Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Aryuna    24/07/2009    6 recensioni
“E se le favole fossero realtà? Ti sei mai fermata a pensare che, sotto, ci sia un fondo di vero?”
Un castello, un incantesimo, una ragazza... e un principe da liberare.
Ispirata, in una notte insonne di malattia @.@, alla favola della Disney.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non sono quella giusta

 

 

 

Ayame spronò nuovamente il cavallo che, pigro, stava per l’ennesima volta rallentando il passo. Si guardava attorno inquieta, cercando un luogo di cui aveva solo vagamente sentito parlare.

Un castello.

 

“E dovrei crederti?”, domandò Koga perplesso e decisamente spaventato. Probabilmente era convinto che la ragazza stesse impazzendo.

“Non sto mentendo. Se i tuoi leccapiedi non mi avessero fermato te lo avrei dimostrato!”, ribatté lei, sull’orlo del pianto. Koga aveva voluto sapere il motivo per cui l’aveva cercato, e adesso non faceva altro che maltrattarla.

“Sì, ma adesso non hai prove”, fece notare il ragazzo. La fanciulla si morse il labbro, indecisa e confusa.

“Potrei averle”, mormorò infine, torturandosi le lunghe dita affusolate. Il ragazzo la fissò negli occhi smeraldo, incredulo.

“Troverò il castello!”, esclamò decisa, “Ci andrò con Hakkaku e Ginta! Tanto dovresti comunque cercare Kagome nella foresta, ed è probabile che si trovi in una casa isolata. Altrimenti come spieghi le varie sparizioni?”.

 

Sì, ma dove? Aveva dedotto dalle sparizioni che era nella foresta, ma offrirsi di cercare il castello probabilmente non era stata una buona idea.

“Allora Ayame, dove andiamo?”, domandò Ginta, affiancandola con il suo stallone.

“Proviamo da quella parte”, decise dopo diversi momenti di esitazione. Girare a vuoto in quel modo era inutile. Come poteva sperare di trovarlo in quel modo?

Gli alberi, alti e fitti, impedivano una visiona completa dell’area, e sapeva bene di poter sbucare dal nulla davanti ad un edificio, imponente o meno.

E Koga gli aveva concesso solo un giorno.

Si morse un labbro, confusa sul perché di questa sua scelta. Se Kagome fosse sparita lei non avrebbe avuto più rivali, e forse Koga si sarebbe rassegnato. E invece lo stava aiutando per trovarla. Sospirò, maledicendo il suo buon cuore. La verità era che sapeva bene che non era colpa di Kagome, ed era preoccupata per lei. In fondo una volta erano state amiche. E non sopportava di vedere Koga dilaniato dalla sofferenza. Gli altri percepivano in lui solo un eccessivo nervosismo, ma la fanciulla sapeva bene che non era così.

Ayame, sbaglio o laggiù c’è uno spiazzo?”, domandò Hakkaku, aguzzando la vista. La ragazza sforzò i suoi occhi chiari, per scorgere il lontananza un leggero chiarore. Decise di fare un tentativo, spronando il cavallo in quella direzione.

“Però è strano”, fece notare Ginta perplesso, “non ci siamo allontanati particolarmente dal villaggio, ed è decisamente insolito che ci sia un castello e nessuno l’abbia mai notato”.

Questo era vero. Non era possibile che un castello così vicino non fosse mai stato notato.  E un edificio di tali dimensioni non poteva certo essere nascosto con facilità. Solo una magia…

Ayame scosse la testa, cacciando quei pensieri. La vista di quella bambina fluttuante le giocava strani scherzi. Non era possibile che un maleficio nascondesse un castello, per il semplice fatto che la magia non esisteva. Forse i demoni, ma la magia no!

Si morse il labbro a quel pensiero: demoni. Fino al giorno prima non avrebbe mai creduto neppure a quelli, come poteva ora dubitare con tanta certezza dell’esistenza della magia?

