Sbuffò l’ex Re Dei Demoni.

“Che significa?”

“Che devo sorvolare il regno per rafforzare la barriera!”

Izayoi sbuffò, si sollevò e fece uscire il marito da dentro di sé.

“Ecco, questa è quella cosa che non mi manca di quando eri il re: svegliarmi senza di te al mio fianco!”

“Izayoi…”

“Lo so, non è oggi il caso, ma appunto perché stavamo facendo l’amore odio questa cosa, ma d’altra parte non mi pare nemmeno giusto costringere Sesshomaru ad andare ora che ha ritrovato Rin.”

“Quindi per te non è un problema?”

Izayoi sorrise e scosse la testa in segno di negazione, poi gli dette le spalle, anche se ancora terribilmente eccitata e chiuse gli occhi sussurrando.

“Vai, torna presto. Ti aspetto!”

“Speriamo che il mio potere regga dato che non sono più il re. Ti amo donn…”

Un pianto disperato costrinse Inu No Taisho a tacere e Izayoi a spalancare gli occhi.

“Ecco, come vedi oggi non era giornata per amoreggiare. Inuyasha chiama! Non preoccuparti caro, reggerà. Magari più tardi, dopo che Sesshomaru e Rin si saranno svegliati, chiederemo a nostro ehm… tuo figlio di aggiungere al tuo potere il suo, così per un po’ non ci saranno problemi.” Fece Izayoi scostando le coperte, alzandosi in piedi e infilandosi la vestaglia per poi camminare fino alla culla del figlio e prenderlo in braccio e accostarlo al seno. Inu No Taisho sorrise felice del fatto che sua moglie considerasse Sesshomaru suo figlio, a maggior ragione ora che la nipote era sua moglie.

“Ahi, piano marmocchio. Il mio seno è ancora turgido per colpa di tuo padre” Disse Izayoi ridacchiando. Inu No Taisho si vestì, poi si diresse dalla moglie e le baciò il collo.

“Prenditi cura di nostro figlio, nutrilo... torno in un secondo e riprenderemo da dove abbiamo interrotto!”

Izayoi gemette, poi annuì sentendo lo spostamento d’aria. Il marito si era catapultato fuori dalla finestra e lei iniziò a cullare Inuyasha nella speranza che mentre mangiava si riaddormentasse di nuovo.

 

Nel regno umano era tardo pomeriggio quando l'urlo di Takemaru mise in agitazione tutto il palazzo. Sumuro s’inchinò cominciando a tremare come una foglia.

“Com’è possibile?”

“Non lo so Sire, fino a ieri sera la barriera sembra leggermente più debole, la potevamo toccare, oggi chiunque la sfiori viene scaraventato lontano mille miglia.

Takemaru prese a camminare avanti e indietro per tutta la sala del trono.

“Devo escogitare un modo per riprendermi mia figlia, non posso permettere che la memoria di mia figlia torni. Se lei ricorda e noi oseremo anche solo alzare un dito su Sesshomaru, saremo tutti morti!” 

“Che vuol dire sire?” Chiese titubante il generale.

“Niente che debba interessarti, anzi vedi di trovare un modo per riportare la principessa Rin a casa, anche se ciò significherebbe morire. Riportami Rin, Sumuro, altrimenti morirai per mano mia!”

Con quelle parole Sumuro si ritirò nelle proprie stanze, cercando di escogitare un modo per riportare la principessa. Doveva assolutamente riuscire, un fallimento gli sarebbe costato la vita.

Takemaru si ritirò nelle proprie stanze e si fermò davanti un quadro che raffigurava sua sorella, la principessa Izayoi... un moto d'odio gli attanagliò la bocca dello stomaco.

Come aveva osato suo padre decretare nel testamento che il suo successore al trono era Izayoi?

Come aveva osato quell’ingrato genitore umiliarlo a quel modo, dando lo scettro del potere a sua sorella minore e per di più a una donna con poteri da elementari!?

Sicuramente il padre non era stato in grado di intendere e volere, plagiato per com’era dall’amicizia con l’ex Re Dei Demoni. Era stato inevitabile ucciderlo, aveva compiuto un gesto magnanimo privandolo della vita. Sicuramente non era felice di vivere in quello stato di demenza.

Dopo la morte del padre, Takemaru aveva pensato bene di far modificare il testamento in suo favore, e denigrare e rinchiudere la principessa Izayoi, sua sorella minore, facendo attestare che fosse pazza e che quindi, per ordinanza del padre, lei avrebbe dovuto fare tutto quello che lui ordinava, persino sposarsi con chi voleva lui. Per un primo momento pareva che il suo piano stesse andando bene, non si sarebbe mai aspettato che Izayoi fosse in grado di disobbedirgli, e mai avrebbe immaginato che la sorella possedesse poteri da elementare, proprio come il padre.

