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Autore: Karla_Heisenberg    23/03/2023    3 recensioni
[Ousama Ranking\\\\\\\\\\\\\\\\ Ranking Of Kings]
[Ousama Ranking\ Ranking Of Kings]
Un Re irriconoscibile e ferito;
Una Regina affranta e rabbiosa;
Una Ladra dall'animo nobile;
Tra dame, feste, combattimenti e saccheggi, il Regno di Bosse vi saluta nella sua nuova e ombrosa atmosfera. Strizzando l'occhio ai poemi cavallereschi e i cicli arturiani si scoprirà cos'è successo dopo l'ascesa di Re Daida e la partenza del Principe Bojji, in un mondo dove nulla è più come sembra.
Potranno cambiare le cose?
Che cosa è accaduto al regno?
E cosa tormenta la Regina Madre?
Salite a cavallo e seguitemi in questa nuova avventura~
[STORIA AMBIENTATA DOPO LA FINE DELLA SERIE]
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Se si chiedeva ad ognuno degli abitanti del Nido cosa fosse la Rocca, si sarebbero ricevute definizioni diverse accomunate però da un elemento: la positività.

 

E ognuno di loro avrebbe poi dato le stesse indicazioni per raggiungerla: prosegui dritto verso Est dalla piazza principale, passa oltre la Taverna del Grifone, le stalle e l'armeria; continua mantenendo il sentiero e dopo una decina di minuti te la troverai davanti. Non puoi sbagliare.

 

Quando la costruzione di pietra le apparve di fronte, svettante nella sua imponenza, Hiling si concesse un singolo momento di stupore per ammirarla: si trattava di un castello in pietra, probabilmente restaurato da poco data la presenza di impalcature sul lato Ovest, dall'aria sicura ed impenetrabile. Quattro torri massicce si ergevano ai quattro estremi, e la sola vista pervadeva l’osservatore di un intimidatorio senso di potenza e sicurezza nonostante la rude semplicità stilistica.

 

Un castello ridotto era proprio l'ultima cosa che si aspettava di vedere in una città di ladri! 

 

“Ti si è incastrata una scarpa nel selciato?! Non abbiamo tutto il giorno!” la richiamò Gale strappandole uno sbuffo seccato “Villano…” pensò la donna mentre lo raggiungeva ed insieme varcavano il portone di legno massiccio.

 

Dall'ingresso salirono la scalinata principale, e da lì imboccarono il corridoio di sinistra “Non mi aspettavo questo sfarzo…” commentò la bionda con una punta di veleno nella voce: quei tappeti, quegli arazzi, quelle finiture e torce sicuramente facevano parte dei loro saccheggi 

 

“Mordred ha la passione per i decori, e noi lo lasciamo fare e lo accontentiamo" replicò Gale con un ghigno lieve; il trio si fermò di fronte all’ultima porta del corridoio, proprio vicino ad una delle balconate, dopodiché aprirono… Hiling si fermò nel mezzo dell’ingresso alla vista di Tyr, stesa poco elegantemente sul grosso letto presente in quella che doveva essere la sua stanza, intenta a leggere un tomo antico

 

“Non se ne parla proprio!” Fece contrariata a braccia conserte.

 

Se l'avevano scortata fino alla stanza della ladra, significava che l'avrebbero condivisa, e per la Regina ciò era impensabile! 

 

“Lady Hiling, è l'unica soluzione possibile" Arthur la affiancò, sospirando quando la donna scosse il capo freneticamente “Io non giacerò accanto ad un'altra donna! Sarebbe sconveniente!” ribatté la nobile “Pagala allora, potrebbe aiutare la tua stramba morale~” sputò Gale, ricevendo un'occhiata offesa dall’ostaggio ora rosso in viso. 

 

Come poteva sapere… che i pettegolezzi avessero raggiunto quel luogo ignoto?! 

 

“Se non vuole condividere il letto non è un problema, dormirò sul tappeto" propose Tyr ironicamente “Sarebbe il luogo più appropriato per una donna come te…” sibilò Hiling, dovendosi poi nascondere dietro Arthur quando Gale fece un passo nella sua direzione con aria poco amichevole.

 

Il Cavaliere non aspettava altro che l’occasione per menare le mani contro la petulante cattura dopotutto.

 

“Lascerò che sbrighiate le vostre questioni da sole, ho impegni che mi chiamano e così anche tu, Gale. Conto che risolverete la faccenda come donne mature" detto questo Arthur, seguito da un contrariato Gale, lasciò la stanza chiudendosi la porta alle spalle; Hiling emise un suono stizzito, per nulla abituata a quelle mancanze di rispetto. Almeno quell’Arthur pareva il più civilizzato dei tre per il momento…

 

“Hai intenzione di stare lì in piedi fino all'ora di pranzo?” domandò Tyr senza staccare gli occhi dal libro “Cosa cambierebbe se così fosse?” berciò la Regina di rimando “Ti verrebbero i crampi alle gambe" rispose la ladra “E poi hai ancora un abito strappato addosso, senza contare i capelli… pensavo che voi teneste maggiormente alla vostra immagine” gli appunti peggiorarono la già presente rabbia della regnante che, rossa in viso, si chinò verso il basso e scagliò poi la propria scarpa contro la rapitrice.

 

Tyr afferrò al volo l'oggetto prima che la potesse colpire “Conosco qualche collezionista che pagherebbe una bella somma per questa" commentò “Che razza di gente frequenti?!” esclamò Hiling ancora stupita dalla presa dell'altra donna “Comunque non importa, ridammela" ordinò; Tyr finse di pensarci su un momento “Mmmhno, penso proprio che me la terrò” rispose con un ghigno da schiaffi… Dovette alzarsi un attimo dopo, evitando agilmente la nobile che per la seconda volta l'aveva caricata.

