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Autore: Amily Ross    28/01/2019    2 recensioni
(Sequel de: “Il Ritiro Natalizio della Nazionale Giovanile.”)
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È passato circa un mese dal ritiro natalizio in Austria, molte cose sono cambiate da allora, e molte altre dovranno ancora cambiare; è rimasto indelebile il ricordo di quella “vacanza” nel cuore di tutti. Ognuno ritorna a vivere la propria vita: chi in Francia, chi in Germania e chi in Giappone, ma c’è profumo di cambiamenti nell’aria: nuove vite, nuove città e nuove conoscenze, cambieranno la vita di alcuni di loro. Fanny ha intrapreso la carriera di manager alla Mambo, al fianco di Amy, ma presto una nuova avventura la porterà nel paese dei suoi sogni, là dove gioca il suo ragazzo: la Germania.
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Questa fiction è temporalmente collocata nel 2018, e i ragazzi e le ragazze hanno tutti ventuno anni o quasi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Grace (Machiko Machida), Jun Misugi/Julian Ross, Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note introduttive: era da un po’ che non  le mettevo, ma qui serve dire qualcosa prima del capitolo, quindi eccole. xD Dunque, all’inizio pensavo di includere questo capitolo al precedente, ma poi ho deciso di renderlo indipendente e metterlo come “extra”, quasi come se fosse un trampolino di lancio per il seuqel… perché calciatori e managers qui non hanno solo la vittoria del Mondiale da festeggiare, ma anche il grande ritorno alla vita del Kaiser, senza né vinti né vincitori, solo un grande gruppo di amici che festeggia. Come in passato, per altre persone in un altro mondiale, la storia si ripete; la vita va avanti ed è tempo di scelte importanti per alcuni di loro, che camminano mano nella mano sulla strada del futuro, facendo tesoro delle esperienze passate e con nuovi sogni per il domani… il tempo delle follie dunque finisce ufficialmente con questa storia, ora è tempo di diventare adulti e assumersi le proprie responsabilità; tempo di nuove avventure e nuove vite… in questo capitolo ritorno con una canzone che ci terrà compagnia e che si sposa alla perfezione, e qui il grazie va alla mia meravigliosa Darling reggina, che mi ha aiutato a uscire dal dubbio delle millemila canzoni che avevo pensato; potrei continuare queste note ancora a lungo, ma mi fermo qui, vi lascio al capitolo e torno a rompervi le scatole alla fine. xD 

 

 Capitolo 27: Se fosse per sempre? 

 

Mosca: domenica 15 luglio, 2018 Vatutinki Hotel and Health Complex, sala ricevimenti, h. 20:00

Dopo una grande vittoria, inevitabilmente segue una grande festa: la sala ricevimenti dell’albergo russo che ospita la Germania e il Giappone ha messo a loro totale disposizione lo spazio per i festeggiamenti; i giapponesi, di comune accordo, hanno deciso di unirsi alla nazionale tedesca e festeggiare con loro questa vittoria: una vittoria che sa di nuovo, di vecchio, di amicizie fuori dai campi di calcio e di sane rivalità all’interno di essi, una vittoria che sa di vita – senza mai dimenticare chi quella vita l’ha lasciata per sempre e troppo presto –  di sogni, di emozioni, di speranze per un domani migliore e di promesse che profumano d’amore e d’amicizia, che trascendono il tempo e le distanze – e che sono ormai ben consolidate per durare negli anni a seguire.

La coppa del mondo in bella mostra su un tavolino all’angolo della porta di entrata, tacita protagonista della serata, dà sfoggio di tutta la sua bellezza e testimonia la vittoria; i calciatori di entrambe le nazionali, che iniziano a entrare nella sala – inevitabilmente – la toccano, la sfiorano, la baciano: quella coppa che sin dal primo mondiale ha sempre fatto gola a tutti e che tutti vorrebbero innalzare in cielo almeno una volta nella vita. Karl la prende, la bacia e la innalza ancora una volta in aria, emozionato come sul campo e con un raggiante sorriso a illuminargli gli occhi azzurri; tra managers, calciatori, allenatori, staff e parenti parte un grande e caloroso applauso e il Kaiser li guarda con immensa emozione, posa la coppa sul tavolino con attenzione e raggiunge i compagni, trovandosi coinvolto in un abbraccio di gruppo.

