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Autore: Jashin99    30/08/2021    0 recensioni
Terzo e ultimo capitolo della distopia di E.N.D.
La guerra tra umani e demoni è ormai iniziata, e non si fermerà fino alla vittoria di una delle due parti... e alla distruzione dell'altra.
Ormai è la fine.
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: E.n.d., Lisanna, Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy End'
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Puoi guardarmi in petto
Ma fai presto perché sanguino da un pezzo e me lo tengo
Tutto mi dipende ed è per questo che non mi difendo
Calma, tutto ciò che c'ho so che lo merito
Medito sul problema ed il problema è che medito
Dedito al vero ma qua la verità si chiama Dedalo
Da ali che non reggono e reggono
Nichilismo


(Nichilismo-Mezzosangue)


Prigioni, Crocus
I cavalieri si schierarono su due file, coprendo la distanza tra lui e la porta. Darton, il più anziano consigliere del regno, non voleva affatto essere lì: non ci sarebbe mai andato se non glielo avesse chiesto la principessa.
-Apriamo tra tre, due, uno...- La guardia digitò alcuni tasti sulla console magica e il portone si aprì scorrendo. Per un istante la stanza fu ancora immersa nell’oscurità, poi si accesero le luci.
La barba incolta, l'aria stanca, ma un fisico scolpito e uno sguardo arcigno: era ancora in forma per essere lì da un bel pezzo.
L’uomo strabuzzò gli occhi, stordito dopo tanto tempo al buio.
-Chi è?- Chiese con voce roca dal lungo silenzio.
-Sono qui su richiesta della Principessa Hisui E. Fiore.-.
-La principessa?- Fece aggrottando la fronte.
Darton chiuse gli occhi e sospirò pesantemente: -Se dipendesse da me, tu non saresti mai più libero. Tuttavia, la situazione nel campo di battaglia richiede il tuo intervento.-.
L'uomo sospirò pesantemente, tristemente. Pare che fosse d’accordo con lui.
-Capisco.-.
Le catene che gli legavano le braccia caddero, e Laxus Dreyar si sgranchì le spalle. Darton lo squadrò sospettoso.
-Tranquillo, non perderò il controllo. Ho messo in chiaro chi comanda. Però, una volta finita, gradirei tornare qui dentro.-.
-Non dubitarne.-.
-Bene. Spiegami la situazione.-.



