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Autore: MusicAddicted    24/03/2018    9 recensioni
Rachel Drew si ritrova a fare un lavoro che non è il suo, gestendo il centralino del taxi della sua amica, per coprirle il turno. Al termine di una mattinata estenuante si ritrova a parlare al telefono con un ragazzo che riconosce subito dalla sua voce suadente, che ha accompagnato infinite volte le sue giornate.
Si tratta di Michael Roadway, che assieme all'amico Edward Grennet forma il duo artistico 'Eddy&Mike', di cui Rachel è accanita sostenitrice, soprattutto di Michael.
Al termine della chiamata, Rachel fa una considerazione importante: al momento della prenotazione è stato proprio Michael a darle il suo numero, come da prassi.
La tentazione di approfittarne è forte, ma il rischio non è da meno.
E se Michael amasse le azioni intraprendenti tanto quanto Rachel?
Una storia dal ritmo frizzante, intrisa di amicizia, umorismo, amore e tanti SMS!
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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“Complimenti, ragazzi, avete riempito il locale. E i clienti sono più che entusiasti!” si congratula con noi il proprietario dell’EO Trading Co, il posto dove ci siamo esibiti stasera.

Ci avrà ripetuto il suo nome quelle cinquanta/sessanta volte in due giorni, ma niente da fare, non c’è verso che io me lo ricordi.

“Si figuri, Signore, abbiamo solo cercato di fare del nostro meglio.” sorrido io ed evidentemente lui lo deve aver preso come un invito a trattenersi con noi.

Infatti, prende una sedia e si accosta al nostro tavolo, raccontandoci per una buona mezz’ora vita, morte e miracoli del suo locale.

Eddie ed io ci fingiamo uno più interessato dell’altro, altrimenti che attori saremmo?

Tuttavia, a un certo punto il mio amico ha la bella idea di allontanarsi per fare una telefonata importante, quindi io rimango da solo a sorbirmi un altro quarto d’ora di quegli aneddoti   ‘divertenti ‘… peccato che il narratore sia l’unico a considerarli tali.

Finché, non so per concezione di quale magnanima bontà divina, quel signore si allontana, forse perché la cameriera ha portato le nostre pizze.

Per la cronaca, le pizze non rientrano nemmeno nel loro menù abituale, ma per nostra esplicita richiesta hanno fatto questo strappo alla regola.

Dopotutto ce le siamo meritate!

 

“Che bello, si mangia!” si materializza come per incanto Eddie, prendendo posto sulla sua sedia.

“Scusa, ma tu non eri tutto assorto nella tua importantissima telefonata? Mi sembra un po’strano che tu l’abbia conclusa proprio ora. Dì la verità, hai riattaccato il telefono in faccia!” insinuo io.

“Ebbene sì, confesso. Però sai, la ragazza del disco registrato che mi informa sul mio credito telefonico rimanente … non se l’è presa a male più di tanto!” fa spallucce lui.

“Vuoi dire che... hai fatto solo finta?” incalzo io, promettendo a me stesso che il coltello che sto stringendo in mano lo userò solo e soltanto per tagliar la pizza.

A proposito, credevo che la Quattro Stagioni che ho preso fosse parecchio farcita, ma quella che si è scelto Eddie … beh, è già tanto che io riesca ancora a vederlo in faccia.

“Certo. E un altro quarto d’ora di aneddoti chi ce la faceva a reggerlo?” si difende lui, tagliandosi la prima fetta.

“Io me li sono dovuti reggere!” gli faccio notare.

“Non è colpa mia se non sei furbo!” ribatte lui.

No, Michael, giù quel coltello. Respira…

“Spero ti vada di traverso la cena!” borbotto, mentre mangio.

“Piuttosto, devi dirmi come hai fatto a convincere Daisy a non venire con noi stasera. Cioè, io la amo e tutto… ma manca poco che lei mi metta un guinzaglio!” sbuffa lui.

“Beh, non è stato difficile. Le ho semplicemente dato la mia parola che domani, dopo la trasmissione, ti lascerò completamente libero…” 

“Questa è un’ottima notizia!” sorride l’ingenuo, non sa ancora cosa lo aspetta.

“Libero di affrontare con lei un intero pomeriggio di shopping!” aggiungo e non riesco a nascondere una punta di soddisfazione un po’ sadica.

“Che cosa?! Tu lo sai cosa significa un intero pomeriggio con lei che mi trascina per ogni dove e mi costringe ad assisterla, mentre mi sfila davanti provandosi tutto quello che c’è in negozio, manca poco che chieda anche gli abiti delle commesse!” brontola lui.

“Certo che lo so. E povero te se ti azzardi a trovarle qualche difetto in quello che indossa!” rincaro la dose io.

“Ecco, sarai contento. Ora mi è passata la fame!”  

