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Autore: asia20    24/10/2023    0 recensioni
Terza stagione della celebre serie Lord of the Rings: Darkness Return
Il ritorno di un nemico di Arda, il ritorno di un cristallo perso da tempo. Famiglie verranno distrutte, l'ordine sarà ristabilito
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fëanor, Figli di Fëanor, Maglor, Melkor, Nuovo personaggio, Sauron
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Episodio 6: Nuove alleanze


Melkor
*L'inatteso colloquio onirico con suo fratello era stato interrotto da due gatti: il primo sotto forma di ragazzina mezz'elfa dai capelli biondo platino, era rovinosamente saltata sul suo letto interrompendo il sogno, il secondo, ovvero Mairon nella sua sua forma attuale, ora graffiava la testiera dello stesso tirandogli i capelli. Il tutto era avvenuto così velocemente che gli sembrava di avere ancora un piede sul bel terrazzo di Serranian- chissà se suo fratello sarebbe stato in grado di ritrovare da solo la via del ritorno, ma in fondo gli sarebbe bastato svegliarsi... Come fosse possibile che Manwe, dal Trono nella sua Montagna, si fosse improvvisamente addormentato dopo tanti secoli, rimaneva un mistero, ma al momento aveva decisamente problemi più pressanti di cui occuparsi.

Mirelyn gli chiedeva scusa emettendo una serie di miagolii accorati e benché fosse ancora stordito ed indispettito dal essere stato sottratto alla placida terrazza, a suo fratello ed al buon sidro dei sogni, la sincera afflizione della ragazzina stava riuscendo a migliorargli l'umore.

Gli fu difficile non sorridere con malizia a quello spettacolo, distratto solo dal irriverenza di Tevildo che continuava ostinatamente nel suo tentativo di attirare l'attenzione: era decisamente entrato nella parte della peste felina...*

Va bene ragazzina *disse infine con una risatina cordiale* direi che hai capito la lezione, adesso basta così *allungò un braccio verso di lei e, con un dito lungo e affusolato, le premette leggermente il nasino come ad accarezzare il musetto di un gattino.*

Puoi riprendere a parlare adesso e raccontami tutto quello che è successo... *Cambio posizione per restare più comodo, incrociando le gambe sul letto e appoggiando la schiena sui cuscini, che ora riordinava alla rinfusa.*

I quanto a te *distolse la propria chioma dalla presa del gatto con naturale eleganza, prendendolo poi per la collottola e posizionandolo sopra le proprie ginocchia, incurante del fatto che questi cercasse in qualche modo di ribellarsi* abbiamo capito che vuoi la medicina, ma credo che la nostra Myrelyn abbia la precedenza adesso.

 

    

Myrelyn

*L'espressione tempestosa sul viso di Melkor si stempera mentre tra miagolii e pensieri gli esprimo quanto realmente mi dispiace di averlo chiamato signor Terrore e di averlo svegliato così maleducatamente.

Nei suoi occhi passa un lampo di malizia ma non lo lascia trasparire fino a quando con una risatina che esprime chiaramente il suo divertimento si allunga a premermi sulla punta del naso con un dito e finalmente mi libera e mi concede di tornare a esprimermi a parole.*

Grazie! Grazie signor Divino!

*Gli sorrido esprimendo riconoscenza e gioia per essere stata perdonata tutto sommato velocemente, poi mi sfugge una risatina quando stacca Mairon dalla testata del letto e dai suoi capelli mettendoselo in braccio e contrastando la vana ribellione del micio*

Ecco, ti stavo dicendo che ho fatto un sogno che sono sicurissima che non fosse semplicemente un sogno.

Adar e Alcare sono in pericolo perché c'è qualcuno che vuole il sassetto lucente e che li ha intrappolati. Solo tu puoi aiutarmi a salvarli perché chi vuole il sassetto è come te. Ma credo che tu sia il più forte.

Mi aiuti vero Signor Divino? Ti prego ti prego ti prego!

*mi rivolgo a lui con gli occhioni da cucciolo più irresistibili del mio repertorio, avvicinandomi pericolosamente sul materasso morbido che cede sotto le mie ginocchia, e sfiorando con la mia manina le dita lunghe e affusolate che tiene tra la pelliccia di Mairon in una presa ferma ma gentile*

Per favore Melkor! Ehm cioè...per favore Signor Melkor! Lo so che per te loro sono niente, ma per Inmwe Mairon e me sono amici.

*Sfiorargli le dita è come prendere la scossa, la sua aura brucia toccando la mia. Sembra quasi di vederla, piccole fiamme gialle e rosse che danzano sulla sua pelle.*

"Chissà come è la mia?"

*Probabilmente lui è stato attento a schermarla prima, ma io non so come si fa e sicuramente lui non si aspettava che gli franassi addosso un'altra volta.*

Scusa Signor Melkor!

*Cerco di ritrarmi goffamente sperando di non cadere dal letto e fare una figura barbina e intanto mi rendo conto di non essermi espressa in maniera formale come doveroso.

Un piccolo broncio mi si forma in automatico sulle labbra, come a esprimere che sono mortificata, anche se le sue parole di prima sembravano essere piuttosto accoglienti*

"Di questo passo mi punirà ogni giorno, povera piccola io"

Scusate Signor Divino, non volevo essere irrispettosa di nuovo. Giuro.

    

Melkor: Va bene così Myrelyn *disse il Vala tagliando corto con un gesto della mano* posso essere feroce se voglio, ma non serve scusarsi ogni due parole, in fondo neanche Mairon è mai stato troppo attento all'etichetta e, come vedi, se l'è cavata solo con un corpo di gatto *disse in un tono che doveva essere rassicurante, mentre strizzava leggermente un orecchio del gatto, il quale si dimenò cercando di ribaltarsi per mordergli la mano, ma fallendo nell'intento* stai buono tu!

*Melkor riposizionò il micio reticente in posizione seduta fra le sue ginocchia e proseguì*

Quindi... Dal tuo sogno sei riuscita a comprendere che Colei che ha intrappolato i tuoi amici fosse una Valie? Notevole! *disse enfatizzando con un gesto di approvazione della testa* I tuoi sensi devono essere molto più affinati di quanto non pensi piccolina, davvero molto bene.

*Continuò a carezzare suavemente la schiena del gatto, mentre questi si afflosciava sulle sue gambe con un gesto rassegnato.*

Trattandosi di una Valie che si trova a Mordor deve essere sicuramente Measse e quello che hai avuto doveva essere un sogno visionario, non è nulla di troppo strano per qualcuno con ascendenti come i tuoi... ma devi stare molto attenta: le visioni sono strumenti utili ma anche pericolosi, se ci si lascia condizionare troppo come rischi di fare tu *proseguì il tono più accademico* L'evento intravisto in una visione può trovarsi nel passato, nel presente o nel futuro, ciò che hai visto potrebbe avvenire, accadere in questo momento, verificarsi in futuro oppure non accadere mai.

*Annui ancora all'espressione sorpresa della ragazzina.*

Si, esiste anche questa eventualità in alcuni casi, di solito quando è in nostro potere cambiare le condizioni che li farebbero accedere. Ma purtroppo non penso sia questo il nostro caso... no non preoccuparti, quando avrò finito ti sarà tutto chiaro...

*Si spostò leggermente di lato, in modo che Myrelyn potesse sedere più comodamente davanti a sé* se lo hai visto in sogno probabilmente è già accaduto: quando la Regina ha spedito il messaggio ai tuoi amici a colazione loro erano già a metà strada verso Mordor, quindi il tutto deve essere accaduto quando dormivamo ma, come ti dicevo, non dobbiamo preoccuparci più del necessario.

Non nell'immediato almeno.

*Ora parlava osservando la finestra, da cui il sole dorato del pomeriggio faceva capolino disegnando una calda striscia sul pavimento.*

Conosco Measse, Lei non è come me *proseguì* non farà loro del male, non fisicamente e non subito, ma non escludo che cercherà di manipolarli ed ingannarli e queste cose richiedono tempo.

*Tevildo, inconsapevolmente, aveva cominciato ad impastare sulle gambe di Melkor, poi improvvisamente smise, forse per prestare più attenzione alla conversazione, forse per continuare ad essere ostentatamente ostile.*

Quel che intendo dire è che non userà la violenza su di loro, non apertamente almeno, e questo va a nostro vantaggio.

È un'ipocrita, come tutte le Potenze di Occidente, e cercherà di tenere su il suo teatrino per il maggior tempo possibile.

*Tentò di ribaltare Tevildo, così da accarezzargli anche il pancino, ma il gatto fece ogni sforzo da parte sua per difendere con forza la propria dignità, finendo avvinghiato ferocemente al braccio del Vala.*

Ma insomma! *disse guardando prima il gatto e poi la ragazzina* Vedi... beh, avevo già deciso di muovere contro di lei, ma quello che mi dici dissipa tutti i miei ultimi dubbi... andremo a prendere i tuoi amici, ma ho bisogno di tempo.

*Tiro Tevildo per la collottola finché questi non mollò la presa ed allora lo porse a Myrelyn perché se ne occupasse lei.*

Devi avere pazienza: sono mancato da questo Mondo per troppo tempo e non posso andare incontro ad un Nemico senza essere a conoscenza di qualunque cosa possa essermi utile. Le tecnologie di questa Era ed eventuali nuove forme di Potere...

*Si ripulì la manica della giacca, ormai irrimediabilmente sporca di pelo di gatto e graffiata.*

Ad ogni modo è strano, non credi? Prima quella donna fa lo sforzo di mandare il suo servitore fino a questa città per consegnare il gioiello ai due Figli di Feanor ed ora cambia idea e cerca di riprenderselo, perché ovviamente è questo che gli interessa, proprio come hai detto tu. Cambia idea velocemente, singolare non trovi?

*Rassegnato al danno sul suo vestito, si mise a sedere sul letto sfilandosi la vecchia giacca e cambiandola con quella nuova che la Regina aveva fatto preparare per lui, non poté fare a meno di notare gli sguardi di Mairon e Myrelyn posati su di lui ma fece finta di niente: se la sarebbe vista in privato con quella palla di pelo, a suo tempo!*

Dubito che non sappia che ho rinunciato al gioiello, se ha parlato con Maglor sicuramente glielo ha detto, eppure lo vuole con sé ugualmente.

Mmh... ci deve essere dell'altro. Aspettami qui.

*Si alzò dirigendosi verso i "servizi igienici" e non poté che apprezzare l'invenzione del "lavandino": lo scorrere dell'acqua fresca sul proprio volto era proprio un toccasana!* Andiamo, credo che anche Inmwe sia già sveglia!


Myrelyn

*Melkor taglia le mie scuse con un gesto della mano e mettendosi a giocherellare con Mairon che però sembra proprio recalcitrare alle coccole come molti mici poco socievoli. Strano che invece da me ha accettato le coccole senza ribellarsi.

Le parole di lode per le mie capacità, di cui non so ancora quasi nulla, manca poco che mi fanno cadere dal letto per la sorpresa.

Continua a spiegarmi le cose che ho fatto e visto, spostandosi in modo da essermi di fronte. Mi accoccolo con le ginocchia tirate su, circondandole con le braccia e guardando nei suoi occhi così profondi e incantatori.

Mairon intanto fa la pasta sulle sue gambe, immobilizzandosi dopo poco con aria attenta. E ribellandosi quando Melkor cerca di accarezzarlo sul pancino. Mi sfugge una risatina divertita che ottiene in cambio una gattesca occhiataccia e poi Melkor me lo passa e comincio a carezzarlo cambiando posizione per accogliere il micio sulle ginocchia incrociate.

Sgrano gli occhi quando Melkor si toglie la giacca e la cambia. E arrossisco senza sapere perché.

Aspetto come mi ha chiesto che torni dalla stanza da bagno mettendomi in piedi e tenendo il gatto in braccio.

Ma quando mi dice che dobbiamo andare mi sovviene un particolare importante*

Ehm Melkor? Scusa ma devo passare dalla mia stanza, non posso presentarmi davanti a tutti scalza e spettinata.

* mi stringo nelle spalle guardandolo da sotto in su, è un bel po' più alto, e poi abbassando gli occhi sui miei piedini nudi che affondano nello spesso tappeto davanti al letto*

"Cretina! Che figuraccia! Ma non potevi blaterare una scusa un po' meno imbarazzante?"

*Le guance mi vanno a fuoco mentre lo sento ridacchiare e anche Mairon vibra tra le mie braccia in una risata felina*

"Tu non ridere o non ti do la medicina. Prrrrrrrrrr!"

*Redarguito il gatto con il pensiero, molto maturamente come da mio tratto distintivo...*

Faccio in un lampo e do anche la medicina a Mairon!

*Dico mentre fuggo dalla stanza e dalla presenza di Melkor, troppo in imbarazzo per ricordare le buone maniere e salutarlo come si dovrebbe fare. E soprattutto senza chiedere il suo permesso.

Dell'ennesima impertinenza mi rendo conto con un sospiro davanti allo specchio, con la spazzola in mano e Mairon che lecca buono buono la medicina da un piattino di argento.*

"Mannaggia! Prima o poi davvero mi trasforma in un gattino"

*Un broncio mi increspa le labbra mentre lotto per intrecciare i capelli in modo elegante.

Apro la porta per chiedere a Edgar se Inmwe è già pronta e dove devo aspettarla.

Sperando che di non incontrare Melkor senza di lei a fare da cuscinetto.*

"Che imbarazzo!"

 

Inmwe

*Procede lungo il corridoio affiancata da Denethor, le teste vicine parlano a bassa voce tra di loro con numerosi cenni di assenso da parte dell'uomo.

Aveva in programma di andare prima alla sala del tesoro ma a quanto pare la comunicazione al popolo non poteva essere rimandata...

Ottimo, ha il suo pieno appoggio per la gestione della questione trono e Mairon, ma di questo non ne aveva mai dubitato.

Ora bisognava accordarsi anche col Primo Ministro Valandil, insieme a Denethor entrano nell'ufficio che apparteneva a suo padre ed ora a lei, chiudendo la porta dietro di loro, mentre Edgar resta fuori ad attendere con gli assistenti cerimonieri.

Dopo circa venti minuti Denethor apre la porta e fa accomodare il resto del gruppo, è giunto il momento del discorso...

Inmwe prende un profondo respiro e avanza fin verso la postazione da cui parlerà in holocall al popolo collegato in diretta.

Alza fieramente la testa prima di iniziare a parlare*

Popolo di Gondor, popolo di Arnor

Sono qui oggi davanti a voi non solo come vostra Regina, ma come vostra concittadina

Perché non solo io sono stata ingannata, tutti noi lo siamo stati

L'uomo che avevo sposato, che conoscevo come Principe del Rhun e che mi era stato destinato fin da piccola, era Sauron sotto mentite spoglie.. l' antico nemico del nostro popolo e di tutte le genti libere della Terra di Mezzo negli anni di Re Elessar,! A lungo sarebbe andato avanti il suo inganno e non sappiamo cosa sarebbe potuto accadere al nostro bel regno fiorente, alle nostre case, alle persone care che ci circondano...ma passato è il pericolo popolo mio!

Siamo salvi!

Tornato dal Vuoto il Divino Sommo Melkor ha smascherato l'inganno e distrutto la maschera dell'usurpatore, rivelando a tutti noi a quale terribile mistificazione abbiamo inconsapevoli dato spazio, trono, onori ..

Pesante è il mio cuore nel pensare a cosa sarebbe potuto accadere se il Divino non ci avesse degnato del suo aiuto!

Lodatelo e ringraziatelo!

Proclamo ufficialmente da oggi un mese di celebrazioni in onore del Grande Melkor!

Gioisci popolo mio, festeggia la liberazione ed esulta la rinnovata grandezza dell'Unico fra le Potenze che ha steso la sua mano pietosa su di noi!

*Dal gruppo attorno a lei si levano applausi, attende qualche secondo che ritorni il silenzio e continua a rivolgersi all'hololink ufficiale che sta diffondendo il suo messaggio nelle case del regno*

Il Primo Ministro Valandil ha accettato il gravoso incarico di occuparsi dell'amministrazione del Regno quando io avrò bisogno di riposo, dopo che avrò dato alla luce l'erede al trono.

E il legittimo Sovrano, il vero Re del Rhun, Lord Halbrand, a cui Sauron si era sostituito, verrà presto ad occupare il posto che gli spetta.

Grandi celebrazioni vi prometto o mio popolo per quei giorni che saranno lieti e gioiosi!

*Fa un attimo di silenzio, dopo di che riprende*

Per quanto riguarda la scossa di terremoto che si è abbattuta sulla nostra terra ieri notte, voglio rassicurarvi che il pericolo è cessato.

E non ci sono stati danni a strutture o persone ma di questo vi informerà più dettagliatamente Ostoher

*Spostandosi discretamente indietro di un passo cede il posto al Responsabile della Sicurezza e Protezione del Territorio che prende rapidamente posto al microfono iniziando a spiegare la situazione e a rassicurare gli ascoltatori

Un altro passetto indietro con discrezione e Inmwe abbandona con un sospiro malcelato di sollievo la postazione, dopo aver rivolto un breve cenno di intesa con Denethor, e Valandil, sgancia il mantello affidandolo ad Edgar*

Tieni, io dovrei aver finito...nel caso la Regina si è ritirata per una lieve indisposizione, chiaro?

Io vado

*Raggiunge di corsa Melkor e Myrelyn. Sorridendo abbraccia calorosamente la bimba e poi prende con affetto sottobraccio il Vala, avviandosi verso la Sala del Tesoro*

È giunto il momento di dimostrarvi la gratitudine del mio Regno, venite con me

*Dice portando l'ospite attraverso vari corridoi fino a giungere ad una porta riccamente intarsiata e sorvegliata da guardie in assetto di battaglia che alla vista della Regina si precipitano ad aprire la porta*

Che nessuno ci disturbi

*Si rivolge alle guardie entrando col Vala e con Myrelyn nella sala mentre Tevildo trotterella dietro di loro*

 

Melkor 

*In attesa di Myrelyn ed Inmwe decise di dare un ulteriore miglioramento al proprio aspetto e, dal momento che Tevildo aveva preso di mira i suoi capelli per dispetto, decise di legarli in una treccia. Si guardò allo specchio, restando alquanto soddisfatto del risultato: il volto allungato e dai lineamenti nobili, la chioma scura e fluente che incorniciava il viso, gli occhi dorati, aveva fatto del proprio meglio per ricreare la propria forma materiale come era stata all'inizio dei tempi, riuscendoci perfettamente a quanto sembrava. Aveva sempre apprezzato gli specchi, li aveva visti per la prima volta durante il suo soggiorno a Valinor, ma purtroppo poterli mantenere in buono stato nella propria vecchia fortezza era risultato impossibile, dopo un po' aveva desistito ad ordinare ai propri schiavi di ripulirli e mantenerli integri.

Scostò I tendaggi e si affacciò alla finestra, dalla propria stanza era possibile osservare il Cortile del Re, con l'Albero fiorito e... la propria macchina volante che ancora fluttuava al di sopra dello spiazzo! Con tutto quello che era accaduto nell'ultima giornata la propria creatura stava per sfuggirgli di mente; sorrise leggermente e con un breve gesto della mano la macchina volante, generatrice di fulmini, si adagiò soavemente sul terreno, con un leggero ronzio, atterrando accanto all'Albero.

Non fu troppo sorpreso di notare che l'incantesimo dell'Albero era svanito, e questi ora si mostrava ai sudditi ed alla Corte in tutto il proprio oscuro e rigoglioso splendore, coi fiori azzurri iridescenti che rimandavano scintillando i raggi del sole pomeridiano.

Chiuse la finestra, scostò le tende e si diresse verso la sala della colazione, dove Myrelyn già lo aspettava e poco dopo sarebbe stato raggiunto anche dalla Regina. Tevildo, adagiato sulla poltrona di fianco al grosso vaso di fiori, su cui prima era seduto lui stesso, lo inquadrava con sospetto e disapprovazione.*

"Cerca di non abusare troppo della mia pazienza soffice palla di pelo..." *si rivolse a lui col pensiero ed il gatto gli rispose soffiando.*

"Mi avrai intorno ancora per un bel po', quindi cerca di abituarti e comportarti bene, ti avessi lasciato in forma umana ora non potresti aggirarti in giro per il castello, né tantomeno acciambellarti sulla poltrona o farti coccolare da Myrelyn, quindi datti una calmata e mostra un minimo di gratitudine!"

*Saluto Myrelyn facendoli un buffetto sulla guancia, poi andò alla finestra ma rivolgendosi col pensiero ancora al gatto.*

"Chi non è mio alleato è mio nemico Mairon, e tu non hai ancora visto neanche la minima parte del mio potere ora che sono tornato... quindi zitto e fai le fusa!"

*In quel momento vennero raggiunti da Inmwe, che salutò la ragazzina e prese il Vala sotto braccio come se fosse la cosa più naturale del mondo.*

È giunto il momento di dimostrarvi la gratitudine del mio Regno, venite con me!

*Disse ed Egli si lasciò guidare dalla Regina attraverso una lunga serie di stanze e corridoi, fino ad un alto portone lavorato e sovrastato da un arco, si affacciava su un largo corridoio col soffitto a volta e illuminato grazie a un sapiente gioco di specchi, che filtravano la luce dentro la montagna attraverso strette feritoie scavate ingegnosamente.

Ingegneria Nanica, avrebbe scoperto più tardi. Anche l'ambiente straordinario al di là del portone era stato costruito allo stesso modo: scavato nella roccia viva, un alto soffitto di volte a crociera davano vita ad un ambiente rettangolare organizzato su tre corridoi, sui tre lati della stanza, nello spazio fra due colonne, si aprivano profonde nicchie chiuse da vetri, riparati da arazzi oppure in bella vista, altre casse, forzieri e teche erano disposti lungo i corridoi, lasciando un largo spazio rettangolare al centro occupato da un'unica grande teca ricoperta da un vetro. Due corone, una spada e diversi gioielli di grande pregio erano collocati al suo interno: ecco quindi il cuore del Tesoro del Regno di Gondor.

Era evidente si trattasse del più prestigioso fra i Regni degli Uomini nella propria Era e si guardò intorno con ammirazione, benché dovesse ammettere che anche la più elevata maestria degli umani solo raramente riusciva ad avvicinarsi alle cime raggiunte dagli Elfi, pensiero che ad ogni modo avrebbe lasciato per se.

Inmwe sembrava perfettamente a suo agio e in qualche modo ancora più fiera e splendida in mezzo alla ricchezza della propria eredità, mentre Myrelyn era semplicemente ammutolita d'ammirazione.

Fu allora che notò Tevildo strusciarsi insistentemente fra le gambe della ragazzina, probabilmente le stava dicendo qualcosa... ma notò anche dell'altro: evidentemente nella fretta Myrelyn si era confusa e aveva preso due scarpe di colore e forma diversa, una azzurra e l'altra verde.*

Belle scarpe piccolina.

*Disse divertito, cercando di mascherare una risatina.*

    

Myrelyn

*Devo sbrigarmi, devo sbrigarmi! Dove ho messo le scarpe? Con il gatto in braccio cerco le scarpe a tentoni tastando sul pavimento prima con un piede e poi con l'altro. Eccole!

Infilo i piedini e non mi accorgo che sono di due paia diverse, una azzurra e una verde, mentre mi scapicollo alla sala della colazione riuscendo a precedere Melkor. Mairon salta giù e di accoccola sulla poltrona dove prima era seduto il Vala e mettendosi a leccarsi le zampine.

Melkor entra e la ragazzina elfa resta a guardarlo a bocca aperta, i capelli neri raccolti in una treccia gli scoprono il volto enfatizzando i lineamenti nobili e gli occhi dorati che brillano di una luce ultraterrena.

Nota che Melkor e il gatto stanno parlando ma non riesce a captare nulla, è chiaro che entrambi sanno schermare i loro pensieri come lei invece ancora non sa fare.

Quando il vala si avvicina con un sorriso e le dà un buffetto gentile sul visetto lasciandola stupefatta a toccarsi la guancia.

L'ingresso di Inmwe e l'abbraccio sciolgono lo stupore della ragazzina elfa che si affretta a seguirli alla stanza del tesoro.*

Wow! Oh meraviglia!

*Senza nemmeno accorgersi la piccola peste comincia a sfrecciare per la Sala lanciando gridolini di meraviglia ad ogni tesoro che scopre, completamente dimentica degli altri, ogni tanto gira su sé stessa a naso in su allargando le braccia per ammirare le splendide volte del soffitto.

Dopo alcuni minuti finalmente si ferma abbastanza perché Mairon possa avvicinarsi e strusciarsi tra le sue gambe con insistenza per guadagnare la sua attenzione*

Myrelyn! Su piccola, è solo una stanza!

*Minimizza il gatto facendo le fusa e muovendo la coda intorno alla sua caviglia*

L'Elendimil, Myrelyn! Dì a Inmwe...

*Ma la voce mentale di Mairon viene interrotta dalla voce di Melkor che, in tono palesemente divertito le dice*

Belle scarpe piccolina

*La risatina soffocata e quella che sfugge a Inmwe convincono la ragazzina a abbassare lo sguardo e rendersi conto arrossendo di avere due scarpine diverse.

Un broncio adorabile le increspa le labbra prima di trasformarsi in una linguaccia e una risatina rivolte a entrambi*

È una nuova moda, nuovissima! Dovreste adeguarvi anche voi! *Risponde di getto la piccola peste senza nemmeno un'ombra di prudenza.*

Ah Inmwe! Mairon mi stava dicendo qualcosa su l'Elendil, Emendil ... qualcosa di simile??? Cos'è lo sai?

