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Autore: francy0796    25/10/2018    6 recensioni
E se Kate Beckett avesse avuto un figlio? Se quel bambino incontrasse involontariamente la bella e giovane Alexis? Nuove amicizie si creeranno, nuovi incontri inaspettati e un colpo di fulmine. Come si svolgeranno gli eventi tra Richard e Kate in questo caso? Leggete e scopriamolo insieme.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Come ogni mattina, nella loro cucina si sentiva odore di caffè appena fatto e di pancake. Sembrava quasi un’abitudine dura a morire quella, ma era ciò che rendeva speciale quel momento solo loro. Lei e lui, nessun’altro.
“Tieni tesoro” lui ancora in pigiama, la faccia sconvolta per la sveglia suonata troppo presto e i capelli senza un verso.
“Grazie papà…dormito male?” ridacchiò la giovane, bevendo la sua spremuta d’arancia.
“Certo…non si vede?” si sorrisero a vicenda, sapevano entrambi che per lui era dura alzarsi presto, ma che lo faceva solo per lei, perché era la sua principessa speciale “Ho sentito una mamma parlare con altri genitori ieri, ho sentito che alcuni alunni delle elementari verranno ad occupare la vostra classe” la informò.
“Oh…si, quasi me ne dimenticavo” sospirò “C’è stato un problema nella struttura dedicata alle elementari e quindi quei bambini, per poter continuare le lezioni, sono stati smistati tra le classi del liceo, avendo quelle più grandi della struttura” rispose.
“Capisco…e non vi daranno fastidio?”
“Con loro ci saranno gli insegnanti, non so come si svolgeranno le lezioni, ma spero non ci impediscano di andare avanti con il programma” spiegò.
“Mmm…la vedo difficile, sono bambini…” ci pensò su “…quanto dovrebbe durare questo periodo di fusione?”
“Non si sa…sicuramente un mese, il tempo di sistemare la struttura e renderla agibile per i più piccoli” concluse “Oh…è tardi!” guardò l’orologio “Devo andare” si alzò dallo sgabello, prendendo le sue cose e avvinandosi da suo padre per baciargli la guancia.
“A dopo Zucca…ti viene a prendere la nonna oggi, io ho una riunione questo pomeriggio” la informò.
“Va bene…ciao papà!” lo salutò ancora ed uscì di casa.
 
