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Autore: Leotie    17/09/2023    0 recensioni
Un bambino vittima di abusi. Un uomo dal passato oscuro. Riuscirà l'amore a smacchiare le due anime da ogni ferita e colpa?
Genere: Drammatico, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Lily Evans, Petunia Dursley, Severus Piton, Vernon Dursley | Coppie: Lily/Severus
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Albus Silente aveva scelto Remus Lupin come confidente della nuova presenza tra le fila dell’Ordine della Fenice perché aveva imparato a conoscere il giovane uomo: alla notizia che Severus Piton sarebbe stato membro della segreta congrega, un sincero pentimento e un rinnovato spirito si erano fatti strada nelle iridi del lupo mannaro. La presenza dell’ex mangiamorte avrebbe riacceso vecchie battaglie e il vecchio mago era sicuro che Remus sarebbe stato un ottimo mediatore tra le due fazioni che, da anni ormai, si battevano l’una con e contro l’altra.

Dal canto suo, il lupo mannaro sapeva che non sarebbe stato affatto semplice presentarsi alla porta del giovane Severus. Irritazione e disprezzo, facili da captare nel tono di quest’ultimo, furono considerati una giusta punizione per l’omertà e il complice silenzio a cui Remus aveva dato spazio sin dal suo ingresso a Hogwarts.

Fu in quelle vesti che cercò di far la sua comparsa nel salotto della casa di James Potter, nonostante il ribollir del sangue a seguito dell’audace insofferenza e prepotenza dell’uomo dai capelli corvini.

- REMUS! –

Un vocalizzo entusiasto del nome del lupo riecheggiò tra le mura del salotto e Remus osservò chiaramente le figure dei suoi due migliori amici farsi più vicino, per salutarlo.

- Che fine avevi fatto? – domandò James, tirandogli uno scherzoso pugno sulla spalla, punto che la giovane vittima cominciò ad accarezzare con finta smorfia di dolore dipinta sul volto.

- Non c’è bisogno di essere così maneschi, James! –

- Suvvia, Rem, non fare il cucciolo indifeso! – intervenne Sirius, cingendogli le scapole con un braccio.

Un ammasso non proprio morbido colpì improvvisamente i polpacci e il retro delle ginocchia del licantropo, il quale cadde in avanti, faccia a terra, con un "Oof" spiazzato da quel colpo improvviso.

  - Maledizione! - gracchiò una voce maschile a tutti conosciuta, che lasciò nelle iridi di James e Sirius prima uno sguardo di incredulità, poi di cieca rabbia. 

  - MOCCIOSUS! - urlò il primo, tirando fuori la bacchetta e puntandola verso l'obiettivo.

Remus, nel frattempo, era strisciato in un angolino, tenendo stretto il ponte del naso da cui aveva cominciato a gocciolare del sangue. 

Severus, invece, non era affatto mortificato per quanto accaduto: non gli dispiaceva che quel doppia faccia si fosse rotto un osso del volto. Era, piuttosto, imbarazzato per quell'entrata rocambolesca.  

Si fece forza sui gomiti e, poi, sulle mani per tirarsi su. 

  - Nono, tu non vai da nessuna parte! -

  - Sirius, non è necessario -
  
  - Zitto, Rem, lasciaci fare il nostro lavoro! -

Una mano lo prese per la collottola e lo strattonò indietro. 

  - James- - 

Remus continuò il suo tentativo di far gettare la spugna ai due, ma fu presto zittito.

  - INCARCERAMUS! - 
  
  - SIRIUS! -

Sirius aveva cantato l'incantesimo con goduria più che accennata nel tono di voce. 
Una serie di corde forti si strinsero dapprima attorno ai piedi e alle mani dell'ex mangiamorte e, poi, fecero il loro corso lungo le gambe, il busto e, infine, il collo scoperto, premendo su di esso quanto bastava per mandar l'uomo in asfissia. 

Piton artigliò, con fare agitato, il cappio, cercando di distanziarne un lembo dalla pelle martoriata. I suoi occhi sbarrati videro nero. Era sovrastato dal battere delle pulsazioni del cuore accellerato.

  - Siri, basta! Lo ammazzerai! -

Era Potter.