Ginta ha ragione”, confermò Hakkaku, ormai vicino alla luce, “probabilmente sarà solo una rad…”.

Ayame e Ginta sollevarono lo sguardo sul compagno, il quale paralizzato fissava un punto imprecisato innanzi a sé.

“Cosa succede?”, domandò Ginta preoccupato, precedendo la ragazza, “Oh. Mio. Dio!”.

Ayame sbuffò, facendosi largo tra i due per godere della vista della radura.

Ma invece si ritrovò davanti ad un imponente cancello nero, spoglio e sobrio. Alzò gli occhi con lentezza, incredula, ammirando la struttura immensa che si stagliava contro il cielo limpido.

“Non è possibile”, sussurrò debolmente, avvicinandosi con lentezza al cancello.

“Sarà abbandonato”, fece notare Hakkaku quando riuscì nuovamente a proferire parole.

“Ha un’aria… inquietante”, precisò l’altro, ammirando i decori demoniaci che ricoprivano il castello.

“È abitato”, sussurrò infine Ayame, affiancando il cavallo al nero cancello, “il giardino è curato nei minimi dettagli”.

“Ma è impossibile!”, ribatté nuovamente Ginta, “Non può essere che un castello abitato e così vicino al villaggio non sia mai stato notato!”.

Hakkaku strabuzzò gli occhi, fissando il portone di ingresso.

C-chi… C-cosa è quello?!”, sussurrò trattenendo chiaramente un urlo. Ayame concentrò l’attenzione su quel punto, scorgendo un uomo e una bambina che rientravano dal giardino.

No anzi. Non era un uomo.

Aveva lunghi capelli argentati, pur essendo giovane, ed emanava un’aura glaciale.

Ha-Hakkaku, vedi anche tu orecchie a punta?”, domandò Ginta terrorizzato.

“E occhi gialli”, balbettò l’altro altrettanto in preda al panico.

“Un demone”, sibilò Ayame sbiancando.

E, proprio in quell’istante, la creatura si voltò verso di loro, in un gesto così rapido da non essere visto.

“Ci ha visto”, mormorò la fanciulla con voce strozzata.

Il demone li fulminò con occhi di ghiaccio, e sguainò gli artigli.

“SCAPPATEEEE!!!”.

 

“KOGA!”.

L’urlo fece voltare tutti in piazza, mentre il ragazzo si ritrovò assalito dai due amici. Poco dietro, Ayame li seguiva senza fiato. Tutti e tre erano pallidi come fantasmi.

Koga, sembrava un uomo!”, cominciò Ginta.

“No, era enorme! Come quattro case!”, continuò Hakkaku.

“E aveva gli occhi gialli”.

“Sì, ma enormi e di un rosso intenso!”.

“E sputava fiamme!”.

“E aveva due ali enormi!”.

“E una coda come un drago!”.

“E emanava fumo dalle narici!”.

“Aveva un corno sulla fronte!”.

“Sì, e la lingua biforcuta!”.

“Aveva le zampe come quelle di un cavallo!”.

“E artigli lunghi due metri!”.

Koga fissava i due confuso, senza capire nulla.

“Ok, ok! Frenate e fatemi capire! Stiamo parlando di una creatura grande ma piccola, con occhi giallo-rossi, sputa fiamme, emana fumo, ha coda e ali da drago, un corno e zoccoli con artigli?”, domandò perplesso. I due annuirono, continuando a parlare animatamente delle squame che lo ricoprivano e delle piume che lo facevano sembrare ancora più enorme.

“E magari aveva anche due teste?”, chiese ironico.

“Sì! Anzi no, ne aveva tre!”, precisò Hakkaku meticolosamente.

“Cosa dici, erano cinque! Potrei giurarlo!”, ribatté Ginta con foga.

Koga fissò Ayame perplesso.