*Chiede senza ricordare esattamente il nome e soprattutto fraintendendo le intenzioni di Mairon che esprime il proprio disappunto piantandole le unghie nella caviglia cercando di fermarla*

Ahi! Mairon! Ti ho pestato la coda?

Scusa Re gattino!

*Dice chinandosi per prendere il gatto e farsi perdonare a suon di bacetti sulla testolina pelosa.

Le sfugge completamente il sorriso sornione di Melkor*

 

Inmwe

Elendilmir Myry...si dice Elendilmir

*Le scappa un sorriso divertito mentre corregge la ragazzina guardando una teca nel corridoio di sinistra seminascosta da un prezioso arazzo raffigurante la scalinata centrale della reggia, su cui una figura avvolta in un mantello dorato riceve uno scettro d'argento.

Una stella brillava sulla sua fronte

L'Elendilmir...il gioiello che Mairon aveva ritrovato chissà chissà come e che gelosamente conservava....rivolge uno sguardo al gatto che la fissa con gli occhi diventati sottili ed acuti, non può comunicare con lui ma le sembra di leggere bene il suo pensiero adesso e di percepire la sua rabbia

Un sorriso velato di rancore e tristezza le si dipinge sulle labbra, ricambia fermamente lo sguardo di Tevildo come sfidandolo.

Dunque Mairon voleva per se il gioiello; il suo gioiello poiché ella era discendenza di Numenor e spettava a lei e nessun altro.

Ma lei sarebbe diventata uno spettro ormai..

Mairon lo voleva ma non lo avrebbe avuto...meritava di pagare per quello che le aveva fatto senza lasciarle possibilità di scelta, trattandola come semplice merce da usare a suo piacimento a costo della sua stessa vita...forse questo gli avrebbe fatto capire cosa significava tradire la fiducia riposta.

Forse ..

Si gira sorridendo verso il Vala mentre gli occhi le brillano all' idea di potersi in qualche modo vendicare del marito e nello stesso tempo ricambiare Colui che adesso le era caro e a cui doveva gia' molto, timidamente gli prende la mano portandolo verso la teca*

Venga...forse ho un suggerimento per qualcosa di davvero speciale se mi permette di offrirglielo.

*Silenziosa si avvicina al vetro, posandovi sopra le mani e osservando, posata su un cuscino di seta dorata, la luce bianca e perfetta di una stella incastonata in un semplice ma elegante cerchio in mithril.

Si gira poi verso il viso del Vala*

Questo è l'Elendilmir, forgiato ere or sono per Silmariel, la figlia del Re di Numenor Tar-Elendil.

La chiamarono la Prima Stella.

*Inmwe sospirò mentre richiamava nella sua mente le storie che la accompagnavano da bambina nei piovosi pomeriggi invernali tra thè e caminetti accesi*

Attraverso varie vicissitudini arrivò nella Terra di Mezzo con Elendil, da lui passò a suo figlio Isildur.

Poi...alla sua morte fu perduta e per lunghi lunghissimi anni nessuno più ne ebbe notizie...fu ritrovata ancora e poi di nuovo perduta per molto molto tempo..e misteriosamente ed improvvisamente ricomparsa

Un po' come è avvenuto a lei, Sommo in effetti

*Ridacchia mentre apre la teca sollevandone il coperchio*

Ed è per questo che credo sia il dono che il mio Regno può fare a Lei, sperando che Lei ci faccia l'onore di accettarlo

*Dice prendendo delicatamente tra le dita il prezioso diadema e sollevandolo in alto: la luce riflessa dagli specchi si infrange e riverbera dalla gemma, moltiplicandone la luce e per un attimo davvero una stella sembra splendere tra le sue dita ed illuminare tutta la sala.

Inmwe si inginocchia abbassando il capo ed alzando le mani per offrire l'Elendilmir al Vala*

Per la salvezza del mio popolo...e per la mia

*Sussurra in modo che solo Lui possa udire le ultime parole*

    

Mairon: *osservo la scena impotente....non posso fare nulla per impedire che l'Elendilmir tocchi la fronte di Melkor....quanto vorrei poterla fermare....ma il mio spirito non può fare nulla in questa forma. Mi mordo la lingua, per la frustrazione....* "Quando tornerò in me....avrò la mia vendetta su quanto sta accadendo per mano di Melkor." *Tengo il pensiero per me, non voglio che Melkor scopra che sto tramando vendetta. Ciò che ha detto è vero...essere suo nemico è controproducente. Per ora lascerò che l'abbia lui....almeno finché non sarà nato nostro figlio*

 

    

 

    

Melkor *La gemma del Elendilmir, con la sua luce sfaccettata, risplendeva con la stessa dignità di un Silmaril: era intrecciata nel semplice cerchio argentato da una serie di fili sottili, come radici che proteggessero un frutto prezioso. Era un gioiello straordinario, probabilmente di fattura elfica ed Inmwe che glielo offriva, sembrava una creatura celeste scesa sulla Terra per fargli dono di una stella.

Un grande gioiello del Regno di Gondor, per il quale Mairon non nascondeva di provare un profondo desiderio, ora la Regina lo offriva alla Sua Persona ed Egli l'avrebbe accettato.

Con un gesto lento e solenne, prese la tiara dalle mani della Sovrana e fu allora che il monile gli parlò ed il tempo parve fermarsi: vide una grotta dalle pareti traslucide, specchiata sulle rive di un mare sotterraneo, i cristalli riducevano nella penombra e parevano palpitare come cuori di cristallo, vide le abili mani di artigiani dalle orecchie appuntite, che tagliavano con cura il cristallo grezzo facendolo rinascere e intrecciando attentamente i fili di Mithril che l'avrebbero custodito, vide una donna col gioiello indosso, dalla fronte candida, i capelli oscuri e gli occhi grigi, dai lineamenti soavi che negli occhi aveva la stessa nobiltà e la stessa forza della regina che gli stava davanti, vide navi dalle candide vele fuggire davanti a una terribile tempesta, vide un uomo circondato dai suoi soldati, sventolavano stendardi azzurri con un albero bianco coronato da stelle, vide una torre dalla cima appuntita travolta dalla furia di un alluvione ed un forziere fra le acque, infine... una caverna sudicia, un'elfa bassa, molto bassa e coi capelli corti e chiarissimi, con la tiara in mano, un altra donna elfica dai capelli neri ed infine Mairon, nella sua forma più recente, che la otteneva dalle mani di lei.

Il tutto accadde in pochissimi istanti, ma nel corso normale del tempo doveva essere trascorso qualche secondo, Inmwe lo fissava, sorridente, anche Myrelyn lo fissava, mentre tratteneva per le zampe anteriori un Tevildo che scalciava irritato ed impotente.

La voce mentale di Mairon l'avrebbe sicuramente raggiunto riempiendolo di ogni sorta di maledizioni, se egli non l'avesse prevenuto chiudendo la propria mente.

Sorrise leggermente, di un sorriso colmo di malizia e con delicatezza cinse la tiara sul proprio capo, si adattava perfettamente, non poteva vedere la propria immagine riflessa ma era sicuro che la tiara si sarebbe dimostrata un successore valido per la sua Corona di Ferro perduta.

Tese le mani, stringendo quelle di Inmwe e l'aiutò ad alzarsi, chinandosi verso di lei posò un leggero bacio sulla sua fronte, poi le parlo con voce soave e cordiale.*

Vi ringrazio infinitamente per il dono che mi fate, Inmwe. Questa gemma ha vissuto a lungo e visto molte cose prima di giungere a Voi, eppure lo scorrere del tempo non l'ha intaccata... Merita di continuare il suo viaggio alla luce del Sole, dove il suo splendore possa essere esaltato e per questo, per renderle meritato onore, d'ora in poi non abiterò più nascosto nei recessi della Terra come ho fatto in passato, quella vita è finita: troverò dimora sulla Terra e le mie sale saranno degne della stella avuta in dono dalla più splendida fra tutte le Regine!

*Insieme ad Inmwe e seguiti da Myrelyn, lasciarono la sala sotto lo sguardo stupito dei soldati di guardia.*

*Il largo viale che, fra scalinate e terrazzi, saliva fino al Cortile del Re, era aperto da un'arcata monumentale scavata su un fianco della montagna la quale si affacciava su uno ristretto piazzale, incastonato fra palazzi di pietra.

Il piazzale era ricolmo di curiosi e altra gente con appresso strane attrezzature- "giornalisti" avrebbe detto più tardi il maggiordomo-, tenuti doverosamente alla larga da un cordone di guardie impettite. Sotto l'arcata li attendevano un mezzo di trasporto basso, lucido ed affusolato ed un cavallo.

Procedevano lestamente lungo il viale ed avevano già percorso metà del tragitto quando vennero raggiunti dal vociare della piccola folla e da Edgar, il maggiordomo, insieme ai due servitori Horel e Tholdion, il più giovane dei due trasportava due valigie, mentre l'altro, insieme ad un terzo bagaglio aveva anche una gabbietta.*

Temo che, per regolamento stradale il nostro... ehm, compagno felino debba viaggiare nel trasportino... * disse il maggiordomo, Inmwe annuì e poi inquadrò Tevildo che però si dimostrò tutt'altro che collaborativo: sfuggì, con una certa agilità, ad entrambi i servitori ed al maggiordomo cercando rifugio, con fusa e miagolii, fra le gambe di Inmwe, che dal canto suo si limitò a scostarsi con freddezza e fissarlo severamente.*

Cerca di non farci perdere tempo con le sciocchezze, d'accordo?

*Poi diede altre disposizioni al maggiordomo che la precedette lungo la strada, Melkor si morse le labbra per non sorridere e segui la regina. Quando si voltò indietro un'ultima volta, prima di affrontare la piazza, vide Tevildo che scalciava, trattenuto da Myrelyn che con tutta la gentilezza del mondo cercava di infilarlo nella gabbietta che l'altro servitore le porgeva.*

MIAOH! "Inmwe! Non puoi trattarmi così...!" MIAOH! *Protestava Mairon*

Coraggio Re Gattino... non fare così! *Rispondeva Myrelyn*

*Re Gattino... l'immagine del gatto acciambellato in cima ad un trono di cuscini si affacciò nella sua mente: questa l'avrebbe fatto ridere molto a lungo!

Il suo ingresso nel piazzale fu accompagnato dallo scoppio fragoroso della folla, un rumoreggiare misto di eccitazione e stupore, era assai strano, gli era stato detto che la regina aveva parlato al suo popolo riferendosi alla Sua Persona come ad un difensore del Regno e quindi, a quanto sembrava, quella gente era tutta venuta a vedere lui... LUI! Se i suoi nemici del passato avessero potuto vederlo adesso! Inoltre indossava ancora l'Elendilmir e questo sicuramente accresceva lo stupore della gente: si senti improvvisamente rinvigorito ed invincibile. Imitando Inmwe sorrise e salutò la moltitudine mentre si dirigevano ai loro veicoli. Edgar era andato incontro al drappello armato di strambi apparecchi ed ora parlava brevemente con loro.*

La Regina non rilascerà altre dichiarazioni per il momento. Sappiate solo che la Sovrana ed il nostro Divino Ospite nei prossimi giorni risiederanno nella nostra capitale, Ostgiliath!

*Niente discorsi allora, peccato. Si sarebbe volentieri fermato a parlare con i "giornalisti", sembravano tutti così entusiasti! Invece Inmwe era già montata in groppa e Myrelyn prendeva posto nei sedili posteriori del veicolo, coi tre bagagli e la portantina di Tevildo, Egli prese posto accanto ad Edgard che, a quanto sembrava, avrebbe fatto loro da autista fino alla capitale.

Le guardie aprirono in due ali la folla ed Inmwe si lanciò al galoppo, aprendo loro la strada.*

*Il veicolo, che gli dissero chiamarsi "speeder", correva veloce fluttuando sulla strada dritta mentre, ai due lati, la campagna rigogliosa si disegnava in quadrati di un verde caldo e variegato, snodandosi in molteplici geometrie ai due lati della strada davanti a loro. Sul orizzonte, le imponenti ed oscure montagne che Egli aveva attraversato il giorno prima e in lontananza, le propaggini più alte e bianche di una grande città.

Il vento insidioso giocava infiltrando le proprie dita fra i suoi capelli, nel vano tentativo di sciogliere la sua acconciatura, mentre il suo compagno di viaggio, il maggiordomo Edgar, rispondeva pazientemente ai suoi dubbi riguardo al funzionamento del mezzo di trasporto.*

Questi veicoli sono relativamente nuovi nel nostro pianeta Eccellenza, sono stati introdotti non più di una cinquantina di anni fa, quando il nostro Mondo entrò a far parte della Repubblica Galattica. Si basano su una tecnologia piuttosto complessa, ma il funzionamento è relativamente semplice quando uno ci fa l'abitudine...

*Nei sedili posteriori Myrelyn sembrava godersi pienamente il viaggio, mentre Mairon ogni tanto dava segni di vita con miagoli brontolanti e sommessi, venendo ogni volta abbondantemente consolato e coccolato dalla ragazzina.*

"Non ho paura dello speeder maledizione! È tutta questa situazione ad essere maledettamente frustrante! Appena avrò ripreso le mie sembianze qualcuno me la pagherà amaramente!"

Sto imparando a guidare questo carro fluttuante, non distrarmi palla di pelo!

*Disse il Vala dopo l'ennesimo brontolio. Edgar gli stava illustrando le varie funzioni dei commandi di guida.*

Vedete Eccellenza, questa levetta regola le diverse velocità del mezzo, mentre questi comandi servono per fermarsi e ripartire...

*Melkor allungo una mano, per testare la sensibilità dei pulsanti e fu allora che il veicolo vivrò improvvisamente e scatto in avanti, fermandosi poi bruscamente con uno strattone.*

-STUND-

Ahia!

MIAAAUUUUUGGGGGRRRRGH!

*Un tonfo, un gridolino ed un miagolio furioso che si muto ben presto in un vero e proprio ruggito giunsero dal retro del veicolo.*

Ops! Tutto a posto la dietro?

*Chiese il Vala voltandosi a guardare.*

Re Gattino ha fatto un capitombolo!

*Fu la risposta da dietro. Tevildo si lasciò andare ad una serie di versi furibondi, mentre la voce di Mairon nelle sue orecchie era collera pura.*

"TI ODIO MELKOR! TI ODIO CON OGNI CENTIMETRO DEL MIO CORPO!!"

"Beh, poco male allora" *penso in risposta il Valà* "ho poco di cui preoccuparmi, significa che è un odio piuttosto piccolo..."

*Fortunosamente, la risposta mentale del Maia venne coperta dal sordo brontolio del motore, mentre Edgar riavviava il mezzo riprendendo il viaggio: sarebbero arrivati ad Ostgiliath da lì a poco.*

 

    

Myrelyn

*Il viaggio verso Ostgiliath è a dir poco burrascoso. Mairon è inconsolabile, prigioniero nel trasportino, e né moine né coccole lo tranquillizzano. Cerco di godermi il viaggio nei momenti di calma ascoltando la voce educata e calma di Edgar che risponde ai quesiti posti da Melkor con pazienza incredibile senza mai mostrare nessun segno di fastidio.

Il tentativo di Melkor ai comandi non ha molto successo, e Mairon ne sopporta le conseguenze peggiori. Il suo umore precipita ulteriormente.

Già mi ha sgridata a dovere per la corona. E il comportamento di Inmwe così scostante ci ha scosso. Non so dirgli che può essere successo perché lei sia così arrabbiata con lui.*

"È così strano, prima era affettuosa e ora... Lo ha quasi scalciato. Non ho mai visto Inmwe essere crudele."

*Sospiro di sollievo quando lo Speeder si arresta davanti a Ostgiliath.

Edgar e Melkor scendono per primi accolti dalla servitù schierata al completo. I valletti si precipitano a prendere i bagagli così posso scendere anche io tenendo il trasportino per evitare a Mairon l'umiliazione di essere scaricato come un bagaglio dai servi.*

Su Re Gattino siamo arrivati

*Appena lo tiro fuori vomita miagolando pietosamente. Barcolla e si lascia andare.

Svelta lo raccolgo tra le braccia accarezzando la testolina rossiccia.*

"Povero piccolo Re Gattino"

*Mentre seguo Edgar e Melkor a raggiungere Inmwe inizio senza pensarci su a cantare per Mairon per consolarlo e calmarlo. Le note leggere e dolci di una nenia, quella che già ho cantato per rilassarmi in camera prima di partire.

Il suo corpicino leggero si abbandona tra le mie braccia come addormentato; lo sistemo meglio, come un bimbo con la testolina sulla mia spalla e la coda che pende dal mio braccio. Continuo a cantare con voce dolce, senza accorgermi che Melkor mi sta guardando con sorpresa e uno sguardo stranamente inquisitivo.*

Inmwe! Hai fatto una bella cavalcata?

Mairon ha fatto un capitombolo e adesso è tutto scombussolato. Vuoi tenerlo un po' tu ?

*Resto sconvolta quando nega senza parlare facendo un paio di passi indietro.

La guardo senza parole, ammutolita e intristita dall'inspiegabile comportamento.

Mi rivolgo quindi al Vala al mio fianco.*

Melkor? Mairon starà bene vero? Non capisco... Cos'ha Inmwe? Melkor? Per favore! Mairon starà bene vero? Non si è fatto male prima, vero?

* lo guardo da sotto in su con gli occhioni pieni di confusione e timore e il labbro inferiore che trema come se stessi per piangere.

Oso prendere la sua mano preparandomi alla scarica bruciante del tocco della sua aura contro la mia.*

"Ahi! "

*Cerco di non lasciare la sua mano per non essere scortese ma la mia manina sembra bruciare.*

"Melkor? Fa male!"

 

Tevildo/Sauron

*Non credo di essermi mai sentito peggio in vita mia

Perlomeno nella mia attuale vita da gatto... costretto in un trasportino stretto e scomodo, ogni sobbalzo del veicolo mi provocava urti contro le pareti e come se non bastasse la guida disastrosa di Melkor mi ha totalmente messo sossopra lo stomaco.

Quando finalmente mi liberano mi parte un conato di vomito ma sfortunatamente Melkor si era già spostato o con che piacere gli avrei lavato le scarpe ..non so cosa abbiano sempre da confabulare lui ed Inmwe ma da ieri mattina l'atteggiamento di Inmwe verso di me è cambiato... Myrelyn non sa nulla, miaoooo che fastidio e che nervoso...

Mi prende in braccio, la sua canzoncina mi rilassa, faccio finta di cadere addormentato per spiare meglio la situazione: uhm ora è il momento, Myrelyn ha preso la mano a Melkor, la distanza è giusta ..veloce mi alzo leggermente dalle sue braccia slanciandomi con le zampe posteriori e puntando dritto verso il petto di Melkor.

Mi aggrappo con le unghie alla sua camicia mentre istintivamente lui non può far altro che sostenermi con una mano per allentare la presa delle unghie conficcate nella sua pelle.

Rapido gli allungo tre quattro zampate in faccia e sul naso col cuscinetto pim pim pam!! tanto l'importante è il messaggio e ancora più rapido mi giro (fantastico il corpo mobile e snodato del gatto) e scendo a terra, affrettandomi verso l'entrata della biblioteca...*

" Beccati intanto questa per la tua guida da cani!"

*Entro poi regalmente con la coda ben dritta nella MIA biblioteca di Osgiliath senza più degnare di uno sguardo le presenze dietro di me*

 

    

Trascorre una settimana da quando Melkor, Inmwe, Tevildo/Sauron e Myrelyn sono arrivati ad Osgiliath.

 

    

Inmwe

*Era già passata una settimana ad Osgiliath ma tra le mille faccende burocratiche rimaste in sospeso a cui aveva dovuto badare, se ne era accorta a malapena.

Adesso la buona parte degli arretrati era sistemata, Melkor passava quasi l'intera giornata seduto alla scrivania o comodamente sprofondato nella poltrona della serra, sfogliando e immergendosi nella lettura.

Doveva aver finito già un terzo di tutti i volumi e tomi presenti, ad occhio e croce

Myrelyn anche si era messa diligentemente a studiare, intervallando le letture con frequenti soste per coccolare il gatto e prendersene cura, mangiare biscottini e caramelle e girare per le immense ed antiche sale cantando canzoncine.

Avevano tutti e tre preso l'abitudine di farsi servire i pasti nella grande sala dedicata alla tecnologia spaziale, con i tavolini a forma di pianeti e galassie di luci ad illuminare l'ambiente.

Mangiavano e chiacchieravano tra loro come amici di lunga data ormai e i pasti erano spesso piacevolmente interrotti dalle bizze feline di Tevildo.

E Tevildo... Tevildo .

Inmwe si sentiva ancora molto ferita ed arrabbiata con lui, aveva passato i primi giorni evitandone la presenza come la peste.

Poi era capitato che mentre lei era assorta nel disbrigo della corrispondenza, una mattina, lui le saltasse improvvisamente sulle gambe.

Sovrappensiero aveva iniziato ad accarezzarne la morbida pelliccia, prima di realizzare e scrollarselo di dosso piccata.

Ma lui non aveva desistito ed era saltato fin sul tavolo, sdraiandosi comodamente sulle lettere aperte, fissandola con quei suoi occhi verdi magnetici.

Inmwe era rimasta qualche secondo a ricambiarne lo sguardo, per un attimo aveva avuto voglia di rovesciargli addosso tutto ciò che sapeva e tutto ciò che sentiva, ma poi riflettendo aveva capito che lui non avrebbe potuto comunque risponderle o perlomeno lei non avrebbe avuto modo di capire la sua risposta...avrebbe dovuto far intervenire Myrelyn o il Vala e preferiva aspettare che riprendesse forma umana per affrontarlo di persona.

Sospirò col mento posato sulla mano, guardando assorta il fiume che scorreva placido ed argentato al di là della finestra, quando il ben noto segnale dell'Holocall la destò.

Rapida prese la comunicazione, era Denethor.

Ascoltò ciò che lui aveva da dirle in evidente stato di agitazione, poi lo rasserenò dicendogli che si sarebbe occupata lei di sistemare la faccenda una volta per tutte... un tentativo di evasione dal carcere già era una cosa grave, aggiungendoci che il prigioniero in questione era uno spietato serial killer distruttore e assassino di molteplici famiglie ..il popolo era giustamente preoccupato e nervoso, bisognava fare qualcosa per risolvere la questione, fare giustizia e ristabilire la tranquillità...e forse lei aveva un piano, ma avrebbe dovuto parlarne col Vala..si alzò dalla scrivania ed si incamminò verso la sala dove Melkor stava come al solito leggendo.

    

Melkor *Il profumo del legno, della carta stampata e del caffè erano diventati parte della sua routine quotidiana dal momento del suo arrivo ad Ostgiliath. Non riconosceva quasi se stesso, si scopriva uno studioso curioso, metodico e infaticabile, una nuova versione di Sé che lentamente imparava a muoversi a proprio agio nel Mondo degli Uomini, imparando ad utilizzare a proprio vantaggio tutto ciò che questo gli offriva, fra libri, documenti, tecnologia e tazze di caffè.

Già, imparare a non bruciarsi la lingua con le tazze appena servite era un primo passo per sopravvivere alla sua nuova condizione.

Dalla fine del suo esilio questo era a tutti gli effetti un nuovo inizio: non ricordava di aver intrapreso uno studio così intensivo dai tempi della sua primissima giovinezza e ciò che stava imparando gli sarebbe stato estremamente utile per il suo progetto futuro.

Quella mattina si erano trasferiti in un nuovo settore della biblioteca e già da qualche giorno, grazie al paziente aiuto dei bibliotecari e di Myrelyn, stava prendendo dimestichezza con l'archivio multimediale. Aveva intrapreso lo studio delle esplorazioni geografiche e, sulla scrivania davanti a sé, una serie di tomi impilati in disordine contenevano svariate cronache di esplorazioni e viaggi degli ultimi cinquecento anni, mentre lo schermo olografico che scendeva dal soffitto- una larga superficie trasparente e sensibile al tatto-, illustrava le cartine geografiche dei quattro, anzi cinque continenti del pianeta: Arda, Alagaesia, Westeros ed Essos... e le Terre Oscure. A tutti gli effetti lo schermo olografico era come avere a disposizione un'altra scrivania, più larga ed in un certo senso più maneggevole, di quella in legno massiccio a cui era seduto, era possibile ingrandire e rimpicciolire a piacimento i materiali che si avevano a disposizione, spostarli in diversi punti della superficie trasparente, organizzarli in gruppi durante la visualizzazione e richiamarne altri attraverso l'archivio.

Al momento era impegnato a visionare un diario video risalente ad una cinquantina d'anni prima, di una pattuglia del Impero Galattico che si era recata nelle Terre Oscure alla ricerca di una fantomatica "base ribelle". Gli articoli a riguardo raccontavano che, dopo una settimana di ricerche, le comunicazioni con la base si erano improvvisamente interrotte e dei quattro membri della pattuglia non si era più saputo nulla... non era la prima volta, stando alle cronache che aveva letto ed ascoltato fino a quel momento, le Terre Oscure avevano dimostrato una autentica ostilità a qualsiasi tentativo di colonizzazione o anche solo esplorazione, c'era qualcosa che incuteva mistero e paura in quel luogo e ci teneva a rimanere nascosto. Cercò di fare mente locale, ma era abbastanza sicuro di non aver mai ordinato di scavare fino a quelle regioni ai tempi in cui aveva fatto costruire le vie di fuga dalle sue antiche fortezze, eppure non poteva averne la certezza, la forma del mondo era cambiata da quando ne era stato escluso...

