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Autore: CaramelizedApple    02/07/2022    0 recensioni
(Seguito di Mary Lloyd, la chiave e il volto del male e Mary Lloyd e il Voto Infrangibile)
Mary ha lasciato Hogwarts con la consapevolezza che le cose sarebbero cambiate, senza sapere che una verità nascosta attende solo lei!
Quante cose ha sempre saputo?
Nuove idee, nuove emozioni, nuovi ricordi...un'altra vita!
(La lettura della storia precedente è indispensabile per comprendere la relazione tra i personaggi e la protagonista, ma se proprio non vi va potreste comunque riuscire a capire)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VII libro alternativo
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Hey!
Non ci provo nenache più a scusarmi per le mie sparizioni!
Ma non demordo, presto o tardi arrivo e infatti eccomi qui!
Buona lettura!


Osservo Hermione mentre legge “La Storia dei Tre Fratelli” con un sorrido sghembo impresso sul viso, incapace di non emozionarmi. Nella mia testa la sua voce si trasforma in quelle di Fred e George e se socchiudo gli occhi, davanti a una delle piccole finestre della strana casa, la luce filtra tra le mie ciglia e posso quasi rivederli. Stesi vicino a me, con le braccia allungate verso il soffitto a mimare le scene della storia, i gemelli solitamente la arricchivano con particolari demenziali.
Abbasso gli occhi sul caldo intruglio che riposa nella mia tazza da cui ogni tanto fingo di prendere un sorso, per cortesia verso il padre di Luna.
Mi volto leggermente e osservo l’uomo, è fermo in piedi a poco più di un metro da me, gli occhi chiari e leggermente strabici fissano un punto indefinito fuori dalla finestra. Xenophilius Lovegood non è molto diverso da quando l’ho visto al matrimonio di Bill e Fleur, anche allora il suo aspetto era eccentrico, ma ora sembra che qualcosa si sia spento dentro di lui.
-Questi sono i Doni della Morte- la sua voce si fa strada dopo poco che Hermione termina la sua lettura. Sfila un pezzo di pergamena da una delle tante pile di libri sparse su ogni superficie e raccoglie una piuma da terra, mentre noi ci avviciniamo a lui. –La Bacchetta di Sambuco- traccia una linea verticale. –La pietra della Resurrezione- aggiunge un cerchio. –Il Mantello dell’Invisibilità, insieme sono i Doni della Morte- termina con un triangolo che racchiude i primi due simboli.
-Ma nella storia non compaiono mai le parole “Doni della Morte”- obbietta Hermione  con naturalezza.
-Bhè certo che no- alza le sopracciglia l’uomo. -È una fiaba per bambini, che si racconta per divertire più che per istruire. Chi comprende questi argomenti, tuttavia, riconosce che l’antica fiaba si riferisce ai tre oggetti, o Doni, che riuniti faranno del possessore il padrone della Morte- torna vicino alla finestra che osservava poco fa. Mentre cala il silenzio il mio sguardo cade in quello di Harry e subito alzo leggermente le spalle ad un suo cenno del capo. Sembra la cosa più utile che l’uomo ha detto da quando siamo entrati, ma anche la meno sensata. –Luna ormai dovrebbe aver preso abbastanza Plimpi- dice osservando il sottile rivolo d’acqua che scivola tra le colline.
Spero che la ragazza ci raggiunga presto, sono sicura che rivederla solleverebbe parecchio l’umore di Ron, Harry ed Hermione. E forse anche per lei sarebbe una breve fuga dalla vita di tutti i giorni. Mi chiedo come se la siano passata dal matrimonio.
Anche il mio sguardo viene attirato dalla finestra, oltre la quale il cielo inizia a colorarsi di rosa, mentre il tramonto si avvicina e io mi distacco un po' dalla conversazione. Continuo a sentire in sottofondo i loro discorsi sul fatto che i doni esistano oppure no e non posso fare a meno di associare la figura di Xenophilius a quella della professoressa Cooman. Non credo che il signor Lovegood ci menta, ma qualcosa mi fa pensare che le sue convinzioni abbiano basi troppo fragili. Sicuramente crede fermamente in ciò che dice, ma fa suonare tutto come se ci fosse un enorme complotto messo in piedi da non si sa bene chi.
