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Autore: ___Page    06/01/2021    3 recensioni
C'era un buco nel muro. E con il lockdown, nessuno sarebbe potuto andare a ripararlo.
«Beh che dire, ragazzi. Sarà un piacere condividere le feste con voi»
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*Questa fanfiction partecipa alla challenge "Christmas Lokcdown" indetta dal forum FairyPiece - Fanfiction&Images*
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Starring: Izou, Koala, Ishley, Killer, Trafalgar Law, Penguin, Sabo.
Con la partecipazione di: Bepo e Lindbergh
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Izou, Koala, Penguin, Sabo, Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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JUMANJI
31 dicembre 2020
quarantaduesimo giorno di lockdown - terza ondata



 

Il silenzio regnava sovrano in cucina, interrotto solo dal ticchettio dell'orologio e dal crepitio dei fornelli, mentre Pen annuiva a cadenza più o meno regolare, spaventosamente controllato visto chi era l'interlocutore dall'altro capo del filo. 
O forse era più giusto l'interlocutrice. 
Dopo quasi tre anni, Kira ancora non sapeva quale fosse il genere corretto per riferirsi a lei, il loro indiscusso incubo quando piombava lì in visita non annunciata, perché semplicemente era in zona.
Non che fosse una cattiva padrona di casa. Tante cose si potevano dire di Iva ma non che non fosse una fortuna vivere come affittuari in una delle sue proprietà.
Era invadente, certo, e quando distribuivano la discrezione lei era chiaramente in fila da un'altra parte, ma di certo non dove elargivano il buon gusto. 
Ma invitarla a fermarsi a cena non era poi tutta questa pena e, anzi, le serate con lei forse erano drenanti ma anche molto divertenti. 
Law, Sabo e Pen non avevano ancora avuto modo di provare l'ebbrezza di una sua improvvisata e non era dato sapere quando sarebbe stato possibile. Il lockdown, per il momento, non era ancora stato revocato. 
E forse anche per questo Pen si era senza paura offerto di prendere contatto con la loro eccentrica padrona di casa, per porre quella richiesta, che persino Koala non era così sicura di riuscire a spuntare. 
Nonostante tutte la carte che avevano deciso di giocarsi, soprattutto quella dell'amore e della famiglia allargata che non voleva rinunciare a vivere tutta insieme, non erano così sicuri che la follia di Iva avrebbe assecondato la loro di tenere, allargare, sistemare il buco nel muro. 
Di riconvertire la bifamiliare in un'unica grande casa. Decisamente troppo grande per sette coinquilini, nonostante il gatto e il cane, ma l'obbiettivo era spuntarla senza rischiare aumenti di affitto. 
Per questo Pen si era sacrificato per la causa e, pur non del tutto consapevole di a cosa stava andando incontro, era per tutti un eroe. Nonché un architetto, in grado di rassicurare Iva sulla riuscita delle modifiche senza la necessità di farle sborsare un centesimo, con conoscenze al catasto così da mettere in regola le modifiche senza bisogno di troppe scartoffie e, forse, con un personale interesse a portare a casa il risultato. 
Kira avrebbe voluto non farsi i film mentali a riguardo, sapeva che forse era solo condizionato da come li aveva trovati la notte di Natale, quando si era svegliato in poltrona all'alba delle tre. Era sicuro che al momento del crollo fossero ai capi opposti del divano, ragione per cui non si spiegava come fossero poi finiti con Izou avvinghiato a una gamba di Pen e una mano di Pen tra i capelli di Izou, se non per una consapevole e razionale scelta di almeno uno dei due. 
E certo sarebbe bastata la sola iniziativa di Izou ma Kira non era poi così sicuro di essersi solo immaginato il fatto che Pen, dal giorno dopo in poi, sembrava orbitare intorno al loro amico in modo molto diverso da prima. 
Si rese conto di non aver neanche sentito i convenevoli di saluto a fine telefonata, quando Pen abbassò il telefonino, un'espressione estremamente seria in volto, di fronte a cui i quattro presenti trattennero il fiato e Bepo continuò ad ansare. 
«Beh...» Pen si passò la mano nel ciuffo rosso e perennemente spettinato, prima di accecarli con uno smaglianote sorriso «Ha accettato» 
Urla di giubilo si levarono nella cucina, che aveva interrotto i preparativi del veglione solo per il tempo di quella telefonata, probabilmente stata la più importante di tutto l'anno. Per Pen non sembravano esserci dubbi al riguardo, visto con quanta euforia stava spiegando tutto quello che c'era da fare per trasformare il buco in una porta affinchè ne venisse un bel lavoro. E anche da come aveva abbracciato Izou quando gli era piombato addosso per festeggiare. 
