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Autore: Ainely    21/08/2009    0 recensioni
Sanzo e i suoi compagni sitroveranno a fare i conti non solo con i demoni seguaci di Gyoumao, ma anche contro il Dio della Guerra Homura e il loro oscuro passato nel Mondo Celeste.
Genere: Commedia, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Li Touten continuava a camminare avanti e indietro per la sua stanza in modo nervoso. Continuava a pensare alla sera precedente e alle poche parole che Oyume gli aveva rivolto con grande disprezzo.

“Il sesto Godai… la divinità che ha il potere di giudicare le anime…” pensò con stizza “Una come lei non è facile da assoggettare… specialmente per la sua posizione… perfino l’Imperatore a volte la teme per le sue capacità… e a quanto ho capito… non potranno funzionare nemmeno tutte le smancerie che sto usando con quel vecchio idiota!”

Si fermò un istante. Qualcuno aveva bussato alla porta.

- Avanti!- disse in tono scocciato.

Attese qualche secondo e vide entrare dalla porta uno dei suoi servitori che con aria preoccupata gli disse:

- Mio signore, credo che avremo dei problemi. l’Imperatore ha appena convocato Kanzeon Bosatsu per discutere del bambino eretico che custodisce… credo che voglia accordarsi con lei nel caso in cui venisse a mancare il ruolo di Principe della Guerra.-

Li Touten restò immobile, la rabbia gli stava salendo velocemente, il cuore gli premeva furente nel petto facendogli venire un gran caldo.

- C’è altro?!- chiese.

L’uomo non sapeva che fare prevedendo la reazione dell’altro.

- Ecco…- iniziò – Alcune guardie di turno al palazzo imperiale mi hanno assicurato di aver visto uscire dal suo palazzo la somma Oyume, raggiungendo in seguito Kanzeon Bosatsu. Credete che ci sia un nesso con la convocazione di Kannon? Voglio dire…-

- Basta così!- gli ordinò Li Touten – Puoi andare.-

L’uomo si inchinò e uscì silenziosamente.

- Quella donna è un pericolo. E deve essere fermata, o rischio di buttare al vento ogni mia fatica per riuscire a…- s’interruppe, ma cambiò espressione, il turbamento dal suo viso svanì lasciando il posto a un sorriso che non diceva nulla di buono… - Non è ancora finita… la guerra è appena cominciata, mia cara Oyume… forse avrai capito solo tu che cosa ho in progetto, ma sarai anche l’ultima. Finalmente potrò toglierti quella tua espressione di superiorità! Te e i tuoi nuovi amichetti dovrete tremare…-

Nel frattempo Kanzeon era appena rientrata a palazzo dopo essere stata al colloquio con l’Imperatore Celeste, e trovò Oyume comodamente seduta sul suo seggio davanti alla grande vasca delle ninfee.

Vedere Oyume in un luogo diverso dal suo suntuoso palazzo le aveva messo curiosità. Anche se poteva intuirne i motivi…

- Come mai qui, cara Oyume?- chiese cin tono canzonatorio Kanzeon.

- Chissà…- rispose l’altra – Mi diverto se vengo qui… sarà per via di Goku e del rigido Konzen…!-

- Eh già… Konzen, vero?-

La ragazza arrossì e cercò di sviare il discorso.

- Cosa credi di fare?! Ora mi racconti tutto! Hai capito!- le disse la divinità – È inutile! Ora sono curiosa! Mi dirai tutto anche con le maniere forti!- rise.

Oyume si voltò verso l’amica.

- E va bene… ma non farne parola con nessuno, specialmente con Konzen!-

- Non mi crederai così infame!-

La ragazza la fissò alzando un sopraciglio, restando in perfetto silenzio.

- D’accordo… magari potrebbe sfuggirmi qualcosa nel caso dovessi prenderlo in giro…- sbuffò – Ma starò attenta…!-

Oyume stava per iniziare a raccontare ciò che era successo quella notte con Konzen, ma nella sala fece il suo ingresso Jiroshin, dopo essersi inchinato al cospetto delle due divinità, disse, con voce severa:

- Venerabile Oyume… c’è qui il generale Tenpou che chiede di voi.-

Jiroshin attese la risposta della donna.

- D’accordo. Digli che lo raggiungo subito.-

Annuì in silenzio col capo, dopodiché uscì silenziosamente.

- Mi dispiace, Kanzeon, ma credo che dovrai restare insoddisfatta per oggi…- le disse la ragazza congedandosi.

