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Autore: prongfoot    15/03/2020    4 recensioni
“Che c’è Potter?!” chiese lei seccata dopo averlo colto di nuovo a fissarla.
“Le lezioni non sono neanche iniziate e tu già studi…” disse il ragazzo divertito.
“Si dà il caso che ad alcuni di noi interessi davvero quello che studiano e non riescono ad ingannare i professori con un bel sorriso…”
“Beh, Minerva è immune al mio bel sorriso. Cosa credevi di essere l’unica a non voler venire ad Hogsmeade con me?”
Lily si lasciò scappare un sorriso.
“EVANS!”urlò James “Tu stai ridendo ad una mia battuta!”
“NO POTTER!” rispose lei reprimendo la risata “Ridevo all’idea della McGranitt che non si lascia incantare da te come tutti.”
“Dì quello che vuoi ma tanto lo so che prima o poi ti innamorerai di me…”
“Sogna Potter, è l’unica cosa che potrai fare…” disse lei ricordandosi di non lasciarsi ingannare, quel ragazzo non sarebbe mai cambiato.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dorcas Meadowes, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: Dorcas/Sirius, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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I'm coming home
I'm coming home
Tell the world I'm coming home
Let the rain wash away all the pain of yesterday
I know my kingdom awaits and they've forgiven my mistakes
I'm coming home, I'm coming home
Tell the world that I'm coming

I'm back where I belong,
Yeah I never felt so strong
I feel like there's nothing that I can't try
And if you with me put your hands high

 
 
 
 
 
 
Erano le 10.30 del mattino del 1 settembre 1977, Pancras Square era come al solito affollata e intasata dal traffico quando Harold Evans riuscì finalmente a trovare uno spazio libero dove accostare la macchina dopo aver girato per più di venti minuti senza successo.
-Questo è perché non mi ascolti mai quando ti dico di partire presto per evitare il caos di Londra - lo rimbeccò sua moglie Elizabeth scendendo dal sedile del passeggero davanti.
-Liz siamo in perfetto orario- rispose il marito paziente recandosi verso il portabagagli per prendere il pesante baule di sua figlia.
Lily Evans scese dalla macchina inalando a fondo la fresca aria frizzantina di settembre sciogliendosi i lunghi capelli rossi che aveva raccolto in un morbido chignon, lasciando che le andassero ad incorniciare il viso.
-Tesoro davvero non capisco perché non possiamo accompagnarti fin dentro alla stazione come tutti gli anni, questo baule pesa tantissimo - disse il padre apprensivo, posando il pesante baule sul marciapiede.
Erano tempi bui, la guerra impazzava, la gazzetta del profeta continuava a riportare morti di mezzosangue e famiglie babbane e consigliava vigilanza costante, ogni giorno c’era un nuovo attacco da parte dei mangiamorte, che ormai non temevano di mostrarsi alla luce del giorno sentendosi sempre più potenti. La ragazza temeva per la vita dei suoi genitori molto più che per la sua e non voleva che occhi indiscreti potessero vedere i genitori lasciarla al binario e tendere loro un’imboscata, quindi aveva preferito dire che si era data appuntamento con delle amiche lì per poi andare insieme.
I coniugi Evans non sapevano niente della guerra che stava distruggendo il mondo della figlia, altrimenti sarebbero stati preoccupati a morte, probabilmente non le avrebbero permesso di tornare. Lily aveva rimuginato tutta l’estate sull’eventualità di cancellargli la memoria per salvaguardarli il più possibile, piangendo alla sola idea che sua madre e suo padre potessero non riconoscerla, per quanto riguarda sua sorella Petunia, forse a lei avrebbe fatto solo un piacere.  Aveva comunque deciso di tenere questa eventualità come ipotesi remota e sperava che non sarebbe mai dovuta arrivare a questo punto e si era accontentata di mettere qualche incantesimo protettivo sulla casa dei genitori a Spinning’s end.
-Papà te l’ho detto- rispose la figlia tranquillizzandolo -ho appuntamento con le mie amiche qui, non preoccuparti.
-E Severus? - chiese Elizabeth – Potevamo accompagnare anche lui.
Lily a sentire il nome del suo ex migliore amico sentì il sangue gelarsi, quella era una ferita aperta. Aveva ancora in mente la sua faccia disgustata mentre le dava della sporca mezzosangue, lui, quel bambino che era stato il primo a rivelarle di essere una strega e a consolarla dopo ogni litigata con Petunia che le dava del mostro.
