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Autore: Jenna_Huphery    02/01/2020    1 recensioni
AGGIORNATA, ONLINE CAPITOLO 4!
Profumo di neve nella città dell'Ovest.
Uno chalet tra le montagne, una lunga notte e qualche spettro in visita al nostro principe preferito... se come me siete dei drogati del Natale, catapultiamoci insieme in in questa storia tutta, o quasi, a tema Dickens.
Storia già pubblicata e mai conclusa, approfitto del nuovo Natale confidando di riuscire questa volta a darle un degno finale, nel frattempo godetevi i primi capitoli e, per chi l'avesse già letta, rispolverate la memoria... gli spettri stanno tornando.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PAST CHRISTMAS, YOU GIVE ME AN HEART

BUT THE VERY NEXT DAY I GAVE IT AWAY

FIRST PART

 

NB Autrice: *le frasi tra virgolette e scritte in corsivo si riferiscono ai PENSIERI dei personaggi.

[23:58]

Tic tac Tic tac Tic tac

“Ora la distruggo”

Tic tac Tic tac Tic tac

“Più fastidioso di Kaharot”

 

[23:59]

Tic tac Tic tac Tic tac

“Maledizione, dormivo meglio all’inferno”

Tic tac Tic tac Tic tac

“Chalet di merda con orologio ticchettante di merda”

 

[00:00]

 

Tic tac Ta… la sveglia venne incenerita in un nano-secondo, Vegeta non aveva nemmeno aperto gli occhi, bastò la forza spirituale a disintegrarla.

Si sentiva la testa straordinariamente pesante, ma che ora era? Allungò il bracciò quel tanto che bastava per sentire il corpo caldo della moglie vicino a lui “Bene, la donna c’è, non sono all’altro mondo” pensò in preda ad una qualche farneticazione del dormiveglia.

Come ci era arrivato al letto?

 

“Sveglia, sveglia Vegeta”

E ora che volevano da lui, chi diavolo era a parlare, Zarbon? Era ora di un’invasione?

“Vegeta”

Possibile che non lo lasciassero mai dormire in pace? “giuro che se è Trunks lo uccido, io alla sua età mettevo a ferro e fuoco l’universo e lui non ce la fa a dormire una notte filata senza rompere l’anima altrui

“Ehi, sei sveglio?”

Ma che cazzo. Di chi diavolo era la voce?

“Suvvia amico, svegliati, è ora di andare”

Andare dove? Era già ora di andare sulla Terra…? “Napa?” Naaa, non era una voce da pelato. “Radish?” quel capellone non gli era mai piaciuto – non che gli piacesse qualcuno, eh. – amico di chi?

 

Il principe dei sayan aprì gli occhi – cercò di mettere a fuoco, ma con le palpebre appiccicate fu un’impresa – buio, soffitto, travi di legno “Ovviamente, sono steso, che cazzo pretendo di vedere” fece leva con il braccio destro, tirandosi a sedere con fatica – Bagno, vasca, Bulma, muro, armadio “Già meglio” fletté il collo all’indietro, lo sentì schioccare girandosi lentamente verso sinistra – Finestra, muro, comodino, uomo incappucciato, valigie “Bene, sono sulla Terra, posso pure rimettermi a dormire”.

“Vegeta, sveglia!”

Oddio, uomo incappucciato, “Ok calma non sei una donnicciola”

Il sayan schizzò in piedi come una molla, davanti a lui stava immobile una figura incappucciata avvolta nell’oscurità della stanza, parzialmente illuminata solo dalla luce riflessa della neve che filtrava dalla finestra. Maschio, alto circa un metro e novanta “no, forse un metro e novantadu… ah ma perché continuo a pensare a queste cazzate?”