Il corso dei suoi pensieri venne interrotto da uno strano rumore acuto proveniente dalla finestra, interruppe il video e si alzò per dare un'occhiata: la lunga sala rettangolare dall'alto soffitto della biblioteca, da un lato si apriva verso uno dei cortili interni dal soffitto a vetrate, attraverso un sobrio porticato, dall'altro lato, tutta una serie di alte finestre si affacciavano direttamente sul Anduin, il grande fiume della città e non era raro vedere transitare imbarcazioni di vario tipo così come mezzi fluttuanti che levitavano viaggiano sull'acqua. Quel suono era stato la sirena di una "nave da crociera" che salutava gli osservatori dal Lungo Fiume sull'altra sponda, a giudicare dalle ghirlande e le bandiere doveva trattarsi di un'inaugurazione, probabilmente quella di cui aveva letto nel "giornale" del giorno prima, era veramente una bella nave, aveva già fatto ricerche riguardo ai viaggi di piacere, che erano uno dei passatempi più amati dalla gente di quest'epoca, e si era ripromesso di provarlo di persona un giorno, insieme ad Inmwe e Myrelyn.

La nave, si chiamava "Nimrodel", si era ormai allontanata ed Egli stava per tornare alla propria postazione quando avvertì dei passi leggeri attraversare la stanza, era Myrelyn che arrivava col giornale del mattino, la brocca del caffè ed il secondo giro di pasticcini della giornata.

Tevildo non era con lei ma la cosa non gli diede particolare preoccupazione: nell'ultima settimana Inmwe aveva ammorbidito il suo comportamento nei confronti del gatto, di conseguenza era assai probabile che ora Mairon si trovasse insieme a lei, per quanto lo riguardava, fra Se ed il suo vecchio discepolo si era stabilita una situazione di stallo, basata sulla reciproca indifferenza l'uno dell'altro, avrebbe sistemato definitivamente le cose con lui quando fossero entrambi stati in grado di comunicare a parole.

Tornato alla scrivania saluto cordialmente la ragazzina che andò a riprendere i suoi libri ed appunti dalle poltroncine poste poco più in là, si versò una tazza di caffè mentre ascoltava il racconto di Myrelyn riguardo alle sue disavventure col cameriere che aveva portato la colazione, poi diede un'occhiata distratta al giornale ed il titolo a quattro colonne attirò immediatamente la sua attenzione:*

TENTATA FUGA DEL "MOSTRO DI FORMOST"!

Allarme ieri nella notte nel Carcere di Massima Sicurezza di Ostgiliath!

Tentativo di fuga fallito del più pericoloso criminale dell'ultimo decennio!

 

Myrelyn

*La routine qui a Osgiliath ha portato a stringere una incredibile familiarità sia con Inmwe e Mairon sia che con Melkor. Signor T è perfino paziente alle mie domande, e in questi giorni gliene avrò fatte migliaia. La sua voce profonda dà vita a racconti così vividi che è come viverli in prima persona. E i suoi occhi dorati, a volte brillanti di malizia e divertimento fissi a controllare che stia attenta non so perché ma spesso portano il mio viso a ricoprirsi di rossore.

Arrivo nella sala dove è immerso nello studio portando il giornale, il caffè e i biscotti per la pausa di metà mattina. Se non ci fossi io non si ricorderebbe di fermarsi e mangiare.*

Melkor! Eccomi! Attento al caffè, scotta!

*Alza gli occhi e gentile fa spazio perché possa appoggiare il vassoio. Fa sempre meraviglia vedere le cose cominciare a svolazzare e andare a posarsi in modo da creare posto.

Gli ho già chiesto se mi potrebbe insegnare a farlo e ha riso come un matto ma dice che è una cosa esclusiva del Vala e io sono solo "patatina". Tutta colpa di una vecchia canzone di qualche secolo fa.

Mi guarda interrogativo notando che mi sono cambiata i vestiti da dopo colazione, mi caccio in bocca un biscotto con gesto furioso e esplodo*

C'è l'ho con Edmundo. Quel cameriere infingardo e carogna! Non voleva lasciare che ti portassi io il vassoio e alla fine me lo ha rovesciato addosso!! Oh Melkor! Vorrei che lo trasformassi in un rospo! Ecco!!!

*Melkor esplode in un risata roboante e gli faccio la linguaccia. Poi lo guardo con il broncio e gli occhioni azzurri imploranti da cucciolo. Sta probabilmente per rispondermi, di solito o minaccia punizioni terribilmente fantasiose oppure mi consola creando oggettini con la carta. Ho una collezione già in camera.

Ma la sua espressione cambia leggendo il titolo del giornale.

Poco dopo entra Inmwe con l'espressione serissima, da Regina, e mi manda a giocare con Mairon dicendomi che deve parlare di cose molto importanti con il vala!

Faccio un po' il broncio ma obbedisco, mi alzo e li saluto*

Va bene vado, a dopo Signor T! A dopo Inmwe!

*Scappo via prima che Melkor mi acchiappi ma l'occhiata divertita promette che me la farà pagare.

Ridacchio fino alla camera dove trovo il Re Gattino e mi metto a coccolarlo*

 

Inmwe

*La preoccupazione che l' ha assalita alla recente notizia si allevia un poco nel notare i due che amabilmente scherzano tra caffè e pasticcini e un rumorino del suo stomaco le ricorda che non ha ancora fatto colazione...

Si siede anche lei e subito un qualcosa di peloso e morbido le fa il solletico sulle caviglie, strusciandosi*

Tevildo... Tevildo...

*Sospira tra rassegnata e intenerita, mentre il gatto avvertendo un tono conciliante ne approfitta balzando prima sulle sue gambe e poi da lì con un movimento sinuoso ed elegante fin sulla scrivania, spaparanzandosi regalmente sul giornale spalancato e fissandola sornione.

Le scappa una risatina e gli allunga un grattino sul collo, poi lo sguardo felino si gira verso il Vala come in attesa di riceverne un altro.

Muta richiesta accontentata e Inmwe sospira di sollievo, forse c'è speranza per loro due di ricucire pian piano il loro rapporto..e tra lei e lui?

La rabbia cocente fomentata dal dispetto e rancore dei primi giorni si era raffreddata gradualmente, forse anche colpa dell' insistenza del gatto nel cercarla...o forse dipendeva anche dalla crescente consapevolezza che pur sapendolo da prima avrebbe potuto davvero accettare...c'erano ore ed anche giorni in cui la mancanza di Mairon accanto a lei era così intensa da far quasi più male del pensiero del suo futuro..

E giorni in cui lui gli sembrava lontanissimo, non solo fisicamente e vedeva invece un suo futuro arcano e misterioso ma in totale libertà, si vedeva volare come nel sogno e vedeva davanti a sé il Vala che le sorrideva...ma non era il momento di pensarci adesso, la questione che voleva sottoporre a Melkor era più pressante.

All' improvviso e senza alcuna spiegazione Tevildo si alza e scatta veloce via dal tavolo uscendo dalla stanza, sparpagliando col movimento rapido delle zampette fogli e appunti...Inmwe resta un attimo ad osservarlo allibita e perplessa, da indicazioni a Myrelyn di tenerlo un attimo a bada e non appena la ragazzina esce correndo dietro al gatto versa il caffè per entrambi e prende un pasticcino*

Vedo che ha già letto la notizia

*Dice con lo sguardo fisso sul titolo del giornale spiegato sulla scrivania*

È un grosso problema, specialmente alla luce dei recenti avvenimenti.

Avevamo tranquillizzato da poco il popolo ed ora questo..non ci voleva proprio adesso poi.

*Riassume al Vala ciò che Denethor le ha detto nella recente holocall*

Bisogna fare qualcosa presto. Anzi subito.

Qualcosa che rassicuri la popolazione che la situazione è sotto controllo e che quell' assassino non avrà una seconda possibilità di riprovarci

Che il Regno è ancora presente e vigilante e che quello che è accaduto da poco non ne ha intaccato potenza e autorità.

E pensavo. .

*Lo guarda con uno scintillio divertito negli occhi*

Che è fin troppo tempo che non celebriamo il rito di Offerta all' Oscurità...e soprattutto non abbiamo mai avuto occasione di farlo di fronte a Colui a cui è dedicato...se volesse farci questo grandissimo onore e favore gliene sarei davvero grata Sommo

Conclude posando delicatamente una mano sulla Sua senza aggiungere altro *

    

Melkor 

*Myrelyn se ne andò saltellando seguita dal gatto, probabilmente convinta di essersela cavata con poco per quella certa parolina di troppo, ma qualcosa gli diceva che, una volta arrivata in camera, la ragazzina si sarebbe ritrovata ad affrontare una ribellione di uccellini di carta ferocissimi che si sarebbero placati solo dopo averla sentita miagolare tre volte. Chissà se Tevildo sarebbe riuscito ad esserle d'aiuto nel risolvere la situazione prima che il vivace stormo in miniatura gli devastasse la camera...

Sorrise malizioso poi tornò a volgere la propria attenzione verso Inmwe, mise in pausa lo schermo olografico, sedette alla scrivania e prese in mano il giornale sfogliando le pagine dedicate al Mostro di Formost.*

Credo di aver capito *riprese con fare pratico* la tua idea sarebbe quella di giustiziare pubblicamente questo ignobile individuo Il mio onore, giusto? *Apri il giornale, fermandosi nelle due pagine che mostravano le numerose fotografie delle vittime in ordine cronologico, decine di persone, del resto quest'uomo aveva agito su tutto il territorio di Gondor e di Rohan per più di quindici anni* costui ha spazzato via intere famiglie, sorprendente per una persona sola, ci vuole notevole efferatezza ed una totale mancanza di empatia... ed io penso che sarò l'unica "divinità" sulla faccia di Arda che potrà mai avere l'onore di assistere ad una cerimonia in suo onore.

*Ripiego Il giornale, leggendo attentamente le didascalie correlate alle foto* Approvo la tua idea direi, sarà un'ottima occasione per istruire il popolo e rifondare il mio culto apportando qualche modifica... si *proseguì in risposta allo sguardo interrogativo della regina* io non ero presente quando Mairon lo institui per la prima volta, e francamente non ho ancora compreso se lo fece per reale lealtà o solo per strategia, ma in ogni caso ho intenzione di utilizzare la sua opera a mio vantaggio.

*Chiuse Il giornale e ripiegandolo lo posò sulla scrivania poi si rivolse ad Inmwe e con un leggero sorriso* Per questo, ovviamente, avrò bisogno anche del tuo aiuto Mia Regina *concluse con un elegante baciamano.*

    

Myrelyn

*Entro in camera seguita dal Re gattino e non appena la porta si chiude alle nostre spalle tutti gli uccellini di carta che Melkor mi ha regalato prendono immediatamente vita. In un lampo il piccolo stormo inizia a impazzare per la camera, svolazzando aggressivamente e mettendo sottosopra ogni cosa. Le tendine della finestra, gli altri soprammobili, il lampadario di cristallo, tutte le cose subiscono l'assalto vivace e ingestibile degli uccellini di carta.*

Melkor! Vala cattivo! Melkor!

*La ragazzina elfa capisce subito chi è il colpevole di tale scompiglio ma la scena è surreale e la pestifera impertinente è scossa da risate irrefrenabili, sa apprezzare lo scherzetto malizioso.

E bisogna ammettere che come punizione è comunque piuttosto blanda. Bè, se riesce a fermarli...*

Mairon! Come li rimettiamo a nanna?

*Prova a cantare loro come farebbe con gli uccellini in piume e ossa ma evidentemente non è così che li si può fermare.

Lo stormo inizia a vorticarle attorno, senza farle male ma uno tira e scioglie il nastro di una treccia, uno tira una manica uno quell' altra e la ragazzina si trova a danzare per la camera ridacchiando.*

Mairon! Aiuto!

Melkor! Scusa signor Divino!

*È abbastanza certa che lui possa sentire e in qualche modo godersi la scena, le sembra quasi di sentire la sua risata risuonarle nelle orecchie*

Il gatto rosso si è appiattito sotto una sedia dopo aver cercato di prendere gli uccellini a zampate e averne rimediato l'attacco difensivo del resto del piccolo stormo di carta.

Tra statuine che cadono a destra e sinistra, sedie rovesciate dal suo saltellare seguendo le mosse degli uccellini la stanza è ormai un disastro, sembra passato un ciclone.

Ridente ma un po' preoccupata di non riuscire a placare l'ira funesta dello stormo di uccellini, la ragazzina cerca di pensare a quale possa essere il modo di ottenere la calma.*

Ogni volta che mi chiamerai Signor Terrore ti troverai a miagolare

*Il ricordo spunta mentre anche l'altra treccia perde il suo nastro e una manica perde un bottoncino di perla.*

Miaooo! Melkor! Miao! Signor Divino scusami, non lo faccio più! Miaooo miao miao! Per favore Melkor!

*Tra miagolii buffissimi e scuse contrite seppure in tono ancora palesemente divertito dalla situazione la ragazzina chiede perdono al Vala per l'impertinenza.

Finalmente, trovato l'arcano, il piccolo stormo si placa e si posa sulla mensola.

Guandandosi attorno la ragazzina si accorge che ci vorrà una buona oretta a sistemare il disordine. Un piccolo broncio e uno sbuffo e si mette all' opera.

Ma prima chiama un servitore e lo manda nella sala da Melkor. Sul vassoietto un vasetto con un fiorellino in boccio cantato da lei stessa, e un biglietto ritagliato a forma di gatto con su scritto Scusa Melkor! Miaooo! Perdono, Myrelyn.*

Dai Re Gattino! Mi aiuti? Ti faccio i grattini sul pancino!!

*Ma Mairon si limita a acciambellarsi su un cuscino con aria divertita.

E la ragazzina rimanda il riordino di un po' per sedersi accanto e coccolarlo*

Comunque, credo che mi farò rivedere per cena contando sulla protezione si Inmwe

*Confessa all' orecchio del gatto rosso che fa le fusa sornione*

 

Inmwe

Grazie mille ... sarà un onore per me e credo resterà negli Annali del Regno una cerimonia simile

*Rispose alzandosi e ricambiando il baciamano con un sorriso ed un piccolo inchino*

Vado a dare indicazioni a Edgar che portino tutto il necessario, nel frattempo...le...ti auguro buona lettura mio Divino Melkor

*Disse dopo una leggera esitazione nella voce, era la prima volta che azzardava il tu al posto del lei nel rivolgersi a Lui ma ormai era come fosse di casa...una persona di famiglia anzi.

Gli sorrise e andò nel suo ufficio.

Accese l'holocall chiamando subito Denethor per informarlo della decisione presa al riguardo del serial killer e poi subito dopo chiamò Edgar dettandogli tutte le istruzioni per organizzare la cerimonia.

Sbrigate queste chiamate prese dalla sua libreria il Libro Sacro su cui c'era la descrizione di come svolgere il sacrificio e la ripassò, erano molti anni che non la eseguiva e voleva essere sicura di compiere nel modo ed ordine giusto tutti i passaggi.

Dopo una mezz'oretta di studio arrivarono i land speeder dalla corte con tutto l' occorrente, una cameriera salì da lei portandole il suo abito da cerimonia appena rinfrescato dopo un lungo oblio nell' armadio

La aiuto' ad indossare la lunga tunica che scendeva dritta fino a terra lasciando scoperte braccia e spalle si cui posò la stola nera ricamata di piccole stelle, avvolse più volte la lunga stoffa della stola attorno alle braccia fino ad arrivare ai polsi, prese la semplice coroncina di ferro con piccole punte a spina e con su incastonata una gemma a foggia di luna nascente fissandolo.

Ora forse capiva ancora meglio che allora il significato del metallo e delle spine ..legame con la terra, resistenza e dolore.

Si guardò allo specchio, l' abito le stava ancora bene.

Posò le mani sul vestito appiattendolo verso la pancia, delineando il contorno tondeggiante e morbido che cresceva dentro lei...stava diventando faticoso ogni giorno di più, sembrava che il bambino assorbisse ogni sua energia e ogni alimento che ingerisse, lasciandola frequentemente spossata e stanca.

Non sarebbe sopravvissuta a lungo al parto, ormai ne era certa.

A volte si ritrovava a pensare se anche lei dopo si sarebbe lasciata cadere in un prato rimanendo lì immobile , lasciandosi morire di sfinimento..

Non erano previsti gioielli per la cerimonia, solo la coroncina di ferro, che indossò dopo essersi lasciata spazzolare i lunghi capelli dorati che caddero vaporosi come a formare un manto.

Prese un lungo respiro profondo e si avviò a scendere.

Avrebbe ordinato a Myrelyn di restare in biblioteca, la ragazzina non era pronta ad uno spettacolo simile..e dubitava che dato la sua indole lo sarebbe stata mai.

Tornò nella stanza dove il Vala leggeva trovandolo ancora profondamente immerso in un enorme tomo*

 

    

Nella piazza principale, di fronte al fiume, viene eretta un'alta pira di legno di faggio e noce, la cui superficie viene ricoperta di un tappeto di fascine.

I cerimonieri col volto mascherato attendono con in mano le torce, ben presto una grande folla si raduna tutto attorno in attesa del sacrificio.

La banda musicale intona un inno sacro, un' ancella vestita di nero e oro con in mano il vassoio d'argento su cui sono posati gli olii profumati, atttende la Sacerdotessa Inmwe, che avanza tenendo tra le braccia un mazzo di iris e mughetti freschi

Il condannato viene fatto avanzare di fronte a lei legato e bendato, con gesti lenti e solenni la Sacerdotessa inizia ad intrecciare i fiori alle corde che stringono il condannato.

Alla cerimonia assistono Melkor e Tevildo/Sauron, Myrelyn è stata lasciata studiare in una sala le cui finestre danno sulla parte opposta a quella dove si tiene il sacrificio.

 

Melkor 

*La grande piazza centrale di Osgiliath, che si apriva sulla riva del fiume affiancando l'edificio monumentale del Planetario, la Cupola delle Stelle, era stata transennata intorno alla pira cerimoniale così da tenere gli astanti a distanza di sicurezza. Una tribuna era stata allestita sugli scalini del planetario, così da ospitare i rappresentanti della città, della Corte ed i familiari delle vittime del condannato.

Dal momento che Inmwe, la Regina, presiedeva alla cerimonia nel rango di sacerdotessa il suo posto nella tribuna era vuoto, doverosamente accudito da un gatto rosso che sedeva distinto, senza essere minimamente disturbato dalla folla e dal trambusto. Alla destra dello scranno regale sedeva Denethor, Capo del Servizio Segreto, mentre alla sua sinistra si trovava il Primo Ministro Valandil, che con difficoltà nascondeva il proprio disagio: aveva manifestato le proprie perplessità riguardo all'opportunità di una simile cerimonia in onore del Divino ospite, ma le sue rimostranze non erano state ascoltate, eppure il suo ruolo istituzionale lo obbligava a prenderne parte.

La piazza era gremita, perlopiù da curiosi, dal momento che pochi avevano idea di che cosa si intendesse davvero per "Culto di Melkor", eppure era rimasto chiaro fin da subito che la cerimonia avrebbe incluso un'esecuzione pubblica, eppure in pochi si erano tirati indietro.

Un fragoroso squillo di trombe aveva dato inizio al rituale, nel momento in cui la lunga processione, che aveva portato in piazza il condannato, si era fatta largo attraverso la folla raggiungendo lo spazio in cui si ergeva la pira.

Inmwe in persona aveva preparato la vittima al sacrificio, mentre un largo stuolo di officianti aveva accompagnato la scena col suono ancestrale di flauti, sistri, campane e tamburi, ed un cerimoniere d'eccezione, lo stesso Denethor, aveva ricordato alla folla la lunga scia di morte che costui aveva seminato nei regni di Gondor e Rohan, per quasi quindici anni.

Il cielo era terso, di un azzurro limpido come gli occhi di Manwe, e solo qualche nuvola si addensava sui monti e verso le pianure a sud.

Melkor era un piedi di fronte alla tribuna, alla quale volgeva le spalle concentrando la propria attenzione sull'uomo legato alla pira, la sua offerta, un largo mantello nero, foderato d'oro, gli copriva le spalle ed un cappuccio nascondeva il suo volto. Il condannato era bendato e confuso, agitandosi per quanto gli consentivano le corde che lo vincolavano.*

Do... dove sono?!

*Balbettò con voce rauca, mentre la benda gli cadeva dagli occhi rivelandogli lo spettacolo della sua esecuzione. Doveva essere stato un bell'uomo una volta, prima che i vizi e la depravazione criminale gli scavassero il volto ed il fisico.*

Questo è il patibolo dove oggi morirai e attraverso la morte sarai redento.

*Disse Melkor con voce tonante e la musica cessò all'istante. Con gesto teatrale tirò indietro il cappuccio, così che tutti nella piazza poterono vederlo: aveva indossato l'Elendilmir e la luce del sole di quel tardo mattino rifrangeva nella Gemma illuminandogli il volto.*

Il dolore indotto si emenda con la propria sofferenza ed il tuo supplizio sarà cruento, perché crudele è stata la morte che hai inflitto alle tue vittime.

*Proseguì avanzando lentamente verso il patibolo.*

Morirai tra le fiamme!

*A queste parole un mormorio eccitato si diffuse fra la folla, il condannato gemette, agitandosi.*

Signore, pietà!

*Melkor lo ignoro, ma una voce si levò dalle tribune, la voce di un uomo, rotta dall'emozione.*

Mia figlia era incinta e tu non hai avuto pietà di lei! Maledetto!

*La donna anziana seduta al fianco dell'uomo che aveva parlato si sciolse nei singhiozzi e Melkor proseguì il suo discorso.*

Attraverso il fuoco verrai purificato e dalle tue ceneri diventerai nuova vita.

Io sono la mano che si tende nel Vuoto ed attraverso di me la Morte si disperde...

*Continuò il Vala, allargando le braccia e rivolgendosi questa volta alla folla.*

Io capisco la paura del Vuoto perché l'ho conosciuto, quindi comprendo i timori degli Uomini. A che pro volgersi a coloro, bugiardi e indifferenti, che hanno rubato la Beatitudine del Mondo rinchiudendosi in un Antro senza Tempo per non vedere?

*La folla taceva e più di uno rivolgeva sguardi fugaci al proprio vicino, scambiandosi sguardi di assenso.*

Io potevo scegliere ed è questo il luogo dove ho scelto di tornare, per essere guardiano, maestro e genitore. Io ho visto oltre le Porte della Notte e vi dico questo:

non esiste altro Mondo aldilà di questo, non esiste altra gioia aldilà di questa Vita.

Udite la Mia Voce, seguite il mio consiglio ed ogni inquietudine del vostro cuore sarà estinta!

 

    

Inmwe

*Si avvicina alla pira, dove il condannato stesso agita disperatamente nel vano tentativo di sciogliere i nodi che lo assicurano ai legni.

Appeso alla sua tunica nera un sacchetto, lo prende in mano e da esso estrae dei pezzetti di oro posandoli man mano lungo il corpo steso di fronte a lei*

Dal cuore della Terra il nostro cuore vola a te, Primo tra i Primi.

*Scandisce con voce alta e chiara*

Perché non c'è tesoro più grande del mondo che ci hai donato e che ti affidiamo, come il nostro perduto fratello che ora ti offriamo affinché Tu lo salvi e lo renda di nuovo a noi un giorno, puro come l' oro

*Posa la mano sulle mani legate dell' uomo, facendovi scivolare tra le dita l'ultimo pezzo d'oro*

Ecco a Te l'offerta del nostro fratello perduto affinché possa ricongiungersi alla Tua essenza

*Poi si volta e prende dal vassoio dell' ancella la boccetta contenente gli olii profumati, alzando le braccia ne cosparge il corpo disteso*

Che gli iris e i mughetti del fiume lungo cui la prima volta ti incontrammo ti portino il nostro pensiero...che il profumo dei fiori tra cui nel passato camminavi portandoci la Luce della conoscenza e del tuo amore per noi, tuoi figli, ti rammentino che noi sempre ti aspettiamo

*Alza il viso sorridendo incontrando gli occhi del Vala*

E che ciò che oggi brucerà possa salire fin dove sei Tu o Sommo e farti ritrovare la via per la Tua Arda che ti aspetta...e oggi, così è stato e così sarà per sempre

*Conclude facendo qualche passo indietro e alzando le mani verso la Divinità che assiste.

Oggi le parole del rito sono più vere e compiute che mai. Melkor ha ritrovato davvero la strada di casa*

Il Re di Arda ha ritrovato la strada del suo regno e cammina di nuovo tra noi!

*Esclama mentre fa un gesto verso i cerimonieri che si avanzano fino alla pira, posando le torce nello stesso momento attorno al corpo steso da cui si alza subitaneamente il fumo resinoso e profumato.

Le urla del condannato vengono sommerse e coperte dall'esultanza della folla, che esplode in grida di gioia ed acclamazione verso il Vala*

 

Myrelyn

*Fuori, dall' altra parte della reggia, stanno compiendo un sacrificio. Inmwe, Mairon e perfino Melkor hanno cercato di proteggermi il più possibile evitandomi di dover assistere già dai preparativi.

Mi hanno concesso di restare in questa stanza a studiare. È la stanza più lontana e diametralmente opposta a dove si trovano loro.

Per non pensarci ho scelto un libro bellissimo, uno storico scrittore che narra la storia come un romanzo. Con accuratezza e precisione, ma così vividamente da poter immaginare di farne parte.

Tuttavia, nonostante la porta e le finestre chiuse le note solenni dell' inno riescono a raggiungere le mie orecchie con la loro straziante promessa di morte.

Chiudo gli occhi e mi tappo le orecchie con le mani quando il rumoreggiare della folla esaltata risponde al suono antico dei flauti, sistri e campane*

Non ci riesco!

