The
alliance
Questo mio scritto è
pubblicato senza alcuno scopo di lucro.
Finalmente, dopo molte
missioni difficili, caratterizzate da numerosi pericoli, l’SG1,
inviata su P5X-488 aveva la possibilità di stabilire una nuova alleanza tra
La popolazione Ktariana
era molto avanti tecnologicamente rispetto alla Terra e il Presidente egli Stati Uniti non aveva battuto ciglio nel dare il via libera
alle trattative con questa nuova razza.
Daniel e Teal’c avevano
l’ordine di esplorare quella che sembrava essere la loro capitale, mentre Sam e
Jack erano stati convocati dal Gran Consiglio
Ktariano, presieduto da Gordon, il capo della civiltà.
-Maggiore…Colonnello,
prego sedetevi!- disse indicando le due poltrone d’innanzi all’enorme tavolo al
centro della sala.
-Capo Gordon…è un piacere rincontrarla.
Avete proprio una bella città!- si complimentò Jack sedendosi
mentre al suo fianco Sam faceva lo stesso guardandosi intorno.
-Grazie Colonnello
O’Neill…spero anche io un giorno di poter visitare la vostra città!- esclamò sorridente Gordon.
-Sarebbe fantastico, ma devo parlarne con i miei superiori…sa bene quanto conta il
giudizio dei grandi!- rispose Jack sperando di non offenderlo.
-Maggiore Carter…è più bella ogni giorno di più!- disse voltandosi verso Sam, che
diresse la sua attenzione verso il suo interlocutore.
-La ringrazio Capo
Gordon!- rispose gentilmente Sam, notando l’occhiataccia di O’Neill
a Gordon.
-Vi ho convocato qui per
convincervi a portare con voi sulla Terra il mio allievo, Jorda. Eccolo!- disse
indicando il ragazzo che stava entrando nella sala, avvicinandosi a lui.
-È un piacere incontrare i
rappresentanti della Terra!- esclamò inclinando il capo in segno di saluto.
-Piacere di conoscerti
Jorda!- rispose Sam sorridendogli.
-Come ho
detto devo riferire ai miei superiori le vostre intenzioni prima di
portare qualcuno sulla Terra. Torneremo domani con una risposta!- concluse Jack fissando il ragazzo per scoprire se poteva essere
un potenziale pericolo per
-E così sia…ci rivedremo domani!- annunciò alzandosi
in piedi il Capo Gordon.
-A domani!- salutò
gentilmente Sam alzandosi anch’essa.
I due poco più tardi raggiunsero Daniel e Teal’c e si scambiarono le diverse
notizie che avevano acquisito durante la permanenza sul pianeta.
-Allora possiamo tornare all’SGC? Che ne dite?- chiese
O’Neill indossando gli occhiali da sole.
-Sono d’accordo. Appena arriviamo vado nella mensa e mi mangio una bella
fetta di torta!- esclamò Daniel soddisfatto.
Detto…fatto. Dopo il
rapporto al Generale Hammond, la squadra al completo era comodamente seduta al
tavolo della mensa, situata al livello 26 della base
SGC.
-Che ne pensate
di questa nuova alleanza?- chiese Daniel guardando gli amici di fronte a lui.
-Credo che possano esserci
utili!- rispose indifferente Jack mangiando la torta.
-Io invece credo che siano delle brave persone!- replicò Carter.
-Soprattutto
il Capo Gordon…vero Carter?- chiese retorico Jack voltandosi verso il suo
secondo in comando.
-Perché…cosa è successo?-
chiese incuriosito Daniel, notando la faccia di O’Neill.
-NIENTE!- replicò Sam
decisa a chiudere il discorso, ma senza fortuna.
-Il Capo Gordon corteggia
il nostro Maggiore dal primo giorno che li abbiamo
incontrati…non è vero Carter?- chiese sorridendo voltandosi verso Sam.
-Bhè…-provò a replicare Sam ma venne interrotta.
-E allora Jack? Sei mica geloso?-
chiese Daniel sapendo di toccare un tasto dolente.
Il volto di Jack si fece scuro nei confronti dell’archeologo, poi si decise
a replicare.
-Io geloso di Carter? Ma
come ti viene in mente?- rispose senza pensarci.
Sam a quella risposta si
alzò dal tavolo ed uscì dalla mensa dirigendosi presumibilmente verso il suo
laboratorio, lasciando Jack a bocca aperta.
-Ma cosa le è preso…si può sapere?- chiese tornando a
guardare i due amici di fronte a lui.
-L’hai offesa…si vede che
non conosci le buone maniere Jack!- spiegò duro
Daniel, che si alzò anch’esso alla volta del suo studio.
-Ma non volevo offenderla! Tu cosa ne pensi?- chiese a
Teal’c, che era rimasto in silenzio ad osservare la scena.
Credo che dovrebbe fare le
sue scuse al Maggiore Carter!- detto ciò anche lui si alzò
per andare a fare Kelno’reem, lasciando un O’Neill intento a fissare un punto
nel vuoto.
Dopo circa una mezz’ora, l’SG1 venne convocata per un briefing con il Generale
Hammond, dove venivano informati che la richiesta degli Ktariani era stata
accolta dal Presidente.
-Partirete domani mattina
alle
Il primo a lasciare la
sala fu Teal’c, che si ritirò nella sua stanza qualche livello più in alto; il
secondo fu Daniel, che andò nel suo laboratorio a finire di tradurre un testo,
mentre Sam e Jack si diressero nei rispettivi
spogliatoi.
Dopo quasi dieci minuti,
Sam era appena entrata in ascensore, quando una mano bloccò le porte che
stavano per chiudersi.
-Mi scusi, posso…oh, sei
tu Carter!- esclamò sorpreso, vedendo la persona all’interno dell’ascensore.
-Si Signore- rispose
scostandosi per farlo entrare in ascensore.
Le porte si chiusero e
l’ascensore mosse i primi passi, mentre all’interno la tensione era palpabile.
-Senti Carter…volevo scusarmi per quella battuta fuori luogo che ho detto
oggi in mensa! Non volevo offenderti!- disse
mantenendo il suo sguardo fisso su di lei e mostrando un lieve sorriso per far
calare la tensione.
Sam rimase ferma a
fissarlo, mentre la sua rabbia saliva. Come riusciva ad essere così spensierato
e allegro anche mentre chiedeva scusa ad una persona, si chiedeva
mentalmente.
-Non si preoccupi
Signore!- rispose fredda voltando lo sguardo davanti a sé.
-Bhè Carter…però devi
ammettere che il Capo Gordon non è un uomo molto affascinante!- scherzò tranquillamente, senza notare l’arrabbiatura di Sam
che cresceva man mano.
Non solo era stata offesa, ora doveva anche subire le sue battute in
ascensore.
Le porte si aprirono al
livello uno.
-Sono
stanca Signore. Arrivederci!-
disse uscendo dall’ascensore senza guardarlo e dirigendosi verso il parcheggio, dove una volta indossato il casco, salì in
sella alla sua moto e si diresse verso casa.
Jack si diede dello
stupido da solo; perché non riusciva più ad essere sé
stesso accanto a lei. Sapeva di averla delusa e per
questo anche quella notte non chiuse occhio.