Severus non aveva mai pensato di poter morire così, sotto lo sguardo divertito di colui che avrebbe dovuto combattere i mangiamorte, ma che ne avevano assunto gli stessi modi di fare, e quello pietoso di colui verso il quale il maestro di pozioni aveva già un debito di vita.

Crollò sui mattoni del pavimento della sala. 

Sirius sorrise.

 - Silente sarà più che contento del nostro bottino! - affermò, premendo il petto in fuori, compiaciuto.

James estrasse la bacchetta per fermare la vicina carneficina, ma fu anticipato da Remus.

  - FINITE INCANTATEM! -

L'aria piombò nei polmoni del giovane Severus mentre le corde si ritiravano e scomparivano nel nulla. 

  - MA CHE CAZZO- - urlò James, avvicinandosi con passo omicida verso Felpato, prima di essere interrotto perchè messo K.O. da un nuovo ospite del Cottage, che da poco aveva varcato la porta del salotto. Stessa fine fece Sirius. 

Nessuno si preoccupò di lanciare un incantesimo ammortizzante. 

Il tonfo di alcuni passi si fece sempre più vicino al maestro di pozioni e delle mani gentili e contemporaneamente ferme gli cinsero le braccia.

  - Su, Severus... -

Era una donna. Le forti braccia lo tirarono su, aiutandolo a mettersi seduto e a poggiare la schiena contro la spalliera del retro di una poltrona. 

Il caminetto doveva essersi azionato per permettere l'entrata di qualcuno, perchè Severus aveva udito nettamente l'aumento del crepitio delle fiamme. 

  - ...cosa è accaduto qui, Alice? - 

Silente. 

L'ex mangiamorte aprì gli occhi e voltò il capo verso l'anziano mago, il quale catturò il suo sguardo e, preoccupato, si avvicinò a lui.

  - Severus, stai bene? -

  - No, Albus. Non sta bene! Quei due lì - Alice indicò James e Sirius, stramazzati al suolo - l'hanno quasi ammazzato! -

  - Il signor Potter e il signor Black? -

L'utilizzo dei loro cognomi non era buon segno. 

  - Si, Albus! Io l'avevo detto che non sarebbe stata una buona idea far venire qui Severus, senza dar prima un avviso! -

  - Non è il momento di discutere, Alice -. Fu Remus a interrompere l'irato monologo: era ora in piedi, a due metri di distanza dalla donna. Aveva un aspetto terribile: la pelle pallida contrastava con il vivace rosso che umettava il naso, le labbra e il mento.  
  
  - Tu stanne fuori! -
  
  - Non puoi dire di starne fuori, visto che- -
  
  - BASTA! - urlò Silente, silenziando la stanza. - Qualcuno può spiegarmi cosa è successo? - domandò, rivolgendo una lunga occhiata ai tre presenti, vigili.

Remus si schiarì la voce per attirare l'attenzione. 

  - Sirius ha lanciato un incantesimo incarcerante su Piton, soffocandolo- -
  
  - Lo stava letteralmente ammazzando! -
  
 il licantropo continuò come se nulla fosse.

  - James ha provato a fermarlo, ma l'ho anticipato. Mancava cosi poco perchè lui- -

  - ...smettetela di... parla-re di me... come se non fossi qui... - gracchiò Severus, mentre cercava di alzarsi in piedi su gambe traballanti. Alice l'accostò presto e lo aiutò. Il sopravvissuto non oppose resistenza. 

Le fiamme del camino si accesero, colorandosi di verde, e sputarono fuori la figura aggraziata di Lily. La donna si guardò attorno e le sue iridi si soffermarono un momento di più su Severus. 

Quest'ultimo vi lesse malcelata preoccupazione. 

  - Cosa...? -
  
  - Non è successo nulla. - rispose Piton, prima che qualcun'altro potesse raccontare la verità. Lily era incinta e non voleva destabilizzarla.

  - Non dirmi cazzate, Severus. -
  
 L'ex mangiamorte le rivolse uno sguardo di supplica.

  - Per una volta, Lily... abbi fiducia in me... -

Fu una mossa sbagliata, perchè la donna, di tutta risposta, gli indirizzò un cipiglio truce. 

