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Autore: ROW99    01/05/2018    2 recensioni
-Dio… Shindou, chi avrebbe pensato una cosa del genere… ieri. Come ci siamo ridotti, maledizione.
Kirino, le mani nelle tasche di una felpa strappata in più punti, si puntellò sui gomiti alzandosi dal tavolo dove fino a poco prima aveva riposato. Si guardò intorno. -Dannata cantina puzzolente! Odio questo posto…
Shindou scosse la testa, sistemandosi i capelli con la mano. Anche lui era sporco e la sua camicia era strappata e macchiata.
-Kirino… nessuno poteva pensare a una cosa del genere. Nessuno. Io non credo che ne usciremo, ma se lo facessimo niente sarà più come prima.
Genere: Avventura, Azione, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Manabe Jinichirou, Matsukaze Tenma, Minaho Kazuto, Tsurugi Kyousuke, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Dio… Shindou, chi avrebbe pensato una cosa del genere… ieri. Come ci siamo ridotti, maledizione.
Kirino, le mani nelle tasche di una felpa strappata in più punti, si puntellò sui gomiti alzandosi dal tavolo dove fino a poco prima aveva riposato. Si guardò intorno. -Dannata cantina puzzolente! Odio questo posto…
Shindou scosse la testa, sistemandosi i capelli con la mano. Anche lui era sporco e la sua camicia era strappata e macchiata.
-Kirino… nessuno poteva pensare a una cosa del genere. Nessuno. Io non credo che ne usciremo, ma se lo facessimo niente sarà più come prima. Gli altri… gli altri dove saranno?
-Non ne ho idea… spero… spero siano… siano vivi. Matatagi… Matatagi come sta?
-Non bene, credo… non… non l’hanno morso,però. Ora dorme ancora… da ieri sera è molto.
-Già… -Il rosa sospirò. -Speriamo bene. Non… non mi sento al sicuro qui, e non abbiamo cibo. Dobbiamo muoverci.
Shindou si mise le mani nei capelli. -Chissà se esiste ancora un mondo, la fuori.



Era successo tutto in poco tempo.

Nemmeno il tempo di tornare alla vita di tutti i giorni, dopo aver vinto il torneo galattico. Nemmeno il tempo di tornare a giocare a calcio tutti insieme… di presentare la nuova Earth Eleven ai loro vecchi amici per andare verso il futuro tutti uniti. Erano stati solo pochi i giorni a loro disposizione, ma così belli… Shindou e Kirino si erano fidanzati, dopo così tanto tempo, ed avevano fatto un picnic tutti insieme. Minaho e Manabe si erano baciati e ora stavano insieme pure loro… Tenma era stato confermato capitano. Tutto era avviato per il meglio, allora.
Chi avrebbe mai detto che avrebbero portato qualcos’altro sulla terra, oltre alla coppa, oltre ai loro amori. Qualcosa di cattivo… o forse no, semplicemente qualcosa di diverso. Qualcosa di nuovo. Un virus, forse, un’entità biologica. A dire il vero non sapevano nemmeno se fosse stata colpa loro… quando era iniziato il Risveglio, loro erano già a casa da più di una settimana. Magari… magari era stato qualcos’altro, però…