-Mamma lo sai che non ci frequentiamo più - disse Lily seccata, ripetendolo alla madre per la milionesima volta.
Lei non sapeva, non aveva idea che per molti nel suo mondo lei era un abominio e meritava la morte per questo.
-Si lo so tesoro ma spero sempre che le cose possano risolversi tra voi, eravate così amici. -
Lily trattenne il respiro, lo avrebbe sperato tanto anche lei, sperava che lui smettesse di frequentare Avery, Mulciber e quelle pessime persone che lo avrebbero spinto ad essere un futuro mangiamorte, se ciò non era già successo.
La ragazza scacciò subito questi pensieri, era il suo ultimo anno ad Hogwarts, la sua seconda casa, e niente, neanche Severus Piton, avrebbero potuto rovinarglielo.
-Dove sono le tue amiche? - chiese Harold guardandosi intorno, non volendo lasciare la figlia da sola.
-Abbiamo appuntamento in quella caffetteria lì in fondo - disse Lily indicando il posto dove in realtà nessuno la stava aspettando – Voi andate pure, sicuramente saranno già tutte lì ad aspettarmi.
-E va bene principessa, ti imbarazzi di farti vedere con noi - disse il padre sorridendole e accarezzandole la lunga chioma rossa – ricordati che sarò sempre orgoglioso di avere una strega brillante come te come figlia.
La strinse tra le braccia baciandole la fronte, Lily si sentì profondamente in colpa nel nascondergli il pericolo che correva e al quale stava sottoponendo loro ma non poteva fare altro, al quel pensiero gli occhioni verdi le divennero lucidi, cosa che non sfuggì alla madre mentre si staccava dall’abbraccio del signor Evans.
-È tutto ok Lils? - chiese Liz mettendole entrambe le mani sulle spalle.
Si certo mamma – disse lei asciugandosi quell’unica lacrima che le era scivolata sulla guancia -E’ solo che mi mancherete.
-Sei sicura che non ci sia altro? – chiese la madre reticente, sapendo bene quanto la figlia fosse indipendente e di quanto al suo carattere forte non appartenessero questi momenti di debolezza.
Lily annuì convinta sapendo che la signora Evans aveva avvertito qualcosa, le madri riescono sempre ad avvertire il pericolo, ma non c’era niente che lei potesse fare e quindi si lasciò accogliere da un suo abbraccio prima di congedarsi.
-Salutatemi Tuni, ditele che le voglio bene… – disse la ragazza poco convinta, ricordando i rapporti ancora più testi tra le due sorelle negli ultimi giorni.
Da quando Petunia aveva conosciuto Vernon Dursley, suo attuale fidanzato, aveva fatto in modo di tenere il più lontano possibile la sorella da lui, considerandola anormale.
Vernon era un ragazzo grassoccio che aveva frequentato la Smeltings Academy, scuola dove si ritrovavano tutti ragazzi bigotti e arricchiti come lui e poi aveva trovato lavoro a Londra, dove aveva conosciuto Petunia. Era una persona assolutamente negli schemi che non voleva osare in alcun modo cambiare la sua vita, godendosi la triste monotonia di ogni giorno, e Petunia non poteva assolutamente rischiare di stravolgerlo con la notizia di avere una sorella strega, di cui si vergognava profondamente.
I signori Evans videro la figlia allontanarsi trascinandosi il pesante baule e quando la videro scomparire all’angolo della strada rientrarono in macchina, non sospettando nulla, mentre Lily li guardava dal vetro della caffetteria allontanarsi e pregando non succedesse loro nulla.
Tirò un sospiro di sollievo vedendo che nessuno aveva notato la scena e uscì dalla caffetteria dirigendosi verso la stazione di King’s cross con la bacchetta nella manica del cappotto, pronta ad ogni evenienza.
