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Autore: _Atlas_    05/05/2019    4 recensioni
Tony, Pepper e l'evoluzione della loro storia.
Una semplice raccolta di scene quotidiane che hanno segnato la loro relazione in un mix di fluff, commedia e angst; insomma, tutto quello che non vedremo mai al cinema!
[Da Iron Man 2 ad Avengers:Endgame]
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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00:07








La mezzanotte era passata da un paio d'ore.
In lontananza si sentiva l'eco di qualche tuono, mentre una pioggia sottile si posava leggera sui vetri delle imposte, cancellando i segni di una tempesta passata. Di tanto in tanto un fulmine spezzava l'oscurità notturna, illuminando a giorno la sala d'attesa del California Pacific Medical Center.
In quel silenzio quasi assoluto, Tony cercava di mettere in ordine i propri pensieri che si rincorrevano, numerosi e frenetici, nel tentativo di venire a patti con ciò aveva appena stravolto la sua vita.
Erano state tre ore intense, durante le quali si era ritrovato a stringere una mano con tutta la forza che aveva nel corpo, sperando che anche solo la più piccola parte di essa potesse offrire un aiuto concreto; poi era subentrata la paura e più di una volta si era ritrovato sull'orlo di un attacco di panico, tentando di scacciare, una volta per tutte, quei pensieri che per nove mesi avevano accompagnato le sue notti insonni. Con sguardo terrorizzato si era poi voltato verso Pepper e incrociando i suoi occhi lucidi aveva capito che da quel momento non ci sarebbe stato più spazio per il vuoto e che da lì a pochi istanti qualcuno avrebbe teso loro una seconda possibilità, offrendo a entrambi l'opportunità di rialzarsi.
Morgan H. Stark era nata sette minuti dopo la mezzanotte, mentre fuori imperversava la tempesta e i tuoni si confondevano con il suo pianto disperato. Tony avrebbe scomesso che sarebbe stata in grado di svegliare l'intera costa californiana con le sue corde vocali, se solo non fosse stato intento a guardarla rapito mentre si agitava tra le braccia di Pepper, quasi a proclamare il suo arrivo nel mondo.
La sensazione della sua mano minuscola avvinghiata al proprio dito continuava a risalire nei suoi ricordi anche adesso che attendeva impaziente di rivederla e cercava di porre un freno ai suoi pensieri impazziti.
Rimase in sala d'attesa per un'altra mezz'ora, chino sulle ginocchia e con la testa tra le mani, fin quando un'infermiera lo riscosse dal suo stato per dirgli che avrebbe potuto finalmente raggiungere sua moglie.
Tony si alzò di scatto e, come se non aspettasse altro, si diresse verso la stanza col cuore che gli martellava nel petto.