La mia mente inizia a vagare per la stanza e si sofferma sui vari cumoli che la compongono, così come sui gingilli dai mille usi assurdi che si possono trovare ovunque si posino gli occhi.
Torno alla realtà quando il mago dai capelli bianchi raccoglie il vassoio. –Vi fermate a cena?- domanda e senza neanche aspettare una risposta si fionda verso le piccole scale a chiocciola che portano al piano di sotto. –Tutti ci chiedono sempre la nostra ricetta della zuppa di Plimpi d’Acqua Dolce- urla mentre raggiunge la cucina.
-Probabilmente per portarla al Reparto Avvelenamento del San Mungo- dice Ron a bassa voce, strappandoci un sorriso.
-Cosa ne pensi?- chiede Harry a Hermione.
-Oh Harry, è solo un gran mucchio di sciocchezze. Non può essere il vero significato del simbolo. È solo la sua stravagante opinione. Che perdita di tempo- gli risponde la ragazza scettica.
-In effetti, questo è l’uomo che ha rivelato al mondo l’esistenza dei Ricciocorni Schiattosi- dice Ron, fingendosi serio.
-Neanche tu ci credi?- chiede mio fratello. –Mary?- rivolge lo sguardo su di me.
-No- scuoto la testa. –Mi sembra solo una bella storia-.
-È una di quelle storie che si raccontano ai bambini per fargli la predica,  no?- aggiunge Ron. –Adesso che ci penso forse è la ragione per cui si dice che le bacchette di sambuco portano sfortuna-.
-Come sarebbe?- domanda mio fratello, appoggiando la sua tazza ancora piena sull’angolo libero di un tavolo.
-Una di quelle superstizioni. “Le streghe di maggio sposano Babbani”, “Sortilegio al tramonto, a mezzanotte è infranto”, “Bacchetta di sambuco, non cavi un ragno dal buco”. Le avrete sentite, queste cose. Mia mamma ne sa un milione-.
-Noi siamo stati cresciuti da Babbani- interviene Hermione, riferendosi a se stessa, mio fratello e me. –Ci hanno insegnato proverbi diversi-.
-Io credo di aver sentito qualcosa di simile da Fred e George, ma anche tra maghi ci sono delle differenze- alzo le spalle. –Voglio dire, Draco…-per un istante tentenno, mentre nella mia mente balena il viso di un Draco dai capelli abbastanza lunghi che mi sorride gentile. –Ne usava di diversi- termino la frase sentendomi improvvisamente in difetto e abbassando in fretta gli occhi sulle scale.
Così la mia mente si estrania di nuovo dalla conversazione, gli occhi fissi sul ferro scuro che si intreccia per formare i corrimano, mentre l’odore di bruciato di raggiunge dal piano di sotto.
Rivedo la festa alla tana, Fleur vestita da sposa, il mio strano aspetto di quella giornata e gli occhi freddi di Draco Malfoy, così vicini ai miei da poterne contemplare ogni dettaglio.
Quando i piedi di Harry entrano nella mia visuale la mia mente riesce finalmente ad abbandonare il pensiero. Lo vedo salire le scalette a chiocciola e scendere poco dopo, il volto preoccupato.
-Cosa c’è che non va?- Hermione anticipa la domanda che stava per uscire dalla mia bocca. Prima che Harry però possa rispondere il padre di Luna ci raggiunge con un vassoio carico di zuppa maleodorante.
-Signor Lovegood- dice Harry. –Dov’è Luna?-.
-Prego?- domanda lui svelto, bloccandosi sugli ultimi gradini.
-Dov’è Luna?- chiede ancora mio fratello, più scontroso. Automaticamente la mia schiena si irrigidisce.
-Ve…ve l’ho già detto. È giù al Ponte Basso a pescare Plimpi- balbetta lui.
