EPILOGO
Trascorsero
molti anni. La vita di Erik e Christine non fu perfetta,ma si avvicinò
all’ideale di perfezione che entrambi avevano sperato.
Appena un
anno dopo il loro matrimonio,ebbero il loro primo figlio.
Christine,spossata,teneva fra le braccia quel tenero fagottino,senza aver la
forza di dire una sola parola.
Erik aveva
guardato entrambi,con le lacrime agli occhi,stringendo le manine di
Angelique,anche lei eccitatissima per l’arrivo del “fratellino”.
“Come lo
chiamerai mamma?” le aveva chiesto sorridendo.
Da mesi
ormai la piccola parlava normalmente.
Non solo, ma
Erik con infinita pazienza le stava insegnando a cantare,e la bambina aveva
rivelato un talento a dir poco eccezionale. Presto avrebbe eclissato anche la
bravura di Christine,ma alla donna questo non importava,anzi ne era felice.
Aveva
rinunciato,con grande dispiacere di Erik,al sogno di una carriera da diva.
Aveva
lasciato la musica a suo marito,che in Svezia aveva ricominciato a
comporre,guadagnandosi in breve una grande fama,e si era dedicata all’ultima
sua passione,la pittura.
Aveva aperto
una piccola galleria,e i suoi quadri solari e profumati di Francia erano molto
apprezzati dai nobili del Nord.
Prima che
potesse rispondere alla domanda di Angelique,Erik le strinse teneramente una
mano.
“Penso che
dovremmo chiamarlo Raoul.”
Christine
spalancò gli occhi per la sorpresa. Non avrebbe mai osato chiedere una cosa
simile al marito, nonostante in quei lunghi mesi di gravidanza ci avesse
pensato spesso.
Le sarebbe
sembrato di fargli un torto..e in vece lui,da quell’uomo generoso e amabile che
era,aveva indovinato i suoi pensieri e l’aveva esaudita.
Il sorriso
che gli fece lo ripagò di ogni amarezza del passato.
Il tempo
passò.
Ebbero anche
una figlia,qualche anno più tardi,e la decisione di Erik di chiamarla Madeleine
sancì il suo completo perdono per un passato che lo aveva crudelmente vessato.
Il giorno
del loro venticinquesimo anniversario di nozze,lui si presentò a casa con un
mazzo di splendide rose rosse, legate con un nastro di seta nera. Lei aveva gli
occhi lucidi per la commozione,mentre lo baciava.
“Sei
bellissima.” Le sussurrò lui in quell’abbraccio.
Lei gli
diede un pugno scherzoso sul petto. “Sei un bugiardo!Forse lo ero un tempo..ora
il mio viso è pieno di rughe,e lo sai benissimo!”
Lui le prese
il viso fra le mani,esaminandolo con serietà. “Può essere..ma lo sai che senza
occhiali non vedo più nulla no?”le sorrise,burlandola.
Quando
quaranta inverni assedieranno la tua fronte
e profonde
trincee solcheranno il campo della tua bellezza,
l'orgoglioso
manto della gioventù, ora ammirato,
sarà a
brandelli, tenuto in nessun conto.
Allora, se
richiesto dove la tua bellezza giace,
dove il
tesoro dei tuoi gagliardi giorni,
rispondere
ch'essi s'adagiano infossati nei tuoi occhi
per te
vergogna bruciante sarebbe e ridicolo vanto.
Quanta più
lode meriterebbe la tua bellezza,
se tu
potessi replicare: "Questo mio bel bambino
pareggia il
conto e fa perdonare il passare degli anni",
dando prova
che la sua bellezza da te fu data.
Sarebbe
questo un sentirsi giovane quando sei vecchio,
mirare il
tuo sangue caldo quand'esso nelle tue vene e' freddo.
William Shakespeare
Erik morì
pochi giorni dopo,serenamente,nel suo letto,circondato dalla famiglia che
amava.
Era molto
più vecchio di lei,e la vita travagliata che aveva dovuto affrontare gli aveva
minato irrimediabilmente il corpo e lo spirito.
Christine,con
l’aiuto dei figli,ormai adulti,volle far seppellire il marito in terra
francese.
A Parigi,per
la precisione.
Voleva che
nello stesso suolo consacrato riposassero insieme i tre uomini della sua vita.
E voleva
essere sepolta lì anche lei,quando ne fosse venuto il momento.
A Parigi,si
stabilì con Angelique in quella che era stata la residenza de Chagny.
La ragazza
non aveva mai accettato di portare il nome dei suoi veri familiari,ma era
diventata comunque padrona dei loro immensi possedimenti. Non se ne era mai
curata,e aveva ceduto la gran parte della sua fortuna a orfanotrofi ed altri
pii istituti. Aveva conosciuto una vita troppo dura per dimenticarsi di chi non
aveva avuto la sua stessa fortuna.
I figli di Erik e Christine erano entrambi
sposati,ormai,e lei si ritrovava sola.
Raoul aveva
sposato una ragazza svedese,ed era rimasto a vivere in quella terra.
Madeleine
invece aveva da poco sposato il suo più caro amico d’infanzia, Adrienne
Verneuil.
I figli del
professore erano venuti a far loro visita ogni estate,sin dalla loro infanzia,e
Christine aveva notato subito il legame speciale che aveva unito quei due.
Aveva
sorriso,immaginandosi cosa sarebbe accaduto non appena i due bambini fossero
diventati adulti..e ovviamente ci aveva azzeccato.
Ora vivevano
a Marsiglia,con il loro primogenito, appena nato.
Solo
Angelique le era rimasta accanto.
La ragazza,diventata
una splendida donna,era una delle soprano più apprezzate d’Europa,circondata da
uno stuolo di ammiratori,eppure sembrava non aver alcun desiderio di sposarsi.
Cambierà
idea,rifletteva Christine,quando troverà il suo Angelo.
Madame Giry era morta già da diversi anni,e Meg aveva preso il suo posto di
insegnante al Balletto dell’Opera Populaire. Neppure lei si era sposata,ed era
diventata una donna energica e volitiva come sua madre.
Christine
era rimasta la sua migliore
amica,nonostante i lunghi anni lontani.
A volte
bastava loro un solo sguardo per rammentare i lunghi emozionanti anni passati
all’Opera,e tutti gli eventi straordinari a cui avevano assistito. Nessuno
d’altronde le avrebbe credute,se avessero narrato la loro storia.
Christine spirò
serenamente nel sonno,una notte di qualche anno dopo.
I suoi cari
la fecero seppellire accanto all’amato marito,con questa epigrafe.
Dove andrò
io voglio ci sia tu
Angelo,nient’altro
chiedo più…