                                                                        
 
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Dorcas Meadowes era seduta su un piccolo sgabello, appoggiata al bancone della caffetteria accanto alla stazione di King’s Cross con aria pensierosa. Era ben cosciente di ciò che stava accadendo al mondo magico in quel periodo: sparizioni, torture e morti a discapito dei mezzosangue e nati babbani. Lei era una Purosangue, e i suoi genitori si crogiolavano nell’idea che questo sarebbe bastato a tenerla al sicuro. Non avevano idee estremiste, tuttavia era stata cresciuta in un ambiente colmo di regole e proibizioni. I suoi genitori si erano sposati con un matrimonio combinato, e quando Dorcas lo scoprì, la risposta che la madre le diede fu “era stato deciso così e così doveva essere.” Ma la signora Meadowes aveva sempre voluto una vita diversa per sua figlia e aveva lottato a lungo col marito per far sì che non fosse promessa in sposa al figlio dei Mulciber, famiglia Purosangue con idee razziste ben note. I suoi non si amavano e Dorcas lo sapeva bene, ricordava tutte le volte che li aveva sentiti litigare anche per cose di poco conto, solo per il gusto di sfogare la propria frustrazione per la condizione a cui erano stati sottoposti fin da piccoli. Tuttavia, amavano incondizionatamente la figlia, e questo sentimento le era stato trasmesso a pieno, tant’è che Dorcas era conosciuta proprio per la sua infinita dolcezza e per il suo modo di prendersi cura delle persone che amava. Ed è proprio a queste persone che pensava, seduta in quel bar di Londra: a Lily, la sua migliore amica per eccellenza, a Mary, ad Alice, a Marlene...e a Sirius Black. Dorcas sospiró leggermente mentre il pensiero si rivolgeva verso di lui, mentre si accingeva a versare lo zucchero nel cappuccino. Erano strani, quei due. Nessuno sapeva spiegare quanto forte fosse il legame che li aveva uniti fin da bambini, così come nessuno riusciva a spiegarsi cosa c’entrasse lei con un tipo come lui, assolutamente contro ogni tipo di regola e apparentemente “presuntuoso ai limiti dell’impossibile”, come ci teneva spesso a sottolineare Lily Evans. Eppure lei conosceva cosa si nascondeva sotto quella faccia da schiaffi: una persona forte, lo sguardo fiero di chi è convinto delle proprie idee e il dolore per essere stato rinnegato dalla propria famiglia, poiché non condivideva gli ideali di Lord Voldemort che questa si ostinava ad osannare. Al quinto anno ricordava bene la lettera che aveva ricevuto in una giornata calda di agosto, dove Sirius le diceva - Non cercarmi a Grimmauld Place. Non rispondere alle domande di mia madre. Sono scappato da James. - con un tono che si intuiva, non ammetteva repliche.
Dorcas sorrise al pensiero che avrebbe rivisto anche lui. Sapeva che anche quest’anno James Potter l’avrebbe assillata per convincere Lily ad uscire con lui, ma ormai ci era abituata. Nonostante alla centesima volta si dimostrasse quasi infastidita da quelle continue richieste, per lei era quasi una sorta di sicurezza sapere che lì c’era James che avrebbe migliorato le sue giornate con i suoi tentativi disperati.
Bevve distrattamente il suo caffè, che quasi sputó per quanto fosse disgustoso: non si era accorta che aveva continuato a versare lo zucchero mentre era sovrappensiero. Era maldestra, su questo non c’era dubbio, e fin troppo espressiva vista l’occhiataccia che le lanció il barista alla sua espressione disgustata. Pagó velocemente, arrossendo alla figura che aveva appena fatto, e mentre si avvicinava all’uscita notó una chioma rosso fuoco che si accingeva a guardare con fare apprensivo fuori dalla vetrata del bar.
- Lily Evans! - urló riconoscendo la sua migliore amica - scusa - ridacchió mentre Lily si teneva una mano sul petto a causa dello spavento.
- Ma tu sempre così devi apparire? - la rimproveró la rossa sorridendo, per poi correre ad abbracciarla - Pensavo fossi già al binario. -
- Mi sono fermata a prendere un caffè, se così si può chiamare - disse Dorcas avendo cura di non farsi sentire dal barista - ci ho messo troppo zucchero e credimi, avrei preferito bere un Distillato di Morte Vivente. - scherzó facendo ridere l’amica
- A proposito di pozioni, quest’anno ci sono i M.A.G.O e... - cominció Lily assumendo la solita aria da secchiona che la caratterizzava
- Dio Lily, ci vediamo dopo quasi tre mesi e già mi parli di cosa dovremmo studiare...invece di chiedermi cos’ho fatto in tua assenza! - la rimbeccó trascinando il baule verso l’uscita. Lily la seguì a ruota e per un momento dimenticó i pensieri che l’avevano turbata fino a quel momento. Entrambe con cautela, si avviarono verso il binario.
- E cos’avresti fatto? Oltre a sbavare dietro le foto di Black, ovviamente? - disse l’amica sfoggiando uno dei suoi famosi sorrisi maliziosi che, a detta di James Potter, erano la reincarnazione umana del paradiso.