“Così impari a inventarti le telefonate. Bisogna assecondarli i proprietari dei locali in cui ci esibiamo…”

“Certo. E il miglior modo per assecondarli è dimenticarsi di continuo come si chiamano. Che cosa ci vuole a ricordarsi Shattenburg?” mi punzecchia lui.

Dannazione, ecco come si chiama!

“Se siamo bravi, e siamo stati bravi, ci rivorrà qui nel suo locale, poco importa se non mi ricordo quel diavolo di nome che si ritrova!” replico io.

“E poco importa se a me non va di sorbirmi tutti i suoi aneddoti. Vedi che è lo stesso discorso?”   puntualizza lui.

“Insomma, alla fine hai sempre ragione tu!” mi arrendo io.

“Ce ne hai messo di tempo per capirlo!” sorride soddisfatto lui, dedicando nuovamente l’attenzione al suo piatto, con un appetito rinnovato.

La serata prosegue piacevolmente, tra altre chiacchiere, ma soprattutto qualche persona che ha assistito allo spettacolo e si avvicina per farci i complimenti o anche per scattare una foto insieme.

Per noi non è certo un problema, peccato che però ci sia anche qualcuno che è convinto che essere comico sia come essere una sorta di juke-box che se inserisci una monetina automaticamente ti dice qualcosa di divertente.

E ancora peggio, peccato che ci siano ragazze che non capiscono che non siamo a loro disposizione per tutta la serata.

Che dire? Inconvenienti del mestiere.

Tuttavia, io e il mio socio ormai siamo diventati bravissimi a districarci in questo tipo di situazioni.

Talmente bravi che già poco prima dell’una riusciamo a rincasare.

Beh, si rincasa quando si ha una casa… ma se stai in un Hotel? Si rinhotella?

E pensare che questo è stato per una buona mezz’ora argomento di discussione tra me ed Eddie, ma non siamo riusciti a giungere a una conclusione.

Considerando che a volte facciamo anche le tre, le quattro di mattina, non è affatto tardi, niente mi vieta di dare una veloce occhiata al computer.

Per prima cosa controllo il sito del nostro fan-club. Da non crederci, ma da qualche mese a questa parte ne abbiamo davvero uno nostro!

Vedo che non sono l’unico nottambulo, dato che c’è un bel po’ di gente ancora connessa, principalmente ragazze.

Motivo per cui entro senza fare il log-in, perché se mi vedessero farebbero a gara sulla tagboard a chi mi saluta di più, meglio evitare, almeno a quest’ora.

Un altro motivo per cui è meglio non accedere al mio account è non rendermi conto di quanto sarà ulteriormente aumentata la quantità dei messaggi privati nella mia casella … dove lo troverò il tempo di rispondere?

Però almeno le e-mail posso controllarle.

Che bello! Alcune delle persone che c’erano stasera mi hanno già mandato le foto che abbiamo scattato assieme. E’ una cosa che apprezzo sempre molto.

Di contro, ci sono pure ragazze che, come purtroppo spesso capita, mi hanno allegato delle loro foto in cui … sembrano uscite direttamente dalle pagine di Playboy, con tanto di numero di telefono incorporato.

Andiamo, ma davvero si aspettano che io le chiami?

Mentre sono impegnato a sbarazzarmi di queste foto esplicite, il display del mio cellulare si illumina per un attimo, facendomi pensare ad una possibile chiamata, ma non ho nemmeno il tempo di leggere il numero per intero, perché smette subito.

Boh. Sarà stato qualcuno che ha sbagliato.

Il display si illumina nuovamente, ma stavolta si tratta di un messaggio.

Controllo. Anche questo proviene da un numero che non conosco. Lo fisso finché non lo memorizzo e poi rintraccio sul menù le chiamate perse.

Proprio come supponevo: è lo stesso numero di prima.

Allora non è stato uno sbaglio. Chiunque sia, sta cercando proprio me.

Torno alla sezione messaggi e leggo: ‘Ciao’.

 

Di tutte le cose che potrei fare, scelgo di spegnerlo, passo poco più di un’oretta al computer, e poi mi preparo per andare a dormire.

Provo a chiudere gli occhi, girarmi da una parte, poi dall’altra. Niente da fare, non prendo sonno.

E come se dovessi fare qualcosa.

Afferro il cellulare sul comodino, lo accendo e controllo gli ultimi messaggi ricevuti. C’è ancora.

Logico che c’è, se non l’ho cancellato prima. Anche se di logico in questa situazione non c’è niente. Non è nemmeno logico che mi sia messo a controllare, chissà perché l’ho fatto.

E dire che ce ne sono capitate di cose… c’è stata anche qualche ragazza che durante una trasferta ci ha pedinato dal nostro Hotel, per poi fingere di incrociarci per puro caso lungo una via o addirittura sul metrò.

