Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Zomi    21/02/2018    4 recensioni
A fine agosto Sanji aveva realizzato il suo sogno.
Con sguardo fiero e sigaretta fumante che pendeva dalle labbra, fissava l’interno del suo locale animarsi con la luce mattutina, in attesa dei clienti ormai diventati fissi dal non troppo lontano giorno in cui aveva inaugurato la sua pasticceria.
*Fanfiction contenete coppie strane. Il Forum consiglia la lettura a un pubblico con un alto tasso di sospensione dell'incredulità. Può presentare tracce di latte e frutta a guscio*
{FanFiciton partecipante al Crack&Sfiga Ship's Day indetto dal Forum FairyPiece}
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Sanji, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                             


S
e con il sole la pasticceria brillava di vita, ammaliando la clientela con gli aromatici e zuccherini odori e con i mille colori che la pasta frolla poteva assumere, con la pioggia il locale acquisiva le sembianze di un caldo e sicuro punto di ritrovo per ritemprarsi dalle temperature in discesa e scrollarsi di dosso l’acqua piovana ritrovando ristoro in una calda cioccolata e in qualche ciambellina appena sfornata.
Sanji  ne andava orgoglioso.
Il suo locale era un porto sicuro ed era lieto di sapere che gli habituè affrontassero le intemperie per arrivarci, trovando non solo le sue prelibatezze ma anche un ambiente sicuro in cui sostare.
-Tiramisù invernale e Torta di Rose- posò il piattino sul tavolino, volteggiando e inginocchiandosi ai piedi di Kayme –E una rosa vera per te mia sirena!-
La verdina ridacchiò, accettando il fiore offertole ricambiando un sorriso pieno di sole in quella uggiosa giornata.
-E a me?- chiese il suo accompagnatore rivolgendosi a Sanji  con un ironico occhiolino–Niente fiore?-
-Sei fortunato che ti serva Duval!- sbottò il biondo, tornando dietro il bancone, evitando la porta a stantuffo che si aprì e si richiuse velocemente in un sospirato battito di ciglia.
Il pasticcere scosse il capo, riportando il vassoio vuoto al suo posto.
-Quante volte nell’ultima ora?- aprì la vetrinetta estraendone una decina di mignon tra Bavarese allo yogurt e Mezza Luna al lampone.
-Otto!- replicò secca Pudding, dandogli un colpo di fianchi per spostarlo dalla vetrinetta e infilandoci dentro due torte –E dubito finirà presto-
Fu il turno di Sanji di sospirare.
La situazione era insostenibile già da mesi, ma quella mattina aveva raggiunto il culmine della sopportazione.
Sia di lacrime che di sorrisi a faccia in giù: figuriamoci di sospiri!
-Forse aveva un impegno- si lisciò il pizzetto riflettendo –Potrei provare a chiamarlo-
-Già fatto- si armò di coltello la castana, portandosi l’Entremêt vicino.
Sanji giurò di aver visto tremare il dolce, ma lo lasciò al suo destino ignorandolo.
-E…?- la esortò a continuare.
La lama lucente e affilata dell’utensile sfilettò rapida la copertura rigida al cioccolato, affondando fino all’impugnatura nella crema morbida.
-E non ha risposto!- sbottò con occhi luccicanti Pudding, entrambe le mani a conficcare il coltello nella vittima dolciaria.
Il biondo scosse il capo, piegandolo appena quando sentì il campanellino della porta aprirsi per annunciare l’arrivo di Law e Rufy, un ombrello fradicio ripiegato con cura mentre il maggiore seguiva il minore ad un tavolo. Non si mosse nemmeno, certo che il teatrino della sua collaboratrice si stesse ripetendo.
Non appena le dolci note della campanellina avevano smesso di tintinnare, Cosette si era precipitata alla porta che divideva la pasticceria alle cucine adiacenti, aprendola in un soffio e scrutando i nuovi arrivati.
Un’occhiata per riconoscerli e un sospiro deluso prima di ritornare ad inabissarsi tra i profumi dolci delle creme.
-Nove- contò Pudding, sistemando l’Entremêt su un vassoio, gli occhi dardeggianti rivolti alla collega biondo ramata, compatendola per l’angoscioso stato malinconico in cui versava.
Nove.
Nove le volte in cui Cosette si era precipitata al bancone per vedere se arrivava, per accoglierlo con il sorriso mesto che gli dedicava da settimane, per accertarti che fosse venuto anche in quel giorno di pioggia e per essere certa che non si fosse dimenticata di lei.
Nove volte in un’ora Cosette era accorsa cercando l’arrivo di Niji.
Ma di lui, nessuna traccia.