«Hai vinto la malattia, hai vinto il mondiale e ora mi sa che ti aspetta l’ultima vittoria di quest’anno, campione.» gli dice Hermann con un gran sorriso e una strana nota di emozione nella voce. «Esatto e non posso che esser più felice di così questa sera, ma c’è ancora tempo, la serata è lunga e non è ancora il momento adatto.» risponde Schneider con occhi lucidi di gioia ed emozione, portando la mano destra sulla tasca del pantalone e sorridendo ancora. «Sono sicuro che sarà una gran bella sorpresa, del tutto inaspettata… almeno credo.» si unisce al coro anche Benji, raggiungendo i tedeschi, che si allontano man mano dal loro capitano, mentre le fidanzate li osservano con un sorriso allegro. «Cosa pensi abbiano da spettegolare quei tre?» chiede una divertita Fanny a Grace – mentre si liscia la gonna del suo vestitino bianco di organza con un ricamo in nero con un ramo di fiori di ciliegio – lo stesso che indossò al suo compleanno.

«Non ne ho idea, staranno litigando per la coppa.» ride Grace, osservandoli con un sorriso allegro e spensierato, mentre la sua migliore amica la stringe da dietro e le bacia la guancia. «Sono felice di vederti con questa espressione allegra e serena, mi riporta un po’ indietro nel tempo. Karl si è meritato la vittoria, ha giocato un mondiale memorabile.» sorride Jenny, guardandola negli occhi. «Grazie.» sorride Grace, ricambiando la stretta dell’amica. «E chi se lo dimentica quel periodo? Nonostante il freddo, le bufere di neve e le cioccolate per riscaldarsi, rimarrà sempre uno dei periodi più belli della mia vita… e ora questo farà parte di quelli, sono così felice che Karl sia guarito e abbia vinto il mondiale, che nemmeno immagini, Jenny.» dice Grace, continuando a stringere l’amica di sempre. «Lo immagino, e io sono felice per te, perché sei un a persona stupenda e ti meriti le cose più belle della vita.» sorride di rimando Jenny.

Anche la famiglia Meyer raggiunge la sala ricevimenti, il piccolo Jamie corre verso il suo idolo e lo stringe forte. «Sei stato super mega fantastico!» dice, mentre Karl gli sorride e lo prende in braccio. «Grazie, piccolo. Questa vittoria ha anche tanti altri significati, in primis le nostre guarigioni, poi la dedico a tutte le persone a cui voglio bene e in particolare a mio zio e a Erik.» risponde con un sorriso. Il bambino lo guarda e annuisce. Gli piace il discorso del più grande. «E un giorno quando anche io sarò grande e giocherò in nazionale la alzeremo insieme?» gli chiede con la sua tipica dolcezza bambinesca. «Vedremo, cucciolo, magari ne riparliamo tra dieci anni.» ride Karl dandogli un buffetto sul nasino, che lui arriccia in una buffa smorfia di disappunto, facendo ridere il Kaiser.

Klaus appena entrato nella sala si guarda attorno e sorride scorgendo Marie Käte accanto al tavolo delle bevande, di spalle mentre parla e ride con sua zia Marika, il ragazzino rimane a fissarla incantato – come spesso accade – lei è sempre bellissima anche in tuta da ginnastica e trecce ai capelli, ma questa sera ha alzato i capelli sulla nuca con uno chignon scombinato, il vestitino nero in raso, con la gonna a balze che le arriva alle ginocchia e il ricamo in pizzo dal seno al collo che le copre le spalle, le gambe perfette e snelle che scendono eleganti dalla gonna e le decolleté ai piedi le regalano ancora più perfezione; Klaus sorride ancora e le si avvicina nel momento in cui lei si gira con in mano un bicchiere con un liquido rosso.