- Beh, almeno io lo ammetto di essere profondamente attratta e presa da lui da sempre, mica come qualcuno qui presente che si ostina a inveire quotidianamente contro quello che con tutte le probabilità sarà il suo futuro marito! - le rispose Dorcas a tono, noncurante del fatto che Lily l’avesse accusata di comportarsi come una tredicenne alle prese con la prima cotta. Le due amiche adoravano punzecchiarsi riguardo le loro situazioni sentimentali, era un modo per sdrammatizzare una situazione che per Dorcas in realtà era molto seria, e che molto spesso la faceva soffrire suscitando l’ira dell’amica.
Lily rallentó fermandosi esterrefatta dall’affermazione di Dorcas, spostandosi una ciocca rossa dal viso indignato
- Ancora con questa tua teoria? Cassie è scientificamente improbabile che io mi innamori di James Potter, te l’ho detto mille volte. -
- E tra queste mille volte ce n’è stata almeno una in cui cercassi di convincere me e non te stessa? - disse facendole l’occhiolino. Lily sbuffó e, silenziosamente attraversó la barriera che portava i maghi e le streghe al binario 9 e 3/4. Poco dopo la raggiunse Dorcas, e fu in quel momento che videro intenti a salire sul treno, proprio James Potter e Sirius Black.
 
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Sirius Black e James Potter correvano come forsennati per la stazione di King’s Cross trascinandosi dietro i pesanti bauli.
Avevano insistito ad andare da soli, non volendo disturbare i signori Potter, e il risultato era stato inevitabilmente arrivare in ritardo.
-Prongs, che ore sono? - chiese Sirius voltandosi verso l’amico.
-10:58 - disse questo allarmato guardando l’orologio che portava al polso.
-Lo perderemo James, porca pu...
James sentì un forte e rumore e girandosi trovò Sirius a terra, dopo essere andato a sbattere contro un vigilante della stazione, che si massaggiava la spalla dolorante.
Anche il quel caso, con la fretta che avevano, nel vedere il suo migliore amico steso a terra in quelle condizioni non riuscì a trattenere un ghigno divertito, quello che la Evans avrebbe definito senza alcun dubbio la sua “faccia da schiaffi”.
La Evans, pensava a lei costantemente ormai, anche nelle situazioni più improbabili.
-Ho capito, mi scusi, non è che mi abbia fatto piacere finirle addosso e cadere a terra eh… - la voce di Sirius che litigava con l’uomo che aveva travolto lo risvegliò -Sarà anche un uomo affascinante ma io preferisco le brunette.
James vedendo che il vigilante si stava innervosendo sul serio e, sapendo che non avevano tempo per una nuova discussione con le forze dell’ordine alla Elvendork, fece rialzare l’amico da terra strattonandolo e scusandosi con l’uomo prima che potesse ribattere all’insolenza del suo migliore amico, così da riprendere a correre verso il passaggio.
Attraversarono la barriera che li separava dall’Hogwarts Express e la prima cosa che li colpì fu l’enorme orologio che si ergeva di fronte a loro e che segnava le 10:40.
Sirius guardó James in cagnesco .
-Credo non porti bene il mio ... - disse James portandosi una mano alla nuca e guardando Sirius divertito.
-Io ti uccido lo sai?!
Sirius stritolò James in una morsa tenendogli stretto il collo mentre lui rideva ancora divertito per l’inconveniente.
Gli venne in mente quel primo settembre di sette anni fa quando lo aveva conosciuto, sapendo che sarebbe diventato presto suo amico ma non immaginando che sarebbe diventato un fratello.
Ricordava di come era reticente a dire il suo cognome, non volendo svelare da subito di appartenere alla nobile casata dei Black, che per lui di nobile non aveva proprio niente.
James lo rassicurò subito dicendogli che neanche la sua nobile stirpe avrebbe potuto impedirgli di essere il suo migliore amico.
Ed eccoli lì, pronti ad affrontare il loro ultimo anno insieme.
-Possibile che non cambiate mai? - li interruppe una voce severa mentre erano intenti a picchiarsi.
-Moony! - urlarono in coro i due riconoscendo immediatamente l’amico che non si prendeva mai una pausa dal suo lavoro da prefetto.
-Ciao ragazzi. - li salutò Peter Minus avvicinandosi al gruppo.
-Wormy! - lo strinse forte Sirius vedendolo sbucare.
Tutti si erano sempre chiesti cosa ci facesse Peter Minus con i malandrini.
