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Autore: Zomi    21/02/2021    1 recensioni
Può un principe immanorarsi di una semplice cuoca?
Può una principessa innamorarsi di un iracondo e vendicativo samurai?
Forse solo se sono principi e principesse di altri regni, lontani e cambiati.
.
[Post WCI e Wano's Arc] 〜 [Niji Vinsmoke x Cosette] 〜 [Kyoshiro/Denjiro x Kimurasaki/Kozuki Hiyori]
{FanFiciton partecipante al Drabble Event&Fluffuary di Piume d'Ottone e Drabble Challenge:Le Mani indetta dal gruppo FB del Giardino di EFP}
{Storia partecipante al Crack&Sfiga's Day indetto dal FairyPieceForum}
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Niji Vinsmoke
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Prince and Princess of another Kingdom


2. The Princess and the Warrior

 
 
 
Foto tra le mani~98 - Titano(109)
Negli occhi di bambina resta il riflesso del padre: eroe senza confini, pirata in mare, criminale in terra, Shogun senza gloria, titano.
Hiyori stringe tra le mani una foto portata dal passato, dove Oden ride insieme ad un gigante dai baffi di Oni e un uomo dai neri capelli e sorriso reale.
Due titani dei mari, le hanno riferito, ma lei vede solo il padre.
Titano indistruttibile, oramai scomparso. Ma non dal cuore.
Titano, tra le mani di bambina.
Ma da Orina il titano ha occhi fini, sorriso di volpe, chioma turchina.
Nome di cambiavaluta, non di eroe.
-Padre mio- accarezza la foto -Ora un nuovo titano mi protegge-


Mani sott’acqua~66 - Lavare(114)
-È freschissima!- alzò in aria i palmi colmi d'acqua, facendo piovere su Denjiro.
Le acque non erano ancora tornate cristalline, ma non aveva saputo resistere.
-Mia signora!- cercava di raggiungerla nel fiume, gli schizzi che lo lavavano da capo a piedi.
E Hiyori rideva, con la sua risata limida come... acqua.
-Forza Denjiro!- le mani nuovamente sott'acqua, pronta a un nuovo agguato.
Aveva deciso di lavarlo da capo a piedi, era evidente, e il samurai partecipava al gioco.
-Ormai sono fradicio- rise quando riuscì a fermarle le mani sotto il pelo dell'acqua, intrecciando le loro dita.
Hiyori arrossì senza distogliere lo sguardo.
-Sei bello lo stesso- sussurrò prima di rubargli un bacio.


Mani sulla pelle~20 - Tenebra (105)
La tenebra abbracciava Wa No Kuni.
Senza puara, senza tocco, la notte priva di luna segue quella di luna piena.
Dopo giorni, tanti, la quiete era tornata col buio del crepuscolo.
E con le tenebre era tornata l'occasione, il rincontro, la loro ora.
Ushimitsu Kozo non saltava più tra le tegole della città, ma scivolana nel buio fino a lei.
Le mani da ladro ora rubavano carezze, sussurrati tocchi. Abbracci.
Latrocino di mani su pelle, rapina nelle tenebre di agili dita su diafano corpo di Hiyori.
Il furto di un bacio, di un ladro alla principessa.
E la tenebra complice vede, sa, e tace.


Mani di velluto〜94 - Regina (106)
Ha mani morbide Hiyori. Mani che suonano, che danzano, che vibrano nell'aria.
Palmi di seta, dita di velluto, mani di vello delicate come la farfalla che le tessero.
Mani di una regina finalmente libera.
Ha mani di velluto Hiyori, che accarezzano, che curano.
Che amano.
Denjiro le guarda. Le ammira.
Non dovrebbe, lo sa, non dovrebbe e non riesce a smettere di seguire Hiyori.
Le mani di Hiyori.
Mani di una Oiran.
Mani di una bambina.
Mani di velluto.
Mani di una regina.
Denjiro ama le mani di seta intrecciata in vello della Regina.
E non solo quelle.
Non dovrebbe, ma non riesce a smettere.