 

Ne scaturì un secondo inseguimento per la stanza, che vide Tyr balzare come un grillo decisa a non mollare la refurtiva, seguita da una sempre più livida Hiling; la corvina si ritrovò ad un certo punto con le spalle al muro e, trovandosi la bionda a distanza ravvicinata fece la cosa più irrispettosa di sempre nei confronti della donna: il braccio libero le allacciò la vita tirandola a sé in una nuova e alquanto ambigua posizione 

 

“E adesso?~” la canzonò la ladra, stringendo la presa quando l’ostaggio tentò di allontanarsi “Se volevi starmi così vicina bastava dirlo, Canarino~” 

 

“FINISCILA!! GIURO CHE TI FARÒ MOZZARE LA TESTA QUANDO ME NE ANDRÒ DI QUI, SFREGIATA!” sbraitò Hiling su tutte le furie, rossa quanto l'abito rovinato. Come poteva un essere così rozzo e vile farla infuriare e confonderle la mente al tempo stesso?! E perché provava ancora quel senso di familiarità?! “Oh, come sei cattiva con me! il mio cuoricino si è spezzato a metà!~” guaì la corvina, sfruttando la lieve differenza di altezza per alzarsi sulle punte e darle un bacio sulla punta del naso. Hiling squittì di sorpresa, coprendosi il viso con entrambe le mani imbarazzata. 

 

Tyr parve soddisfatta; le porse la scarpa, dopodiché la lasciò libera e si mosse per raggiungere il grande armadio presente nella stanza “Le tue espressioni sono uno spasso” commentò mentre esaminava il contenuto del mobile “E hai un naso davvero adorabile~” 

 

“Prima la scarpa, poi questo commento… devo per caso farmi idee strane sul tuo conto?” chiese Hiling con un mezzo cipiglio dubbioso “Parecchia gente strana popola queste terre…” “Non è il mio caso" la rassicurò Tyr “A me fa più fremere ciò che hai sul petto" le lanciò un’occhiata con l'occhio scoperto “Sono vere a proposito?” “NON SONO AFFARI TUOI!” urlò stizzita la Regina, accomodandosi sul letto in modo pesante “In un contesto normale ti avrei già condannata a morte, te lo posso garantire…”

 

Quella sfacciataggine la infastidiva alquanto, e al tempo stesso le ricordava qualcosa… un momento della sua gioventù, dove già qualcuno le aveva rivolto simili frasi, qualcuno che non era ancora riuscita a dimenticare dopo dodici anni pieni…

 

“Scherzo, non ti scaldare troppo…” cercò di rabbonirla la ladra “Sinceramente mi hanno colpito i tuoi inaspettati bicipiti" commentò sincera “Non mi aspettavo che una testa coronata avesse tanta forza fisica, sono sorpresa!” Questo strappò un lieve sorriso all'ostaggio “Devo sapermi difendere dalle canaglie come te~” la punzecchiò di rimando.

 

La vista le si oscurò un attimo dopo strappandole un grido sorpreso; impacciata Hiling si tolse ciò che le era stato scagliato sul capo, che si rivelò essere una blusa beige, forse di lino, dalle maniche a campana “I pantaloni dovrebbero andarti bene, vedrò nel caso tu voglia cambiare anche le scarpe. Non è elegante come quell’abito, ma almeno non è strappato" la ladra tornò a sdraiarsi sul letto con un sospiro, chiudendo l'occhio… tutto quel saltare e correre non le aveva giovato…

 

HIling guardò prima gli indumenti offerti, poi l'altra donna “Non ti senti bene?” le chiese “Capita ogni volta che mi muovo in maniere errate, mi passerà presto…” la rassicurò la corvina; la Regina fu colta da un dubbio “Sei malata?” la domanda appena posta strappò una risata all’interpellata 

 

“Forse! Arthur non riesce a capire che cos'ho, e lui è un medico! Capita solo quando mi muovo troppo rapidamente, quindi non pensa sia una vera malattia, più un qualcosa legato al corpo” riaprì l'occhio, indirizzandole un sorrisetto sornione 

 

“Carino da parte tua preoccuparti per me però… ti stai già innamorando?~” miagolò, ridendo dell’imbarazzo provocato; era davvero divertente vederla così in difficoltà! I nobili vivevano una vita impostata e di regole, e quando i loro schemi venivano rotti andavano nel panico. Un branco di pecore che giravano in cerchio, in un vortice impossibile da fermare… ma forse Hiling si sarebbe rivelata essere una pecora nera?

 

Quegli sbotti, quelle frasi, quella rabbia… erano inusuali per una donna impostata! E la memoria delle sue mani a stringerle il collo in quella maniera le dava ancora i brividi…

 

“Comunque se vuoi cambiarti, prometto che non ti guarderò” aggiunse, e per provare la sua frase si coprì gli occhi con entrambe le mani. Hiling esitò un momento, dopodiché si alzò e rapidamente indossò gli abiti offerti dalla ladra. Non era abituata a cambiarsi di fronte a qualcun altro, non importava che avesse il suo sguardo addosso o meno! La fulminò un paio di volte mentre assicurava i bottoni alle asole. 

 

Impertinente fino alla fine… un'impertinenza intrigante e senza apparenti limiti. Un qualcosa di mai visto prima, forse con lei… ma anche lì un limite era stato posto. Un sospiro lasciò le sue labbra mentre concesse al proprio sguardo di intristirsi: era inutile torturarsi con memorie simili, no? Quante volte aveva rimproverato Dorshe riguardo a ciò che erano stati, dunque era incoerente da parte sua desiderare qualcosa di impossibile.