- Accidenti!- protestò l’altra – Non è giusto! Proprio sul più bello… ma scoprirò tutto!-

Oyume era già sull’uscio, ma senza voltarsi disse quasi sussurrando, con un tono di voce serio e preoccupato:

- Sta per accadere qualcosa di davvero oscuro… tieni gli occhi aperti.-

Uscì. Kanzeon restò in silenzio ponderando quanto le era stato appena detto. Oyume aveva ragione, sarebbe successo molto presto qualcosa che avrebbe fatto cadere il Regno Celeste nel più completo oblio, ma sono lei poteva aver già visto tutto…

Appena girò l’angolo, Oyume incontrò Tenpou.

Lui le andò incontro e la salutò chinando il capo.

- Non c’è bisogno di tutte queste formalità Ten.- lo rimproverò lei – Dimmi, che hai saputo?-

- Ecco… vieni…- le disse lui indicandole l’uscita. – Credo che sia meglio discuterne nel tuo palazzo. Ma nel frattempo credo di poterti anticipare qualcosa.- uscirono. – Avevi ragione sulla vera natura del Principe Nataku…! Lui è… il frutto di un esperimento. O almeno sono queste le voci che girano… le tue parole, quando mi dicesti che non riuscivi a leggere il suo animo, mi hanno insospettito… tu riesci a penetrare nelle ambizioni più segrete e recondite…-

La Dea annuì e attese che l’amico continuasse.

- E le voci che sono riuscito a sentire dicono che tempo fa, Li Touten viveva nei livelli inferiori del Regno Celeste. Era un semplice burocratico, figlio di uno dei progettisti del portale per il mondo sottostante…-

- Lasciami indovinare…- disse Oyume – Ha subito qualche ingiustizia da qualche esponente del livello superiore del Regno Celeste…-

- Esattamente.-

- Questo complica le cose, Ten. Non puoi immaginare che cosa può fare una persona ferita nell’orgoglio… e purtroppo molte persone sono state soggiogate da lui…-

Tenpou guardò Oyume.

- Che cosa mi consigli di fare?- le chiese.

- Ti consiglio di preparare qualche piano per raggiungere il mondo terreno. Per ora si può fare solo questo. Al quadro mancano ancora dei pezzi… e non capisco come ha in mente di agire ora che vive nel Regno Celeste anche il bambino eretico.-

Tenpou restò in silenzio a pensare.

- Hai ragione. Vedrò di elaborare una buona strategia in attesa di sviluppi, nel frattempo…-

- Nel frattempo penserò io a tenere d’occhio tutto. Ma, Ten… per il momento non farne parola con nessuno. Potrai rivelare queste informazioni solo se necessario.- gli ordinò la Dea – Ne va della fatica che abbiamo fatto fino ad ora per ottenere tutte le informazioni che abbiamo.-

- Sì. Non preoccuparti.- le rispose – To’, guarda chi c’è…- le disse Tenpou voltandosi verso il grande portone del palazzo della Dea.

Oyume si voltò nella sua stessa direzione e vide fare il suo ingresso un uomo, alto con i capelli corti un po’ spettinati, che indossava la classica divisa dei generali dell’Esercito Celeste.

L’uomo andò verso i due.

- Chi è?- chiese a voce bassa Oyume rivolgendosi a Tenpou.

- È un mio sottoposto…- le disse lui sussurrando – Kenren! Che ci fai qui?-

- Ero venuto nel tuo ufficio ma non c’eri, così mi hanno detto che eri con il sesto Godai… ma non pensavo che fosse una così affascinante fanciulla…- s’inchinò – Molto onorato di fare la tua conoscenza, mia signora, il mio nome è Kenren, il generale Kenren.-

Oyume restò un po’ imbarazzata dai modi troppo poco ortodossi di Kenren, ma nonostante l’aria sfacciata le era simpatico. Poche persone nel Regno Celeste erano davvero loro stesse.

- Il piacere è mio. – rispose la divinità – Prego venite, lasciate che vi offra qualcosa da bere. Seguitemi.-

La Dea fece strada ai due ospiti, e mentre camminavano nel lungo corridoio illuminato dai raggi di sole Oyume incontrò un servitore e dopo aver battuto due volte le mani, l’uomo si inchinò e aprì una grande porta che faceva accedere a una delle tante magnifiche stanze della dimora celeste.