«Poi possiamo provare a convincerla a trasformare le quattro singole di qua in due matrimoniali. Ho già controllato, non sono muri portanti»
«Hai già controllato?» 
«Sì! Dai sarebbe più comodo per te e Sabo e anche per Law e Kay» 
«Non gli dici niente?» la guardò Ishley, provocandola deliberatamente su quella faccenda per cui, a detta loro, non stavano insieme, ma Kay si limitò a stringersi nelle spalle. 
«Effettivamente Law è alto due metri, non sarebbe male la camera matrimoniale» 
«Ma sì, tutto è fattibile se abbiamo il permesso. E beh, ovviamente Kira e Izou si potrebbero spostare già a prescindere al posto di Law e Sabo» continuò a parlare a raffica Pen «Forse dovremo anche montare una porta qui, per non dover modificare la metratura della casa al catasto, ma mi conviene sentire Opera, anzi lo chiamo subito così gli faccio anche gli auguri di buon anno» decise, riprendendo in mano il cellulare. 
Kira lo osservò una manciata di istanti, così concentrato a cercare il numero del suo collega o chiunque fosse il tizio in questione. Il tutto con Izou ancora aggrappato al collo e un proprio braccio intorno alla sua vita. 
Okay, no, non era la sua immaginazione, ormai ne era certo ma se c'era un buon momento per trovare conferma, l'istinto gli stava suggerendo di sfruttare proprio quello.
«Izou nella camera adiacente alla tua, giusto?» domandò con nonchalance, Kira.
«Si, lo pensavo anche io» annuì Pen, chiaramente poco attento a filtrare i pensieri a cui stava dando voce e Kira sorride beffardo. 
«Così se mai farete anche voi la matrimoniale, è già dalla parte giusta e poi se non sbaglio c'è la porta comunicante» 
«Esatto! Kira ma che fai, mi leggi nel pensiero?!» gli sorrise del tutto ignaro, mentre portava il cellulare all'orecchio. «Scusate eh. Torno subito» avvisò, pronunciando le ultime due parole guardando Izou e probabilmente rivolte solo a lui che, comunque, non aveva l'aria di essere in grado di recepire nulla e sembrava aver preso una tegola in testa. 
Il silenzio tornò tombale in cucina, mentre Koala, Kira e Ishley si scambiarono occhiate sapute, soddisfatte e divertite, in attesa che Izou ritrovasse la facoltà di parlare ed esprimersi. 
«Secondo voi dovremmo fare qualcosa?» 
«Tipo, sirenetta?» 
«Non so, provargli i riflessi, chiamare un'ambulanza, porre fine alle sue sofferenze come in "Qualcuno volò sul nido del cuculo"» 
«Dagli fiducia, Ish» 
«Scusate» mormorò proprio in quel momento Izou, quasi ad avallare le parole di Koala. «Voi avete sentito? Ha detto... Ha-ha detto quello che io penso che abbia detto?» 
«Dipende da cosa pensi abbia detto» non riuscì a trattenere un sorriso Ishley, guadagnandosi un'occhiata assassina. 
«A te stare con l'avvocato fa male, e non pensare che non mi sia accorto che mi hai dato del lobotomizzato! Ragazzi! È una situazione di emergenza!» 
«Izou non temere, amico. Sono assolutamente disponibile a cedere a Pen il tuo bacio di mezzanotte, eh quanto sono magnanimo!» 
L'espressione di Izou virò dall'urgente alla calma zen, passando per l'incredulo, mentre si rendeva conto di quanto semplice fosse la soluzione al suo dubbio e, soprattutto, che di tutti era stato Kira a suggerirgliela. Forse i miracoli accadevano anche a Capodanno. 
«E, mh, quanto manca a mezzanotte?» si schiarì la gola con consumata classe.
«Sette ore e un quarto»
Izou fissò Koala, che a sua volta fissava l'orologio della cucina, fece un lieve cenno di assenso con il capo e, dopo un profondo respiro e senza una parola, partì a passo di marcia attraverso il buco e verso l'altra metà della casa. 
«Si vede che sette ore e un quarto erano troppe» fece spallucce Koala.
«Decisamente» 
«Sette ore magari resisteva, ma sette e un quarto...» 
«Che succede a Izou?» Law si palesò da dove Izou si era appena dileguato, un piccolo involto di stoffa stretto in mano. 
«Non ha resisto ad aspettare mezzanotte» 
Law fissò Ishley a sopracciglia aggrottate prima di decidere che come risposta gli andava bene, anche se non era affatto una risposta e rivelare cosa teneva in mano, aprendo davanti a sé i boxer rossi con l'alce in velluto. «Eugene, questi non sono tuoi? Erano nella nostra lavatrice» 
«No Trafalgar, non sono più miei» si svaccò di più sulla sedia, Kira, le dita intrecciate sulla nuca. «Pen me li ha chiesti e siccome io non li uso...» 