“Finalmente ti sei accorto di me”

Eppure lo conosceva, conosceva quella voce “Sono sicuramente ancora sbronzo” una voce fastidiosa, allegra. Il mantello lo copriva interamente ma la testa appariva veramente gigantesca “Non conosco nessuno che abbia un palco di corna da alce… magari il muso verde? No ha le antenne, flosce per di più e poi sicuramente non si metterebbe a rompermi l’anima nel bel mezzo della notte” L’ignoto avanzò verso di lui, mettendo fine a quella sorta di flusso di coscienza alla James Joyce “Dammi la mano e seguimi” disse protendendo la mano in sua direzione.

E in un attimo Vegeta capì “d’accordo non mi devo incazzare… uno, due, tre, quattro…” contò mentalmente fino a cinque prima di proferire parola:

“Kaharot vattene subito da camera mia, quest’aria di montagna ha fatto diventare la tua materia grigia più rarefatta del solito”

L’incappucciato si grattò la nuca “No, ehm beh… io sono lo spettro del Natale passato!”

“Tu…” disse il principe afferrando un lembo del mantello “Sei un idiota” bastò uno strattone a lasciarlo nudo come un cencio.

Goku si coprì, strappando a sua volta il mantello di mano a Vegeta “Eddai, serve sempre trattarmi male?” l’altro si coprì la faccia con una mano, lasciandosi cadere seduto sul letto “Senti Kaharot, io mi reputo uno che non disdegna nulla ma questa cosa del guardone e dello stare nudi deve veramente finire, sparisci!” sibilò tra i denti per non svegliar la compagna.

“Spiacente ma ho una missione questa notte, devo portarti nel passato!” disse convinto senza perdere il sorriso “Te l’ho detto no? Sono lo spettro del Natale pass… Vegeta ma che fai ti rimetti a dormire?!”

Il principe si era nuovamente steso accanto alla donna, gli occhi chiusi nel tentativo di ricadere nelle braccia di morfeo “La devo piantare con gli alcolici, non capisco come faccia questa donna a buttar giù di tutto senza mai risentirne mentre io, il principe dei sayan, ho le allucinazioni come una piattola” pensò riferito alla turchina.

 

***

 

[01:50]

 

Vegeta si ridestò due ore più tardi, si rigirò su stesso tenendo gli occhi chiusi – si sentiva la testa più leggera, ma aveva ancora la bocca impastata, vuoi dal sonno o vuoi dall’alcol – si inumidì le labbra.

La sua attenzione fu attirata da un suono basso, gorgogliante e fastidioso “Dannazione questa donna mi dà dello scimmione tutto il giorno e poi russa come una gorilla” pensò tra sè e sé, tastando il materasso alla ricerca della compagna.

“Ehi donna, sta un po’zitta” mugugnò dandole una leggera pacca sul braccio, quella non fece una piega, rimanendo profondamente addormentata. Si accorse che Bulma aveva un respiro leggero ed impercettibile, cadenzato e tranquillo “Chi diavolo…?”

Aprì cautamente un occhio, stando attento a scannerizzare ogni angolo della stanza, eccolo. “Non è possibile, ma che ho fatto nella mia vita per meritarmi questo? Ok, magari qualcosa ho fatto, ma perché tutte a me?”

Goku se ne stava stravaccato nel letto dalla parte opposta, pancia all’aria, gambe e braccia divaricate, un rivolo di bava gli colava dalla bocca aperta da cui proveniva quel russamento cavernoso ed insopportabile.

Il principe riiniziò a contare “Uno, due, tre…”

L’altro si girò mettendosi sulla schiena, il suo braccio destro ricadde pesantemente sul petto di Vegeta “Quattro, cinque, sei…” con la bocca a contatto con il materasso il ronfare aveva cambiato tonalità “set, ott, dieci! Ora lo uccido, il concerto in do bemolle no!” si avventò su di lui trascinandolo fuori dal letto per un piede, dirigendosi a grandi falcate verso la porta – scaraventò fuori il sedicente spettro natalizio con nessuna grazia – chiuse a chiave, ghignando malevolo “Voglio proprio vedere se a stare nudo nel corridoio gli passa la voglia di fare il rincoglionito, tsk!” ma non andò esattamente come lui si aspettava.

