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Autore: RoloChan105    10/10/2023    0 recensioni
Con la morte del partner, l’agente Donald D. Darius si ritrova solo. Il distretto noxiano è un posto pericoloso e il crimine serpeggia dietro l’angolo. Per cercare vendetta è scovare l’assassino, Quinn si farà avanti e assieme a Darius, cercheranno di scoprire la verità. ~
Senna Purifier è scomparsa e i nostri due agenti dovranno indagare per riuscire a ritrovarla. ALTERNATIVE UNIVERSE / AU / DariusxQuinn
Genere: Azione, Commedia, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Darius, Lucian, Quinn, Senna, Thresh
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quando Quinn arrivó alla camera di Darius, per poco non le venne un colpo.
Oltre ad essere finalmente sveglio, quel deficiente del suo collega stava letteralmente litigando con qualcuno. Non era una discussione come tante altre, aveva proprio un tono di voce arrabbiato e imbestialito. Si sporse per vedere la situazione e capire, ma non riconobbe il suo interlocutore.
-Mi scusi- Un infermiera si fece avanti. -Devo medicare un attimo il paziente, dopo può vederlo-
-Oh, si mi scusi- Mormoró Quinn spostandosi da un lato del corridoio per farla passare per poi, appoggiarsi contro il muro e attendere.
Prima che l’infermiera chiudesse la porta, l’interlocutore di Darius uscì. Dalla sua espressione, sembrava arrabbiato ma anche parecchio scocciato. Era alto, grosso e vestito come un deficiente. Non appena incroció il suo sguardo, la sua espressione cambió e con un ghigno predatore si avvicinó a lei.
-Ciao- La salutó con un sorriso raggiante. Un po’ perplessa e intimorita, Quinn ricambió il saluto.
-Ciao-
-Sei venuta a trovare quel coglione?- Quinn storse la bocca per poi, annuire: era chiaro che si stava riferendo a Darius e se lo additava a quel modo, probabilmente lo conosceva bene.
-Si, ho visto che si è svegliato.-
-Già- Si appoggió con la schiena al muro imitandola e nel farlo, Quinn si prese del tempo per studiarlo. Era sicura di non averlo mai visto prima eppure, aveva un che di familiare. Nel sentirsi osservato, l’uomo si voltó verso di lei.
-Sei la sua ragazza?- Quella domanda la spiazzò. Si umettó le labbra e negó presentandosi come la sua partner di lavoro. -Ah, sei Quinn- La conosceva?
Nuovamente, cercó di comprendere dove l’avesse già visto ma niente.
-Tu sei…?-
-Draven- Nel sentire quel nome, il cervello finalmente collegó ogni punto: quegli occhi verdi, la mascella e la fronte prominente , per non parlare dell’altezza e della corporatura… era chiaro che fosse suo fratello.
Il fratello che Darius non voleva assolutamente che lei conoscesse.
-Darius mi ha parlato di te…-
-Davvero?- Si stupì mettendosi a braccia conserte - E che ti ha detto? Ti ha raccontato che sono un gran figo e che sono libero?-
-No, mi ha detto di starti alla larga…-
-Eh- Rise abbozzando un sorriso ironico - Ha paura che ti soffi…logico.- Quinn scosse il volto: era abbastanza sicura che non fosse per quello ma se lo tenne per sè.
-Stai tranquilla- Le sorrise lisciandosi con una mano i baffi - Quelle sotto la terza non mi interessano.-
-Allora sono al sicuro- Commentó piattamente sapendo di aver schivato una pallottola enorme.
-Non mi fraintendere: sei carina e le tomboy mi piacciono da impazzire, ma sono certo che mio fratello ti ha già dato una ripassata e mi ammazzerebbe…- Nel sentire quelle dichiarazioni, finalmente comprese perché Darius non voleva accordare quella conoscenza.
-Io e Darius siamo solo colleghi-
-Disse quella che è da tre giorni in ospedale e che fa anche turni notturni-
-Siamo amici, è naturale-
-No- La fermó- Non è naturale.- Si mise di fronte a lei- Naturale sarebbe passare a trovarlo e lasciare dei fiori o un cambio, non stazionare qua notte e giorno e andarsene solo per lavoro…- con un ghigno, si mise le mani sui fianchi. - Nemmeno la mia ex cognata ha mai fatto così e come vedi, nemmeno si è presentata…-
-L’ho sempre detto a Darius che quella è una gran Stronza-
-È la stessa cosa che ho detto a lui…- Concordó- Solo in toni meno cordiali…- Con un gesto, le tese la mano poggiandogliela sulla spalla. -Si vede che ci tieni a mio fratello: lo fai mangiare, ti preoccupi per la sua salute, gli stai accanto. Quando lo chiamo dice che è sempre con te e che si diverte. Erano anni che non lo vedevo così felice…- Furbo, le fece un occhiolino e in soggezione, Quinn abbassó il volto.