*Ignorare quanto sta avvenendo è impossibile, la ragazzina si alza di scatto con il visetto pallido e gli occhioni azzurri lucidi di lacrime.

Come per un meccanismo di difesa inizia a cantare, la melodia vivace e vibrante come la primavera, un canto di Luce nella stanza si sovrappone al canto di oscurità. Un canto di vita e speranza.

La piccola elfa nel suo muoversi in sincronia con la melodia tocca una pianta in vaso, la accarezza con le dita sottili e ecco che spuntano boccioli di fiori a grappolo, i petali delicati e fragranti del viola intenso e vivido preferito di Inmwe.

Tocca ancora una pianta più grande, frondosa di foglie larghe e verde intenso, un delicato lucore avvolge la pianta e sbocciano fiori bellissimi, come iris, del colore dorato e brillante degli occhi di Melkor, il profumo inebriante.

Una terza pianta riceve il canto della ragazzina, e anche a quella spuntano fiori nuovi e mai visti prima, simili alle orecchie di un gatto e delle stesse ricche sfumature rossicce del pelo del Re Gattino.*

Sono proprio belle, spero che gli piaceranno e capiranno.

*Mormora a fior di labbra. Con un ripensamento aggiunge alle piante un biglietto. Perdono.

Ma l'interrompersi del canto e della concentrazione fa sì che le urla della folla tornino a irrompere nella stanza turbando ancora più la giovane elfa.*

No, non di nuovo

*Con un singhiozzo Myrelyn si raggomitola su un divanetto stringendo tra le manine un uccellino di carta donatole da Melkor prima della terribile cerimonia e lasciando che una lacrima scivoli sulla guancia intona un potente canto di sonno.

Bastano poche note e la ragazzina sprofonda nel sonno.

Così la troverà il giovane servitore mandato a chiamarla. Addormentata in un sonno da cui non riesce a svegliarla.

Scosso e intimorito il ragazzo corre dalla regina con la preoccupante notizia*

Mia Regina, lady Myrelyn è addormentata e non sono riuscito a svegliarla. Sembra incantata

*Sussurra il servitore inginocchiato*

 

Tevildo

*Acciambellato sulla poltrona di Inmwe mi preparo a godermi lo spettacolo.

IO l' ho creato, IO. Da solo. Numenor e la sua caduta...uno dei miei capolavori più grandi..mi alzo e poso il muso sotto la mano del Primo Ministro*

"Valendil inutile umano grattami la testa che almeno hai un senso"

*Mi ergo per vedere meglio, uhm forse ormai le parole del rito andrebbero modificate ..e forse andrebbe modificato anche il rito, siamo nella..miaooo grattami ancora umano!!...quinta era ormai ..*

"Melkor, allora che te ne pare eh? Vedi cosa ho fatto per te e in tuo nome? Ho liberato la nostra Arda da quello scoglio assurdo piantato lì senza senso e il bello è che hanno fatto tutto con le loro mani, Numenoreani e Valar!!

Avresti dovuto esserci, mi sono schiantato dal ridere... letteralmente, ehm ..

Potresti anche ringraziarmi comunque eh...miao"

*Mentre mi gusto il fuoco mi lecco una zampina, detesto fare queste cose ma non riesco a farne a meno ... cerchiamo di mantenere una dignità, sono sempre colui i cui nemici sussurravano il nome spaventati...meeew*

 

    

Melkor 

*L'uomo, disperato, implorò ancora una volta per la propria vita, piangendo, mentre grida e frasi di disapprovazione si levavano dai parenti delle vittime fra gli spalti, appena la folla si ebbe calmata un poco, Melkor gli rispose perentorio.*

La tua fine servirà ad insegnare al Popolo che su questa Terra ciascuno è responsabile delle proprie azioni, la tua morte sarà dolorosa ma rapida, questa è la mia Grazia!

*Inmwe proseguì con le ultime invocazioni del rituale.*

...il Re di Arda ha ritrovato la Via per il Suo Regno ed ora cammina di nuovo fra Noi!

*Melkor le sorrise, in segno di assenso e la pira venne accesa: il pianto dell'uomo venne presto sostituito dalle sue grida di dolore straziante, mentre le corde agghindate di fiori prendevano fuoco, avvolgendo la vittima in un abbraccio infuocato che gli bruciava le carni e gli straziava l'anima.

Così Inmwe intonò, parlando forte per sovrastare il supplizio del condannato.*

In Melkor Verità è manifesta e viva ed io non temo il Vuoto perché Egli è con me!

*E Melkor, come ispirato dal momento, le rispose.*

Io conosco il Cuore della Materia,

io svelo I Segreti del Mondo!

*Presto l'uomo venne completamente avvolto dalle fiamme, ancora qualche secondo poi non ebbe più voce per gridare.*

In Melkor Verità è manifesta e viva ed io non temo il Vuoto perché Egli è con me!

*Alla litania della Regina si erano aggiunte le voci degli officianti e Melkor ancora una volta rispose.*

Io sono la Mano tesa sull'Abisso,

Io sono il conforto per il Cuore dell'Uomo!

*Il fuoco arse più forte del normale, ispirato dal potere di Melkor: prima il corpo si fosse consumato prima l'anima del miserabile sarebbe stata liberata.*

In Melkor Verità è manifesta e viva ed io non temo il Vuoto perché Egli è con me!

*Altre voci si aggregarono dalle tribune davanti al planetario...*

Io sorveglio il Cielo e governo sulla Terra!

Io sono la mano del Ghiaccio Perenne, io sono il Cuore del Fuoco Imperituro!

*Le fiamme si levavano alte sulla piazza, il fumo oscurava il cielo azzurro come gli occhi di Manwe.*

In Melkor Verità è manifesta e viva ed io non temo il Vuoto perché Egli è con me!

*Altre voci si unirono dal pubblico, dietro le transenne.*

Come il Sole mi levo da Oriente ad affrontare l'Occidente!

*I tamburi e le campane ripresero a suonare scandendo il ritmo della litania.*

In Melkor Verità è manifesta e viva ed io non temo il Vuoto perché Egli è con me!

*Melkor volto le spalle alla pira ardente e si rivolse alla folla levando le braccia al cielo.*

Come la Luna porto Mutamento e sorveglio le tenebre!

*La folla orante sotto gli occhi del cielo ormai era diventata una voce tonante.*

In Melkor Verità è manifesta e viva ed io non temo il Vuoto perché Egli è con me!

*La voce di Melkor, musicale e potente, scandiva il ritmo del rituale a metà strada fra il canto e l'orazione.*

Io sono Colui che manifesta Conoscenza!

*La voce di Inmwe, limpida e forte, guidava la folla ed ella pareva danzare al ritmo della preghiera, come in trance.*

In Melkor Verità è manifesta e viva ed io non temo il Vuoto perché Egli è con me!

*Il ritmo dei tamburi, che progressivamente aveva accelerato seguendo l'euforia della folla estatica, rullarono all'impazzata accompagnati dal suono irregolare dei sistri, Melkor, le braccia al cielo, assaporava appieno l'energia astrale concentrata in quella Piazza in suo onore: se ne sarebbe nutrito e ne avrebbe fatto buon uso a tempo debito. Inmwe danzava al ritmo della cerimonia e Melkor la accompagnò nell'ultima parte mentre, fra le fiamme, il corpo del sacrificio si consumava completamente e la cerimonia raggiungeva il culmine.*

Io sono Colui che si Erge in Potenza!

*Una vampata poderosa dal rogo parve accompagnare quest'ultima frase, mentre le fiamme si levavano più forti che mai, assumendo una forma assai simile a quella di un drago serpente e proiettandosi verso il cielo, scomparendo fragorosamente in una miriade di scintille, che lasciarono sulla pira nient'altro che una manciata di tizzoni anneriti e qualche piccola fiammella rimasta.*

In Melkor Verità e manifesta e viva ed io non temo il Vuoto perché Egli è con me!

*La piazza pronunciò per l'ultima volta e la sua energia parve esaurirsi, Inmwe venne meno, si piegò sulle ginocchia venendo prontamente presa fra le braccia dal Vala. Tevildo si liberò dalle premure del Primo Ministro e salto giù dallo scranno reale, venendo loro incontro.

Dal focolaio annerito si levava ora solo una sottile colonna di fumo nero che si snodava verso il cielo disegnando volute contorte ed indecifrabili.*

*Lo speeder cerimoniale procedeva lento aprendo in due ali la folla diretto verso il Palazzo Reale, Melkor sedeva al posto di onore, alla destra della Regina che sembrava essersi ripresa completamente. Dietro di loro Denethor ed un palidissimo Valandil. Dopo un'iniziale riluttanza, Tevildo aveva accettato di fare il viaggio di ritorno in braccio ad Edgar, insieme a tutti gli altri funzionari del Palazzo nei loro veicoli.

Giunti a destinazione appena rientrati nella riservatezza delle proprie stanze private il Vala e la Regina vennero raggiunti da un inserviente preoccupato.*

Mia Regina, Divino Melkor c'è qualcosa che non va con la giovane Myrelyn...

 

Inmwe

*Durante la cerimonia sembrava che le fiamme avessero consumato totalmente ogni sua energia corporea insieme al corpo della vittima...avvertiva braccia e mani molli come fossero arti di una bambola, il petto sembrava non avere forza sufficiente per respirare...eppure nello stesso tempo danzava e si muoveva come se la fiamma di fronte a lei ed al Vala sembrasse arderle dentro e muoversi, muoverla...ebbe la sensazione che fosse solo il suo spirito adesso a vivere e che il suo corpo fosse un mero involucro fine a se stesso.

Vedeva stelle nel cielo se alzava lo sguardo, così brillanti e nitide ..eppure era appena sera presto.

Ma le vedeva.

Le sembrava di vederle anche negli occhi dorati del Vala, stelle..un universo...molti universi....

Si riprese presto, mentre lo speeder li riportava ad Osgiliath salutava la folla come sempre, soliti gesti , solito sorriso ..ma dentro di lei qualcosa si era svegliato..o era arrivato dal fuori? Difficile dirlo ..si sentiva viva più che mai, si sentiva essenza e spirito.

Come se avesse potuto lasciarsi dietro le sue spoglie mortali e comunque continuare a vivere ..

Mentre viaggiavano veloci si tolse il fiore azzurro dai capelli per guardarlo*

Mi hai detto che questo mi aiuterà vero?

*Chiede sottovoce al Vala accanto a lei*

Ma ..come? E quando? O lo saprò quando servirà?

*Arrivarono finalmente alle stanze, riposo e un bel thè ecco cosa ci voleva adesso...poi un cameriere trafelato e preoccupato*

Non riusciamo a svegliarla...

*Si alza velocemente dalla poltrona in cui si era appena lasciata cadere*

Veniamo subito...


Melkor *Si concesse giusto il tempo necessario per spogliarsi dai paramenti cerimoniali, affidando l'Elendilmir nelle mani di Edgard, al sicuro da Tevildo, poi seguì Inmwe e l'inserviente diretti nella camera di Myrelyn.

Un lungo corridoio portava nella camera della ragazzina, un largo ambiente rettangolare con tre finestre che davano su uno stretto terrazzo, un letto a baldacchino, un armadio con gli specchi ed una serie di splendidi e colorati arazzi, che rappresentavano paesaggi ed animali in situazioni allegre.

Era impossibile non notare il grande numero di piante domestiche sistemate in giro per la stanza, alcune di queste esibivamo fiori colorati e dalle forme mai viste, molto suggestive.

La trovarono distesa su un divanetto, con la testa reclinata di lato, in una posa leggermente scomposta, nelle mani a coppa teneva uno degli uccellini di carta regalategli dal Vala.

Melkor si chinò su di lei mentre Inmwe le scostava i capelli dal viso. Il Valà si guardo intorno, un aura strana aleggiava sulla stanza ma non era in grado di individuarne l'origine, con le dita sfiorò leggermente l'uccellino di carta e questi sembrò sbattere appena le ali.*

Myrelyn? Myrelyn mi senti?

*Nessuna risposta, il Vala sì inginocchiò sul tappeto ai piedi della ragazzina per poterla osservare meglio, Inmwe sedeva sul letto, mentre Tevildo percorreva la stanza come in cerca di qualcosa, probabilmente l'aura anomala l'aveva avvertita anche a lui.*

Tu... sei stato l'ultima cosa che lei ha visto prima di addormentarsi *disse all'uccellino* ed ora sarai in grado di portarmi da lei...

*Detto, fatto, Melkor chiuse gli occhi e la sua coscienza scivolò altrove. Oltre questo Mondo, oltre il Mare, in una terra crepuscolare dei sogni.

Seguendo il volo dell'uccellino di carta, Melkor si ritrovò su un lungo viale alberato, ornato di pagode e piccole edicole, illuminato da lanterne appese ai rami degli alberi che conduceva verso uno splendido ed esotico giardino.

Il rumore dell'acqua, il canto degli uccelli, i profumi delle piante, il volo delle lucciole e quella atmosfera diafana che aleggiava su ogni cosa: Melkor lo riconobbe all'istante! Quello era il Sentiero dei Sogni Perduti che conduceva nei giardini Fatati di Zura.*

Oh, Miry... di tutti i luoghi delle Terre del Sogno, proprio nel più strambo dovevi finire?

 

Myrelyn

*Sto sognando, ne sono sicura. L'uccellino di carta che Melkor mi ha regalato e che stringevo in mano quando mi sono addormentata sta ora sulla mia spalla cinguettando e battendo le alucce fruscianti. Sono in in bellissimo giardino, pieno di sentieri e laghetti artificiali. Guardo incantata fiori enormi e bellissimi, uccelli dai piumaggi magnifici, alberi di cui non ho mai visto prima né foglie né frutti, pesci colorati che guizzano nell' acqua.

Eppure, eppure qualcosa mi inquieta. Il profumo dei fiori appare un attimo inebriante e poco dopo soffocante e stomachevole. Gli uccelli cinguettano ma il loro canto armonioso ad un tratto è stridente come il grido lugubre degli uccelli notturni, di uccelli da preda. Gli alberi stessi sembrano quasi protendere i rami come a volermi afferrare o farli oscillare come fruste. Perfino i pesci ora sembrano pericolosi, le bocche piene di denti aguzzi.

Guardo nell' acqua e il paesaggio è diverso, cupo, tragico, oscuro.*

Aiuto! Inmwe? Mairon? Melkor?

*D'improvviso spaventata inizio a correre lungo i sentieri cercando l'uscita. Ma le mille giravolte non sembrano condurre da nessuna parte.* Giro in tondo!

Melkor? Mairon! Inmwe dove siete?

C'è qualcuno? Aiuto!

*Un luccichio intravisto con la coda dell' occhio, una creaturina alata che svolazza più avanti.*

Chi sei? Cosa sei?

*Ali di farfalla e un corpicino minuscolo, come un colibrì di forma umana. Una fata?

La inseguo ma sfugge e scompare.*

Cos'è questo suono? Un flauto? Allora c'è qualcuno!

*Prendo il sentiero alla mia destra, corro seguendo il suono, eppure esso sembra beffarmi, più corro più sembra allontanarsi. *

Fermati! Fatti vedere! Chi sei?

*Corro ancora lungo il sentiero, poi inciampo non so nemmeno in cosa, le mani a terra, le ginocchia piegate.

E vicino alle mie dita una statuina di pietra verde, lucente come smeraldo. Un bellissimo drago di giada, il corpo sinuoso e le ali aperte, gli occhi rossi come rubini. È squisitamente intagliata.

Senza pensare la metto in tasca, come un amuleto e ho la sensazione che la sera che avanza porti una sembianza di pace. Forse un tranello, forse un attimo di requie.

Mi siedo nel punto che pare più tranquillo stringendo tra le mani il mio piccolo uccellino di carta, come se dovessi proteggerlo.

Una pesante malinconia mi coglie e inizio a piangere piano, le lacrime brillano come perle alla strana luce che fanno le lanterne che sono apparse come per magia*

Voglio tornare a casa.

*Un sussurro sottile diretto al capino della figurina di carta che batte piano le alucce fruscianti come ad incoraggiare e dare speranza.*

 

    

Melkor 

Uno, due

Torna suoi tuoi passi

*Percorrendo lentamente il Sentiero dei Sogni, Melkor estrasse un piccolo barattolo dalla tasca interna del cappotto, liberando una lucciola ogni volta che contava intonando la filastrocca.*

Tre, quattro

Conta le lanterne

Cinque, sei

Cerca le stelle

Sette, otto

Scivola la nebbia

Nove, dieci

L'incanto è sciolto!

*Le dieci lucciole volarono in cerchio davanti a Lui e vorticando diradarono la nebbiolina all'orata che aleggiava in fondo alla via, rendendo così visibile il grande giardino della Reggia di Zura.

Si avviò sul sentiero più largo che si apriva davanti a lui, guardandosi intorno, attento, l'acqua di una cascata cantilenava gorgogliando, mentre le ninfee diffondevano un profumo inebriante fino all'ossessione... era strano, ogni cosa sembrava tendere all'estremo la propria delizia fino a diventare morbosa, ingannevole, inquietante. Qualcosa di distorto stava inquinando l'atmosfera solitamente placida di quel giardino, lo conosceva molto bene: non era normale.

Possibile che fosse...?

La cosa lo preoccupò. La giovane Miry era sperduta da qualche parte in quel luogo anomalo, in quelle condizioni poteva risultare sconosciuto anche per lui. Era immerso in questi pensieri quando venne raggiunto dal lontano suono di un flauto e tutte le sue speculazioni trovarono conferma.*

Maledizione...

*Accelerò il passo, prendendo una direzione qualunque, ma si rese conto ben presto che quel sistema non poteva funzionare.

Poi si ricordò dell'uccellino.

Emise un cinguettio di richiamo, simile al verso di un merlo che si diffuse nell'aria, diffondendo brevi eco che si persero nei meandri del giardino, nelle giravolte dei labirinti di siepi, nelle pagode e nei tempietti isolati.

Trascorse qualche secondo, il sole ormai si nascondeva dietro le torri elaborate del palazzo reale, le nuvole nel cielo da bianche si tingevano di rosso e di viola, una brezza leggera carica di profumi turbinanti increspava l'acqua degli stagni e le fronde degli alberi, infine giunse un richiamo di risposta.

Lontano da qualche parte dentro il labirinto di siepi. Si avventurò all'interno, seguito da una nuvoletta di lucciole che lo circondava schiarendogli la via.

Giunse infine ad un lungo corridoio, in fondo al quale si apriva una piccola radura con un prato, uno stagno, diversi alberi nodosi ed una panchina, lì la trovò, pallida e spaurita col suo uccellino di carta che cinguettava mentre le svolazzava intorno.*

Myrelyn! *la chiamo* Per fortuna ti ho trovata...

 

Myrelyn

*Seduta su una panchina, raggomitolata con le ginocchia al petto e la testa affondata tra le braccia piango senza riuscire a smettere, le lacrime hanno già inzuppato le maniche lunghe della tunica. L'uccellino di carta svolazza intorno cinguettando, a volte mi si posa sui capelli come per fare una carezza.

Ho il cuore che batte frenetico, il timore strisciante di non poter mai più tornare indietro, di non rivedere mai nessuno, di restare per sempre prigioniera sola e sperduta in questo posto dalla bellezza tanto terribile da essere crudele mi opprime la mente.*

Voglio tornare a casa

*Il sussurro è appena percettibile ma nella mia mente è il grido di angoscia pura e spaventosa.

Poi, come per miracolo alle mie orecchie giunge la voce profonda e sollevata di Melkor*

Myrelyn! Per fortuna ti ho trovata...

*Alzo gli occhi tremando terrorizzata all'idea che sia solo un inganno e invece no, Melkor è veramente in piedi davanti a me, in carne e ossa e tutto il suo splendore.*

Melkor! Melkor!

*Salto in piedi e mi lancio tra le sue braccia, affondo il viso nel suo petto e lo stringo fortissimo, come un naufrago afferrerebbe un' ancora di salvezza. *

Sei venuto! Ti ho chiamato e sei venuto a prendermi! Portami via Melkor! Portami a casa!

*Il sollievo è immediato, ora non ho più paura, e nemmeno la tua aura che persino qui scotta sempre come una fiamma riesce a farmi staccare.*

Ahi Melkor, bruci sempre! Ma perché lo sento solo io?

*Nonostante tutto non riesco a lasciare la tua mano. Fiduciosa come una bimba lascio che tu mi conduca lungo i sentieri, camminiamo tra le lanterne fioche e la nuvoletta di lucciole che illumina la strada. L'uccellino di carta svolazza tra la mia e la tua spalla, posandosi ora su uno ora sull'altra.*

Melkor ma che posto è questo? Ho avuto così tanta paura! Come hai fatto a trovarmi?

*Mille domande, te le pongo aspettando le risposte, è così bello quando mi racconti delle cose che ti chiedo, anche se alzi gli occhi al cielo esasperato e minacci di non farmi parlare per una settimana poi però mi istruisci sempre con pazienza.

D'improvviso a una svolta davanti a noi, in lontananza vicino al margine opposto dello stagno appare un ragazzo che sta conversando con un nugolo di fate svolazzanti.

È un bellissimo giovane dai lunghi capelli castani intrecciati e occhi verdi. Alto ed elegante come un elfo ma con qualcosa di più. I suoi lineamenti perfetti ricordano i tuoi.* Melkor? Guarda! Quel ragazzo chi è? Mi sembra che ti somigli. Ma i colori sono quelli di Mairon! Melkor?

*Ti fermi improvvisamente, guardandolo intensamente, immobile come una statua, tenendomi al tuo fianco. Ma vedo nei tuoi occhi uno sconfinato dolore. Uno strazio rassegnato e composto eppure così lancinante da ferirmi di riflesso.

Ti abbraccio di nuovo, fortissimo. Non importa quanto brucia la tua aura, tu sei venuto a cercarmi e a salvarmi e io posso solo restare al tuo fianco.

Esitante, lentissimamente, alzo una mano a accarezzare il tuo viso.

Non dico nulla, solo la mia mano sulla tua guancia e il mio abbraccio che ti circonda rimango immobile come te*

 

    

Melkor 

*Il Valà venne letteralmente travolto dall'abbraccio accorato della ragazzina, finendo con la schiena contro la siepe e disperdendo tutto intorno, alla rinfusa, la nuvoletta di lucciole. Rispose goffamente al gesto di lei, lasciando che questa lo stringesse a sé ed accarezzandole suavemente i capelli.*

Va tutto bene piccolina *disse piano con voce conciliante* ora ce ne torniamo a casa. Prendi la mia mano e non perdermi mai di vista.

*Seguendo una breve serie di giravolte e con Miry letteralmente aggrappata al suo braccio, uscirono presto dal labirinto di siepi, diretti verso il sentiero principale.

Ormai era quasi notte, il placido tepore del tardo pomeriggio lasciava il posto alla frescura notturna, le stelle in cielo facevano capolino lentamente e solo le lanterne sparse permettevano di districarsi fra le ombre mutevoli, Melkor conosceva la strada, eppure il giardino sembrava fare del proprio meglio per trattenerli il più a lungo possibile, portandoli ogni volta in un posto diverso da quello in cui desideravano andare.

Così giunsero in una radura con uno stagno decorato da enormi ninfee su cui allegiavano altre lucciole; lampade di carta rotonde pendevano dai rami degli alberi e galleggiavano sullo stagno, così che il gioco di luci e riflessi conferivano al luogo un atmosfera surreale. Dall'altra parte rispetto a loro, che rimanevano nascosti da una larga siepe, su una panchina di pietra, sedeva uno splendido giovane dai tratti elfici ed i lunghi capelli castani, suonava la cetra davanti ad un nutrito pubblico di fatine che ascoltavano rapite, alcune svolazzando al suono della musica.*

Nel chiarore della Luna

Dove presto andrò a giocare

Dorme la Dea Fortuna

Aspettando l'albeggiare

Mia guardiana della Sorte

Pie leggero, viso in fiore

Che mi scampi dalla Morte

Con fortuna nel Amore...

*Parlando piano per non disturbare la musica, Myrelyn gli chiese se sapeva chi fosse quel giovane, Melkor tacque, tacque a lungo sia per poter meglio ascoltare la canzone, sia per decidere se rispondere o meno a quella dolorosa domanda: perché Egli sapeva fin troppo bene chi fosse quel ragazzo, dal momento che quella canzone era stata Lui ad insegnargliela, tanto tempo prima, in un'altra Era in un'altra vita.*

Lui è Lomion *disse in un sussurro* ne hai già sentito parlare, è... mio figlio, nato da me e da Mairon *poi, come intuendo le intenzioni della ragazzina, proseguì* non possiamo andare da lui adesso: in passato in sua presenza mi sono sempre mostrato in un'altra forma e non capirebbe, lui non sa tutto di me... mi crede un abitante dei suoi sogni e così deve restare finché non sarà il momento...

*Prese Myrelyn per mano e, sciogliendo la nuvoletta di lucciole, si avviarono lungo il sentiero. Ora il Giardino sembrava averli finalmente liberati dal suo incanto labirintico e la via del ritorno si mostrava chiara davanti ai loro occhi, mentre si allontanavano dallo stagno il suono della cetra e della voce di Lomion continuò ad accompagnarli ancora per un po' diventando sempre più debole.*

Sogno di cavalli erranti

Sogno il Vento del Sud

Sogno di piogge ridenti nelle valli del Sole lassù

Sogno di cose celate

Sogno in piena libertà

Sogno i miei giorni maturi

Sogno la Felicità!