No, sapevano bene che era colpa loro. Lo sapevano mentre quella cosa iniziava a diffondersi. Sparizioni, all’inizio, poi i primi avvistamenti. Uomini e donne che barcollavano, come in una lenta danza strana, le mani contratte, il collo allungato. E quel rumore… le mascelle che sbattevano l’una contro l’altra con rumore buffo di nacchere, il gorgoglio dal fondo della gola…
Era stato tutto così veloce. L’incredulità era diventata paura, la paura terrore. In pochi giorni i giornali non avevano più potuto nascondere che qualcosa stesse succedendo. Non erano drogati, non erano pazzi o casi isolati. Era qualcosa di diverso. Sembrava trasmettersi col morso… la saliva e le mucose erano la chiave. Girava voce che alcuni l’avessero presa dalle prostitute, ma non era affatto chiaro se fosse vero.
In due giorni dalla segnalazione dei primi casi, quando ancora quasi nessuno in città credeva alle voci e quando tutto sembrava essere assolutamente normale, era successo. Il Risveglio… mostruoso e improvviso insieme, la quarantena… poi il crollo. La cosa si era diffusa nella regione… forse in tutto il paese. Sapevano… o almeno credevano che il resto del mondo stesse ancora bene. Vedevano gli aerei volare… a volte prendevano anche Internet, nonostante i disagi e la mancanza di energia elettrica. Il mondo aveva isolato il Giappone. Nessuno poteva aiutarli, forse. Maledizione e benedizione di essere un’isola,  e quelle cose non sapevano nuotare.
La loro verità ora era diversa. Niente più calcio… solo denti, solo paura, solo sangue. Era più di un giorno, dall’inizio di tutto, che non vedevano più i loro amici. Pregavano il cielo che stessero bene.
La notte era calata sul paese, sui loro cuori.
La notte del Risveglio.



Due giorni prima, Inazuma-cho, quartiere scolastico, nei pressi del parco.

-Ehi! Tenma! Tenma!
Tsurugi corse verso il gruppetto di ragazzi dal fondo della strada. Sembrava trafelato e per poco non travolse alcuni studenti universitari che cercavano di attraversare la strada.
-Tsu! Finalmente sei arrivato! -Il castano, entusiasta, gettò le braccia al collo del suo ragazzo. -Pensavo non volessi più venire…
Il moro scosse la testa. -Figurati… è..è che qualcosa di strano sta succedendo, in ospedale. I miei vogliono portare via mio fratello… ultimamente è tutto molto incasinato.
Tenma sospirò, ma poi tornò a sorridere. -Vedrai… andrà tutto a posto! Non saluti Shinsuke?
Il piccoletto saltò fuori da dietro una panchina. -Ehm… ciao Tsurugi!
Il moro scoppiò a ridere. -Ciao Shinsuke! È un piacere vederti dopo… ehm… mezza giornata che non ci vedevamo? Sai… dalla cena di ieri sera a questa mattina ne è passato, di tempo…
Il ragazzo più basso ridacchiò. -Guarda che è stato Tenma a insistere per portarmi con voi! Se avessi saputo che era un doppio appuntamento tra piccioncini…
-Ma va… tranquillo! Sei il suo migliore amico! E poi non ci sono segreti fra noi… piuttosto, Minaho e Manabe dovrebbero stare per arrivare. Peccato che Shindou e Kirino avessero già prenotato un pranzetto intimo per conto loro…
In quel momento esatto, un fulmine arancione apparve all’incrocio, inseguito da un ragazzo dai capelli lilla barcollante e furioso.
-Minaho!! Ridammi immediatamente i miei occhiali!!
La scena aveva del comico. L’arancione aveva rubato gli occhiali dal naso del fidanzato e ora glieli faceva pendere davanti alla faccia, mentre il povero genio della matematica cercava di afferrarli impacciato a causa della camicia stretta e della miopia.
Finalmente Minaho si decise a rendere il maltolto al suo migliore amico nonché ragazzo. Appena il lilla ritornò in possesso degli occhiali, lì inforcò con un sospiro di soddisfazione. -Grazie a Dio… me la pagherai, gufetto!
-Io non ne sarei così sicuro… vieni qui. -Detto fatto. Minaho aveva sfiorato le labbra del lilla con le sue, facendolo avvampare di rossore.
-M…Min…
-Ooook! -Tsurugi ridacchiò mentre Tenma e Shinsuke erano letteralmente senza parole. -Che ne dite di seppellire l’ascia di guerra e di incamminarci verso il ristorante? Sapete come sono i proprietari di quei localini tradizionali… hanno poco spazio, e se non rispetti gli orari il tuo tavolo diventa preda immediata di altri affamati clienti!
Tutti furono d’accordo, e si incamminarono chiacchierando felici. Tenma sfiorò la mano del moro. -Tsu… sei così deciso!


