Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Sasha88    08/12/2023    1 recensioni
Sarò sincera, sono anni che non seguo One Piece ma a seguito del live action mi è venuta voglia di scrivere questa fanfic sul mio personaggio preferito, Mihawk Occhi di Falco. Tutto ciò che vi occorre sapere è che le vicende si svolgono 10 anni dopo l’esecuzione di Gol D. Roger.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drakul Mihawk, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lilian venne scortata dagli uomini su una grossa nave della marina rimanendo esterrefatta. Non aveva mai visto un’imbarcazione così grande, il vascello di Spyros sembrava una scialuppa di salvataggio a confronto. Aveva un numero spropositato di cannoni su ogni lato dello scafo e alberi così alti che la cima spariva nel cielo notturno.

A bordo la disciplina regnava sovrana. Tutto era perfettamente pulito ed in ordine, l’opposto del vascello da incubo su cui era malcapitata. Ogni marinaio era impegnato ad eseguire un compito assegnato e nessuno di loro se ne stava con le mani in mano. A Lilian ricordarono gli inservienti nel suo castello. Suo padre era un re molto esigente da quel punto di vista. Garp non doveva essere poi molto diverso.

Nonostante la sua mole e l’aspetto minaccioso, quest’ultimo si comportò in maniera molto premurosa e amichevole. Per tutto il tragitto le chiese se desiderava mangiare una pietanza in particolare o se aveva bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, aveva un intero plotone che si sarebbe occupato di lei. Lilian rifiutò in maniera scostante e riferì che desiderava solo restare sola il prima possibile. Per quanto quell’uomo ce la stava mettendo tutta per essere gentile, lei continuava a vederlo con occhi ostili. Dopotutto, era la causa della sua separazione da Mihawk.

Senza tirarla per le lunghe, la scortarono all’interno dello scafo e le assegnarono una cabina meravigliosa con un grande letto sotto un oblò vista mare ed ogni tipo di comfort, perfino un bagno privato. Due uomini sarebbero rimasti di guardia fuori la sua porta per tutto il viaggio. Forse per scoraggiare qualsiasi tentativo di fuga o per scongiurare chissà quale pericolo.

Prima di congedarsi, il generale Garp informò che c’era la possibilità di contattare suo padre con un lumacofono e le chiese perciò se desiderava parlargli. Lilian rifiutò e si rintanò nella sua cabina.

Realizzò con orrore che provava ancora una forte vergogna e non si sentiva pronta a fare i conti con il casino che aveva combinato, la morte di Arcibald su tutto. Tornare sull’isola dai suoi sudditi, le sue sorelle e suo padre significava sottoporsi al giudizio di ognuno di loro. Anche se una parte di lei moriva dalla voglia di riabbracciarli, l’altra invece avrebbe preferito sottrarsi da questa scomoda realtà. Dal momento in cui Mihawk l’aveva salvata le era parso di vivere in una bolla che però era esplosa, facendola cadere violentemente col culo per terra. Il pensiero tornava inevitabilmente allo spadaccino. La delusione nei suoi confronti era sparita facendo posto ad un senso di rabbia. Più rifletteva sulla sua indifferenza e più si incolleriva. Più si incolleriva e più si sentiva una stupida a provare sentimenti così forti e contrastanti verso una persona appena conosciuta. Avevano trascorso solo una giornata insieme, ma erano successe così tante cose, vissuto momenti così intensi che la freddezza mostrata l’aveva completamente spiazzata. Ma riflettendoci, cosa poteva aspettarsi da un pirata? Era stata una sciocca ad aver creduto che c’era qualcosa tra loro, solo una stupida sciocca.

 

A pochi chilometri di distanza, sulla terra ferma, proprio mentre Lilian faceva i conti con i suoi sentimenti, Mihawk se ne stava seduto sul letto a bere del buon vino direttamente dalla bottiglia. Il silenzio nella stanza faceva un rumore assordante che nemmeno l’alcool riusciva a placare. Tra un sorso e l’altro, la voce di Lilian risuonò nella sua testa, cosa che per un attimo gli fece credere che fosse ancora lì. Ma lei non c’era più. Tutto ciò che restavano erano le sue buste piene di vestiti nuovi e il volantino con la sua foto impressa. Non riusciva a non distogliere lo sguardo da quel pezzo di carta. L’aveva delusa, lo sapeva, ma non poteva fare diversamente. Mettersi contro la marina sarebbe stato un azzardo troppo grosso, soprattutto in presenza di Garp. La sua fama lo precedeva, ed aveva avuto modo di conoscerlo bene facendo parte della flotta dei sette. Non aveva niente a che fare con la maggior parte dei comandanti che stavano al vertice, corrotti e immorali come Beccoviola per citarne uno. Garp era un uomo tutto d’un pezzo, con un forte senso della giustizia e della lealtà, doti che apprezzava e perciò aveva tutto il suo rispetto.

