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Autore: Jamie_Sand    18/01/2023    3 recensioni
Raccolta di one-shot legata alla mia long "lascia che ti racconti la storia".
Piccoli scorci sulla vita di Hazel e Sirius e le persone attorno a loro.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Molly Weasley Jr, Nuovo personaggio, Percy Weasley, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'Lascia che ti racconti la storia'
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Per chi non mi conoscesse mi presento: 

Sono Jamie e questa è la raccolta di one-shot legata alla mia long intitolata “lascia che ti racconti la storia”. È consigliabile leggere la fanfiction “madre”, altrimenti c’è il rischio di non capire un bel niente. Vi farei un riassunto ma ci sarebbero davvero troppe cose da dire! 

Detto questo vi lascio al racconto, buona lettura. 

 

꧂✬◦°˚°◦.✬꧂

 

Come se avesse appena trovato casa sua 


Molly Weasley era immobile, stesa nel letto accanto a Janus, che dormiva ancora molto profondamente con il viso rivolto verso di lei. Lo stava guardando da almeno un’ora, ferma nella stessa posizione per paura che si svegliasse, scrutandolo in volto come se quella fosse l’unica e l’ultima possibilità di poterlo guardare così da vicino: era bello, non c’era alcun dubbio su questo. Era coperto per metà da quel lenzuolo leggero sotto cui non indossava niente, — del resto proprio come lei —  i capelli scuri gli ricadevano ricadevano sulla fronte in modo insolitamente disordinato e metà del viso era nascosto nel cuscino. Probabilmente se Janus in quel momento avesse spalancato gli occhi, inondandola con l’argento delle sue iridi, Molly si sarebbe sentita tremendamente in imbarazzo a essere beccata in quel modo a fissarlo, ma non le importava in quel momento, troppo occupata a ripensare a ciò che era successo la sera prima. 

Aveva passato la sua intera adolescenza a struggersi per lui, anzi, probabilmente quella cotta per lei era iniziata molto prima, quando era solo una bambina di sette anni e lui un ragazzino di undici, ma adesso ce l’aveva fatta. Ci aveva messo quasi quattro mesi, era uscita con lui una infinità, ma poi l’aveva baciato e successivamente aveva fatto l’amore con lui per quasi tutta la notte. Eppure qualcosa le diceva di essere incappata un grosso sbaglio. 

Probabilmente Lucy l’avrebbe presa in giro per tutta la vita se avesse saputo il risvolto di quell’ennesimo appuntamento, per non parlare di Dominique, che di sicuro le avrebbe lanciato uno sguardo scettico, come se fosse certa che la cugina mentisse. Forse solo Victoire sarebbe stata davvero contenta, mentre suo padre, Percy, Molly ne era certa, sarebbe letteralmente andato fuori di testa. E come dargli torto, dopotutto la madre di Janus gli aveva letteralmente spezzato il cuore, mentre il padre… be’, Sirius era la ragione per il quale Hazel aveva abbandonato Percy all’altare tanti anni prima. 

Sì, probabilmente l’avrebbe diseredata, ma ne sarebbe davvero valsa la pena, si disse Molly, prima di muoversi lentamente finendo sdraiata sulla schiena.

Non aveva chiuso occhio, aveva passato per la prima volta nella sua vita un’intera notte con qualcuno e lei non era riuscita a dormire, ma solo quella mattina, guardandosi intorno, stava riuscendo a mettere davvero a fuoco il posto in cui si trovava. Si trattava di una camera da letto dall’aspetto insolito: i poster attaccati alle pareti avevano un’aria piuttosto vintage, si trattava di locandine di vecchie band, motociclette e ragazze in bikini, c’era anche qualche vecchio stendardo di Grifondoro, mentre la carta da parati — che si vedeva appena sotto tutta quella roba — aveva un aspetto antico e probabilmente un tempo doveva essere stata anche molto elegante e costosa. 

