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Autore: Nene_92    18/02/2018    8 recensioni
 INTERATTIVA - (ISCRIZIONI CHIUSE )
(la storia fa parte della serie "Grimm")
 
Inghilterra, 2022
Eleonore Grimm, durante un pomeriggio passato con i nipoti, racconta loro la fiaba di Cappuccetto Rosso. Quello che non si aspetta è di trovare, in mezzo al diario di Jacob, una misteriosa lettera che sembra essere indirizzata proprio a lei.
 
Durmstrang, 1802
Per la prima volta nella storia, Hogwarts viene lasciata fuori dal Torneo Tremaghi.
Quell'anno infatti, a giocarsi la Coppa saranno gli Istituti di Durmstrang, Ilvermony e Murrinh-Patha.
Tra i tanti studenti desiderosi di partecipare, si trovano anche loro: Jacob e Willhelm Grimm, i famosi fratelli delle fiabe "horror" babbane.
Hanno solo 17 anni, non sono ancora famosi. O almeno non lo sono ancora nel mondo babbano, visto che nel mondo magico la loro famiglia è invece nota da secoli come "il terrore dell'Europa".
Eppure, gli eventi che li travolgeranno quell'anno, saranno proprio lo stimolo che li porterà a scriverle.
.
Volete sapere come? Non vi resta che leggere.
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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Ehilà!
Ebbene sì, sono ancora viva.
Vi chiedo immensamente scusa per questo enorme ritardo, ma ho avuto un periodo al lavoro talmente pesante che  quando finalmente tornavo a casa l'unica cosa che ero in grado di fare era mettermi il pigiama e andare a letto.
Sì, lo so che molti di voi pensavano di non vedermi più, ma ormai non manca molto alla fine, perciò lasciarvi a 3/4 proprio adesso non avrebbe senso. Abbiate fede, io finirò questa storia. E' una promessa.

Detto ciò vi lascio al capitolo (che sarà più corto del solito - #sorry - ma se volevo pubblicare e non lasciarvi a bocca asciutta ancora a lungo ho dovuto tagliare. Mi rifarò col prossimo!).

Buona lettura! ;)



Riassuntino delle puntate precedenti:
- nel 2022 il ramo inglese dei Grimm, dopo aver letto il diario di Jacob, decide di recarsi in Germania, inoltre Eleonore chiede alla sua vecchia compagna di scuola Virginia di ricreare il mantello di Cappuccetto Rosso, visto che, dopo secoli che erano andate perdute, le istruzioni sono state ritrovate proprio in mezzo al diario del suo antenato.
- nel 1803 sono tutti tornati a Durmstrang dopo la fine delle vacanze primaverili: durante queste ultime, Jacob riporta Sascha da suo padre e le svela le sue vere origini; Livvy inizia a sentire delle voci che la costringerebbero a passare "al lato oscuro" e l'unico al quale riesce a confidare tutto è Liam; Bianca e Willhelm riescono a convicere Elijah a cambiare il contratto, in modo da potersi sposare; Heidi scopre che il fidanzamento che riteneva sicuro è stato mandato all'aria dalla matrigna e Trystifer scopre che Mike è un farshee.
Intanto gli studenti continuano a sparire e manca pochissimo alla Terza Prova del Torneo Tremaghi.



- Tremotino -




giugno 2022, Londra, Villa Grimm


"Hans?"

Eleonore stava attraversando il corridoio quando aveva intercettato con la coda dell'occhio la figura del fratello: Hansel si trovava davanti all'albero genealogico dei Grimm, apparentemente intento a scrutarlo.

Intuendo i pensieri del ragazzo, la Corvonero lo raggiunse, abbracciandolo in vita e appoggiandogli la testa sulla spalla destra, mettendosi così a sua volta a fissare il punto che - almeno presumeva - ne aveva attirato l'attenzione.

"Stavo pensando a come il destino, a volte, sembri prendersi gioco della realtà." Osservò l'ex Serpeverde, sfiorando con la mano un determinato punto dell'albero genealogico e dando così conferma alla sorella della veridicità delle sue intuizioni.

I nomi e i volti di Jacob ed Erika Grimm erano proprio lì, davanti a loro, uniti con la tipica doppia linea che indicava il matrimonio. E sotto di loro si trovava il nome della loro unica figlia, Eleanor, nata parecchi anni dopo la sua celebrazione.