 

I morti erano morti dopotutto, no?

 

E tali dovevano rimanere…

 

“… Ho finito" avvertì, autorizzando la corvina a guardarla.

 

Tyr sentì le guance farsi bollenti e gli occhi spalancarsi: senza tutti quei fronzoli e tessuti le forme della Regina erano evidenziate, permettendo ai fianchi e al seno prosperoso di premere sul lino e sulla pelle aderente “Accidenti…” fu l'unico commento che riuscì a dire, lottando contro l’impulso di soffermarsi troppo a guardarle certi punti “Dovresti vestire così più spesso! Hai merce buona, mostrala!” “Attenta, se continui a tirare la corda potrebbe spezzarsi~” Hiling si concesse un sorrisetto, incrociando le braccia proprio sotto al seno.

 

Aveva notato le occhiate della ladra, e forse aveva trovato il modo di estinguere quella sua baldanza! Però era strano ricevere simili apprezzamenti… così grezzi, ma a loro modo lusinghieri per quanto imbarazzanti.

 

Prese posto sul letto, notando il proprio riflesso nell’unico specchio presente “Mi occorre una spazzola” decretò autoritaria; Tyr non rispose, limitandosi a recuperare l'oggetto in questione. Si spostò alle sue spalle, mostrando la spazzola quando l’ostaggio si voltò a guardarla 

 

“Mi lasci fare? Sono brava con i capelli” si pavoneggiò mostrando la propria chioma ferma in svariate trecce e dreadlocks, stavolta fu il turno della bionda a non rispondere, dandole di nuovo le spalle. 

 

La ladra si mise subito al lavoro, pettinando e separando le ciocche con attenzione: mai aveva sfiorato qualcosa di così setoso in vita sua! Certo, il calore di quel dannato incendio li aveva rovinati lievemente, ma non abbastanza da imbruttirli o danneggiarne la morbidezza; con cura raccolse la parte superiore della chioma in una treccia, aggiungendone altre a formare una sorta di coroncina e lasciando il resto delle ciocche libero di ricadere sulla schiena… erano così vicine, e nessuna cercava di attaccare.

 

Il silenzio regnò fino a che Tyr non concluse il lavoro “Allora? Soddisfatta?” chiese mentre la nobile osservava l’acconciatura attentamente “Non male devo ammettere" commentò Hiling, poco abituata a vedere i propri capelli sciolti e liberi; per i suoi standard quelle trecce erano quasi sbarazzine! “Dovresti portarli così più spesso" consigliò la corvina 

 

“Quel raccolto è bello ma… quando sono liberi ti danno un’altra aria. Più vera, ecco… non so come spiegarlo” azzardò incerta.

 

La Regina sbatté le palpebre un paio di volte… un'aria più vera aveva detto? La frase non era così insensata… dopotutto non indossava forse una maschera ogni giorno da quando aveva varcato le porte del Palazzo?

 

 

 

*** 

 

 

 

Con un gridolino acuto Hela cadde nel suo nido di cuscini, rimanendo a gambe all’aria prima di riemergervi scuotendo il capo 

 

“Ouken, insomma! Sto bene!” protestò imbronciata la veggente; il cavaliere la ignorò, posizionandosi di fronte alla finestra scrutando i dintorni “Fenrir è di guardia, penso tu riesca a vederlo benissimo da lì, e loro sono andati via" con un grugnito si rialzò, ma giunta a metà strada si ritrovò il non-morto davanti. 

 

L'uomo la sollevò senza avvertirla, riportandola indietro “Non sono malata, non occorre che rimanga lì!” sbuffò la corvina “Che cosa ti prende oggi?!” dopo che suo fratello e i suoi amici avevano lasciato la capanna Ouken aveva iniziato a comportarsi in quel modo bizzarro… perché?! Che la predizione riguardasse lui stavolta? Impossibile, no?! Non riusciva a spiegarsi quella preoccupazione, quell'insistenza nel tenerla lontana dai vetri delle finestre…

 

Una volta a terra Hela si rialzò per l’ennesima volta e gentilmente rimosse l'elmo del guerriero, posandolo sul tavolino basso accanto a sé scoprendogli il viso “Ouken, che cosa c’è che non va?” chiese preoccupata. 

 

Gli occhi scuri e vuoti dell'uomo la fissarono, inespressivi quanto il volto dal colorito smunto, confondendo la ragazza ancora di più “Qualcosa ti turba? Siamo in pericolo?” incalzò senza ottenere risposta.

 

La veggente strinse i denti, portando entrambe le mani sulle guance dell'uomo “Parlami, per favore… dì qualcosa, spiegami che cosa senti” tentò inutilmente, ricevendo solo lo stesso sguardo impassibile come risultato; Hela abbassò lo sguardo, frustrata “Perché Despa può capirti…” mormorò fremendo di rabbia “Perché lui ci riesce, mentre io no? È ingiusto…” tutta colpa di quella sua stupida condizione! 

 

Il suo Maestro l'aveva istruita a riguardo: le aveva raccomandato di non vagliare mai il campo della percezione in maniera troppo intensa, o avrebbe rischiato ben più che convulsioni e schiuma alla bocca! Non le era mai importato di non poter percepire le energie altrui, ma ora che il silenzioso non-morto viveva sotto il suo stesso tetto questo limite le pesava.

 

“Anche io voglio parlarti, anche io voglio sentire la tua voce…” si lamentò.

 

Il suo maledetto corpo difettoso aveva posto un muro che li separava, impossibile da abbattere.