«Pen te li ha chiesti» ripeté Law, stavolta con un sopracciglio alzato, e Kira annuì una conferma. 
«Quando?» si incuriosì Koala
«Ma soprattutto perché?» 
«A questo punto sono piuttosto certo per fare una sorpresa a Izou» 
Il secondo sopracciglio di Law andò a fare compagnia al gemello inarcato, mentre tutte le informazioni andavano a posto e il moro si dirigeva al tavolo, più precisamente alla sedia libera accanto alla sua non-fidanzata. 
«Quand'è così...» mise da parte i boxer ben piegati e si sporse a baciare Koala sulla nuca, prima di svaccarsi a sua volta. «Certo, forse a questo punto dovrei avvisare Sabo di non entrare in camera di Pen senza b...»
«Oh merda! Scusate!» 
«Troppo tardi» scrollò le spalle con un ghigno fin troppo divertito, in attesa di vedere apparire l'ultimo membro non ancora giunto all'appello, occhi sgranati, sorriso tra il sorpreso e il compiaciuto, capelli perfettamente a posto.
«Ma voi avete idea di cosa succede di là?» indicò con il pollice verso il buco. 
«Ci affidiamo a delle molto accurate supposizioni» rispose Ishley, già tesa sulla sedia come ogni volta che Sabo entrava nel suo campo visivo. Sabo che le sorrise con quel sorriso che sempre le rivolgeva quando Ishley diceva qualcosa di perspicace. O qualcosa in generale. O se respirava nella sua direzione. O in qualunque altra direzione. 
«Ciao amore» veleggiò verso di lei per salutarla, come se non fossero stati insieme fino a due ore prima e Ishley scivolò subito sul bordo della sedia, per lasciargli abbastanza spazio da sedersi tra lei e lo schienale. 
«Che ci facevi in camera di Pen?» indagò divertita, Ishley, baciandolo sulla mandibola. 
«Volevo chiedergli se aveva parlato con Iva e prendere Jumanji per stasera» 
«Jumanji?» 
«Ma non si gioca in quattro?»
«Possiamo giocare a coppie» 
«O magari non serve, dipende se quei due partecipano» sgranò gli occhi Sabo, quasi a voler trasmettere in proiezione olografica ciò a cui aveva accidentalmente assistito. 
«Secondo me partecipano» fece spallucce Law. «Se a qualcuno esce la mandria imbizzarrita, si occupano del supporto acustico» 
«Law!» 
«Amico, sei irriconoscibile» sghignazzò Sabo. «Cosa si deve fare per averti sempre così?» 
«Io una mezza idea ce l'ho, ma non so se sei disponibile per quando Kay non può farlo» ammiccò verso di lui Kira, beccandosi una gomitata da Koala che però sorrideva eloquente e tantomeno stava negando. 
«Quindi voi ci state per una partita?» 
«Io sì, sai mai che riusciamo a finire il gioco per mezzanotte e salvarci per l'anno prossimo» 
«Grande Kay, questo è lo spirito giusto!» 
Sabo si sporse verso di lei per un cinque ma si bloccò con il braccio a mezz'aria quando, annunciato da un passo lievemente incespicante, Izou si ripresentò in cucina. Scarmigliato, stropicciato e trasognato. 
Nel più totale silenzio, calato per la terza volta e interrotto solo dal borbottio del pentolame, Izou si riavvicinò al tavolo e ci si sedette, sotto lo sguardo attento degli amici, di Bepo e di Lindbergh che si era elegantemente, quanto silenziosamente, acciambellato su un ripiano della cucina. 
«Beh?!» sgranò gli occhi il moro, dopo quasi dieci secondi di analisi. 
«Dovremmo essere noi a dirlo a te» 
«Sei sicuro di stare bene?»
«A giudicare da come sorride, io dico che sta benissimo» 
«Si ma dov'è Pe...» 
«Ehi ragazzi!» interruppe la domanda su se stesso Pen. Che non era più scarmigliato del solito, ed era difficile dire se la sua felpa fosse più in disordine di poco prima, ma qualcosa in comune con Izou, e che era diverso da poco prima, c'era ed era il sorriso stampato sulla sua faccia. Un sorriso che non mancò di contagiare tutti, mentre Pen sollevava una scatola di legno con fierezza. «Allora stasera Jumanji?!» 
 
 
 
 
 
 

Angolo autrice: Sono in spaventoso ritardo rispetto ai miei piani, ma purtroppo non sono riuscita a fare di meglio. Sono almeno felice di approfittarne per dirvi che spero abbiate passato buone feste, e per dire ad Ann11na che, anche se a questo capitolo avevo già pensato, se ho avuto lo slancio finale di scriverlo così lo devo alla tua recensione e in particolare al riferimento ai due cuori qui protagonisti. Quindi grazie infinite, davvero, per aver speso quel tempo per me e avermi dato la voglia necessaria per lanciarmi in questa cosa. Ti sono grata, come anche a Zomi e Jules, a costo di ripetermi, e a tutto voi che siete arrivati fin qui. Un bacione. Page.
  
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