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Autore: SuperGirl22    29/09/2019    2 recensioni
Kara Danvers non è più l'assistente della mitica signora Grant, adesso è una giornalista. Il suo primo incarico è intervistare Lena Luthor.
Cosa succederà?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino seguente Kara alle nove in punto era già pronta, aveva chiuso occhi si e no solo per due ore. Era il suo primo incarico e questo le metteva ansia ma la cosa che più la preoccupava era intervistare una delle donne più potenti, ricche e belle di National City. Aveva passato la notte a leggere le sue interviste e vedere le foto della donna. Gli occhi di Lena l'avevano folgorata, quel colore cangiante tra il celeste e il verde chiaro e vederli di persona la preoccupavano parecchio. Uscì di casa alle nove e trenta e alle dieci meno un quarto era davanti l'assistente della signorina Luthor.

"La signorina Luthor è in riunione." La Informò la bionda vestita in maniera impeccabile quasi da metterla in difficoltà.
Kara era stata parecchie ore ferma davanti il suo armadio per scegliere qualcosa di adeguato e aveva optato per un vestitino rosso con una cintura nera in vita, scarpe dello stesso colore. I capelli legati solo prendendo i lati e sciolti la parte restante.

"Aspetto qui?" Le chiese indicando la sedia.

"No, mi ha detto di farla entrare nel suo studio."
Kara restò a guardarla per qualche secondo stupita poi annuì e seguì l'assistente. Lo studio di Lena Luthor era enorme, dieci volte quello della giornalista della CatCo, i mobili bianchi e una grossa vetrata che mostrava parte della città.

"Può accomodarsi qui, signorina Danvers." Indicò la sedia di fronte la scrivania distraendo Kara. Annuì immediatamente e prese posto ancora timorosa.
"Desidera qualcosa?" Chiese ancora la ragazza.

"No, grazie mille." Disse posando il suo blocchetto sulla scrivania.

"Allora ci penserà la signorina Luthor." Disse prima di uscire lasciando Kara perplessa.
Tutto in quella stanza era in ordine e studiato, Kara prese in mano il blocchetto e iniziò a scrivere qualcosa, quella donna ispirava senza neanche essere presente. I minuti passavano velocemente e Kara aveva già scritto parecchio, aveva letto i titoli della libreria della donna e osservato ogni angolo della stanza. Sfogliò le pagine e si grattò il mento pensierosa, doveva accorciare di parecchio le pagine e già si trovava in difficoltà.

"Ha già scritto tutto questo su di me?" Disse una voce alle sue spalle facendola sobbalzare. Scattò in piedi impacciata e sentì il cuore quasi uscirle dal petto sia per la paura presa sia per quegli occhi di fronte a lei.

"Ehm...io, mi scusi. Solo che..." No, Kara, non balbettare si disse.

"Stia tranquilla, mi fa piacere. Sapevo che lei era diversa." Disse sorridendo e porgendole la mano. "Lena Luthor."

"Si! Io, Kara Danvers." Le prese la mano cercando di non mostrare il tremore. "Che intende con 'diversa'?"

"Ieri lei ha chiamato, giusto?" Le chiese prendendo posto davanti a lei.
La bionda annuì.

"Non ha insistito come fanno tutti, quando chiedo alla mia assistente di tenere i giornalisti sulle spine loro danno di matto, richiamano più volte mentre lei ha atteso semplicemente." Disse sorridendo e poggiandosi allo schienale.

"Oh..." rispose solamente la bionda sistemandosi gli occhiali.

"La manda Cat Grant, immagino."

"Si, proprio lei."

"Si deve fidare molto. Immagino che non vuole deluderla."

"No, non vorrei. Odio deludere la gente."

"Anche io. Può chiedermi tutto quello che vuole anzi, le faccio un quadro generale io. So bene come sono queste interviste."

"Tutti le fanno le stesse domande?" Chiese Kara vedendo un velo di tristezza nei suoi occhi.

"Mio fratello, come ci si sente ad essere la sorella del peggior nemico dell'umanità. Il rapporto con mia madre." Fece spallucce. "Nessuno che chiede del mio lavoro, dei miei studi, delle mie invenzioni."

"Me ne parli." Disse Kara afferrando il blocchetto e la penna.

"Come?" La guardò stupita.

"Davvero. Mi parli di lei, dei suoi studi, sono davvero entusiasta di ascoltarla. Ho scritto molte pagine solo guardando il suo studio. Immagino che lei sia una persona molto impostata ma dietro il suo mostrare freddezza c'è molto altro."

Lena fece una faccia sorpresa e poi sorrise.

