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Autore: Globulo Rosso    08/07/2009    11 recensioni
Misa, Light, Elle, Mello, Near, Mikami e Ryuk.
Dieci Shot per i dieci comandamenti. In ognuna di esse, la descrizione di un episodio che fa capire il diverso rapporto tra i personaggi.
I. Non avrai altro Dio al di fuori di me.
II. Non nominare il nome di Dio invano.
III. Ricordati di santificare le feste.
IV. Onora il padre e la madre.
V. Non uccidere.
VI. Non rubare.
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Mello, Misa Amane, Near
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Non nominare il nome di Dio invano



II.Non nominare il nome di Dio invano.
[Mikami through Kira]



"Stanotte, alle ore 3.32, sono morti altri cinque carcerati. Tutti accusati di stupro, omicidio premeditato e rapimento di minore.
Sembra sia, ancora una volta, l'opera di Kira..."
Qualcuno spense il televisore e Mikami Teru tornò con la mente a quel bar vicino a casa sua.
Era ipnotizzato. Ogni volta che sentiva le imprese di Kira, si esaltava. Il suo cuore e la sua mente venivano drogati dall'orgoglio di essere il suo prescelto.
Lui aveva il potere, perchè Kira gliel'aveva affidato. La consapevolezza di essere stato eletto dal suo Dio quale suo prezioso collaboratore, lo riempiva di fierezza.
Ma Mikami l'aveva sempre saputo: lui era diverso.
Pochi capivano la sua concezione di giustizia e nessuno aveva mai rispettato il suo credo: punire, non rieducare.
Si massaggiò le tempie, stanco.
L'eliminazione della feccia umana era un compito sfibrante, ma per il mondo perfetto, questo e altro.
"Chi cazzo si crede di essere, che diritto ha di giudicare..." Un uomo sulla sessantina, barbuto, seduto al bancone intento a tracannare birra, gracchiò queste parole a gran voce.
L'inserviente ed il cameriere si voltarono a guardarlo, per poi riprendere il loro lavoro muti e impassibili.
In quel periodo, tutti avevano paura. Perchè? Perchè nessuno era innocente.
La paranoia si era insediata nelle menti dell'umanità e non passava giorno che qualcuno si chiedesse se sarebbe mai stato punito per i propri reati. Dunque, a quella provocazione, nessuno parlò.
Mikami fece finta di non sentire. Andò a prendere il telecomando accanto al vecchio, e riaccese la tv.
Quei titoli al telegiornale erano le sue piccole vittorie.
Non degnò l'uomo nemmeno di uno sguardo. Troppo inferiore, troppo futile.
"Ehi, ragazzo...che c-cosa fai?" La sua voce impastata dall'alcool eliminava qualsiasi possibile sfumatura di minaccia.
Patetico, pensò Mikami.
"Vorrei vedere il telegiornale. Mi perdoni, ma queste notizie mi interessano." Lo disse con quella cortesia che gli apparteneva, ma comunque con tono deciso.
L'uomo rise, senza alcun ritegno. Per parecchi minuti la sua risata continuò senza sosta, ma nessuno si prese la briga di farlo tacere.
Era soltanto un vecchio penoso ed ubriaco. Nulla di più.
Non era degno di attenzioni, non fino a quando pronunciò quella frase.
"Ah! Non darmi ordini, piccolo bastardo!" barcollando, era giunto fino al tavolinetto di Mikami, e gli aveva strappato di mano il telecomando dalle mani, proprio mentre passavano le foto dei cinque uomini uccisi.
Il ragazzo respirò profondamente, cercando di trattenersi, la sua pazienza aveva un limite.
"Io...I-Io sono più vecchio di te, qui...qui comando io" a malapena si reggeva in piedi.Proseguì, ridanciano :" E poi, Kira non è Dio....è solo uno stronzo qualunque. Se potessi, lo ucciderei io con le mie mani...vedremo chi è Dio,allora!" scoppiò di nuovo in una fragorosa risata e fece cadere a terra il telecomando e la bottiglia di birra che teneva nell'altra mano.
Mikami sghignazzò, superiore.
"Le sue futili opinioni non mi interessano. Lei non conta niente." Tese la mano per raccogliere il telecomando, ma un calcio dell'uomo lo lanciò lontano da lui.
A Mikami prudevano le mani.
"M-Ma tu che cazzo ne sai della giustizia?" era appoggiato mollemente al bancone, non riusciva a reggersi sulle sue gambe. "Credi a me....Kira fa schifo...te lo dice il Signor Giudice Takeshi Hayate..." ridacchiò ancora, prima di ripetere il suo titolo, "..Signor Giudice Takeshi Hayate!" Lo gridò con rinnovata forza, con lo scopo sottointeso di dire a quel ragazzino di fronte a lui, che in quel bar, era lui il più importante.
Kira...Kira fa schifo?
Mikami strinse i pugni e sgranò gli occhi. Nuovamente, quella follia che lo possedeva durante le sue notti omicide, gli annebbiò la ragione.
Lui era indegno, di parlare di Kira.
Lui non era nessuno.
Con un enorme sforzo, passò accanto a quel vecchio e lanciò sul bancone i soldi per pagare il suo bicchiere di liquore, prima di uscire dalla porta e scomparire nel buio della notte.

La luce dello schermo illuminava la stanza buia. Mikami era seduto sulla sua poltrona e seguiva attentamente il telegiornale, la trasmissione che lo rendeva fiero delle sue azioni e gli ricordava il suo obiettivo ultimo.
La ragazza bionda lesse una notizia dell'ultim'ora, agitata e impaurita: "E' morto stamani alle ore 10.30 il Giudice Takeshi Hayate, famoso per l'accusa di corruzione del 1999. Anche lui, per arresto cardiaco.
Forse...Forse è stata la punizione inflitta da Kira. Aggiorneremo con più dettagli durante le prossime edizioni..."
Dopotutto, nessuno è senza peccato.
Inoltre, Mikami odiava ed aveva sempre odiato, coloro che insultavano il suo Dio.
Mai nominare il nome di Dio invano, si disse.










Angolino Globb:
Wow*______*
11 recensioni! Che felice mi avete fatto*_____*
Comunque, mi dispiace deludere qualcuno di voi che avrebbe voluto vedere elle protagonista di questo capitolo, ma vedevo molto più adatto Mikami Teru, per il suo amore e stima incontrastato verso Kira e i suoi ideali.
Comunque, ditemi se vi piace.
Alla prossima!
Baci,
Glob°°
  
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