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Autore: andremustdie    14/11/2020    0 recensioni
(...) Ti starai chiedendo perché ti ho convocata qui."
"Non credi, Law Trafalgar, che 'convocata' sia una parola un po' mascherante? Forse 'teletrasportata senza consenso personale' sarebbe più adatto." lui alzò gli occhi al cielo, aveva un'espressione divertita, non seccata. (...)
[QUESTA STORIA LA AGGIORNO PRINCIPALMENTE SU WATTPAD, SE QUI NOTATE CHE DIVERSI CAPITOLI SIANO STATI PUBBLICATI IN UNA GIORNATA SAPETE IL PERCHE'. LA FANFICTION E' DI MIA PROPRIETA']
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass Kidd, Nuovo personaggio, Pirati di Kidd, Pirati Heart, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dopo un paio d'ore di ricerca in zona 20, riuscì a scoprire che quella sera si sarebbe svolto una serata tra pirati dedicata alla liberazione di un importante personaggio, dal punto in cui si era incontrata col corvino, e che forse l'avrebbe potuto incontrare là. Altrimenti..si sarebbe visto. Ma doveva considerare una cosa alla vDopo un paio d'ore di ricerca in zona 20, riuscì a scoprire che quella sera si sarebbe svolto una serata tra pirati dedicata alla liberazione di un importante personaggio, dal punto in cui si era incontrata col corvino, e che forse l'avrebbe potuto incontrare là. Altrimenti..si sarebbe visto. Ma doveva considerare una cosa alla volta, glielo diceva sempre suo padre- non che quella filosofia avesse mai funzionato.

Durante il tempo di ricerca che occupò l'intero pomeriggio della ragazza, girando di bar in bar e di bancarella in bancarella, non solo era venuta a sapere della serata che si sarebbe svolta a breve, ma che Kidd la stava cercando, e che avrebbe fatto meglio a partire la mattina a venire, se voleva evitare un ulteriore scontro. Arche non aveva mai paura in battaglia, perché sapeva come muoversi, sapeva come fare, ma avrebbe preferito evitare altri problemi, dato che ora aveva già da pensare a Trafalgar. Una gentile anziana le aveva raccontato di come i pirati Heart avessero attraversato i mari, dei viaggi e dei numerosi nemici sconfitti, della consegna di 100 cuori di marines al quartier generale da lui stesso abbattuti e delle sue ottime abilità nella chirurgia. La ragazza era estremamente affascinata dai racconti, e conoscere indirettamente qualche fatto sulle persone con cui avrebbe dovuto passare un po' di tempo la faceva sentire più sicura. L'anziana le aveva anche detto che Law fosse certamente furbo, ma che, quando si alleava con qualcuno, sarebbe stato il primo ad essere il più fedele, e questo la rassicurò ancora di più. Ormai era deciso, gli avrebbe parlato quella sera per accettare la sua proposta, e magari già avrebbe potuto incontrare gli altri.

Il sole era cominciato a calare, veniva sostituito da tante fioche luci dalle finestre delle case degli abitanti (probabilmente in nero, essendo quella una zona bandita) e altrettanti fuochi ardenti dei forni delle poche osterie lì attorno- avrebbe fatto meglio a darsi una ripulita, erano due giorni che si trovava negli stessi vestiti a causa del lungo viaggio clandestino nella nave della marina.
Una mezz'ora dopo fu con il suo unico cambio nel suo zainetto in cuoio nero oltre al pigiama: una salopette bianca con sotto un altro croptop uguale a quello che indossava prima, semplicemente con diversi colori. Guardò un'orologio di una casa sbirciando dalla finestra, erano le nove inoltrate, avrebbe fatto meglio a sedersi da qualche parte ora che si iniziavano ad affollare le strade, e con calma l'avrebbe cercato. Tanto se lo sentiva, era più sicura, si sarebbe fatto trovare.

"Acciuga-ya." Arche riconobbe la voce.

Con le mani appoggiate a un barile appena fuori dal primo locale che le era capitato davanti, smise di sorseggiare la sua birra e voltò il capo "Oh, eccoti."
La ragazza abbassò lo sguardo mentre l'altro si sedeva di fronte a lei e ordinava con un gesto della mano la sua stessa birra, non ci volle il tempo di due secondi che Arche si rese conto di come l'avesse chiamata, gli puntò gli occhi addosso con sguardo teatralmente omicida.