Non appena fece per tornare a letto se lo ritrovò innanzi, per poco non fece un infarto: “Vegeta, ho aspettato che tu ti riposassi ma ora devo insistere! Dopotutto questo è il tuo sogno e io devo interpretare la parte che mi è stata assegnata!”

“Ma assegnata da chi, Kaharot? Ma che diavolo è un balletto, MA CHE CAZZO DICI?!”

“Eddai, non ti arrabbiare così, è un canto di Natale!”

“Un canto di che?”

“di Natale!

“E da quand’è che tu canti Kaharot? No, aspetta non lo voglio nemmeno sapere, se questo fosse un sogno partorito dalla mia mente tu di certo saresti in un’altra galassia LONTANO da me!”

Goku indietreggiò, intimorito dallo sguardo omicida di Vegeta che quando non dormiva era ancora più intrattabile del solito, ma mantenne il suo sorriso bonario “Solo un giretto nel passato Vegeta, poi ti lascio stare”

“No, lasciami in pace adesso”

“Su, scegli un numero da 1 a 40”

“KAHAROT VATTENE O TI UCCIDO”

“Hai detto otto? Fantastico si va indietro di otto tieniti forte!”

“Io non ho detto un cazzo, LEVAMI LE MANI DI DOSSOOOOOO”

A nulla valsero gli sforzi del principe per liberarsi dalla presa dell’amico/nemico, quello lo tenne ben saldo mentre, con due dita sulla fronte, si tele trasportava in un'altra dimensione temporale.

 

***

 

Volarono per qualche minuto in un vortice luminoso, Vegeta poteva vedere attorno a sé le immagini della sua vita scorrere all’indietro una dopo l’altra, come diapositive in movimento.

Vide se stesso al luna park con il figlio, la festa della capsule corporation, il ritorno al palazzo del supremo, l’energia sferica, l’inferno, il sacrificio contro Majin Bu, Darbula e Babidi – il turbinio di immagini non sembrava finire mai – Ecco Cell, suo figlio del futuro, la stanza dello spirito e del tempo, suo figlio del presente, la trasformazione in super sayan – altri istanti di vita quotidiana gli passarono davanti senza che avesse il tempo di riconoscerli, poi tutto si fermò.

 

Atterrarono con un tonfo, ritrovandosi sdraiati uno sull’altro:

“Kaharot levati subito da me!”

Ehehe, scusa Vegeta…” disse Goku alzandosi e sistemandosi il mantello “Devo ancora perfezionare gli atterraggi… dove ci troviamo secondo te?”

Il principe si guardò attorno. Si trovavano in un corridoio illuminato, muri bianchi, un vago odore di carburante “Siamo alla Capsule Corporation”

“Cosa? Non ho mai visto questa parte della casa… sei proprio sicuro che…?”

“Non hai mai visto quest’ala della casa perché sono i laboratori sotterranei, ora non li usiamo più sono dei magazzini” si fermò un attimo, titubante “Siamo veramente nel passato?”

Beh si, te l’avevo detto no? Io sono il…”

“Si si, sei il mostro del Natale, l’hai già detto”

“Veramente sarei un fantasma non un mostro”

“E che importanza vuoi che abbia per me? Bene ci siamo venuti ora puoi riportarmi al presente” gli mise una mano sulla spalla fissandolo insistentemente “Kaharot mettiti subito due dita in fronte prima che te ne metta io due in gola!”

“Ma Vegeta io devo farti vedere gli eventi passati! Non possiamo andarcene via così”

“E perché no?”

“Beh… perché la storia è questa!”

Il battibecco tra i due fu interrotto da dei passi in avvicinamento “Dai Kaharot leviamoci da qui, sarà la vecchiaccia con i pasticcini” Vegeta spinse Goku in un ascensore “Premi il primo pulsante” gli disse “Ehi ma i pasticcini? Io ne vorrei”

“Anche io vorrei che tu sparissi dalla mia vista Kaharot, ma non si può avere tutto ciò che si vuole”.

