Osservarlo
Con il capo reclinato verso sinistra e il punteruolo tra indice e pollice, Joe bucherellava ritmicamente il foglio di carta spessa incastrato nel supporto in plastica.
Osservarlo scrivere era magico: la sua mano sinistra scorreva veloce a tastare le minuscole caselline, mentre la punta aguzza penetrava senza alcuna difficoltà tra una riga orizzentale e l’altra.
Se chiudevo gli occhi, il rumore del punteruolo mi ipnotizzava e mi faceva sentire un po’ più vicino al ragazzo che amavo.
Avevo provato anch’io, scrivendogli addirittura un’intera poesia in braille, ma ci avevo impiegato un’eternità e avevo sbagliato quasi ogni parola.
«Finito! Vuoi leggere?» scherzò.
«Spiritoso» borbottai.
Joe sorrise e mi lanciò un bacio.
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