La confusione era tanta, dentro alla sua classe non c’era studente che non la smettesse di parlare. Molti erano indignati di perdere ore preziose di spiegazione, altri erano contenti di non fare niente e altri ancora erano indifferenti alla cosa.
“Ragazzi…sedetevi!!” la professoressa di lingua li aveva fatti ammutolire immediatamente, tanto era la più severa del corpo docenti “Bene…molto bene…” sospirò “…come sapete oggi avverrà questa temporanea fusione, se così vogliamo chiamarla, poiché la vostra classe è una delle più spaziose abbiamo sistemato gli spazzi in modo da entraci sia noi che i vostri piccoli colleghi delle elementari. Per far si che ore di spiegazione e ore di esercizi siano ben alternate, abbiamo deciso che le spiegazioni verranno effettuate comunque, nei momenti in cui i bambini delle elementari andranno nei laboratori per le rispettive materie e durante la loro ora di educazione fisica, così faranno loro” spiegò, suscitando il mal contento di chi aveva sperato in un mese di baldoria “Tranquilli…sicuramente questa cosa rallenterà di molto il vostro studio, come quello dei vostri colleghi più giovani, ma non si può fare altrimenti…” la sua attenzione venne attirata da una donna che si era affacciata alla loro porta.
“Salve professoressa Jordan…”
“Lei deve essere la maestra Nichols, immagino” si strinsero la mano a vicenda, con un leggero sorriso di circostanza “Deduco che i suoi studenti siano con lei”
“Infatti…ci hanno detto di usare la porta in fondo per farli entrare, in modo da non disturbare i tuoi ragazzi dalla lezione in caso qualcuno dovesse andare in bagno o cose simili” spiegò.
“Eccellente, non ci avevo pensato” annuì la Jordan.
“Se lei è d’accordo li farei entrare da qui, solo per oggi, in segreteria stanno ancora cercando la chiave di quella porta” confidò.
“Quanti problemi burocratici, hanno avuto piò di due giorni per sistemare tutto” si lamentò la donna, trovando appoggio nella collega “Va bene…almeno si presenteranno, resteranno tutti nella stessa stanza per un mese, presentarsi non sarà un male” confidò “Siete la classe?”
“2C” rispose la maestra “I miei alunni sono quindici e ho detto loro di non fare confusione e le confermo che è una classe tranquilla a parte due soggetti un po’ turbolenti” confidò.
“Non ci sono problemi, in quale classe non c’è un alunno più difficile da gestire” la comprendeva bene.
“Ottimo…allora li farei entrare e li facciamo presentare” annuirono insieme, mentre la professoressa prendeva posto vicino alla finestra e la maestra apriva la porta per far passare i suoi giovani studenti.
Le prime ad entrare furono le bambine più popolari della classe, quelle che amavano mettersi in mostra. Un gruppetto formato da Anna, Samantha, Veronica, Tamara e Page. Erano quello con i cerchietti con i brillantini e le scarpe firmate. Poi fu la volta dei bambini più curiosi: Ben, Andrew, Neal e Bryan. Questi indossavano la divisa, ma di sicuro non nel modo in cui dovrebbero, a qualcuno mancava la giacca o la cravatta, un altro aveva un cappello da ‘teppista’ sulla testa e un altro uno zaino con mille portachiavi attaccati sopra. Poi arrivò il turno delle bambine più tranquille, Naomi e Zoey, e dei bambini meglio sistemati, Leon e Lewis.
“Bambini, dove sono Beckett e Davis?” li guardò preoccupata la maestra.
“Oh…Matt mi ha chiesto di dirle che avrebbe accompagnato Penelope a recuperare un libro che aveva lasciato in classe” la informò.
“Perché non sono stata informata subito?”
“E’ sicuramente colpa di quella ragazzina” ridacchiò una delle bambine.
“Veronica modera il linguaggio” la riprese la sua maestra.
“Mi scusi, ma è vero…voleva andare a recuperare il libro da sola e Matt, come sempre, l’ha accompagnata” spiegò “Quando imparerà a scegliere i suoi amici” l’occhiata a Leon e Lewis non passò inosservata alla classe del liceo.
“Va bene…prendete posto bambini, io vado a prendere i vostri compagni”
“Non ce n’è bisogno maestra” Bryan indicò due bambini arrivare davanti alla porta.
“Signorino Beckett e signorina Davis! Esigo una spiegazione!” li guardò, braccia conserte e fermandoli fuori dalla porta.
“Ci scusi maestra Nichols, ma Penny aveva dimenticato un libro in classe la settimana scorsa e ci serviva per la lezione di oggi, quindi ho deciso di accompagnarla” rispose il bambino, facendo sentire alla classe solo la sua voce, visto che era ancora fuori dalla loro visuale.
“Questo non vi giustifica! E’ pericoloso entrare in quell’edificio e se vi fosse successo qualcosa?”
“Infatti non siamo entrati maestra” la informò sempre lui “Ho chiesto ad un signore che lavorava li dentro se poteva andare a prenderlo per noi” spiegò.
“Mmm…” la maestra era rimasta in silenzio qualche minuto “…per questa volta chiuderò un occhio bambini, ma nessuno dovrà entrare in quell’edificio per nessun motivo al mondo!” guardò anche il resto della sua classe “Il prossimo che lo farà, verrà mandato dal preside e con una nota da far vedere ai genitori!” spiegò.
“Non succederà più maestra” le assicurò sempre il bambino.
“Scuse accettate…ora presentatevi alla classe che ci ospiterà ed iniziamo la nostra lezione” si spostò, facendo vedere i due bambini alla classe. La prima ad entrare fu la bambina.
“Salve…sono Penelope Davis, ma potete chiamarmi Penny” la bambina era molto carina, bionda, occhi chiari. La divisa perfetta e senza troppi accessori vistosi.
Poi, entrò il bambino che suscitò un mormorio da parte delle ragazze della sua classe e dei ragazzi che ridevano di loro.
“Buongiorno” il bambino era molto carino, leggermente più alto dei suoi compagni “Mi chiamo Matthew, Matt” ridacchiò “Beckett e frequento la 2° C” si presentò. Era l’unico con la divisa completa, stirata e senza una macchia. La cravatta era annodata alla perfezione e il suo comportamento non apparteneva di certo ad un bambino turbolento o maleducato. Di certo i suoi occhi verdi e il suo sorriso attirarono l’attenzione delle ragazze più grandi.
“Ottimo…ora presentatevi voi” intervenne la professoressa Jordan, facendoli presentare e concludendo più in fretta dei bambini.
“Ora che ci siamo presentati, prendete posto bambini” li invitò la loro maestra, facendoli avanzare sul fondo dell’aula sistemata per loro.
“Quel bambino è proprio carino!” una ragazza del liceo si era voltata per guardare il piccolo Matt sedersi vicino a due amici.
“E’ un bambino Clair” ridacchiò la sua compagna di banco.
“Se fosse stato più grande ci avrei fatto un pensierino…dimmi che non ci hai pensato anche tu Alexis!!” le fece l’occhiolino, scoppiando entrambe a ridere.
 