"Non che ci abbia mai fatto caso più di tanto, ma me lo sono chiesto, almeno una volta o due, da dove cavolo fosse uscito quel nome. Eleanor non era un nome tipico della famiglia Grimm, prima del 1800." Continuò Hansel, ancora assorto nei suoi pensieri.
"Sul serio con tutti i problemi che abbiamo avuto negli anni, hai perso tempo a scervellarti su un nome?" Scherzò lei, cercando così di alleggerire l'atmosfera.
"Ma certo Elly. In fondo quel nome è anche il tuo." Rispose lui "Papà l'ha soltanto 'inglesizzato' visto che Eleanor è tedesco. E questo ci riporta al mio ragionamento iniziale: il destino si è divertito parecchio a prenderci per il culo. E a ribaltare tutto quanto."
Dal momento che la ragazza non commentò nulla, il cacciatore si sentì in diritto di continuare. "La sorella di papà, la zia che non abbiamo mai conosciuto, Eleanor Grimm: uccisa da un lupo mannaro quando sapeva a malapena camminare. La stessa creatura che ha utilizzato Jakob per uccidere nostra madre." Continuò stringendo i pugni "Poi ha cercato di uccidere te utilizzando il medesimo trucco. Ed ecco il triangolo Jacob - lupi - Eleanor si ripropone. Senza contare che..." Continuò con un sorriso strano "Beh, lo sai anche tu che papà è sempre stato un po' ribelle: il nome Gretel l'ha scelto consapevolmente, in fondo. Con il tuo voleva soltanto rendere omaggio alla sorella..."
"Ma io ho continuato la strada mettendomi con Daniel." Continuò la sorella, iniziando a capire il senso del discorso del fratello e sorridendo appena. "Di nuovo: Grimm, Eleanor e sondereith."
"Ma non il primo." Confermò Hansel "In fondo qualche anno prima era toccato a James, no? E
cos'è James, se non la versione inglese del nome Jacob?"

Dopo quell'ultima affermazione, per qualche secondo i due fratelli restarono in silenzio, intenti a scrutare l'albero genealogico della loro famiglia, quasi come aspettandosi che quest'ultimo iniziasse a sputare fuori tutti i segreti che aveva racchiuso negli ultimi secoli.

Poi, di punto in bianco, Eleonore scoppiò a ridere. "E dire che Jakob era così fiero del suo nome! Se solo avesse saputo il vero significato nascosto dietro alla fiaba! Non un inno al cacciatore che uccide il lupo, come abbiamo sempre pensato, ma una metafora: tolta la pelliccia, la lupa torna ad essere una ragazza normale. Come qualunque altra."


-----------------


1 maggio 1803, Castello dei Welfenbuttel


Data l'ora tarda e il buio pesto che ormai filtrava dalle grandi finestre che si trovavano un po' in tutto il castello, Sascha, dopo aver consumato una cena in compagnia di alcuni elfi domestici, aveva deciso di recarsi nelle sue stanze per andare a dormire.

Peccato che, una volta arrivata lì, avesse trovato il suo letto già occupato.

Sbuffando apertamente, la ragazza si avvicinò a Jacob, intenzionata a fare di tutto per svegliarlo - e anche a farlo velocemente sloggiare.

"Jacob! Svegliati!"

Peccato che non avesse fatto i conti con il sonno pesante del ragazzo, che continuò a dormire profondamente, incurante delle sue leggere scrollate.

Finalmente, dopo un bel po' di tempo, il Grimm si decise ad aprire pigramente gli occhi, rispondendole con un borbottio indefinito che a lei risuonò più come un grugnito. Seguito dallo sprofondare nuovamente del suo volto dentro al cuscino. "Sono stanco maledizione! Voglio dormire."
"Beh si da il caso che lo voglia fare anch'io." Rispose Sascha arrabbiata, incrociando le braccia al petto. "Peccato che..."
"E allora mettiti a dormire anche tu, accidenti!" La interruppe irritato il cacciatore.
"Ma ci sei tu nel letto!"
"E allora?" Ribattè lui "Non mi dai mica fastidio!" 

Mentre Sascha sgranava gli occhi per quella risposta, arrossendo, boccheggiando e cercando un modo per ribattere, il ragazzo approfittò di quell'attimo di smarrimento per alzare il braccio destro e rilasciare una piccola ondata di energia che la fece crollare sul letto accanto a lui.
Poi, ignorando sia i goffi tentativi della lupa di opporsi alla cosa che le sue proteste, la afferrò per la vita per trascinarla al suo fianco, coprendo entrambi con la pesante coperta e zittendo ogni mugugno con un bacio.
"Dormi e basta Eleanor. Non è così difficile: basta chiudere gli occhi. Buonanotte."

Pochi secondi dopo, nonostante il corpo rigido della ragazza al suo fianco, si era di nuovo addormentato. 