Hargeon
Fumo, cratere, dolore. Tanto dolore.
Era finita.
-Anf, anf...-.
-Credo… credo che abbiamo vinto...-.
-Già… non ricordo bene chi fosse quel tizio...-.
Levy, invece, lo sapeva bene; o almeno credeva di saperlo.
Mest... cosa ti è successo?”.
Poi si guardò le mani, lorde di sangue. Tutto il suo corpo lo era. Sia del suo, che sgorgava dalle numerose ferite, che di quello delle ragazze che ora erano di fianco a lei.
Chi erano? No, sapeva chi fossero, però non le aveva mai viste prima, ma erano come delle sorelle… urgh!
No, cosa è successo a noi? Questi ricordi… come ho potuto fare delle cose del genere???”.
Le sembrò che Millianna dicesse qualcosa del tipo: -Abbraccio-abbraccio-abbraccicoso!- ma sapeva che era un’altra allucinazione. Cose dolci che poi diventavano orribili… o che lei stessa distruggeva. E ne aveva così… ahh… voglia!
La Maledizione di Mest è ancora attiva? O forse non è opera sua. Forse sono...”.
Rabbrividì. Sapeva che era solo questione di tempo prima che tornasse a essere quello che era stata negli ultimi mesi: qualcosa che la sua memoria ancora rifiutava, ma che si faceva strada da dentro.
-Siamo impazzite del tutto, eh?-.
-Che? Parla per te, gamberetto-dechi.- La apostrofò Ginger. L’altra invece aveva abbassato le orecchie.
-Mi chiedo se Kagura-chan abbia paura di me...-.
Dei mugugni flebili interruppero la loro sconsolata conversazione.
Guardarono al centro della conca, la cui perfetta sagoma semisferica lambiva appena il braccio sinistro del corpo di Lyon.
-Mmm, fa male fa male FA MALE.-.
Il corpo deforme del Cambiato riemerse dalle proprie ceneri, contorcendosi come una marionetta rotta.
-Basta, Mest, ora non...- Levy si bloccò quando vide il suo viso: la sua sciarpa era bruciata, e ora…ora capiva perché lo teneva nascosto.
-N-Non posso essere stata io-dechi!-.
No, quelle bruciature erano molto, molto più vecchie.
-Fa male fa male fa male… il vostro tanfo mi infastidisce il naso.-.
Ma non aveva un naso. Non aveva delle labbra, non aveva proprio più la pelle al di sotto degli occhi. Solo carne bruciata, ossa annerite, e tutti i denti scoperti, come quelli di uno scheletro carbonizzato. All’inizio Levy aveva pensato che solo le sue mani fossero state bruciate, ma… ma il suo intero corpo lo era.
È opera di… di Natsu?!”.
-Abbiamo... abbiamo combattuto contro una persona simile-nya?-.
-Le vostre deboli menti mi disgustano, forse non le ho rivoltate abbastanza.- Mest sgranò gli occhi in un impeto di rabbia, ma vacillò pericolosamente.
-Ora smettila! Così morirai!-.
Mest la guardò con occhi accesi dalla follia.
-E a voi che importa??? Sporche traditrici, vi disprezzo!!! Vi siete, vi siete montate troppo la testa, vi ho lasciato troppe libertà!!!-.
-Di che stai parlando? Che libertà?- Levy si era sentita sbiancare: qualcosa era scattato nel suo cervello, in profondità.
Mest arrestò i suoi deliri e iniziò a… tossire?
No, stava ridendo.
-Khkhkh, non l’avete ancora capito, eh??? Va bene, mettiamola così: le visioni che avete in testa, cosa credete che siano?-.
-Che domanda scema!- Ginger gli puntò contro il dito: -Ci hai incasinato la testa tu!-.
-Non avete proprio capito niente!- Il demone scoppiò in una risata isterica: -Il mio codice è 003, sapete perché sono stato creato? Perché io devo sistemarvela, la testa! Senza di me impazzireste tutte come la vostra amica!-.
Le tre ragazze erano allibite. La loro mente si stava... sbloccando. Tutto quello che stava dicendo aveva senso, aveva perfettamente senso.
-Morire e… e rinascere di una specie diversa, la psiche…- Si picchiettò la tempia con l'osso del dito: -Viene rasa al suolo, ma io faccio in modo di contenere i danni! E li indirizzo verso qualcosa di più proficuo, cioè una missione da seguire! Ma con voi sono stato troppo… clemente!-.
-Di che… cazzo… stai parlando?!- Soffiò Ginger a denti stretti.
-Merda, gǒupì, dovevo darvi di più, ah, non abbastanza morti, non abbastanza colpe, troppo poco, dovevo distruggervi più a fondo...-.
Millianna mosse un passo.
-Ehi… ehi, un momento, aspetta un momento-nya...-.
-Lyon diceva che i suoi amici erano morti, ma non era vero...- Sussurrò con voce atona Ginger.
-Allora quanti, quanti crimini, quanti crimini ho commesso davvero-dechi???-.
Mest le puntò addosso il suo sguardo. Lo sguardo di un folle, di un disperato. Di un suicida.
-Se mi uccidi potrai scoprirlo.-.
Levy distese immediatamente le mani per bloccare le due Cambiate prima che potessero compiere l’irrimediabile. Ma forse era anche lei troppo sconvolta, forse anche lei stava pensando a tutte le cose che non sapeva più se aveva fatto, a quelle bugie, a quelle, quelle mostruosità, e si mosse un secondo troppo tardi.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!-.
-MUORIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!-.
-Cali il sipario.-.
/
???
Le due ragazze si fermarono, come se la loro foga fosse venuta improvvisamente meno. Le Cambiate si voltarono, Mest sussultò, anche se dalla sua posizione non poteva vedere nulla. Loro, invece, cosa stavano vedendo?
-Lo spettacolo è concluso. Luci in sala. Applausi.-.
Yukino marciava a passo spedito verso di loro: mento sostenuto, sguardo sfuggente, vestita di ferite e brandelli. Non avrebbe dovuto nemmeno respirare con tutto il sangue che aveva perso, e il dolore avrebbe dovuto ridurla ad una larva.
-Ferm- La ignorò, ignorò tutte e tre, le superò senza degnarle di attenzione: anzi, si trovarono le sue ali in faccia. Scese con un balzo nel cratere, senza che Mest reagisse. Non aveva incrociato gli occhi di nessun altro.
Yukino…? No, è la sua Maledizione?”.
Quel pensiero che non capiva a pieno sbloccò una nuova memoria: una volta, una sola volta gliene aveva accennato, quando lei aveva mostrato a sua volta la sua trasformazione in quello schifo di gremlin.
-Lo so che è orrenda.-.
-Ma no, cosa dici, Levy-sama? Credimi, la tua Maledizione è molto più bella della mia.-.
-Mi prendi in giro? Diventi un angelo!-.
-No, quello è solo l’inizio. Il dopo è un’aberrazione...-.
Lì per lì aveva pensato che fosse un modo per tirarle su il morale. Ora non ne era più tanto sicura.



Malva
-Uhm...-.
La prima cosa che Flare vide, dopo qualche secondo di sfocatura, fu la propria mano. Era sdraiata sul fianco e si sentiva una montagna addosso.
Cosa è successo?... Bianca!” Si rialzò in un baleno. Le girò la testa e la schiena le fece molto male. Ma Bianca?
-Bianca, dove sei?- La cercò intorno a sé, preoccupata da morire, insomma sapeva che era molto molto forte ma anche l'uomo-albero era molto molto forte.
Eccola! …Perché non si muove?”.
Era in piedi, ma rigida come una statua. Che le fosse successo qualcosa? Che stesse male?
Si tirò su il vestito per correre da lei, ma qualcosa emerse alle sue spalle; si girò e una polvere gialla le finì in faccia.
-Ih!-.
Chiuse istintivamente le palpebre, sentendo il corpo solleticare. La sua mente si svuotò e si riempì al contrario. Era tutto, come dire, tutto sottosopra.
-Bian… ah!- Qualcuno le aveva disteso le braccia e bloccato i polsi.
Dove sono? Come sono finita qui?” Riaperti gli occhi, si era resa conto di trovarsi al centro di una stanza buia, ed era legata con delle catene alle pareti.
-Perché? Cos'è successo?-.
Iniziò a ricordare, quel posto era familiare, era molto familiare. Anche i lividi alle braccia e le contusioni in tutto il corpo li conosceva bene.
Li… li ricordava…
SNAP
Lo schiocco di una frusta la riscosse. Dall'oscurità emerse la figura di un uomo dalla barba nera e il volto stravolto dalla furia.
-M-M-Master Ivan?-.
-Sei debole e patetica, è dovuto intervenire Obra per sconfiggere quella biondina!!!-.
-N-No! Lucy è-è una mia amica!-.
-Cosa?- Ivan la percosse allo stomaco, mozzandole il fiato.
-Una tua amica??? Tu non hai amici, tu non hai niente! Tu non sei niente!!!- Iniziò a colpirla, più e più volte, e a insultarla, e le parole erano peggio del flagello.
-Sei inutile, vali meno di zero!!! Amica, quale amica, non riusciresti a proteggerla da nulla!!! Debole, debole, debole!!!-.
-No! Ah! Basta! Ah! Mi dispiace, mi dispiace, chiedo scusa!!!-.
Ivan smise di colpirla e lei si afflosciò, rimanendo sospesa per le catene; lacrime, sangue e moccio si riversavano ai suoi piedi.
-B-Biondina… B-Bianca… sono patetica… perché non sei qui… sono patetica…-.
Delle mani la presero per i capelli, sollevandola a forza. Non era Lisanna, non era Lucy.
Era un mostro.
-Non ti è ancora concesso di morire!-.