 

L’ascensore si aprì e i due sayan si trovarono in un altro corridoio identico al primo, solo con qualche pianta qua e là adiacente al muro “Vegeta ma questo è lo stesso posto di prima?” “No, questo è il corridoio da cui si accede alla gravity room… tsk, ci sono decorazioni ovunque, dev’essere Natale anche in questa dimensione”

Goku sospirò, era inutile rispiegare a Vegeta che riportarlo lì al giorno di natale era proprio il suo obiettivo, sarebbe stato meglio trascinarlo a vedere quello che doveva e ritornare indietro il prima possibile – che poi perché era stato assoldato proprio lui dalla psiche dell’altro sayan per fare lo spettro? Di Dickens non aveva visto neppure la rivisitazione in cartone animato! – “Ehi Vegeta arriva qualcuno!”

 

“Papà ti ho detto che sto bene, devo solo controllare il catering per accertarmi che sia tutto apposto!”

 

Vegeta quasi fece un colpo “Bulma?” la sentì avanzare con il padre in sua direzione senza degnarlo di uno sguardo “Dì un po’ Kaharot possono vederci per caso?” quello scosse la testa, lo sguardo incuriosito diretto verso la donna.

 

“Tesoro, dovresti smetterla di tormentare gli addetti alla cena e riposarti prima che arrivino gli ospiti, non ti sei fermata nemmeno un secondo oggi!”

“D’accordo papà ascolta…” la ragazza si parò davanti al padre “Io non ce la faccio a stare ferma sul divano tutto il giorno con la mamma che mi ingozza, sono già diventata un transatlantico!”

 

I due erano proprio davanti ai sayan, Vegeta osservava basito quella Bulma di 30 anni – non che fosse invecchiata molto, anzi sembrava proprio che per lei il tempo non fosse passato – ma rivedere la stessa la ragazza che 10 anni prima gli aveva sconvolto la vita lo aveva lasciato di stucco.

La squadrò dalla testa ai piedi, non l’aveva mai vista con il pancione: se possibile era ancora più bella del solito.

 

“Ma cara, sei quasi alla fine di una gravidanza è normale che tu ti sia arrotondata…”

Fulminò il padre con lo sguardo “IO NON SONO AFFATTO ROTONDA!”

 

Se ne stava impalata davanti al dottor Brief, una mano piantata nel fianco e l’altra a sorreggere la schiena, le gambe leggermente divaricate. Indossava una salopette in jeans da cui spiccava il pancione, pieno e fiero.

“Vegeta? Ti sei incantato?” Goku mosse una mano avanti e indietro davanti agli occhi del principe “Certo che Bulma era proprio enorme eh?”

“…già”

 

“E se mamma non mi comprasse tutte quelle porcherie sarei ancora un figurino! AHI!” si mise una mano sulla pancia facendo un respiro profondo “Oh no, ora ricomincia!”

 

Vegeta si mosse istintivamente verso di lei per tenerla in equilibrio, ma le sue braccia le passarono letteralmente attraverso – fu il dottor Brief a prenderle le spalle e farla sedere sul pavimento.

 

“Su su tesoro, siediti e respira. Brava, così”

Sul viso incorniciato dai capelli turchini era impressa una smorfia di dolore, la pelle già chiara diventava sempre più opalescente “AHI AHI.. AHHHH! Scimmietta perché fai questo alla tua mamma?!”

Era seduta a gambe divaricate, le braccia puntate all’indietro per sorreggere meglio la schiena schiacciata dalla pancia prominente “va meglio?” le chiese il padre dolcemente “Sì, ha smesso…”

La aiutò a rimettersi in piedi, lei rise sommessamente appoggiando una mano sul pancione “E’ forte come il suo papà, eh?” chiese lo scienziato, le si inumidirono quasi impercettibilmente gli occhi, ma ricacciò immediatamente le lacrime “Già, e anche ingrato come lui! Tsk, lo tengo nella mia pancia otto mesi e lui per ringraziarmi non fa altro che prendermi a calci!”