  - Ora come ora, non ho fiducia nelle tue parole. E non puoi chiedermi di averla quando hai appena mentito di fronte all'evidenza dei fatti! - ribattè, incurante della presenza di Lupin che osservava la scena con occhi stupiti e sbarrati. 
  
Severus Piton tacque. La sua mente non riuscì a pensare alcuna parola di smentita. 

Si intromise Remus, tentando di calmare le acque. Raschiò la gola perchè gli occhi fossero tutti puntati sulla sua persona e fece un passo avanti.

Lily alzò un sopracciglio. Il licantropo si chiese se l'avesse preso da Severus. 

Prima che la verità potesse venire a galla, il maestro di pozioni si alzò dal divano, aiutato nuovamente da Alice che era rimasta al suo fianco.

  - È meglio che tu ti sieda - disse alla fulva amata, guadagnandosi subito le sue proteste. 

  - Non mi siederò. Ditemi cosa cazzo è successo o vi maledirò tutti con l'incantesimo solleticante! E vi prometto che lo farò andare avanti fino a quando non sputate il rospo. -

L'incantesimo solleticante avrebbe potuto sembrare innocuo; in realtà, era assimilabile, per utilizzo pensato da Lily, alle torture cinesi applicate ai nemici prigionieri. 

  - Non c'è nulla di ridere, Albus! Ed essere il capo dell'Ordine non ti esula dalla minaccia! -

Silente alzò le mani in segno di resa. 

  - Allora?! -

  - Te lo dirò io, Lily. Magari, però, ci spostiamo in luogo più... appartato, che dici? -
  
Era Alice Paciock. Lei e la giovane erano legate da una profonda amicizia. 

La ragazza dai capelli ramati sapeva che non sarebbero state buone notizie. Annuì lentamente e con un - Andiamo -, si fece strada, sorpassando la sua amica, fino in una stanza attigua al salotto. 

 - Ebbene? - domandò Lily, chiedendo pronta risposta. Battè un dito lungo le braccia incrociate, impaziente.

Alice sospirò. Non sarebbe stato affatto semplice.

  - Nessuno sapeva sarebbe arrivato Severus, se non me e Remus. E, presumo, lo sapessi anche tu... -

  - Si. -
  
  - Non me lo hai detto... -

  - Non è il momento di contare cosa si è detto e cosa non si è detto, Alice! Se proprio vorrai parlarne, lo faremo in un secondo momento! -

La signora Paciock socchiuse gli occhi, irritata dal comportamento dell'altra presente.

  - Potrai scommetterci! - le rispose. 

Avevano entrambe un bel caratterino.

  - Te la faccio breve: Sirius ha lanciato un Incarceramus a Severus e per poco non lo ammazzava soffocandolo -

  - Co... cosa... come... -

  - Io ero in cucina, ho sentito delle urla e sono accorsa in salotto. James ha provato a fermare Sirius, ma Remus è stato più veloce lanciando un Finite e io ho provveduto a far perdere i sensi ai due - 

  - Dobbiamo portare Severus al San Mungo -

Lily fece per dirigersi verso la porta, ma Alice la fermò. 

  - Non possiamo farlo, Lily, e tu lo sai -

  - Ma lo hanno quasi ammazzato! E se si fosse fratturato qualcosa? Se fosse successo qualcosa? È necessario che un medico competente lo controlli! -
  
  - Severus sta bene, Lily! -

La signora Paciock le prese le mani e si accorse che la sua amica stava tremando.

  - Se fosse successo qualcosa, ci avrebbe avvisato, non credi? -
  
Lily annuì, seppur non fosse proprio convinta di ciò, e una lacrima le solcò una guancia. 

  - Quel bastardo... lo ucciderò io stessa non appena apre gli occhi al mondo! -

  - Lascerai che mi unisca a te? -
  
  - Non ti lascerei mai indietro, Alice! - 

  - Bene, perchè voglio che la paghi cara. -
  
La sua interlocutrice annuì, seria, prima di aggiungere:

  - Sono stata una stronza... non avrei dovuto trattare Severus in quella maniera prima... non sono stata molto diversa da Sirius... - 

  - Non dirlo neanche per scherzo, Lily! Si, sei stata un po' stronza, ma non sei stata tu a cercare di uccidere Severus. E, poi, sei ancora in tempo per rimediare! -
  
Strinse la presa in gesto di conforto.