James era il campione della scuola, ammirato da tutti, Sirius era il bello e dannato, Remus era geniale e Peter ... forse gli altri non lo sapevano ma Peter era incredibilmente leale, forse non era il mago più talentuoso di Hogwarts ma era quel tipo di amico che avrebbe fatto di tutto per te e per questo i malandrini gli erano infinitamente grati.
-Ragazzi muoviamoci, il dovere chiama. - disse James ironico richiamando l’attenzione sulla spilla che portava al petto.
-Ah giusto, sapevo che ci sarebbe stato un caposcuola tra noi ma avrei giurato sarebbe stato Remus , invece a Silente piace sempre sorprenderci. - disse Sirius che era ben poco contento che il suo compagno di scherzi dovesse divenire ligio al dovere.
-Ha fatto bene! - commentò Lupin - Così magari diventerete più responsabili.
I due si guardarono e scoppiarono a ridere, venendo seguiti da Peter e poco dopo dallo stesso Remus, che non credeva alle sue stesse parole .
James si interruppe mentre rideva colto all’improvviso da una chioma rosso fuoco che si dimenava tra la folla.
Rimase a fissarla per un po’ pensando che di in anno in anno divenisse sempre più bella e lui sempre più patetico ma suo padre diceva che ogni Potter per maturare ha bisogno di una donna che gli dia del filo da torcere, che quella donna fosse Lily Evans?
-Terra chiama Prongs…- disse Sirius, si era appena voltato a guardare James che aveva intravisto Lily Evans in mezzo alla folla, ed era pronto a prenderlo in giro con una delle sue solite battute taglienti, se non fosse stato distratto da un unico pensiero. Se Evans era lì, allora c’era sicuramente anche...
- Dorcas! Lily! - esclamó Remus sorridendo, loro gli sorrisero di rimando quando lo videro, mentre si avvicinarono di più ai ragazzi - venite, vi diamo una mano con i bauli. - continuó Peter spostandosi in modo da non essere di intralcio.
- Siete la nostra salvezza - li ringrazió Dorcas porgendo il manico del suo baule a Remus, ma prontamente questo venne afferrato da un’ altra persona.
-  Meadowes così mi offendi - si intromise Sirius - vuol dire che non sono più il tuo preferito tra i Malandrini? - la guardó usando la sua solita espressione imbronciata, esattamente quella che utilizzava da piccolo per convincerla a fare qualsiasi cosa. Entrambi però sapevano di star mascherando quel senso di inadeguatezza che li aveva spinti a non sentirsi tutta l’estate, in seguito a quello che era successo l’anno scorso e di cui non avevano mai più parlato.
- Sirius, togliti di mezzo - gli disse James spintonandolo giocosamente - lo sai che sono io il Malandrino preferito da chiunque. -
- Potter, Black - li richiamó Lily con un cipiglio spaventosamente simile a quello della McGranitt - sentivo un certo odore di pallone gonfiato. - disse scherzosamente, ma nemmeno troppo, guardandoli con espressione di sfida.
- Evans, forse ti riferivi al mio bellissimo profumo? - rispose Sirius scuotendo i capelli e assumendo una posa che fece scoppiare a ridere tutti, perfino Lily. Non fece in tempo a rispondere perchè lei e Dorcas si trovarono letteralmente investite dalle altre 3 componenti del loro gruppo.
- Ragazze, quanto mi siete mancate. - disse Alice quasi commossa, mentre le abbracciava il più forte possibile - sono così contenta che siamo di nuovo tutte e cinque, qualche tempo fa avevo temuto che…
 Marlene le diede uno spintone e lei si portó le mani alla bocca. Mary MacDonald era stata torturata da Avery e Mulciber solo due anni prima, e i suoi genitori, data anche la gravità della situazione attuale, erano restii a farla tornare ad Hogwarts. Essendo Lene la più cara amica di Mary, non voleva che proprio in quel giorno che avrebbe dovuto essere felice per tutte loro, le venisse ricordato ciò che le era capitato.
Le ragazze però capirono in fretta e si strinsero di più attorno a Mary, che dopo un po’ disse la sua solita frase da ormai due anni: - Ragazze sapete quanto io vi sia grata per la vostra amicizia, ma...
-Non trattatemi come una bambola di porcellana. - finì la rossa al suo posto.
Sorrisero, mentre approfittarono per passare i bauli delle altre ragazze ai quattro che si trovavano ancora sulla porta a scambiare saluti con Paciock e Finnigan che erano appena arrivati di corsa. In poco tempo furono tutti sul treno, e le ragazze rivolsero ai Malandrini i loro ringraziamenti per aver dato loro una mano.