*Ritornati sul Sentiero dei Sogni Perduti, ora libero dalla nebbia dorata, proseguirono ancora un poco, accompagnati dai versi dei grilli e del suono delle ali degli uccelli notturni. Si fermarono all'altezza di una piccola edicola col tetto a pagoda che si apriva sul fianco della strada, essendo troppo piccola per l'altezza del Vala, Melkor dovette piegarsi per spingere Il battente della porta lavorata in legno traforato, rendendo così visibile una stretta rampa di scale che scendeva a chiocciola verso l'abisso.

Comincio a scendere per primo, dopo aver creato un globo di luce per illuminare la strada, seguito a stretta misura da Myrelyn.

Prima che la porticina si chiudesse dietro di loro, riportandoli così nel mondo della veglia, l'ultima strofa della canzone di Lomion li raggiunse portata da un soffio di vento.*

Vedo la forma dei giorni

Come sono e sono stati

Che i miei giorni del domani

Solo ai sogni son svelati


Myrelyn

*Seguo Melkor in silenzio, lasciando che almeno possa ascoltare in pace la voce meravigliosa del figlio che in questo momento non può nemmeno salutare solo tenendolo strettamente per la mano. Non ho nessunissima intenzione di perdermi di nuovo. Ma al suo fianco fortunatamente il giardino perde l'aura inquietante e la canzone di suo figlio Lomion è bellissima, ha una voce meravigliosa e le parole stupende ci accompagnano fino all' uscita.

Mi dispiace moltissimo di non averlo potuto incontrare, soprattutto per Melkor.

Gli abbracci non possono fare molto e soprattutto di lui non possiamo parlare.* "Bè forse se saremo soli..."

*Melkor apre una porticina e inizia a scendere una stretta scala a chiocciola buia e ripida. Cerco di stare il più vicino possibile, solo un gradino dietro di lui, così che sono quasi alta uguale. E i suoi capelli morbidissimi comunque mi accarezzano spesso il viso. Tengo una mano sulla sua schiena, appena appena, ma non ho il coraggio di lasciarlo e il pensiero di restare indietro mi terrorizza.

Finalmente arriviamo alla fine della scala e un' altra porticina ci riporta nella mia stanza.

Tornati nel mondo reale apro gli occhi davanti al suo sorriso. Sono stesa sul divanetto e l'uccellino di carta è tornato a essere immobile. Gli dò un bacio sul capino.

Poi scendo dal divanetto e abbraccio di nuovo Melkor...ormai ci dovrà fare l'abitudine.*

Grazie Melkor, grazie grazie grazie per essere venuto a salvarmi.

*poi noto che Inmwe è addormentata su una poltroncina con Mairon in braccio.

Inmwe? Inmwe!!!

*Praticamente ti sveglio con un urlo fiondandomi ad abbracciarti. Te e Re Gattino che non ha fatto in tempo a defilarsi e rimane un po' schiacciato.*

Oh Inmwe! Non sai che paura ho avuto!!! Ma Melkor è venuto a prendermi.

Ero in un giardino magico, bellissimo e bruttissimo nel giro di un battito di ciglia. E non riuscivo a tornare!

E c'erano le fate e c'era....*

*Mi blocco appena in tempo e rivolgo un' occhiata di scuse a Melkor.*

C'era l'uccellino di carta che era vivo

*Completo salvandomi in extremis.

Poi vi indico le piantine che ho creato per voi.*

Melkor, per farmi perdonare ho creato quel fiore per te.

E quelli viola sono per te Inmwe. E quelli buffi per te Re Gattino.

Vi piacciono?

*Vi punto contro gli occhioni azzurri più speranzosi e irresistibili che ho in repertorio. Un piccolo broncio vezzoso a completare l'espressione perfetta di una bimba adorabilmente esasperante.*

    

Inmwe

*Si risveglia di soprassalto dal sonno in cui era piombata non appena sedutasi sulla poltrona, sbatte gli occhi sentendo un qualcosa di soffice e peloso schiacciato tra lei e Myrelyn*

O Numi.... Tevildo!!

*Recupera prontamente il gatto che, con un' espressione alquanto sdegnata ed offesa soffia alzando tutto il pelo e piantandole gli artigli nelle cosce*

Ahi!! Ma insomma scusami non l' abbiamo mica da apposta, su su ..

*Carezza testa e dorso del gatto per farlo rilassare mentre cerca di riordinare in mente le parole dell' elfa*

Fate? Giardino? Non ho capito molto ma credo doveva essere davvero un bel sogno, sono contenta che tu stia bene, mi ero preoccupata

*Si sporge per ricambiare l'abbraccio schiacciando di nuovo Tevildo*

Aaaahii!! Ma uffaaaa. Continua così e ti faccio tagliare le unghiiette, capito amore caro?

*Dice minacciosa sollevando leggermente il micio per la collottola e guardandolo negli occhi.

Poi guarda il Vala, ha un' espressione malinconica e triste, sembra guardare verso di loro e nello stesso tempo non vederle affatto... potrebbe essere stanco?

Si alza a fatica, anche lei è davvero molto stanca..*

Va bene, direi che adesso ce ne andiamo a nanna, che siamo stremati...

*Va verso la finestra e prende il vasetto col fiore viola, gli occhi le si riempiono di commozione*

È stupendo. Lo metterò sul comodino, grazie

*Torna ad abbracciare Myrelyn e poi si avvicina al Vala accarezzandogli timidamente il braccio per farlo riscuotere e notando solo in quel momento la strana statuina che tiene in mano ..che figura inquietante....da dove è sbucata ora? Ma è troppo stanca per pensarci...*

Credo sia ora di dormire un po' anche per te, Melkor, o quantomeno riposare

Vai a stenderti, ti farò portare una camomilla e qualche biscotto

*Esce poi dalla stanza insieme al Vala col gatto che li segue camminando fiero e con la coda alta, avviandosi ciascuno verso la propria camera, mentre Myrelyn si ributta subito a letto con un viso sereno adesso*

 

Tevildo

*Melkor starà combinando qualcosa chissà cosa con Myrelyn, mi sono accorto benissimo che è entrato nel suo sogno ..io invece ho approfittato di Inmwe che è crollata a dormire sulla poltrona per accomodarmi sul suo grembo, posso sentire da qui mio figlio che scalcia...e come scalcia! Avverto il suo respiro e sento la sua vita . Potente, intensa ..si sta avvicinando il momento del parto ormai.

Sbadiglio e mi arrotolo ancora più comodo, da quando sono gatto riesco se non proprio a dormire almeno ad appisolarmi e devo dire che la sensazione non mi dispiace...mi rilasso ulteriormente con qualche fusa mentre progetto future conquiste non appena tornerò in forma umana ..prrruuuuu pruuuuuuu.

Improvvisamente qualcosa mi schiaccia dolorosamente, ehy ma che modi!*

"Maledizione Myry"

*Pianto inavvertitamente gli artigli nella pelle di Innwe mentre finalmente torno a respirare...uhm dovrò farmi raccontare bene il sogno dalla ragazzina il prima possibile, il mio più furente sguardo sdegnato non basta però ad evitare che Inmwe mi schiacci di nuovo, stavolta le unghie non escono sole però e le pianto con gusto*

"Wee tagliare le unghie a chi? Ricordati sempre chi hai davanti*

Miaoooo fffffsssss

*Scendo a terra e mi avvicino a Melkor, strusciandomi sulla sua gamba*

Pruuuuuuu che bella statuetta caro, poi mi racconterai eh...

*Si abbassa un attimo grattandomi leggermente il dorso, apprezzo prima di incamminarmi regalmente verso l'uscita, ho intenzione di dormire con Inmwe stanotte e che non si provasse a scacciarmi stavolta che la affetto...*

 

Passano altre due settimane tranquille di studio e letture, senza altri accadimenti di rilievo.

Alla fine dell' ultima settimana un land speeder viene a prendere il gruppetto e si avvia in direzione di Minas Morgul.

Un gatto arancione troneggia fiero su un alto cuscino sul sedile.

Sulla via verso la Contea

Thamièl Aldaymir

*Era una splendida giornata di sole...gli uccellini cantavano felici cagando sulla testa degli ignari viandanti, le api ronzavano, in cerca di rotondità da pungere, le cicale frinivano rompendo i maroni, le mucche muggivano, invidiose dell'occupazione secondaria degli uccellini, e una leggera piacevole brezza estiva aleggiava sulle verdi pianure dell'Eriador scompigliando i capelli delle due fanciulle che, a cavallo di un vecchio, ma intrepido Speeder sferragliante, stavano finalmente per raggiungere la loro meta, la verdeggiante Contea, dopo un lungo e periglioso viaggio passato quasi totalmente cantando a squarciagola canzonacce degne delle peggiori taverne di Pelargir...

Chiunque fosse passato da quelle parti in quel momento si sarebbe reso subito conto, dalle roboanti ma fortunatamente inodori flatulenze prodotte copiosamente dai reattori del piccolo mezzo, ansante ma mai domo, che le due donzelle correvano seriamente il rischio di rimanere presto appiedate...ma grazie ai Valar lo capirono subito anche loro e tosto si fermarono per lasciare che gli agonizzanti accumulatori solari potessero ricaricarsi senza il pericolo di dover esalare l'ultimo respiro lasciandole sole in mezzo alla campagna...

Ora, vediamo che entrambe scendono giulive dal veicolo seguite da un similtubero piumoso e bitorzoluto che subito si mette a squittire correndo in giro e cercando di mangiare libellule.*

- Pataporg!...vieni qua!...Merenda!... - *Thamièl cerca di blandire ed attirare il porg sventolando un pezzetto di lembas ma rimane molto delusa nel constatare, per la millesima volta, che l'esserino a quanto pare continua a dare retta solo ad Hellabor, da lui eletta insostituibile ed adorata mamma adottiva fin dal primo istante in cui i suoi occhioni grandi come piatti si sono posati sulla scarmigliata ed affamata mezz'hobbit nelle caverne di Moria...*

- Quel coso mi odia...Tienilo a bada tu...non possiamo rischiare di perderlo - *sibila incarognita Thamièl passandole il pezzetto di cibo e crogiolandosi nel soave pensiero di quando raggiungeranno lo spazioporto di Mordor con l'annesso Ufficio Oggetti (e Altre Cose) Smarriti e potrà finalmente liberarsi del porg ed incassare la succulenta ricompensa per la sua restituzione.

E' da quando hanno lasciato Khazad-dum che viaggiano, e la noia si comincia a sentire nonostante la bellezza del paesaggio circostante. L'elfa resiste alla tentazione di prendere a calci il deretano...o la pancia, non ha ancora imparato bene a distinguere le parti anatomiche del detestabile pennuto, e rivolge l'attenzione alla sua compagna di avventure, che sta tirando fuori con entusiasmo dallo zaino tutto il necessario per un picnic improvvisato guatata con la bava alla bocca dall'odiosa, anche se schifosamente amabile, bestiola.*

- Che dici, Hellabor? Ci vorrà ancora molto? Vedo delle belle e verdi colline là in fondo... - *chiede speranzosa indicando col dito verso ovest mentre sgranocchia un pezzo di lembas...*

- ...Sarà già la Contea? -

 

    

Hellabor

*Saltella felice per il prato lanciando gridolini entusiasti mentre Pataporg la segue squittendo di gioia*

Siamo vicino casa siamo vicino casaaaa

*Poi prende Pataporg tra le mani e lo lancia in aria*

Hey Pata, facciamo vedere a Tham cosa hai imparato a fare, che dici? Pronto?

*Prende una noce dal cestino di frutta secca e si mette in posizione per lanciarla, mentre il Porg si abbassa ali indietro e testa in avanti*

Arrivaaaa

*Urla lanciando la noce verso la bocca del cucciolo che con un balzo la prende al volo inghiottendola*

Bravooooooo!!

Hai visto Tham? Ha visto?

*Si ferma compiaciuta aspettando i complimenti dall'amica, che però si limita a guardarla perplessa e silenziosa*

Uhm...dici che va perfezionato? Si forse..No non è ancora Contea ma quasi...quasi... sento profumo di casa

*Chiude gli occhi e respira a pieni polmoni l'aria fresca ed odorosa che le circonda*

Mancano circa dieci miglia, poi una foresta, poi la fattoria del Vecchio Pollack (dove potremmo fermarci per il pranzo oltretutto è un vecchio amico di famiglia) poi il Ponte sul Brandivino e poi saremo in Contea!

Conoscerai nonna Rosmarina e zia Malva, nonno Salcimpiede e zio Rovetto, i miei fratelli e sorelle Elanor, Thymo, Nathaniel (se è tornato da chissà dove), Mughetto, Primula la mia sorellina più piccola!! Li adorerai e ti adoreranno sono sicura!

Poi ti porterò dal Vecchio Gaffiere per la birra doppio malto e la crostata di more migliore della tua vita, giuro!!

*Chiacchiera come al solito senza sosta mentre mangia lanciando da varie posizioni e altezze pezzetti di cibo al porg che puntualmente lo prende senza mai farlo cadere*

Dobbiamo studiare un piano però, per trovare e prendere i semi dell'albero della Festa..sai, è l'unico Mallorn non solo della Contea, ma l'unico forse rimasto nella terra di mezzo.. potrebbero impedirci di coglierne i semi per non rischiare di danneggiarlo, per noi è un albero sacro...

 

    

Thamièl Aldaymir

- CIOE'... - *Thamièl smette di colpo di masticare e di ignorare volutamente le performances acrobatiche del suo attuale incubo piumato per fissare Hellabor con espressione assassina e gli occhi che gradualmente ma inesorabilmente si stanno iniettando di sangue – CIOE'... TU mi stai dicendo che i tuoi cari concittadini potrebbero anche NON volerci dare i semi di mallorn?....Stai cercando di dirmi QUESTO dopo che abbiamo praticamente promesso a tua zia di riportare i mallorn a Lothlorien e dopo che abbiamo attraversato Moria rischiando anche (tra le altre cose) di farci divorare da un Osservatore?... -

*Crolla a sedere su di un grosso sasso, la testa tra le mani, rimpiangendo amaramente di non aver portato con se in quello sciagurato viaggio il prezioso e rarissimo opuscolo “1001 modi fantasiosi per disfarsi di un Hobbit molesto con il minimo spargimento di sangue (e non)”. Peccato..., pensa, proprio nel momento in cui, da alcuni segni inequivocabili accompagnati da un lontano muggito, si accorge improvvisamente e con orrore che il sasso sul quale è andata a sedersi è troppo morbido per essere un sasso...

Si alza di scatto e rimane lì, lo sguardo fisso all'orizzonte, senza riuscire a profferir parola...Con la coda dell'occhio vede Hellabor che la guarda basita e stringe a se il porg, come a proteggerlo...e ne ha ben donde, considerata la situazione.*

- TU!... - *Cammina come in trance verso di lei, con il dito puntato e sibila squadrandola con gelide occhiate da crotalo* – TU...prenderai quel seme...non mi interessa come farai ma lo prenderai, con le buone o con le cattive...mia cara Apprendista, è ora di dimostrare le tue qualità...Noi non ripartiremo dalla Contea senza avere con noi quel seme...sappilo...Ed ora sparisci te e il tubero che vado a cercarmi un ruscello... -

*Gira sui tacchi e si allontana drizzando le spalle, dimostrando apparente nonchalance e fendendo l'erba alta con nobile portamento qual regale veliero beccheggiante negli oceani di Arda.

Sospira, tanto sa già che finirà per perdonare Hellabor...ma prima di ripartire deve pensare ai suoi vestiti...*

 

Hellabor

Uuuhhh...e mannaggino, qui sono guai se non troviamo modo di prendere quel seme

*Pensa preoccupata mentre osserva Tham andarsene via in chiaro stato di nervosismo ed agitazione.

Ci vuole un piano di emergenza nel caso non le facciano neanche avvicinare all'albero della festa, ma quale?

Pensosa si siede e tira fuori tutto il necessario per una pipata, di solito è un buon modo per schiarirsi le idee*

Uuhmmm...mumble mumble

*Bofonchia mentre si diverte a fare anelli di fumo che Pataporg prova ad acchiappare con agili saltelli... Pataporg ma certo! È lui la soluzione!

Entusiasta salta in piedi*

Pataporg!! Adesso mammina ti insegna un nuovo giochetto...vieni con me!

*Esclama correndo verso un boschetto di faggi*

Adesso io ti insegnerò ad arrampicarti sugli alberi e poi a prenderne i semi..

*Neanche il più sospettoso tra gli hobbit potrebbe avere nulla da ridire su un cucciolotto che si arrampicasse, ha avuto decisamente un'idea geniale...ora bisogna riuscire ad insegnare all'animaletto come prenderli e soprattutto prenderli senza mangiarli...e questa si prospetta la parte più difficile, sospira*

Al mio via seguimi, va bene?

*Dice al pelosetto puntando mani e piedi sul tronco per iniziare ad arrampicarsi e voltando la testa indietro per accertarsi che lui la segua e imiti.

Dopo non sa quanto tempo precisamente tra arrampicate, cadute, urla e imprecazioni il porg finalmente sembra capire e rispondere al comando di salire sull'albero.

Esausta si appollaia su un ramo, detergendosi la fronte sudata*

Va bene, il primo passo è fatto...bravo amore di mamma e adesso la seconda parte dell'addestramento

*Accarezza teneramente il cucciolo porgendogli pezzettini di lembas*

 

Thamièl Aldaymir

Seguita da un codazzo di mosche coprofaghe adoranti e ronzanti che l'hanno evidentemente scambiata per qualche loro misteriosa divinità, ed ancora decisamente fuori di se per la rabbia, Thamièl trova finalmente quello di cui era alla ricerca: un ameno boschetto attraversato da un grazioso, limpido e fresco torrentello popolato da sassi, erbe palustri, libellule e girini...Ci si tuffa dentro senza neanche togliersi i calzoni suscitando il disappunto e lo sdegno del nugolo di mosche che, offese, se ne vanno deluse disperdendosi nella campagna.

Dopo una buona mezz'ora di rilassanti abluzioni, l'elfa decide che è ora di tornare a vedere cosa sta succedendo nel loro accampamento improvvisato. Si reinfila camicia, giacca e stivali e, ormai sbollita, dopo una breve passeggiata giunge a destinazione...

Nessuno. Silenzio. Solo il ronzio degli insetti ed il frusciare dell'erba smossa dal venticello leggero. Gli accumulatori dello speeder sono ormai belli carichi, tutto è pronto per la partenza, mancano solo Hellabor e Pataporg...Si guarda intorno preoccupata, mano alla balestra, finché la sua acuta vista elfica non nota qualche strano movimento sopra un grosso albero fronzuto.*

- Disgraziata!... Mi hai fatto prendere un colpo...cosa state facendo là sopra?...Venite giù! - *Strilla rivolta alla cima dell'albero. Prima spunta il muso di Pataporg, che squittisce contento, e subito dopo ecco apparire un'allegra mezz'hobbit che fa capolino tra il fogliame, con l'espressione di chi la sa lunga e non vede l'ora di raccontarla...*

- E allora? - *Si risiede per terra, questa volta facendo MOLTA attenzione a dove posa le terga, e li guarda curiosa mentre ambedue atterrano davanti a lei sul prato esibendosi in un magistrale tuffo carpiato con doppio avvitamento a sinistra.* - Cosa bolle in pentola per farvi fare queste acrobazie?-

 

Hellabor

Oplaaaaa'

*Atterrata proprio ad un pelo dallo spiaccicarsi sulla pancia dell'amica, la guarda con gli occhi divertiti e furbetti come di chi sta per fare una grande rivelazione*

Ehm ehm

*Fa un passo a lato indicando con la mano il porg che la guarda perplesso*

Ho il piacere di presentarti colui che prenderà per noi i semi dall'albero senza destare alcun sospetto!

Signori elfi e signore elfesse, amici hobbit e semihobbit, ecco a voi...tatatadadaaaan!!

PATAPORG!

*Osserva compiaciuta Tham che però sembra guardare alternativamente lei e il batuffolo patatoso senza aver l'aria di capire alcunché*

Ci aiuterà lui! Gli sto insegnando come fare!! Credimi, in caso non ci lascino prendere i semi potremo contare su di lui! Chi è che sospetta di un cucciolotto? Gli ho già insegnato ad arrampicarsi, ora gli insegneremo a prendere i semi e a non mangiarli ma portarli a noi.

*Spiega mentre inizia a risistemare le restanti provviste nello zaino*

E tu mi aiuterai ad insegnargli, è ora che iniziate ad andare d'accordo!

Capperoni come mi farei un bagnetto...e anche Pataporg ne avrebbe bisogno. Allora, se non ricordo male qui vicino dovrebbe esserci un ruscello ..ci laviamo...e partiamo! Non abbiamo sapone ma sai che questo fiore

*Dice cogliendo da terra uno stelo sulla cui sommità poggia una delicata corolla rosa pallido*

Puoi strofinarlo sulla pelle mentre ti lavi e lascia un gradevole profumo.

E qui il prato è pieno

*Raccoglie quanti più fiori possibili, con un fischio poi chiama Pataporg e si avvia verso il laghetto*

Raggiungici con lo speeder, possiamo ripartire da lì!

Destinazione fattoria del Vecchio Pollack!! Aaah mi raccomando!!

*Torna indietro di corsa, prendendo la compagna per le spalle e guardandola molto seriamente*

Quando saremo lì da Pollack, non, ripeto NON cogliere assolutamente i suoi funghi! Ne è gelosissimo e potrebbe spararci davvero.

Tutti i funghi che si trovano fino anche a tre miglia di distanza dalla fattoria lui li considera come sua esclusiva proprietà, è un tipo un po' strano...

Ma è anche una persona gentile e sono sicura che sarà lui ad offrircene in un bel pranzetto!

 

    

Thamièl Aldaymir

Evitato per un pelo che il dolce peso di Hellabor si schiantasse sulla sua povera pancia, resta per qualche minuto seduta sul suo sasso a fissare alternativamente sia la mezz'hobbit che il porg con sguardo leggermente vacuo, ancora provata dai recenti avvenimenti ed incapace di porre freno all'incessante sproloquio di Hellabor da cui, e con grande fatica, riesce ad estrapolare solo le parole “arrampicarsi”, “semi”, “portarli a noi”. Poi, pian piano, le sinapsi del suo cervello che da poco avevano dichiarato sciopero ad oltranza, si impietosiscono e tornano al lavoro permettendole di cogliere il senso più ampio del discorso quando già la sua amica ed il porg si sono defilati verso il ruscello...

Con un sospiro di rassegnazione comincia a preparare lo Speeder per la partenza, pensando a tutto quello che ha detto Hellabor. E' riuscita finalmente, e con notevole sforzo, a ricostruire il puzzle delle parole della mezz'hobbit, vale a dire il suo folle piano per riuscire a trafugare il seme di mallorn con l'aiuto di Pataporg, e gli avvertimenti circa la gelosia maniacale del Vecchio Pollack per i suoi funghi. Deve comunque ammettere che l'idea della sua Assistente è veramente ottima, e finalmente la presenza con loro del molesto animaletto alieno avrebbe così avuto un suo perché vista alla luce degli strani giochetti di Mandos per quanto riguarda il destino di tutti gli esseri viventi di Arda...

Mette in moto il veicolo e si dirige verso il ruscello, dove trova i suoi compari a mollo intenti a giocare con l'acqua, in un fuggi fuggi di libellule e ranocchi offesi ed infastiditi dagli schiamazzi dei due sciagurati...

Li squadra severa dall'alto dello Speeder... - Avete finito di cazzeggiare?...Dobbiamo ripartire!... -

 

    


Hellabor

Come ripartire subito? Uffaaaa ma abbiamo appena iniziato a divertirci!!

*Sbuffa guardando desolata l'acqua limpida e fresca del ruscello dove sono in questo momento acquattati lei e il cucciolo, immersi fino al collo giocando a chi spruzza più in alto, poi chi spruzza più forte e poi ancora chi spruzza l'altro*

Un altro po' dai ti prego ti prego ti pregoooo

*Quattro paia di occhi tondi e dolci guardano Thamièl imploranti, riprendendo poi in un attimo a sguazzare felici non appena sul viso della compagna si dipinge un rassegnato assenso.

Poi si rialza e si avvia verso la riva imitata dal Porg, dove inizia ad asciugarsi scrollandosi velocemente corpo e testa saltellando tutto intorno.

Anche in questa operazione Pataporg si dimostra buon imitatore, alla fine sono entrambi asciutti e con capelli e pelo vaporoso mentre Thamièl, che senza accorgersi hanno schizzato da capo a piedi, li guarda gocciolante e furente*

Ops ...beh dai una rinfrescata ci vuole sempre con questo caldo, nevvero?

*Ridacchia passandole un asciugamano dallo zaino*

Adesso si parte, destinazione Vecchio Pollack!!

Salgono tutti e tre col cucciolo che si posiziona in mezzo a loro e dopo poco tempo si appisola tranquillo.

Hellabor sfreccia veloce e sicura tra le ben conosciute valli e collinette, mentre sente gli occhi inumidirsi ad ogni paesaggio che fino ad un attimo prima non pensava di ricordare... quanto tempo è passato dalla sua partenza? Pochi mesi...eppure sembra passata una mezza vita, l'Hellabor che torna non è più quella che un mattino seguì improvvisamente un sospetto finto Gandalf...*

Il viaggio prosegue silenzioso nella placida campagna tra bassi muretti a secco, campi coltivati e frutteti rigogliosi, finché quella che sembra non una fattoria ma qualcosa come tre splendide fattorie unite si profila all'orizzonte*

Eccoci arrivati!! Tham lì abita il vecchio Pollack!