Lasciare la presa〜18 - Esilio (115)
Kyoshiro era nato dall'ira dell'inferno nell'esilio al tempio di Enma, incanalandosi nell'animo e nel sangue di Denjiro.
Enma gli aveva preso lo spirito, forgiandolo con alte temperature e la pazienza del bando, infuocandolo di fiamme infernali, prendendolo per mano e conducendolo nell'irroso abisso della feroce disperazione.
Kyoshiro si era plasmato nel nabisso.
Tra le dita l'odio cullato nell'esilio autoimposto.
Unico pasto stretto nelle mani verso la capitale, lievitato nel confido.
C'erano voluti anni prima che mani di bambina perduta riuscissero a lasciargli perdere la presa sull'inferno.
Denjiro aveva lasciato la presa su Enma, per afferrare Komurasaki.
Lei.
L'inferno gli aveva lasciato nelle mani il paradiso.


Mano che stringe un fiore〜83 - Giglio* (114)
I prati di Wa No Kuni avevano ripreso colore.
I fiori avevano imposto il predominio sulle fornaci chiuse delle armerie.
Hiyori amava i fiori.
Riempirsi gli occhi di colori, il respiro di profumo e le mani di petali.
Lunghi, affusolati petali di gigli.
Bianchi, rosa, striati.
Puri, floridi, virginici.
L'Orian ne sfiorò uno a fior di dita, inadatta all'amore casto e prossimo alla promessa.
Accarezzò il fiore e l'idea di reggerlo tra le dita, con l'amore .
Mani di samurai lo colsero al togliersi del suo tocco, intrecciando lo stelo del Lilium alle dita della Bella di Notte**.
Il giglio tra le dita di Hiyori era il fiore preferito di Denjiro.


Graffio 〜2 – Vanagloria*** (109)
Gli occhi di Hiyori risplendono più delle stelle, fuma Hyogoro.
Il sorriso gratuito raccoglie devozione, raccontava Jibuemon.
La sua bellezza è rubata alle veneri, si tormenta Cho.
La vanagloria le riempie le mani: Hiyori regge nei polpastrelli la gloria della sua beltà.
Splendente, irresistibile, venerabile, magnifica.
Eppure...
Hiyori cederebbe a chiunque chieda la sua bellezza di vanagloria fatua e smodata.
Tutto cederebbe pur di potersi vantare di possedere l'attenzione dell'unico che non concede commento alla sua bellezza.
La vanagloria si gonfia in Hiyori, ma viene graffiata dall'assenza del fuggevole sguardo di Denjiro.
Vorrebbe aprire le mani graffiata nella gloria, per raccogliere la vanagloria di un solo sguardo.


Senza mani〜54 - Odore (114)
L'odore delle armerie ancora impregnava WaNoKuni.
Appesantiva il respiro, attaccava il palato e pizzicava gli occhi.
Come se la liberazione non fosse mai giunta.
-Non piangere- sussurra Denjiro, mentre Hiyori incolpava il fetido odore delle sue lacrime.
-È colpa delle armerie- per i morti caduti -È colpa della polvere che impesta l'aria- dei perduti, di chi non vedrà più.
-È colpa... dell'odore che non andrà mai via-
Denjiro le sfiora il viso col respiro: leggero, caldo, profumato.
Vorrebbe raccogliere quelle lacrime a fior di dita ma non osa sfiorare la principessa.
Senza mani è il suo amore.
Non sa che il suo respiro scaccia il più pesante degli odori -dei ricordi- dal cuore di Hiyori.


Mani gelate〜76 - Abbracciare (114)
L'inverno a Ringo è pungente.
La mani di Denjiro non si sono mai abituati al freddo della terra che l'ha accolto in esilio, e continuano a tremare ghiacciate nonostante il rimpatrio.
-Hai freddo?-
-No mia signora-
-Ma tremi- e le tue mani sono del colore del ghiaccio. Del tuo sguardo e del tuo animo.
Hiyori ferma il passo del samurai sotto la pioggia di neve e gli prende le mani tra le sue.
Scalda le mani ghiacciate in un abbraccio di dita, di parole non dette.
-Tremi ancora- emerge col sorriso dal michiyuki -Anche il tuo corpo ha freddo?-
Denjiro non risponde.
Si lascia abbracciare da Hiyori e ringrazia il freddo di Ringo.