 

E ciò la disturbava, la faceva sentire impotente e così incerta… quel filo di pensieri così bui si spezzò quando sentì le braccia dell'uomo avvolgerla stretta. Spalancò gli occhi, rimanendo immobile nell’inaspettato contatto.

 

Da quando la loro convivenza era iniziata due anni prima, un simile fatto non era mai accaduto! Il metallo tremava lievemente, forse anche un semplice abbraccio gli costava fatica… ricambiò l’abbraccio dopo un momento di incertezza ignorando il sibilo dei serpenti, chiudendo gli occhi… non era giusto. Non doveva essere così. Lui non doveva faticare in quel modo… non era equo!

 

“… cosa stai facendo?” 

 

La stretta dell'uomo si fece più intensa 

 

“Non puoi, lo sai che non puoi…” 

 

La sua armatura tremò più forte 

 

“Ti prego, smettila! Fermati!!”

 

Strinse i denti, e quando sollevò le palpebre sorrise all'uomo che la fissava agitato 

 

“Hela, perché?!” Ouken si fece avanti, sfiorando il viso della veggente con una mano “Lo sai quanto rischi, ero presente quando Re Sigurd-" “Tu avresti fatto lo stesso" lo interruppe la ragazza “Se ti sforzi tu, è equo che anche io lo faccia" sentenziò.

 

Il corvino sentì le lacrime salirgli agli occhi: il gesto della giovane lo lusingava, ma era così in pensiero per lei! “Ora ti prego, dimmi cosa ti preoccupa” gli chiese la maga, avvertendo già uno spiacevole cerchio alla testa “Ho avvertito una presenza, qualcuno che speravo di non fronteggiare mai più… e ho il timore che possa rivolermi con sé” la rivelazione di Ouken la lasciò senza parole.

 

Di chi parlava?! 

 

“Spero di sbagliarmi, ma se si farà viva sono sicuri che tenterà di raggiungermi, e tu potresti essere vista come un ostacolo, perché sta pur certa che non ti lascerò sola" proseguì il corvino stringendole la mano, così minuta rispetto alla sua 

 

“È te che voglio proteggere, non lei!” 

 

Le guance di Hela presero letteralmente fuoco: quell'intento era così… dolce! 

 

Riuscì a mormorare il suo nome, prima di genere di dolore portandosi entrambe le mani alle tempie; il cavaliere la chiamò preoccupato, notando un rivolo di sangue scenderle dal naso “Hela, basta! Torna indietro, interrompi tutto questo!” guaì scivolando nel panico e avvertendo le prime lacrime solcargli le guance alla vista della strega ansimante “Fallo per me, ti supplico! Non posso perderti, sei troppo importante! Smettila di farti del male ti prego!!”.

 

Hela gridò sofferente, aggrappandosi al corpo del cavaliere con tutte le sue forze, questi la tenne stretta a sé premendole il guanto gelido dietro al collo rafforzando la presa con il braccio libero; lunghi minuti passarono, e finalmente il respiro della donna ritornò regolare, seppur ancora tremante. Ouken la lasciò libera di muoversi, i loro sguardi si incrociarono nuovamente… “Anche tu sei importante per me…” rivelò la ragazza con voce provata “Non immagini quanto, Ouken” mormorò, concedendosi di poggiare il capo contro la sua spalla.

 

Continuò a guardarlo, ignorando il terrore per la consapevolezza della scempiaggine appena compiuta; nemmeno l'ombra della morte possibile l'aveva fermata… sarebbe stata quasi dolce se significava riuscire a sentire la voce del cavaliere almeno una volta!

 

Si stava riprendendo, ma si sentiva spossata… di certo non sarebbe stata in grado di muoversi da sola per qualche giorno! “Ti faccio sempre preoccupare…” ebbe la forza di ridacchiare alzando lo sguardi stanco “Sono un vero impiastro di convivente…”.

 

In risposta il non-morto le prese la mano, guidandola sulla corazza fino a raggiungere il cuore senza interrompere il contatto visivo, come se volesse rassicurarla, come a dirle non mi importa, a me sta bene… 

 

Ed era proprio così.

 

Hela aveva fatto un gesto così stupido e rischioso solo per riuscire a parlargli, solo per comprendere cosa lo turbava, e lui non l'avrebbe tradita. La strega era davvero importante per lui, lo faceva sentire quasi vivo nonostante la sua condizione.

 

Gli scaldava e gli faceva fremere il cuore gelido come se fosse stato un uomo qualunque. E nonostante tutto, non avrebbe permesso a quella fiamma di spegnersi. Vide la ragazza sollevare il busto, avvertendo le sue labbra tiepide posarsi lievi sulle proprie; durò un momento, e non potè replicare, ma quel gesto non fece altro che alimentare il fuoco che gli ardeva nel petto.

 

Hela era la sua dama.

 

Il suo mondo ormai da molto tempo.

 

E avrebbe difeso quel suo piccolo mondo da chiunque avrebbe osato minacciarla…

 

 

 

***  

 

 

 

“Scempiaggini! Scempiaggini! E ancora scempiaggini!!”

 

“Te le do io le scempiaggini se non la smetti di starnazzare, oca!” 

 

Altomare non somigliava a nessuno dei Regni oltre il mare non solo per la posizione, ma anche per il sistema politico: il governo non era in mano ad una sola persona, ma ad un cerchio ristretto. Un gruppo che ascoltava le voci dei cittadini, che controllava le strutture e realizzava desideri e migliorie; tra le vie e le case erano conosciute come “I Dodici".