Era la prima volta che Molly metteva piede a Grimmauld Place. Janus l’aveva portata lì perché diceva che a casa sua c’era il suo coinquilino che aveva organizzato una cena romantica per il suo fidanzato, che non voleva disturbarli. Peccato che la verità fosse un’altra e anche se Molly non ne aveva la più pallida idea, c’entrava ancora Faye, la ex fidanzata di Janus, la cui presenza si poteva ancora percepire in quella casa anche se lei se ne era andata da tanto. C’erano ancora le sue fotografie, e anche se Janus di donne ne sapeva davvero poco, aveva pensato che probabilmente portarla lì non sarebbe stato un colpo di genio e dunque aveva deciso per la vecchia casa di suo padre, che Harry aveva trasformato in una locanda, così da poter ospitare giovani maghi che si ritrovavano a non avere altra casa all’infuori di Hogwarts, moltissimi anni prima.

Janus si mosse facendo un sommesso lamento assonnato, avvicinandosi a Molly. Ancora con gli occhi serrati la abbracciò e poi sussurrò: - Buongiorno, Polly. - 

Molly trattenne a stento un piccolo sorriso. - Buongiorno. - Ricambiò, parlando anche lei a bassa voce. - Hai dormito bene? - 

- Sì, poco ma bene, direi. - Rispose lui, aprendo finalmente gli occhi per puntarli in quelli di lei. La osservò per una manciata di secondi e poi aggiunse: - Per tutti i gargoyle, Polly… sei bellissima di prima mattina. - 

Molly si sentì arrossire, ma rise e scosse la testa. 

- Che c’è, non mi credi? - Domandò Janus, accarezzandole lentamente il corpo nudo. 

- No. - Rispose semplicemente lei. - Nessuno prima di te mi ha mai detto che sono bella, quindi… inoltre quando due delle tue cugine sono delle veela è davvero complicato venir su senza complessi. Sono contenta che ci siamo ritrovati prima del matrimonio di Teddy e Victoire, altrimenti sono certa che in mezzo a tutte quelle ragazze perfette non mi avresti mai degnata di uno sguardo. - 

Janus la guardò come se avesse appena detto di aver visto un nargillo. Ai suoi occhi, lei sembrava davvero meravigliosa.

- Dai, non fare quella faccia, sappiamo entrambi che sei tu quello bello tra noi due. -

- Mia madre dice lo stesso quando si tratta di lei e mio padre. - 

Lei annuì. - In effetti Sirius è… - 

- Ti prego non dirlo. - 

- … molto affascinante. - Concluse Molly, sorridendo colpevole. - E comunque, lo sai, vi somigliate un sacco. - 

Janus sospirò affranto. - Certo… a me però manca quell’aria da tenebroso. -

- Non direi. - Obiettò Molly, mettendosi su un fianco per poterlo osservare meglio. - Quando eri piccolo ce l’avevi eccome. - 

- Quella era l’aria da bambino problematico, Molly. - Puntualizzò il ragazzo, mettendosi a sedere prima di stiracchiarsi. - Comunque… tu lavori oggi? - Le domandò, cambiando radicalmente discorso, allungandosi a guardare l’orario sullo schermo del suo telefono. 

- Ho lezione del pomeriggio, sì. - Rispose Molly. 

- Bene, quindi abbiamo tempo per fare colazione. - Disse Janus, alzandosi in piedi e iniziando a raccattare gli abiti della sera prima sparsi per la stanza. 

Molly lo guardò di sfuggita, distogliendo lo sguardo quasi nell’immediato. Non era affatto abituata a quel tipo di vista, a dir la verità aveva avuto un solo ragazzo ai tempi della scuola e una deprimente frequentazione qualche anno prima, ma non si era mai svegliata nello stesso letto di un ragazzo prima di quella mattina. 