- Hey - esclamarono Sirius e James - ragazze, solo un grazie? Qui abbiamo messo a dura prova i nostri fisici perfetti - esclamó Sirius indignato.
Remus scosse la testa sogghignando e si infiló nel primo vagone disponibile insieme a Peter e Frank.
- E cosa vorreste come ricompensa? - chiese ingenuamente Marlene mentre le ragazze la guardarono col tipico sguardo da “davvero pensi che ci chiedano qualcosa che non siano favori sessuali?”, ma James rispose prontamente
- Esci con me, Lily Evans? - facendo scoppiare a ridere le ragazze, tutte tranne Lily avendo constatato che quell’anno la richiesta era avvenuta molto prima.
 - Nemmeno se riesci ad alzare me, il mio baule e la signora del carrello, James Potter. - ghignó Lily allontanandosi verso il corridoio.
Sirius diede una pacca sulla spalla a James che fece spallucce, ormai abituato e innamorato delle sue rispostacce.
 - Amico, non oso immaginare cosa succederà appena scoprirá che Silente ti ha scelto come caposcuola insieme a lei. - disse Sirius sedendosi accanto a Remus
- Panico nello scompartimento prefetti. Pagherei per vedere la faccia di Evans.
James ridacchió, aggiustandosi meglio la cravatta e la spilla ben in vista.
                                                                        
 
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Poco dopo, Lily aveva gentilmente chiesto a Dorcas di trovare una carrozza libera per tutte loro, poichè lei si sarebbe assentata per più tempo dato che era stata nominata Caposcuola. Dorcas infatti, era un prefetto e l’avrebbe raggiunta più tardi assieme a Remus.
Appena Lily si fu allontanata, Dorcas salutò le amiche e si avviò verso la carrozza di Remus, per raggiungere insieme a lui la carrozza prefetti. Si sporse lentamente all’interno del loro scompartimento e lo chiamó.
- Rem - disse piano avendo paura che qualcuno dei ragazzi stesse già dormendo - andiamo? -  continuò, vedendo poi il ragazzo alzarsi subito alla sua richiesta.
La ragazza rivolse un dolce sorriso a Sirius e un cenno agli altri, prima di uscire, ma venne bloccata da un leggero tocco sul fianco. Sapeva a chi apparteneva quel gesto così delicato, ed è per questo che rabbrividì prima di voltarsi.
- Dorcas - la chiamò Sirius guardandola bene; era una bambina ed era diventata una donna bellissima, con i capelli lunghi scuri che scendevano morbidi sulle spalle e gli occhi azzurri sempre dolci, ma attenti. - io, ehm... - balbettò il ragazzo preso un po’ dal panico. Voleva necessariamente parlarle ma non sapeva di cosa, così le disse la prima cosa che gli venne in mente - immortala per me la faccia della Evans quando scoprirà la novità.
Dorcas aggrottò per un attimo la fronte rivelandosi confusa da quell’affermazione.
 - Cioè? - chiese velocemente.
 Remus si sporse nuovamente interrompendo quel momento - James Potter è il nuovo caposcuola insieme a Lily Evans. - riveló.
 
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Lily, dopo aver affidato a Dorcas il compito di trovare un carrozza libera, si diresse verso la carrozza prefetti chiedendosi chi sarebbe stato caposcuola con lei, immaginando che sarebbe stato, con ogni probabilità Remus.
Passando lungo il corridoio del treno salutò qualche viso conosciuto qua e là, notando tristemente che molti nati babbani non erano tornati ad Hogwarts quest’anno preferendo nascondersi con le proprie famiglie per tenerle al sicuro, chi in Cornovaglia, chi da remoti parenti in Scozia, chi addirittura lasciando l’Europa.
Mentre questi cupi pensieri le attanagliavano lo stomaco sentì il fischio del treno che segnava la sua partenza e, a causa dell’improvviso movimento, stava per cadere rovinosamente a terra quando un mano le afferrò prontamente il braccio evitandole una caduta assicurata.
-Grazie mille. – disse la ragazza voltandosi e scoprendo con suo grande dispiacere che il suo salvatore non era altro che …
-Oh, Potter. -
-Non fare quella faccia delusa Evans…- disse il ragazzo ridendo e scompigliandosi i capelli, suo gesto abituale, provando a nascondere dietro la sua sicurezza l’effetto che le aveva fatto rivederla da vicino e quel breve contatto diretto con lei.