-Può essere che abbia avuto da fare- scrollò le spalle Sanji, per nulla impensierito dall’assenza del gemello –Sai, lavorare, contribuire al fatturato aziendale… non venir a rompere le scatole ogni benedetta mattina qui!-
-Non dire castronerie!- lo zittì acida la castana, puntando i pugni ai fianchi con guance gonfie e rivolgendogliele.
-Quel babbeo di tuo fratello è stato presente ogni santo giorno da quando abbiamo aperto quasi un anno fa!- pestò un palmo sul bancone, afferrando soprapensiero (non era certo di quanto) il coltellaccio con cui aveva lavorato poco prima –Ogni santo giorno!- rimarcò.
-Anche quando Cosette gli teneva il broncio, anche quando gli rivolgeva gli occhi ricolmi di lacrime, anche quando lo evitava tutta la mattina!- incrociò le braccia sotto i seni -È successo qualcosa- assottigliò gli occhi –E questo qualcosa dovrai risolverlo tu!-
-Io?!- s’indicò il petto perplesso Sanji –Perché io?!?-
Che centrava lui con la scomparsa mattiniera di Niji?!
Non poteva chiedere a qualcun altro?
Non che volesse abbandonare una povera fanciulla bisognosa d’aiuto come Cosette, o deludere le aspettative della materna e dolce Pudding… ma a rintracciare suo fratello non ci teneva proprio!
-Oh- si incupì la pasticcera, sgranando gli occhioni color caramello e portandosi un pugno chiuso alla bocca a coprire il labbro tremante –Tu…- tirò su con il naso, le pupille cariche di lacrime come le nuvole nel cielo di pioggia -… tu… vuoi forse dire che… che non vuoi aiutarmi a, sigh, rendere felice Cose…-
-Oh mia adorata! Quale disonore causare queste tue lacrime!- lanciò al cielo le braccia, rimangiandosi le sue proteste e flagellandosi interiormente per aver solo osato pensare di non esaudire il desiderio di quella fragile e innocente creatura sull’orlo delle lacrime che aveva dinanzi –Farò tutto ciò che è in mio potere! Setaccerò la città, perlustrerò le fogne! Tutto per trovare…-
♪Dlin dlon♪
-... Niji?-
Zuppo da capo a piedi, il cappotto che gocciolava di pioggia sul pavimento lucido del locale, passo strascicato, ciuffo appesantito dall’acqua e respiro affannoso, Niji avanzò nell’All Blue Pâtisserie.
Urtò traballante l’imponente mole di Duval, imprecò contro Rufy e la sua risata fino a quando non raggiunse uno sgabello del bancone, abbandonandosi su di esso con un lungo rantolo.
Sanji lo studiò con attenzione e a debita distanza.
Respirava a fatica, tremava sotto il pesante cappotto e dubitava si fosse accorto che aveva raccolto ogni singola goccia di pioggia sotto sui aveva camminato.
-Ehi- lo fece sussultare, contrandosi con i suoi occhi stanchi e arrossati –Tutto ok?-
Quello fece una smorfia, aprì bocca per replicare ma la richiuse, abbandonando il capo dolente contro un palmo.
-Dov’è…- biascicò ogni parola con occhi bassi e appesantiti dalla spossatezza -… Cosette?-
Il biondo sollevò un pollice, rivolgendolo alle cucine, ma la lama scintillante che gli si parò davanti agli occhi gli fece morire le parole in bocca. Piegò appena lo sguardo a incrociare le iridi assassine di Pudding, annuendo al tacito ordine che gli imponeva.
-Allora?!- sbottò con voce roca Niji tentando di picchiare il ripiano con un pugno –Dov’è Cos…-
-Niji kun-
Il leggero pigolio si era sollevato con debole fermezza da dietro lo spiraglio della porta a stantuffo appena aperta, che si socchiuse quel tanto che bastava per lasciare all’esile figura di Cosette di  scivolare fino al bancone, sporgendosi a posare una mano sulla fronte calda e madida di sudore di chi tanto la cercava.
-Niji kun- le dita scivolarono dalla fronte al capo bluastro e fradicio –Scotti-
L’uomo storse le labbra nuovamente, oltraggiato dall’affronto di crederlo ammalato, ma non osò ribattere risparmiando le energie ad alzare una mano e stringersi alla guancia quella della pasticcera pel di carota.
-Mi spiace tanto- biascicò con voce debole –Non volevo-
-Perché sei venuto qui se stai male?- gli circondò il viso Cosette, spostandogli qualche ciuffo dagli occhi –Sei fradicio, tremi e avrai la febbre altissima-
-Mi dispiace- rantolò, abbandonando il capo sul petto della ragazza quando questa si spinse verso di lui a posare le labbra sulla sua fronte sudata ad accertarsi del suo calore elevato.