- Accomodatevi.-

Entrarono e sia Tenpou sia Kenren si meravigliarono non appena poterono ammirare lo splendore della sala. Vi erano tendaggi bellissimi appesi alle pareti, mobilio raffinato e giochi di luci ammalianti.

Si sederono sul morbido tatami davanti ad un tavolino intagliato con grande raffinatezza e maestria. Poco dopo comparirono due servitori che adagiarono delicatamente tre tazze di tè verde, s’inchinarono e lasciarono soli la loro signora con i suoi ospiti.

- Come mai non ti ho mai vista da nessuna parte?- chiese Kenren mentre beveva il suo tè.

Tenpou lanciò un’occhiataccia all’amico.

“Quello stupido non impererà mai le buone maniere…” pensò sconsolato il generale.

- Diciamo che non mi piace molto stare in compagnia della gentaglia che c’è al di fuori del mio palazzo.- sorseggiò il tè – Specialmente quella dei piani alti.- aggiunse.

- Come ti capisco…- le rispose Kenren – E dimmi… ti darebbe fastidio se io cominciassi a corteggiarti?-

- C…cosa?!- risputò senza volerlo il tè nella tazza restando quasi annegata per quello che aveva appena sentito.

- Una così bella donna deve sentirsi tremendamente sola in questo grande palazzo senza una compagnia adatta a lei…- cominciò Kenren con un tono suadente, ma fu subito stoppato da Oyume.

- Mi spiace deluderti, ma i rappresentanti dell’esercito non sono il genere di uomo che sceglierei… io sono un Godai… non una donna qualsiasi…-

Kenren parve un po’ abbattuto, ma non si diede per vinto, ignorando completamente l’espressione derelitta dell’amico.

- Se vai alla ricerca di un amante esperto, e non un rude esponente dell’esercito, quello sono io… credimi…-

La porta si spalancò, entrò lo stesso servitore che aveva accompagnato i tre nella sala e annunciò, con aria agitata:

- Somma Oyume! L’Imperatore Celeste è qui.- l’uomo si scansò e lasciò entrare l’Imperatore.

Al suo ingresso i tre si alzarono in piedi restando perfettamente in silenzio.

Tenpou e Kenren chinarono il capo, ma Oyume restò a fissare l’uomo mentre entrava.

- Non pensavo che portassi ospiti nella tua dimora.- le disse l’Imperatore.

Oyume restò in silenzio. Aveva intuito il motivo di quella visita.

- Eh, povero me… - disse l’Imperatore sedendosi – Se avessi saputo che saresti stata così pericolosa e persino temuta quasi quanto me, ti avrei lasciata dove ti hanno trovata… ma tu guarda… una divinità nata da una lacrima della luna…-

- Già… con i capelli e gli occhi di una visione notturna…- disse lei – E come voi avete ben detto prima, non mi capita spesso di avere ospiti, tanto meno importanti come la vostra.-

Calò il silenzio. L’Imperatore si mise a fissare i volti dei due generali, che erano ancora chini, poi tornò a fissare Oyume. Il volto della donna era contratto in una smorfia seccata.

- Con te sono sempre stato indulgente e ho lasciato passare i tuoi capricci nel non voler partecipare agli eventi legati alla vita sociale con le altre cariche celesti. Ma non è questo il motivo della mia visita.- fece una pausa guardando nuovamente i due lasciando intendere di voler proseguire il discorso solo con Oyume.

- Loro sono i miei occhi e le mie orecchie. Possono restare.- disse Oyume – Proseguite pure.-

- Oggi ho convocato Kanzeon Bosatsu per dirle che se il Principe Nataku non potesse più svolgere la sua carica, a sostituirlo sarebbe stato il bambino eretico che accudisce lei. Non sarebbe per niente saggio non avere nessun Dio della Guerra. Ma… mi sono giunte voci che tu abbia già conosciuto il bambino e che sia entrato nelle tue grazie. Inoltre, Li Touten è convinto che la creatura eretica sia molto pericolosa per l’incolumità del Principe Nataku e di tutti gli appartenenti alla mia dinastia per via del suo sangue impuro.-

Oyume era confusa. Chi diavolo poteva aver detto quelle cose prive di senso? Ma poi capì.

“Quel bastardo…” Pensò.

- Avete preso un abbaglio. È vero che ho conosciuto il bambino dagli occhi dorati, ma non credo che possa essere un pericolo per il Principe Nataku. Ai miei occhi appare solamente un bambino dolce e spensierato, come tutti quelli che vivono qui.-

- Bene, Oyume, allora ho deciso.- sentenziò l’Imperatore.