«Ciao!» sorride la piccola Schneider avvicinandosi e baciandolo sulle labbra. «Sei incantevole.» dice lui con un sorriso sulle labbra e gli occhi verdi che brillano; facendo sorridere Marika e arrossire Marie Käte, che lo guarda emozionata e lo bacia ancora. «Grazie, anche tu stai bene vestito così.»  gli dice, mentre la zia sorride ancora e si allontana per lasciarli da soli. Ormai la sua nipotina è una signorina e ha anche il fidanzatino. «Bevi qualcosa?» chiede la ragazzina, sorseggiando il suo cocktail. «Tu cosa hai preso?» le chiede Klaus, osservando il tavolo delle bevande indeciso. «Vodka e succo alla fragola.» risponde Marie Käte, porgendogli il bicchiere per assaggiare, Klaus assaggia e alla fine decidere di prendere la stessa cosa facendola sorridere.

La festa prosegue, tutti bevono e mangiano dal buffet e non mancano le parole d’elogio ai vincitori, nemmeno dagli avversari, che ricevono complimenti a loro volta. «Cosa confabulavate poco fa tutti e tre?» chiede Fanny al fidanzato mentre prendono entrambi un bicchiere di champagne. «Nulla di particolare.» risponde il portiere evasivo, osservando Grace dall’altra parte della sala che parla con Philip e Jenny, poi Karl che dal lato opposto parla con i suoi genitori – entrambi con un flûte in mano – Thomas annuisce un paio di volte e sorride allontanandosi, mentre sua moglie stringe il figlio commossa e sorridente. «Sono fiera di te, amore mio, non potevi fare scelta migliore.» sorride Beatrix, baciandogli la guancia, mentre suo padre raggiunge l’interruttore della luce. «Uffa! Poi dite a noi che siamo pettegole.» sbuffa Fanny, guardando gli Schneider con curiosità.

Thomas gira la manopola e le luci si abbassano, mentre in contemporanea Hermann  fa partire in sottofondo “There you’ll be.” «Lo sta facendo sul serio? È quello che penso?» chiede ancora Fanny al fidanzato che alza le spalle con un sorrisetto; Grace sentendo la loro canzone rimane spaesata, lo cerca con lo sguardo, ma non lo vede da nessuna parte, mentre cammina quasi smarrita, raggiungendo il centro della sala e tutti la osservano, chi sorridendo e chi confuso. La luce si abbassa del tutto e un fascio la illumina facendola diventare bordeaux mentre i suoi occhi diventano lucidi e le labbra si aprono in un sorriso sbalordito, coperto subito dalle mani tremanti. Dei passi decisi e leggeri sempre più vicini, finché non si ritrova immersa negli occhi azzurri del suo ragazzo, che le sorride e la guarda intensamente e amorevolmente.

«Grace… sono mesi che penso a questo a momento, che cerco le parole giuste senza che mi vengano in mente, avrei voluto farlo prima ma avevo paura che tutto potesse finire ancor prima di iniziare, anche se ancora non è del tutto finito e nella peggiore delle ipotesi potrebbe tonare… quindi mi sono deciso a farlo adesso, in questa serata di festa e di vittorie. Probabilmente senza di te non sarei arrivato qui e non avrei alzato quella coppa al cielo urlando la mia gioia alla vita, sei tu colei che ha reso possibile tutto ciò, che mi ha dato la forza ogni giorno per continuare a lottare, la stella in mezzo al buio che guidava i miei passi incerti e spauriti…»

“Ti sposerò perché: mi sai comprendere

e nessuno lo sa fare come te.