- Di solito Grimmauld Place non è un luogo molto affollato durante l’anno scolastico. - Fece Janus, mentre si infilava i pantaloni. - In effetti sono abbastanza certo che non ci siano ospiti, visto il silenzio. Ma forse è meglio se ci vestiamo per scendere. -

- Tranquillo: non avevo nessuna intenzione di aggirarmi per una locanda completamente nuda, Jan. - Rise Molly, che teneva ancora lo sguardo su un poster su cui era raffigurata una ragazza particolarmente formosa. - A tua madre non infastidisce che ci siano tutte queste donne in bikini nella vecchia stanza di tuo padre? - 

- No. Questo posto è più una sorta di mausoleo della giovinezza non vissuta di mio padre e lei un po’ lo capisce dato che neppure lei ha potuto vivere appieno la sua. - Spiegò Janus. - Sarà per questo che spesso si comportano come due adolescenti. - 

- Mi sembravano carini al matrimonio. - 

- Oh, lo sono. Sono carini in modo irritante, a dire il vero. - Annuì Janus, sedendosi nuovamente sul letto. - Ma non sono del tutto guariti da ciò che hanno passato durante la guerra, soprattutto mio padre, a dire il vero. Mamma fa di tutto per strapparlo dai pensieri tristi, ma lui spesso si oscura ancora… cade in degli stati depressivi. - 

Molly rimase zitta. Janus non parlava spesso così apertamente di cose tanto intime e voleva approfittarne un po’. 

- Non credo che si riprenderà mai del tutto da ciò che ha passato. - Proseguì il ragazzo, guardando dritto davanti a sé. - Ad ogni modo è in cura e per la maggior parte del tempo sta bene. È anche un bravo padre, in fondo. - 

- In fondo? - 

- Diciamo che con me si comporta più come un amico che come un genitore. - Spiegò Janus, scrollando le spalle. - Con i miei fratelli invece è perfetto. È lui che si occupa di loro quando mamma viaggia in giro per il mondo per fare le sue cose da artista. Questo delle volte mi fa sentire nostalgico. - 

- E perché mai? - Chiese Molly, sempre più curiosa. 

Janus rimase zitto per qualche secondo e poi si voltò verso di lei. - Mi sarebbe piaciuto avere mio padre quando avevo l’età di Aurora e Halley. - Ammise Janus, facendo un sorriso amaro. - Però so che non è colpa sua se è finito dietro quel velo per tutti quegli anni. È stata dura anche per lui, sai? - 

Molly posò la mano su quella di Janus e la strinse. 

Lui non disse niente per un po’, poi sospirò e si riscosse. - Be’, allora? - Disse. 

- Allora cosa? - Domandò a sua volta Molly.

- Non ti vesti? - 

Molly alzò le sopracciglia. - Sì, se esci. - Asserì. 

Lui batté le palpebre con fare perplesso. - Molly, noi due abbiamo… come dire… insomma credo di aver visto un po’ tutto quello che c’era da vedere, no? - Disse, cercando di non mettersi a ridere. 

La giovane, in tutta risposta, incrociò le braccia sul petto. 

- Va bene, ti aspetto in cucina allora. - Acconsentì Janus alla fine, alzandosi in piedi mantenendo quell’espressione divertita in volto e lasciando poco dopo quella stanza. 

Una volta da sola, Molly uscì dal letto e si rivestì. 

La sensazione di aver fatto un errore si era dissipata senza nemmeno che se ne rendesse conto. Adesso si sentiva come se avesse appena trovato casa sua. 

 

Nel frattempo, al piano di sotto, Janus era deciso a mettere insieme una degna colazione pur avendo a disposizione solo qualche bustina di tè, qualche confezione di pane in cassetta e della marmellata di fragole in un barattolo ancora sigillato. 

Mentre preparava il tè, Janus lasciò che i suoi pensieri vagassero incontrollati come non gli capitava spesso: non si aspettava di sentirsi così a suo agio nello svegliarsi accanto a una donna che non fosse Faye e questo lo stava facendo sentire bene come non accadeva da un pezzo, un po’ come se si fosse finalmente scrollato di dosso un grosso peso. Ma se qualcuno gli avesse chiesto di descrivere la notte appena trascorsa probabilmente non sarebbe riuscito a formulare una frase compiuta. Era stato fantastico, imbarazzante, intimo e tutto estremamente giusto. Fosse stato per lui sarebbe rimasto in quel letto con lei anche per tutto il giorno, ma Molly sembrava così timida oltre che palesemente inesperta, — molto più di lui e questo era davvero tutto dire — e lui non voleva di certo sembrare inopportuno. 

