Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Kengha    14/12/2017    6 recensioni
Erano passati quasi sei mesi da quello che era poi stato ironicamente chiamato “Inverno Perenne” e adesso il freddo, quello vero, era arrivato ad Arendelle. Il freddo e il ventiduesimo compleanno della Regina.
 Dopo le numerose pressioni di Anna, Elsa si era arresa ed aveva deciso di organizzare un ballo per festeggiare l’evento. Dopo le altrettante numerose pressioni dei funzionari di corte, era stato stabilito che a tale ballo dovessero essere presenti anche i pretendenti della Regina.

La voce si era sparsa in un istante, nonostante il categorico rifiuto della sovrana di fare degli inviti ufficiali: non avrebbe mai pregato nessun’uomo di prenderla come moglie.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono successe tante di quelle cose che non basterebbe un libro per raccontarle. Nonostante i secoli trascorsi dall’ultimo aggiornamento, la storia è ancora qui e sono più che intenzionata a finirla. Non so bene chi tra voi è rimasto, se questo fandom è ancora vivo e se c’è qualcuno ancora intenzionato a leggere ciò che scrivo… ma devo a chiunque abbia creduto in me, a chiunque abbia seguito questa storia, una degna conclusione. Mi è capitato spesso di pensare ad Elsa e Leanne, negli ultimi due anni: ho qualcuno che da Leanne è rimasto profondamente attratto e che mi ricorda continuamente della sua esistenza; quel qualcuno mi ispira ed incoraggia ogni giorno due anni e mezzo, ormai, e un grazie non sarà mai abbastanza. Ho iniziato a scrivere questo racconto durante l’estate tra il terzo ed il quarto liceo e ci è mancato poco che mi decidessi a finirlo in prossimità della laurea.
Questo è l’ultimo capitolo tra quelli che ho scritto tre anni fa, mi dispiace se il cambio di stile che noterete in seguito sarà percepito pesante. Ringrazio ancora di cuore Calime (è una vita che non ci sentiamo, se mai dovessi leggere, sappi che ti sarò sempre riconoscente per l’aiuto che mi hai dato e per aver creduto profondamente in me) per avermi fatto da beta per una grandissima parte di questa storia; e ringrazio tutti voi che ci siete stati, che mi avete commentato anche solo una volta e che mi avete sempre incitata molto. Non meritavate tutta quest’attesa, mi dispiace.
Come ho già detto, non so se c’è qualcuno ancora intenzionato a leggere ciò che scrivo, ma un finale ad Elsa e Leanne l’ho promesso.
“A Tale of Ice and Fire” doveva avere quindici capitoli, e così sarà.

Besos

Chapter 12


« Elsa ho una lettera dal tuo sposoooo! » cantò, spalancando la porta della stanza della Regina; il suo entusiasmo morì sul nascere nell’istante esatto in cui gettò il primo sguardo nella camera illuminata. Sua sorella era stesa sul letto completamente nuda, i biondi capelli sciolti che non bastavano a coprire né lei, né la donna allungata sotto, anch’ella senza vestiti. Anna la riconobbe nell’esatto istante in cui i suoi occhi ambrati, sgranati per la sorpresa, si posarono su di lei.
La Principessa Leanne del Regno del Sole.
Lanciò un’ultima velocissima occhiata alla sorella maggiore, che la guardava come fosse un cerbiatto spaventato. « Anna… posso spiegarti » azzardò la Regina, allungando un braccio in direzione della sorellina, che però stava già correndo fuori dalla stanza.
« Anna! » Urlò ancora la bionda, fissando il vuoto, nel punto esatto in cui era scomparsa. Con un lungo sospiro si abbandonò contro il petto ambrato della donna sotto di lei e quasi non si accorse di star piangendo. Leanne stette in silenzio e le accarezzò i morbidi boccoli platinati per alcuni minuti, stringendola forte per tranquillizzarla. « Va’ a cercarla, merita una spiegazione » disse poi la mora, carezzando dolcemente una guancia gelida di Elsa.
« Era così sconvolta… » biascicò questa con un filo di voce, volgendo uno sguardo alla sua compagna.
« Tesoro, ti ha appena colta in flagrante. Sarebbe rimasta sconvolta anche fossi stata mio fratello ».

