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Autore: konomu    24/06/2009    5 recensioni
QUESTA è LA MIA PRIMA FANFICTION, RAGAZZI...spero che vi piaccia. la prima fanfiction delle avventure della sorellina di Jin Kazama. Commemtate!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era davvero lui. Era il mio fratellino, ma io non volevo neanche pensarci. Quegli occhi gelidi mi facevano quasi paura.
Dov'era finito quel caldo azzurro degli occhi di Jin? Dov'erano le sue mani? Mi colpivano. Chiusi gli occhi. Non avevo più il coraggio di vedere quella orribile scena.
Pensavo a Jin, ma al Jin che mi aveva comprato le figurine del torneo tekken, quello che mi aveva aiutata nei compiti di matematica, quello che era riuscito ad asciugarmi le lacrime.
No, colui che avevo davanti non poteva essere Jin.
Tremavo, piangevo, lo chiamavo, ma era tutto inutile. Quando quella sagoma alata si avvicinò a me cercai di non vivere, solo per un attimo... e svenni.
-Konomu, KONOMU!- Non avevo dubbi su chi mi stava chiamando. Mi svegliai. Il ragazzo bruno davanti a me mi accarezzava con i suoi occhi di velluto nero.
Sì, quella era la volta buona. Sarei riuscita a confidargli quello che provavo per lui.
-Hyou...-
-Cosa c'è piccola, non ti senti bene? Se ti serve io sono qui, puoi chiedermi qualunque cosa.-
 -No, ho bisogno di parlarti... vedi...- Qualcuno bussò alla porta.
ERA JIN!
Avevo voglia di corrergli incontro, ma avevo una gamba che mi faceva male e zoppicavo un po', così lo aspettai buona buona vicino al camino.
-...sorellina... -
-JIN! Non sai quanto mi sei mancato! Adesso sei qui con me! Non è bellissimo?-
-Quindi non sei arrabbiata con me, vero? -
-Come potrei mai esserlo? Non era colpa tua!-
E invece lo ero. Ero arrabbiata nera. Nella mia mente passarono milioni e milioni di ricordi passati con lui. E poi... quegli occhi. Quegli occhi di ghiaccio che mi avevano fatto passare attimi di terrore.
-Konomu, cos'è che mi stavi dicendo prima?- mi chiese Hyou.
-Niente Hyou, niente. Ora, se non vi dispiace, vorrei riposare.-
I due lasciarono la stanza. per un attimo mi resi conto di quanto la mia vita fosse inutile. Avevo un fratello che da un momento all'altro poteva diventare un demone, e un amore che non potevo rivelare. Era impossibile. Avevo quindici anni, e lui mi trattava come una bambina di cinque. Beh, dopotutto, non era così giovane. Avrebbe compiuto trentun'anni il 23 novembre, e io, solo quindici il 15 maggio. Mi ero veramente seccata. Avrei fatto vedere a tutti che non ero la solita, stupida "sorellina di Kazama".

  
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