Il locale era carino, nonostante fosse molto stretto e incassato sotto il livello stradale. Il pranzo era stato abbondante, e ora stavano aspettando il dolce. Avevano parlato di molte cose, tra cui le voci che giravano riguardo alle stranezze che stavano avvenendo in città in quei giorni, ridendone. Sembrano tutte cose così idiote… bastava camminare per strada per rendersi conto che andava tutto bene! Tutto come sempre...
-Ragazzi… che facciamo dopo pranzo?-Tenma sospirò soddisfatto.
-Beh… io ho promesso a Man di portarlo a visitare il nuovo museo delle scienze che hanno inaugurato la settimana scorsa… -Minaho guardò sornione il suo ragazzo che si puliva gli occhiali freneticamente. Era una sua piccola mania! -Se volete potete venire con noi…
-Perché no? Ci saranno delle sale sui dinosauri, vero? -Gli occhi di Shinsuke si illuminarono.
-Certo! -Tsurugi sorrise. -Ho visto delle foto… è bellissimo! Tutto interattivo… se Tenma ci sta, per me va bene.
Il castano chiuse gli occhi felice. -Ma certo che ci sto! Ascoltate… appena abbiamo pagato il conto, usciamo e andiamo all’incrocio… alla fermata del bus prendiamo il 15 e…
Un rumore assordante. Tutti i clienti si voltarono verso il centro della sala, dove una giovane cameriera aveva lasciato cadere un intero vassoio, che aveva sparso cibo e brodo per metà pavimento. La ragazza fissava la vetrina che dava sulla strada, balbettando terrorizzata.

-Ma che…
-Che diavolo…
Un brusio confuso percorse i tavoli. Che diavolo stava accadendo?
Fu allora che lo videro. Un uomo sulla quarantina, probabilmente un impiegato a giudicare dai vestiti. Appoggiato con la fronte contro la vetrata, con la mano destra picchiava ripetutamente contro il vetro in maniera ottusa, quasi meccanica. Ad ogni colpo lasciava una scia di sangue scuro sul vetro.

Non era questa,  però, la cosa che aveva scatenato la confusione.

A quell’uomo mancava metà del volto. L’intera parte sinistra del viso era deturpato, come strappata a morsi, ma lui non sembrava nemmeno rendersene conto. L’occhio superstite era bianco e opaco nella sua orbita, i denti sbattevano ritmicamente.
Alcune persone si alzarono dai tavoli. Ora ricordavano… le voci, le notizie su facebook che tutti prendevano per bufale, nell’epoca della post-verità. Che diavolo stava succedendo? Shinsuke si strinse contro Tenma e Tsurugi, mentre Minaho istintivamente prendeva la mano di Manabe. -Stiamo indietro…


Poi avvenne tutto molto in fretta.
Ne arrivò un secondo, poi un terzo e un quarto mentre dalla strada si alzavano urla selvagge. Rumori come di automobili che si scontrano, sirene. La vetrata si crepò sotto il peso di quelle persone… ed infine collassò in un fiorilegio di cristallo.
La gente urla, cade a terra. Quelle cose inizialmente sembrano immobili… come fisse. Poi… poi iniziano a mordere. Uno di loro è subito sulla cameriera e la azzanna al collo. Lei rimane per un istante come sospesa in quello strano bacio di passione, quindi cade a terra gorgogliando. Altri clienti sono già stati attaccati. È il caos.

-Via di qua, dannazione! -Tsurugi afferra la mano di Tenma e scatta in piedi. -Via!!
I ragazzi sono nel panico. La gente urla, cade, inciampa mentre alcune sedie si ribaltano. Grazie a Dio i tavoli sono incassati nei muri e non possono cadere, ma i divanetti che fungono da sedute bloccano i movimenti delle vittime. Tutti e cinque i ragazzi scattano in piedi terrorizzati.
-Che… che facciamo! Che facciamo! -Shinsuke è terrorizzato, Tenma incredulo… non poteva credere ai suoi occhi.
-Con me!! Nelle cucine!! Seguitemi!
Tsurugi si lanciò nella sala scavalcando un corpo ancora in preda alle convulsioni. La porta che conduceva alle cucine era socchiusa, e solo una decina di metri li separavano da lei. Era robusta… avevano solo quella possibilità.
Percorsero il breve tratto in pochi istanti, favoriti dal fatto che quelle… cose stavano accalcandosi su un gruppo di ragazze dalla parte opposta. Tenma scoppiò a piangere… avevano l’età di sua zia.