“Sembrava umano”, descrisse lei, “ma era evidente che non lo era. Aveva capelli d’argento e occhi dorati. Un’espressione così distaccata e dei movimenti talmente rapidi da non lasciare spazio a dubbi”.

Koga prese un respiro profondo.

“Ammetto che la cosa mi lascia perplesso, ma per quanto i due qui dietro siano fifoni non si spaventerebbero certo così per un’ombra”, fu costretto ad ammettere il ragazzo, ancora molto confuso.

“Ah, Koga!”, aggiunse Ginta dopo essersi ripreso dallo spavento, “abbiamo anche visto il castello”.

“Davvero?”, domandò lui perplesso. I due amici annuirono, e cominciarono a raccontare la loro ricerca meticolosamente.

Ayame aveva ragione”, ammisero entrambi, “ma non potevamo immaginare fosse così importante!”.

“E comunque il demone è come l’ha descritto lei”, terminò Ginta, a mente fredda.

Koga si fermò a riflettere a lungo.

“Non possiamo lasciare Kagome in quel posto infestato da mostri”, disse autoritario, “Né possiamo permettere queste continue sparizioni, sicuramente causa loro!”.

“E cosa vorresti proporre?”, domandò Ginta, con un pessimo presentimento.

“Dobbiamo attaccare il castello!”, ordinò, seguito da sussurri convinti di assenso.

Koga, ora basta!”, strillò Ayame, facendosi largo tra la folla che ormai si era accalcata nella piazza, “Questo è quello che vuole Kagome”.

“E tu che ne sai?”, domandò il ragazzo urlando.

“Ho sentito i loro discorsi!”, spiegò la ragazza, “parlavano di un… un demone di cui lei si è innamorata!”.

Un mormorio stupito si sollevò da tutti i presenti, increduli dinnanzi a una simile affermazione. Lo stesso Koga fissava la ragazza basito.

Koga, lasciala andare! Deve essere una sua scelta”, strillò Ayame, sull’orlo del pianto. Koga non capiva come ci si sentiva ad essere innamorati? Perché non si fermava? Perché voleva scatenare odio e paura in quel villaggio?

“Sei impazzita forse?”, domandò lui adirato, “Quel demone l’avrà di certo stregata! E se non lo fermiamo subito sarà lui a fare la prima mossa!”.

I tentativi di Ayame di farlo ricredere vennero soffocati dalla folla inferocita.

“Sei uno stupido!”, strillò la fanciulla, fuggendo dalla piazza senza che il suo urlo potesse essere udito dalle orecchie del giovane.

Il petto le doleva, e le lacrime non smettevano di scendere.

Continuava a provarci, senza tregua.

Ma lui, cieco davanti all’evidenza, continuava ad essere convinto che lei non fosse quella giusta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA:

 

Ok, non aggiornavo questa storia da un anno.

Il motivo è semplice. Era nata come una storia breve su Inuyasha e Kagome, e si è ampliata troppo per i miei gusti. Non l’ho terminata in tempo breve, e alla fine mi ha stancato. L’unico motivo per cui ho deciso di finirla, dopo aver rimandato all’infinito, è che io ODIO le incomplete. Le odio a tal punto da non riuscire a concepire che una mia storia rimanga tale.

Emiko e Roro sono riuscite ad ispirarmi un po’ con un lavoro di coppia sconvolgente, e sono riuscita a buttare giù questa sottospecie di capitolo tirato. La storia si avvia alla conclusione, anche se questa parte di storia doveva essere più lunga di un capitolo.

Ed è diventata di un capitolo non perché io l’abbia accorciata volontariamente, bensì perché non ricordavo com’era il pezzo XD *sincerità*

Cosa vi aspettate da una che dimentica il perché una storia ha quel titolo? *vedi The Last Time >__>*

Comunque spero di concluderla in breve, quindi sperate anche voi in imminenti aggiornamenti ù__ù

Byez!

 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Aryuna