Baciare le dita di una mano〜4 - Morfina (115)
Il dolore è ciò che merita.
Ha osato. Troppo.
Amare la figlia del suo signore... così ripaga ciò che Oden ha fatto per lui?
Denjiro merita il dolore assoluto privo di morfina, consolazione.
Nessuno perdonerà il suo ingiurato amore, il suo animo annegherà nell'oppiacea speranza del perdono.
Si tormenta e dimena nel dolore, ma non trova pace nè silenzio del suo spirito per ciò che compie.
Trova mani, palmi, pelle dolce e fresca.
Trova dita da baciare nella notte che cela peccati.
Trova e bacia Denjiro, ciò che non dovrebbe desiderare.
Avere.
Perchè l'oppiacea speranza si è tramutata in dipendenza, e lì ha trovato dimora.
Tra le dita di Hiyori che non smettere di baciare.


Pungersi con un ago〜95 - Grido (115)
-Ahi!-
La spada scintilla nel venir sguainata, il ringhio di Denjiro sovrasta il grido di Hiyori.
-Mia signora!-
Una lacrima di sangue scivola dal polpastrello della principessa, guance gonfie contro il samurai, mentre ripone l'ago che l'ha punta.
-Stavo ricamando!- spiega.
L'ago giace sui punti di fili uniti in un rosso che imporpora le guance della Orian.
È un regalo, per un samurai.
Un nuovo grido le sfugge, e le mani vanno a coprire pensieri punti da aghi che tramano e le fanno battere il cuore.
Denjiro la studia, mentre ride e ricama, guidando con dita punte l'ago che non ruba più grida.
A gridare sono i cuori, ma la stanza tace.

Scavare a mani nude〜22 - Fango (110)
Il fango schizza ad ogni affondo.
La terra impastata con la pioggia, le lacrime, si sfaldava tra le dita della principessa.
Graffia la terra, s’immerge nel fango, scava il loculo.
Scava a mani nude, spezzandosi le unghie e tagliandosi la pelle,  infetta di ricordi.
Scava piangente tra le macerie di Kuri, tra le tombe dei genitori, per riabbracciarne lo spirito ora libero.
Scava a mani nude Hiyori, vent'anni di guerra.
Scava Hiyori, fino a quando mani di samurai non la fermano.
L'abbracciano, accolgono il suo piano: la gioia della fine dell'incubo e del dolore.
-Sono qui- le bacia i capelli infangati e Hiyori ritrova il sorriso.


Leccare le dita〜78 - Uva (115)
La lingua sciocca sui polpastrelli e gli ruba un dolce brivido.
Denjiro è tentato di leccarsi le dita umide, per saggiarle a sua volta.
Non del succo dell'acino d'uva appena scomparso nelle labbra di Hiyori, ma per assaporare la sua principessa.
-Denjiro~- lo richiama,  aprendo le labbra in tacita richiesta di un nuovo acino.
Denjiro obbedisce: strappa l'uva dal grappolo con due dita, e porta il frutto alle labbra di Hiyori.
La lingua che lo sfiora sulla pelle lo fa impazzire, la bocca chiusa sul suo dito innesca pensieri proibiti.
-Ancora...- esala la principessa, bocca socchiusa, occhi languidi.
È troppo.
Non è un acino d'uva che riceve sulle labbra questa volta, ma un bacio.


Contare sulle dita〜35 - Grazia(110)
Denjiro non aveva mai sperato nella grazia del perdono.
Aveva chiesto, invocato.
Poi si era arreso.
Amare la figlia del suo Shogun: ignorare il sentimento era impossibile, abbracciarlo ancora di più.
Gli anni d'età poi che li dividevano non potevano essere contati sulle dita di due sole mani: ne servivano troppe!
Non c'era grazia per tale amore osceno.
Ma c'era Hiyori.
Che ricambiava, che contava sulle dita ogni loro sguardo, ogni carezza, ogni attimo vissuto assieme.
Hiyori che contava sui polpastrelli quanti giorni condividevano, calcolava il loro amore, annotava le notti.
Conteggiava i baci.
C'era grazia innocente nell'amore di Hiyori, e Denjiro si era perdonato





*Fiore associato alla purezza, amore puro, ma anche santità, purezza verità, della verginità,
**Riferimento al soprannome di Komurasaki, Regina della Notte
***Atteggiamento di chi si gloria, si vanta, si compiace di pregi di poco conto o inesistenti, per fatuo e smoderato desiderio di lode o di onori

Age gap non di poco, ma non rinnego nulla

 

 
   
 
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