Le accarezzò una guancia teneramente “Non essere troppo triste cara, è Natale”

“Sto benissimo, il pensiero di quello scimmione non mi rovinerà di certo la festa… non che io ci pensi comunque. Pensaci tu al catering, altrimenti va a finire che mi metto ad assaggiare tutto, mi vado a preparare”

 

“Andiamocene Kaharot”

Vegeta non l’avrebbe mai ammesso, ma vederla in quello stato lo faceva sentire il peggiore dei vermi. Non si ricordava nemmeno dove fosse lui otto anni prima, aveva girato in lungo e in largo il pianeta, accecato dalla rabbia e dalla sete di potere e rivalsa. Era andato lontano per non percepire più l’aura di lei e tantomeno quella del bambino che aveva in grembo.

“Me ne vado” aveva annunciato un giorno al dottor Brief.

Non la aveva avvisata, né salutata.

Non l’aveva più guardata in faccia da quando lei gli aveva detto di essere incinta, si era girato e se n’era andato.

Goku non oppose resistenza stavolta, due dita in fronte.

 

***

 

Il viaggio nel tempo durò un millesimo di secondo questa volta.

Si trovavano ancora alla Capsule Corporation, Vegeta per un attimo pensò che Goku l’avesse trasportato a casa anziché in Svizzera, ma si accorse subito di non essere nel suo tempo.

Bulma oltre alla tecnologia aveva un’ossessione maniacale per l’arredamento, non faceva altro che cambiare le fodere dei divani, i tappeti, spostava mobili in continuazione; lui non aveva mai visto il salone arredato in quel modo, ergo, si trovavano ancora nel passato e più precisamente in un passato in cui lui non si trovava affatto li.

“Vegeta prima che tu mi uccida…”

Goku aveva fatto qualche passo indietro portandosi istintivamente le mani davanti alla faccia “ …la storia è così io non riesco a controllare il teletrasporto mi dispiace”

Il sayan dai capelli a fiamma sospirò, eh va bene magari aveva visto qualche volta di sfuggita quel fantomatico “Canto di Natale” mentre lo guardava suo figlio in tv, non si sarebbe risvegliato finché non avesse visto tutto ciò che doveva vedere, tanto valeva rassegnarsi.

“Zitto Kaharot, non vedo l’ora che finisca questa pagliacciata, dove siamo finiti?”

L’altro si grattò la testa “Mmm, credo solo qualche ora più avanti rispetto a prima… a giudicare dal silenzio la festa deve essere gia finita”

Almeno questo, grazie al cielo” pensò Vegeta, ma fu interrotto dai suoi pensieri da un rumore di tacchi sul pavimento…

 

La turchina si diresse spedita verso la poltrona in pelle bianca di fronte al caminetto. Indossava un vestito blu elettrico che le arrivava molto sopra al ginocchio, un cinturino nero in pelle era allacciato sotto al seno lasciando il resto dell’abito scivolare morbido sul pancione.

Si sedette con poca grazia, levandosi gli stivaletti in pelle nera con il tacco a stiletto e lanciandoli in mezzo al salotto, prese a massaggiarsi un piede rilassando a poco a poco l’espressione contrita del viso.

Volse lo sguardo alla bottiglia di Champagne sul tavolo dalla parte opposta della sala sbuffando vistosamente per il fatto di doversi alzare ancora – la raggiunse, levò il tappo di sughero e lo annusò “Mh, sa da tappo… ma che importa?” versò il contenuto della bottiglia in bicchiere basso e largo, aggiungendoci dei cubetti di ghiaccio e uno spicchio d’arancia: da quando era incinta faceva abbinamenti impossibili con il cibo e con il bere – non che fosse solita bere alcolici durante la gravidanza, sia chiaro.

 

“Tsk, lo dicevo io che quella donna buttava giù qualsiasi cosa”

 

“Lo sai che non dovresti bere”

 

“Ma che diavolo ci fa quello di notte a casa mia???” Vegeta strinse un pugno ma Goku gli mise prontamente una mano sulla spalla “Ti ricordo che non puoi intervenire…”

Il principe ringhiò.