Ti sposerò perché: hai del carattere

quando parli della vita insieme a me

e poi mi attiri sai da far paura

fra il bianco e il nero dell’abbronzatura.”

Grace fissa il fidanzato ormai con le lacrime agli occhi, la bocca aperta e la gola secca; il silenzio nella sala è rotto solo dalla musica in sottofondo e il Kaiser sorride prendendole le mani – anche se ormai è chiaro a tutti il suo gesto – ma non sarebbe lo stesso senza la domanda di rito. «Sei la mia vita, la parte più bella di me, la mia Starlet e voglio che tu sia ogni giorno tutto ciò.» riprende Karl, mentre calde lacrime bagnano le guance di Grace.

“Ti sposerò perché: ti piace ridere e sei mezza matta, proprio come me,

c’è in comune fra di noi c’è più di una cosa.

Ti sposerò perché: per esempio so che del pallone sei tifosa.

Ti sposerò perché: non mi chiedi mai il giorno che sarai mia sposa e poi…

e poi perché io so già che se litighiamo io e te

non stiamo mai più di un minuto col cuore arrabbiato.” 

«Mi aspettavo di tutto in questo mondiale, ma di certo non questo.» sussurra Philip all’orecchio di Jenny, che guarda la sua migliore amica, anch’ella con le lacrime agli occhi. «È una cosa bellissima, sono emozionata quanto lei.» risponde la ragazza, stringendosi al fidanzato che le sorride e le bacia una guancia; il resto dei presenti è attonito, alcuni anche emozionati – soprattutto le ragazze – nessuno di loro si aspettava che tutto ciò potesse concludersi con una richiesta del genere. «Quindi fanno sul serio quei due?» chiede Stephen Mallory, guardando ogni tanto Fanny accanto a Benji, a Julian e Amy – che guarda Grace con le lacrime e un sorriso. «A quanto pare sì, non me l’aspettavo, ma Schneider ha tutta la mia approvazione.» risponde il Baronetto, stringendo la sua principessa e baciandole la guancia. «Ti amo.» le sussurra all’orecchio, facendola arrossire e sorridere.  

 “Ti sposerò perché: ami viaggiare e poi…

stare in mezzo alla gente quando vuoi e sei di compagnia,

si vede subito, tant’è vero

che, il mio cane ti ha già preso in simpatia,

sono straconvinto che sarà una cosa giusta.

Ti sposerò perché: sei un po’ testarda sì, ma quel che conta onesta.

ti sposerò perché: per un tipo come me tu sembri fatta apposta.

e poi…”

Karl le sorride con dolcezza e le asciuga la lacrima sulla guancia destra, baciandole il naso, guardandola negli occhi mentre lei sorride senza smettere di piangere di gioia. È felicissima che il ragazzo che ama sia guarito: che abbia vinto la malattia e il mondiale, che sia tornato quell’uomo che l’ha fatta innamorare tre anni addietro. «Grace…» sussurra Schneider non distogliendo i suoi occhi di ghiaccio da quelli ambra della ragazza, lasciandole però le mani e infilando la destra nella tasca dei pantaloni, estraendo la tanto attesa scatolina. «Vuoi sposarmi ed essere ogni giorno la donna della mia vita?» le chiede inginocchiandosi aprendo la scatolina, e mostrandole il solitario in oro bianco con un bel diamante incastonato tra le due fascette; la guarda ancora negli occhi, mentre sorride con gli occhi che scintillano di emozione e il cuore che gli martella forte nel petto – come se dovesse scoppiare da un momento all’altro.