Si erano ritrovati da poco più di quattro mesi, eppure lui non riusciva a non pensare al fatto che forse era sempre stata Lei. Aver sofferto per mesi dopo che Faye l’aveva abbandonato adesso aveva quasi un senso. 

Lui andava bene così com’era per Molly, lei non voleva che cambiasse, non lo intimoriva come faceva l’altra e soprattutto non gli aveva detto mai, neppure una volta, che fosse strano. Tuttavia, mentre da un lato c’era una parte di lui che voleva aprire del tutto il suo cuore a Molly, un’altra gli metteva davanti tutti gli ostacoli che loro due insieme avrebbero potuto trovare. Il primo fra tutti era naturalmente quello delle loro famiglie. Se infatti Janus era abbastanza certo che nessuno dei suoi due genitori si sarebbe messi in alcun modo tra loro, non poteva dire lo stesso anche per Percy, inoltre si capiva quanto ancora Molly avesse bisogno dell’approvazione della sua famiglia. 

Il bollitore sul fuoco fischiò e un secondo più tardi Molly varcò la soglia della cucina, indossando nuovamente il grazioso vestito verde della sera prima. 

- Vuoi che ti dia una mano a fare qualcosa? - Gli chiese, qualche secondo dopo, dopo averlo osservato mentre versava il tè in due tazze. 

- No, siediti pure. - Rispose subito lui, voltandosi a guardarla. - Purtroppo non c’è molto in questa casa… ma se vuoi posso chiedere a Kreacher di portarci qualcosa di meglio di pane in cassetta e marmellata alle fragole. - Proseguì, raggiungendola al lungo tavolo di legno tarlato che arredava quella cucina da decenni. 

Molly si affrettò a scuotere la testa. - No, poverino, è talmente anziano che non so proprio come trovi la forza di per lavorare ancora. - 

- È nella sua natura, credo. Un tempo la famiglia di mio padre faceva fuori gli elfi domestici come lui, troppo vecchi per eseguire le loro mansioni, e poi esponeva le loro teste con sotto una targhetta con il nome… scusa, lo so che è una cosa macabra. - 

- Un po’, sì. - Disse Molly. - Tipi simpatici, i tuoi antenati. - 

- Oh sì. E pensa che non ti ho ancora mai parlato dei parenti di mia madre. - Rimarcò lui, con il chiaro intento di fare un po’ di sana autoironia. - Sai, sono scozzesi. - 

- Adoravo quelle vacanze in Scozia. - Sorrise lei. - Passavamo tutto quel tempo insieme sulla spiaggia, io, te e Lucy, ti ricordi? - 

Janus annuì e subito anche le sue labbra si piegarono in un sorriso. Non aveva di certo un passato idilliaco, ma quelle estati erano tra i suoi ricordi più belli. - Possiamo andarci il prossimo fine settimana, se ti va. Certo, non farà freddo dato che siamo a fine ottobre, quindi direi niente spiaggia ma… ecco se ti va possiamo farlo. C’è un sacco di pace lì, potresti metterti a scrivere o… se ti va, ovviamente. - 

- Mi va. - Lo fermò lei. 

Janus si sentì un po’ un idiota ma annuì tirando un sospiro di sollievo. Già riusciva a immaginarselo; loro due insieme per due giorni, lontano da tutti, chiusi nel loro piccolo mondo. Oh cielo, forse l’amava!

Ma prima che quella nuova e spaventosa consapevolezza potesse colpirlo in pieno, dal corridoio si sentì il rumore della porta d’ingresso che si spalancava e si richiudeva con un tonfo, e poi prima la voce di un uomo: 

- In realtà sono contento che tu abbia finalmente fatto un incantesimo. - Stava dicendo mentre camminava proprio verso la cucina. - Però la prossima volta che ti prendono in giro tu picchiali, non usare la magia, altrimenti… Jan? - 

Janus sussultò e si voltò verso la porta. Lì sulla soglia suo padre e suo fratello più piccolo Halley ricambiarono il suo sguardo con sorpresa. Halley aveva lo zaino sulle spalle, come se fosse appena uscito da scuola, gli occhiali sul naso che rendevano i suoi occhi grigi molto più grandi di quel che erano realmente, che in quel momento stavano saltando da Janus a Molly e viceversa, proprio come quelli di Sirius. 