-Allora come mai ha preparato solo per cinque?- insiste Harry, mentre Ron ed Hermione si alzano lentamente.
Il silenzio cala pesante nella stanza mentre sulle mie braccia si sparge la pelle d’oca e subito mi faccio più vicina a mio fratello, fino a che le nostre braccia non si sfiorano. Guardo il vassoio, contando le ciotole, e poi l’uomo che boccheggiante cerca le parole.
-Secondo me Luna manca da settimane- i miei occhi si sgranano alle parole di Harry e il mio corpo sente improvvisamente la necessità di muoversi in fretta, giù dalle scale, fuori dalla casa e attraverso le colline. –I suoi vestiti non ci sono, il letto è intatto- Harry torna a parlare. –Dov’è? E perché continua a guardare fuori dalla finestra?-.
Il mio corpo ha uno spasmo quando il vassoio e le ciotole che teneva in mano Xenophilius Lovegood si infrangono a terra. Salto davanti a mio fratella nella stanza tinta di rosso dal tramonto, mentre lui, Hermione e Ron estraggono le bacchette. Assumo una posizione di guardia, con le gambe stabili sul pavimento e le braccia alzate e parallele al pavimento, pronte a colpire.
Qualcosa accade vicino a me, ma il mio sguardo, fisso sul mago ignora i giornali che cadono ai nostri piedi. –Harry, guarda qui- la voce di Hermione suona flebile alla mie spalle, prima che Harry prenda di nuovo parola.
-Il Cavillo ha cambiato linea editoriale, allora?- dice gelido. -È questo che ha fatto quando è sceso in giardino, signor Lovegood? Ha spedito un gufo al Ministero?-.
-Hanno preso la mia Luna- confessa piano l’uomo, ancora in piedi sulle scale. –Per quello che ho pubblicato. Hanno preso la mia Luna e io non so dov’è, che cosa le hanno fatto. Ma forse me la restituiranno se io…se io…-.
-Consegna Harry?- Hermione termina la frase dell’uomo.
-Si sposti- dico lentamente, mentre le mie mani iniziano a tremare per l’energia che sono pronte a scatenare.
Non so la persona che mi ritrovo davanti mi ispiri più disgusto o pena.
-Saranno qui da un momento all’altro. Devo salvare Luna. Non posso perdere Luna- un piccolo sorriso spaventato segna il suo volto. –Non dovete and via-.
-Non ci costringa a farle del male- insiste Harry. –Si sposti, signor Lovegood-.
-Si sposti o la sposto io- dico subito rabbiosa, mentre le candele nella stanza hanno un flebile tremolio.
-Harry!- l’urlo di Hermione riecheggia nella stanza e attira i nostri sguardi oltre la finestra. Figure ammantate di nero attraversano il cielo in sella a delle scope.
I miei occhi tornano veloci su Xenophilius, appena in tempo per vederlo lanciare uno schiantesimo nella nostra direzione. Harry afferra la mi maglietta, trascinandomi con lui verso il pavimento, mentre una forte esplosione ci circonda. L’ultima cosa che vedo è lo sguardo determinato del padre di Luna, colpito da una forte energia che lo spinge giù dalle scale.
Le dita quasi mi pizzicano per la velocità con cui ho scagliato il mio colpo, ma riesco comunque a usarle per coprirmi il volto. Una sottile polvere bianca riempie l’aria insieme a calcinacci, vetri rotti, pezzi di legno e fogli di pergamena strappati.
Tossisco con forza mentre cerco di tornare in piedi, ma subito vedo Hermione chinarsi su di me, premendo un dito nulle labbra. È coperta da uno strato bianco, come immagino di essere io. La ascolto e trattengo la tosse, coprendomi la bocca e agitando una mano che subito porta aria frasca e pulita nei miei polmoni, liberando le mie vie respiratorie con uno sbuffo silenzioso di polvere.
Sono ancora carponi quando al piano di sotto sento aprirsi la porta con un colpo sordo che per un istante mi fa temere un ulteriore crollo del soffitto, già squarciato sopra di noi.