Guarda guarda in pochi mesi ha allargato ancora la proprietà...non so dove potrà arrivare se continua così, mah... dovrà pur fermarsi ad un certo punto direi!

 

    

Thamièl Aldaymir

*L'afoso pomeriggio prosegue con il terzetto a cavallo dell'indomito Speeder su e giù per le verdi e dolci colline che annunciano l'approssimarsi della Contea. Thamièl, guardandosi attorno, si ritrova a pensare che pochi altri luoghi, nella Terra di Mezzo, sono capaci di rendere un viaggiatore così sereno e rilassato come il percorrere quel paesaggio quieto e lussureggiante, i piacevoli e curati sentieri, i prati verdi, i piccoli limpidi fossati a lato delle strade, le belle fattorie...

Mentre Pataporg, spiaccicato tra lei ed Hellabor, ciangotta felice, lei si accorge che la sua amica è ora stranamente silenziosa, probabilmente persa nei ricordi o intenta a vedere quali e quanti cambiamenti ci sono stati nel suo paese da quando l'ha lasciato per tuffarsi in avventure che mai avrebbe immaginato avrebbero lasciato un segno così profondo dentro di lei.

Improvvisamente la mezz'hobbit sobbalza e ritrova la parola* - Eccoci arrivati!!...Tham, lì abita il vecchio Pollack!... - *L'elfa si sporge dallo Speeder per guardare meglio e rimane basita nel vedere una grande e bellissima fattoria sul verde crinale della collina, circondata da un elegante steccato e ricca di aiuole colorate e di alberi e cespugli rigogliosi...e con accanto alla porta un proprietario, evidentemente il Vecchio Pollack armato di spingarda che, ancora prima di chiedere “Chi siete?” alle due visitatrici, comincia a sparare per aria scariche di pallettoni...

- Ehm...Hellabor?...Forse è meglio che ci parli tu... - *mormora alla sua amica. La mezz'hobbit rallenta avvicinandosi impavida con lo Speeder al cancello della fattoria, apparentemente incurante delle intemperanze del suo pericoloso concittadino e del suo archibugio, anzi, con un bel sorriso stampato sul volto... *

- Che i Valar ce la mandino buona... - *sussurra Thamièl schivando un pallettone vagante.*

 

    

Vecchio Pollack

*Il Vecchio Pollack se ne stava spaparanzato beato sulla sua sedia a dondolo, dormicchiando e fumando erba pipa tra un pisolino e l'altro, godendosi la pace bucolica della Contea.

I rumori che gli giungevano alle orecchie quelli familiari e naturali del canto degli uccellini e dello svolazzare di insetti e l'occasionale russare dei suoi fidati cani da guardia, Morso Zanna e Lupo come da tradizione di famiglia, accucciati ai suoi piedi.

Poi la quiete del meriggio assolato viene rotta dallo sferragliare meccanico e stridente del vecchio Speeder che si lancia giù per la collina dritto dritto verso il cancelletto della sua proprietà.

I cani si alzano sulle zampe rizzando il pelo e mostrando i denti e il vecchio afferra lesto la spingarda che tiene sempre pronta all'occorrenza e inizia a sparare pallettoni (caricati a sale ma questo loro non lo sanno) all'indirizzo degli screanzati che osano turbare il suo riposo post merenda.

Senza occhiali non s'è accorto che almeno uno dei passeggeri lo conosce assai bene*

Se siete amici non è ora di presentarsi e se siete nemici ho pallettoni a sufficienza per farvi pentire delle vostre cattive intenzioni!

*Grida con la voce rauca e gracchiante di un fumatore incallito e non più giovane mentre i latrati dei cani si fanno minacciosi e le bestie sembrano pronte a lanciarsi all'attacco.*

Buoni voi, che non sento!

*Richiama i cani che prontamente si accucciano nuovamente pur rimanendo chiaramente all'erta.*

Ordunque?

*Chiede cercando gli occhiali pince-nez nel taschino della camicia e poggiandoli sul naso. Finalmente mette a fuoco le occupanti del mezzo che ancora sferragliare al minimo*

Hellabor Tuc dalle Selve! Ma dico io, signorinella! È questo il modo di comparire dopo mesi di assenza? In compagnia di una elfa poi??

*Guarda la mezz'hobbit scuotendo la testa e borbottando tutta una filippica sui giovani d'oggi e le loro maniere, o meglio, sulla mancanza delle suddette*

Bè? Non state lì impalate come belle statuine! Venite in casa che ci sono thè e torta in abbondanza.

Dentro, ragazzi!

*Comanda ai cani che svelti si infilano in casa e si stendono in un groviglio di zampe e code davanti al focolare*

Moglie! Ragazzi! Abbiamo ospiti!

 

    

Hellabor

Vecchio Pollack! Che bello rivederti!!

*Salta al volo giù dallo speeder ancora in movimento, lasciando i comandi a Tham che fa appena in tempo a prenderli per frenare prima di schiantarsi contro una grossa balla da fieno.

Pataporg emette squittii preoccupati all'indirizzo delle tre bestione accovacciate, riparandosi tremante sotto il braccio dell'elfa.

Forse gli insegnamenti graduali di Hellabor stanno facendo man mano effetto, la bestiola non parte col suo solito urlo spaccatimpani.

La mezzhobbit si precipita ad abbracciare il vecchio amico improvvisando un girotondo di gioia*

L'elfa è la mia migliore amica nonché migliore compagna di viaggio nonché mia Capitana come Assistente nonché Cacciatrice di Taglie si chiama Thamièl Haldaymir e presto sarà anche Reggente di Lorien!

*Spiega mentre gli occhi del vecchio fattore diventano sempre più grandi e sospettosi ad ogni nuovo appellativo.

Hellabor sospira e scuote la testa...si è quasi scordata quanto la "gente alta" non goda della minima fiducia tra il suo popolo*

E non è un'elfa come gli altri. Lei è... speciale e puoi fidarti

*Conclude seriamente mentre annusa contenta il buon odorino di cibo che inizia a diffondersi nell'aria dalla porta aperta*

Belli...belli come state

*Si china accarezzando il testone dei tre cani*

Ora vi presento un amico...mi raccomando fate i bravi e non me lo spaventate, va bene?

Tham! Pataporg!! Venite!

*Si gira agitando la mano all'indirizzo dei due ancora vicino allo speeder*

Siamo tra amici, non abbiate paura

Si, mesi che sono via è vero...ma sapessi quante cose mi sono successe, se te le racconto non mi crederai... c'è un mondo sterminato fuori dalla Contea, davvero! Creature strane, nemici antichi, mostri, astronavi!! Astronavi!!

Non vedo l'ora di rivedere la mia famiglia, mi mancano molto...li hai visti o sentiti per caso? Sai se stanno tutti bene?

 

    

Thamièl Aldaymir

*Riesce appena in tempo a bloccare lo Speeder prima di dover distruggere un covone da dietro il quale, comunque, si danno alla fuga sbattendo le ali in un nugolo di piume e paglia due galline, una papera ed un'oca bianca che cerca di allontanarsi mantenendo un contegno nonostante la situazione incresciosa e inaspettata secondo il punto di vista di un'oca...*

- Ehm...ehm... - *Thamièl sorride giuliva al Vecchio Pollack, accennando un cordiale saluto agitando la manina con Pataporg che si stringe a lei preoccupato* – Buongiorno Signor Pollack!...Hellabor mi ha tanto parlato di lei, sono davvero tanto tanto felice di conoscerla!... - *Poi guarda Pataporg pensando che è il caso di presentare anche lui prima che il vecchio hobbit si accorga di quella strana bestia sconosciuta e decida di spararle perché “non si sa mai”* – Questo è il nostro animaletto alieno, Pataporg...l'abbiamo trovato lungo la strada e l'abbiamo raccolto. E' assolutamente a-do-ra-bi-le!...Vedrà! Non potrà fare a meno di amarlo... -

*Hellabor aveva ragione, alla fine il Vecchio Pollack si rivela essere un buon diavolaccio, burbero e pronto a sparare a chiunque invada il suo territorio ma anche generoso ed ospitale...Ma non osa pensare cosa avrebbe potuto succedere se non avesse avuto Hellabor con lei.

E com'è come non è, alla fine si ritrovano tutti seduti attorno ad un grande tavolo di quercia in compagnia della famiglia Pollack al gran completo accompagnata da un graditissimo contorno di torte, birra, thè e biscotti...*

 

    

Vecchio Pollack

*I miei nove figli e figlie si dispongono a tavola in ordine di età, aiutando la madre a preparare per tutti e facendo accomodare le ospiti.

Seduto a capotavola do il via alla merenda con le parole di benvenuto e benedizione del cibo e della compagnia.

La domanda della giovane Hellabor è spinosa, non credo stia a me discutere delle strane assenze verificatesi negli ultimi mesi.*

La tua famiglia prospera come sempre, sono sicuro che saranno ben lieti di riabbracciarti. Ma aspettati una ben meritata sgridata signorinella! Li hai fatti preoccupare da morire in questi mesi!

*Concludo severamente e mentalmente ringrazio il cielo che i miei figlioli abbiano i piedi e la testa ben piantati sulla Contea senza ghiribizzi di avventura.*

"Sarà la parte elfica, strani pensieri fa la gente alta"

*Pensa scuotendo la testa e tornando poi a dedicarsi al cibo con la passione comune a tutti gli Hobbit per il riempirsi la pancia di cose buone . Anche ai cani vengono allungati bocconi prelibati che le bestie accettano ben attenti a non litigarseli. Ben sanno che la signora Pollack li esilierebbe fuori di casa in un baleno se facessero troppa caciara.*

 

Hellabor

*Il cibo è ottimo e abbondante, il sorriso furbetto della signora Pollack verso di lei le preannuncia che stanno per arrivare anche i loro famosissimi funghi. Eppure qualcosa nel tono del vecchio lascia perplessa Hellabor*

"Non è da lui essere così criptico e generico...di solito è sempre molto disponibile e anzi propenso a sciorinare tutte le notizie da Hobbiville e non mi dire che non ha sentito nulla in questi mesi...qui c'è qualcosa che non quadra"

*Pensa mentre giocherella con la forchetta; gli altri continuano allegramente a mangiare, lei di colpo non ha più molto appetito mentre una sensazione vaga di preoccupazione e ignoto le stringe piano lo stomaco... inutile fare altre domande, conosce bene Pollack. Se avesse voluto dire di più lo avrebbe detto. Non le resta che affrettarsi verso casa e scoprire da sé cosa c'è che non va*

Grazie mille della splendida merenda . È bello trovare voi come prima cosa sulla via del rientro

*Sorride felice all'indirizzo della famiglia raccolta a tavola*

Noi purtroppo adesso dobbiamo ripartire subito..sono via da troppo tempo e non vedo l'ora di essere a casa

*Dice mentre lo sguardo le cade su Pataporg che ballonzola squittendo verso le ciotole dei tre cani ancora intenti a mangiare e un raccapricciante senso di terrore la invade*

Accidenti... Pataporg noooooo vieni qui da mamma fai il bravo su

*Sguiscia fuori dalla sedia precipitandosi a cercare di afferrare il cucciolo prima che il suo urlo lancinante scuota la fattoria dalle fondamenta o peggio ancora che il pelosetto entri a far parte della merenda dei tre bestioni come cibo però...

Incredibilmente però non fa in tempo a prenderlo che i tre cani al vederlo arrivare si ritraggono impauriti piagnucolando con la coda tra le gambe, mentre la patata pelosa annusa il cibo le loro ciotole ed inizia a servirsene tranquillamente*

Accipicchiolina... Tham guarda qui, questa mi è nuovissima

Non sapevamo di portarci dietro una creatura così pericolosa

*Sogghigna divertita*

 

    

Thamièl Aldaymir

*Il pomeriggio scorre piacevolmente... Thamièl, che non ha mai avuto l'occasione di sedersi ad una tavolata hobbit, è sconvolta dalla quantità e dalla bontà dei piatti che la materna e gioviale signora Pollack continua a portare avanti e indietro dalla cucina. Non ha molto da dire riguardo ai pettegolezzi della Contea sciorinati dal Vecchio Pollack, quindi si limita ad ascoltare....Ascolta e intanto non può fare a meno di notare Hellabor che si irrigidisce impercettibilmente, come se la sua amica avesse percepito qualcosa di strano nelle parole del loro simpatico ospite.

Vorrebbe chiederle cosa c'è che non va, ma la situazione ed il luogo non sono i più adatti...anche perché l'ineffabile bestia piumata e patatosa sceglie proprio quel momento per adocchiare il cibo dei tre molossi del Vecchio Pollack, e si dirige ballonzolando entusiasta verso le ciotole canine...L'elfa indulge per qualche attimo nella confortante e piacevole visione di un turbinio di piume, di latrati famelici e poi...più nulla...quando improvvisamente realizza che il coso alieno deve ancora servire per rubare il seme di mallorn, e che non vuole assolutamente perdere la ricompensa per la sua restituzione al legittimo proprietario, ovunque esso sia.*

- Pataporg!...Fermo!... - *urla, alzandosi in fretta dal tavolo per lanciarsi a recuperare il temerario inconsapevole ingordo...solo per vedere, allibita, i tre cagnacci ritirarsi uggiolando davanti a Pataporg lasciando a lui tutta la loro pappa.*

- No...non ci credo... - *Mormora ad Hellabor scioccata ed allibita*


Pollack

*Resto allibito alla vista dei cani che indietreggiano terrorizzati da una specie di patata con le ali e le piume che si avventa sulle ciotole e le svuota con vorace velocità l'una dopo l'altra senza lasciare assolutamente nulla. Finito incredibilmente il pasto di tre bestie che sono ognuna almeno 10 volte tanto il piccolo mostriciattolo lancia un verso che potrebbe essere un rutto da record e barcollando torna tra le braccia di Hellabor addormentandosi quasi immediatamente *

Hellabor! Tieni quel pata-coso lontano dalla mia proprietà e dai miei funghi! O userò la spingarda!

*Minaccio, burbero e preoccupato per le risorse delle mie terre. Oltretutto, a parte i doveri di ospitalità temo che troppo tempo in compagnia di Hellabor e la sua amica elfa possano mettere idee balzane nelle teste dei figlioli. Che di famiglie di gente bizzarra ne abbiamo già abbastanza, da ere intere, come i Tuc e i Baggins e i Brandibuck.*

Signorinella, credo sia opportuno che tu torni a casa in tempo per lo a cena, ne avrai di cose da raccontare appena avranno finito di darti una lavata di capo di quelle che non si dimenticano

*Ignoro l'occhiata allibita di mia moglie e i mormorii dei figlioli, ma credo che sia giunto il momento che la ragazza scopra le conseguenze del suo andarsene a zonzo per mesi senza dare notizie. E non posso essere io a renderla edotta*

 

Hellabor

Uhm ..pare che il nostro amico venga percepito come un pericolo dai cani...o forse reagirebbero così anche le altre bestie di Arda? Può essere che avvertano che è un essere alieno?

*Riflette tra sé e sé, osservando il cucciolo, poi sembra riscuotersi*

Uuuhh si, non mi ci far pensare a quante me ne diranno..ma se sapessero che non ho potuto fare altrimenti, se solo sapessero.. Tham prepariamoci a ripartire!

*In quel momento arriva la signora Pollack con in mano un grosso cesto da cui emana un buon profumino di funghi...sorridendo glielo porge*

Questi sono per te e per la tua famiglia, e dì a tua nonna Rosmarina che la sua ricetta dello stufato alla birra è davvero speciale, ringraziala da parte mia e guai a te se ti scordi,va bene?

*Hellabor sorride contenta agguantando il cesto e nello stesso tempo slanciandosi ad abbracciare la signora rischiando di far rovesciare tutto il contenuto*

Ops ..ahaha no no tutto bene, non è caduto nulla...si si mi ricorderò e grazie ancora di tutto!

*Dopo aver salutato e abbracciato tutta la famiglia le due anzi i tre compreso il Porg sono pronte a ripartire, con uno sbuffo azzurrino lo speeder sfreccia verso Hobbiville.

Hellabor guida e intanto riflette..allora sicuramente qualcosa è successo, non qualcosa di gravissimo o glielo avrebbero detto, qualcosa però di abbastanza serio da farla preoccupare.

Cosa potrebbe essere?

Inutile arrovellarsi, la risposta la attende a casa...in lontananza intravede il ponte sul Brandivino, da tutta energia al mezzo passandoci sopra come volando*

Yeahhhhh casaaaaaaa

Di fronte a loro Hobbiville con le sue colline piene di porte rotonde e fiori, carretti colmi di fieno e frutta e attrezzi agricoli, vecchi e giovani hobbit seduti al fresco a fumare e parlare..e mille paia d occhi che le guardano arrivare, occhi fissi sospettosamente soprattutto su Tham..*

Tham, guarda... l'albero della Festa

*Dice fermando il mezzo ed indicandole un enorme e splendido mallorn che si erge maestoso su una collina al centro della città*

Io direi che hanno aspettato mesi e un'ora in più non fa differenza...direi di prendere subito i semi e poi andare a casa, che ne pensi?

*Sussurra girandosi verso la compagna*

Porg sei pronto?

*Da qualche carezza sulla testa della bestiola ancora ronfante per farlo svegliare*

 

    

 

Thamièl Aldaymir

*Dopo aver messo in salvo i funghi dalle intemperanze di Pataporg, e salutato con rispetto e doverosa gratitudine, ovvero con tutti i salamelecchi hobbit del caso, la famiglia Pollack, ripartono allegramente sullo Speeder per arrivare finalmente ad Hobbiville...Thamièl non crede ai suoi occhi, immaginava, dalle parole di Hellabor, che la cittadina fosse un posto gradevole, ma non credeva certo che fosse così bella, con fiori, frutteti, steccati e giardini, sentieri puliti e acciottolati e quelle deliziose casette dalla porta rotonda scavate nei fianchi delle colline ricoperte d'erba verde...*

- Forse hai ragione... - *dice all'amica guardando il bellissimo fronzuto mallorn svettante verso il cielo azzurro* - Mandiamolo adesso a prendere il seme, così ci leviamo il pensiero – *dice ad Hellabor, preparandosi a fare la sceneggiata della fuga della bestia e della loro disperazione vedendolo salire sull'albero squittendo...* - Speriamo faccia le cose per bene...non avremo un'altra possibilità... -

*E' un attimo...mentre passano a lato dell'albero Pataporg lancia un urletto e salta giù dallo Speeder, correndo verso il mallorn sbattendo le alucce e cominciando ad arrampicarsi tra i rami...* - Pataporg!...NOOO, scendi di lì!...Ma cosa fai?...giù, giù, subitooooo!!!...Non è tuo quell'albero!... - *Entrambe si sbracciano chiamandolo ripetutamente senza esito e richiamando hobbit da ogni dove. Anche quelli intenti a prendere il fresco fumando davanti a casa corrono a vedere cosa sta succedendo, ed i ragazzini ridono e strillano nel vedere quello strano animale arrampicarsi sempre più in alto sull'Albero della Festa...

Finalmente Pataporg decide di terminare la sua incursione arborea e di scendere, e salta giù atterrando proprio in braccio ad Hellabor. Solo l'acuta vista elfica di Thamièl nota il velocissimo passaggio di qualcosa di rotondo da una zampetta ad una mano, e l'elfa si permette un sospiro di sollievo...A quanto pare, almeno questa volta, tutto è andato bene!...*

 

Hellabor

*Si gira verso la compagna strizzandole l'occhio*

Tutto bene .. Pataporg recuperato e seme anche

*Sussurra passando il prezioso seme ala compagna , prima di riaccendere lo speeder e partire verso la collina proprio di fronte a loro.

Dolcemente il mezzo curva percorrendone il perimetro fino arrivare dalla parte opposta, dove la collina digrada in un lieve pendio che corre tra cespugli di bosso e lauro fin verso la strada sottostante*

Casaaaaaa

*Urla entusiasta Hellabor parcheggiando lo speeder con un'azzardatissima e fortunosamente quasi ben riuscita inversione ad U, fermando il mezzo proprio di fronte il cancelletto dietro cui la tonda porta che non vedeva da tanto finalmente la attende

Scende dallo speeder quasi non riuscendo a credere di essere a casa...a casa.

Lentamente si avvicina alla porta, aprendola ed entrando*

Sono a casa... ciao

*Una vecchia hobbit intenta a spazzare l'ingresso si ferma e la guarda spalancando incredula gli occhi*

Helly?? Helly sei davvero tu...Helly!!

*Hellabor si precipita ad abbracciare la nonna, stringendola forte mentre sente gli occhi inumidirsi di già*

Si nonna sono io e sono a casa finalmente! E con me ho un'amica ma non solo, la mia Capitana come Cacciatrice di Taglie e Pataporg che è una strana bestiola aliena che...*

Hellabor fa cenno a Tham di entrare mentre con la nonna si avviano ciaccolando e parlottando verso l'interno della casa.

Nel lungo corridoio si aprono molte porte tonde e colorate ciascuna di un tono diverso, quando entrano in quella blu una piacevole caciara di voci, urla e risate le accoglie: tutta la famiglia è riunita nel salone principale, chi mangiando, chi bevendo, chi fumando e chi chiacchierando.

I fratelli e sorelle più piccoli di Hellabor circondano prima lei e poi l'elfa sommergendole di domande e chiacchiere e riempiendo loro le mani di noci e dolcetti di mela, come se fossero preoccupati che non mangiassero da settimane ed inaugurando il nuovissimo gioco del "salta fino a toccare la testa dell' elfa" mentre Hellabor è occupata a rispondere a tutte le domande che le piovono da ogni dove... nell'euforia e baldoria generale, mentre la ciurma dei piccoli è riuscita a terrorizzare anche il porg che corre da una parte all'altra della stanza inseguito dai marmocchi, Hellabor si rende conto che qualcosa non quadra...si stropiccia gli occhi e osserva meglio la famiglia..

Manca qualcuno...qualcuno che a quell'ora avrebbe dovuto essere lì..*

Primula!! Elanor dov'è Primula? Non mi dire che è già dal Gaffiere!

 

    

Elanor

*Seduta tranquilla nella sua poltrona nell'angolo più riparato con in mano la seconda tazza del suo thè preferito Elanor, la maggiore e più riflessiva dei fratelli Tuc, osservava la stanza controllando senza parere i giochi irruenti dei più piccoli.

L'ingresso di nonna Rosmarina è incredibilmente seguito da una delle sue sorelle scomparse e da una elfa dai capelli scuri.

Una strana bestiola causa un aumento del trambusto generale, insieme ai piccoli che prendono d'assalto Hellabor e la straniera con la loro solita esuberanza.

Ma Elanor sente salire la rabbia, a prevalere sul sollievo di avere almeno una delle sorelle a casa sana e salva.

Perché è colpa di Hellabor e della sua inestinguibile sete di avventura che la piccola Primula è partita e ora non si sa più nulla di lei da mesi.

Così quando finalmente la vagabonda nota l'assenza della sorellina minore e le chiede dove sia le emozioni che ha tenuto strette nel suo cuore per mesi scoppiano come il turacciolo di una bottiglia di spumante troppo agitato.*

Dov'è Primula? Dov'è Primula?

*Esordisce con voce resa stridula dalla forza del sentimento*

La nostra sorellina è scomparsa! Dopo che tu e la tua disgraziata voglia di partire ve ne siete andate insieme a chissà chi senza dare più notizie per mesi lei ha deciso di venirti a cercare!!!

*Le urla addosso vibrando di rabbia e della preoccupazione per la sorte della sorellina*

Non c'è stato modo di dissuaderla, l'ho persino chiusa nella sua stanza per evitare che partisse ma niente, è fuggita e da mesi non sappiamo nulla di lei.

È colpa tua Hellabor! Solo colpa tua!

*La voce di Elanor si spezza mentre le volta le spalle di scatto, come se non sopportasse la sua vista.

Il suono strozzato di un singhiozzo soffocato improvvisamente forte nel silenzio attonito che ha seguito la sfuriata*

 

    

Thamièl Aldaymir

*Per una volta anche Thamièl si degna di dare a Pataporg un bel po' di grattatine sul capino per ringraziarlo dell'ottimo lavoro svolto...prende il seme dalla mano di Hellabor mettendolo al sicuro nella tasca interna della sua giacca, luogo fidato dove trovano sempre riparo gli oggetti più preziosi su cui le due riescono a mettere le mani.

E' palese, dall'entusiasmo della mezz'hobbit che riparte come razzo rischiando di far cadere tutti dallo Speeder, che la sua amica non vede l'ora di essere a casa e di rivedere la sua famiglia...Dopo qualche minuto, ecco la porta rotonda a cui Hellabor si avvicina lentamente, emozionatissima... poi entra e, non appena scorge la nonna, si precipita ad abbracciarla lasciando la vecchia Hobbit incredula e sconvolta dalla bella ed inaspettata sorpresa. Thamièl le va dietro titubante assieme a Pataporg, entrando in casa con un certo imbarazzo e senza sapere bene cosa fare se non salutare e sorridere a destra e a sinistra quando Hellabor fa la sua apparizione nella sala dove la famiglia è riunita. Tutto diventa improvvisamente un tripudio di urla, baci, abbracci, salti di gioia...un putiferio a cui a lei non resta che assistere impotente sperando che finisca presto, vista la sua poca propensione alle manifestazioni di giubilo...

Purtroppo si, il pandemonio finisce ma non come Thamièl si sarebbe aspettata o come avrebbe voluto finisse...la domanda “Dov'è Primula?” di Hellabor fa piombare il gelo su tutta la sala...all'elfa non resta che ascoltare impietrita lo sfogo e le accuse che la sorella maggiore Elanor scatena improvvisamente sulla testa della sua amica, dando a lei tutta la colpa per la sorte di Primula che, a quanto pare, è scappata di casa per emulare lei ed è scomparsa....*

 

Hellabor

*Resta basita a bocca aperta fissando la sorella come non riuscisse a credere alle sue parole*.