- Ehm… buongiorno? - Fece il mago, cercando di capire chi di preciso fosse la giovane con i capelli rossi che sedeva a quel tavolo in quel momento. 

O meglio, era palese che quella fosse una qualche Weasley, — in effetti l’aveva vista al matrimonio di Teddy e Victoire quattro mesi prima, — ma non riusciva a capire quale fosse per esattezza. Forse Rose? No, lei aveva l’età di Albus e questa era un po’ più grande. Dominique? No, troppo poco carina per avere sangue di veela nelle vene. 

Lei inoltre era vestita proprio come se la sera prima fosse stata ad un appuntamento, quindi forse aveva dormito lì… quindi Janus ha una ragazza?

- Che ci fate voi due qui? - Chiese Janus, interrompendo quell’imbarazzante silenzio. 

- Halley ha fatto il suo primo incantesimo: ha trasformato un suo compagno in un furetto, la scuola mi ha chiamato e sono andato a prenderlo. - Spiegò Sirius, conciso.  

- Sono arrivati quelli che cancellano la magia accidentale, è stato pazzesco! - Continuò allegramente Halley. - Ma adesso, visto che non diciamo niente a mamma che sennò si preoccupa, dovrò fingere di essere a scuola, mentre invece sarò qui… e tu chi sei? - Aggiunse in fine, spostando lo sguardo curioso su Molly. 

- Sì, ragazza, quale Weasley sei? - Chiese Sirius sorridendo e appoggiandosi allo stipite della porta con nonchalance. 

Molly arrossì. Era piuttosto imbarazzante per lei ritrovarsi davanti al padre del ragazzo con cui aveva appena passato la notte. - Io… Molly, signor Black. - Rispose. 

Sirius alzò le sopracciglia e annuì. - Ah. Sì, una delle figlie di Percy. - Disse. - Suppongo che quindi che tu e Janus… voi state insieme per caso? - 

I due si scambiarono uno sguardo di sfuggita. Non avevano ancora davvero definito il loro rapporto. - Immagino di sì? - Tentò lui, guardando Molly, che a sua volta annuì. 

Stranamente Sirius non trovò nulla da dire. 

- Forse è meglio se adesso io vada. - Bofonchiò quindi Molly, alzandosi goffamente da tavola, un po’ come se volesse uscire da quella stanza. - Insegno pozioni, sa. Devo proprio scappare. Il dovere chiama. È stato un piacere vederla, signor Black. - 

- Puoi chiamarmi solo Sirius. - 

- Oh. Va bene, solo Sirius. Signor… Sirius, okay. - Fece Molly. - Saluti Hazel da parte mia, se vuole. Ciao, Halley. Janus… - 

- Ti accompagno alla porta. - Si affrettò a dire il giovane, alzandosi in piedi. 

Una volta fuori dalla cucina, a ridosso dell’uscita del numero dodici, Janus guardò Molly con uno sguardo mortificato. - Scusa… lui è davvero imbarazzante. - Disse parlando a voce bassa. - Faceva quella faccia anche quando stavo con Faye, come per dire “so cosa avete combinato”. - 

- Non fa niente. - Lo tranquillizzò Molly, prendendolo per mano. - In realtà è simpatico. Mio padre non avrebbe mai permesso a nessuno di chiamarlo “solo Percy”. - 

Janus annuì. Lei era ancora lì ma quasi sentiva già la sua mancanza. - Quindi ci vediamo venerdì per il nostro fine settimana in mezzo al nulla? - Le domandò timidamente. 