Anche Shiori, la madre di Rin, era un elementare, il suo potere era il ghiaccio. Takemaru lo aveva scoperto dopo la nascita della figlia e per evitare problemi in futuro l’aveva uccisa, facendo poi credere a Rin che fosse morta di parto. Sperava che la figlia avesse preso da lui e che quindi non possedesse alcun potere magico, ma quando lui aveva tentato di uccidere il Principe Dei Demoni, la figlia si era infuriata e aveva risvegliato quei maledetti poteri diabolici.

Doveva portare tutto alla normalità, riprendersi Rin ed evitarle di ricordare il passato, altrimenti era un uomo morto. Per eufemismo temeva di più la figlia che il Re Dei Demoni.

Takemaru si stese sull’enorme letto e si mise una mano sugli occhi cominciando a riflettere su come creare uno squarcio in quella barriera e rapire ai demoni la sua stessa figlia.

 

Quando a mattina inoltrata Rin aprì gli occhi e allungò una mano verso la parte sinistra del letto, gemette di dispiacere nel constatare che fosse vuoto e freddo, tanto che le lacrime minacciarono di uscirle dagli occhi.

“Sono qui, Rin!”

La ragazza voltò la testa di scatto verso il suo interlocutore e rimase senza fiato. Il marito era bello da mozzare il fiato, poi si accorse che aveva le vesti addosso.

“Ma perché sei vestito?” Sussurrò la ragazza con un tenero broncio. Avrebbe preferito starsene tutto il tempo a letto a coccolarsi il marito, ma a quanto pareva il programma che si era fatta non sarebbe andato a buon fine.

Sesshomaru sorrise.

“Tu dormi, io lavoro!”

“Volevo stare con te…”

Sesshomaru sorrise nuovamente.

“Ho dormito con te fino alle nove!”

“Capisco… aspetta, le nove? Perché ora che ore sono?”

“Le undici!”

“Cosa!? Ma non ho mai dormito così tanto in vita mia!”

“Vorrà dire che stanotte ti sei completamente rilassata.” Dichiarò il Re Dei Demoni.

“Effettivamente… ed è tutto merito tuo. Grazie amore!” Sussurrò dolcemente la ragazza con un sorriso imbarazzato.

“Rin…”

“Si?”

“Se ti alzi andiamo a fare colazione!”

Rin sgranò gli occhi e si mise seduta sul letto, tenendo sul petto le lenzuola.

“Non hai mangiato?”

Sesshomaru non le rispose ma lei comprese il suo sguardo. Voleva che facessero colazione insieme e lei aveva dormito come un ghiro fino a mattinata inoltrata!

“Due secondi e sono pronta!”

Sesshomaru annuì e lei imbarazzata sussurrò.

“P… potresti girarti… ecco sono…”

“Ti ho già vista nuda! Sbrigati!” Esclamò sentendosi leggermente offeso.

“Ma…”

“Avanti Rin!”

Imbarazzata, la ragazza annuì e scostò da sé le coperte. Quello che la sorprese fu la reazione di Sesshomaru, che sebbene non lo dette a vedere, davanti al suo corpo nudo si irrigidì, come se cercasse di trattenersi dal saltarle addosso... fu per lei un moto d’orgoglio.

“Tranquillo, mi fa lo stesso effetto vedere te nudo!”

“Rin!”

La ragazza scoppiò a ridere e lentamente si vestì. Lo adorava. Non ci poteva fare nulla, lo adorava con tutta se stessa.

“Ho solo una cosa da dirti prima di andare a cambiarmi!” Esclamò Rin scendendo dal letto e avvicinandosi al marito con passo calmo e controllato, prima di sollevare una mano per accarezzargli il collo.

“Dimmi!”

“Ti amo!”

Sesshomaru sgranò gli occhi, poi li chiuse godendosi la carezza al collo della moglie e infine annuì per poi lasciarsi tirare giù da lei e unire le loro labbra. 

 

Dieci minuti dopo, sia lei che Sesshomaru erano seduti nella grande sala da pranzo, l’una difronte a l’altro e chiacchieravano e mangiavano, come se stessero insieme da una vita.

La porta del salone principale si aprì ed entrarono l’ex Re Dei Demoni, che fulminò il figlio con uno sguardo che avrebbe messo paura persino al peggiore dei mostri, sua moglie e zia di Rin, e il piccolo Inuyasha, tra le braccia della madre, che come al solito giocava con i suoi capelli.

“Maestà!” Esclamò Rin alzandosi per fare un piccolo inchino a Inu No Taisho, per poi cercare di avvicinarsi a lui.