«Sì… voglio vivere accanto a te per tutta la mia vita, voglio diventare tua moglie e la madre dei tuoi figli.» risponde Grace senza esitazioni, emozionata come non mai in tutta la sua vita, sorride a quel meraviglioso ragazzo che ama e gli carezza la guancia con la mano tremante, mentre le lacrime scendono ormai incontrollate dai suoi occhi. Il Kaiser le sorride e le bacia la mano con la quale lo carezza e si rialza in piedi – guardandola sempre negli occhi – le prende con delicatezza la mano, sfila l’anello dal suo alloggio e glielo infila all’anulare sinistro, sorridendole ancora e guardandola con un espressione radiosa. «Ti amo, Starlet, sei la creatura più preziosa che la vita mi abbia mai messo accanto.» le sussurra col cuore aperto, baciandole poi la mano con l’anello.

“E poi perché se chiedo a te fiducia e un po’ di libertà

non dici no anche per questo,

vorrei sposarti presto.

Ti sposerò perciò, ci puoi scommettere.”

«Anche io ti amo alla follia, Kaiser, anche tu sei il regalo più grande, meraviglioso e soprattutto inaspettato della mia vita.» sorride Grace, annegando in quelle magnifiche iridi di ghiaccio che l’hanno stregata dal primo giorno che le ha incrociate. Karl le sorride e le lacrime sfuggono al suo controllo, colando sulle guance, ma non gli importa, sorride e la bacia con tutto l’amore che prova per lei; Grace sorride, lo stringe forte a sé e ricambia il bacio con medesimo sentimento e una grandissima emozione, il cuore che le batte fortissimo, la felicità che non può esser misurata tanto è enorme. “There you’ll be” finisce, ma le luci rimangono spente, con un unico fascio a illuminare i ragazzi che si baciano ancora, ora accompagnati da un concitato applauso e anche qualche fischio da parte dei ragazzi.

I due si staccano dal bacio senza fiato e si guardano negli occhi sorridendosi vicendevolmente; Thomas rialza la luce e l’applauso cessa. Grace guarda ancora l’uomo della sua vita e riesce a baciarlo in guancia, per poi ritrovarsi addosso tutte le ragazze che la stringono e si congratulano con lei, chiedendole anche di vedere il solitario. «Sono felicissima per te, sorellina mia.» dice Jenny con la voce piena di emozione, stringendo l’amica. «Grazie, tesoro. Penso che anche il nostro aquilotto dei ghiacci dovrebbe decidersi a chiederti la mano.» risponde Grace ridendo felice. «Ci lavoreremo.» risponde Amy, guardando Jenny, con un’intesa negli occhi che fa sorridere entrambe. «È stupendo. Congratulazioni, Grace.» le dice Patty dandole un bacio in guancia.

«Io non riesco ancora a crederci, due dei miei migliori amici presto si sposeranno.» sorride Fanny stringendo Grace che le sorride e le bacia la guancia. «Nemmeno io ci credo ancora, non mi aspettavo che facesse una cosa del genere e sono felicissima.» risponde, guardando il fidanzato parlare con Benji ed Hermann. «Magari la prossima sarai tu.» le dice tornando a posare lo sguardo sull’amica. «Scherzi? Dovrei sopportare quello lì ogni giorno? Beh… forse un giorno lontano, ma ti avverto, potresti ritrovarti improvvisamente senza il tuo miglior amico.» risponde Fanny seria per metà, facendo ridere l’altra. «Sei tremenda, Fanny.» dice Amy ridendo e facendo ridere tutte le compagne.

Margas ha preso posto alla console e mette su la musica da discoteca, la sala inizia ad animarsi e molti dei ragazzi iniziano a ballare, altri si scatenano letteralmente. Philip afferra Jenny per ballare insieme e dà un bacio sulla guancia alla sua migliore amica. «Sono felicissimo per te, te lo meriti.» le dice. «Grazie, Phil.» risponde lei, guardandolo in tralice, facendolo arrossire, mentre Jenny ridacchia sotto i baffi. Ridendo si uniscono alla folla e iniziano a ballare anche loro, Karl affianca la fidanzata e la bacia. «Dunque voi lo sapevate già, era questo che stavate confabulando prima?» chiede Fanny, ballando accanto al fidanzato. «Esattamente!» risponde lui. «Ne abbiamo parlato un giorno in ospedale e abbiamo iniziato a cercare su internet degli anelli, poi dopo aver trovato quello giusto io ed Hermann siamo andati a ritirarlo per Karl.» le spiega guardandola negli occhi con un sorriso strano. «Capisco. È stata una cosa molto carina e inaspettata, ma non azzardarti a fare una cosa del genere perché ti uccido.» risponde Fanny. «Quindi un giorno mi lascerai?» le chiede Benji divertito, conoscendo la fidanzata. «Non ho detto questo, scemo.» risponde lei uscendogli la lingua e baciandolo subito dopo.