-Non te lo avevo detto che non c’era fretta, Travers?- una voce maschile ci raggiunge dal piano di sotto. –Che questo svitato farneticava come al solito?-.
Un colpo sordo e un urlo di dolore seguono le parole.
-No…no…di sopra…Potter!- rantola il padrone di casa.
-Te l’ho detto la settimana scorsa, Lovegood, che dovevi chiamarci solo se avevi informazioni fondate! Ti ricordi la settimana scorsa? Quando volevi scambiare tua figlia con quello stupido copricapo? E la settimana prima…- un altro colpo e un gemito. -…quando pensavi che te l’avremmo restituita se ci avessi dimostrato che i Ricciocorni…- un singhiozzo segue il nuovo colpo. –Schiattosi- qualcosa impatta di nuovo sul corpo del signor Lovegood. –Esistono?-.
-No…no…vi supplico! Sono davvero i Potter…davvero…tutti e due- si lamenta lui.
-E adesso salta fuori che ci hai chiamato solo per farci saltare in aria!- dei nuovi rumori riempiono il silenzio, ricordandomi qualche vecchia rissa.
-Questo posto sta per crollare, Selwyn- una nuova voce si fa sentire. -La scala è bloccata. Provo a sgombrarla? Potrebbe tirar giù tutto-.
-Tu, pezzo di bugiardo. Non hai mai visto i Potter in vita tua, vero? Pensavi di attirarci qui per ucciderci eh? E credi di riavere tua figlia così?- continua a infierire sull’uomo il Mangiamorte che risponde al nome di Selwyn.
Mi chiedo se vedendoli in faccia li riconoscerei e se potrei tenergli testa in uno scontro.
I miei occhi cercano Harry nella stanza e lo ritrovano a pochi metri da me, sporco quanto me e Hermione e con il vetro della lente sinistra incrinato.
Credo di sì, potrei batterli, ma se qualcosa andasse storto, non me lo perdonerei mai.
-Giuro, giuro…sono di sopra!-.
-Homenum revelio- l’evocazione dell’incantesimo mi sorprende, ma non sortisce alcun effetto su di me.
-C’è davvero qualcuno lassù, Selwyn- dice la seconda voce.
-È Potter, vi dico che è Potter!- urla Xenophilius.
-Potrai riavere la ragazzina, Lovegood- torna a parlare Selwyn, seguito dal rumore di cocci rotti che vengono schiacciati a terra. -Se sali e mi riporti giù Harry Potter. Ma se è una trappola, se è un trucco, se hai un complice che ci aspetta di sopra, vedremo se riusciremo a risparmiare un pezzetto di tua figlia perché tu possa seppellirla- termina con disprezzo.
-Andiamo- bisbiglia Harry –Dobbiamo uscire di qui- aggiunge svelto, mentre rumori sinistri ci raggiungono dalla scale.
Ci alziamo lentamente, facendo attenzione a non fare troppo rumore e poi aiutiamo Ron, rimasto incastrato sotto un pesante mobile. Con un semplice incantesimo riesco a far levitare la credenza quel tanto che basta per permettere a Ron di scivolare via.
-Bene- sentenzia Hermione, ascoltando i preoccupanti assestamenti della casa mentre risistemo il mobile. -Vi fidate di me?- domanda e subito annuiamo. -Ron metti il mantello- comanda svelta. –Le mani, tenetevi forte- Harry prende la mano di Hermione e io e Ron lo imitiamo, stringendoci a loro.
Il volto asciutto e pallido di Xenophilius Lovegood appare in cima alle scale e subito la bacchetta di Hermione scatta. –Oblivion- dice e subito lo sguardo dell’uomo si fa vacuo. –Deprimo!- un altro schianto si abbatte questa volta sul pavimento che, già instabile, crolla per una buona parte. I nostri occhi incrociano quelli dei Mangiamorte, un istante prima che l’incantesimo di Hermione inizi a farci vorticare a mezz’aria e smaterializzare.
  
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