La porta era ad un passo. Tsurugi la spalancò con una spallata ed entrò seguito da Tenma e da Shinsuke. Fu allora che sentirono un grido.
-D…d…dannazione!
Uno di quegli esseri aveva afferrato Manabe per un braccio. Il lilla si divincolava disperatamente, cercando di tenersi lontano dalle sue fauci, ma quello che fino a poco prima doveva essere un operaio impegnato a sistemare un’aiuola fuori dal locale era, pur in quelle condizioni, molto più forte di lui…
Di colpo la presa si allentò. L’uomo, se si poteva ancora chiamarlo così, lascio il braccio di Manabe e cadde a terra contorcendosi in maniera innaturale. Aveva un lungo coltello da pranzo infilato nella nuca.
-Figlio di puttana, giù le mani dal mio ragazzo!
Minaho era in piedi, furibondo. Manabe, sotto shock, riuscì comunque a rendersi conto che il suo ragazzo non solo aveva appena piantato un coltello nella testa di un uomo, ma aveva pure imprecato per la prima volta da quando la conosceva!
Un’altra mano afferrò il lilla, questa volta calda e buona. Minaho lo trascinò in cucina e Tsurugi chiuse la porta alle loro spalle, spingendoci subito davanti un grosso carrello da servizio per bloccare la maniglia.


-Man… Man non ti ha morso vero?
Ora Minaho era completamente cambiato. Si era precipitato a lavarsi le mani dal sangue non suo, dal sangue di quella cosa, e sembrava sul punto di piangere.
Il lilla, che su era appena ripreso, sorrise cercando di sembrare rassicurante. -No… non mi ha morso. Mi… mi hai salvato la vita, Min.
L’arancione tremava, ma sorrise. -Lo farei altre mille volte.
Su una sedia Tenma si stava ancora riprendendo. Shinsuke lo aiutava come poteva, mentre Tsurugi si era assicurato che fosse tutto sprangato.
-Ok… per ora siamo al sicuro. La porta è chiusa, e ho barricato quella che dà sul vicolo sul retro. Grazie a Dio siamo sotto il livello della strada, e niente può infilarsi qui da quelle finestrelle lassù, che oltre a essere troppo piccole sono anche ben chiuse. Ora… ora dobbiamo cercare di capire. Che diavolo sono quelle… quelle cose?
Tenma, ancora sconvolto, non rispose. Minaho era crollato su una sedia e aveva iniziato a piangere, lui che era sempre così allegro e sfrontato, Manabe si era ripreso e stava provando a consolarlo.
-Ehi… Min… stai tranquillo, ok?
-Ma… io… io ho ucciso… ho ucciso un uomo!

Il lilla scosse la testa. I suoi compagni non lo avevano mai sentito parlare con una voce così dolce. -No… non era più un uomo. Tu mi hai salvato la vita! Sei un eroe.
-Un… un eroe? -L’arancione smise per un secondo di piangere. -Io… io senza di te non… non…
Manabe sospirò e lo strinse forte. -Tranquillo… siamo ancora tutti qua.


