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Autore: Deboragatti    17/08/2018    0 recensioni
Il giorno del suo compleanno, Cloe riceve una lettera da dei suoi lontani parenti. Di cui non sapeva l' esistenza :
Cara Cloe, siamo molto fieri di te, finalmente sei arrivata all' età adulta e non vediamo l' ora di incontrarti. Saremo felici di riceverti nella NOSTRA casa a New Orleans, cos' che tu conosca la tua famiglia e il tuo destino.
Ti preghiamo di prepararti. Come saprai già , dopo il tuo arrivo avrei MOLTO tempo per conoscerci.
Cordiali Saluti e Buon Compleanno, D. (Damian)
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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La mattina seguente Cloe si svegliò in una pozza di sudore. Durante la notte gli incubi si erano ripresentati, gli stessi dell' anno precente ma molto più torbidi. Continuava a vedere un lago, colmo di sangue, e lei continuava ad avvicinarsi e più era vicino più un vuoto nello stomaco si allargava. Lei urlava a sguarciagola mentre quel vuoto di faceva largo dentro di lei.
A ricordarsi il suo stesso grido gli vennero i brividi. 
Questo incubo ormai la inseguiva da un anno, e non c' aveva  ancora fatto l' abitudine. Era come se sapesse il significato ma non volesse ricordare. Anne, che di queste cose ne capiva un po di piu, gli aveva ripetuto che forse era solo una proiezione del suo subconscio e che forse doveva finirla di rimuginarci sopra. 
Si alzò dal letto e si cominciò a preparsi per la scuola. Nonostante la notte appena passata non vedeva l' ora di rinchiudersi in quattro mura piena di visi sconosciuti/ conosciuti per non pensare a tutto il resto. 
La lettera. Se ne era quasi dimenticata. 
Fece per controllare se fosse ancora li e in effetti non aveva abbandonato il suo posto, era li che aspettava di essere letta e interpretata. Ma come se fosse il suo brutto sogno, distolse lo sguardo e continuò a prepararsi, cercando di pensare ad altro. 
Un ora dopo era gia tra le quattro mura, con la campanella che risuava e adolescenti che correvano verso la propria classe. Era tornata alla sua normalità, così monotona da sembrare l' unico posto sicuro in cui poteva essere. 
Entrò nella sua aula di storia, e si fece posto vicino a Anne che l' aspettava con un sorriso.
<< Come sta oggi la nostra 18enne?>>  Anne l' abbracciò e lei di risposta gli fece il sorriso più sforzato che gli venne. 
<< Bene. >> 
Non aggiunse altro, non voleva. Si mise ad ascoltare la lezione, cercando di liberare la mente ma le parole " famiglia" e " destino" non facevano altro che risuonare come una cantilena. 
La campanella risuonò facendola tornare con la mente dove era il suo corpo.
Insieme ad Anne fece le ultime lezioni della giornata, facendo attenzione a non parlare del sogno o dell' angoscia che gli sconvolgeva la mente. Anne era una persona molto sensibile e ogni volta che lei gli parlava dei suoi problemi lei si faceva in due per risolverli. Metteva in atto tutta la sua saggezza e la conoscenza per aiutare lei. Ma sta volta non avrebbe dovuto.
Era una cosa che riguava lei, e a quanto pareva anche la sua famiglia. Non poteva mettere in mezzo Anne, si sarebbe di sicuro impegnata, leggendo l' interpretazione dei sogni e facendogli i tarocchi. Ma questa volta glielo avrebbe vietato. 
<< Approposito di regali di compleanno! >> Esclamò Cloe aprendo il suo zaino. Erano nella mensa della scuola, nel loro solito tavolo in mezzo alla sala. 
Almeno mille studenti la circondavo, intenti ad azzare il loro panino e a spettegola sui conetani, ma appena Anne ascalmò "compleanno" non fecero altro che girarsi verso di lei, e il suo viso si arrosò.
<< Dai su aprilo!>> Anne aveva un sorriso che gli andava fino agli occhi e la guardava ansiosa. 
Osservò Cloe afferare il pacco regalo ed aprirlo un po imbrazzata. Quando vide il contenuto si copri gli occhi con la mano, ancora piu rossa di prima. 
In fondo a due strati di carta un pacchettino nero, di velluto forse. 