-Darius è un brav’uomo-
-Ma anche un gran coglione se ti lascia scappare…- Dichiaró per poi, studiarla meglio. -Ma se lui non ti vuole, posso prenderti io. Posso soprassedere sulle tette…-
-Oh…gentile-
-DRAVEN!- La voce di Darius si spanse per il corridoio non appena l’infermiera uscì.
Con un enorme sospiro, Draven scosse il volto per poi, tornare a guardare Quinn.
-Scappo, non ho intenzione di sentirmi fare la predica da lui-
-Stavate litigando?-
-Che? No!- Ridacchió per poi, preoccuparsi quando udì nuovamente il fratello chiamarlo- Meglio che vada. So che è in buone mani!- Con un cenno del volto, la salutó per poi inoltrarsi verso il corridoio diretto all’uscita.
Sentendo il collega urlare, Quinn si fece forza e comparve sulla porta. Non appena vide che era lei, Darius si calmó per poi, cercare di scorgere il fratello.
-Dov’è andato?!-
-Via-
-Dannato Imbecille- Sbottó continuando per un po’ con una carrellata di insulti. Quando sentì di essersi scaricato abbastanza, tornó a fissare Quinn che in tutta risposta, si era messa a sedere su uno sgabello togliendosi la maglia e appoggiando la borsa. -Ti ha messo le mani addosso?-
-No-
-Ti ha fatto qualcosa?!-
-Abbiamo solo parlato- Lo rassicuró per poi, accavallare le gambe- Non sono il suo tipo- Si indicó le tette. -Sotto la terza sono come invisibile per lui.-
-Che? È una terza?-Domandó incredulo Darius per poi, allungare una mano -Fammi un po’ vedere- Prontamente venne schiaffeggiata e offeso, storse la bocca.
-Sembravano più piccole l’altra volta, volevo solo assicurarmene-
-Vuoi prolungare il tuo ricovero per un trauma cerebrale?- Quella minaccia servì per placarlo. -Perché litigavate?-
-Ah…- Un lungo sospiro uscì dalla sua bocca per poi, digrignare i denti. -L’assicurazione sulla vita ha elargito una somma considerevole per questo “incidente con Thresh”. -Si adagió contro i cuscini storcendo la bocca per il dolore. - Prima con mia moglie, avevano fatto questa assicurazione assieme e quindi, i soldi sarebbero andati a lei.- Quinn rimase ad ascoltare un po’ preoccupata. -Quello scemo di Draven ha cambiato mesi fa il tutto e adesso, il beneficiario è lui. Mi stava dicendo che i soldi erano arrivati e li ha messi su un conto a parte che posso prelevare- Nel sentire quelle parole, Quinn si mise a braccia conserte.
-Come può averlo fatto? Ci vuole la tua firma no? E anche quella di tua moglie- Darius si portó entrambe le mani al volto e si coprì gli occhi.
-Mi ha fatto firmare da ubriaco…-
-Darius-
-Non dire niente- La pregó per poi sospirare nuovamente- è poi andato a casa della mia ex per litigarci. A quanto pare si sono presi di brutto ma è riuscito a farla firmare. Non voglio sapere come ma mi stava dicendo che lei non voleva e che avrebbe chiesto in tribunale, che la somma mensile da darle, aumentasse-
-Quella già ti prende metà stipendio!-
-Lo so- Quinn scosse il volto per poi fissare dispiaciuta il compagno.
-Mi dispiace…è venuta almeno? Ha chiesto di te?-
-No- Darius chiuse gli occhi per poi scrollare con dolore le spalle - Non le importa niente di me-
-Solo i soldi -
-Già- Convenne per poi cercare di afferrare la sua mano. -A differenza di qualcuno che mi hanno detto, è rimasta sempre qua…- Nel sentire quella presa, il cuore inizió a batterle frenetico.
-Sono ancora incazzata con te - Mormorò fissandolo seria.