Hargeon
Istigare la loro rabbia.
Manipolazione.
Aspettare e metterle l'una contro l'altra.
Ucciderle, ucciderle tutte.
Tutto per Fairy Tail.
-Buon piano. Vano. Fallirà.-.
?
Come fa a muoversi?
Rielaborazione. Concederle di attaccarlo? Oppure meglio tergiversare?
-Ti stai sforzando. Inutile. È tutto inutile.-.
Che sta dicendo?”.
-Osserva il mio volto.-.
???
Quando era arrivata davanti-

-Q-Questo è...-.
Lo prese per le guance, intrappolando il suo sguardo.
-Kapitulaco”.-.
-Cosa vedi?-.
Vedere?
-...niente.-.
-Già. È l'unica verità. Non c'è verità.-.
Provò a muoversi, era a portata di attacco, avrebbe potuto farla finita.
Ma non ci riusciva. Non voleva. Come?
-Sei stanco. Sei ferito. Il tuo corpo ti chiede riposo. Tu glielo neghi. Per cosa combatti?-.
-Di cosa stai parlando??-.
-Lealtà; giustizia; amicizia; pace. Ognuno sceglie una carta dal mazzo. Però, col senno di poi, non sono niente. Non siamo niente.-.
Yukino prese a girargli intorno.
-La nostra vita è una farsa. Seguiamo un copione, e ognuno recita il suo ruolo. Siamo personaggi secondari che si credono protagonisti. No, non siamo nemmeno quello. Siamo la scenografia in un moto statico. Temiamo la calata del sipario che sveli la finzione.-.
Mest aggrottò la fronte, cercando di resistere all'ipnosi. Eppure non avvertiva alcun tipo di attacco mentale. Allora perché le sue parole non gli uscivano dalla testa?
-Dubiti? Non ti sto ingannando. Vuoi modificare i miei ricordi ancora? Fallo pure, non importa, cambiano solo le battute. Gli umani possono vincere senza di me e Natsu senza di te. E chiunque lo facesse, cosa cambierebbe? Ogni cosa su questa terra è destinata a sparire. Gli uomini, End, anche Zeref, tutto finirà prima o poi.-.
Mest sudava, pesantemente, Yukino non tentava neanche di proteggere la propria mente. Come se lo volesse, come se non avesse niente da perdere.
-E se End perdesse, sarebbe una vittoria per il genere umano? Proseguire delle vite miserabili, schiavi dei nostri bisogni, senza scopo se non la fine. Illudersi nel bene. Ma non c'è nulla di assoluto.-.
La gilda... io faccio tutto per la gilda...”.
-Perché menti?-.
Fino ad allora Yukino aveva ciondolato camminando in tondo, ora con uno scatto aveva sbattuto la fronte sulla sua. Faccia a faccia con un'automa.
-Guarda come ti ha ridotto la tua gilda, guarda tutti noi. A cosa siamo ridotti? Cerchiamo un motivo che non ha motivo d'esserci, siamo spinti a sopravvivere, e allo stesso tempo non c'è niente che ci spinge. “Il bene della gilda”, però non esiste un bene e non esiste una gilda.-.
Non esiste…”.
Tutto quello che aveva passato non significava niente? No, no, rifiutava di accettarlo! Quando Natsu l'aveva raggiunto si era sacrificato per Makarov, aveva fatto da esca per la gilda! E lui l’aveva bruciato vivo, e lo aveva accettato per la gilda, aveva perso la vita ed era tornato indietro, si era dedicato anima e corpo al suo obbiettivo! La gilda! E lei voleva fargli credere che non era niente?
-Ti sbagli, è solo quello che pensi tu!-.
-No, è quello che pensi tu. Tutti lo pensano ma non vogliono ammetterlo. Chi sono io?-.
-Cosa?-.
-Chi sono io?-.
-Tu...-.
Lo lasciò andare.
-Sono qui per caso. Il caso ha voluto che ne fossi emissaria. I Cambiati che lo realizzano sono troppo ubriachi delle loro manie per accettarlo, ma non io. Tuttavia, nemmeno questo significa qualcosa. Nemmeno questo discorso significa qualcosa.-.
Le gambe gli furono pesanti, si inginocchiò, si sentiva svuotare di ogni volontà. Scosse il capo. Poteva vincere, gli bastava un secondo per chiuderle la bocca per sempre.
-Io... io so di essere nel giusto!-.
-Giusto? Perdi e muori. Vinci e ognuno morirà. Sopravvivi, il tempo passa e tu sarai morto; quelli che conoscevi, gli ideali per cui lottavi, la memoria di noi, sarà tutto scomparso. Dimmi, tu che parli di giustizia: tutto questo ti sembra giusto?-.
Yukino alzò lo sguardo al cielo, lui guardava per terra.
-Forse lassù ci attende una ricompensa, o forse no. Preoccuparsene è inutile. Noi siamo polvere.-.
-...-.
-Ora mi odierai, ma anche questo non ha senso. Sdraiati.-.
...
Sì...”.
-Sei stato bravo. Ora lasciati andare alla stanchezza. Non ci si può sottrarre a essa.-.
-Sì...-.
Era stanco.
Era stato sconfitto.
Poteva dormire.
Per quello che valeva.



