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Autore: Kastania    13/05/2005    7 recensioni
*COMPLETO* Questa storia è un seguito ideale de "Il fantasma dell'Opera". I diritti appartengono a Gaston Leroux,Susan Kay ed Andrew Lloyd Webber. E'anche la prima FF che scrivo...abbiate pietà! :P
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

EPILOGO

 

Trascorsero molti anni. La vita di Erik e Christine non fu perfetta,ma si avvicinò all’ideale di perfezione che entrambi avevano sperato.

 

Appena un anno dopo il loro matrimonio,ebbero il loro primo figlio. Christine,spossata,teneva fra le braccia quel tenero fagottino,senza aver la forza di dire una  sola parola.

Erik aveva guardato entrambi,con le lacrime agli occhi,stringendo le manine di Angelique,anche lei eccitatissima per l’arrivo del “fratellino”.

 

“Come lo chiamerai mamma?” le aveva chiesto sorridendo.

Da mesi ormai la piccola parlava normalmente.

 

Non solo, ma Erik con infinita pazienza le stava insegnando a cantare,e la bambina aveva rivelato un talento a dir poco eccezionale. Presto avrebbe eclissato anche la bravura di Christine,ma alla donna questo non importava,anzi ne era felice.

 

Aveva rinunciato,con grande dispiacere di Erik,al sogno di una carriera da diva.

Aveva lasciato la musica a suo marito,che in Svezia aveva ricominciato a comporre,guadagnandosi in breve una grande fama,e si era dedicata all’ultima sua passione,la pittura.

Aveva aperto una piccola galleria,e i suoi quadri solari e profumati di Francia erano molto apprezzati dai nobili del Nord.

 

Prima che potesse rispondere alla domanda di Angelique,Erik le strinse teneramente una mano.

“Penso che dovremmo chiamarlo Raoul.”

 

Christine spalancò gli occhi per la sorpresa. Non avrebbe mai osato chiedere una cosa simile al marito, nonostante in quei lunghi mesi di gravidanza ci avesse pensato spesso.

Le sarebbe sembrato di fargli un torto..e in vece lui,da quell’uomo generoso e amabile che era,aveva indovinato i suoi pensieri e l’aveva esaudita.

Il sorriso che gli fece lo ripagò di ogni amarezza del passato.

 

Il tempo passò.

 

Ebbero anche una figlia,qualche anno più tardi,e la decisione di Erik di chiamarla Madeleine sancì il suo completo perdono per un passato che lo aveva crudelmente vessato.

 

Il giorno del loro venticinquesimo anniversario di nozze,lui si presentò a casa con un mazzo di splendide rose rosse, legate con un nastro di seta nera. Lei aveva gli occhi lucidi per la commozione,mentre lo baciava.

 

“Sei bellissima.” Le sussurrò lui in quell’abbraccio.

Lei gli diede un pugno scherzoso sul petto. “Sei un bugiardo!Forse lo ero un tempo..ora il mio viso è pieno di rughe,e lo sai benissimo!”

Lui le prese il viso fra le mani,esaminandolo con serietà. “Può essere..ma lo sai che senza occhiali non vedo più nulla no?”le sorrise,burlandola.

 

Quando quaranta inverni assedieranno la tua fronte

e profonde trincee solcheranno il campo della tua bellezza,

l'orgoglioso manto della gioventù, ora ammirato,

sarà a brandelli, tenuto in nessun conto.

Allora, se richiesto dove la tua bellezza giace,

dove il tesoro dei tuoi gagliardi giorni,

rispondere ch'essi s'adagiano infossati nei tuoi occhi

per te vergogna bruciante sarebbe e ridicolo vanto.

Quanta più lode meriterebbe la tua bellezza,

se tu potessi replicare: "Questo mio bel bambino

pareggia il conto e fa perdonare il passare degli anni",

dando prova che la sua bellezza da te fu data.

Sarebbe questo un sentirsi giovane quando sei vecchio,

mirare il tuo sangue caldo quand'esso nelle tue vene e' freddo.

                                                                              William Shakespeare

 

 

Erik morì pochi giorni dopo,serenamente,nel suo letto,circondato dalla famiglia che amava.

 

Era molto più vecchio di lei,e la vita travagliata che aveva dovuto affrontare gli aveva minato irrimediabilmente il corpo e lo spirito.

 

Christine,con l’aiuto dei figli,ormai adulti,volle far seppellire il marito in terra francese.

A Parigi,per la precisione.

Voleva che nello stesso suolo consacrato riposassero insieme i tre uomini della sua vita.

E voleva essere sepolta lì anche lei,quando ne fosse venuto il momento.

 

A Parigi,si stabilì con Angelique in quella che era stata la residenza de Chagny.

La ragazza non aveva mai accettato di portare il nome dei suoi veri familiari,ma era diventata comunque padrona dei loro immensi possedimenti. Non se ne era mai curata,e aveva ceduto la gran parte della sua fortuna a orfanotrofi ed altri pii istituti. Aveva conosciuto una vita troppo dura per dimenticarsi di chi non aveva avuto la sua stessa fortuna.

 

I  figli di Erik e Christine erano entrambi sposati,ormai,e lei si ritrovava sola.

 

Raoul aveva sposato una ragazza svedese,ed era rimasto a vivere in quella terra.

Madeleine invece aveva da poco sposato il suo più caro amico d’infanzia, Adrienne Verneuil.

 

I figli del professore erano venuti a far loro visita ogni estate,sin dalla loro infanzia,e Christine aveva notato subito il legame speciale che aveva unito quei due.

Aveva sorriso,immaginandosi cosa sarebbe accaduto non appena i due bambini fossero diventati adulti..e ovviamente ci aveva azzeccato.

Ora vivevano a Marsiglia,con il loro primogenito, appena nato.

 

Solo Angelique le era rimasta accanto.

La ragazza,diventata una splendida donna,era una delle soprano più apprezzate d’Europa,circondata da uno stuolo di ammiratori,eppure sembrava non aver alcun desiderio di sposarsi.

Cambierà idea,rifletteva Christine,quando troverà il suo Angelo.


Madame Giry era morta già da diversi anni,e Meg aveva preso il suo posto di insegnante al Balletto dell’Opera Populaire. Neppure lei si era sposata,ed era diventata una donna energica e volitiva come sua madre.

Christine era  rimasta la sua migliore amica,nonostante i lunghi anni lontani.

A volte bastava loro un solo sguardo per rammentare i lunghi emozionanti anni passati all’Opera,e tutti gli eventi straordinari a cui avevano assistito. Nessuno d’altronde le avrebbe credute,se avessero narrato la loro storia.

Christine spirò serenamente nel sonno,una notte di qualche anno dopo.

 

I suoi cari la fecero seppellire accanto all’amato marito,con questa epigrafe.

 

Dove andrò io voglio ci sia tu

Angelo,nient’altro chiedo più…

 

 

 

 

 

  
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