-Quando mai tu non lo sei-
-Sto parlando sul serio!- Alzó la voce per poi, contenersi.-Potevi morire-
-Perchè è risaputo che il nostro lavoro è un posto sicuro…-
-Smettila di scherzare!- Strinse la presa fissandolo con insistenza. -Sto parlando seriamente Darius!- Ripetè quando detto avvicinandosi a lui. - Thresh poteva ucciderti! Non aveva nessuna remora e sono arrivata in tempo con Olaf!-
-Olaf?- Nel sentire quel nome, Darius cercó di alzarsi- che cazzo ci faceva con te?-
-È venuto a controllare e… - tossicchiò un po’ in imbarazzo - A pomiciare con me- L’uomo la fissó stralunato per poi tentare nuovamente di alzarsi. -Stai fermo!-
-Vado a piantargli un proiettile in culo-
-Stai giù, Imbecille!- Lo offese poggiando entrambe le mani sulle sue spalle per poi sentirlo mugugnare dal dolore- Ough… scusami- Si distanzió per poi, guardarlo colpevole -stavo scherzando- Cercó di tornare seria- È venuto a controllare, perché era preoccupato ed è lui che si è accorto di Thresh! Se non fosse stato per lui, saresti morto!-
-Te ne saresti accorta anche tu se non fossi stata troppo impegnata a sbavargli addosso!- La sgridó.
-Non gli stavo sbavando addosso! Stavo chiamando i rinforzi e mio padre!- Lo fissó adirata- Smettila di fare il geloso, sei insopportabile-
-Ho capito che ti piace - un espressione infastidita si dipinse sul suo volto- Perchè non vai dal tuo eroe allora?-
Quinn rimase a sedere e mentalmente, contó fino a dieci.
Capiva Darius e forse, era il caso di allentare un po’ la corda con lui e dargli tregua.
-Delle volte sei davvero fastidioso- Mormoró - e infantile- si prese del tempo per poi, continuare- Grazie a lui, abbiamo preso il complice.- Nel sentire quelle parole, Darius si voltó verso di lei.
-Complice? Che complice?-
-La cameriera- Ci mise un attimo, poi si ricordó di lei- Vai a capire come, ma quella scema l’aveva visto e si era innamorata di lui e il suo operato. Così invece che andare ad avvertire la polizia, è diventata sua complice. Il corpo lo abbiamo trovato perché lei doveva pulire il tutto e invece, se ne era dimenticata. -Scosse il volto per l’idiozia di quella persona- Al cimitero doveva raggiungerlo per far fuori Senna e Lucian e Olaf, è riuscito a fermarla prima che potesse entrare e farci fuori.- Si mise a braccia conserte- perciò si, sono grata a lui per averci salvato il culo.- Con un occhiata, vide che Darius aveva compreso ma che non gli andava giù ugualmente.
-Olaf è un bravo ragazzo- Inizió per poi alzarsi e avvicinarsi a lui - Ma è già impegnato.- Gli volle ricordare.
-Non vuol dire niente- Scosse il volto per poi, vederla avvicinarsi a lui, fino a mettersi a sedere sul suo letto.
-Tu sei il mio migliore amico Darius- Lo elogió con un sorriso - sono felice che tu sia ancora vivo… e questa volta, ho avuto davvero paura che potessi fare la fine di mio fratello- nel sentire quelle parole, Darius si fece serio.
-Ci vuole più di questo per farmi fuori- per l’ennesima volta, le prese la mano e la intrecció con la sua. -Non ti lascio sola- Le sue parole, la fecero sorridere e le infusero coraggio. -Dobbiamo ancora vendicare Caleb, ricordi?- Nel sentire quelle parole, Quinn si commosse: non si era dimenticato di lui.
-Hai ragione…- Mormoró con un sorriso.-Hai ragione.- Ripetè per poi, restare a fissare il suo volto e incastonare i suoi occhi in quelli verdi e speranzosi di lui. Forse suo padre aveva ragione: poteva vedere dal suo guardo quando Darius le volesse bene. Posó la mano sul suo petto per poi, avvicinarsi lenta al volto. Nel vederla così vicino e seria, Darius strinse la presa alla sua mano dischiudendo le labbra.
-Sarà meglio per t- Si interruppe allontanandosi subito quando dalla porta, come una furia, arrivó qualcuno che non si sarebbe mai aspettata.