- Come?- chiese la divinità.

- Ho deciso che sarai tu la responsabile di quel bambino.-

- Ma! Ma è già sotto la responsabilità di Kanzeon Bosatsu!- replicò lei.

- Lo so benissimo, e dal momento in cui tieni molto a quel bambino eretico, lui resterà in custodia a Kannon, ma se dovesse accadere qualcosa a me o al Principe Nataku per causa sua e in circostanze sospette o quantomeno dovute alla manifestazione del suo potere eretico, sarai ritenuta tu la responsabile, e sarai accusata di tradimento.-

Oyume non poteva credere a quello che stava sentendo. Era forse impazzito?!

- Tradimento?!- esclamò lei alzando la voce e inveendo contro l’Imperatore – Non so che cosa vi abbia messo in testa quell’uomo, ma non credevo che vi lasciaste plagiare fino a questo punto!-

Anche Tenpou e Kenren erano sconcertati per ciò che avevano appena udito, ma, anche se trattenendosi a fatica, evitarono di intromettersi nella discussione.

L’Imperatore si alzò e si diresse verso l’uscio della sala.

- Un ultima cosa…- si voltò per fissare il suo sguardo in quello grigio di Oyume – L’accusa di tradimento vale la pena più severa del Regno Celeste. Rammenti quale sia?-

L’intero corpo di Oyume fu attraversato da un brivido. Spalancò gli occhi.

“Non può essere…! No…”

- Arrivederci, Oyume.- la salutò l’Imperatore.

Non appena uscì la tensione non diminuì per niente. Nessuno sapeva che cosa dire. Le parole che erano state dette dall’Imperatore erano state dure e minacciose… un ricatto bello e buono… Li Touten era riuscito a influenzare l’Imperatore fino al punto di destare in lui certi timori, giocando sulla paura che un po’ tutti provano nei confronti di quella solitaria e distaccata divinità con le altre cariche celesti.

Tenpou decise di vedere se poteva fare qualcosa per Oyume. Fece un passo verso di lei e mentre stava per aprir bocca…

- DANNAZIONE!- imprecò la divinità – Quel bastardo di Li Touten! Mi ha messo con le spalle al muro! Accidenti ora cercherà in tutti i modi di…-

- Non preoccuparti Oyume…- cercò di rassicurarla Tenpou – Non mi è piaciuto per niente l’avvertimento dell’Imperatore e voglio aiutarti a dare una volta per tutte una punizione a quell’individuo. Non so se lo sai, ma io e Kenren abbiamo qualcosa in sospeso con lui, non è forse così?-

- Esattamente.- rispose l’altro – Non vedo l’ora di rompergli tutti i denti con queste mie mani.- disse stringendo le mani a pungo.

Oyume si lasciò cadere a terra sul tatami e sospirò.

- Voi non capite…- disse appoggiando i gomiti sul tavolino e nascondendo il viso tra le mani.

“Deve averla sconvolta molto… non l’avevo mai vista in questo stato…” pensò Tenpou sedendolesi accanto.

- Dimmi… quale sarebbe questa pena…? La pena capitale?-

- Mi sembra ovvio…- disse Kenren – Secondo te quale altra può essere?-

Oyume scosse la testa.

- La pena capitale non è nulla in confronto…- alzò il viso per guardare negl’occhi Kenren – La pena più severa che possa essere inflitta ad un abitante del Regno Celeste è quella della Eien ni Kiseki. La Pietrificazione Eterna.-

I due continuarono a guardarla in silenzio attendendo che continuasse a parlarne a riguardo.

- È una condanna proibita, che si attua per annientare un tennyo (N.D. Abitante del Cielo), che se dovesse semplicemente morire verrebbe trascinato nel circolo vizioso delle reincarnazioni, e di conseguenza continuerebbe ad esistere. Invece con la Eien ni Kiseki sigilli nella pietra per l’eternità il condannato nel mondo sottostante, in mezzo ai mortali, privandolo di tutto tranne che delle sue paure e dei suoi tormenti finché la pietra non viene distrutta dal tempo e dagli uomini, portando con sé anche la sua anima.- fece una pausa – Morire non mi spaventa, perché la mia anima continuerebbe ad esistere, ma… con la Pietrificazione Eterna… non vi sarebbe scampo per nessuno…-

- Accidenti…- commentò Kenren.