Ormai ballano tutti, i più esuberanti si sono scatenati in passi folli e anche improponibili, scatenando le risate dei più tranquilli, che si sono messi a cerchio guardando la buffa performance di Bruce, i gemelli Derrik e Cliffort. Marika, invece, non si è unita alle danze, si è congratulata con i due ragazzi e non può che esser felice per loro… ma, inevitabilmente, tutto questo le riporta alla mente un’altra finale, un’altra proposta, un altro uomo e una miriade di ricordi. Sorride nel ricordare quel giorno quando il suo Bernd le chiese di sposarla, ricorda ancora l’emozione provata quella sera, la felicità incommensurabile di toccare il cielo con un dito, l’avverarsi di un sogno.

Porta il bicchiere alle labbra e le bagna appena col suo cocktail, guardando lontano, come se da un momento all’altro lui potesse entrare e stringerla come faceva un tempo, come se il tempo potesse tornare indietro e rivivere quel momento, cambiando come per magia il triste epilogo che prese la sua storia d’amore. “Non sarà mai così, Marika, per quanto vorresti lo sai anche tu che Bernd non tornerà. Devi smetterla di vivere nel passato, devi pensare al presente.” si dice da sola, mentre silenziosamente inizia a piangere, inevitabilmente, la sua mente ritorna prepotente a un altro episodio e sente un vuoto terribile nel cuore. L’idillio di quella serata perfetta e meravigliosa si trasforma in una bianca e asettica camera d’ospedale.

Lui è lì sdraiato sul letto col viso smunto e gli occhi cerchiati dalle occhiaie – ma sempre brillanti nel loro azzurro ghiaccio – una flebo al braccio destro,[1] mentre cerca di sorriderle; anche lei è lì, al fianco dell’uomo che ama e che avrebbe dovuto sposare, lo stringe piano  e lo bacia sulla fronte. Bernd le sorride e alza la mano con leggera fatica per carezzarle la guancia, un dolce sorriso sulle sue labbra che nasconde tutta la stanchezza.

“Passerà, amore, insieme riusciremo a vincere questa difficile partita e coroneremo ogni nostro sogno. Ti amo, Bernd Schneider e voglio passare tutta la mia vita assieme a te.” sussurra Marika con dolcezza, carezzandogli la guancia pallida e sorridendogli. “Marika… amore mio, anche io vorrei passare tutta la mia vita al tuo fianco, renderti la donna più felice del mondo, vorrei avere dei figli con te… ma non ce la faccio più, sono stanco di lottare contro questa bestia nera che mi prosciuga le forze ogni giorno di  più… non mi sto arrendo, ma sono davvero stremato…” mormora Bernd con fatica e le lacrime agli occhi, guardando la fidanzata e prendendole la mano dove la fascetta in oro bianco col diamante fa bella mostra di sé e sorridendole, chiudendo poi gli occhi.