Malva
Azuma si pulì la bocca. E così aveva dovuto usare la sua Maledizione per vincere.
Nemmeno costoro sono riuscite a fermarmi.”.
Guardò le due ragazze, indifese, in balia dei loro peggiori incubi. Non provava alcuna soddisfazione nell'ucciderle in quel modo.
Ma una vittoria era sempre una vittoria.
Avvolse i loro corpi con delle radici esplosive, lentamente, per non farle reagire.
-Il vostro tormento sta per avere termine.-.
SWISH
Cosa?

L'albina atterrò sulle quattro zampe, in mezzo ad una pioggia di legno. Il suo aspetto era cambiato ancora: le punte dei capelli erano diventate nere, lo stesso la pelliccia sugli avambracci e sulle gambe; orecchie e coda erano cambiate, da canine a feline.
Un gatto? O meglio, una pantera?”.
No, cosa più importante, come ha fatto a risvegliarsi?”.
Lisanna partì all'attacco, solcando il terreno come una leonessa, evitando le radici che saettavano dal terreno.
-Bleve!- Quando gli fu vicinissima la coinvolse in una potente esplosione, da cui uscì illesa senza nemmeno interrompere la carica.
Azuma si ritirò nel terreno, e così il graffio di Lisanna andò a vuoto. Però, a giudicare dal solco che lasciato, sarebbe stato un bel problema se l'avesse colpito.
E c'era un'altra cosa.
Ha gli occhi chiusi, non è sveglia. È come se agisse per puro istinto.”.
Per ora comunque è meglio non uccidere la rossa. Se ha recuperato una qualche forma di coscienza, un ostaggio può essermi utile.”.
Quando riemerse ancora accucciata sulle zampe, Lisanna si voltò verso di lui. Dal movimento del naso, intuì che l'aveva “annusato”.
Braccia tese e corpo contratto all’indietro, era una belva pronta a saltare. Azuma creò un tronco alle sue spalle e lo usò per creare un pugno gigantesco.
-Tree Fist!-.
Ancora una volta le schegge di legno schizzarono dappertutto, e ancora una volta l’uomo ebbe la tempestività di rifugiarsi nel sottosuolo. Sfortunatamente, stavolta l’espediente non gli bastò.
Lisanna conficcò la mano nel terreno, artigliandolo alla spalla e tirandolo fuori con forza. Azuma non credeva neanche che fosse possibile. Era così impreparato che non riuscì a reagire quando se la ritrovò faccia a faccia. Il suo alito era infernale.
-ARGH!!!-.
Lisanna mise qualche passo tra di loro, sputando a terra la cartilagine. I suoi artigli scintillarono in aria.
-Dannata pulciosa!- Mentre con la destra si tastava la ferita, con la sinistra creò una linea esplosiva sul terreno.
BUMBUMBUMCRANCH
Khh!!!”.
Dopo quel graffio avrebbe sfoderato avrebbe sfoderato un sorriso molto più ampio… e con meno denti.
SNAP
Presa!”.
Le legò il polso con una liana, sbilanciandola e assicurandosi di mettere a segno il colpo successivo.
-Burst Claw!-.
La colpì al petto con delle radici esplosive a X, e lei sbarrò gli occhi sbiancati. Pensò che avesse accusato il colpo, ma sulla sua pancia non c’erano segni di ustione.
La maga strappò la liana e in un istante gli fu addosso.
No, n
Vide i suoi denti avvicinarsi al suo viso, e poi li sentì strapparglielo via.



Hargeon
Ginger era alquanto confusa.
Che cos’era appena successo?
Mest si era sdraiato a terra, senza apparente motivo. E Yukino, beh, dire che si era comportata in maniera strana era dire poco. Poi c'era la testa che era un casino ma vabbeh, sai che novità. Un attimo, le stavano tornando i ricordi!
Evvai!
Che merda.
-Dobbiamo andare laggiù, credo che Yukino non stia bene.- Mormorò Levy.
-Miao… sì, ma chi ci va?-.
-Mmm...mi sa che tocca a me-dechi.-.
Nessuna delle due si aspettava che Ginger si offrisse volontaria. Il punto era che, a differenza loro, aveva più o meno seguito il filo del discorso.
Che c’è di male nell’essere stupidi? A me basta che i miei amici stiano bene.”.
Però non ci fu bisogno di muoversi.
-Ehi, sta salendo da sola-dechi.-.
Aiutandosi con le mani, Yukino risalì la voragine, trovandosi faccia a faccia con loro tre.
La sua espressione neutra si raddolcì, e tra tutte si rivolse proprio a lei. Era abbastanza imbarazzante.
-Grazie.-.
-Di che?-.
Yukino girò gli occhi e le crollò addosso, tornando in forma umana.
Le sue ferite ricominciarono a perdere sangue.
-Dobbiamo portarla via!- Levy si guardò intorno, per capire quanto distanti fossero finite.
-Mest probabilmente ci avrà rimossi dai loro ricordi ma sono sicura che Wendy sia di là!-.
Ginger si rivolse verso Millianna, offrendole la ragazza.
-Puoi tenerla tu, gatta scema?-.
-Senpai?- La raccolse: -Perché?-.
-Perché è da un po’ che non mi sento più le gambe-dechi...- Si accasciò a terra con il respiro pesante. Ahi il petto, ahi le braccia, ahi le ossa. Ahi l’esistenza.
-Mi sa che quella donna aveva ragione, non dovevo muovermi...-.
-Cerca di resistere!- La nanerottola si piegò e se la mise sulla schiena. Questa Levy-infiermerina era nuova. Era umiliante, ma la trovava comoda.
-Uff… ti stai un po’ rammollendo, eh? Ahi.-.
Quello che doveva essere un commento simpatico la mandò in iperventilazione.
-Io non so più chi sono. Quello che so è che la me rammollita ti offre il suo sostegno, non farla arrabbiare o la me stizzita ti lascerà cadere.-.
-Va bene, va bene-dechi.-.
Iniziarono a camminare.