***

Si era rivestita con una calma disarmante, lentamente come per cercare di rimandare disperatamente quel momento che, inevitabilmente era arrivato. Leanne non si era mossa dal letto, rimanendo principalmente in silenzio ad osservarla, sussurrandole di tanto in tanto frasi di incoraggiamento. Lei aveva vissuto una situazione simile quasi quattro anni prima, quando sua madre la Regina l’aveva ritrovata nascosta in biblioteca, mentre si baciava con una cameriera. Era difficile stabilire cosa aspettarsi da coloro che si aveva attorno, poiché ogni persona avrebbe potuto percepire la cosa in maniera totalmente diversa… ma, al contrario, il tumulto di emozioni che affliggeva l’interessato, quello era sempre lo stesso.
Elsa era spaventata, umiliata, si era chiusa in sé stessa e temeva profondamente il giudizio dell’adorata sorella minore.
Passò quasi un’ora prima che la Regina si decidesse ad uscire dalla sua camera da letto per andare a cercare Anna, sebbene sapesse fin troppo bene che c’era solo un posto dove la rossa principessa si era potuta andare a rintanare. Era quello stesso luogo dove l’aveva intravista nascondersi ogni giorno durante i loro tredici anni di separazione, l’unico che sapeva essere in grado di darle quel conforto da lei a lungo negato. Laddove poteva sempre trovare l’appoggio della sua più vecchia amica.
La platinata rimase con una mano appoggiata sulla grande porta di mogano della Galleria Reale, rimanendo in silenzio mentre osservava l’interno della stanza, mentre fissava la sorellina sdraiata scompostamente sul divano, sotto il quadro di Giovanna d’Arco. Prese un respiro profondo e nel medesimo silenzio fece il suo ingresso nella stanza, trascinandosi fino alla sedia posta accanto il divano dov’era accasciata la sorella. Rimanendo a guardarla in silenzio.
Le occhiate della Regina, tuttavia, non vennero minimamente ricambiate da Anna, che continuava a tenere gli occhi puntati verso il soffitto, immersa nei suoi pensieri, non troppo difficili da immaginare. Distrutta da quel silenzio più di come avrebbe potuto la più accesa delle discussioni, Elsa decise di prendere le redini della situazione, iniziando a parlare con voce fin troppo flebile.
« Anna, io volevo- ».
« È per questo che hai accettato di mandarmi con Kristoff? Così saresti potuta stare sola con… con lei? » E non fu tanto l’interruzione in sé per sé a far male, quanto il tono ferito della sorella e il modo in cui quel “lei” era stato pronunciato.
« No Anna, no, io non sapevo che Leanne sarebbe venuta. È stata una sorpresa anche per me! »
« Da quanto tempo va avanti? » La voce della principessa era priva di qualsiasi emozione, piatta, mortalmente seria. Dannatamente diretta.
« Insomma… non è che ci siamo viste o- ».
Questa volta però la rossa era stufa. Stufa delle bugie, dei giri di parole, delle frasi mancate; puntò i gomiti contro la fodera del divano e si tirò a sedere, voltandosi per guardare la sorella maggiore negli occhi. Ed Elsa credette di morire quando vide il volto lentigginoso dell’amata Anna grondante di lacrime
« Da quanto, Elsa? »