Ma quanto gli era costato lasciarla andare così in malo modo? Un senso di vuoto gli stava attanagliando lo stomaco e la frustrazione mista a irrequietezza cresceva ad ogni sorso. Se nemmeno il vino riusciva a dargli conforto, allora c’era davvero qualcosa di rotto in lui. Era una situazione surreale e non riusciva a gestirla. Sentiva ancora il suo odore, riusciva a vederla in ogni angolo, con gli occhi lucidi di delusione. Stava diventando una tortura rimanere in quella stanza così decise di andarsene. Dopotutto non aveva più senso restare, tanto valeva rimettersi in viaggio e lasciarsi definitivamente quella folle storia alle spalle. Raccolse le poche cose sparse in giro e si diresse verso la porta. Appena l’aprì si trovò una figura sulla soglia. 

- Fiona - disse. Non era un uomo di facile impressione ma ebbe un leggero sussulto a trovarsela davanti, nel buio.

La donna entrò nella stanza e chiuse la porta alle sue spalle.

- È andata via? - chiese guardandosi furtivamente intorno.

Mihawk ignorò la domanda, piuttosto le chiese cosa ci facesse lì a quell’ora. Fiona, senza rispondere e carica di desiderio, lo baciò con ardore. Lo spadaccino la spinse via.

- Che diavolo fai? - le chiese con non poco stupore.

- Ti voglio - rispose lei prima di precipitarsi nuovamente su di lui, con passione smisurata.

Ancora una volta, Mihawk la scansò. Non era dell’umore giusto nemmeno per il sesso. Tutto ciò che desiderava era tornare sulla sua isola. O Lilian.

- Piantala Fiona - disse seccato. Queste donne avevano deciso di mandarlo al manicomio.

Sentendosi rifiutata per la seconda volta, la ragazza sbottò tutto d’un fiato.

- Si può sapere cosa ti prende? Non hai mai avuto problemi a scopare con me.

Era vero. Insieme a lei i soggiorni a Rouge Town erano sempre stati meno solitari. Dalla prima volta che l’aveva incontrata, avevano trascorso ogni notte insieme. Fiona sapeva essere molto travolgente ed era una donna davvero passionale, perfetta per un uomo senza legami come lui. Inoltre, non era mai stata invadente e non aveva mai preteso nulla di più, almeno fino a quella sera.

- Devo andare - tagliò corto dirigendosi nel corridoio.

Fiona cominciò a versare lacrime di rabbia e frustrazione.

- Sono stata io.

Mihawk si fermò sulle scale, incuriosito da quella confessione. La guardò dubbioso e improvvisamente tutto gli apparve evidente.

- Ho allertato io la marina. Stamattina, quando vi ho portato il pranzo. Sono giorni che vedo il suo bel faccino ovunque, davvero credevi non l’avessi riconosciuta? Quei suoi occhi strani, poi…

Era ovvio. Anche se avesse telefonato la marina mentre erano alla festa, non sarebbero riusciti ad arrivare all’osteria in pochi minuti.

- Perché l’hai fatto? - chiese e subito pensò di aver posto una domanda stupida.

- Perché ho visto come la guardavi. Ho visto come la toccavi, come la cercavi ed ho avuto la certezza questa sera - rispose Fiona incollerita - ne sei innamorato Drakul, e non posso sopportare di vederti insieme a lei!

Lo spadaccino sentì il sangue ribollire nelle vene. Aprì e chiuse la mano libera con nervoso. Era talmente furioso che avrebbe spaccato tutto, ma non lo fece. Riuscì a controllarsi e a mantenere la calma cercando di comprendere il malessere di Fiona. La gelosia era un sentimento davvero infimo, ma si fidava di lei e questo, per lui, rappresentava un tradimento imperdonabile.

- Non posso credere che hai perso la testa per una ragazzina!

Mihawk le rivolse uno sguardo tetro prima di voltarle la faccia per sempre.

- Addio, Fiona.

Scese le scale schivando un oggetto che gli aveva lanciato la donna insieme ad una serie di insulti irripetibili. Uscì dal locale e l’aria fresca sul viso gli donò un leggero senso di benessere. Forse Fiona aveva ragione. Non era semplice attrazione fisica, chiunque sarebbe attratto da Lilian, ma sentiva il reale bisogno di averla accanto. La necessità di guardarla o anche solo ascoltarne la voce. Non aveva mai provato un sentimento del genere per nessuno, il solo pensiero di lei gli metteva il buon umore, lo faceva sentire un uomo realizzato, completo. Nel buio della notte si fermò ed abbozzò un sorriso di sconfitta. Ammise finalmente a se stesso che si era innamorato della giovane principessa. Si sentì improvvisamente su di giri come quando vinceva un combattimento piuttosto impegnativo o come quando trovava un tesoro prezioso dopo una estenuante ricerca. Ecco, era esattamente così che si sentiva, come se avesse trovato il one piece, il suo personale one piece. Ed ora non gli restava che raggiungerlo.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Sasha88