-Puoi fare meno scossoni?.-.
Levy si mise in equilibrio su un piede e alzando l’altro le diede una tallonata sul culo. Ma non su una chiappa, proprio in centro.
-Kkh!!!-
-Eh? Scusa, stavi scivolando.-.
Ginger imprecò sottovoce, e iniziò a contare i secondi che mancavano ad arrivare.
-Ti odio.-.
-Ti tengo io senpai, facciamo a cambio Levy-nya?-.
-Non perdiamo altro tempo, anzi, meglio accelerare il passo.-.
-Fottiti.-.
-...Oh, ho appena ripensato a una cosa: Millianna, chi di noi ha vinto la gara di prima?-.
Gara? Che gara?”.
-Uhm… credo che fossimo pari.-.
-Aspetta, aspetta un momento-dechi...-.
-Rivincita?-.
-Sì!-.

-Non ti azzardare aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!-.



Malva
-!!!-.
D'un tratto Flare aveva di nuovo i polsi liberi, ed era tornata nel posto di prima.
Ma le frustate...” Si guardò, era piena di ustioni che le facevano male, però nessun segno di corda.
Era solo un'allucinazione? C-Certo, deve essere così!”.
Mosse qualche passo, ma si accorse di fare fatica a piegare le gambe.
Sono ancora scossa. Bianca! Dov'è lei?”.
-Bian...Bianca! Stai bene?-.
Bianca era strana. Era di spanne, con le mani appena staccate dalla vita, e respirava pesantemente. Non era come prima, ma ancora non capiva cosa ci fosse di strano.
-Bianca, mi senti?- Flare temette che le fosse capitato qualcosa, tipo che le fossero cascate le orecchie, ma no, per fortuna erano ancora lì! Poi vide, ai suoi piedi, una cosa strana. Piegò il capo. C'era del sangue tutto intorno. E anche sulle dita di Bianca.
Quello era...
-Ah!-.
Bianca era sobbalzata. Mosse un po' la testa da una parte all'altra, ma i capelli la coprivano ancora.
Flare si strinse le mani al cuore. Se lo sentiva pulsare sulle orecchie, si sentiva come se fosse tornata da Ivan. Perché... perché si sentiva così? Non le piaceva, non le piaceva per niente, era come se, era come se non volesse più che si voltasse.
-B-Bianca...- Sussurrò con un fil di voce.
-Flare.- La sua voce era roca, rugginosa.
-Scusami. Non volevo che tu lo vedessi. Credevo di potermi controllare...-.
-Q-Q- Le parole non volevano uscire dalla sua bocca: -Quello è...-.
-Già. Pensavo che ti avesse fatto del male. Poi ho pensato che te ne avessi fatto io. Non doveva farlo.-.
-P-Però adesso...-.
-Mi sono sbagliata. Non dovevo portarti con me.-.
Quelle parole le fecero male. Flare sapeva di essere debole, se solo non lo fosse stata Bianca non...
-Sei in pericolo fintanto che stai con me. Io sono pericolosa.-.
-No! B-Bianca, t-tu non mi f-faresti mai del m-m-
-Eh. Ti faccio paura, vero?-.
-...-.
Bianca si passò una mano tra i capelli, sporcandoli di sangue nero.
-Sono proprio terribile… pensavo di essere pronta a questo, pensavo che ne valesse la pena. Non mi giudicare troppo duramente, ok?-.
-Non potrei mai!- Si affrettò a dire lei.
-Non mi importa del pericolo, non mi importa della paura! Io voglio... io voglio stare al tuo fianco.-.
-Flare...- Si voltò, alla fine. La rossa trasalì.
La sua faccia era tutta...
-Lisanna... dietro di te!!!-.
L'uomo-albero si era rialzato in un baleno, al posto della pelle del legno che cresceva.
-Ah!!!- Degli speroni uscirono dal terreno e colpirono Bianca alla schiena, facendola volare in avanti; ma si riequilibrò in aria e atterrò senza cadere.
-Sei ferita?- Flare corse da lei e le toccò un braccio; Bianca si irrigidì, e lei la lasciò.
-No, non preoccuparti.- La sua voce, grazie al cielo, era tornata normale: -Stai attenta, ha perso il controllo.-.
Difatti sopra e sotto di lui si era creata una massa di rami e radici, che continuava a crescere; anche il suo corpo stava diventando un arbusto, e al centro del petto stava crescendo un globo luminoso. Le radici si innalzarono al cielo come tanti tentacoli, pronti a colpire.
Flare distese i capelli, ma non sarebbero mai bastati.
-Probabilmente se ci toccano esploderanno. Flare, riusciresti a bloccarli solo per qualche secondo?-.
-Ci posso provare, ma tu cosa farai?-.
-Devo finirlo con il prossimo colpo, è l'unico modo per uscirne.-.
Flare si trovò ad annuire, c'era tanta sicurezza e determinazione nei suoi occhi, era davvero tornata quella di prima. Che bello…
I tentacoli calarono, ma lei fu pronta ad avvolgerli con i suoi capelli. Era forte, più di lei, ma avrebbe resistito fino alla fine. Bianca fu di nuovo in aria, delle ali al posto delle braccia, diretta contro l'uomo-albero: lo avrebbe sicuramente colpito, era questione di secondi!
Era come un angelo.
Vai!!!”.
Il legno cigolò.
Stava già per cedere?
No... era un'altra cosa! Dai tentacoli spuntavano altre punte che si dirigevano verso Bianca, troppo veloci perché Flare le fermasse.
-BIANCA!!!-.
-PRENDI QUESTO!-.
Le ali tornarono braccia e le usò per lanciare qualcosa, che colpì l'uomo-albero nel nucleo luminoso.
-Guh!-.
Le schegge si fermarono, il legno si riempì di crepe. Flare ritirò i capelli, ora che non premevano più.