"Allora le parlo di me."
Kara annuì e passarono una mezz'oretta a parlare solo ed esclusivamente di Lena Luthor, non della sua famiglia.
Lena guardò il suo orologio e fece una faccia dispiaciuta.

"Ho una riunione, sono davvero impegnata, mi dispiace dover interrompere la nostra chiacchierata."

"Non si preoccupi, ci saranno altre occasioni." Kara le sorrise e si alzò, le porse la mano che Lena strinse ricambiando il sorriso.

"Il suo capo non sarà molto contento, parlare di me non è interesse loro."

"Mi inventerò qualcosa, non si preoccupi. Buona giornata."

"Buona giornata."



La sera arrivò in fretta e per fortuna Cat Grant era fuori per lavoro, aveva più tempo per scrivere l'articolo. Adesso era con la sorella distesa sul divano a guardare un film.

"Perché devi farmi vedere gli horror? Vuoi farmi passare un'altra notte in bianco?"

"Combatti con mostri peggiori, Kara." Rise la rossa.
Kara scosse la testa e poco dopo squillò il telefono.

"Ricercata la mia sorellina."

"Smettila!" Disse dandole un colpetto sul braccio. "Pronto?"

"Pronto, signorina Danvers?"
Kara si bloccò per un attimo riconoscendo la voce.

"Lena Luthor?" Chiese.

"Si, sono proprio io." Confermò.

"Mi dica..."

"Volevo invitarla a cena."

"Cena?" Kara sapeva di sembrare poco professionale. Non aveva intenzione di confondere la domanda in quel modo, ma fu colta di sorpresa. Lena Luthor le stava davvero chiedendo di uscire a cena? Che cosa significava?

"Se è libera", rispose Lena, la sua voce calma e un tocco divertito. “Sono una donna molto impegnata in questi giorni, signorina Danvers. Sono sommersa durante il normale orario lavorativo e incontrarla di nuovo mi è impossibile però sono in debito con lei, non posso farle fare brutta figura con la signora Grant. La cena ci darebbe il tempo di parlare senza paura di essere interrotte. "

Ciò aveva senso, a prima vista, ma Lena non aveva finito. "Inoltre, ci darebbe la possibilità di conoscerci l'un l'altro su un piano più neutro ed equo."

Cosa significava? Non era niente. Non doveva essere niente. Aveva appena incontrato Lena Luthor. Vuole solo essere professionale , si assicurò Kara. Questo è tutto, professionale. Anche lei doveva essere professionale. Adesso era una giornalista, dopotutto.

"La cena funzionerebbe molto bene, signorina Luthor."

“Lena”.

"Che cosa?"

Lena rise. Era una risata bassa, gutturale. "Chiamami Lena, per favore, signorina Danvers."

“Sì, signorina Lu...intendo Lena. Certo, ”disse Kara, aggiustandosi furiosamente gli occhiali. Fu sorpresa di non averli già spezzati a metà. Cosa c'è di sbagliato in me oggi? Devo solo essere nervosa per il lavoro  "Domani sera va bene per te?"

"Perfettamente." Kara sentì il sorriso nella risposta di Lena. "Cosa preferisci?"

Kara si fermò a riflettere.

"Non conosco molti posti, non mangio molto fuori."

"So che in città è stato aperto un nuovo locale di sushi. Ti va se andiamo lì?"

"So che l'attesa è molto lunga."

"Non preoccuparti, conosco il proprietario.

Quel locale era il nuovo sushi di fascia alta in città. Si vociferava che la lista d'attesa per ottenere un tavolo fosse lunga mesi. Ma Lena era fermamente convinta.

"Ti piace il sushi, Kara?" Chiese la mora.
Il suo nome sulla bocca di Lena era qualcosa di unico.


"Adoro il sushi, Lena." borbottò Kara. "Sarebbe grandioso!"

"Eccellente. Ci vediamo alle 19:30, allora? ”Lena sembrava compiaciuta.

È normale vederci fuori, è per lavoro in fondo.

"È perfetto."

"A domani, Kara. Buonanotte."

"Buonanotte." Rispose.


Kara mise giù il telefono. Le sue mani tremavano, quindi Alex la guardava stranita. Cosa c'era di sbagliato in lei oggi? Sembrava così stupida, facendo eco a tutto ciò che Lena diceva e balbettando le sue risposte. "Ho bisogno di mangiare."

"Che succede, Kara?"

"Lena Luthor mi ha invitata a cena."

"Hai bisogno di mangiare." Concordò la rossa, sapeva bene che il cibo era l'unico modo per calmare la sorella.

"Altra notte in bianco." Sospirò.

"Kara!"

"Capisci di chi stiamo parlando? È una delle donne più se...più potenti della città."

"Lavori già per una donna importante, cerca di stare tranquilla."

"Ci proverò."


   
 
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