Sesshomaru le mise una mano sul braccio come a bloccarla, poi la guardò con un sorriso.

È furioso. Meglio non avvicinarlo!” Le spiegò.

“Ci sarà anche un buon motivo se sono furioso, figlio ingrato!”

Izayoi ridacchiò e Rin la guadò come a chiedere spiegazioni.

“Lascia perdere tesoro, stamattina il tuo maritino ha interrotto il mio…”

“Che?”

“Stamattina ho boicottato il lavoro alle sei, mandando mio padre alla barriera!” Spiegò Sesshomaru.

Rin sgranò gli occhi.

“Perché l’hai fatto?” Chiese al marito guardandolo con occhi dubbiosi.

 Aveva passato anni a studiare il regno dei demoni e sapeva per certo che il lavoro del Re non era da sottovalutare.

Era grazie al sovrano e al suo potere che i demoni erano in grado di vivere civilmente e stabilizzare il loro poteri, era sempre grazie al Re, che i demoni evitavano conflitti inutili e sempre a lui era dovuto l’equilibrio dei vari regni. Plagiata dalla volontà del padre, Rin in passato non aveva fatto caso a ciò che avrebbe comportato uccidere il Re. Se suo padre fosse riuscito nell’impresa di uccidere il sovrano o anche un membro della medesima famiglia reale, l’intero universo ne avrebbe risentito e con gravi conseguenze. Si sentì terribilmente in colpa per aver dimenticato Sesshomaru e aver tentato di ucciderlo in passato, dopo che aveva dimenticato.

“Già, figlio, perché?”

“Smettetela di lagnarvi padre, ho adempito lo stesso alle mie mansioni.”

“Sesshomaru!” Ringhiò il padre per poi zittirsi quando sua moglie prese a ridere.

“Avanti tesoro, comprendilo. Prima notte di nozze…”

“Smettila di difenderlo Izayoi, il Re ha dei doveri specifici e…”

“Amore, smettila tu di essere risentito. E’ vero, ci ha interrotti in un momento intimo, ma avremo modo di rifarci!” Izayoi era divertita, mentre Rin in quel momento comprese.

“Oh Kami, No!”

“Cosa tesoro?” Chiese Izayoi alla nipote.

“Per carità zia, non dar fiato alla bocca. Non voglio sapere quello che stavi facendo con sua maestà…”

“Perché no? Stavo facendo quello che tu stanotte stavi facendo con il tuo maritino!” La provocò beffarda.

Rin si portò le mani alle orecchie.

“No, no, no…non voglio sapere! Non voglio sapere!”

Izayoi scoppiò a ridere.

“Su Rin! Sei grande e devi sapere cosa succede nella camera da letto tra un uomo e una donna!”

“Lo so già!” Sbottò sotto lo sguardo attento di Sesshomaru.

“Ma ti devo insegnare…” Ridacchiò Izayoi.

“A quello, madre, se permettete ci penso io!” Esordì controllato Sesshomaru ma con un ghigno divertito. Izayoi sussultò nel sentirsi chiamare “madre” da lui e istintivamente si portò una mano sul cuore emozionata. Il Re Dei Demoni se ne accorse e le rivolse un sorriso dolce.

“Ma no! So già tutto, ho già imparato la lezione!” Sbuffò Rin nascondendo il viso tra le mani.

Sesshomaru si chinò verso l’orecchio della ragazza e sussurrò.

“Moglie, non hai visto nulla! Quello di stanotte non era che l’introduzione della lezione!”

“Ah! Oh Kami…” Fece alzandosi in piedi e rifugiandosi dietro la schiena di Inu No Taisho, non perché non sapesse cosa succedesse tra un uomo e una donna dentro il talamo nuziale, ma faceva già fatica lei stessa a non saltare addosso al marito tanto era bello, poi lui si metteva a provocare e lei ne era certa, se non si fosse allontanata all’istante da lui, lo avrebbe baciato e chissà cos’altro davanti la zia e suo suocero.

“Chi sei tu? Che ne hai fatto del ghiacciolo di mio marito?” Aggrappandosi alla coda del ex Re Dei Demoni come a cercare un ancoraggio sicuro. Inu No Taisho girò la testa verso di lei dubbioso e la guardò come a chiederle: “Che c’è?"

Rin timida gli rispose sempre con lo sguardo: “E’ una tentazione troppo forte tuo figlio!”

Per la prima volta in quella giornata, Inu No Taisho ridacchiò.

“Mio padre non ti proteggerà da me, donna!” Dichiarò gelido Sesshomaru.

“Chi ti dice che non lo farò?” Esordì divertito il demone.

“Non voglio essere protetta, ma lo uso come scudo contro i tuoi assalti ai miei sensi!”