 

Per gli Altomarini rappresentavano un caposaldo, un facilmente riconoscibile punto fermo, identificabile dalle loro iconiche mezze maschere raffiguranti le effigi delle Dodici Case Zodiacali.

 

Ognuno si occupava di un campo specifico, e le decisioni erano prese insieme. Un gruppo ben organizzato, estraniato dal Ranking, che aveva portato la città a quel tale livello di splendore.

 

Ma in quella grigia giornata l'armonia dei Dodici pareva seriamente incrinata: Elisabetta, nella sua argentea maschera del Toro, stava venendo trattenuta per le braccia, e così un uomo più alto di lei dal viso celato dall'allegoria dello Scorpione “Chiamami oca un'altra volta e ti faccio mangiare il pungiglione, bestia ignorante!” sbraitò la donna; l’uomo provocato tentò di divincolarsi dalla presa di chi lo tratteneva, un individuo le cui vesti e maschera rimandavano ad un centauro arboreo.

 

La precedente spiegazione di Elisabetta riguardo l'episodio avvenuto nel laboratorio aveva imbestialito l'uomo, e così vedere l'Ariete con tutte quelle medicazioni “SMETTETELA!” tuonò la possente voce di chi portava l'effige della Bilancia dato il bastone con tale oggetto stretto tra le mani e la maschera bendata “Non è modo di confrontarsi questo" 

 

“Ha cominciato lui, Grigorij!” Protestò Elisabetta “Tu hai dato inizio alle sperimentazioni, Betta!” ruggì lo Scorpione contrariato “E con ciò hai messo in pericolo Amelia!” “Ma sentitelo questo c-" 

 

“VI HO DETTO DI SMETTERLA!” ringhiò la Bilancia fulminandoli da sotto la maschera “Detesto ripetermi, e lo sapete bene…” la frase fu sufficiente a zittire i litiganti 

 

“Sanità e Scienza dovrebbero muoversi in armonia, come ognuno di noi, non azzuffarsi come ubriaconi in taverna!” l'uomo, almeno alto due metri, scrutò i presenti intensamente, per poi rivolgersi all’Ariete un po' in disparte “Amelia, racconta la tua versione dei fatti" ordinò. L'albina si spostò al centro della stanza, gesticolando per narrare l'accaduto; più venivano rivelati particolari, e più lo Scorpione fremeva di rabbia… Amelia era la più giovane tra loro, almeno in apparenza, e non tollerava si mettesse in pericolo! 

 

“Non dovrebbe esserci nessuna discussione a riguardo!” sbottò questi traducendo le proprie parole in segni per Amelia, come già compiuto da Grigorij.

 

Se alla ragazza risultava più semplice tale mezzo di comunicazione, era loro compito facilitarla ed includerla “Quella cosa va distrutta! Fatta a pezzi e lasciata affondare nella laguna!” “Ti rendi conto di quanto ciò sarebbe stupido, Leonardo?!” replicò un uomo dalla maschera a scaglie e motivi marini, l’Acquario “Uno specchio proveniente dalla Guerra degli Dei, che per di più ospita un’Houmana! Si tratta di un qualcosa di irripetibile, di unico! Betta ha ragione, va preservato!” “Amadeo, la Cultura può farsi da parte quando una minaccia si presenta" berciò un uomo indossante una fulva maschera del Leone, facendo inorridire il collega “Come OSI dire una simile bestemmia in mia presenza?!” guaì Amadeo teatralmente “Vergognati e chiedimi scusa!” “Le scuse me le farai tu quando ci scapperà il morto" fu la risposta che ottenne dal Leone “Amadeo, mi rincresce dirlo considerata la nostra solida amicizia di anni, ma questa volta temo proprio che le opinioni di Leonardo ed Alessandro siano tremendamente valide" si fece avanti il nobile che portava la maschera del Capricorno “I danni che una possibile maga furiosa di Houma potrebbe creare sarebbero incalcolabili… ma è anche vero che le arti Altomarine potrebbero equivalere ciò limitando perdite e spese, per cui la situazione è spinosa, ma dal punto di vista morale la sicurezza di Donna Amelia e Donna Elisabetta è da conteggiare…” il commento causò un lamento dal centauro arboreo, il Sagittario “Ci risiamo, ecco che Messer Borgia ricomincia con le arringhe noiose… ODIO quando lo fai!” berciò “Stiamo parlando di un REPERTO. Un qualcosa per cui abbiamo anche sborsato parecchio, e che dovrebbe starsene chiuso in una teca alla mostra di Amadeo!” si portò al fianco dell'Acquario cingendogli le spalle “Qui lo dico senza vergogna: lo specchio non si tocca. PUNTO” 

 

“Colleghi, penso che ci stiamo tutti scaldando troppo…” l'ultimo a parlare fu l'uomo che portava la maschera dei Pesci “I punti sono tutti validi, non si può rovinare ciò che potenzialmente fornisce scoperte e dati, ma al tempo stesso non si può mettere in pericolo la vita altrui! Bisogna riflettere bene secondo me" riassunse con tono calmo. Odiava le liti tra colleghi, e aveva compreso opinioni e punti di vista di ognuno. Era proprio il loro essere uniti e funzionali che aveva causato la discussione!

 

Nessuno voleva mettere in pericolo Elisabetta o Amelia, ma sminuirle a donzelle in pericolo non gli pareva giusto…

 

“Mateus ha riassunto perfettamente la questione” annuì Grigorij “Dunque questo ci porta a due strade: distruggere lo specchio e sventare un pericolo perdendo però una preziosa perla storica nonché un mezzo per comunicare con chi il passato l'ha vissuto, oppure mantenerlo intatto e studiare l’oggetto e chi ci risiede, senza scordarci delle minacce verso Amelia ed Elisabetta” stese il bastone e trasse da una bisaccia che portava in vita alcune sfere di vetro, reggendole nella mano libera 

 

“La questione è ai voti" sentenziò.