La porta si spalancò all’improvviso e tutti e tre sussultarono.

Era appena entrato Goku, ed era allegro e spensierato come sempre. Il bambino si stupì di trovare insieme a Oyume Tenpou e Kenren…

- Ehi! Ma che ci fate voi due qui? Siete anche voi degli amici della piccola Oyume?- sorrise dolcemente, poi andò davanti a Oyume, che nel frattempo si era alzata – Ecco… questi li ho presi per te…-

Il piccolo mostrò alla Dea un piccolo mazzetto di fiori appena colti.

- Oh! Che belli! E che buon profumo! Sono bellissimi!- diede un tenero bacio sulla guancia a Goku, che inevitabilmente arrossì.

Kenren e Tenpou si scambiarono un’occhiata ricordando quanto era stato detto dall’Imperatore.

Osservarono Oyume e non vollero immaginare l’esecuzione della Eien ni Kiseki… essere condannati ad una cosa simile equivaleva alla dannazione eterna fino a quando la prigione di pietra non si fosse distrutta, lasciando nel nulla lo spirito.

Oyume cercò un piccolo vaso per metterci i piccoli fiori rosa e viola che le aveva colto Goku, non appena li sistemò si voltò e vide che il sole stava tramontando.

- Mi dispiace, ma per me si è fatto tardi… è ora che io mi accinga a compiere le mie abluzioni serali.-

Accompagnò tutti all’uscio e li salutò.

- Mi raccomando! Cercate di evitare le risse, vero generale Kenren?-

Kenren sobbalzò, come faceva a sapere quelle cose?! Eh già… la Dea dei Sogni…

- Eheheh… e tu vedi di non tradirmi con un altro uomo, mia regina!-

Goku si voltò un po’ deluso di aver trascorso così poco tempo con Oyume e la salutò con la mano tornando, accompagnato da Tenpou e Kenren, da Konzen.

Era notte inoltrata e l’aria era fresca, il cielo notturno era sereno e nell’oscurità brillavano migliaia di stesse. Oyume era seduta sul parapetto di un corridoio esterno del suo palazzo, immersa nei suoi pensieri, e nei suoi ricordi.

Ripensò a tutto: al giorno in cui la Luna la generò e come la trovarono gli abitanti del Regno Celeste, la sua ascesa come sesto Godai, la vita a palazzo, i sogni e i tormenti delle anime a cui doveva badare, ricordò vecchi dissapori.

Una lacrima le rigò il viso.

Konzen…

Nella sua mente rivisse l’alba che avevano passato assieme… non sarebbe riuscita a rinunciare a lui se Li Touten avesse avuto la meglio…

In quel momento sentì una mano sulla sua guancia asciugarle la lacrima.

Si voltò di scatto e incontrò lo sguardo viola e profondo di Konzen.

- Mi hai spaventata…- sussurrò lei.

Lui le si sedette accanto senza dire niente.

- Come mai qui?- gli chiese Oyume cercando di nascondere il suo turbamento.

- Volevo vederti…- le rispose – La Luna è troppo chiara stanotte…-

All’improvviso Oyume ricordò che quel pomeriggio dovevano vedersi ma lei era dovuta tornare a palazzo per discutere con Tenpou e poi… con l’Imperatore.

- Perdonami se oggi…-

- Non importa, capisco benissimo quali siano le tue responsabilità. Ma ora siamo qui, no?- le cinse la vita con le braccia.

Oyume sussultò per quel contatto e provò dei sentimenti contrastanti, desiderio e paura… voleva abbandonarsi completamente a quelle nuove sensazioni, ma se si fosse lasciata andare? Avrebbe sofferto…

- Voglio che tu sia mia, non voglio mai più vederti sola e non voglio mai vederti piangere.- le sussurrò lui all’orecchio baciandola teneramente.

Lei gli passò le mani tra i suoi capelli dorati e lo fissò rapita. Gli sorrise dolcemente e si strinse a lui.

- Non lasciarmi, mai…-

La ragazza prese per mano Konzen e lo condusse in silenzio nella sua stanza. Nell’aria della camera semibuia si percepiva il profumo dei gigli bianchi. Un dolce profumo, una fragranza di purezza…

- Oyume… nemmeno il tempo potrà allontanarmi da te…-

La luna era alta nel cielo e fu lei a custodire l’amore di Konzen e Oyume.


   
 
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