La Regina di Arendelle sospirò, incapace di guardarla negli occhi mentre si costrinse a farle quell’ammissione:
« Lo scorso inverno. Qualche giorno dopo il ballo noi… ecco, tra noi sono iniziate a cambiare delle cose ».
« Un anno » sibilò la principessa, scuotendo la testa con delusione, senza curarsi minimamente di interrompere la sorella maggiore « Quanto sono stata stupida! Ed io che ero convinta che ogni tua azione fosse giustificata dal fatto che volessi avvicinarti ad Alexander, che il tuo silenzio fosse dovuto alla sua mancanza. Le passeggiate, la danza in biblioteca… ero convinta che Leanne ti stesse aiutando ad ottenere ciò che volevi! Ma no. Tu avevi già quello che volevi e hai continuato a tenermelo nascosto. A mentirmi guardandomi negli occhi! » Improvvisamente Anna si ritrovò a pensare a tutte quelle occasioni in cui, vedendo sua sorella passare del tempo in compagnia della Principessa delle Isole del Sole, si era sentita sinceramente felice per lei, poiché convinta che la loro vicinanza fosse dovuta all’interesse di Elsa per suo fratello, Alexander, con cui infine si era fidanzata. Ripensò al modo in cui aveva sentito ridere la platinata al più delle parole delle dalla Principessa; ai sorrisi dolci che aveva notato le rivolgesse, realizzando quanto fosse stata cieca, chiusa, per non notare quanto sua sorella fosse diversa in presenza della loro bella ospite. Avrebbe potuto capirlo, ma Elsa avrebbe dovuto parlarle.
« Non avrei saputo quando dirtelo, è successo tutto così in fretta » tentò di giustificarsi la Regina.
« Lo stai facendo ancora » singhiozzò la rossa, mentre delle nuove lacrime sfuggirono ai suoi occhi limpidi. « Mentire. Sei diventata straordinariamente brava: magari convinci anche te stessa. Continui a mentire anche ora che non hai più muri dietro i quali nasconderti. Ce ne sono state di occasioni per dirmi la verità, Elsa. Che tu voglia ammetterlo o meno, ce ne sono state tante… anche prima di Leanne ».
Poteva essere infantile, a volte, ma la verità era che la Principessa di Arendelle non fosse più da tempo tanto ingenua: si trattava di qualcosa che la Sovrana aveva notato, a dire il vero e che, per quanto si fosse sentita sinceramente orgogliosa per la sua adorata sorellina, aveva ugualmente sottovalutato. Anna doveva aver facilmente collegato tutti i pezzi, compreso finalmente e realmente i motivi delle parole che la bionda le aveva rivolto quasi un anno prima, la sera del ballo, quando le aveva confidato che, anche se avesse sposato un uomo, non se ne sarebbe mai potuta innamorare, perché per lei l’amore sarebbe sempre stato qualcos’altro; di tutte quelle azioni che erano state fraintese, di tutte quelle parole dal significato ambiguo, era ora stata rivelata la limpida soluzione. Elsa congiunse le mani in un gesto frettoloso e tremolante, cercando quasi una sorta di pace interiore per poter trovare dentro di sé delle parole che in qualche modo si sarebbero potute considerare valide. Perché ora che era davanti a lei, a sua sorella, ora che vedeva Anna così ferita, qualsiasi cosa aveva pensato di dirle le sembrò improvvisamente sciocco.
« Temevo mi avresti respinta, non è facile da comprendere, da accettare… » biascicò dunque con un filo di voce. Si trattava della verità, ma troppo scossa la Principessa per poter dare un peso a quelle parole, troppo sconvolta.
« Ancora una volta hai deciso per me. Lo hai fatto con i tuoi poteri e lo hai fatto anche adesso. Io sono tua sorella, anche se francamente non credo di sapere più bene cosa significhi ». Anna singhiozzò e abbassò lo sguardo sul suo grembo, le mani giunte tra loro; così seduta, la Principessa sembrava davvero minuscola ed Elsa realizzò che in fin dei conti era ancora una ragazzina. Che lo erano entrambe. La Regina allungò lentamente una mano tremolante in direzione della minore e per un istante credette davvero di avere abbastanza coraggio da sfiorarla, poi quell’istante passò e la platinata si ritrasse appena un secondo prima che le sue dita toccassero le guance rosee della sorellina.
Era troppa la paura che sarebbe stata Anna a respingerla per prima.

