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Autore: Duodoppioteam99    30/11/2022    1 recensioni
Dal testo:
A quel punto non seppi come reagire, e per la prima volta durante tutto il mio viaggio, mollai. Avrei potuto seguirlo sicuramente, ma in quell’istante non ebbi la prontezza necessaria.
La testa si fece ancora più pesante, la mente annebbiata e le gambe si fecero molli sotto al mio peso. Svenni.
L’ultima cosa che sentii fu il richiamo acuto di Reshiram, ormai allontanato dalla sua controparte, e le urla dei miei amici Komor e Belle che cercavano inutilmente di farmi rinsavire.
———
Proseguo immaginario della storia tra Touko ed N dopo gli avvenimenti di Nero e Bianco
!Prologo risistemato graficamente!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, N, Touko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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CAPITOLO 30
“E quindi vorresti farmi intendere che Zoroark ha cercato di proteggermi, dopo gli accadimenti della Fossa?” chiesi ad N che si trovava ancora davanti a me e non sembrava intenzionato a spostarsi.
“Esatto. Avendo perso i tuoi Pokèmon e Reshiram era il minimo che potessi fare. Lui è sempre stato al tuo fianco. A partire dal primo incontro a Libecciopoli. Mi ha successivamente raccontato dello scontro con Aristide, della vostra vittoria e dell’affiatamento che vi ha uniti”.
“In che senso raccontato?” domandai sempre più confusa.
“Zoroark è il mio migliore amico. Quando si allontanava da te era per venire da me per riferirmi delle sue e tue condizioni, come stavi e cosa facevi…”
“Uno stalker in pratica” cercai di ironizzare. In realtà ero molto felice delle sue parole e di quello che mi stava raccontando. Aveva sacrificato la presenza del suo più caro amico per prendersi cura di me in un certo senso. Quindi… stando alle sue parole precedenti…N teneva davvero a me nonostante si fosse allontanato.
Questo pensiero mi faceva scaldare il cuore e mi rendeva la testa leggera, anche se le domande che richiedevano risposte erano ancora tante.
“Come facevi a sapere che avevo perso i Pokèmon?” chiesi a bruciapelo.
“Perché io li ho ritrovati. Alla Fossa intendo. Ho trovato sei Pokè ball dal sentiero che avevi percorso tu e non potevano altro che essere le tue”.
A quel punto anche Reshiram, ancora dietro di me, emise un grugnito. Probabilmente per supportare la tesi di N. O forse per rimproverarmi il fatto di averlo perso come una bambina alle prime armi.
Non feci in tempo a rispondere che il ragazzo dai capelli verdi richiamò Zoroark, che subito ci raggiunse, spostandosi dalla sua posizione nascosta su un robusto ramo di un albero della foresta. Ecco perché avevo avuto la sensazione di essere osservata. Con tutta probabilità mi stava controllando già da prima. 
Non potei che essere felice di rivederlo. Bello e in forma come al solito.
Il Pokèmon Mutevolpe, come un bravo amico si andò a posizionare di fianco alle gambe di N, attendendo paziente. Non era sicuramente il tipo di atteggiamento che manteneva con me ma non mi sorprendeva ciò.
Non potevo pretendere di avere un’affinità con lui pari a quella che lui possedeva con il suo Allenatore, ma ero felice di quello che avevamo raggiunto tempo addietro.
“Ciao Zoroark” lo salutai io.
“Raaaa” rispose lui d’altro canto sorridendo pacifico. Si vedeva che vicino ad N era tranquillo.
A quell’ultimo verso Tepig si mosse leggermente dietro alle mie gambe, probabilmente ancora impaurito dalla presenza del Pokèmon scuro dopo l’ultimo incontro.
Mi abbassai e lo presi in braccio a quel punto, per cercare di tranquillizzarlo.
“Zoroark mi ha raccontato anche di lui” iniziò poi N indicando il maialino di tipo fuoco “e di come l’ultimo incontro non sia risultato uno dei più pacifici…”.
Detto questo si avvicinò ancora di più a me e andò ad accarezzare leggermente Tepig sul capo. Lui sembrò apprezzare questo contatto. Come biasimarlo.
Alzai gli occhi e incrociai quelli di N.
Sarei potuta rimanere così per sempre. Il tempo intorno a me si era come fermato.
“Vuoi sapere ancora una cosa che ti farà sorridere?” chiese poi lui.
“Hai sempre avuto i tuoi Pokèmon a disposizione. Solo che non hai mai osservato con attenzione”.
“Non ti sto seguendo…”
Lui, in silenzio, fece un segno a Zoroark di avvicinarsi. Quando quest’ultimo si fu avvicinato a noi girò le spalle. Ancora non capivo.
A quel punto N andò ad infilare una mano all’interno della folta chioma rossa del Pokèmon e, dopo qualche secondo, la estrasse contenete in mano cinque sfere dalla misura ridotta.
“Non ci credo…” iniziai sconvolta “ma allora… tu… lui?”. Di nuovo frasi sconnesse.
“Vuoi dirmi che le Pokè ball sono sempre state nascoste nel pelo di Zoroark?”
“Esattamente” rispose tranquillo N.
“Quindi le ho sempre avute a portata di mano. Eppure ho toccato più volte il suo pelo e non ho mai avvertito nulla. Nemmeno nella lotta contro Haxorus queste si sono smosse… ma non potevi darmi qualche segnale tu?” chiesi quasi indispettita a Zoroark.
Lui rise di sottecchi.
Ero così felice però. Tutto stava tornando al suo posto e l’aver ritrovato i miei amici era la ciliegina sulla torta.
“è il momento…” iniziò N porgendomi le sfere.
Ne presi in mano una per una e, dopo essermi girata ed aver fatto un profondo respiro, le lanciai in aria.
Contemporaneamente queste si aprirono e rilasciarono la scia azzurrina che scomparve poi velocemente.
Dopo qualche secondo avevo i miei amici di nuovo davanti, felici di vederli come non mai.
Salutai Serperior che, nonostante il suo carattere fiero, sembrava contento di vedermi. Incontrai di nuovo il mio adorato Arcanine e il mio migliore amico Samurott. Abbraccia quest’ultimo quasi con le lacrime agli occhi, con la speranza di non dovermi mai più separare da lui.
Tutto quello che avevo sognato si stava realizzando.
Se solo Belle e Komor fossero stati lì con me. Chissà come avrebbero reagito al mio racconto.
Belle sicuramente sarebbe stata contenta, ma non potevo dire lo stesso di Komor. Probabilmente lui sarebbe stato più difficile da trattare ma a tempo debito avrei pensato anche a lui.
“Vorrei darti ancora una cosa Touko” disse a quel punto N richiamando la mia attenzione.
Mi girai verso di lui, incontrando ancora una volta il suo sguardo.
Lo vidi infilare una mano nella tasca dei pantaloni. Poi prese delicatamente la mia, facendomi rabbrividire a quel contatto, e me la fece apire. Appoggiò poi sul palmo una cosa che percepii sul momento come piccola e fredda.
Quando la sua mano si fu allontanata potei notare sulla mia la presenza di un oggetto a me molto prezioso.
La mia targhetta. Quella che avevo attaccato, evidentemente male, ai pantaloncini da viaggio e che avevo perso, che riportava la mia iniziale e il nome della mia città natale.
“N io…” iniziai.
“La ho trovata al castello. Al mio castello. Ci sono ritornato qualche volta e ho notato quest’oggettino luccicante vicino a dei massi caduti. Anche in questo caso non è stato difficile capirne il proprietario. A Soffiolieve non abita molta gente…” concluse lui facendo spallucce, ironico.
Non sapevo davvero cosa dire. Un grazie sarebbe stato assai banale.
Così, facendo uno sforzo e cercando di liberarmi dai miei freni inibitori, aprii le braccia e gliele gettai al collo. Affondai la testa sulla sua spalla e tra i suoi morbidi capelli verdi, sperando che quell’abbraccio non si sciogliesse mai.
Anche lui doveva essere rimasto sorpreso dal mio gesto perché lo sentii irrigidirsi al contatto, ma successivamente portò le braccia attorno alla mia vita e mi strinse anche lui in un sincero abbraccio.
“Grazie N”.
 