-Darius- Samira, vide il collega a letto e con forza, si avvicinò a lui gettandosi per abbracciarlo. -Stai bene, sei sveglio!- Urló quasi per poi afferragli il viso e baciarlo con passione. Nel vedere quella scena, Quinn che si era fatta da parte, rimase immobile. Una sensazione orribile si fece largo dentro di lei e in silenzio, afferró le sue cose pronta ad andarsene.
-Quinn- Darius la chiamó cercando di fermala e togliersi di dosso Samira.- Quinn!- Ma lei ormai era uscita.



Con aria stanca la fissó in tralice.
Erano passate due settimane e finalmente, era tornato a casa. Avrebbe dovuto fare riabilitazione alla spalla ma per fortuna, la gamba non aveva problemi. Il proiettile era entrato ed uscito senza colpire nessun punto vitale nè tantomeno danneggiando muscoli o legamenti. Era stato davvero fortunato.
Il fianco gli faceva male ma era stato decisamente peggio.
La partita quella sera sembrava più noiosa del solito e Quinn era in silenzio come una tomba.
Da quando Samira era venuta a trovarlo e l’aveva baciato diverse volte, per sua sfortuna, Quinn si era fatta più fredda e aveva smesso di andare a trovarlo.
Era arrabbiata e poteva capirlo. Aveva provato a spiegarle che Samira aveva fatto di testa sua, che non provava niente per lei e in tutta risposta, lei aveva sbottato con “e tu mi facevi la paternale per Olaf”.
Erano entrambi gelosi marci e lo sapeva, ma la questione adesso stava diventando davvero stancante.
Doveva fare qualcosa. Doveva agire.
Comportarsi come un vero noxiano e consolidare il suo rapporto con lei, perché aveva capito che voleva di più. Nuovamente la fissó e questa volta, si prese del tempo: aveva addosso una delle sue tante magliette rubate, i capelli ancora umidi per la doccia e lo sguardo spento.
Era delusa, triste e arrabbiata e probabilmente, pronta a farlo fuori lei stessa.
Con un respiro profondo, Darius afferró il telecomando e prese la decisione di spengere la Tv, lasciando che per il momento, Demacia fosse in vantaggio di sette punti.
-Parliamo- Propose lui poggiando poi il telecomando sul tavolino- Parliamo di noi, ti va?-
-Non c’è nessun “noi”- Dichiaró lei restando a fissare il televisore.
-Si che c’è- Si avvicinó a lei. -Senti, ti chiedo scusa per Samira. Di nuovo. Io non la amo e pensavo di essere stato chiaro con lei.-
-A quanto pare no-
-Se ci riproverà, le punterò una pistola alla testa, ok?- Con aria decisa, le prese la mano costringendola a fissarlo. -O dove preferisci, qualunque punto!-
Quinn sembró pensarci per poi, scuotere il volto e chiudere gli occhi.
-Lascia stare- Aveva un aria rassegnata.
-Cosa devo fare allora?- Cercó di convincerla a parlare.
-Ti ho detto lascia stare- La vide alzarsi in piedi e uscire fuori nel piccolo terrazzo. L’aria serale iniziava a farsi più fredda, ma aveva bisogno di uscire per schiarirsi le idee. Pochi attimi dopo, zoppicante, Darius la raggiunse appoggiandosi alla balaustra accanto a lei.
-Cone posso rimediare se non mi parli ?- Non capiva. -Vuoi che il tuo pollo mi stia simpatico? Ok, farò in modo di andarci d’accordo…e proverò ogni tanto ad annaffiare le tue piante senza affogarle…- Niente. Nessuna reazione.
Con aria risentita, abbassó sconfitto il volto. -Vuoi che me ne vado?- Domandó infine.
-No- Lenta, si appoggió contro la sua spalla- Resta- Lo pregó e lui ubbidì, grato di sentire quel contatto con lei. -Pensavo…- Mormoró lei strappandolo dai suoi dubbi. -Pensavo che questa fosse la volta buona…-
-Per cosa?- Domandó confuso.
-Per noi- Ammise per poi restare a fissarlo. -In ospedale io…volevo baciarti.- Gli ricordó quel momento interrotto dalla collega.
-Lo so-
-Ma Samira ha rovinato tutto…- Con fastidio, scosse il volto per poi, restare a fissare le luci serali che illuminavano Noxus. -E nel vedere lei farlo, io mi sono sentita… una stupida.- Darius storse la bocca per poi, sbuffare e stringersi nelle spalle.
-Potresti farlo ora- Le propose e lei lo fissó scettica.