<< Aspetta, aprilo e poi dallo a me >> Anne si avvicinò ancora di più per osservare la sua reazione mentre apriva il cofanetto ed estraeva una collana di argento. 
Una collanina con un ciondolo a forma di cuore alla fine, all' interno una pietra ambrata, pensò che fosse bellissima appena la vide. Cloe gli sorrise e l' abbracciò << Grazie>> gli sussurrò.
<< Questa pietra si chiama  Agata. Stimola l' energia, rafforza il coraggio ed esorta le persone a trovare in sè le risposte alle proprie domande.>> Anne gli mise la collana al collo con delicatezza. << E non ti fa fare brutti sogni >> Abbozzò una risata che poi si spense appena Cloe la guardò.
<< Come fai a saperlo Anne? >> Cloe la guardò agghiacciata. Ma non era del tutto stupita, da un anno a questa parte la sua migliore amica si era buttata sul mondo della Wicca e delle streghe e non la stupiva se attraverso le sue stregonerie riuscisse a percepire i suoi pensieri.
<< Mmm...telepatia tra amiche?>> Tutte e due scoppiarono in una risata.
Anne le voleva troppo bene e sapeva che queste cose un po la spaventavano per cui non disse altro e guardandosi intorno cercò un modo di cambiare discorso. E da li a poco trovò la soluzione, un ragazzo dai capelli neri con lo sguardo un po perso entrò nella mensa.
Alexandria non era una città così grande per cui tutti si conoscevano con tutti, ma quel  ragazzo appena entrato non si era mai visto. Sembrava abbastanza spaesato, si guardava intorno in cerca di qualcosa. Ad Anne vennè un idea e senza dire nulla alla sua amica di avviò verso il ragazzo.
Cloe la osservò mentre si allontanava senza averle detto nulla, e la vide avvicinarsi a un ragazzo mai visto. Era alto, capelli neri e uno sguardo da gelo. Divenne rossa solo a guardando e quando capì che si stava avvicinando con Anne al loro tavolo capì che cosa aveva in mente. 
<< Questo è Etan, è nuovo >> L'amica gli fece l' occhiolino.
<< Piacere, Cloe >> I due si strinsero la mano, e lui gli sorrise. << Piacere mio. >>
<< Cloe scusa ma devo andare a lezione velocemente, ho una verifica...ci vediamo all'uscita, fai la brava>> Anne gli baciò la guancia e con velocità si allontanò dal tavolo lasciandola li con il ragazzo nuovo. 
<< Emh...di dove sei?>> Sputò Cloe imbarazzata. 
<< Sono di Vancouver, mi sono trasferito una settimana fa con la mia famiglia..>> Etan sembrava quasi più imbarazzato di lei.
<<  Che lezione hai ora? Ti posso accompagnare all' aula se sei in dificoltà >> Cloe si sentì sempre più rossa ogni volta che quei occhi la guardavano. 
<< Scienze, comunque si, grazie mi servirebbe un mano >> I due si sorrisero. Lei si alzò prendendo il regalo appena ricevuto e raccogliendo i suoi libri. << Andiamo allora Etan.. >> 
Avevano la stessa lezione così quando entrarono in aula si sedettero vicini. Aveva un profumo dolcissimo che Cloe non fece che adorare. Aveva un po di farfalle nello stomaco e questo la faceva sentire stupida. Era anni che aveva quella sensazione e cera qualcosa in lui che la attirava, per tutta l' ora non fece altro che osservarlo, quando lui non ci faceva caso. 
Ma anche Etan era imbarazzato, non se l' aspettava un benvuto così. La ragazza era seduta vicino a lui e qualche volta sentiva il suo sguardo su di lui. Era proprio bella, questo doveva ammetterlo e chissà, forse avrebbe scoperto com'era conoscendola. 
Come primo giorno di scuola ne era soddisfatto. Era arrivato solo da una settimana, aveva fatto giusto in tempo a comprare i libri e a capire in  che via fosse la sua casa ma questo non l'aveva fermato da conoscere subito due delle ragazze più strane della scuola. Non le conosceva ma l' aveva capito dal primo momento ; due ragazze così belle da sole, di cui una probabilmente una strega - se aveva visto bene la collana - e l'altra una ragazza insicura piena di guai che doveva risolvere. Gli si leggeva in faccia, ormai poteva definirsi un esperto a capire le persone a prima vista.