“E così sei pronta per sfidarmi, Touko?” chiese Nardo posizionandosi sull’enorme campo della Lega Pokèmon “molto bene. Ma ricordati che non ci andrò giù leggero”.
“Sono pronta Nardo, non c’è niente che possa fermarmi questa volta” risposi sicura dando un’occhiata alla persona dietro di me.
Dopo l’incontro alla radura io ed N non c’eravamo più separati, e mi aveva aiutato anche ad allenarmi in vista della sfida con il Campione, una volta saputo che né io, né tantomeno lui, eravamo campioni in carica.
Ed ora era lì, a sostenermi in uno dei momenti più importanti della mia vita, portando il piccolo Tepig in braccio che, felice, faceva il tifo per me.
Non gli avevo dichiarato i miei sentimenti certo, ma per quello ci sarebbe stato tempo. Mi piaceva godermi per ora il legame che si era creato tra di noi e chissà cosa il futuro ci avrebbe riservato dopotutto…
Magari un viaggio insieme in una nuova regione?
Tornai a concentrarmi sull’avversario che avevo dinnanzi, pronta a combattere al meglio delle mie possibilità.
 
“Forza Samurott! Andiamo!”
 
FINE.
 
 
*Buongiorno a tutti ragazzi!
Se siete arrivati fino a qui significa che avete completato la storia.
Mi è piaciuto molto scrivere questo testo e ritornare indietro di qualche anno.
Spero che tutto sia stato scorrevole e non banale prima di tutto. Non sempre l’ispirazione era d’aiuto e di conseguenza magari alcuni capitoli risultano più ostici da digerire.
Ma spero nel mio piccolo di essere riuscita a far filare il tutto.
Quando ho iniziato a scrivere avevo una chiara idea dell’inizio del racconto ma, lo ammetto, il tutto si fermava ìi. Sono comunque contenta del risultato finale, in quanto era una delle mie prime storie.
Ci tengo a ringraziare chi ha recensito fino a questo punto, a chi recensirà in futuro e a chi semplicemente ha letto in silenzio. Anche voi siete stati importanti lungo tutto il percorso.
Le visualizzazioni sono state sempre consistenti per ogni capitolo e mi hanno spronato a continuare la scrittura.
Concludo qui salutandovi e augurandomi ancora una volta che la storia vi sia piaciuta e vi abbia tenuto compagnia.
Grazie a tutti!!
   
 
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