*-*-*-*-*-*


A un mugnaio con una bellissima figlia capitò un giorno di parlare con il re e, per darsi delle arie, gli raccontò, mentendo, che sua figlia sapeva trasformare la paglia in fili d'oro.
Tanto disse e tanto fece che, avendolo reputato convincente,
il re alla fine gli credette.



Patton veva iniziato a strillare come un'aquila, urlando a Camille di mettersi in salvo e che ci avrebbe pensato lui a proteggerla. 
Poi aveva iniziato a farneticare qualcosa inerente al complotto delle piante e sul fatto che lui avrebbe dovuto pensarci prima che i libri erano fatti di carta. 
Pertanto, secondo la sua modesta opinione, il libro li stava attaccando. 
E per quel motivo lui si era sentito autorizzato a dare fuoco, dopo di lui, all'intera biblioteca.

(da cap. 27, Cenerentola)



30 aprile 1803, Durmstrang



"Visto Livvy? Non è necessario avere fantasmi che ti perseguitano per provare istinti omicidi." Sentendo quelle parole, la tuonoalato deglutì sonoramente, combattuta tra la voglia di scoppiare a ridere e la reazione che quella frase sussurratale all'orecchio da Liam - e destinata soltanto a lei -  le aveva appena scatenato.

Così come Tyler - che si trovava a poca distanza e che osservare la scena con occhi sgranati - anche loro erano stati attirati in quella saletta dalle urla di Camille.
La ragazza infatti, ormai completamente fuori di sè, teneva stretto Patton - che era piegato su se stesso a causa della forte differenza di altezza - per il nodo della cravatta e gli puntava la bacchetta contro mentre gli urlava addosso.

"QUELLO ERA IL MIO LIBRO!"
"Ma Cammie! Ci stava attaccando!"
"MA QUALE ATTACCO! SONO STATA IO!"
"Parli così perchè ti ha confuso con..."
"IL LIBRO NON ERA VIVO! HO UTILIZZATO IO UN INCANTESIMO DI LOCOMOZIONE PER ESERCITARMI, EMERITO IDIOTA!"
"Cammie, tu pensi di aver utilizzato quell'incantesimo, ma in realtà..."
"NON CI PROVARE NEANCHE! NON CI PROVARE NEANCHE A GIUSTIFICARE LE TUE STRONZATE! HAI APPENA BRUCIATO UN LIBRO! IL MIO LIBRO! E VUOI FARE LO STESSO ANCHE CON L'INTERA BIBLIOTECA! TU-SEI-PAZZO!"


"Secondo voi bisogna intervenire?" Domandò a quel punto Tyler in un sussurro preoccupato, incerto su come agire.
"Naaa, Camille se la sta cavando egregiamente anche da sola." Lo bloccò Liam, sistemandosi meglio sulla poltrona per godersi lo spettacolo e allungando il braccio per attirare Livvy a sè e farla sedere sulle sue gambe.
"Veramente intendevo per aiutare Patton." Lo contraddisse il magicospino.
"Scherzi? E togliermi così tutto il divertimento?" Replicò il wampus mentre le labbra di Livvy, davanti a quello scambio di battute, si incurvavano in un leggero sorriso. "Lo sai quante volte ho sognato di poterlo fare io?" Continuò Liam abbassando di nuovo la voce ad un sussurro, in modo che solo lei potesse sentirlo "E adesso che lo sta facendo Camille, voglio soltanto godermi lo spettacolo. "


*-*-*-*-*-*


"Ok, adesso basta."

Reyna era appena rientrata nella sua stanza dopo essere stata a lezione quando si era ritrovata a sbottare infastidita quella frase.
Era uscita quella mattina, lasciando una Heidi sonnolenta nel letto. Ed era rientrata nel pomeriggio, ritrovando la compagna di stanza nella medesima posizione, come se il tempo per lei non fosse minimamente trascorso.
E infatti, nonostante avesse decretato quelle parole con un tono di voce abbastanza alto, Heidi non si era premurata neanche di alzare la testa.