Rimase ancora in silenzio, senza sapere cosa dire, come giustificarsi… perché non c’era davvero più nulla da aggiungere. Ancora una volta la verità era venuta fuori nel peggiore dei modi e la Regina sapeva che questo non aveva fatto altro che far vacillare inevitabilmente il rapporto con la sorellina. Un rapporto che si era impegnata a recuperare per mesi e mesi, un legame che dal tempo era stato quasi reciso e che la paura ancora una volta stava profondamente minando: non era certa di quanto avrebbe potuto più recuperare, a questo punto; era solo sempre più sicura di ciò che stava perdendo. Persa nei suoi pensieri, tormentata dalle grida di quel silenzio, a malapena si rese conto che sua sorella avesse estratto dalla tasca interna del suo gilet una missiva, e fu dunque la sua voce inattesa a farla rinsavire.
« Comunque, ero tornata per lasciarti questa lettera di risposta dal principe Alexander, anche se a questo punto non so più dov’è che con questo matrimonio tu- »
« Anna ». Questa volta fu lei ad interromperla, sapendo che quella era l’ultima occasione che le veniva concessa per finirle di spiegare.
« Ho annullato le nozze ». Lapidaria, gelida come il ghiaccio che riusciva a creare, diretta come poche altre volte lo era stata in vita propria.

Gli occhi della principessa si dilatarono e la guardò senza vederla veramente. Era stata lei la prima a comprendere che Elsa non fosse pronta a sposarsi, ma non immaginava che sarebbe stata capace di chiedere un annullamento; vista l’insicurezza che caratterizzava la Regina, doveva esser stata davvero disperata per giungere a quel punto ed una piccola parte di lei la spinse ad addossarsi una minima parte di quella colpa. S’incolpò per essere stata così maledettamente cieca e presa da Kristoff, perché Elsa aveva sbagliato e, sebbene fosse rimasta profondamente ferita dal comportamento della sorella, anche ella stessa -con la sua eccitazione per il matrimonio imminente- non aveva speso troppo tempo per cercare di capire cosa effettivamente non andasse in Elsa, al di là della chiara insicurezza.
C’era Leanne, e lei non poteva minimamente immaginarlo, ma così come per l’incoronazione, anche quella del matrimonio era stata una cosa organizzata più per necessità e senso del dovere, che per desiderio. Anzi, alla luce dei fatti, unicamente per dovere. Elsa era stata turbata, triste, indecisa, e lei avrebbe dovuto provare a capire; non sarebbe stato facile, ma mai qualcosa era facile quando si trattava di sua sorella -ormai era una cosa che aveva imparato a care spese-, però avrebbe potuto romperlo, quel muro di ghiaccio.

