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Autore: amirarcieri    07/01/2021    0 recensioni
Drakul Mihawk è lo spadaccino più forte del mondo, ma anche un uomo schivo, austero nei metodi e delle rare volte, solo se lo vuole, riusce ad essere perfino sottilmente accomodante.
Ma vi siete mai chiesti come occupa il tempo libero dentro le mura del suo tenebroso castello?
Scopritelo con questa raccolta di One - Shots dedicata alla sua routine giornaliera.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Drakul Mihawk, Perona, Roronoa Zoro
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                Drakul Mihawk : Slice of life.

 

"Library"


 


 


Perona era finita a ficcanasare per la centesima volta in una delle tante stanze del castello.
L’imperterrito senso di vedere l’ineguagliabile spadaccino messo ad un angolo con la faccia livida per la vergogna, questa volta, l’aveva fatta intrufolare nella maestosa libreria sita nell’ala est.
La camera non appariva gigantesca, ma la maniera intelligente in cui erano state disposte le librerie ne modificavano la profondità.
Nel mezzo era stato posizionato un imponente tavolo in castagno dalle zampe a lira ornato di borchie e ricci.
In ogni lato c’era incastrata una sedia della stessa serie e dietro la grande bifora faceva da illuminazione naturale agli occhi durante il giorno.
Nel fondo del versante sinistro due librerie sistemate lateralmente ne occupavano lo spazio. In quello destro invece delle doppie librerie a L seguivano la linea del muro opposta interropendosi al centro, dove un caminetto dalla cornice in marmo ardesia riscaldava la sala.
Di fronte al quale un set barocco di divano, poltrona più tavolino dalla tinta argento alternata al blu notte facevano da angolo relax per sonnecchiare al caldo delle fiamme o gustarsi in tutta calma la lettura di un libro.
Guardandosi in giro, Perona non poté contenersi. Emettendo un ghigno di carogna incontentabile, sospesa in aria come uno spettro infinitamente curioso, si era data da fare a mettere in rassegna i titoli dei libri ordinatamente lucidati degli scaffali.
Le tonalità di cui erano fatte le copertine andavano dal pastello sbiadito alle verniciate di colore carico.
Il giallo paglia di un manoscritto consumato si trovava in mezzo ad uno rosso sangue e uno blu oltremare. In aggiunta, le sue pupille nero profondo, intrappolarono alla loro vista anche colori come il grigio cenere. Il bianco fantasma. Il verde oliva.
Magari trovo una storiellina strappalacrime, forse un romanzo spinto” si persuase speranzosa, prendendo a svolazzare di qua e là.
Ma i titoli che riuscì a svelare furono:


- Dracula di Bram Stoker.

- Ventimila leghe sotto i mari, giro del mondo in 80 giorni e Viaggio al centro della terra di Jules Verne.

- Il Conte di Montecristo, i tre moschettieri e Robin Hood di Alexandre Dumas.

- La freccia nera e L’isola del tesoro di Robert Louis Steveson.

- Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle.

- Dieci Piccoli indiani e assassinio Sull’Orient Express di Agatha Christie.

- Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley.

- Io, Robot di Isaac Asimov.

- Musashi di Eiji Yoshikawa.

- Mythos di Stephen Fry.

- Racconto di due città e Il canto di Natale di Dickens.


E poi ancora altri titoli impressivi come:

 

- Il teschio di ambra.

- Rugiada: la spada dell’immortale.

- Lo spadaccino servo.

- Le cronache di un cavaliere nostalgico.

- L’armata rivoluzionaria dei pirati.

- Il gladiatore dall’armatura scheggiata.

- La settima spada maledetta.

- Le quattordici spade del trono d’argento.

 