Però una cosa così non mi era mai successa.

Scorro velocemente la rubrica. La tentazione di chiamare Eddie è forte, so che è ancora sveglio, ma lo è anche Daisy e di sicuro mi sbranerebbe se osassi intromettermi fra loro dopo che abbiamo passato l’intera giornata assieme.

E tanto meno posso farlo domani, dato che ho promesso di lasciarlo nelle grinfie di quell’arpia.

Meno male c’è sempre la trasmissione…

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“Torniamo subito. Non muovetevi!” esclama Eddie, al primo stacco pubblicitario della mattina.

“Guardate che vi controlliamo uno ad uno!” scherzo io, prima che partano gli spot.

Certo che cinque minuti circa di pubblicità più canzone che parte, il più delle volte seguita a ruota da un’altra… non lo qualificherei esattamente come ‘subito ‘.

Se non altro questo mi darà tutto il tempo che voglio per parlare.

Già, perché, non avendo sentito la sveglia, stamattina sono arrivato di corsa in studio, poco dopo l’inizio della diretta.

E’ il primo segnale che c’è chiaramente qualcosa che non va, dato che di solito è Edward quello che non si fa tanti scrupoli nemmeno se arriva un’ora dopo!

“Eddie, ieri è successa una cosa strana... “  

“Beh, è successa anche oggi: tu che perdi dieci minuti di lavoro e dico dieci!” mi interrompe lui.

“Non ricominciare con questa storia, e poi sono serio!”  

“Ok, ti ascolto…”

“Qualcuno che non conosco ieri sera mi ha inviato un SMS.”

“Davvero? E che c’era scritto?”

“Ciao.”

“Caspita, ti avrà stancato con tutte quelle parole!” ironizza lui.

“Poteva anche scrivere solo un apostrofo, non è questo il punto!”  

“Infatti, è un apostrofo.”

“Eddie!”

“Sì, sì, ho capito, non faccio più battute, promesso, va’ avanti.”  

“Ho già detto tutto.”  

“E tu cos’hai risposto?” domanda lui.

“Niente.” rispondo lapidario.

“Però… che coppia di logorroici!” ridacchia lui.

Ma non aveva promesso?

Basta uno sguardo a farglielo capire.

“Ad ogni modo, la cortesia innanzitutto, ad un saluto si risponde!” sentenzia lui.

“Ma se nemmeno la conosco! E poi nemmeno so come abbia fatto ad avere il mio numero.”  

“Se non glielo chiedi non lo saprai mai.”  

Vero anche questo. Lo odio quando è così saggio.

“Ma non so niente di lei.” 

“Intanto già pensi ad una lei.” mi fa notare.

“Voglio ben sperare che sia una lei! Però, voglio dire, per quel che ne so potrebbe anche essere una serial killer psicotica!” puntualizzo.

“Esagerato! Una serial killer psicotica non scrive ‘Ciao’. E’ più da… non lo so, qualcosa come ‘La fine dei tuoi giorni è vicina! ’” precisa lui, facendo pure la voce tetra nell’ultima parte.

“Tu guardi troppi film horror… “  

“A dire il vero è un messaggio che mi ha lasciato Daisy in segreteria l’ultima volta che ho scordato un nostro mesiversario… neanche fosse l’anniversario, renditi conto!” alza gli occhi il mio amico.

E’ il mio turno di fare ironia.

“E come fai ad essere ancora vivo?”  

“Merito di un regalo che mi è costato mezzo stipendio. Ma si sa, la vita non ha prezzo!” scherza lui ed entrambi scoppiamo a ridere.

“Quindi, tu dici che dovrei risponderle?”

“Certo. Che cosa vuoi che succeda?” 

“Non lo so.”

“Michael, la vita è fatta anche di rischi. Lo so che dopo la tua storia con Kelly sei diventato un po’ più cauto… per usare un eufemismo, ma devi rimetterti in gioco e questa potrebbe essere la giusta occasione.”

Kelly. Un nome che fa ancora male.

“Hai ragione.”

“Ricordati che ho sempre ragione!” 

“Ora non montarti la testa e prendi le cuffie, perché stiamo per ricominciare.” lo avviso io, mentre anche la seconda canzone giunge a termine.

A quanto pare, da stasera ci si rimette in gioco.



avviso importante: Mi chiedo ancora come ma... questa storia verrà ufficialmente pubblicata, in un libro, uno di quelli veri!! \*O*/ quindi ho dovuto rimuovere tutti gli altri capitoli, anche perché credo si andrà incontro a un bel po' di revisione! un grazie profondo a tutti quelli che l'hanno seguita, sia per scambi o spontaneamente, siete stati fantastici <3
   
 
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