 

La ragazza fece un salto rovesciando metà del bicchiere “Yamcha ma sei pazzo!”

Il moro rise “Scusami Ahahaha! Non intendevo spaventarti” “Beh allora qual era il tuo intento? Farmi partorire? Perché te ne sarei grata” si scolò ciò che rimaneva dello champagne, pescando lo spicchio d’arancia con le dita e succhiandolo

“Come mai sei ancora qui? Se ne sono andati tutti ormai…” ributtò la buccia nel bicchiere, mettendosi a sedere sul divano “Beh ho pensato che magari volessi un po’ compagnia, non hai invitato nessun altro dei nostri amici e…”

“Yamcha ti prego, non sono proprio dell’umore di vedere gli altri e spiegare a tutti il perché sono diventata una balena”

Il predone del deserto si sedette accanto a lei e, con un gesto inconsuetamente intimo per due persone non legate sentimentalmente, le prese un piede iniziando a massaggiarlo – lei sussultò per un attimo, ma poi lo lasciò fare abbandonandosi sullo schienale “Non devi spiegare nulla a nessuno.”

 

“Ma che diavolo fa, è pazzo!? Basta io lo uccido Kaharot non mi puoi fermare!”

“Vegeta noi siamo solo ologrammi in questa dimensione!... beh o noi o loro… in ogni caso non li puoi toccare”

Il principe guardava la scena davanti a lui fuori di sè, come poteva quell’uomo prendersi tante libertà con la SUA donna?! E incinta di lui per di più!

Goku non era affatto sicuro di ciò che aveva detto sugli ologrammi, ma Vegeta pareva averci creduto, per cui era meglio continuare a recitargli quella storiella e sperare che non si inventasse di provare ad incenerire Yamcha.

 

Non ha scartato i tuoi regali…”

La turchina tenne gli occhi chiusi “Cosa? Oh, già non ci ho nemmeno pensato, forse li aprirò domani”

Yamcha le prese l’altro piede “Non vuoi aprire nemmeno il mio?” disse porgendole un pacchettino infiocchettato

Lei aprì gli occhi sorridendo stancamente “Eh va bene, vediamo che mi hai regalato… Mmm, dalle dimensioni direi che non è un vestitino da bambino, meno male, mia madre me ne ha comprati un centinaio”

“Su, aprilo!”

Sciolse il fiocco con le dita sottili, tolse lo scotch ai lati attenta a non strappare la carta, Yamcha la fissava con un sorriso a trecentosessanta denti dipinto in volto – le rimase in mano una scatolina in velluto rosso, aggrottò le sopracciglia esitando per un momento “Eddai apri quella scatola!”

Bulma rimase di sasso tenendo tra le mani un anellino d’argento, deglutì “Ma, che significa?”

“Buon Natale”

Si guardarono per un lungo momento “Senti, era tanto che pensavo a questa cosa… insomma”

“Yamcha ti prego smettila io non lo posso accettare” ritirò le ginocchia e se le strinse al petto rintanandosi in un lato del divano “No, ora mi lasci finire perché altrimenti non ci riuscirò più…”

“Oddio mio… no veramente ti supplico”

“Io ti voglio sposare Bulma! E’ vero che ci siamo lasciati ma io voglio riprovarci” le parole gli uscirono più appassionate che mai mentre si avvicinava sempre di più al volto di lei “Non devi rispondermi subito, ma pensavo che nel frattempo potrei trasferirmi di nuovo a vivere qui così tu avresti un po’ di compagnia e poi inizieremo con i preparativi… Beh magari prima che arrivino i Cyborg, o dopo… come preferisci tu! insomma c’è quella cosa del bambino ma…”

L’azzurra si alzò, iniziando a camminare avanti ed indietro davanti a lui “Questa… COSA? Yamcha smettila di blaterare e ascoltami per un momento!”

Quello smise immediatamente di parlare, stupito dal tono della sua ex ragazza “Io non posso assolutamente sposarti”

Fu una mazzata, gli angoli della bocca di Yamcha si incurvarono verso il basso.