E in mezzo a quelli spopolavano anche testi di cucina e scherma. Insomma tutte storie di paladini esperti di spada e con atroci o inesistenti passati che li avevano resi i valorosi uomini – e anche donne – designati dalla nascita a sfidare il proprio destino.
«E’ inutile continuare a cercare» si lamentò infastidita dalla cosa a braccia conserte e muso imbronciato.
Non si arrendeva all'evidenza perché era convinta che prima o poi – forse per un’occasionale coincidenza, forse per intuito - sarebbe saltata fuori una sua debolezza o pecca.
Poteva essere anche stata l’ultima cosa che ti saresti aspettato, ma doveva esserci da qualche parte. Lei ne era sempre più convinta.
Doveva averla per forza nella sua vita. Tutti ce l’avevano.
Poteva trattarsi di un dettaglio trascurato.
Un difetto caratteriale.
Una verità inconfessabile.
Un figlio illegittimo.
Una corrispondenza segreta con una donna che chiedeva venia di incontrarlo per affari privati.
Uno sfidante che lo tormentava per avere una seconda change di pareggiio.
Un ritratto di lui nudo.
Uno scheletro ammuffito nell'armadio. E lei intendeva sul serio.
Ma forse sto un po’ esagerando. Non è mica un collezionista di cadaveri. E poi per quale ragione dovrebbe tenere dentro l'armadio lo scheletro del suo avversario affettato e sconfitto?"
Galleggiante per aria, stava disapprovando ardentemente la figura impeccabile del potentissimo spadaccino. Quando.
«Tu, che cosa fai qui?» la rimproverò la voce severamente tonante di Mihawk.
Presa dall'ansia Perona si mosse d’istinto, incomodandosi ad indicare a casaccio il primo libro che gli capitò sotto mano.
«Ah, volevo leggere qualcosa per arricchire il mio tempo in questo noiosissimo castello» si giustificò poi, per scagionarsi dai sospetti.
«Se ti annoi puoi sempre andartene» fu la risposta secca dell’uomo.
La faceva facile lui. Come se aveva un posto effettivo dove andare ora che il suo master era passato a miglior vita”.
Allora, le iridi ambra di Mihawk a cui non sfuggiva una singola minuzia o invisibile movimento, si indirizzarono al manoscritto da lei additato.
«Il Conte di Montecristo? Non ti facevo di quel genere» la snobbò lineare.
«Hey, Mi stai per caso dando un consiglio di lettura?» gli chiese riempendo la testolina di una pioggia di interrogativi. Adesso oltre i tremila pregi e competenze, sapeva anche fare le veci di un libraio?
Mihawk non le rispose che ad azioni.
Muovendosi in avanti di tre passi, allungò il braccio muscoloso, toccando il romanzo da lui scelto con un gesto elegante dell’indice.
Nel farlo il crocifisso d’oro in vista sul petto scoperto, scintillò a contatto con la luce del pomeriggio, che gli schiarì anche un frammento del suo viso, facendolo sembrare più scafato e cereo del solito. Come quello di un uomo che ne aveva viste e combattute tante, fortificandosi nel corpo e nella mente, ma che non si riteneva soddisfatto poiché voleva vederne di altre senza mai stancarsi di ampliare l’orizzonte della sua conoscenza e forza.
«Prendilo. E leggilo. Ma una volta finito rimettilo al suo posto» le riferì. L’espressione perentoria che gli sagomò il volto mentre il libro veniva poggiato sul tavolo centrale della camera, stava a “CI SIAMO INTESI?” .
Perona mise sul volto un'espressione diffidente, ma non catapultò lo sguardo sul libro per vedere di quale si trattasse.
Perciò rimase ipnotizzata a seguire il corpo aitante di Mihawk che spariva dalla libreria con lente falcate, pensando “Alla fine non è poi così male se ti ci abitui. È un brav'uomo. Un po’ come uno zio esigente, ma permissivo dal quale devi passare un inverno intero di vacanza riabilitativa. Il tipico zio che inizialmente detesti, ma poi, a scoppio ritardato nel tempo, scopri di adorare”.
Perona fece caso che se pur la stizzissero, si sentiva già a suo agio con i modi concisi, ma sottilmente garbati dell’uomo.
A dire la verità non è neanche male stare qui” rifletté ancora a malincuore.
Dopo aver rimirato lo spicchio di cielo piombo visibile dalla vetrata cristallina della bifora e chiesto per quanti altri giorni si sarebbe trattenuta al castello, si costrinse a leggere il titolo del romanzo “più adatto al suo genere”.
La copertina che mise a fuoco fu uno scenario innevato e caliginoso, dove la figura di un anziano contemplava un’imponente torre in stile neogotico con una guglia incorniciata di ghisa e un orologio incastrato sulla sua parte più alta.
Il titolo che lesse, invece fu “Canto di Natale”.
Subito il suo animo si scaldò, facendogli serrare le mani in riflesso.
Non aveva mai letto il libro, ma conosceva a grandi linee la trama di cui era arricchito: Gli spiriti del natale passato, presente e futuro che andavano a trovare il protagonista con la missione di farlo redimere da tutte le sue cattive azioni compiute.
E lei aveva compreso la paternale e similitudine da lui menzionati.
Non resistendo, rivendicò i suoi diritti.
«Hey, e questo che vorrebbe dire?» vociò brandendo la mano vuota come fosse una Zweihander affilata.
Ma il suo urlo non fece altro che echeggiare a vuoto.
Quindi la ragazza spettro si diede una spinta all'indietro verso il divano, fluttuò leggera a volo di petalo di fiore e si accomodò evanescente nella morbidezza della sua stoffa. Ormai impuntata sulla questione, si disse che anche se non era stato nei suoi programmi, avrebbe finito il romanzo in poche ore, giusto per avere la soddisfazione di fargli un'intenzionale dispetto.

 

NOTE AUTRICE: Weee ciaoooo a tutti. Innanzitutto BUON ANNO A TUTTI popolazione di EFP.
Per seconda cosa sono tornata con il mio simpatico progettino su Mihawk dei suoi slice of life (come li immagino io ovviamente) infatti se notate ho modificato il titolo e trama in breve.
Beh, spero che questa seconda One - Shot vi sia piaciuto. Ho pensato che i titoli degli scrittori famosi fossero adatti a lui e che è probabile li abbia letti. Voi che ne pensate? Quali altri libri potrebbe aver letto secondo la vostra idea?
Gli altri che vedete sono usciti a getto dalla mia mente.
Per quanto riguarda Perona penso sia chiaro del perché del “Canto di Natale”. In primis perché anche lei avrebbe tantissime cose di cui redimersi e in secondo luogo perché ci sono di mezzo i fantasmi.
Beh, che dire spero l’avete trovato simpatico e vi faccio spoiler sul prossimo capitolo che riguarderà una sfida culinaria. Ahahaha.

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Alla prossima, popolazione di Twitter.

   
 
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