 

Uno ad uno i presenti presero una sfera e la posizionarono nel piatto della bilancia corrispondente alla loro scelta; la votazione si concluse con un pareggio… l’opinione di Grigorij sarebbe stata decisiva.

 

Lui rappresentava la Giustizia dopotutto…

 

“La mia scelta, prima che esplodano discussioni, è stata compiuta basandomi soprattutto su un fattore" iniziò, lasciando cadere la sfera: Alessandro imprecò sonoramente, Amadeo sospirò di sollievo, mentre Leonardo rivolse alla Bilancia uno sguardo esterrefatto “Per quanto le minacce verso Amelia ed Elisabetta siano gravi, ritengo sarebbe scorretto giudicarle incapaci di difendersi, sminuendo così le loro capacità, dunque Elisabetta potrà continuare a studiare lo specchio, e conto che verrà aiutata nello scoprire di più sull’identità dell'anima in esso. Inoltre, mi aspetto la massima attenzione da tutti voi nella possibilità che le minacce si concretizzino" spiegò Grigorij “La questione è risol-" 

 

Un singhiozzo lo interruppe: Amelia se ne stava in piedi, grosse lacrime a solcarle le guance “Mi dispiace…” gesticolò tremante “Quello spirito è adirato con me, probabilmente le ho causato qualcosa di brutto che non ricordo, e ora avete pure litigato per colpa mia!" Non ricordava un’altra occasione dove i suoi colleghi si erano dati contro con tale veemenza, e ciò la faceva stare così male… “Amelia cara, non pensare una cosa così brutta!” Commentò Elisabetta, affiancandola “Se Alexandrina, Cristoforo e Maria fossero qui, anche loro avrebbero espresso opinioni diverse, e magari avrebbero preso parte alla lite comunque! Non devi sentirti in colpa perché i nostri pensieri sono differenti. Nessuno è arrabbiato con te!” 

 

“Betta dice il vero" la rassicurò Leonardo “Se abbiamo discusso è solo perché ci siamo preoccupati per te, e…” lo Scorpione sospirò “Ammetto che forse avrei potuto risparmiarmi certe scene" “Anche io…” bofonchiò il Toro “Si può parlare senza gridare" 

 

“Quello che sostengo sempre" fece Mateus a braccia conserte. Detestava urlare come scimmie piuttosto che scambiarsi opinioni in maniera pacata, anche se non sempre era possibile…

 

La spiegazione calmò lievemente l’albina, ma non del tutto: quando la riunione fu sciolta Amelia si diresse dritta verso la piazza principale, e preso posto su una panchina un po' isolata fu libera di piangere affondando il viso tra le mani.

 

Chi avrebbe mai pensato che il suo passato avrebbe avuto tali ripercussioni sul presente?! Tutti quegli anni di morti e sangue dovevano essere solo un brutto ricordo, e invece… che quella donna fosse caduta sotto la sua lama quando combatté per gli Dei? Avrebbe solo voluto sparire! 

 

D’improvviso dei suoni sconosciuti le fecero sollevare il capo: un ragazzo di almeno dodici anni dalla riccia chioma corvina e coperto da una mantella da viaggio verde stava in piedi di fronte a lei, fissandola preoccupato; lo sconosciuto emise ancora quegli strani versi come se stesse inutilmente cercando di parlare, muovendo le mani nello stesso momento 

 

Perché piangi?”.

 

Amelia non poteva crederci.

 

Un turista, un esterno data l'assenza di una maschera a celargli il viso… le aveva parlato con i segni?! Dunque non era un linguaggio strettamente Altomarino? 

 

La ragazza si asciugò gli occhi sotto la maschera, rispondendogli “Scusatemi, oggi non è una bella giornata per me" riferì; il ragazzino le poggiò una mano sulla spalla brevemente “Mi dispiace… posso fare qualcosa per aiutare?” 

 

“BOJJI! ECCO DOV'ERI!” qualcosa scivolò rapidamente  verso i due, rivelandosi essere letteralmente una sorta di ombra senziente; il corvino gli si rivolse allegro con quei tentativi di dialogo “Eh? Hai visto questa ragazza piangere e volevi sapere perché?” ripeté l'ombra, ottenendo altri suoni in risposta “Sa usare i segni come te?!” il nuovo arrivato la guardò, facendo spuntare una strana appendice spinosa che si mosse come una bocca “Sei muta per caso?” chiese. 

 

Amelia annuì, muovendo le mani in risposta “Siete un amico di questo ragazzo gentile?” la domanda fece ridacchiare l’ombra “Amico?! Io sono il suo MIGLIORE amico!” la corresse il demone “E la sua guardia personale!” aggiunse orgoglioso “Hai un nome? Io sono Kage, mentre lui è nientemeno che il Principe Bojji; Sicuramente hai sentito parlare di lui!” la rivelazione impose ad Amelia di rimanere calma: il Principe Bojji era il figlio della defunta Hiling dopotutto, ma non sembrava scosso… forse non sapeva dell’accaduto?

 

Ho sentito parlare di voi in effetti” 

 

Meglio non toccare l’argomento.

