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Autore: effy_14    05/03/2018    3 recensioni
Passeggiando verso il paese con gli altri un’altra strana fitta la colse. Si girò d’istinto verso la nave e alzò lo sguardo alla palestra. La sua chioma rossa si vedeva chiaramente dalle vetrate e sforzando l’occhio sano poteva anche intravedere il suo sorriso di saluto.
Fu lì che ebbe la certezza, il brutto presentimento c’era eccome in lui, e dopo qualche ora, avrebbe anche scoperto che si riferiva proprio a lei.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera a tutte!!
Ecco l’ultimo capitolo della storia.
Vi lascio alla lettura e ci becchiamo dopo.
 
 
 
 
Si ammirò allo specchio della capanna ancora una volta, quel completo semplice di gonnellina e maglietta le piaceva da matti. Prese il vestito viola che indossava fino a prima e rimase un attimo indecisa. Lo avrebbe dovuto restituire a Wanda o poteva tenerlo? Non sapeva se mai lo avrebbe rimesso, ma gli spiaceva non averlo più con se, soprattutto per i ricordi che portava il solo annusarlo.
Arrossi leggermente nel respirare per la millesima volta l’odore del verde che, grazie al contatto della sera prima, si era impregnato tra i fili del vestito.
Quella mattina si erano svegliati di colpo ed erano stati scombussolati tutto il giorno, tra nuove scoperte e alleanze bizzarre, ma lei non aveva perso nessuna occasione per stare vicino a Zoro, sempre discretamente, ma assolutamente vicino, consapevole che di lì a poco non lo avrebbe rivisto per un po’.
Un leggero bussare alla porta la riporto alla realtà. Si girò con un sorriso lasciando entrare Carrot.
-Ehi Nami! Hai finito di prepararti? Oh ma come sei bella! – disse allegra la coniglietta che si avvicinò subito per una coccola veloce alla rossa.
-Grazie mille Carrot! Piace molto anche a me questo nuovo completo! – un pensiero veloce attraversò la sua mente e gli occhi tornarono al vestito viola ancora tra le mani – Ma, che tu sappia, questo lo devo restituire a Wanda? Cioè..non potrei tenerlo? – si sentiva imbarazzata ad avanzare quella richiesta, ma doveva almeno provare, sentiva che sarebbe stata capace di pagarlo pur di poterlo avere con se. -Oh no no, non lo devi assolutamente restituire! Sarebbe scortesia!- si affrettò a dire la Mink.
Lo sguardo stupito che ricevette come risposta dalla rossa la fece continuare a parlare – Come sai tu hai avuto quel vestito e Wanda ha preso dei tuoi. Questa è una vecchia usanza del paese. Ci si scambiano i vestiti per creare una sorta di legame, di amicizia, perché con gli indumenti e come se  ci si scambiasse anche l’odore. Quindi tu lo devi assolutamente tenere, così non spezzerai il legame!- concluse sorridente.
Anche la bocca di Nami si sollevò raggiante alla consapevolezza che avrebbe potuto tenere per se l’abito. Lo infilò senza indugi nello zaino che stava preparando pronta a tiralo fuori non appena lui le sarebbe mancato di più.
 