“Non dire così, Bernd, ti prego! Non smettere di lottare, non mi lasciare da sola in questo mondo senza te, tu sei tutta la mia vita…” sussurra Marika con voce rotta, mentre lacrime di disperazione e paura le rigano le guance, si china sul suo uomo e lo bacia delicatamente sulle labbra, come se avesse quasi paura di fargli male; Bernd riapre gli occhi e ricambia quel bacio tanto desiderato e la stringe pianissimo col braccio libero dalla flebo. “Ti amo… ti amerò ogni giorno anche quando non sarò più al tuo fianco a dirtelo, sarò il tuo angelo custode e ti guiderò da lassù… ma ti prego, Marika, continua a vivere anche per me e vivi la tua vita a pieno… io sarò sempre dentro te e non mi arrabbierò se un giorno troverai un altro uomo, perché è giusto che sia così…” sussurra affaticato dopo il bacio.

“Non dirlo nemmeno per scherzo, Bernd, per favore non ti arrendere. Lotta e vinci la partita più importante della tua vita, fallo per me, per la tua famiglia, per te stesso…” sussurra Marika con voce rotta piangendo sul suo petto, tremando e sentendosi morire. “Marika…” la chiama lui in un debole sussurro, carezzandole i boccoli neri, mentre fatica ancora a respirare, la ragazza alza lo sguardo e lo fissa con tutto l’amore che prova per lui. “Perdonami, Marika… non vorrei lasciarti, ma ormai è arrivata la mia fine, mi dispiace… ti amo, Marika, e lo farò per sempre…” sussurra con un leggerissimo soffio la voce del calciatore. Marika si morde le labbra e gli prende le guance con le mani, poggiando la fronte sulla sua. “Anche io ti amo e ti amerò per sempre, Bernd…” sussurra, poggiandogli le labbra sulle sue, il ragazzo ricambia il bacio e la stringe, si perde ancora una volta in quel mare blu degli occhi della fidanzata, le sorride staccandosi dalle sue labbra e chiude gli occhi per l’ultima volta – andandosene con il sorriso sulle labbra, l’espressione serena e il cuore colmo d’amore – sapendo che la sua ragazza lo amerà per sempre e sicuro che andrà avanti.

Marika gli sfiora la guancia diafana con la punta delle dita, le lacrime ancora copiose nei suoi occhi, ma il sorriso sulle labbra – almeno il suo uomo è morto felice – e questo, per quanto faccia male, le allieta un po’ il cuore distrutto.

«Che fai qui tutta sola?» quella voce la riporta alla realtà interrompendo il flusso dei ricordi, si volta e incrocia due occhi azzurro ghiaccio – così simili a quelli del suo uomo eppure così diversi – li guarda ancora un attimo, poi gli sorride. «Nulla, Karl, stavo pensando a Bernd… la tua proposta a Grace mi ha riportato alla mente la sua, poi inevitabilmente, ho pensato al suo ultimo momento di vita e la fine di tutto.» risponde Marika, con sguardo velato di lacrime, ma un sorriso sulle labbra – nonostante tutto. Il Kaiser la guarda e si lecca le labbra nervoso, le prende la mano e le sorride. «Scusami, mi dispiace, non volevo. Non volevo riportarti alla mente certi ricordi, io ero in Francia quando te lo chiese, me lo avete anche detto, ma non ci ho pensato…» sussurra sentendosi in colpa. «Non è colpa tua, tesoro mio, capisco perché tu abbia scelto questo momento e non poteva essere diversamente.» risponde la zia stringendolo a sé.

Karl la guarda negli occhi e le sorride. «Lo so quanto lo amavi e lo ami ancora, e immagino quanto possa esser difficile accettare che non ci sia più, ma devi essere forte, andare avanti e tornare a vivere, sono certo che anche lui avrebbe voluto questo.» le dice dandole un bacio sulla guancia, mentre la musica cambia in un lento. «Posso ballarlo con te? Grace capirà.» le dice ancora prendendole le mani e trascinandola in pista. «Ne sono lusingata, Kaiser.» sorride Marika stringendolo e iniziando a ballare insieme. «Sono davvero fiera dell’uomo che sei diventato, di come affronti la vita e le difficoltà, ti auguro tutto il bene possibile e ti prometto che mi impegnerò a riprendere in mano la mia vita.» gli sussurra all’orecchio per farsi sentire. «Lo so, e anche io sono fiero di te, orgoglioso di chiamarti zia, anche se di fatto non lo sei e ti voglio un bene dell’anima.» risponde a sua volta il calciatore, dandole un bacio in guancia, mentre continuano a ballare fino a fine serata.