 

Si sforzò di sorridere ai due “È un piacere conoscervi, il mio più sincero benvenuto ad Altomare" “Questo regno è stranissimo, lo devo ammettere” commentò Kage guardandosi attorno “Ci si può arrivare solo in barca, e poi indossate tutti queste maschere strane!” Bojji gli si rivolse ancora “Non ho mica offeso!” protestò la guardia “Ho solo detto che sono strane! Quante persone mascherate abbiamo visto nei nostri viaggi dopotutto? Poche! E un intero regno di gente mascherata fa strano…”

 

Voi avete viaggiato parecchio?” domandò l'albina, il corvino annuì “Abbiamo molta strada ancora da fare, ma sono già quasi tre anni che io e Kage siamo in viaggio" spiegò Bojji “Governare non fa per me, così ho preferito lasciare il trono a mio fratello… magari lo conosci! Parlo di Re Daida".

 

Amelia per la seconda volta dovette mantenere la calma: questo ragazzino pareva ignaro di tutte le disgrazie recenti avvenute nel suo Regno… 

 

“Sì, lo conosco" annuì “Ho sentito parlare di lui" sul viso di Bojji si aprì un ampio sorriso “È in gamba, vero?!” gesticolò felicemente; Amelia preferì rimanere vaga, annuendo “Le voci a riguardo che ho sentito ne parlano bene…” mentì.

 

Bojji pareva nutrire un'alta considerazione del fratello da quelle poche frasi, e probabilmente i suoi viaggi gli avevano impedito di sapere l'amara e recentemente situazione: Re Daida non godeva di una felice considerazione da parte dei suoi sudditi, e nella classifica il regno figurava solo nei primi 50. Ancora un risultato basso rispetto al settimo posto ottenuto dal padre anni indietro… sapere una tale situazione avrebbe potuto ferire il corvino!

 

“Allora ha messo la testa a posto finalmente!” si aggiunse Kage “Speriamo regga… dovremmo proprio passare dal Palazzo a salutare prima o poi" commentò guardando l'albina “Ma cambiamo discorso! Dove si può prendere una bella maschera come la tua?” chiese, con Bojji che annuì. Amelia ci pensò su “Molte botteghe di artigiani producono maschere" informò “E tu potresti accompagnarci?” Chiese l'ombra emozionata “Ne vogliamo una anche noi!” la ragazza asciugò le ultime lacrime e annuì, alzandosi in piedi.

 

Li accompagnò fino ad una delle sue botteghe preferite, dove assistette i visitatori con l'aiuto del proprietario nella scelta della loro maschera; l’acquisto si concluse con un monocolo dorato di rimando corvide per Kage e con una maschera rimandate ad un coniglio dalle orecchie ingioiellate per Bojji “Immagino che ci sia un gran lavoro dietro alla creazione di questi oggetti" disse Kage mentre il trio passeggiava per le vie “Ma mi chiedo… perché vi coprite tutti il viso? È una moda?” 

 

Ogni volta che usciamo dalle nostre case, noi umani indossiamo inevitabilmente una maschera” spiegò l'Ariete “Quindi di regola noi rappresentiamo ciò fisicamente con queste" indicò la propria “E non ve le togliete mai?” incalzò Bojji curioso “Le togliamo nelle nostre case, oppure quando siamo insieme a qualcuno con cui condividiamo un legame. In quei casi le maschere non occorrono" la dama si guardò attorno, soffermandosi su alcuni operai al lavoro, intenti a disporre file di lanterne spente connettendo i lati della strada “Siete capitati in un periodo fortuito anzi! Tra una settimana comincia il Carnevale Altomarino… se vi piacciono le nostre maschere così tanto vi consiglio di fermarvi e godervi i festeggiamenti" curioso… parlare con il nobile e la sua guardia le provocava un effetto insolito: sollevava quel peso opprimente sulle sue spalle.

 

Bojji soprattutto irradiava come una luce pura che si espandeva, bruciando ogni sua ombra e preoccupazione… nemmeno la calma di Mateus e Maria le dava la stessa sensazione! Era incredibile… le voci sul conto del Principe si stavano rivelando vere! Alexandrina le aveva raccontato di come, a differenza del fratello minore, Bojji fosse in possesso di un animo impossibile da corrompere e di un grande cuore d'oro. Aveva perdonato chi aveva tramato contro di lui, e ovunque andasse sapeva farsi voler bene; non avendo mai visto suoi ritratti non l'aveva riconosciuto, ma alla vista della sua guardia ombrosa le idee si erano schiarite.

 

Ascoltò i commenti dei due con un lieve sorriso ad incurvarle le labbra rosee, mentre il timore riguardo lo specchio si faceva sempre più  lontano… 

 

Le ore passarono, e la sera scese rapida su tutto il Regno e le città… quando le tenebre calavano, le taverne si riempivano. L'alcol scorreva, così come i pettegolezzi e le voci; gli ambienti gremiti di gente erano inoltre il luogo perfetto per incontrarsi senza destare sospetti.

 

Deimos se ne stava seduto ad un tavolo in disparte, scrutando attentamente l'uomo sulla cinquantina che gli sedeva di fronte intento a leggere dei fogli con attenzione “Qualcosa non va, Primo Ministro?” chiese il consigliere “Pensavo di avervi fatto un favore compilando i documenti al posto vostro" l'uomo emise un pesante sospiro “Lord Deimos, apprezzo il vostro aiuto ma non nego che la vostra convocazione mi ha lasciato perplesso… potevate spedirmi le carte dopotutto” puntò gli occhi scuri verso lo stregone, sentendo un brivido lungo la schiena quando lo vide sorridere in quella sua maniera inquietante “Sapete che cosa è caduto questo mese, Sir Sorii?” chiese questi, ottenendo un cenno negativo “Sua Altezza Lady Flora ha compiuto sedici anni" informò il precettore “Ah! Oh cielo, avete ragione… Re Daida ha voluto dare un ballo in suo onore in effetti!” ricordò il Ministro con un colpo della mano sulla fronte “Perdonatemi, oggi non so dove ho la testa…” Deimos alzò una mano “È tutto a posto, a parte un piccolo dettaglio…” il sorriso si tramutò in un’espressione dura “La Promessa".