“Io aspetto un figlio da Vegeta”

Non che lui non lo sapesse, era abbastanza evidente, ma ogni volta che la sentiva pronunciare quelle parole sarebbe voluto sprofondare “Aspetto suo figlio, Yamcha… sposarmi non cambierà questa cosa, io non ti amo, amo lui”

“A lui non importa nulla di te!”

Si era alzato in piedi, le braccia stese lungo i fianchi e i pugni stretti “Ti ha scopato, ingravidato e poi se n’è andato via per i suoi comodi!”

Lo schiaffo che lei gli tirò schioccò come una frusta nell’aria “Riprenditi il tuo anello e sparisci, prima che ti escano altre stronzate dalla bocca”

“Bulma…”

“HO DETTO VATTENE!” lui stette fermo immobile per qualche secondo, la turchina gli sbattè addosso il cofanetto con l’anello e girò i tacchi, sparendo nel corridoio.

 

“E’ ora di andare Vegeta”

“Te lo scordi io le vado dietro!”

Il principe seguiva spedito la sua compagna del passato, Goku lo rincorreva affannato “Vegeta sii ragionevole, abbiamo un’altra tappa da fare e il mio tempo sta per scadere…”

“Vattene pure io voglio vedere dove sta andando”

Il sayan si stupì di vederla entrare nella gravity room - se ricordava bene si era allenato sempre nella navicella all’esterno nel periodo in cui aveva alloggiato da lei, che lui sapesse la camera interna era stata costruita e resa agibile solo dopo Cell game.

 

Lacrime amare le rigavano le guance, digitò velocemente il Lock code della stanza gravitazionale, la porta si aprì e lei si precipitò all’interno.

“SCIMMIONE MALEDETTO! E PENSARE CHE TI HO PURE COSTRUITO UNA CAMERA GRAVITAZIONALE NUOVA PER FARTI UN REGALO… MI SENTI BRUTTO IDIOTA?! EH?!” aveva imbracciato l’estintore d’emergenza, cominciò a sbatterlo sul computer centrale, ruppe lo schermo, la tastiera…

“VIGLIACCO!”

Singhiozzava e urlava continuando a distruggere tutto quello che trovava intorno a sè, poi tutto d’un tratto si fermò, lasciandosi cadere in ginocchio “Vigliacco.” Piagnucolò “Bel Natale che mi hai riservato, sei un ingrato vigliacco. MI senti?! Eh?”

 

“Ti sento Bulma, sono qui”

 

“Ci ha abbandonati.”

Sussurrò quell’ultima frase, poi perse i sensi, stremata.

 

Vegeta sbiancò, le corse accanto tentando di stringerla tra le braccia “Chiama aiuto Kaharot!”

“Dobbiamo andarcene Vegeta, Bulma starà bene, queste cose sono già accadute”

“Coraggio svegliati, SVEGLIATI!” si guardò intorno disperato, poi lo vide: “Kaharot schiaccia quel pulsante!”

“Vegeta…”

“SCHIACCIALO! E’ IL MIO SOGNO E TI DICO DI SCHIACCIARLO!”

Goku pigiò sul pulsante rosso, partì un allarme.

“Arriverà qualcuno, ora dobbiamo andare” si avvicinò al principe, scostandolo dalla turchina “Andiamo”

“No! Kaharot dobbiamo…”

Indice e medio sulla fronte, sparirono.

Continua…

Ciao ragazzi e benvenuti in questo nuovo capitolo!

Finalmente siamo entrati nel clou della storia, mi scuso per l’attesa ma ho cercato di aggiornare prima che ho potuto. Ovviamente questo capitolo ha perso un po’ in comicità rispetto agli altri ma spero vi sia piaciuto ugualmente, ho deciso di dividere questa notte prima di natale in più parti per non svelare tutto subito.

Che dire… spero continuerete a seguirmi nei prossimi capitoli di “A Christmas Carol” e a dirmi cosa ne pensate 😊

 

A presto, Jenna.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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