“Ciao papà!” Alexis alzò lo sguardo dai compiti che stava facendo.
“Ciao Zucca” le si avvicinò, baciandole la fronte e appoggiano alcune cose nel suo studio.
“Com’è andata la riunione?” si informò.
“Una noia…ma dovevo andarci” sospirò, sedendosi vicino a lei sul divano “La tua fusione?”
“E’ stato divertente e devo dire che non mi dispiace come esperienza” sorrise.
“Come sono i vostri ospiti? Scalmanati e rumorosi?”
“Un pochino, ma non troppo…pensavo peggio” ci pensò su “Le più confusionarie sono le bambine però” lo corresse.
“Non mi dire”
“E c’è un bambino che ha attirato la mia attenzione” spiegò.
“Perché?”
“Non so…sembra misterioso, di certo è un bellissimo bambino…tutte le sue compagne gli cadono ai piedi o, come la povera Penelope, arrossiscono al semplice sorriso” spiegò “Inoltre è il bambino più tranquillo della classe e, da quello che ho visto, anche il più bravo”
“Cos’è che ti incuriosisce?”
“La sua divisa…era l’unico bambino con la divisa completa ed impeccabile, perfino la cravatta era annodata alla perfezione…quando siamo usciti lui ha preso l’autobus, non c’era nessuno a prenderlo” spiegò.
“Dici che è un bambino solo?”
“Non mi è sembrato, da come si comporta, ma…non lo so, mi ha incuriosito” fece spallucce, facendo sorridere suo padre.
“Quindi è un rubacuori…”
“Anche Claire è rimasta folgorata”
“Descrivilo”
“Leggermente più alto dei suoi compagni, capelli castani, occhi verdi e un sorriso incredibile, o come direbbe Claire un sorriso sexy” scherzò.
“Che fortuna…io ero grassoccio da bambino e con i brufoli” ricordò il suo passato.
“Ma sei migliorato nel tempo, no?” gli baciò la guancia, accoccolandosi sul suo petto.
 
La porta della sua camera si era aperta con molta delicatezza. Un sorriso si formò sul suo volto quando sentì la mano e il calore della persona più importante della sua vita accarezzargli la guancia e i capelli corti.
“Ciao piccolo mio” lo salutò la donna, baciandogli la fronte e continuando ad accarezzarli la schiena.
“Ciao mamma” le sorrise contento.
“Hai finito i compiti?” indicò i suoi libri spostati verso il bordo della scrivania.
“Quasi…ho quasi fatto” indicò l’esercizio sul quaderno che stava completando.
“Vieni a finire di là? Io preparo la cena”
“Certo…cosa prepari?” si informò, prendendo le sue cose e seguendola fuori dalla stanza.
“Carbonara?” lo vide sorridere. Lei si posizionò dietro ai fornelli e lui seduto sul bancone davanti a lei. Entrambi si sorridevano e si guardavano amorevolmente.

Angolo mio.:
Salve a tutti, so di aver ripreso da poco una storia lasciata in sospeso troppo a lungo, ma ora che ho ripreso a scrivere, la mia mente mi gioca brutti scherzi (eheh). Comunque, prometto di finire come promesso anche l'altra ff, ma di portare avanti anche questa. Mi era piaciuta l'idea di Kate come madre single, con tutti i quesiti che questa situazione comporta. Era interessante, almeno per me, affrontare una situazione emotiva comune tra Matt e Alexis, entrambi con esperienze simili e vorrei sviluppare la storia anche basandomi su questo.
Non vi trattengo oltre, vi ringrazio per aver dedicato del tempo a questo primo capitolo e spero possiate lasciare qualche commento per farmi sapere cosa ne pensate. Grazie.
Francy

 
  
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