Primula...partita ..colpa mia

*Riesce solo a ripetersi mentre gli occhi si colmano di lacrime ed un pensiero ossessivo inizia a frullarle in mente*

"Mordor...la voce che sentivo che mi chiamava a Mordor, la voce che ho seguito partendo.. perché mi chiamava a Mordor?

Eppure non sono mai arrivata a Mordor e infatti ogni tanto la sento ancora ..avevo detto qualcosa a Primula di Mordor? Mi pare di sì...

Vuoi vedere che ..che Primula è lì? Ma come è possibile? La sentivo PRIMA di partire...forse era una voce...dal futuro??"

*Persa nella ridda dei suoi pensieri che un momento le sembrano sensati e il momento dopo completamente assurdi, non può far altro che piangere ormai, la famiglia cerca di stringersela intorno mormorando frasi indistinte alle sue orecchie di conforto o vicinanza ma li scosta nervosamente*

Scusatemi...No... è colpa mia allora, solo mia, ha ragione Elanor..ma la ritroverò e la riporterò a casa, giuro, fosse l'ultima cosa che faccio, Tham ripartiamo subito ti prego...scusami

*Guarda contrita l'amica torcendosi le mani nervosamente*

Non vi preoccupate...la troverò ovunque sia lo giuro

*Dice avviandosi senza voltarsi indietro verso l'ingresso, pronta a caricare immediatamente lo speeder e ripartire*

"Primula disgraziata che non sei altro, ma perché mi hai seguito così piccola, ma perché??"

*Pensa mentre nonna Malva, silenziosa ma attenta come sempre alle cose importanti, l'ha seguita con le braccia cariche di provviste, indumenti puliti e molte molte altre cose sicuramente utili se si sta in casa ma solo ingombranti e vane per viaggiare*

Nonna io ti ringrazio ma ..ehm ..a parte che non c'è posto sullo speeder per tutta questa roba, ma che me ne faccio di mollette da bucato, padelle e piatti per viaggiare??

*Domanda perplessa e rassegnata mentre la nonna le spiega come sia importante quando si viaggia avere tutto ciò che può servire incluso fazzoletti da viaggio, bicchieri e posate continuando a caricarle sulle braccia già colme ulteriori "necessità"*


Elanor

*Hellabor rimane immobile a bocca aperta, gli occhi pieni di lacrime ma come persi dietro a chissà quali pensieri e infine piange, realizzando le conseguenze della sua partenza.

Tutti le si stringono attorno e mi devo conficcare le unghie nei palmi per evitare di gridare loro di smetterla di coccolarla.

Io invece ho ancora voglia di scrollarla come un salice a vedere se le entra un po' di buon senso in quella testa matta.*

La troverò ovunque sia, lo giuro

*Lo promette ma come può fare? Potrebbe essere ovunque, potrebbe ...

*ha paura di esternare le terribili parole che cerca di evitare perfino di pensare ma che le gravano sul cuore e la torturano soprattutto quando giace insonne nel letto e il buio della notte rinfocola il timore di non ritrovarla mai*

Nonna. Nonna basta, Hellabor ha ragione, devono viaggiare veloci per poter cercare più in largo di quanto abbiamo fatto noi.

*Ferma l'andirivieni di nonna Malva mettendole le mani sulle spalle e indicando con un cenno della testa a Mughetto di liberare le braccia della sorella.

Poi guarda Hellabor e l'elfa con occhi incredibilmente severi e determinati.*

Andate a cercare Primula e riportatela a casa. E, Hellabor, questa volta dovrai dare tue notizie ogni settimana al massimo. Il vecchio Gaffiere ha fatto installare un aggeggio che si chiama holocall. Ci riferirà. Mi hai inteso sorella?

*Poi, prima che la sorella possa partire apre un cofanetto che da ere viene tramandato di generazione in generazione e ne estrae una spilla a forma di foglia che tende alla sorella*

Ha portato fortuna al nostro avo, che sia di buon auspicio al tuo viaggio.

Riportaci la nostra sorellina Hellabor!

*Le butta le braccia al collo in lacrime, la rabbia dimenticata davanti al dolore di vederla partire ancora*

Abbiate cura di lei

*Chiede in un soffio all'alta elfa che le sta accanto con in braccio la strana bestiola*

 

    

 

Thamièl Aldaymir

*Gli animi si sono ormai calmati, e per la prima volta Thamièl prende la parola davanti ai Tuc posando per terra Pataporg, che la guarda stupito, e mettendosi dietro ad Hellabor posando le mani sulle sue spalle.*

- Siete davvero una famiglia meravigliosa! Hellabor è davvero fortunata... - *Li guarda uno per uno, con un sorriso che cerca di infondere sicurezza a tutti i presenti ed osservando soprattutto Elanor.*

- La troveremo...non so quanto tempo ci vorrà, ma io sfrutterò ogni contatto e conoscenza importante che ho in tutta la Terra di Mezzo...e credetemi, ne ho un bel po'... Dovete avere fiducia... - *Guarda Hellabor sogghignando... * - Voi non lo sapete, ma Hellabor si è rivelata un vero e proprio segugio, nei mesi in cui abbiamo viaggiato e lavorato insieme...ed ha acquisito delle capacità che non potete neanche immaginare. Troveremo Primula, e fino ad allora vi terremo aggiornati via holocall...e grazie della vostra meravigliosa accoglienza! -

*Si china a sussurrare poche parole all'orecchio della sua amica* – Vado a preparare lo Speeder...saluta tutti e sbrigati, non c'è tempo da perdere... - *Le da una pacca sulla spalla, le sorride ed esce portandosi dietro il porg. Le sarebbe piaciuto potersi fermare per la notte, ma la rimpatriata di Hellabor ha preso una piega che nessuno poteva immaginare, ed è meglio ripartire subito. Dormiranno sotto le stelle...e pensando alla famiglia Tuc, peraltro fantastica, si ritrova a pensare a quanto è ormai diversa da loro Hellabor, pur restando fondamentalmente e profondamente hobbit. Scaccia i pensieri finendo di preparare il veicolo, e si siede con Pataporg a guardare il cielo stellato in attesa di vedere la sua Assistente uscire dalla porta rotonda carica di pacchi, pacchetti, provviste e vettovaglie che non sa assolutamente come faranno a caricare sul povero Speeder.*

 

Hellabor

*Avanza sconfortata verso lo speeder, rivolge uno sguardo silenzioso a Thamièl indicandole con un cenno il mucchio di roba che posa per terra*

Eh...o riusciamo a sistemarlo o facciamo finta che ce lo scordiamo, con mia nonna non si discute è inutile! Mi ha dato pure un ferro da stiro renditi conto!!

*Sussurra all'orecchio della compagna.

Quando Elanor esce a portarle la spilla appartenuta al Capitano Tuc gli occhi le si inumidiscono nuovamente di lacrime.

Silenziosa se la appunta al mantello, così come il suo avo la indossava..*

Te lo giuro. Costasse la mia vita, ti riporterò Primula.

Non merita di pagare per colpa mia.

*Ricambia l'abbraccio della sorella stringendola forte*

Vi chiamerò ed aggiornerò ogni settimana, prometto.

*Insieme a Tham poi cercano di stipare sullo speeder e nel piccolo bagagliaio posteriore il possibile, nascondendo furtive quello che non riescono proprio a farvi entrare dietro un cespuglio.

Alla fine, schiacciate tra i bagagli col porg a sua volta spiaccicato beatamente tra loro, si preparano a partire.

L'intera famiglia è uscita sulla porta per salutarle, un ultimo cenno e un sorriso, Hellabor si imprime bene la loro immagine nella mente, con una sensazione improvvisa che quella potrebbe essere l'ultima volta che vede la sua famiglia*

"Perché pensi così ora? Perché ho giurato di riportare Primula a costo della mia vita e sento che è in pericolo adesso, anche se non riesco ad identificare quale.."

*Mentre così riflette tra sé e sé partono un po' meno velocemente del solito, lo speeder sembra metterci più del previsto a prendere velocità forse a causa del carico, ma alla fine della discesa che riporta sulla strada il mezzo inizia a sfrecciare come suo solito.

Hellabor si gira per cogliere un'ultima immagine della sua collina e della casa lì su...*

 

    

Thamièl Aldaymir

*Si è messa lei alla guida dello Speeder...non per mancanza di fiducia in Hellabor, ma di notte gli occhi di un elfo vedono meglio di quelli di un hobbit, e percepisce che la sua amica è ancora molto scossa dopo aver appreso le notizie a proposito di Primula. Non ha nessuna intenzione di andare a sbattere contro un albero per colpa di lacrime non desiderate che potrebbero fare la loro comparsa nel momento meno opportuno, per cui pilota lei in silenzio nell'oscurità con l'unico aiuto di un vecchio faretto laser applicato in mezzo al manubrio.

Hanno già percorso molte leghe in direzione delle montagne, ma ora devono fermarsi. E' ormai notte fonda, e Pataporg già ronfa della grossa schiacciato tra loro due quando in lontananza, sulla destra, il faretto illumina il rudere di un vecchio mulino. Lo indica col dito all'amica... * - Ottimo posto per fermarci e passare la notte! - *dice, dirigendo lo Speeder verso la costruzione, ed aggirandola per fermarsi sul retro.

Una volta spento il mezzo, scendono e si siedono contro un muretto sbrecciato avvolgendosi nei mantelli, con Pataporg che si sistema tra di loro e immediatamente ricomincia a ronfare...*

- Allora, dobbiamo subito stabilire un piano ed una tabella di marcia...intanto tira fuori le pipe e l'erba che ci dobbiamo concentrare – *dice* – Dunque, avremmo dovuto tornare a Lothlorien con il seme, ma ora abbiamo cose più urgemti da fare e poi qui... – *batte la mano sulla sua giacca in corrispondenza della tasca interna* -...è perfettamente al sicuro. Molto probabilmente la tua sorellina si trova a Mordor...lo deduco da quanto avevi detto, che ti sembrava che quel luogo ti stesse chiamando, o qualcosa del genere... - *Tace un attimo per riprendere fiato* – Quindi andremo a Mordor, come avremmo dovuto fare dopo quanto accaduto a Minas Tirith prima che tu te ne andassi ed io ti corressi dietro... Ora, dimmi, come arriviamo a Mordor? Abbiamo già approfittato molto della benevolenza dei Nani di Khazad-dum, quindi questa volta direi di non disturbarli ulteriormente e di passare attraverso la Breccia di Rohan. Hai qualche altra idea? -

*Alla luce della luna intravede l'espressione triste di Hellabor, che le spezza il cuore* – Vedrai, la troveremo... - *cerca di consolarla* - chiederemo aiuto alla Valië, lei ci aiuterà di sicuro... -

 

    

Hellabor

La devo trovare, a tutti i costi...anche solo per accertarmi che stia bene, magari anche lei come me sta trovando la sua strada... potrebbe essere, vero?

*Chiede come sperando di sentire una conferma al suo pensiero, mentre tira fuori le pipe e le caricano, inziando a fumare.

Un sospiro grosso come un macigno le esce, abbattendola di brutto..poi si decide a tirar fuori quello che continua a rimuginare senza venirne a capo, forse Tham con la sua saggezza elfica potrà aiutarla..*

Si..sono partita perché...so che sembra una cosa da pazzi ma ti giuro è vero, sentivo una voce che mi chiamava da Mordor.

La sento ogni tanto anche adesso...ma se Primula fosse davvero a Mordor come mi sento, allora come era possibile che quella voce mi avvisasse PRIMA della sua partenza?

Veniva dal... futuro?

*Sussurra quasi temendo che la sua compagna possa pensare che stia andando fuori di senno del tutto*

Non lo so...ho la testa pesante e confusa, dormiamoci su e magari domani le cose mi sembreranno meglio

*Spegne la pipa ed inizia ad accoccolarsi il più comodamente possibile sotto il mantello*

No, non ho idee sul tragitto quindi direi che la Breccia di Rohan vada benissimo, non ho mai visto quei luoghi!

Ma in effetti...prima di partire avevo visto pochissimo della Terra di Mezzo, chissà quante meraviglie ancora da vedere!

*Sospira chiudendo gli occhi nella speranza di riuscire a prendere sonno e di non avere incubi soprattutto*

La tua Valie...

*Mormora iniziando ad assopirsi*

Continua a non convincermi del tutto... C'è qualcosa in lei che ..mi sfugge.

Ma non riesco a vederlo ed a capire, avverto come un pericolo nascosto da troppa luce, come il ripieno di un krapfen che da fuori non vedi, non so se mi spiego.. comunque chiederle un aiuto non ci costa nulla, anche se non so con che faccia presentarmi da lei dopo aver praticamente disertato il servizio che io stessa le avevo offerto fuggendo proprio di fronte ai suoi occhi... potrebbe avercela con me

*Parlotta mentre pian piano scivola in un sonno confuso ed agitato*

 

    

 

Thamièl Aldaymir

*Hellabor è crollata, dopo tutte le emozioni che le si sono presentate oggi, sia belle che brutte, ma tutte indistintamente forti e coinvolgenti, che hanno lasciato profondi segni dentro di lei.

E' meglio che riposi qualche ora, il viaggio verso la Breccia di Rohan sarà lungo, e Thamièl è da molto che non si reca in quelle contrade, non sa come vi vengono accolti oggi gli stranieri... ricorda che i Rohirrim sono stati sempre un popolo fiero, battagliero e sospettoso, divenuto più “morbido” nei confronti degli estranei solo dopo la fine della Guerra dell'Anello e la successiva fraterna alleanza con Gondor.

La notte è calda e quieta, e le ore passano mentre lei guarda sognante il cielo stellato dell'Eriador. Immaginava che Hellabor ancora non si fidasse di Measse, e non le da torto...neanche lei si fida completamente della Valië, anche se condivide la sua visione del futuro di Arda, e viene pagata sempre molto bene per qualsiasi lavoro lei le dia da svolgere. Un semplice elfo non potrà mai comprendere a fondo le intenzioni ed I pensieri di un Vala, figuriamoci un hobbit...ma la sua amica dovrà imparare ad essere più diplomatica e più subdola, se dovrà continuare a destreggiarsi tra Valar e Maiar...ed anche a tenere a freno la lingua.

Il nero del cielo trascolora in un morbido blu, le stelle iniziano a svanire....Un lieve bagliore rosato colora le cime delle Montagne Nebbiose laggiù all'orizzonte....Hellabor si gira nel sonno, sbuffando e rotolando sopra Pataporg, che fa “Sgnik...” e continua a dormire.

Thamièl sorride. Le dispiace svegliarli, aspetterà ancora mezz'oretta ma Rohan è lontana, devono partire.

La mezz'ora è passata...* - Su, dormiglioni!...Dobbiamo essere a Rohan prima di sera! -

 

    Hellabor

PRIMULAAA

*Urla svegliandosi dal sonno, sbatte gli occhi guardando fisso davanti a sé, tremante...Primula, l'ha vista nel sogno...ma...*

Tham...tham ho... visto Primula, nel sogno...e ...e..

*Trema mentre cerca con la mano il contatto con la compagna, come per ricevere conforto e tornare alla realtà.*

Tham..l'ho vista, era di fronte a me. Aveva qualcosa in mano che ora non ricordo cos'era ma che so bene di conoscere, qualcosa di luminoso...mi guardava come se non mi riconoscesse

*Stringe forte la mano dell'elfa mentre chiude gli occhi ripercorrendo le immagini del sogno*

La chiamavo, chiamavo il suo nome ma sembrava non mi sentisse ..allora sono andata verso di lei e improvvisamente..

*Respira lentamente per calmare il cuore che ancora batte affannato come dopo una lunga corsa*

... è apparsa un'ombra nera, gigantesca. È calata tra di noi e mi fissava .. l'ombra mi fissava Tham e aveva occhi di fuoco.

E io provavo a muovermi per andare da Primula ma ero come incollata a terra, non riuscivo a fare un passo..

*Inghiotte um groppo in gola, rovistando nervosamente nello zaino e tirando fuori un pacco di biscotti*

È stato solo un incubo, vero Tham? Solo un incubo perché sono preoccupata..non significa nulla, vero?

*Sgranocchia un biscotto e il masticare sembra rilassarla, Pataporg si sveglia e allunga subito una zampina verso il pacchetto che ha in mano gnaulando*

Tieni patata....

*Allunga un biscotto al cucciolo che lo divora in un secondo, poi sospira *

Dobbiamo ripartire..

*Si alza faticosamente, di botto è come se fosse stanca, molto stanca..ma forse è solo il nervosismo e l'agitazione per gli ultimi avvenimenti.*

Tham ti dispiacerebbe guidare ancora un po' tu? Appena mi riprendo ti do il cambio

*Chiede iniziando a preparare lo speeder per la ripartenza*

 

    

 

Thamièl Aldaymir

*Il sole sta sorgendo...Hellabor è ancora sconvolta dal brutto sogno, e Thamièl le prende le mani e gliele stringe cercando di confortarla* - Certo che è stato un incubo...cosa vuoi che sia stato? Mi sarei stupita se tu avessi dormito tranquillamente, dopo tutto quello che è successo ieri. Ora devi solo calmarti e pensare che Primula sta bene e che la ritroverai molto presto -

* Mentre sgranocchia un biscotto stiracchiandosi nella quiete dell'alba ed Hellabor prepara quasi svogliatamente, ancora turbata, lo Speeder per la partenza, pensa a quanto le ha raccontato la sua amica a proposito dell' incubo che l'ha svegliata di soprassalto facendola sobbalzare e poi tremare come una foglia. Non deve farsene accorgere per non agitarla, ma l'elfa non è affatto sicura che si sia trattato solo di un incubo...

Ha paura che ci sia di mezzo lo zampino di Ashla, in quel sogno...Nel racconto che le ha fatto Hellabor, ci sono dei segni riconducibili alla realtà...Cosa potrebbe essere la cosa luminosa che Primula tiene in mano? Rifiuta la possibilità , ma teme di saperlo. E la figura nera che si frappone tra Hellabor e la sua sorellina? Non potrebbe essere...Lui? Tutto avrebbe un senso, così, anche se la sua mente ancora non accetta questa spiegazione...Si sfrega gli occhi e scuote la testa. Non può fare niente, adesso, devono aspettare di arrivare a Mordor per capirci qualcosa...e non si farà scrupolo di affrontare Ashla per sapere perché ha mandato quell'incubo ad Hellabor, sempre che sia stata lei...

Ragione di più per affrettarsi...Salta al posto di guida, mentre gli altri si sistemano come possono ancora carichi delle provviste dei Tuc.*

- Forza!...- *Grida mettendo in moto* - Rohan ci aspetta! -

 

    Hellabor

*Le ansie del risveglio vengono ben presto spazzate via dal vento che scompiglia capelli, giacche e piume di porg durante il proseguio del viaggio: un vento forte che fortunatamente spira nella loro direzione, un vento profumato di fieno ed erica che invoglia ad alzare la testa ed aspirarne la fragranza, sospingendo ancora di più lo speeder nella corsa.

Attorno a loro vaste pianure brulle e sterminate, in lontananza le montagne sembrano piccole ed azzurrine nella luce del mattino.

Procedono veloci con Tham sicura alla guida, in poco tempo si profila all'orizzonte quello che sembra un bagliore rilucente e dorato su un alto colle*

Ooohhh....wow, Tham!! Cos'è quello, tu lo sai? Sembra fatto d'oro...

*Mormora incantata e la compagna le conferma che è effettivamente il Palazzo d'Oro di Edoras quello, antica sede della discendenza della casa di Rohan in secoli passati, prima dell'interruzione del lignaggio causa morte del Re senza eredi

Mentre spiega arrivano alle porte della città, una bassa e lunga costruzione in mattoni rossi con piccole finestre sbarrate a lato del cancello, davanti la quale due guardie sorvegliano gli arrivi*

ALT FERMATEVI IN NOME DEL MARK

*Urla uno dei due all'indirizzo delle viaggiatrici alzando la mano col palmo rivolto verso loro*

Chi siete e perché venite nella città di Edoras?

*Prosegue avanzando verso le due che rallentano ed arrestano poi il mezzo, mentre Hellabor cerca nello zaino i visti e i loro documenti di professione*.

Siamo in viaggio per lavoro..aspetti eh che le do i visti...aspetti solo un secondo eh... mannaggia nonna Malva scusate reggetemi questi sennò non riesco a trovare nulla

*Borbotta Hellabor mentre rovista invano nello zaino tirando fuori mele, biscotti, bottiglie di succo di frutta, stoviglie ed utensili vari posando tutto ciò che tira fuori man mano nelle braccia di Tham e della guardia che la osserva indignata ed ammutolita mentre una pila di fazzoletti da viaggio e un fornello da campeggio vanno a posarsi sul fucile spianato*

Eccoliiiiii!!

*Esclama poi trionfante la mezzhobbit, sventolando vittoriosa la busta che contiene i loro documenti*

 

    

Thamièl Aldaymir

* “E te pareva che non ci fosse qualche intoppo in agguato...” sbuffa Thamièl, costringendosi a sorridere seduttiva alle guardie ed aspettando pazientemente che Hellabor trovi i loro documenti tra avanzi di cibo, pentole e ciarpame. Le strappa di mano la busta, estrae i documenti e li porge al soldato*

- Io sono Thamièl Aldaymir, Cacciatrice di Taglie autorizzata dal governo di Gondor ed Arnor, e lei è la mia Apprendista Hellabor Tuc delle Selve - *Avvicina le labbra all'orecchio della guardia sussurrando* - Scusatela...siamo di ritorno dalla Contea, dove ci siamo recate per rendere visita alla sua famiglia, che Hellabor non vedeva da mesi...conoscete le abitudini hobbit...le hanno fatto un po' di regali - *Si discosta continuando a sorridere, sperando che la mezz'hobbit finisca in fretta di riporre negli zaini l'ammasso di cianfrusaglie...Nota lo sguardo della sentinella posarsi stupito su Pataporg, e si affretta ad intervenire*

- Oh, quello è un porg! Una bestiolina aliena che abbiamo trovato nelle vicinanze di Moria. La stiamo appunto portando allo Spazioporto di Mordor, per restituirla ai legittimi proprietari, una coppia di turisti di Coruscant che l'hanno persa durante un'escursione sulle Montagne Nebbiose...Sono stati già avvisati tramite holocall del ritrovamento - *mentì spudoratamente, per evitare che a qualcuno venisse in mente di trattenere Pataporg per intascarsi la ricompensa.*

- Bene – *dice la guardia, restituendole i documenti.* - Potete andare, ma prima dovrete recarvi a Meduseld, per rendere omaggio alla nostra regina Eowyn V. E' un semplice atto richiesto dalle nostre leggi ad ogni creatura senziente che attraversi Rohan, e non ci vorrà che uua decina di minuti, poi sarete libere di andare dove volete, voi e la vostra bestia. Prego, da questa parte... -

*”Oh no...anche questa...” pensa Thamièl rassegnata dopo essersi scambiata uno sguardo eloquente con Hellabor, mentre si avviano a piedi verso il Palazzo d'Oro che scintilla in cima all'altura.*

 

    

Hellabor

*Sobbalza nel sentire dell'avviso del ritrovamento di Pataporg guardando con occhioni disperati l'elfa, ma un suo sguardo di intesa le fa capire che è solo una bugia...forse per evitare che lo sequestrino per la taglia, grande Thamièl..*

Si si scusate tolgo tutto subito, ecco ...ehm mi scusi posso riprendere i fazzoletti dal fucile... grazie signora guardia

*Dopo aver conficcato non sa bene come tutto di nuovo nello zaino, lo assicura con un lucchetto al mezzo*.

Possiamo per favore lasciarlo qui? Pesa così tanto

*Supplica gentilmente le guardie con un sorriso dolce e al muto cenno di assenso di una delle due sospira di sollievo .. non aveva minimamente né voglia né forza di caricarsi quei chili sulle spalle.

Si incamminano per la salita che porta al Palazzo d'Oro che aveva intravisto in lontananza.

Osserva meravigliata come più che regalità e ricchezza il palazzo trasmetta solidità e tradizione.

Questa è la Terra del Mark, i famosi Rohirrim del glorioso passato, i signori dei cavalli..*

Tham credi che avremo tempo per una puntatina in taverna dopo che avremo visto la Regina? Non ho mai assaggiato la birra di qui ...

*Sussurra all'orecchio della compagna di viaggio mentre Porg esplora entusiasta il nuovo paesaggio correndo a destra e a manca, provocando urli spaventati e chiusure improvvise di porte e finestre .

I bambini che si avvicinano sorridenti al cucciolo vengono presi e portati frettolosamente dentro casa da genitori col volto decisamente preoccupato.

Hellabor osserva stupita tutto ciò, senza riuscire ad evitare un sorrisetto ironico*

Neanche stessimo passeggiando con un Balrog..ma che hanno queste persone di fronte ad un cucciolo??

Signori dei conigli...