  - Si... hai ragione... - 
  
  - Ora torniamo in salotto. Sono sicura che Severus stia facendo i salti mortali per vederti! -

Le sorrise.

  - Sicuramente... -

Lily spazzo via la lacrima e seguì Alice dove erano presenti gli altri membri dell'Ordine. Come previsto, trovò Severus che faceva pressione su Albus e Remus per passare. 

  - Sai che è un mio diritto vederla! -
  
  - Ragazzo mio, non è- -
  
  - Sono qui - si intromise Lily. Tutti voltarono lo sguardo su di lei, ma il più apprensivo era proprio quello del suo amato, che si fece avanti verso di lei. 
  
  - Stai bene...? -
  
  - Dovrei chiedertelo io, in realtà... andiamo di là? -

Severus accettò e i due si appostarono dove Lily aveva parlato con Alice pochi secondi prima. 

  - Siediti, Sev... -

Aveva utilizzato il diminutivo. Era buon segno.

  - Sto bene, Lily, non c'è bisogno che io mi sieda! -
  
  - Ho detto siediti. -

Lo sguardo che gli rivolse lo fece desistere dal ribattere. 

  - Va bene... mi siedo! - 

  - Ottima decisione -

 Lily lo affiancò, ma rimase in piedi. Estrasse la bacchetta dalla fondina inserita nella manica e cominciò a lavorare sul maestro di pozioni in religioso silenzio. 

Aveva imparato tempo prima le manovre diagnostiche e di cura di base frequentando un corso di formazione sul pronto soccorso. Lanciò un incantesimo diagnostico, per appurare se davvero Severus fosse illeso come aveva detto Alice. 

La pergamena apparsa tra le mani segnava solo un ematoma in generazione sulla pelle sfregiata dalla corda. 

  - Grazie a Merlino nessuna frattura o altro... - affermò, tirando un sospiro di sollievo. 

  - Sto bene, Lily. -
  
  - No, non stai bene Severus! Hanno cercato di ammazzarti -

  - Non c'è bisogno di ripeterlo, lo so. E, comunque, sono stato vicino alla morte più volte rispetto a quanto tu possa immaginare -

  - Non significa che stai bene, Sev. Sei pallido e stai tremando! Forse non è stata una buona idea farti venire qui... -
  
  - Quel che è fatto, è fatto, Lil. Non si può cambiare il passato -
  
  - Ma lo vorrei... - 
  
  - Anche io lo vorrei... ma si può sempre cambiare il presente... -
  
  - Si... -

Lily posò una mano sul petto di Severus e lo spinse dolcemente indietro fino a che la sua schiena non poggiò sullo schienale della poltrona; poi, si inginocchiò sul divano, sedendosi in grembo al giovane, attenta a non poggiarsi con tutto il proprio preso su di lui.

Chinò il capo fino a baciargli le labbra. 

  - Mi dispiace, Sev... -
  
Severus le appoggiò le mani sui fianchi. Lily si morse il labbro.

  - Non avrei dovuto trattarti in quel modo... -

  - Non devi scusarti -

  - No. Ti devo queste scuse. Ti ho trattato di merda, Sev. Non ti ho dato ascolto... di nuovo... ma ora voglio farlo, quindi... che ne diresti di ricominciare daccapo? -

  - Sono stato poco delicato nel pronunciare quelle parole ieri sera e mi dispiace... non sapevo bene come comportarmi. Questa notizia... bellissima, e lo sottolineo... mi ha preso alla sprovvista. Ma questo bambino lo voglio anche io, Lily! Non ti chiederei mai di disfartene, mai! - 

  - E allora perchè hai detto che c'è bisogno di trovare una soluzione? -

  - Perchè la nostra è una posizione delicata... se Tu-Sai-Chi scoprisse te e il bambino... -

Severus non terminò la frase. Deglutì e gli occhi gli si fecero lucidi. 

  - Non lo pensare... non lo pensare nemmeno... - rispose Lily, prima di baciarlo nuovamente, questa volta in maniera più passionale.
  
  - Non permetterei mai che succeda qualcosa al bambino e a me, Sev! -

  - So quanto tu sia coraggiosa... -
  
  - Non è coraggio. -

I loro sguardi si scontrarono.