"Guarda che sto parlando con te." Continuò imperterrita la Black, avvicinandosi con convinzione al letto dove l'amica era sprofondata in uno stato comatoso ormai da giorni, sottraendole con uno scatto deciso la coperta e le lenzuola. "Non ne posso più di vederti in quel letto, quindi tirati su, alzati, scegli un vestito da mettere al posto di quella camicia da notte e, soprattutto, vai a farti un bagno. Magari non te ne sarai minimamente accorta, visto come sei presa ad autocommiserarti ma, se non te ne sei accorta tu, lascia che te lo dica io: tu puzzi."
"Carino da parte tua farmelo notare." Commentò piatta Heidi, alzando però finalmente la testa per gettarle un'occhiata perplessa.
"La tua situazione è alquanto orribile e posso soltanto immaginare come ti senti, ma se non sarai tu la prima a provare a reagire per cercare di uscirne, di sicuro le cose non si sistemeranno da sole." Continuò imperterrita Reyna, già considerando un buon risultato essere finalmente riuscita ad ottenere la sua attenzione "E di certo restare qui a piangerti addosso non servirà a nulla. Quindi abbandona quel letto e alzati."
"E tu dici che farmi un bagno mi aiuterà?" Rispose sarcasticamente l'alastyn.
"Ovviamente no. Ma di sicuro aiuterà me a restare in questa stanza, tanto per cominciare." Replicò l'inglese, ormai decisa ad ottenere il suo scopo. "Poi, quando sarai pulita e profumata, potremo provare a pensare a qualcosa. In fondo si sa: due cervelli sono meglio di uno. Su forza, andiamo: ho allertato prima gli elfi domestici, quindi la vasca sarà già sicuramente pronta." Concluse il discorso, tirandola quasi su a forza e iniziando a spintonarla verso il bagno, senza lasciarle la minima possibilità di replica.


*-*-*-*-*-*

"Ecco Powell, tieni pure la tua preziosa lettera e completala! Secondo me manca solo il paragrafo dove ti vanti di avere inventato la pietra filosofale!" Lo derise Liam un'ultima volta, prima di dileguarsi velocemente dalla camera da letto.

(da cap. 25, Vacanze primaverili)



Il re condusse la fanciulla in una stanza piena di paglia, la mise davanti al filatoio e disse: "Se in tutta la notte, fino all'alba, non fai di questa paglia oro filato, dovrai morire."
Poi la porta fu chiusa ed ella rimase sola.
La povera figlia del mugnaio se ne stava là senza sapere come salvarsi, poiché non aveva la minima idea di come trasformare la paglia in oro.
Fu così che finì per scoppiare in un pianto disperato.





Tu sei pazzo.
Tu sei pazzo.
Tu sei pazzo.
Tu sei pazzo.


Era da ore che Patton se ne restava completamente immobile, apparentemente intento a fissare la parete bianca davanti a lui, senza però vederla davvero.
Era da quando Camille gli aveva urlato quella frase che aveva perso completamente il senso della realtà.

Dopo quelle quattro parole, non aveva più registrato nulla di tutto ciò che era uscito dalla bocca della Serpecorno.
E neanche di ciò che gli stava accadendo intorno.
Non aveva notato l'espressione stupita di Tyler, non aveva visto quella divertita di Livvy e neanche il ghigno soddisfatto di Liam, felice che finalmente qualcuno avesse agito al suo posto.
Non aveva neanche fatto caso alla figura del Preside Hartnell il quale, probabilmente attirato dal trambusto, si era profilato improvvisamente davanti alla porta.

Nel momento in cui quelle parole erano uscite dalla bocca della ragazza, ogni discussione e ogni cosa aveva perso improvvisamente importanza per lui.

Tu sei pazzo.

TU
SEI
PAZZO

Tre parole.
Erano bastate tre parole e improvvisamente Patton Powell aveva smesso di sentirsi completamente invincibile.

Lui non aveva poteri magici che lo rendevano speciale perchè, come aveva scoperto sin troppo presto, non era l'unico a possederli. Soltanto uno dei tanti.
Non aveva capacità particolari, perchè c'erano persone molto più capaci di lui.
Non aveva un cervello sopraffino, perchè non riusciva neanche a ricordarsi le regole più basilari della grammatica.
Non aveva un cervello sopraffino, perchè non riusciva a sbrogliare il mistero che avvolgeva la scuola da quando vi avevano messo piede.
Non aveva un cervello sopraffino, perchè nonostante tutti i suoi poteri magici non era mai riuscito a far diventare suo padre ricco come meritava. L'unico che poteva ringraziare per averlo tolto dalla miseria era il suo magnanimo Preside.
Lui non era in grado di trasformare la paglia - o qualsiasi altra cosa - in oro
, anche se era ciò che aveva fatto credere ai suoi compagni schiavi, quando era tornato per la prima volta a casa, dopo il primo anno passato ad Ilvermony.

Lui era solo un pazzo.
Un piccolo, povero e pazzo ex schiavo che si era soltanto montato la testa.


---------


Spero vivamente che il legame tra Patton e la favola di Tremotino sia chiaro: non è il personaggio di Tremotino che mi interessava, in questo caso, ma più la questione della povertà del mugnaio, che però è in grado di sparare bugie abbastanza convincenti da convincere anche il re.



  
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