-In ospedale c’era la giusta atmosfera…- Spiegó osservando un ambulanza passare a tutta velocità sulla strada principale.- E poi, mi è passata la voglia-
-Anche qua va bene- Affermó per poi, storcere la bocca al suono della sua affermazione. -Ti è passata la voglia perché non sono più nudo e sotto un lenzuolo?- Scherzó dandole una leggera spallata- Posso toglierli se ti senti più a tuo agio-
-Intendo che ci ho pensato, Darius- Lo interruppe- Ma tutte le volte…-
-Capita qualcosa o litighiamo?- La precedette per poi, afferrarle il volto con entrambe le mani- Anche ora stiamo discutendo Quinn.- Le Spiegó fissandola intensamente- Forse è così che deve andare tra noi-
Nel sentire le sue mani sulle guance, il volto Inizió ad andarle a fuoco. Stava per ribattere quando lui la interruppe per l’ennesima volta.
-E a me va bene- Affermó laconico per poi scendere verso la sua bocca. Le sue labbra erano morbide, una sensazione diversa da quelle ruvide e gonfie di Samira che suo malgrado, aveva provato . Quel contatto duró pochi secondi, giusto il tempo di allontanarsi un poco per studiare la sua reazione. La vide aprire gli occhi e cercare i suoi, confusa e senza parole.
Un sorriso si fece largo sul suo volto.
-Visto? Ti ho zittita-
Quelle parole le fecero cambiare istantaneamente umore. Aprì la bocca, giusto per dirgliene quattro quando nuovamente, Darius scese a tappargliela con la sua onde evitare di litigare.
La sentì irrigidirsi per poi, sciogliersi e dischiudere la bocca con la sua, seguendola. Finalmente non lo respingeva più. Quando distrattamente si aggrappò alla sua spalla, un gemito di dolore lo colse costringendolo a staccarsi da lei.
Tra le sue braccia, ansante, Quinn lo fissó un po’ indispettita.
-Te lo meriti…-
-Forse- Le diede il beneficio del dubbio- ma sicuramente di questi, me ne merito ancora. - Lento, con il pollice, le sfioró le labbra. Nel vederlo così preso, lei arrossì.
Era stato bello e quel lato sensuale di Darius, le piaceva.
-Peró- La prese per la mano-È meglio sul divano…-
E Quinn comprese. Sopratutto quando la fece accomodare riprendendo poi in mano il telecomando.
-Darius-
-Cosa?- Lei lo fissó con un cipiglio contratto.
-Sul serio?- Domandó indicando lo schermo. Noxus aveva ripreso vantaggio e mancavano dieci minuti alla fine della partita.
-Non essere così pessimista… puó ancora vincere la tua squadretta.- Ok, lo aveva perso. Con un respiro rassegnato, fissó il compagno che a sedere, fissava lo schermo come ipnotizzato. Si disse che alla fine, andava bene così. Attenta, si appoggiò contro la sua spalla e in tutta risposta, con il braccio sano, Darius le circondó la vita attirandola a sè.
-Non avete speranze-
-Ma che dici?- Le indicó il televisore- Tra poco prendono il volo e se ne tornano a Demacia da quanto verranno umiliati.- Sorrise nel sentirlo così di buon umore e socchiuse gli occhi rilassandosi. Tra di loro, non sarebbe cambiato niente. Sarebbero stati solo più vicini e più… intimi.
Non poteva desiderare un partner migliore.

____

Tecnicamente la storia non è finita, ma visto il poco interesse dei lettori, preferisco chiuderla qua.
Ammetto che questa storia mi ha dato un po’ di problemi ma anche tanta soddisfazione. È stato bello dopo anni gettarmi di nuovo a scrivere una storia, sopratutto una long. Ho scritto tutto dal telefono e quindi mi scuso con i lettori se salteranno fuori errori. Approfittavo di ogni momento: in attesa in macchina, mentre ero a delle visite, al cesso, la sera tardi e anche la mattina presto.
Scrivevo capitoli e poi li cancellavo perché non mi convincevano. Ci ho messo un po’ per scrivere il finale perché appunto, non mi convinceva ma immagino che questo, sia ok. Avrei voluto inserire più personaggi, riuscire a descrivere meglio certe cose, ma alla fine, penso che vada bene così. Non credo che scriverò mai un continuo, perciò, prendete la storia così com’è. Non avrei mai potuto farci un fumetto. Troppo lavoro e troppe complicazioni. Sappiate però, che è stato bello.
Grazie per aver letto questa storia.
   
 
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