-Si, beh, adesso puoi anche lasciarmi il braccio…- disse lei guardando la mano di James che ancora la stringeva.
-Si, certo, scusa...- disse lui lasciandola libera dalla sua presa, non si era neanche accorto che la stava ancora stringendo.
-Cosa ci fai qui? Pensavo che a quest’ora avresti già bruciato la carrozza del treno con Black…- disse lei guardandolo e sollevando un sopracciglio.
James rise divertito con il suo solito ghigno spavaldo, che Lily proprio non sopportava, ricordando quell’ “incidente” al quinto anno.
-Quello è successo una sola volta Evans! Se vuoi saperla tutta sono qui…
-Se pensi di fare qualche scherzo ai prefetti di Serpeverde toglitelo dalla testa.
-Sempre a pensare male…- disse lui ridendo - Se mi avessi lasciato finire la frase ti avrei detto che non sono qui per disturbare ma per mantenere l’ordine.
La ragazza non capì subito le parole di James ma seguì il suo dito che le stava indicando sorridendo la sua spilla.
Lily dovette sbattere diverse volte gli occhi prima di capire che quello che stava vedendo era vero, Silente doveva essere ammattito, adesso le aveva viste davvero tutte.
-Caposcuola?!-  disse lei quasi urlando -Ma come …
-Fidati Evans, nessuno è più sorpreso di me, forse solo Sirius.
Lei continuò a guardarlo scettica, sperando ancora che fosse tutto uno scherzo, ma quando vide che lui continuava a guardarla serio si diressero insieme verso la carrozza prefetti, sarebbe stato più difficile del previsto.
 
 
 
La carrozza era ancora vuota così Lily, cercando di farsi forza e di evitare di pensare che quello davanti a lui fosse il peggiore combina guai che Hogwarts avesse mai visto, cominciò a spiegargli come aveva pensato di organizzarsi per le varie ronde e la sicurezza della scuola.
James la guardava affascinato, dissimulando la sua ammirazione con qualche cenno del capo per farle vedere che la stava ascoltando. Lui aveva pensato solo che avrebbero improvvisato e si sarebbero organizzati al momento, invece lei, perfetta come sempre, aveva schematizzato tutto su un foglio.
-…e ho pensato di evitare di assegnare troppe ronde ai Serpeverde e di mettere sempre qualcuno di guardia al loro piano…- disse la ragazza continuando il discorso nel quale James si era perso nell’ipnotico movimento delle mani di Lily che gesticolavano -Dopo quello che hanno fatto a Mary al quinto anno non voglio mai perderli d’occhio.
James ricordandosi dell’attacco alla MacDonald al quinto anno da parte di Avery e Mulciber non poteva che essere d’accordo con lei, sapendo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggere le sue amiche, proprio come lui, avrebbero cercato di proteggere tutti, forse Silente lo aveva capito, per questo li aveva scelti come caposcuola.
Qualcuno bussò alla porta della carrozza che si aprì lasciando entrare Dorcas e Remus che sorridevano immaginando lo shock di Lily nello scoprire chi sarebbe stato il suo collega, dietro di loro seguivano gli altri prefetti.
James non si lasciò sfuggire il sussulto di Lily nel vedere Piton entrare nella carrozza degnandola di uno sguardo fugace prima di guardare nella direzione opposta, accompagnato da Narcissa Black, altro prefetto del settimo anno di Serpeverde, nonché cugina di Sirius.
Potter si soffermò a guardare Narcissa, era bellissima, su questo non c’era dubbio. La pelle di alabastro era circondata dai capelli biondo platino che le incorniciavano gli occhi grigi, segno distintivo dei Black, eppure, per quanto fosse innegabilmente bella, James non potette fare a meno che pensare a quanto a quel biondo platino freddo preferisse quel caldo rosso e a quanto a quegli occhi grigi e distaccati preferisse due occhioni verde smeraldo che non riuscivano a nascondere nessun tipo di emozione.
Mentalmente si diede dell’idiota per non lasciare mai la sua mente libera da quei pensieri e notando che ormai la carrozza si era riempita e che non mancava nessuno si disse che era il momento di cominciare.
