[45.
Luna]
Le mani
di Tisha danzano eleganti, mentre dispone le carte a ventaglio.
“Scegli.”
“Devo
proprio?”
“Non
rompere, Saga” sbuffa Kanon. “E pesca.”
“E se
proponessi io?” azzarda ancora Saga, negli occhi verdi di Tisha la promessa di
una storia da raccontare.
“Non
qui” scrolla le spalle Kanon. “Qui decidono le carte.”
“Perché?”
“Perché
Tisha è una sorcière” appunta Kanon,
con naturalezza. “E perché il bar è mio.”
“Era”
precisa Tisha.
“Giusto.
Era.”
“Ara” sospira Saga, la carta che scivola
dal mazzo. “Allora?”
“La
luna” sorride Tisha. “Cajun Moon
quindi.”
“Ottimo”
sogghigna Kanon. “Adesso ci divertiamo”e allunga il microfono a Saga.
Uh! Questa volta ci ho messo
poco, ad aggiornare. Qualcuno (a buon diritto) potrebbe gridare al miracolo. Io
lo farei.
Ma una serie di drabble sono già pronte, quindi
di fatto è più il tempo tecnico di postare che altro. Soprattutto perché mi sono
imposta di non aggiornare più niente di una serie o di storie nuove se prima
non ho risposto ai commenti, pubblicamente o privatamente che sia.
Mi sembra il minimo!
Intanto, ritorna in campo Tisha, che qualcuno di
voi ha conosciutoqui. E scopriamo che adesso possiede un bar: o meglio,
possiede un bar che era di Kanon.
Quando il caro gemellino ha deciso di fare l’imprenditore? Desolata! Questa
è una storia ancora da confidare. Sapete com’è: Kanon
parla, ma mica dice tutto tutto!
Però il bar lo aveva, o almeno lo aveva comprato, e adesso è Tisha a gestirlo. Con l’originalità di una orgogliosa donna
cajun. Perché Tisha è molte
cose: anche sorcière,
che in lingua cajun (come in francese, del resto)
significa maga. E Tisha
ha ereditato dalle ave della sua famiglia il dono di paer
leggere le carte. Con serietà, ma anche con la leggerezza che usa in questa drabble.
L’idea del karaoke abbinato alle carte dei tarocchi, per chi volesse
cimentarsi al buio, con ogni carta che corrisponde ad una canzone nasce da un
gioco fatto in classe. E mi piaceva l’idea che per una donna come Tisha, che ha molto a cuore le sue tradizioni e la sua
cultura, ma che riesce anche a sdrammatizzarla, senza sentirsene snaturata o
offesa.
E ad andarci di mezzo è Saga, che ha perso una qualche scommessa con il
fratellino e adesso gli tocca pagare pegno. Cantando. Perché New Orleans è anche questo: buona
musica jazz e bluse. E questa è la città di Tisha,
della giovinezza di Kanon e di una vita che Saga non
conosce. Perché Orleans ha rubato il cuore di Kanon,
e Saga è disposto anche a fare una pessima figura contanto
una canzone mai sentita (Cajun Moon, per
la cronaca, esiste davvero: è una canzone del 1986 cantata da Ricky Skaggs, contante caountry.
Ascoltatela: a me ha sempre dato un brivido) pur di passare qualche ora
spensierata a raccattare alcune indiscrezioni sul fratello e godere della sua compagnua.