Un coltello di legno con delle rune sul manico, ecco cosa aveva lanciato. Il coltello di Viola.
Dalla bocca dell'uomo-albero usciva un rantolio sommesso, come di legno che crepitava sul fuoco. L'impalcatura si distrusse in una pioggia di trucioli.
Bianca era sana e salva. Flare respirò di nuovo.
-Ahh… ahah… bene...-.
-Stai ridendo?-.
Le due ragazze si misero sulla difensiva, ma lui continuò a ridere.
-Finalmente qualcuno è riuscito a fermarmi! E cado per mano di un degno avversario, non potevo sperare di meglio. Urgh! In vita mia non ho mai provato tanto dolore!-.
-Sei contento di... di morire?- Chiese lei.
-Oh, ma io è già da un po’ che sono morto. Sono semplicemente contento di non dovermi più muovere. Spero di poter affrontare di nuovo tua sorella, nell'aldilà.-.
Bianca diventò scura in volto. Flare sapeva che non le piaceva quando qualcuno parlava di lei.
-Ho incontrato l’essere che ora la impersona. Prego per chiunque se la troverà davanti.-.
-Io prego per essere quella persona.-.
L’uomo-albero chiuse gli occhi. Forse era... morto?
-Mi dispiace, così non potrà essere. Voi morirete qui.-.
Il globo nel suo petto cominciò a brillare più intensamente.
-Che cosa stai facendo???-.
-Credimi, se dipendesse da me lo impedirei. Potete provare a scappare, ma sarebbe inutile. Sono sinceramente… desolato...- La sua faccia sparì nelle radici, e Flare non sentì più la sua voce.
-C-Cosa facciamo?- Si rivolse a Bianca, ma lei era come imbambolata.
-Devi andartene.- Sussurrò atona.
-Andarmene? E tu?-.
-Assorbirò l’esplosione. Se non lo faccio non solo tu, ma tutti quelli qui intorno saranno coinvolti.-.
-Ma… tu non...-.
-Me la caverò, non avere paura.- Provò a sorridere, ma le riuscì male; sia per la paura, sia per com’era ancora ridotto il suo volto. Per lei era comunque bellissimo.
Flare provò a dire qualcosa, qualunque cosa pur di impedirlo, ma non sapeva cosa. Cosa voleva, cosa poteva fare, cosa le rimaneva, cosa???
-No.-.
Bianca la guardò con un’ombra di sorpresa. Non le aveva mai detto di no.
-No.-.
-Cosa stai dicendo?-.
-No.-.
Calò il silenzio, in cui il bagliore aumentò di luminosità.
-Flare, mi hai sentito, devi andare! Dirigiti a...-.
-No.-.
Le parole le uscirono a fatica, anche se premevano per uscire.
Non le aveva mai detto no.
-No, tu… tu te ne devi andare. Tu sei più importante di me, devi fare ancora molte cose. Rimarrò io qui.-.
La luce si stava facendo sempre più forte, non mancava molto: Bianca con la sua velocità poteva fuggire, per lei invece non c’era più speranza. Lo sapevano tutte e due.
-Non se ne parla! Non ti lascerò qui, mai e poi mai!-.
Flare distolse lo sguardo, strabuzzando gli occhi. Stava soffrendo moltissimo, era doloroso parlarle così, ma perché… perché non… non capiva???
-Kuh!!!-.
-Che cosa hai fatto?- Bianca le toccò la gamba, cercando di fermare l’emorragia. Flare ritirò i suoi capelli.
Che male… fa male…”.
-Perché hai fatto una cosa del genere???-.
Ecco, l’aveva fatta arrabbiare. Voleva chiederle scusa, cielo quanto voleva farlo, invece doveva continuare a farla arrabbiare. Ivan aveva ragione su di lei, era una persona cattiva.
-Adesso… non posso proprio scappare… quindi mi tocca rimanere...-.
-Eh? Tu… sei…- La ragazza fece un’espressione che non capì.
-Sei proprio una stupida… sniff… Flare...-.
La sto facendo piangere. Sono cattiva, sono cattiva. Ma va bene così.”.
-Sono felice di sacrificarmi per te. Uh!- Dovette alzare la mano per proteggersi dalla luce, ormai abbagliante.
-Presto, scappa!-.
Bianca aprì la bocca per dirle di sì.
-No.-.
Flare sgranò gli occhi.
Come “no”?
-Eh? Cosa...- Guardò le dita intrecciarsi con le sue, strette strette, e si sentì avvampare.
-Te l’ho detto, scordati che ti lascerò qui.- Rispose lei sorridente. Com’era bella quando sorrideva.
-Se rimarremo insieme, credo che ci sia la possibilità che ce la caveremo entrambe.-.
Flare non riusciva a credere alle proprie orecchie.
-È… è una follia!-.
-Come abbandonare casa propria per aiutare una sconosciuta in mezzo alla foresta?-.
-...-.
Bianca premette dolcemente la fronte sulla sua.
-Quella volta tu mi hai salvato la vita, e io non ho mai ricambiato il favore. Ora permettimi di provarci, va bene?-.
-Però… però...- Flare scoppiò in un pianto dirotto, voleva dire tante cose, che non era vero, che lei l’aveva liberata dalla prigione in cui si era rinchiusa, che le doveva tutto, che era stata una stupida prima ad avere avuto paura di lei, anche solo per un istante, che non voleva morire, che non voleva che neanche lei morisse, che non era giusto che non avesse il tempo per dirne neanche una di quelle cento. Più di tutto, voleva solo qualche altro secondo.
Ancora qualche secondo, per altre parole.
Per una il tempo c’era.
-B-B-Bianca.-.
-Flare.-.
Com’era bella quando la guardava.
-Io ti a