-Non puoi restare qui- affermò irremovibile, abbracciando il tremante Niji e accarezzandogli la nuca madida di sudore –Devi tornare a casa, stare al caldo e chiamare il tuo medico-
-Mmm- mugugnò, il capo infossato contro il petto della pasticcera –No-
-Ma Niji kun- lo abbracciò con forza –Stai male!-
-Si- strisciò con le braccia sul bancone, portandole ai fianchi di Cosette –Sto male, tanto male- sospirò sulla divisa macchiata di crema pasticcera, rubando avido il dolce profumo zuccherino che emanava.
-Sto male quando non mi sorridi, quando mi ignori, quando hai gli occhi lucidi a causa mia- strinse la presa su di lei, ignorando un imprecare lontano accompagnato da un “Ti uccido se non smetti di agitarti Sanji:giuro che lo faccio con le mie mani!”.
-Sto male sapendo che ho disprezzato la tua cucina e che ho offeso anche te!- il capo di Niji era nascosto contro il petto della ragazza, e continuava a borbottare le sue scuse in mugugni pieni di dolore fisico e non solo forse –Sto male ma vengo in questa topaia comunque perché almeno ti vedo-
-Anche se sei arrabbiata con me- si lamentò ancora, sollevando appena il capo febbricitante a cercare i suoi occhi color miele ornati dalla lentiggini chiare -Ma se ti vedo fa meno male-
Allentò la presa sui fianchi della pasticcera, scosso da brividi e con il capo che aveva deciso di voler ballare un giro di valzer contro la sua volontà. Tentò di resistere, di non far sbattere la testa conto il bancone e di non allentare la presa su quel bell’angelo dalle gote imporporate che lo aveva cullato, ma il dolore allo zigomo e il respiro affannato che andava a condensarsi sulla superficie piatta del ripiano l’avvertì della sua sconfitta.
-Cosette…- ansò, allungando una mano a cercare la sua -… i tuoi krapfen…- sentiva le palpebre pesanti e la testa esplodergli -… li amo…- la mano si arrese, sbattendo contro il bancone a un soffio dalle dita della pasticcera.
Sembrava che Niji fosse morto, ma il suo respiro pesante avvisò che aveva ceduto ai dolori influenzali, mettendo fine al suo discorso senza senso.
Sanji, il coltello di Pudding calatogli sul fianco ma ancora pronto a minacciarlo, soppesò la situazione.
-Cosette- chiamò cortese ma deciso la ragazza, che si era appena incurvata ad accarezzare il capo umidiccio del Vinsmoke malaticcio –Vorresti…-
-Sanji san posso prendermi la giornata libera?- si affrettò a chiedere la ragazza, non rallentando le carezza al capo del gemello del suo capo.
Il biondo annuì, e in un lampo vide la sua collega correre dall’altro lato del bancone, armarsi del suo capottino color crema appeso all’appendiabiti del locale e con calma ed estrema cura, scuotere appena Niji.
-Andiamo Niji kun- lo prese sotto braccio, guidandolo come uno zombie col raffreddore verso la porta –Ti porto a casa ok?-
-… Cosette…- biascicò quello, ondeggiando sulle lunghe gambe e gettando il capo contro quello della biondo-ramata -… amo i krapfen…-
-Te ne preparerò quanti ne vuoi- soffiò in un sussurro la ragazza sorridendo, sistemandogli la giacca e alzandogli il bavero.
-… amo i krapfen…- ripeté quello, assicurando a Sanji quanto fosse imbecille -… i krapfen e chi li fa… Cosette~♪-
La pasticcera arrossì fin alle orecchie, spingendo l’uomo fuori dal locale, stringendoselo al fianco e camminando con lui sotto la pioggia.
Sanji era quasi certo di averla vista bisbigliare un fragile “Anch’io” ma non era facile dirlo con il chiacchiericcio della pasticceria che non si era mai attenuato durante quel strano teatrino.
-Puff- sbuffò, arricciando il naso geloso di quanto aveva appena visto.
Possibile che il più odioso dei suoi fratelli avesse fatto breccia nel cuore della sua dolce collaboratrice?
-Stupid-Niji- additò il gemello –Una febbre da cavalli gli ci voleva per riappacificarsi con Cosette. Dannato bastard…-
-Sgniff!-
Piegò appena il capo, scoprendo la piccola figura di Pudding con gli occhi colmi di lacrime. Lacrime vere questa volta.
-Pudding cara cosa…?-
-Non osare dire una parola!- strillò quella, agitando il coltello e lacrimando -È stato così… romantico!-
Il decimo sospiro della mattina fu di Sanji.

 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Zomi