E poi, nei suoi 400 anni di vita ne aveva viste parecchie ed era sicuro di non sbagliare.
La lezione finì e i due uscirono dall' aula incamindandosi verso l'uscita. Lei aveva dei bellissimi capelli neri che le cadevano sulla schiena , era snella e camminava dritta in silenzio, con le guanche un po arrossate. La presenza di lui la faceva imbarazzare e si accorse che con lo sguardo cercava la amica. 
<< Io vado verso casa, ci vediamo domani? >> Cloe non smetteva di essere in imbarazzo, si sentiva una bambina davanti a lui.
<< Si volentieri...è stato un piacere >> Gli sorrise come meglio poteva e lui si allonanò.
Cloe fece un sospiro di sollievo e si incammino per la sua solita strada, convinta che l' amica sarebbe stata più avanti. Quella giornata era iniziata in un modo alquanto strano ed era curiosa di sapere che cosa sarebbe accaduto. E conoscendo Anne, aveva qualcosa in serbo.
Quando arrivò davanti a casa Anne era li, che l' aspettava e non vedeva l'ora che gli raccontasse tutto.
<< E Etan?! Pensavo ti compagniasse a casa...non ci sono più i ragazzi di una volta >> Le due scoppiarono in una risata. << Scema, ma cosa pensavi facessi? >> Anne gli diede una piccola pacca sulla spalla << Secondo me, questo Etan...mh...dovresti farci amicizia, ti potrebbe distrarre da...tutto >> Quelle ultime parole fecero tornare in mente la busta ad entrambe. Ma come se fosse un pensiero passeggero nessuno delle due disse nulla. 
Cloe tornò a casa poco dopo, sua zia non era ancvora a casa e si ritrovò da sola. Si sedette sul divano e posò lo sguardo su un quadretto. Il quadretto di famiglia, della sua famiglia. Sua madre sorrideva, suo padre teneva in braccio lei che avrebbe dovuto avere 1 anno, era incredibile come le cose cambiassero in pochi anni. Ora era sola, e a quel pensiero cercò di soffocare le lacrime, non doveva piangere ancora..aveva pianto abbastanza per tutto l' anno. Ma di certo doveva risolvere il prblema della lettera. Cosi decise di rinchiudersi nella sua camera, con il pc sulle ginocchia, a caccia di indizi. Continuava a cercare "New Orleans" quasi come se da soli, fossero comparsi dei suggerimenti. Tirò fuori dal cassetto il diario di sua madre, lo aveva letto milioni di volte ed era sicura che non parlasse di quella città e neanche del resto di quella famiglia. Non trovava risposte, continuò a cercare, anche nei suoi pochi ricordi, ma neanche dopo ore arrivò la risposta. Si coricò ormai esausta, sconcertata e sconfitta. Sì, si sentiva sconfitta, era impossibile che nessuno gli avesse mai menzionato di New Orleans..e poi gli venne in mente, come una cantilena, un' altra parola della lettera "preparati". 
A cosa si doveva prepare non ne aveva idee, e con questo pensiero si addormentò tornando sul lago dei suoi incubi. 
Questa volta il sogno sembrò più vero che mai, nel lago brillava il sangue, come sempre. Rosso e potente, poteva sentire la sua energia. Intorno mille alberi, alti, le sembrarono infiniti, poi qualcosa la fece cadere nel lago. Vide tutto rosso e il non riuscì più a respirare, cercò anche di urlare ma non accadde niente. 
Continuava ad annegare in quel lago rosso, profondo, più il tempo passava più il buco nello stomaco aumentava. Bevve il sangue, per sbaglio, come si beve l'acqua al mare, ma ogni volta che mandava già una boccata di quel liquido denso e rosso, il buco si attenuava, si sentiva più forte. Alla fine riuscì ad uscire dal lago e stremata cadde a terra, totalmente coperta di sangue, ma qualcosa era diverso dal solito. Lei, il suo viso. Lo vedeva dall' alto, riuscì ad osservarsi e un grosso sorriso si fece largo nel suo viso. 
Si risvegliò da sola, ascoltando il proprio urlo uscire da petto. 
   
 
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