"Scusa, non ho capito cos'hai detto poco fa." Pensò che fosse il suo cervello a farle brutti scherzi, ma quando Law ripetette con tutta la tranquillità e serietà del mondo l'epiteto con cui l'aveva chiamata, puntò una mano sul tavolo e l'altra sul suo sgabello per alzarsi leggermente mentre gli rispondeva.

"Senti, non so perché e non lo voglio neanche sapere, ma non provare neanche a chiamarmi con qualcos'altro che non sia il mio nome, sono stata chiara?"

"Ah, domani salpiamo, Eustass-ya ti cerca."

Arche scoppiò a borbottare in un misto di contrariamento e di approvazione, perché da una parte avrebbe voluto ribattere per il fatto che l'avesse totalmente ignorata, ma dall'altra era felice che lo sapesse anche lui e che aveva già pianificato cosa fare di conseguenza la giornata a venire. Annuì alla fine e si scambiarono quattro chiacchiere (anche se sarebbe esagerato chiamarle così, Law non "faceva" chiacchiere, Law "aveva conversazioni") sulla ciurma di Law e su cosa fosse venuta a sapere Arche, si fece raccontare alcuni dettagli sui cento cuori dei marinai e sul suo arrivo a Sabaody, su dove fossero diretti dopo la Red Line. 
La ragazza gli aveva spiegato la sua filosofia del momento, di come vivesse giorno per giorno vagabondando, e scoprì di avere questa passione del vagabondaggio in comune con Law. Ora entrambi erano non più rivolti l'uno di fronte all'altro, ma guardavano la folla per strada, Arche si era addirittura appoggiata di schiena al muro, con le braccia che abbracciavano le gambe rannicchiate.

Era divertente osservare le persone, le atmosfere delle città, i sorrisi dei bambini ed il sangue dei più violenti, i rimproveri delle mogli di chi beveva troppo e il miagolio dei mici sui tetti di edifici ormai abbandonati. Arche sentiva un po' di più rispetto al normale sempre grazie al suo potere, che in quel momento le faceva sentire che la musica migliore in quel momento era quella degli schiamazzi di quel posto che coprivano le cornamuse nei locali. A quei rumori si aggiunse anche la voce del corvino, dopo un po' di tempo.

"Acciuga-ya."

La ragazza gli stava per rispondere infastidita, ma lui la interruppe prima che potesse aggiunegre altro.

"Come ci si sente a vivere senza una meta? Non ti senti...persa?"
Arche trovava particolare il modo in cui un ragazzo loquace come Law (almeno, conoscendolo da nemmeno 24 ore era il suo unico tratto di cui fosse sicura) esitasse per trovare la parola da dire. Come se scegliesse accuratamente ogni volta quelle esatte, come se non solo pensava, ma meditava proprio, si prendeva anni sabbatici che duravano due istanti per trovare le parole che voleva usare prima di parlare.

"E' proprio questo il punto. Non ho più paura di perdermi perché il mio posto sono io, e ogni giorno ho una nuova meta. E' difficile che io mi fermi per più di un mese in un luogo, una volta a diciott'anni ci riuscii per circa 3 mesi, ma..."

"ma c'è sempre quella cosa che ti spinge a farlo, suppongo." Arche annuì pensando a quante folle come quella davanti a sé avesse visto in tutta la sua vita, a soli ventitré anni. "Anche io avrei fatto come te, sai. Se non fossero..." il ragazzo stava aggiungendo qualcosa, con gli occhi felini dell'altra che lo guardavano attentamente, ascoltando, ma lui scosse la testa e si alzò.

"E' tardi. Ti aspetteremo domani mattina al molo 3-C, ore nove in punto. Buona notte, Arche"
La ragazza non comprese bene la causa di quella brusca interruzione, ma capì comunque che si era fatto tardi e che non sarebbero potuti rimanere tutta la notte a parlare. Ricambiò il saluto con un sorriso leggero. In fondo sì, viaggiare con i pirati Heart- che ancora purtroppo non aveva avuto l'occasione di conoscere interamente- si sarebbe prospettato molto interessante.
   
 
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