“Grazie tante, ma posso fare di peggio, ho sempre grande potere su questo palazzo, e posso separare le vostre stanze, collocando Rin lontano da te, Sesshomaru, e vi potrete vedere solo per poco tempo!” Ghignò malefico Inu No Taisho.

“Non oserai!” Ringhiò il figlio maggiore.

“No, mai!” Protestò Rin sgranando gli occhi e guardando il suocero come se fosse diventato il peggiore dei mostri.

“Inu No Taisho, smettila immediatamente!” Lo richiamò la moglie seria.

“Non lo capisci che loro due stavano giocando con le parole e tu te ne esci con questa frase stupida? Devo forse farti un corso accelerato di relazioni in una coppia?” Sbottò.

“No!” Gemette l’Ex Re Dei Demoni, conoscendo le lezioni/punizioni della moglie. In bianco per tre mesi? Non avrebbe mai resistito.

Inu No Taisho mise un broncio adorabile e incrociò la braccia al petto. Sesshomaru e Rin guardarono Izayoi allibiti.

“Lo ha addomesticato!” Sussurrò incredula Rin.

“Padre…” Fece in tono sofferente Sesshomaru. Izayoi ridacchiò.

 

Da quel giorno i mesi passarono tranquilli e Rin adorava sempre di più vivere con Sesshomaru, la zia e il suocero. Aveva stabilito un rapporto degno d’invidia con Inu No Taisho, e non se la sentiva più di considerarlo solo il marito della zia, per lei era diventato un padre. In quei giorni il piccolo Inuyasha aveva preso a gattonare e si era legato a lei in modo morboso, infatti quando la vedeva era euforico. Passava ore seduta nei giardini del palazzo a vederlo giocare con il prato, lo prendeva in braccio e giocava con lui. Ovviamente passava molto tempo anche con il marito, che sebbene terribilmente impegnato con il suo lavoro di Re, trovava sempre il tempo per stare con lei. In quei mesi aveva anche rivisto il piccolo kappa Jaken, che dopo una serie di lamentele, era stato contento di saperla lì al palazzo.

La notte poi era sempre il momento della giornata che attendeva di più. Sesshomaru l’amava ogni sera, si prendeva cura di lei, la coccolava, anche se spesso la mattina non lo ritrovava nel letto a causa dei suoi compiti, sapeva di essere sempre nei suoi pensieri, come lui era nei suoi. Inoltre in quei giorni anche il rapporto con la zia era migliorato parecchio.

“Rin!” La chiamò Izayoi, e quando lei si voltò la vide a braccetto con il marito.

“Tutto ok?” Chiese. Rin abbassò il viso sul piccolo Inuyasha che giocava nel prato.

“Sì, zia, smettila di chiedermelo ogni cinque secondi, sei apprensiva! Inuyasha sta giocando!”

“Non sono apprensiva, Rin! Sono solo terribilmente felice. Non sono mai stata così felice in vita mia. Dico davvero!”

“Lo so zia, anche per me è così. Non posso credere che in passato ho odiato questo posto, che ho cercato di uccidere papà e Sesshomaru e…”

È il passato Rin, questo ora non importa più.” Esclamò Inu No Taisho. Rin sorrise.

“Ti voglio bene, papà!”

Inu No Taisho sorrise e annuì.

“Anche io piccola mia! Andiamo Izayoi!”

La donna annuì, si avvicinò a Rin e prese il figlio in braccio, poi le dette le spalle, ma si frenò un secondo dopo.

“Ah, Rin?”

“Si?”

“Sesshomaru mi ha detto che tra un'ora ti aspetta al giardino…”

Rin annuì e sorrise alla zia e al suo nuovo padre, poi si alzò e andò a fare una passeggiata al confine con la barriera, riflettendo sul fatto che il suo vero padre non l’aveva mai davvero amata, come invece non appena l’aveva conosciuta aveva fatto Inu No Taisho.

Un attimo dopo fu colta di sorpresa quando due mani l’afferrarono da dietro con un fazzoletto imbevuto di una strana sostanza che le fece perdere i sensi. Si sentì sollevare, poi il buoi totale.

 

To be continued

 

 Insicurezza Time su questo capitolo.

Buona sera ragazze/i eccomi qua con un nuovo aggiornamento di Dominus, spero che questo capitolo vi piaccia, perchè io ne sono terribilmente insicura.  Bando alle ciancie ringrazio infinitamente SuperSara, per avermi aiutato nel betaggio di questa storia. Ringrazio anche tutte quelle persone che hanno messo questa storia tra le ricordate, le seguite e le preferite e grazie di cuore a chi pazientemente mi dedica un minutino del suo tempo per recensirmi. Grazie di cuore e alla prossima

un grosso Kiss

Mei

   
 
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