Molly scosse la testa e sorrise. - Vieni a Hogwarts domani. Venerdì è troppo lontano. - 

- Speravo proprio che mi dicessi questo. - Svelò lui sorridendole, prima di lasciare un rapido bacio sulle sue labbra. 

La naturalezza di quel gesto fece sciogliere il cuore di Molly. - A domani. - Sussurrò, prima di uscire di casa e sparendo poi il tipico suono sordo della smaterializzazione. 

Janus sospirò, richiuse la porta e tornò in cucina, dove suo padre lo stava aspettando seduto su una delle tante sedie che circondavano il tavolo. 

- Dov’è Halley? - Domandò Janus, guardandosi attorno. 

- L’ho mandato a infastidire il quadro di Walburga, così noi possiamo parlare. - Rispose Sirius, unendo le mani davanti a sé, assumendo un atteggiamento che di solito era tipico di Hazel. - Jan, tra tutte le donne che esistono a questo mondo proprio con una delle figlie di Percy? - 

- Ti prego, non farmi la ramanzina. - Implorò Janus, lasciandosi cadere sulla sedia dall’altro lato del tavolo rispetto a Sirius. 

- È una cosa seria? Devo prepararmi psicologicamente a essere imparentato con con Percy Weasley? - 

- È una cosa seria, sì. - Si limitò a dire il giovane.

Sirius sbuffò e si abbandonò sullo schienale. Certo, le cose tra loro e i Weasley erano migliorate dal matrimonio, ma questo non toglieva che fossero ancora parecchio strane. Hazel aveva spezzato il cuore a uno di loro, era scappata via con loro nel bel mezzo del loro matrimonio e per anni non si erano né visti né parlati. D’altra parte però era felice che Janus si interessasse finalmente a una ragazza che non fosse Faye. 

- D’accordo. - Buttò lì, stringendo le labbra. 

- D’accordo? - Chiese Janus, con cautela. 

- Se la ragazzina Weasley ti rende felice hai la mia benedizione, Jan. - 

Janus aggrottò la fronte. - Non te l’ho mai chiesta, ma va bene. - Disse. 

Sirius annuì e poi ci fu un lungo attimo di silenzio. 

- Quindi Halley non è un magonò. - Disse poi Janus. 

- Già, meno male. - Sospirò Sirius. - Hazel sarà molto delusa dal fatto che non potrà mandarlo a Eton quando lo scoprirà, ma devo ammettere che è un sollievo. -

- Questa è una cosa molto Black da dire. - 

- Mica l’avrei diseredato. - Si affrettò a chiarire Sirius. 

Janus scrollò le spalle. - A proposito di mamma. - Riprese poi. - Possiamo tenere questa cosa di Molly tra noi, per ora? Tu non dici niente di lei e io non dico niente del fatto che Halley ha trasformato un suo compagno di scuola in un furetto. - 

Sirius annuì - Affare fatto. - Decise. - Adesso torniamo alle cose serie. Scommetto che Molly ha dormito qui, eh… - 

- Non ci provare. - Lo fermò subito il giovane. - Non ti dirò una parola a riguardo. - 

- Oh, avanti… almeno dimmi dove l’hai portata e da quanto va avanti tra voi! - 

Janus sbuffò. - D’accordo. - Si arrese, e poi iniziò a raccontare. 



 

AAAAAAAH

Sì, sono io, dopo un paio di settimane di totale blocco eccomi qui con il primo capitolo di questa raccolta di one-shot autoconclusive che non tratterà solo cose post epilogo ma anche momenti mancanti che non ho inserito nella storia. Comunque non ho grandi pretese, scriverò giusto perché sento che questi personaggi hanno ancora tanto da dire. 

Non so nemmeno ogni quanto aggiornerò e neanche quante one-shot tirerò fuori; è una cosa così, leggera, per tenermi allenata mentre aspetto che mi venga in mente una nuova storia, ma mi farebbe molto piacere ricevere comunque le vostre opinioni! 

Adesso vi saluto, sono le tre e quindici del mattino e forse è ora che dopo questo delirio io vada a dormire. 

Grazie per aver letto fin qui, 

J. 

   
 
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