La cucina era stranamente silenziosa.
I rumori di lotta, le urla terrorizzate e i versi gutturali che provenivano dalla sala si erano fermati da qualche minuto. Ora si sentivano solo rumori ovattati, simili a qualcosa che si trascinava e sbatteva lentamente contro gli oggetti al suolo.
-Cosa… cosa diavolo sta succedendo… -Tsurugi si passò le mani tra i capelli.
-Penso… penso che sia quella… quella malattia di cui parlavano le voci. Io… io non lo so! È… è l’unica spiegazione coerente, no? -Shinsuke era seduto a terra di fianco ad un congelatore.
-S…Shinsuke… -Tenma aveva gli occhi lucidi, ma si era ripreso. -Credevo… credevo fossero solo voci senza… senza senso… è… è qualcosa che potremmo avere portato noi dallo spazio?
Tsurugi sospirò. -Temo di sì. -Lentamente si affacciò dall’oblò della porta che dava sulla sala. Scrutò per qualche istante, quindi fece un salto indietro. Tremava… non era da lui.
-Tsu!! Tsu che hai visto? -Tenma era scattato in piedi.
-No…non può essere…

-Cosa non può essere? -Minaho aveva ripreso il controllo di sé. -Parla!
Tsurugi si sedette pesantemente su una sedia, si mise le mani sul viso ed iniziò a parlare. -Avete… avete presente quella povera ragazza che era vicino alla vetrata? La cameriera.
-Sì… -Manabe sospirò. -Poveretta… l’hanno uccisa.
Tsurugi si morse le labbra. -Lei… lei è qui fuori, in piedi, ed è come loro.


Per un attimo era scoppiato il caos.
-Cosa?
-Non è possibile!
-Tsu che stai dicendo? È assurdo!
Nessuno voleva crederci, nessuno poteva crederci. Il moro li invitò a guardare con i loro occhi… lo fecero, e dovettero credere.
-No… che… che cosa sta succedendo…
Minaho, la mano al mento, prese fiato e parlò. -Sembra proprio che questa situazione non sia poi tanto diversa da quei banali film horror con gli zombie mangiacarne…
-Che cosa?? Ma è assurdo! -Shinsuke si alzò in piedi spaventato.
-Eppure è così. Pensateci… infezione, contagio tramite morso… non saranno veri morti viventi, ma di sicuro non sono più in grado di intendere e di volere, e poi… avete visto quelle ferite. Non possono essere ancora vivi. No… sono solo contenitori per il virus, o l’entità biologica, o quello che è. -Minaho concluse alzando le spalle.
-Ma… come diavolo hanno fatto a riprodursi così in fretta? Un’ora fa le strade erano perfettamente normali! -Tsurugi strinse i denti. Non voleva alzare la voce.
-Questo lo so io! -Manabe si alzò in piedi, sorridendo e alzando il dito indice come faceva sempre quando stava per dare una spiegazione scientifica. -Equazioni di Lotka-Volterra! Ill differenziale del tasso di crescita di prede e predatori…
-Insomma! Ti sembra il momento di parlare di numeri? -Tsurugi sbattè il pugno sul coperchio del congelatore. Manabe smise immediatamente di parlare e iniziò a tremare leggermente.

-Ehi! Man voleva solo darci una mano! Non dovete trattarlo così! -Minaho si era messo immediatamente di fronte al suo ragazzo, come per proteggerlo. Tutti sapevano che, oltre la patina di scherzi e prese in giro che li portava a litigare in continuazione, si volevano profondamente bene.
-Tsu… hanno ragione. Ascoltiamo!  -Tenma mise la mano sulla spalla del fidanzato.
-Ok… ok, scusate. Man, non volevo… sono solo nervoso. Dicci tutto.
Il lilla sorrise debolmente. -Tranquillo… ti capisco. Nulla… dicevo solo che, per quella legge, quando le prede sono molte di più dei predatori, si assiste ad una rapidissima crescita di questi… nel giro di una sola generazione.
-Ciò… ciò significa…
Il lilla tremava vistosamente. -Già… noi… noi siamo le prede.