-Bene, credo che possiamo iniziare! - disse prendendo la parola sicuro di sé, strappando qualche sospiro affascinato a delle ragazze di Corvonero e di Tassorosso e molti sguardi di disappunto da parte dei Serpeverde -Sarete tutti sorpresi nel vedermi qui come caposcuola, e vi assicuro lo sono anche io, ma vi prometto che tenterò di essere all’altezza di questo ruolo in tempi così difficili. Prima di lasciare la parola alla mia splendida collega…- disse questo indirizzando un occhiolino ad una Lily impassibile alle sue avances, facendo ridere gli altri che erano ben a conoscenza delle pene d’amore di James -Volevo solo dirvi che potrete contare su di me in ogni momento, se sospettate ci sia qualcuno in pericolo o qualora siate voi a sentirvi in pericolo non esitate a venire da me e insieme troveremo una soluzione. Quest’anno non sarà tranquillo ma se saremo uniti, se ci fideremo gli uni degli altri, sono sicuro che andrà tutto per il meglio. Per quanto riguarda la questione ronde Lily saprà sicuramente illustrarvela molto meglio di me.
Lily sentì un brivido percorrerle la schiena sentendo James chiamarla per nome, era stata colpita dalla serietà del suo discorso, ad eccezione dell’occhiolino che le aveva rivolto, era stato bravo nel tranquillizzare tutti, questo doveva ammetterlo, forse in questo momento la sua sicurezza e spavalderia era in grado di far sentire tutti al sicuro, come sempre Silente lo aveva immaginato.
La ragazza passò ad illustrare come si sarebbero divisi per le ronde, spiegando che ogni settimana sarebbe stato affisso in sala grande un foglio con orari e turni, che si sarebbe dovuti essere sempre in due per evitare di incappare in pericoli e che in caso di problemi sarebbero dovuto essere avvisati o lei o James, che decise di chiamare per nome per far vedere davanti agli altri che lei si fidava di lui e che quindi tutti avrebbero potuto farlo.
A Severus non piacque sentire chiamare il suo acerrimo nemico per nome proprio da lei ma nascose le sue turbe interiori fingendo di guardare fuori dal finestrino del treno la campagna inglese che si stagliava attorno a loro.
-Penso di aver detto tutto …- concluse lei riportando Piton alla realtà.
-Si Evans, sei stata fantastica come sempre- disse lui sorridendole.
Le stesse ragazze che avevano sospirato quando James aveva preso la parola inizialmente si trattennero a parlare con James con delle scuse stupide pur di rivolgergli la parola, lui rispose cordialmente, sapendo bene che effetto suscitava sulle donne, ponendo fine alla conversazione poco dopo.
Lily si era fermata a parlare con Dorcas e Remus, unico malandrino con il quale riusciva ad andare d’accordo, mentre lanciava qualche occhiata a quelle quattro ragazze che stavano facendo le civette con James, e lei che pensava che fosse quasi maturato.
-Già fatto conquiste Jamie? - disse Remus scherzando con l’amico che si stava avvicinando a loro.
-Moony dovresti saperlo che quando io ed Evans siamo nella stessa stanza non ho occhi che per lei!
-Si e poi quando lascio la stanza magicamente ti ritrovi tra le gambe di qualsiasi ragazza respiri? - disse Lily acida e tagliente ricordando bene la lunga lista di conquiste di Potter.
-Non sono più quel tipo di ragazzo- ribatté Prongs stranamente serio, e lo pensava davvero.
Si era stancato delle storielle, si era stancato di ragazzine che lo vedevano solo come il campione di Quidditch, fuori impazzava una guerra e ormai lui non aveva più tempo per fare il ragazzino, certo ci sarebbe stato tempo per qualche scherzo ai Serpeverde, ma per il resto sarebbe maturato e avrebbe dimostrato a Lily che quella spilla da caposcuola se la meritava.
-Non mi interessa di questo Potter. Ci sono ancora delle situazioni da risolvere, se non devi organizzare scherzi per distruggere i dormitori il primo giorno, potremmo finire di organizzare le ronde per la prima settimana dato che ci sono dei problemi, potrebbero aiutarci anche Cassie e Remus…
-Per te avrò sempre tempo Evans - disse lui strizzandole nuovamente l’occhio e facendo strada con Remus avanti.
-Io lo trovo dolce e anche maturato…- disse Dorcas alla rossa sorridendole.
-Io lo trovo un idiota…- rispose la ragazza non lasciando all’amica la possibilità di ribattere e pensando in mente che prima o poi, quando quella cocciuta della sua migliore amica avrebbe messo da parte l’orgoglio e la testardaggine che la contraddistinguevano, avrebbe capito che James non stava giocando con lei, ormai non giocava più da tanto e lei lo sapeva.
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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