 
*


Non appena lo vide entrare, Pepper gli rivolse un sorriso raggiante.
Era stesa sul letto con la neonata tra le braccia, ora apparentemente addormentata e del tutto ignara di aver smosso un uragano di emozioni nel giro di così poco tempo.
Tony avanzò verso di loro senza sapere bene come comportarsi, ma allo stesso tempo deciso a toccare con mano quella realtà che aveva immaginato per mesi, così si sedette sul bordo del letto e rivolse alla donna un'occhiata indecifrabile. Poi, spinto da un desiderio che non riuscì più a soffocare, tornò a sfiorare con le dita la mano minuscola di sua figlia.
Deglutì a vuoto, immergendosi del tutto in quel contatto così sottile e allo stesso tempo travolgente, per una volta completamente a corto di parole.
"È così piccola..." mormorò poi dopo minuti infiniti, fissandola come incantato.
"Vuoi tenerla?" gli chiese Pepper riuscendo, come sempre, a leggere i suoi pensieri.
Lui le rivolse uno sguardo sorpreso, a metà tra un guizzo di terrore e una risposta affermativa.
Non fece in tempo a parlare, che la donna si sporse verso di lui per mettergli tra le braccia la neonata, ancora profondamente addormentata, ignorando il lampo di esitazione che per un momento aveva letto nei suoi occhi e iniziando a commuoversi quando lo vide stringerla a sè e lasciarle una carezza sulla fronte.
Malgrado avesse immaginato svariate volte quell'istante, Tony non fu pronto alla marea di emozioni che lo travolse da lì a poco.
Fin da quando aveva memoria, era sempre stato affascinato dai miracoli della tecnologia, dai progetti di suo padre, da tutte le complicate creazioni provenienti dalle sue e dalle proprie mani. Ore e ore passate a decifrare il linguaggio di congegni meccanici, ammirandoli e trasformandoli a proprio piacimento, dando vita a idee che gli altri consideravano solo vaghe ipotesi. Quelle creazioni gli ricordavano quanto acuto fosse il suo ingegno e precisi i suoi calcoli, quanto fossero salde ed esperte le sue mani, quanto tanto riuscisse a offrire al mondo e quanto valesse la pena farlo, ogni volta.
Aveva sempre creduto che fosse unicamente quello il suo retaggio, ma adesso che cullava tra le braccia una bambina che si ostinava a non mollare la presa di una mano infinitamente più grande della sua, capì che quella era senz'altro la sua creazione più grande e più bella. Quella che gli avrebbe permesso di non sprecare la sua vita e quella che, insieme a Pepper, gli avrebbe permesso di andare avanti con essa, nonostante il vuoto che aveva invaso le loro.
"È..." provò a dire, trovandosi di nuovo a corto di parole.
"...bellissima" concluse per lui Pepper, affondando il viso sulla sua spalla.
"Già."
"Pensavo..." esordì poi la donna, con tono diverito "...Morgan è anche una tua creatura, dovresti prenderti almeno il 12% del merito" lo canzonò.
Tony sogghignò di rimando e le rivolse uno sguardo offeso.
"Il 12%? Sono servito così poco?"
"Beh, si potrebbe arrivare al 15%."
"Andiamo, Pep" si finse deluso, "È palesemente la mia fotocopia, io direi che mi spetta almeno il 65% del merito" obiettò con una certa convinzione, accarezzando i capelli scuri della figlia.
La donna sollevò un sopracciglio, dopodichè puntò lo sguardo sulla neonata che nel frattempo aveva iniziato a stiracchiarsi e a guardarsi intorno con aria circospetta, quasi avesse compreso le battute dei genitori. Suo malgrado, Pepper fu costretta ad ammettere che tra i due ci fosse una decisa somiglianza.
"Vada per un 50%, un po' sbilanciato dalla tua parte" gli concesse infine.
"Andata" concluse Tony, posandole un bacio sulla fronte.
Rimasero qualche minuto in silenzio, entrambi rapiti a guardare la piccola e persi in pensieri che non era necessario pronunciare ad alta voce.
Tony continuò a cullare Morgan finchè non crollò di nuovo addormentata, rendendosi poi conto, dall'espressione di Pepper, che anche lei aveva sicuramente bisogno di riposare.
"Come ti senti?" le chiese a bassa voce.
"Bene, ma sono un po' stanca" ammise.
"Dormi allora, resto sveglio io" le disse posandole una carezza leggera sulla mano.
Non passò molto che anche la donna crollò addormentata, e Tony si perse a osservarle entrambe per quasi tutta la notte, per una volta sereno e lontano dagli incubi.








 
NdA
Che dire?
Sembrava follia, e invece Endgame ci ha confermato che questa scena è esistita davvero in qualche punto sperduto del canon; anche in questa occasione ci sono svariati riferimenti al vuoto post-schiocco di Thanos, ma spero di aver compensato il pezzo più angst con la parte finale :P
Inoltre, un tempo probabilmente mi sarei soffermata di più sulla questione "paternità", magari citando Howard in modo esplicito, ma non mi sembrava il caso, altrimenti l'angst avrebbe avuto la meglio su tutto il resto.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e conto di aggiornare gli ultimi due (!) nelle due prossime domeniche ;)
Un saluto e alla prossima,

_Atlas_

P.S. Un paio di chiarimenti aggiuntivi che mi ero bellamente dimenticata di fare:

 - La nel nome di Morgan è canon, in lingua originale la si riesce a distinguere quando Tony chiama Morgan nella loro prima scena insieme. Non so a chi sia riferita, gli unici nomi che mi sono venuti in mente sono Howard e Happy, vai a sapere... :')

 - L'ispirazione per la battuta sul 12%, oltre ad essere una chiara ripresa del primo Avengers, è anche un                   riferimento a questa dolcissima fanart.
   
 
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