-Ragazzi… non possiamo rimanere qui.
Tenma era preoccupato. Da qualche minuto i rumori fuori erano aumentati, e avevano anche sentito alcuni di quegli esseri sbattere contro la porta. Erano convinti che non li avessero individuati, però…
-Tenma ha ragione. La porta non può essere chiusa a chiave, e se il sostegno che blocca la maniglia cedesse di colpo.. -Minaho rabbrividì. -Non possiamo rimanere qui. I nostri amici sono là fuori…
Da tempo tutti e cinque provavano ripetutamente a contattare gli altri membri della squadra e le loro famiglie, ma senza successo. Le linee telefoniche funzionavano poco e male, ed erano intasate.
-Io… io devo andare a prendere mio fratello!! Mio fratello non può camminare!
Tsurugi aveva avuto l’immagine del fratello davanti agli occhi in un istante. Doveva assolutamente correre ad aiutarlo. Assolutamente!
-E… e zia Aki è a casa da sola! -Tenma realizzò a sua volta la situazione.
-I… i miei genitori sono in viaggio di lavoro all’estero, grazie a Dio. In Corea… spero solo che questa cosa non sia arrivata anche là! In questi giorni dormo a casa di Min…

-Manabe! -L’arancione si morse un labbro. -Mia… mia madre! Quando siamo usciti era a fare la spesa! Era… era a fare la… spesa… -Gli occhi di Minaho si riempirono di lacrime. Manabe lo strinse forte.
-Vedrai… starà bene. Starà benissimo.
-Ragazzi… se volgliamo aiutare i nostri amici e i nostri parenti dobbiamo uscire di qui. -Tsurugi sospirò. -Ascoltatemi bene. Credo… credo che non sentano gli odori… questo non è un film. Altrimenti ci avrebbero già trovato. Penso che si orientino con la vista e i rumori… questo ci aiuta. Dobbiamo essere silenziosi e nascosti. Ho guardato dalla finestrella… il vicolo sul retro è sgombro. Usciremo e ci dirigeremo al parco in fondo alla strada. Lo spazio lì è grande… potremmo controllare tutte le direzioni, e decidere come muoverci.
Gli altri ragazzi erano terrorizzati, ma annuirono.

-Va… va bene Tsurugi. Comunque credo che… che dovremmo armarci tutti. Quelle bestie non sono molto veloci, e… e quello di prima non si è più rialzato dopo che gli ho infilato un coltello in testa. Penso che il virus si annidi nel cervello. Distrutto quello… -Minaho aveva recuperato la sua aria riflessiva e volitiva.
-Fa paura, ma è una buona idea. -Tenma sospirò. -Guardiamoci intorno…

Ci vollero solo cinque minuti. Una cucina era il posto perfetto per armarsi.
Tsurugi e Minaho, i più forti del gruppo, rimediarono una grossa mannaia da pesce ciascuno, e si infilarono nella cintura un coltello lungo a testa. Tenma si limitò ad un coltello da cucina, Shinsuke, che era troppo basso per combattere efficacemente, prese a sua volta un coltello e così fece anche Manabe.
-Ok. -Tsurugi prese la spalla di Minaho con un sorriso incoraggiante. -Stiamo tutti uniti, guardiamoci intorno e non perdiamoci mai di vista l’uno con l’altro. Siete i miei migliori amici, e vi voglio tutti al mio matrimonio con Tenma!
Nonostante la situazione tutti scoppiarono a ridere. Tsurugi era ombroso, ma sapeva sempre dare forza a tutti.

Si prepararono davanti alla porta mentre il moro rimuoveva lentamente il fermo alla maniglia. Minaho strinse la mano di Manabe e Shinsuke guardò Tenma con affetto e un po’ di paura. La porta si aprì silenziosamente, mentre Tsurugi guardava fuori.
-Ok… via libera! Mi raccomando ragazzi… stiamo attenti e andrà tutto bene!



Angolino horror:
Eeeeeccoci qua! Come promesso... faccio questo esperimento (sperando non sia troppo penoso!). Non ho mai scritto nulla di horror, ma avevo voglia di provare qualcosa di nuovo, con tanti personaggi da usare... speriamo bene!
Grazie a tutti, ragazzi e ragazze che volete cimentarvi nella lettura di questo sbobbone di roba e... a presto! :)

ROW99
   
 
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