 
Non si era mai sentita più felice di così. Sembrava una bambina che aveva appena ricevuto il giocattolo perfetto, quello che aspettava da una vita e con il quale finalmente poteva giocare. Ed era quello che stava facendo, da un certo punto di vista, poiché le parole di Usupp, che tentava di spiegarle il funzionamento del suo nuovo bastone, le arrivavano lontane, coperte dai fulmini che scagliava qua e la, spaventando gli abitanti dell’isola. Sapeva che stava esagerando, ma non poteva farci nulla, si sentiva carica e potente con quella nuova arma: pronta e vogliosa di provarla sui nuovi nemici.
La richiuse portandosela al petto, quasi per abbracciarla, tanta era la felicità, ringraziando Usupp dal profondo del cuore per il fantastico lavoro svolto.
Non appena questo però aveva tirato fuori l’argomento spinoso del pagamento di suddetto “fantastico lavoro”, il suo istinto di taccagna l’aveva preceduta facendole provare un’altra tecnica con il nuovo oggetto, quella della sparizione.
Con il sorrisino di chi ce l’aveva fatta ancora una volta e curiosa di capire per quanto tempo sarebbe potuta restare invisibile, si addentrò nella foresta, per cercare un volto famigliare. Ancora non erano partiti e già ne sentiva la mancanza. Non le servì girare molto per trovarlo. Era in mezzo ad una radura a scrutare gli alberi circostanti, per valutarne il taglio oppure no.
Stava per scoprirsi dalle nuvole che la nascondevano per mostrarsi a lui, ma poi un sorriso birichino le solcò le labbra. Ogni volta era lui quello silenzioso e che, in più di un’occasione, l’aveva spaventata arrivandole alle spalle senza farsi sentire: questa era la sua occasione.
Cercando di richiamare tutte le sue conoscenze da ex ladra, per essere il più silenziosa possibile, iniziò ad avvicinarsi lentamente alla larga schiena del ragazzo.
Non li separava nemmeno un metro quando lo vide girarsi tranquillo verso di lei. Il primo istinto fu quello di bloccarsi di colpo, sentendosi scoperta, ma poi si ricordò che era invisibile quindi si rilassò. Avanzò ancora di un passo sicura, ma di nuovo si bloccò vedendo il suo solito ghigno comparire sulle labbra.
-Che c’è mocciosa, vuoi giocare a nascondino? –
Sussultò sorpresa, come aveva fatto? Abbassò il bastone rivelando un broncio in piena regola, facendo ridere di gusto il ragazzo.
-Si può sapere come hai fatto? Te lo ha detto Usupp? Ho fatto rumore? Come?!? – disse parlando il più veloce possibile e mettendosi le mani suoi fianchi per il fastidio.
Il ragazzo non si scompose troppo, avanzò verso di lei e, con naturalezza, le sposto i capelli da davanti al collo, abbassando il capo verso il la sua spalla, per aspirare avido il suo dolce aroma.
-Come potrei non riconoscere l’odore della mia donna?-
Nami si senti mancare. Lo stomaco le si attorciglio e le guance diventarono rosse in un secondo. Sapeva che era sciocca come reazione, poiché quello che era successo la sera prima era abbastanza per chiarire ogni dubbio, ma sentire quelle parole, uscire così spontanee dalla sua bocca, la fece scogliere del tutto e senza pensarci due volte gli si buttò addosso.
Stettero abbracciati per diversi minuti fino a quando la ragazza, senza staccarsi cominciò a parlare.
-La tua donna eh?- lo sentì fare un segno affermativo con la testa – Quindi seguendo la logica tu saresti il mio uomo? – disse per punzecchiarlo un po’.
-Così sembrerebbe- rispose quasi atono, per non darle troppe soddisfazione.
Si spostò di scatto dall’abbraccio e lo guardò furba – Guarda che questo non annulla il tuo debito! Tu mi devi i miei soldi a presc..- non riuscì a finire la frase perché il verde, stanco di perdere tempo a blaterare, le aveva tappato la bocca con la sua.
Si baciarono con passione fino a che il respiro non mancò ad entrambi.
Sorridevano, anche se sapevano che di li a poco si sarebbero divisi, ma non potevano farne a meno, troppa la felicità che li riempiva.
Dopo qualche minuto, qualche altro bacio e un paio di raccomandazioni del ragazzo: si divisero per tornare al limite dell’isola e salutarsi insieme agli altri.
L’ultimo sguardo rivolto l’uno all’altro, sempre.
 
 
Si sentiva a pezzi, sia fisicamente che emotivamente. L’ennesima lacrima uscì da quegli occhi così chiusi da fare quasi male. Inspirò nuovamente avida il pezzo di stoffa viola che teneva tra le mani. Avevano perso Pedro, e questo l’aveva gettata nello sconforto totale.
Non era ne il caso ne il momento, ma non aveva potuto farci nulla. Il suo pensiero era volato subita a Wanda, a quanto le si sarebbe spezzato il cuore una volta che avrebbe saputo. Lei, che solo qualche giorno prima le aveva parlato fiduciosa del futuro, finalmente possibile, con l’amore di una vita. Ora cosa avrebbe fatto?!
Ma non era realmente quello a farla stare male, la domanda che si poneva il suo cuore era: cosa avrebbe fatto lei?
Quella perdita le aveva aperto un varco nel cuore, un varco che già c’era, perché Nami non era stupida, sapeva che in quel viaggio ognuno di loro rischiava la vita, ma che era sempre stata nascosta, fino ad ora. Lei lo avrebbe potuto perdere da un momento all’altro.
La voce di Chopper la chiamò sul ponte con una certa urgenza: non poteva non rispondere.
Appoggiò con cura il vestito viola nel cassetto, quasi fosse un gioiello, e uscì dalla sua stanza.
Si voltò un’ultima volta verso il suo armadio con nel cuore una paura nuova, alla quale non sarebbe sfuggita facilmente, ne era certa.
 
 
 
 
 
 
 
 
Eccomi qui…non mi picchiate!
Lo so, lo so, vi aspettavate un bel finale dolce, romantico, senza inghippi, ma non potevo!!
Il nostro Oda non ci da alcun indizio per il futuro, quindi non me la sono sentita di “chiudere” il tutto con un finale romantico.
Spero possiate capire!
Intanto ringrazio di cuore tutte le persone che mi hanno seguito, recensito e anche solo letto =)
Siete la mia forza!!
Per ora mi dedicherò alla lettura delle altre bellissime opere presenti sul sito, ma sappiate che un’altra storia è già in corso, spero di ritrovarvi li!
Un bacione virtuale a tutti!!!
 
Effy
 
   
 
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