Nella città deserta
-Anf, anf, anf...- Kinana non sopportava più quel dolore, a malapena si reggeva in piedi; ma non perse la concentrazione, nemmeno per un secondo.
Devo mantenere il controllo-kina...”.
BOOM CLANG SPAM
-Cof-cof! Ma che cazzo??-
Di fianco a lei Dan si staccò dal muro e rovinò al suolo.
-Madamigella-Kinana, che piacere rivederla!- Rispose rimessosi prontamente in piedi.
-Vorrei poter dire lo stesso, ma tienili lontani ancora per un po’, ti prego.-.
Il cavaliere, che stava rimettendosi in piedi, si pietrificò. Kinana guardò immediatamente al buco sul muro, aspettandosi di vedere qualcuno arrivare; ma niente.
-Kinana-sama...-.
-Che c’è, perché non torni di sotto-kina?-.
-Voi mi avete appena supplicato?-.
Kinana trasalì.
-...Pare di sì.-.
-ORSÙ ALLA PUGNA!!!- Era bastato quello per dargli alla testa, e si rituffò nella mischia. Ma anche per uno come lui non doveva essere facile lottare contro i suoi vecchi alleati. Chissà se lei ci sarebbe riuscita, con quelli di Fairy Tail.
No, a cosa sto pensando? Non è il momento di farsi prendere dai dubbi-kina!”.
Il suo occhio calò sulla bambola sgualcita che aveva preso agli Heartphilia. Ora che la guardava meglio, era convinta di averla già vista, chissà dove.
Forse sto cominciando ad avere le traveggole. Manca poco… manca così poco…”.
BLINK BLINK
Si tastò le narici, ritrovandosi i polpastrelli rossi. La carne sotto la benda bruciava acida. Aveva le ore contate.
Ma anche Natsu.



Tully
Bickslow era steso a terra, Elfman da qualche parte in mezzo alle macerie.
Solo Juvia era rimasta in piedi, ma non perché fosse stata la più abile.
Era solo che voleva giocare con lei.