La verità era che non ci aveva nemmeno provato.
C’era Leanne da quasi un anno, nel cuore di sua sorella, era stato per lei che aveva pianto e a lei che, con chiara evidenza, aveva ostinatamente scritto. Anna aveva visto tante di quelle lettere lasciare il castello da averne perso il conto da tempo, ormai: aveva sussurrato più volte con eccitazione nelle orecchie di Kristoff quanto sua sorella sembrasse presa dal Principe delle Isole del Sole e solo adesso le era chiaro quanto tutto l’interesse di Elsa fosse invece da sempre rivolto non tanto ad Alexander, quanto alla sua sorella minore. Doveva aver scritto anche a lui, talvolta, indubbio il fatto che -in qualche modo- i due si fossero tenuti in contatto, ma di certo le parole a lui rivolte erano state prive di qualsiasi tipo di sentimento. Si trattava di politica, e nient’altro.
« Ho chiesto ad Alexander di poter mandare avanti l’alleanza, immagino che in quella lettera ci sia il suo responso » concluse la Regina dopo lunghi secondi di silenzio. Anna si rigirò tra le mani la lettera e con un sospiro si decise a porgerla alla sorella maggiore.
« No » sospirò la sovrana « Voglio che sia tu a leggerla. Per quanto possa valere, sebbene sia troppo tardi, qualunque cosa mi abbia scritto Alexander non deve essere un segreto per te ».
E per quante colpe avesse, quelle parole furono troppo.
« Oh! » Esclamò secca ed ironica Anna « Adesso… adesso che ho scoperto la verità, ovviamente, non devono esserci più segreti tra noi ».
« Anna, hai ragione ad essere arrabbiata, io- ».
« “Io, io, io”, ancora una volta capisci unicamente ciò che vuoi. Io non sono arrabbiata -okay, forse un pochino sì-, sono principalmente e profondamente delusa! Hai deciso che ti avrei giudicata ancor prima di cercare di capire la mia posizione a riguardo! » Urlò la rossa, scatenando questa volta la reazione immediata della bionda sorella, i cui occhi di ghiaccio si riempirono di lacrime di rabbia, frustrazione e dolore.
« Certo, perché io sarei dovuta venire ad te a chiedere la tua opinione su questo genere di relazione! Dirti che non riuscivo in alcun modo a provare nulla per un qualsiasi uomo, soprattutto dopo aver visto la tua emozione nel credermi innamorata di Alexander! »
E in un’altra occasione vedere Elsa in quel modo avrebbe ucciso Anna, perché la Regina si era sempre posta come forte dinnanzi a lei e, per quanto evidente fosse la maschera, la rossa aveva sempre finto di crederci, consapevole che sua sorella dovesse convincere sé stessa, più che il mondo. In un’altra occasione Anna avrebbe sofferto per quella reazione, per quelle parole e per l’evidente dolore, ma era troppo ferita a sua volta per riuscire a capire le ragioni della bionda.
« Sarebbe stato meglio che mentirmi, sì ».
« Non ti sei posta il minimo problema che magari, e dico magari, non è qualcosa di semplice di cui parlare? » Elsa comprendeva la delusione e la rabbia di Anna, ma come poteva, d’altra parte, la sorellina non arrivare a comprendere le difficoltà di una simile situazione? Si alzò in piedi di scatto, guidata dall’impeto della discussione « Mi rincresce il fatto che tu sia dovuta venire a scoprirlo in questo modo, sono dunque venuta per spiegarti e per chiederti perdono. Ma non sono qui per giustificare il ritardo della mia scelta ».
Indubbiamente, il fatto che la verità fosse venuta a galla a causa di una situazione tutt’altro che fraintendibile era qualcosa di cui la Regina di Arendelle si sarebbe per sempre profondamente vergognata, dal canto suo, per Anna la faccenda era ben diversa.
« Il punto è che tu non hai scelto un bel niente, io sono venuta a sapere la verità per puro caso! Quanto tempo sarebbe dovuto trascorrere prima che tu ti sentissi pronta? Quante altre bugie mi avresti ancora detto? Come avresti giustificato la presenza della Principessa del Sud, qui? Mi avresti detto che stavate organizzando il matrimonio, immagino… mentendomi anche sulla faccenda dell’annullamento! »
« Avrei trovato un modo per spiegarti, ora che non c’è più il matrimonio di mezzo ». L’ennesima bugia, e lo sapevano entrambe.
« Ora che non c’è più il matrimonio non sarebbe cambiato un bel niente. Perché il punto è che avresti dovuto parlarmene più di un anno fa, quando per la prima volta intavolammo la discussione dei pretendenti! »
« Certamente, avrei dovuto parlartene subito dopo la scoperta dei miei poteri, immagino ».
« Avresti dovuto, sì, perché adesso, ad un anno e mezzo di distanza, di certo la situazione è cambiata ». La pungente ironia di quella constatazione arrivò a colpire Elsa come una coltellata, ma il suo tentativo di controbattere non venne minimamente preso in considerazione dalla furente Principessa che, come un fiume in piena, continuò ad urlare « Continuando a nascondere ciò che sei non risolverai un bel niente! Si è venuto a sapere dei tuoi poteri e si verrà a sapere anche della tua relazione con Leanne… e le persone ti crederanno un mostro, ma non perché tu lo sia realmente, ma perché sei la prima ad esserne fermamente convinta! » Era stata brusca, era stata diretta e l’effetto di quella frase arrivò immediatamente.
La Regina, infatti, abbandonò la stanza correndo e tra le lacrime. Una parte di Anna, quella che si era ripromessa di sostenere la sorella in ogni circostanza, si pentì un istante dopo di quelle parole… un’altra, quella ferita dal comportamento di Elsa, pensò che forse quel suo sfogo a qualcosa sarebbe servito e che magari avrebbe spinto la Regina a riflettere.
Guardò il punto dove era scomparsa e solo in quel momento, quando il silenzio avvolse di nuovo la stanza, si rese conto di avere ancora stretta tra le mani la lettera del principe Alexander. I suoi occhi si posarono sul quadro della Pulzella d’Orleans e, per la prima volta in quasi venti anni, non le fu di alcuno conforto.
Questa volta, lei ed Elsa, dovevano vedersela da sole… completamente.

   
 
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