  - È l'istinto di una madre -

Severus non disse nulla, rapito dalla luce nello sguardo della donna che amava. Lui non era stato così fortunato: non aveva avuto il dono di una madre disposta a tutto, anche a morire, pur di difenderlo dalle botte di Tobias. 

  - ...avrei voluto una madre come te... -

Gli occhi di Lily si addolcirono.

  - ...ti amo... - disse lei.

  - ...anche io... - rispose lui.

Non molto tempo dopo, Severus e Lily fecero capolino in salotto, curiosi di quanto fosse accaduto in loro assenza. 

James era tornato ai propri sensi ed era seduto sulla poltrona precedentemente occupata dall'ex mangiamorte. Giaceva tra le mani una tazza rossa fumante, intoccata. Lo sguardo del ventunenne si soffermò su Severus. Quest'ultimo ricambiò. 

Forse resosi conto non ci fossero danni permanenti o forse imbarazzato dal mostrarsi preoccupato per quello che avrebbe dovuto essere un nemico comune, Potter lasciò l'altro libero dal suo scrutinio

Di Sirius, invece, neanche l'ombra. 

  - Dov'è quel coglione, Albus? - domandò Lily, con voce fintamente calma.
  
  - Me ne sono occupato personalemente- -

  - ALBUS, NON TRATTARMI COME UNA RAGAZZINA! Dove cazzo lo hai messo?! Non lo starai mica proteggendo, vero? PERCHÈ IO LO TROVERÒ COMUNQUE E GLI FARÒ RIMPIANGERE DI ESSERE NATO! - 

  - Lily- -
  
  - Non ti intromettere, Sev! -

 Severus sospirò, irritato, e rivolse uno sguardo di supplica al Preside di Hogwarts.

  - Non lo sa nessuno, Lily, nè io, nè Remus, tantomeno James - si intromise Alice. 
  
  - Così è? -

Albus annuì. Si leggeva una fitta stanchezza negli occhi.

  - Allora, lascia che ti dica una cosa. -

Lily piombò su Potter come un avvoltoio. Poggiò le mani su entrambi i braccioli della poltrona, inchiodando il giovane su di essa. 

  - Tu e quel coglione avete rotto con tutta questa fottuta manfrina! Lo dirò solo una volta e non lo ripeterò: Severus non. è. un. mangiamorte. -

Fissò l'uomo sotto di lei.

  - Sono stata abbastanza chiara? - 

La nuova vittima annuì, incapace di pronunciare anche una sola parola. Tutti sapevano quanto Lily potesse essere pericolosa se si fosse fatto un passo falso.

  - Bene. -

Albus battè le mani. 

  - Ottimo, ragazzi miei! Sono contento abbiate trovato un buon compromesso! - affermò con fare da nonno.

  - Visti gli eventi di quest'oggi, la riunione dell'Ordine slitta a data da destinarsi -

  - Ci mancherebbe altro! - sentenziò Lily, con una smorfia disgustata dal teatrino che il vecchio si era sentito in dovere di mettere su. 

Severus le si avvicinò e le susssurrò: - Vieni a casa...? -

  - Si! Tu comincia ad andare, devo prendere giusto la mia borsa. -

  - Va bene... ti aspetto in camera da letto... - 

  - ...Seeev... shhh... -

Il maestro di pozioni le rivolse un sorrisetto malizioso e si congedò.

La borsetta era una scusa. Lily aveva già in mente un piano. 

  - Allora io vado. Conto che questa riunione si faccia a breve, visti i tempi... e i nuovi mangiamorte che prendono le fila dell'Ordine della Fenice. - 

Lanciò la metropolvere nel camino e vi entrò, non appena si colorò di verde. 

  - Ah, ancora una cosa prima che vada! -

Il suo sguardo si soffermò su James, pronto a cogliere una punta di gelosia. Lily sorrise internamente.

  - Io e Severus stiamo insieme - 

Si concesse abbastanza tempo per vedere le nocche di James farsi bianche mentre le dita si conficcavano nell'inbottitura del divano e le labbra assottigliarsi prima di cantare la destinazione a cui era promessa.
   
 
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