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Autore: PaleMagnolia    08/09/2009    3 recensioni
Per chi si aspettava un sequel di Millenovecentocinquantatrè - fregati!, son riuscita a produrre soltanto un prequel, che ha come protagonista un personaggio che sicuramente riconoscerete subito... In ogni caso, la storia è quasi del tutto indipendente dalle vicende di Evelyn e compagnia (sporadici riferimenti a parte), quindi anche chi non ha letto "1953" non si perde nulla.
Oltre a gatti, mariti, cibo e aria di guerra imminente, una buona dose di moda anni '20 non mancherà.
Genere: Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Millenovecentocinquantatré'
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Libby Cleve era tonda

Libby Cleve era tonda.

Non era grassa. Non era nemmeno sovrappeso, in realtà.

Era proprio la sua struttura corporea ad essere così: come certi hanno una costruzione fisica quadrata (spalle quadrate, mascella quadrata, testa quadra), Libby era proprio tonda.

Aveva, per la cronaca, un viso tondo, occhi tondi da pesce Chirurgo*, macroboccoli stile rabbino che sembravano disegnati con un bicchiere, e una piccola bocca tonda come l’O di Giotto.

In generale, anche il resto del fisico di Libby – Mami diceva sempre che aveva preso dalla zia Henrietta – tendeva al circolare. Il suo corpo era strutturato come una casa di Gaudì.

Anzi.

Come un otto, diciamo.

La qual cosa le creava qualche problema, in un’epoca in cui l’ideale femminile era il tipo Lillian Gish, allampanata come un fenicottero e piatta come una tavola da surf.

Cioè.

Se le tavole da surf non fossero state esportate in Europa trent’anni dopo.

...

Piatta come un’asse da stiro, va’.

 

Fortunatamente per Libby, anche quando i film di Louise Brooks e Mary Pickford fecero il giro del mondo, gli uomini – sì, anche gli inglesi, per quanto arrossissero come scolarette al solo pensiero - non smisero di guardare altre cose tonde del corpo delle donne.

Due cose tonde di cui Libby era stata generosamente dotata dalla natura.

Perchè, per quanto il tipo ‘maschietta’ fosse di moda, il modello ‘femminuccia’ continuava comunque a riscuotere ufficiosi, ma costanti successi.

E Libby era femminile. Soprattutto... beh, ecco – davanti.

E per quanto la povera ragazza desiderasse ardentemente che gli abiti lucidi e senza maniche le scivolassero addosso come alle modelle secche secche delle riviste di moda, quando ballava il charleston la seta sbrilluccicava proprio dove non avrebbe dovuto, e le frange, invece di stare diligentemente penzoloni verso il basso, assumevano sulla parte anteriore dell’abito angoli totalmente differenti da quello a perpendicolo regolamentare.

Oltre agli abiti parluccicanti e le frange, anche i capelli davano alla povera Libby seri problemi. Quando aveva provato a tagliarli in un caschetto alla ‘Lulu’, il risultato era stato una zazzera afro – che sarebbe stata favolosa nei primi anni ’60 su Jimi Hendrix, ma che nel 1914 dava ancora un po’ da pensare.

 

 

*Zebrasoma flavescens, http://www.giorgiorusso.it/images/Zebrasoma_flavescens.jpg

 

  
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