*Le scappa irriverente a mezza bocca, mentre finalmente le porte del Palazzo d'Oro sono di fronte a loro ed una guardia si avvicina*

Deponete le armi prima di entrare al cospetto della Regina

 

    

Thamièl Aldaymir

*Thamièl è leggermente confusa...l'ultima volta che è passata nei territori dei Rohirrim, nessuno l'aveva fermata, nessuno le aveva chiesto di andare a porgere i suoi omaggi al regnante in carica che non si ricorda neanche chi fosse, al tempo. E la gente del posto, anche se sempre rustica, era più allegra e meno sospettosa....*

- Non dire niente, lascia fare a me, cerchiamo di cavarcela in fretta – *sussurra ad Hellabor*– Fai una riverenza come me quando saremo davanti al trono e tieni d'occhio Pataporg, che non combini disastri -

*Mentre si avvicinano alla regina, Thamièl non può fare a meno di osservarla attentamente, anche se cerca di non farsene accorgere...”che strana donna...” pensa, studiandone la carnagione quasi bianca, di un pallore malsano ma dove brillano due occhi azzurri e penetranti, che sembrano perforare chi le si trova davanti. Thamièl si inchina, imitata da Hellabor...*

- Maestà, siamo felici ed onorate di avere l'opportunità di porgere i nostri omaggi alla sovrana di Rohan...siamo solo due viaggiatrici di passaggio, e vi ringraziamo sentitamente per averci concesso l'onore ed il piacere di attraversare la vostra bellissima terra -

*Non c'è molto altro da dire...Eowyn V sorride e si alza dal trono, chinando graziosamente il capo davanti all'elfa ed alla mezz'hobbit a mò di ringraziamento...finché i suoi occhi non si posano sul porg, che Hellabor sta tenendo buono facendogli le grattatine sulla testa.

L'espressione della regina cambia...guarda la bestia, arriccia il naso, sgrana gli occhi e le sue labbra si piegano all'ingiù in una smorfia di stupore e disgusto. La sua mano trema mentre il suo dito indice si tende verso Pataporg*

- Cosa...cosa è QUELLO?...Che schifo!...Andate via da qui e portatevi via quell'orrore!... -

 

Eowyn V

*Due donne vengono fatte entrare nella Sala del trono per rendermi omaggio. È una buona strategia per tenere conto di chi passa per il mio regno. Si capisce quali regni confinanti stiano in buona salute e quali invece versino in difficoltà semplicemente guardando gli occhi e le espressioni delle loro genti.

Chi viaggia e chi fugge.

Le due che entrano, così diverse tra loro eppure così stranamente simili hanno ... Ecco hanno... Qualcosa di entrambi.

L'elfa alta dai capelli neri ha gli occhi antichi, è a casa ovunque e da nessuna parte. Forse è a casa accanto all'altra a giudicare da come quegli sguardi duri e guardinghi si addolciscono quando si posano sulla compagna.

L'altra invece ha negli occhi un recente dolore, una certa vulnerabilità, ma anche una sottotraccia di resilienza guadagnata a caro prezzo.

Sarei propensa a offrire loro di restare per una notte, ma poi vedo che viaggiano insieme ad una di quelle schifose bestiacce aliene.

Non le sopporta, ne ha ribrezzo e orrore.*

Portate via quella cosa. Immediatamente! Fatela sparire dalla mia vista! Fuori!

*Si chinano frettolosamente e escono di corsa.

Comando alle mie guardie di seguirle, anzi scortarle, il più velocemente possibile fuori dai confini. Loro e l'orrenda bestia.*

 

    

Hellabor

*Si era preparata le sue maniere migliori e sistemata addirittura i capelli, spolverato polvere del viaggio e piume di porg dalla giacca...almeno una buona parte delle piume...e aveva appena sfoggiato il suo migliore hobbitinchino per occasione regale quando le parole dure della sovrana la lasciano a metà inchino allibita e con la bocca spalancata in una immensa O di stupore...

Sta per approfittare della bocca già aperta e dire qualcosa alla regnante che osava prendersela con la sua soffice ed innocua patata pelosa quando la sua compagna lestamente e provvidenzialmente la prende per il braccio portandola via*

Ci scusi Maestà andiamo via subito ci perdoni ancora

*Mentre escono Hellabor continua a girare la testa indignata*

Ma Tham!! Ma ti rendi conto?? La gente che scappa, la Regina addirittura che se la prende con Pataporg...ma che gente è questa?

Ma povero chi ci capita qui, sbrighiamoci ad andarcene via davvero che se non era per te gliene stavo per dire quattro...

*Bofonchia nervosa mentre esce e si pulisce con disprezzo i piedi sul prezioso tappeto di fronte la porta*

Patata qui non ti apprezzano, andiamocene

*Dice girandosi per prendere in braccio il Porg...ma il Porg non è dove dovrebbe essere, accanto a lei.

Hellabor fissa preoccupata e già con cattivi presentimenti la sua amica, girando la testa verso l'interno della sala da cui sono appena uscite e da cui proviene un ciangottare fin troppo familiare...*

 

    Thamièl Aldaymir

*Thamièl guarda verso la porta del Palazzo, orripilata...*

- NOOOOOO!.... *urla prendendo Hellabor per le spalle e scrollandola come se fosse stata uno straccio*

- Maledizione! - *le abbaia in faccia* - ti avevo raccomandato di tenerlo d'occhio! Quando imparerai che quell'animaletto bisogna tenerlo a bada costantemente!...Adesso fila dentro di corsa e recuperalo, dovessi strisciare per terra profondendoti in scuse fino a domani!...Non voglio guai a causa sua - *Le dà uno spintone e la spedisce nella sala da cui erano appena uscite.

E furibonda...vuole andarsene subito e lasciare Rohan in men che non si dica, e spera che le lascino partire senza ulteriori problemi dopo l'ultima bravata di Pataporg. Quando saranno a Mordor dovrà parlare seriamente con Hellabor, riguardo a lui o lei che sia...quell'animale è una mina vagante, un costante pericolo per quello che può combinare, anche innocentemente. Dovranno prendere una decisione al riguardo al più presto.

Mentre aspetta i due sciagurati, recupera tutte le armi e salta sullo Speeder mettendolo in moto...e intanto pensa alla regina di Rohan. L'incontro con lei le ha lasciato addosso un senso di disagio, quasi di malessere. Spera di non essere più obbligata a rivederla, è certa che sia una persona malvagia, arrogante e piena di sè...

Sente provenire dall'interno del Palazzo strilli e scalpiccio di piedi in corsa. “Speriamo siano loro!”, pensa, dando gas allo Speeder per poter schizzare via non appena Hellabor e Pataporg abbiano nuovamente posato il loro malefico deretano sul veicolo, sani e salvi.*

 

    Hellabor

*Come Thamièl la sospinge all'interno si rende subito conto che in pochi minuti la corte è in uno stato di evidente agitazione...strilli spauriti e soldati che corrono da una parte all'altra dell'immensa sala.

Nascondendosi dietro le armature che fiancheggiano la navata scivola silenziosa e quasi invisibile verso la zona da cui sente provenire la voce di Pataporg, una piccola stanza si palesa in fondo al corridoio laterale

Si affaccia cautamente e non riesce ad evitare una risata che soffoca subito dietro la mano.

La stanza deve essere una specie di sala da thè reale, il Porg è salito sul carrello dei biscotti e se ne sta servendo beatamente spaparanzato dentro un vassoio mentre la Regina e le sue damigelle sono praticamente spiaccicate al muro fissandolo terrorizzate*

Ehm ...scusate, perdono Altezza ci è sfuggito

*Veloce come un lampo entra con un rapidissimo inchino, afferra in un sol colpo il cucciolo e il vassoio dei biscotti da cui pare la bestiola non si voglia staccare e si gira uscendo in volata.

Dribbla abilmente passando in mezzo a loro un drappello di guardie in armatura da battaglia addirittura che stanno correndo verso la sua direzione, zigzagando tra colonne e armature riesce ad imboccare l'uscita e si fionda sullo speeder schiacciando il vassoio tra se e l'elfa e poggiandoci il Por sopra, la compagna non ha neanche bisogno di farselo dire che il mezzo sembra spiccare il volo e sfreccia via giù per la discesa*

Più veloce Tham!! Veloceee si stanno preparando ad inseguirci

*Urla preoccupata mentre dal nervosismo prende un biscotto e se lo caccia in gola*

Gnam...buoni...assaggia Tham che meraviglia, ora capisco perché la patata non si voleva staccare dal vassoio...uh che bel vassoio oltretutto, sembra argento di alto livello... potremmo farci un mucchio di grana, questa è la giusta ricompensa per aver trattato così male la povera patata alata

*Ormai sono fuori dalla città e Edoras è già un punto lontano alle loro spalle*

Assaggia assolutamente!

*Prende un biscotto e lo mette dentro la bocca aperta dell' elfa che stava sicuramente per uscirsene in improperi e sfuriate varie ma che si ritrova ad addentare la profumata frolla*

 

Thamièl Aldaymir

- Io...(gnam)...vi....(gnam)...ucciderò...(gnam)... - *Biascica masticando mentre a tutto gas si allontanano da Rohan. Un altro posto dove per un bel po' non potrà tornare, almeno finché sarà viva Eowyn V, pensa inferocita e sconsolata nello stesso tempo. Quel porg sta facendo terra bruciata attorno a loro, però deve ammettere che quel biscotto è davvero buono...

Ora, giù di corsa lungo le verdi pianure di Rohan per raggiungere al più presto l'Anduin, oltrepassarlo ed arrivare al Morannon ed al Cancello Nero...Thamièl è pensierosa e taciturna, una volta sbollita la rabbia per il pericolo scampato ad Edoras. Devono essere successe molte cose, dal momento in cui ha abbandonato l'esercito di Mordor in fase di ripiegamento per correre dietro ad Hellabor, e di sicuro non tutte belle...ricorda il tremito percepito improvvisamente sotto le mura di Minas Tirith, e gli occhi di Measse e di Ashla che si incrociavano con un'espressione quasi di orrore. Cosa poteva essere accaduto, in quel momento, per sconvolgere così tanto una Maia e una Valië? Non lo sa...non sa nulla di quanto è successo dopo la sua partenza, ma è certa che lo saprà presto, una volta arrivata a Mordor.

Si volta a guardare Hellabor* - Fermiamoci e mangiamo qualcosa...sono ore che viaggiamo - *dice, sicura ormai che nessuno le ha seguite. A Rohan sono sempre stati molto tradizionalisti, e continuano a tutt'oggi ad essere convinti che l'unico mezzo di trasporto degno di questo nome siano i cavalli. Per quanto Thamièl li adori, quelle nobili bestie, nessun cavallo potrà mai competere con uno Speeder quanto a velocità...

Poi deve cominciare ad accennare alla sua amica il problema del porg. Deve farlo, anche se le piange il cuore a dover affrontare quell'argomento. Ma deve...deve almeno spiegarle al più presto cosa rischiano anche legalmente a continuare a portarsi dietro per Arda quella creaturina.*

Nei pressi di Isengard 


Vader

*Gli occhi di Vader spaziarono sui suoi dintorni, soffermandosi brevemente su ogni singolo aspetto del paesaggio che aveva di fronte.

Fin dal giorno in cui aveva accettato di seguire Measse e stanziarsi su questo pianeta per portare avanti i suoi piani, aveva passato molte ore a visionare le numerose carte geografiche della Terra di Mezzo alla ricerca del luogo ideale su cui poter edificare una fortezza imperiale da utilizzare come punto d'appoggio.

Dopo diversi giorni, questo luogo in particolare era riuscito a distinguersi rispetto a tutti gli altri: Isengard, una vecchia fortezza in decadenza costruita ai piedi della foresta di Fangor, un tempo abitazione dello Stregone Saruman. Realizzata nel mezzo di una piana circondata da montagne e con un facile accesso all'acqua, era certamente un luogo ideale e strategicamente vantaggioso.

Ecco perchè, una volta arrivato lì, aveva subito fatto chiamare la sua apprendista, non solo per constatare quanto fosse migliorata durante il suo breve viaggio ai domini di Pandora... ma anche perchè, attraverso la realizzazione di una nuova base, l'avrebbe guidata nella nuova fase del suo addestramento.

Il rumore di uno speeder alle sue spalle lo avvertì dell'arrivo della giovane mezz'elfa.*

Apprendista *la salutò con un cenno della maschera* Confido che gli ultimi giorni passati in mia assenza siano stati produttivi.

 

    Primula

*Seguendo le indicazioni del Maestro giungo con lo Speeder a Isengard.

Mi guardo attorno con stupore, le leggende e le storie dei tempi antichi, quando Saruman governava agli ordini di Sauron dalla Torre ora in rovina sembrano prendere vita per un attimo. *

Vader!

*Saluto con gioia avvicinandomi fino a doverlo per forza guardare da sotto in su*

Oh sì Vader! Ho eseguito tutti i compiti che mi hai affidato e mi sono esercitata tantissimo.

So reggere la Forza e sostenere il combattimento. Per quasi un'intera giornata!

*Dopo ero stremata, ma non glielo voglio dire. Voglio che sia orgoglioso di me.*

Che facciamo qui Vader?

*Chiedo curiosa*

 

Vader

*Vader sorride sottilmente dietro la maschera, in parte divertito dall'atteggiamento frizzante ed esuberante della sua apprendista.

Per certi versi, gli ricorda quasi colei che aveva addestrato per anni prima della sua caduta... Ahsoka, che nonostante i suoi tentativi di portare dalla parte dell'Impero aveva finito con il tradirlo come tutti i suoi vecchi amici.

Ma questa volta, si sarebbe assicurato che Primula restasse al suo fianco fino alla riuscita dei suoi piani... e questa era una promessa che avrebbe mantenuto ad ogni costo.*

Tutto a tempo debito, mia apprendista *le risponde con tono cordiale* Sappi solo che quest'oggi ci inoltreremo nella prossima fase del tuo addestramento. Ma prima...

*Estrae la spada laser, attivando la sua lama vermiglia*

Vorrei che mi mostrassi quanto sei migliorata nel tuo uso della spada laser. Sei ancora in forze per un piccolo longherone amichevole?

 

    Primula

*La lama del maestro, vermiglia, scatta mentre la sfida con un sorriso nelle voce*

Oh sì Maestro! Vedrai!

*Frrrrrrr. Lo mormora per abitudine, non ha più bisogno di chiamare la Forza imitandone il vibrare così come lo aveva identificato la prima volta.

Anche la sua lama scatta, e la ragazzina impertinente non aspetta e si lancia all'attacco del maestro, certa che lui non si farà cogliere impreparato.

Le spade cozzano vibrando, gli scambi fulminei mentre la giovane apprendista mette in mostra quanto ha migliorato.

Ma l'entusiasmo non ha cautela e il maestro ne approfitta per mettere a segno un'altra lezione fondamentale.

La superiorità fisica, tecnica e l'esperienza infinitamente maggiore non danno scampo alla ragazzina. Attendendo con calma divertita che ella perda le forze fino a trovare arduo mantenere la presa sulla Forza e la capacità di parare le fa volare la spada e colpisce.

Primula rotola a terra schivando il colpo di un soffio. Ma ormai è fatta.

Sconfitta la ragazzina si rialza e resta davanti al Maestro pronta ad accettare il rimprovero o la punizione.*

Vader. Volevo renderti orgoglioso. Sei arrabbiato maestro?

 

    Vader

Affatto *risponde Vader, mentre disattiva la spada laser e le posa una mano confortante sulla spalla destra* Sai quanti avversari ho combattuto dal giorno in cui impugnai per la prima volta un'arma simile? Migliaia... no... forse di più, anche troppi per poterli rammentare tutti.

Sono uno degli esseri più potenti di questa galassia, quindi non mi sono mai aspettato che potessi vincere... ma speravo che mi avresti tenuto testa, e così è stato.

Tra molti anni, forse avrai il potenziale per eguagliare alcuni dei miei avversari più agguerriti, ma fino ad allora mi assicurerò di istruirti al meglio delle mie capacità. In quanto tuo maestro, questa è la mia promessa... una che non ho intenzione di rompere.

*Compie un passo indietro e indica la vallata circostante*

Per quanto riguarda la tua prossima fase del nostro addestramento... beh, mi aiuterai a costruire la mia prima base militare su questo pianeta.

 

    

Primula

*La voce del maestro e la sua mano sulla spalla sono un conforto che la ragazzina assorbe come una spugna. China la testolina a strofinare la guancia sulla mano guantata di Vader, un gesto che lui le lascia compiere paziente.

Le sue parole sono un incoraggiamento e un complimento. E risuonano solenni nelle promessa di istruirla al meglio delle sue capacità.*

E io ti prometto che sarò l'allieva migliore che tu abbia mai avuto! E non romperò la promessa Vader, te lo giuro.

*La ragazzina risponde con fervore, forse non del tutto consapevole del valore dell'impegno preso.

Poi segue il suo gesto cercando di vedere la vallata secondo i canoni militari di uno stratega. Ma in questo campo ha ancora tutto da imparare.*

Certo che ti aiuterò! Da dove iniziamo?

*L'entusiasmo le ridà energia mentre lo interroga senza pensare che si possa infastidire.*

 

    Vader

Siediti con me *le ordina Vader, mentre prende comodamente posizione a terra con le gambe incrociate, le mani sulle ginocchia e lo sguardo rivolto al centro della piana*

Ciò che sto per insegnarti è una tecnica che appresi molti anni orsono da uno dei più famosi Sith della storia, Darth Momin... conosciuto anche come il Sith Costruttore. Aveva una padronanza della Forza così sviluppata da poter manipolare la superficie dei pianeti e usare i materiali contenuti nel terreno per realizzare imprese architettoniche di inimmaginabile bellezza, capaci di resistere ad un attacco orbitale.

*Inclina la testa verso di lei*

Sto per mandarti un immagine mentale attraverso la Forza. Ciò che vedrai, è la fortezza che costruii sul Pianeta Mustafar dopo aver appreso questa tecnica, uno dei miei più grandi trionfi. E oggi, sarà tuo compito aiutarmi a replicarla su questo mondo.

    

Primula

*Si siede di fronte al maestro replicando perfettamente la posizione e ascoltando attentamente le sue parole. Chiude gli occhi per facilitare la concentrazione.

Frrrrrrrr. Il solito mormorio a fior di labbra che immancabilmente stira in un sorriso appena accennato le labbra del Maestro sotto la maschera.

Nella mente della ragazzina compare nitidamente l'immagine di una altissima torre a due punte, oscura come il mantello del suo maestro, arroccata sulle rocce.*

Wow Vader

*Il tono della giovane mezz'elfa pieno di reverenziale meraviglia.

Gli occhioni della ragazzina si aprono cercando quelli di Vader dietro la maschera.*

Vader! Davvero io potrò aiutarti a costruire qualcosa di così magnifico?

*Il tono è incredulo. Non per mancanza di fiducia nel maestro ma per la consapevolezza di essere ancora solo ai primi passi nel cammino della conoscenza per padroneggiare la Forza.*

 

Vader

Sapevo che l'idea ti avrebbe elettrizzato *ridacchia Vader, mentre afferra cautamente la mano sinistra della giovane*

Sono passati molti anni dal giorno in cui usai una tecnica tanto dispendiosa, e non sono sicuro di poterla replicare in solitaria. Avrò bisogno del tuo aiuto... più precisamente, che i nostri poteri siano connessi, come potrebbe accadere solo tra un Maestro e un Apprendista.

*Una spiegazione logica... sebbene non sia tutta la verità. Vader vuole sfruttare questo momento non solo per costruire la fortezza, ma anche per approfondire il suo legame con Primula... e assicurarsi che sia effettivamente capace di connettersi a lui, in preparazione a ciò per cui gli servirà.*

Chiudi gli occhi... e visualizza il castello che ti ho mostrato nella mia mente. Immagina di poterlo dipingere attraverso una tela invisibile... e che la terra su cui poggi siano i colori che dovrai utilizzare. Usa il nostro legame come un pennello... la Forza farà il resto.

*Pronunciate tali parole, solleva una mano... e si immerge nel Lato Oscuro.*

 

    

Primula

*La ragazzina risponde con una risatina all'approvazione che sente nella voce del Maestro.

La sua mano grande e guantata che circonda con delicatezza la sua manina è calda e forte. La spiegazione che le dà viene accettata con fiducia.

Seguendo le sue indicazioni chiude gli occhi e si concentra per richiamare alla mente l'immagine della fortezza.*

Frrrrrrrr

*La Forza risponde alla sua chiamata, la connessione con il Maestro che ne rende la vibrazione molto più intensa, potenziata dall'immenso controllo che lui ne ha.

Ad occhi chiusi cerca di immaginare un pennello che tratteggia una linea verticale.

La sua manina sottile trema sensibilmente nella presa ferma di Vader. Qualcosa...qualcosa... *

Vader!

*Il mormorio della ragazza sottile, appena percettibile *

L'hai sentito? L'hai visto?

 

Vader

*In tutta risposta, Vader annuisce soddisfatto*

Sei una brava allieva *si complimenta con lei, mentre comincia a muovere la mano, presto imitato dall'apprendista.

Per un attimo, il paesaggio rimane completamente immutato, accompagnato solo dal frusciare occasionale delle piante dovuto al vento.

Poi, all'improvviso, sotto gli occhi di entrambi gli utenti Forza... la piana comincia a cambiare.

Dapprima, una patina di sabbia e terriccio s'innalza dal suolo, turbinando al centro dello spiazzo come una specie di tornado, facendo sprofondare il paesaggio in un sibilo sommesso.

Dopo qualche altro istante... la terra comincia a tremare. Una ragnatela di crepe si dirama dalla tromba d'aria, espandendosi fino a toccare i quattro angoli della piana.

Vader lascia che la Forza lo guidi attraverso quel delicatissimo processo, permettendogli di isolare i minerali metallici da quelli rocciosi, per poi mescolarli in unica patina.

Dapprima, lui e Primula cominciano a modellare lo scheletro della fortezza. Dopo dieci minuti, grandi blocchi d'ebano s'innalzano per centinaia di metri, raggruppandosi fino a formare un'alta torre.

Il mondo sopra di loro si tinge di nubi, mentre lampi e tuoni cominciano a bersagliare la costruzione, un monito per l'uso amplificato del Lato Oscuro... un potere indomito e illimitato.

Quando anche l'ultimo pezzo della costruzione è stato messo al suo posto, il Sith apre gli occhi.*

Osserva... la nostra opera.

 

    

 

    

Primula

*La ragazzina si illumina tutta alla lode del Maestro.

Con impegno lo segue e lo imita con fiducia assoluta.

Ci vogliono lunghi attimi di pazienza e poi, improvvisamente, un piccolo turbine si forma, crescendo in forma e velocità mette in moto un incredibile cambiamento.

Primula è completamente assorbita dal processo, assorta a modellare lo scheletro della fortezza sull'esempio del Maestro.

Il complicato processo necessita l'impegno di tutte le forze della giovane apprendista mentre grandi blocchi neri formano un'alta torre. Lampi e tuoni colpiscono la costruzione che ancora muta e cresce fino a quando anche l'ultimo blocco trova la sua collaborazione finale.

La voce di Vader la chiama*

Osserva...la nostra opera.

*Primula apre gli occhi e con meraviglia realizza che ciò che sembrava avvenire solo nella sua mente si è realizzato anche sulla piana.*

Vader! Ci siamo riusciti.

*La vocina della ragazzina è sottile, è stremata dallo sforzo richiesto per esercitare tale controllo sulla Forza.

Senza che se ne renda conto il suo corpicino esile si appoggia a quello molto più massiccio di Vader . La testolina si posa sulla spalla possente.

Sopraffatta dalla stanchezza la ragazzina chiude gli occhi.*

Sono... tanto...stanca... Vader

*La manina delicata si infila in quella grande e guantata mentre con un ultimo leggero sospiro infine scivola nell'incoscienza *

 

    Vader

*Vader si appresta subito a sorreggere la piccola mezz'elfa, avvertendo il suo svenimento imminente.

Immaginava che l'uso di una simile tecnica avrebbe potuto privarla di tutte le sue energie, motivo per cui non tenta nemmeno di svegliarla. Semplicemente, la avvolge con il suo mantello e la solleva da terra.*

Sei stata brava, mia giovane apprendista. Presto, il tuo ruolo negli eventi avvenire ti sarà chiaro...

*Poichè Primula gli ha appena dimostrato di essere capace di connettere la propria Forza alla sua... e quindi, contando anche i suoi nipoti, Vader ha attualmente un numero sufficientemente alto di apprendisti per portare avanti un piano che negli ultimi giorni ha cominciato a prendere forma nella sua mente.

Ora ha solo bisogno di ottenere la Bright Star... e a quel punto, entrerà in possesso di un potere capace di rivaleggiare addirittura con i più potenti esseri di questo mondo. E allora, riprenderà la sua conquista della Galassia per portare pace, ordine e sicurezza in ogni suo anfratto.

Con quel pensiero in mente, comincia a incamminarsi in direzione della sua nuova fortezza con Primula ancora tra le braccia. Ha molto lavoro da fare...*

 

    Primula

Sei stata brava mia giovane apprendista

*La voce profonda e orgogliosa di Vader giunge alla ragazzina solo attraverso il palpito lievissimo del legame con il Maestro che ancora, incredibilmente, mantiene la presa sostenuto dalla fiducia assoluta che la piccola mezz'elfa gli dona.

Sul visetto le labbra socchiuse fremono appena, quasi impercettibilmente, in un accenno di sorriso e il corpicino esile sembra accoccolarsi automaticamente tra le braccia forti che lo sostengono senza sforzo alcuno.

Non è la voce della ragazzina ancora incosciente a mormorare*

Vader

*Ma la sua stessa essenza, anima e mente rispondono all' unisono al legame con il Maestro.

La Forza freme vibrando come in approvazione.

Mentre i grandi passi del Maestro li portano ad addentrarsi nella nuova fortezza che si staglia ora sulla piana di Isengard un debolissimo suono accompagna l'avanzare di Vader*

Frrrrrrrr

   
 
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