 

Sorii sbarrò gli occhi dopo un momento di confusione “Ma… Ma Lord Deimos… non credo che Re Daida sia in condizioni di pensare ad una frequentazione e ad un matrimonio!” disse incerto “È stato appena colpito da un lutto molto grave, capirete che-" “Io capisco solo che il Regno di Daida sta ritirando la parola data" il grigio ebbe scrupolo di alzare la voce all'ultima frase, attirando alcuni sguardi su di loro. Il Ministro strinse i denti, facendogli cenno di abbassa i toni

 

“Lord Deimos, due anni fa Sua Altezza è convolato a nozze, lo sapete" tentò, ma Deimos lo incenerì con lo sguardo “Lady Miranjo, davvero un ottimo partito oserei dire…” berciò impietoso “Scegliere una criminale invece che la sua promessa moglie… una vergogna" se avesse potuto Sorii sarebbe sprofondato dall'imbarazzo! Ma non poteva fare a meno di domandarsi come lo stregone sapesse dettagli così riservati… doveva fare molta attenzione 

 

“Re Daida ha agito perché voleva dare a Lady Miranjo una nuova vita, e perché era affezionato a lei" la giustifica provocò una risata nel consigliere “Peccato che lei abbia ricambiato tale affetto cercando di eliminarlo di nuovo… o sbaglio?~”.

 

Il colore lasciò il viso del Ministro.

 

Solo lui, il Re e la defunta Regina Madre sapevano del secondo attentato e della tragedia ad esso collegata! 

 

“Sposare una maga traditrice, un'assassina che ha eliminato la madre del fratellastro, ha causato la morte del padre, ha tentato di uccidere la Regina Madre Hiling, il Principe Bojji e Re Daida stesso… scegliere un simile elemento, tradendo la parola data al Regno di Gaia quando Lady Flora era ancora una bambina!” 

 

“Re Daida non sapeva della Promessa stipulata tra i nostri regni, Lord Deimos!!” Sorii rivolse un’occhiata implorante al consigliere “Ha agito con buone intenzioni, lo posso giurare! Se avesse saputo del patto non avrebbe MAI sposato Lady Miranjo!” come Primo Ministro, doveva assolutamente evitare la furia dello stregone. Il Regno di Gaia era ventesimo nel Ranking dopotutto… una guerra lì avrebbe visti sconfitti! 

 

Il mago parve interpretare le sue preoccupazioni, perché le parole che sibilò gli gelarono il sangue “Lady Flora ne sarebbe molto dispiaciuta se lo sapesse, Sir Sorii…” annunciò Deimos congiungendo le punte delle dita “Dalla morte dei genitori io e le dolci speranze verso Re Daida sono ciò che l'ha mantenuta sorridente… se sapesse che un'altra donna, una criminale pericolosa, ha preso il suo posto… oh, le si spezzerebbe quel suo povero cuoricino! E potrebbe prendere decisioni drastiche… come contemplare la vendetta~”.

 

Sorii quasi cadde dalla sedia. Deimos lo stava seriamente spaventando; quelle erano minacce concrete! Accuse che però trovavano solide basi a cui appigliarsi.

 

L'unico capriccio dettato dall'altruismo del Re rischiava di scatenare un conflitto tra Regni in un tale momento di fragilità! 

 

“Sir Sorii, sarò diretto: il gesto di Re Daida ha risolto l’accordo con due anni di anticipo, ma, ora che la sua prima moglie è deceduta, il patto può essere portato a termine” proseguì il mago implacabile “Dunque io esigoche il Regno di Bosse mantenga la parola data al Regno di Gaia, in virtù di ciò concedo a Re Daida la mano di Lady Flora, con i migliori auguri di darci presto un principino o una principessina" concluse diretto.

 

Sorii sentì il cuore fermarsi; abbassò lo sguardo, incapace di replicare “Suvvia, Lady Flora è molto bella, addirittura considerata tra le ragazze più belle dei Regni!~” cinguettò lo stregone stringendo la mano del Primo Ministro “E inoltre ricordo bene che Lady Hiling la adorava… dunque un matrimonio tra lei e suo figlio sarebbe come farle un regalo!” il Ministro annuì lievemente “Su questo avete ragione, Lord Deimos…” sospirò “Forse… la compagnia di Lady Flora potrà giovargli” doveva vedere il lato positivo delle cose, no?

 

Forse la giovane Regina sarebbe stata migliore di Lady Miranjo?

 

“Avviserò Sua Altezza domani stesso” sentenziò l'uomo, strappando un nuovo sorriso al consigliere, un sorriso che celava un malsano senso di soddisfazione e vittoria.

 

 

 

Tutto stava procedendo secondo i suoi piani~

 

 

 

***  

 

 

 

E qua si conclude un nuovo capitolo! 

 

Come avete visto i casini non mancano di certo… so che non c’è stata molta azione, maaaa possiamo definirlo un capitolo lore? Speriamo! 

 

Comunque! Vediamo se siete stati attenti e avete capito qualcosa, perché ho letteralmente rivelato un filo conduttore moooolto spesso che lega tutti i personaggi insieme almeno come eventi passati e correnti~

 

Secondo voi cos’è? O chi è?

 

 

 

Aspetto le vostre risposte!

 

 

 

Un abbraccio meccanico

 

 

 

⚙Karla_Heisenberg⚙

 

 

 

 

   
 
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