-Allora, cosa stavamo dicendo?-.
Juvia la guardò arcigna, le ginocchia piegate e la schiena curva, con i capelli che le coprivano un occhio.
Ma che pauraaaa.
-Ah, giusto. Tu sai più o meno chi sono, ma io non ho la più pallida idea di chi sia tu.-.
-Anf, anf... è Juvia che non ha... la più pallida idea di cosa stai dicendo... e di chi tu sia...-.
-Non essere insensata, io sono io.- Mirajane si toccò il petto con le falangi degli artigli: -Una povera vittima delle circostanze prigioniera del corpo di una sgualdrina. Però tu...- e la indicò: -eh, tu sì che sei una cosa strana. Sono abbastanza sicura che Lyon, possa riposare in pace...-.
-Cosa?- Esclamò Juvia: -Lyon-sama è-è morto?-.
-Sì, non lo percepisco più da un po'. Eh, arriva per tutti alla fine. Comunque, aveva detto di aver ucciso Juvia, e sarà stato un apatico, un frigido, uno stallone e uno scassapalle MA non era un bugiardo, e di sicuro non era un tipo approssimativo. Quindi, se ha detto di aver ucciso Juvia, Juvia è bella che morta.-.
-Ti sbagli!- Gridò lei: -Juvia è viva e vegeta!-.
Oh! Ecco qui, quella punta di dubbio nella sua voce, quel tremolare degli occhi: ho fatto bingo! Divertente...”.
-Sei tornata in vita? Oppure sei un clone? Ah, indovinato, sei un clone!-.
-No! Io sono Juvia! Juvia è Juvia!!!-.
-Ceeertoooo... ora che ci penso, quel tipo laggiù- Indicò Bickslow: -può vedere nelle anime delle persone, no? Quindi avrebbe potuto già svelare l'arcano, ma tu non gliel'hai chiesto, giusto?-.
La ragazza abbassò lo sguardo, mortificata. Era così facile da leggere...
-Cosa c'è, hai paura di scoprirlo? Il dubbio è gratificante in alcune situazioni. Beh, in fondo ti capisco, non è semplice trovarsi in un corpo che non è il proprio.-.
-Ti sbagli! Ti sbagli, ti sbagli, ti sbagli!!!-.
C'ho preso c'ho preso c'ho preso!”.
Juvia si mise le mani tra i capelli e si dimenò tutta, poi si sfogò col cielo.
PLINK
Uh?”.
Una goccia di pioggia le era caduta sul naso. Il cielo si rannuvolò.
Tu guarda...”.
Più lei urlava, più forte cadeva l'acqua. Avanti così sarebbe finita fradicia.
-Vabbeh, non è che importi tanto, alla fine stai per morire.-.
Ecco, a quelle parole, smise di piovere. E lei di gridare.
Abbassò la testa bruscamente, coi capelli che ciondolavano tipo quando aveva rovesciato il sangue di porco in testa a Sayla. Eheheh, che ricordi!
Mmm... la polverizzo.” Distese una mano per ucciderla con un Soul Extinctor; certo, avrebbe preferito farlo quando l’avesse vista svuotata di ogni voglia di vivere, ma non si poteva avere tutto.
Invece scorse un cerchio azzurrino brillarle sotto i piedi, e nel giro di un secondo si trovò a sei metri dal suolo, sospinta da due eliche d'acqua.
Per fortuna aveva le ali, ma dove diavolo aveva trovato quella foga? E brava ragazza! Era convinta di averla distrutta, e invece!
-Water Jigsaw!- Le arrivò addosso come una trivella, non solo per la velocità ma proprio perché era diventata una trivella, e a onor del vero le fece pure un po’ male.
-Demon Blast!- Congiunse le mani e sparò il suo fascio di energia oscura, facendo esplodere Juvia in mille schizzi.
-Papapa!-.
Mirajane trasalì: una delle bambole di Bickslow era davanti a lei.
Mi hanno circondata?”.
Cinque raggi verdi la presero in mezzo.
Grrrr!!! Credevo di averlo ammazzato, brutto bastardo!!!”.
-WRAAA-AH!- Con un’onda di magia distrusse i pupazzi, ma qualcosa di grosso da sotto di lei la travolse spingendola in aria.
Elfman?” L’uomo, trasformato in una bestia-pipistrello, con il solo pugno le prendeva tutto lo stomaco.
Con quel colpo le aveva mozzato il fiato, anzi, per poco non l’aveva fatta vomitare, ma non sarebbe durata molto.
Ancora qualche secondo… qualche secondo e potrò muovermi…”.
Il bastardo sembrava volesse spingerla fin nello spazio. Idiota.
Ora!” Mosse una mano e gliela mise sul viso, caricando un Extinctor.
Sei morto!”.
-Subl-blub!- Si trovò all’improvviso con la testa immersa in acqua, senza aver avuto il tempo di trattenere il fiato.
Dove… quella lurida...”.
Davanti a lei, Elfman usò il Take Over e cambiò forma. Non le piacevano quelle mani che spruzzavano scintille.
KREEEEEE
-BLAAAAAAAAAAGH!!!-.
Fulminata al petto, iniziò a precipitare senza controllo. La scarica l’aveva immobilizzata di nuovo. Sopra di lei, Elfman come mostro-toro e Juvia col corpo d’acqua l’avrebbero schiacciata una volta a terra.
A pochi secondi dall’impatto, sentì che poteva muoversi di nuovo. Però doveva liberarsi di quei due.
Sogghignò. Le scappava giusto un po’ pipì.
Con un artiglio, si lacerò il tessuto tra le gambe. Il piscio gli arrivò proprio in faccia, a quel bestione.
Distendendo le ali Mirajane virò di lato, riuscendo così ad atterrare, dopo qualche capriola, sulle tre zampe. Elfman e Juvia invece si schiantarono.
-Ahahah! Prendete questo!-.
Con la mano libera finalmente sparò il suo Extinctor, senonché un calcio sul polso glielo fece sprecare in aria.
Gettò un’occhiata stizzita a Bickslow, non si aspettava di certo che la attaccasse di persona.
-Sparisci!!!- Chiuse il pugno, ma lui si slacciò il mantello e glielo gettò addosso.
-Umpf!- Con una mossa secca lo tagliò in due, trovandosi finalmente faccia a faccia con l’indifeso giullare.
Aspetta ma allora…
Si voltò spalancando la mano, incassando il pugno del mostro. Stavolta però fu abbastanza forte da farle piegare il gomito.
-Water Rush!-.
Mira guardò rapidamente ai lati, per capire da dove l’avrebbe attaccata. Ma si sbagliava.
Emerse dal corpo di Elfman, oltrepassando entrambi. Però solo con lei usò il Sierra.
KHHH!!!! Mocciosa insolente!”.
Quando passò del tutto, i suoi capelli fradici le caddero tutti davanti agli occhi.
Odiava che le toccassero i capelli, quindi, odiava estremamente che glieli bagnassero.
-mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmMMM!!!- Flesse le braccia per lo sforzo, finché non riuscì a risollevarli con l’imponente rilascio della sua energia magica. Li squadrò tutti e tre, con gli occhi iniettati di sangue.
Non reagiscono più alle mie provocazioni. Come si permettono??? Deve essere stato Bickslow, con la sua magia delle anime li ha rimessi a posto!!! Allora ucciderò lui per primo, e poi lo sventrerò, e poi farò loro mangiare la sua carcassa!!!”.
-Satan Soul: Halphas!!!-.
Non le piaceva affatto dover abbandonare l’aspetto di Satan, dato che era quello che più assomigliava al suo, e specialmente in favore del corpo più simile tra tutti a quello della piccola esorcista; ma se lo faceva era per concludere una volta per tutte la questione.
Così diventò quella specie di ibrido tra un drago e un… bleah… un angelo, con quel faccino da santarellina.
-Recitate le vostre insignificanti preghiere.- Tuonò loro.
Oh, ora sì, ora avevano paura, ora gliel’aveva ricordato, a quegli stolti, che non potevano vincere fin dall’inizio. Di solito era divertente quando se ne dimenticavano. Però ora era così incazzata che nemmeno si divertiva.
-Anzi no, non lo fate.- Rizzò un dito, caricando magia oscura a forma di sfera. I tre rifiuti arretrarono, ma tanto sarebbe stato inutile. Ah, no, non potevano, con il Rigurgito tutto lì intorno. Avrebbe potuto scatenarglielo contro già da prima, ma voleva trucidarli con le proprie mani.
E finalmente l’avrebbe fatto.
-Sayonara!-.
Rilasciò l’attacco; ma la sfera, al posto che innalzarsi, le piombò addosso.
   
 
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