 

 

 

To be continued...

 

Angolo dell’Autrice: e così eccoci arrivati alle ultime note di questa storia, fa sempre un certo effetto finirne una, lascia sempre quel poco di malinconia nel cuore, ma anche una grande felicità e un grande orgoglio. Come preannunciato, a questa storia ne seguirà un’altra, e anche un’altra la precederà; all’inizio di questa avventura non avevo messo in conto che dal “Ritiro” potesse uscir fuori un mondo, ma poi le cose sono andate diversamente da come dovevano essere all’inizio e quindi è nata questa storia, con le sue disavventure e tragedie familiari – inevitabilmente nella mia mente – hanno preso forma anche le altre due che scriverò: dunque, il sequel sarà una bella sfida e spero anche una sorpresa per voi, ancora non so bene come sarà strutturato, ma ci sto lavorando; il prequel invece, essendo passato, è già più delineato nella mia mente, dunque ripercorrerò le vicende della famiglia Schneider e zio Bernd non sarà ancora morto… vedremo cosa avrà combinato il Kaiser di tanto sconvolgente, che è meglio Marie Käte non lo faccia sapere in giro, conosceremo nuovi personaggi e vi parlerò della scapestrata adolescenza dei tre amici tedeschi... e poi arriverà Grace; dunque il prequel partirà da prima del suo arrivo e poi si ricollegherà al “Diario di una manager” e andrà avanti, per adesso non vi anticipo altro. La parte scritta in bordeaux, ovviamente, è un ricordo di Marika – che appunto verrà ripreso nel prequel insieme alla sua storia d’amore. Adesso non mi resta che ringraziare tutti indistintamente e immensamente per avermi sostenuta in questa storia, dato le vostre opinioni e consigli, che mi permettono di migliore giorno dopo giorno; ringrazio perciò tutti coloro che mi hanno seguita fin dall’inizio, chi si è unito nel corso delle storia, chi si è un po’ perso per strada per vari impegni, chi è rimasto lettore silenzioso e chi ha messo la storia tra preferite, ricordate e seguite… un grazie immenso va soprattutto alla mia insostituibile Darling per avermi sempre sostenuta in questa avventura, per avermi prestato il suo Gregory Ross, per nonnina Ross – che abbiamo deciso di riesumare – e perché io l’ho usata prima che lo facesse lei parlandone in modo diretto, perché senza i suoi consigli, i suoi suggerimenti e il condividere idee e dubbi è stata fondamentale e senza il suo aiuto non sarei qui. ♥ Dunque immensamente grazie a tutti voi, siete stati splendidi. ♥ Adesso non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento alla prossima storia – se sarà il prequel o il sequel ancora non lo so. xD Come avevo già detto qualche capitolo fa, alla finale corrisponde un’altra storia, un finale alternativo nel quale Erik non muore, “On the Road of the Life” dunque lo pubblicherò in concomitanza con questo capitolo. Adesso è tutto, grazie ancora, un immenso bacione a tutti. Amy!

 

 


[1] Destro perché Bernd è mancino, in genere i medici, cercano sempre di mettere le flebo nel braccio non predominante – ovviamente in base alle situazioni a volte si è costretti a usare entrambe le braccia e ogni possibile accesso venoso – più o meno, perché esistono altri supporti medici per facilitare tale procedura (ed evitare anche ematomi ai pazienti) supporti che in Chronicles – dove appunto viene narrata la malattia dello zio – userò anche questi anche, ma questa è una flebo normale, quindi va al braccio

   
 
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