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Autore: Deilantha    30/12/2023    2 recensioni
L'amore ha tante facce e a volte può mostrarsi nell'aspetto di una mano pronta a spazzolare i capelli dell'amato. Che sia un figlio, un compagno o se stessi, poco importa. Raccolta di One Shot legate da un filo conduttore: il desiderio di pettinare dei particolari capelli argentati (e nodosi).
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, izayoi, Kagome, Kikyo | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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3)     Kagome

 

Ogni volta che tornava nell’epoca Sengoku, Kagome provava una forte nostalgia di casa, in particolare del suo bagno e dell’acqua calda. Finché era in giro con gli altri sulle tracce di Naraku non dava peso al fatto che doveva lavarsi con l’acqua corrente, e in qualche modo ci si era abituata; ma quando tornava alla sua epoca, la prima cosa che faceva era un bagno caldo, seguito dalla cura attenta per i suoi capelli.

Era sempre stata molto orgogliosa del suo aspetto e amava prendersi cura della sua chioma scura. Ma la vita nel Sengoku concedeva pochi agi, soprattutto quando era in viaggio, per cui spesso aveva dovuto rinunciare a prendersi cura come si deve dei suoi capelli, nonostante portasse sempre con sé, all’interno del suo zaino, creme e balsami. Quella sera però, il gruppo si era accampato nei pressi di una pozza d’acqua termale e la ragazza decise di cogliere al volo l’opportunità di farsi un bel bagno nell’acqua calda, seguito dalla cura completa dei suoi capelli.

Dopo cena lei e Sango si diressero verso l’acqua, pronte a rilassarsi e dopo una bella chiacchierata, Kagome tirò fuori l’artiglieria pesante: shampoo, balsamo, crema ristrutturante e districante. La cacciatrice di demoni osservò incuriosita quella serie di flaconi e bottiglie dalle strane forme, anche se si era abituata alle stranezze provenienti dall’epoca della sua amica.

Kagome si accorse dell’interesse della sua amica e ne fu felice «Vuoi provarli anche tu, Sango?»

«Pensi che mi facciano bene?» la sterminatrice di demoni sembrava titubante

«Ma certo, vedrai che differenza, dopo: i tuoi capelli ti ringrazieranno!»

«Non capisco cosa ci sia dentro, sicura che sia tutto innocuo?»

«Ti basta guardare i miei capelli: non hai mai notato che quando torno dalla mia epoca sono più morbidi e lucidi?»

«Sì, è vero. Mi sono sempre chiesta cosa ci facessi, non ho mai avuto i capelli così belli!»

«È grazie a questi prodotti» sorrise soddisfatta «E non è mai successo che siano caduti, fidati di me!»

Il sorriso di Kagome era coinvolgente e Sango decise di accettare l’offerta «D’accordo, visto che siamo amiche, mi fiderò di te» le sorrise in risposta.

Kagome fu felicissima di condividere quel momento di cura personale con Sango: le mancavano le serate tra ragazze che faceva con le sue amiche, quei momenti da teenager che appartenevano a una vita tranquilla e totalmente diversa, una vita che aveva quasi abbandonato.

Trascorsero un paio d’ore dedicandosi al loro benessere finché decisero di tornare al loro accampamento per asciugare i capelli vicino al fuoco.

«Oh, siete di ritorno… già vestite.» il tono di Miroku non nascondeva la delusione; il monaco sperava di poter vedere qualche centimetro di pelle giovane, ma non ebbe fortuna.

«Muoviti Miroku, andiamo a farci il bagno!» Inuyasha invece, non perse tempo: si alzò dal suo giaciglio e tirò la veste del monaco per distoglierlo dai suoi pensieri impuri.

«Ah… Sì, arrivo.» sospirando, Miroku si arrese al suo destino.

«Shippo anche tu, sbrigati!»

«Eccomi!»

Solo quando i ragazzi erano già lontani, Kagome si rese conto che avrebbe voluto dare i suoi prodotti anche a Inuyasha, ma non voleva rischiare di seguire i ragazzi e vedere cose che preferiva rimanessero private: era già capitato in passato e se ci pensava il suo viso diventava ancora rosso fuoco!

Si avvicinò al fuoco per asciugare la sua chioma, ma il pensiero dei capelli di Inuyasha non la lasciava: le dispiaceva non essere riuscita a sfruttare quell’opportunità, perché avrebbe voluto occuparsi dei capelli del mezzo demone sin da quando Yura aveva notato che erano pieni di nodi e lasciati all’incuria.

“Ah, Yura, quella maledetta! Aveva osato dire che i suoi capelli, così ben curati, erano brutti! Però aveva avuto ragione nel trovare splendidi quelli di Inuyasha: erano folti, lunghissimi e avevano quel colore così brillante!  Era un vero peccato che il ragazzo non se ne prendesse cura.

«Kagome, va tutto bene?» la voce di Sango la distolse dai suoi pensieri.

«Eh?»

«Sei stranamente silenziosa.»

«Sì, sì, è tutto a posto.» forzò uno sbadiglio «Credo di essere stanca. Anzi credo proprio che ora andrò a dormire!» fece un sorriso all’amica e poi, con un sospiro segreto, la ragazza si preparò il giaciglio.

 

Il risveglio di Kagome fu accolto dai caldi raggi del sole che le accarezzavano il viso: la giornata era splendida e la ragazza decise di fare un altro bagno rinvigorente nella sorgente termale, prima che il gruppo fosse pronto per proseguire il viaggio. Sulla strada del ritorno verso il loro accampamento, incontrò Inuyasha, che era andato a pescare la loro colazione. Aveva legato i pesci a un bastone che era poggiato sulla sua spalla, ma quando lo raggiunse Kagome, il ragazzo stava combattendo con il legno, che si era impigliato tra i suoi capelli.

«Maledetto, esci fuori!»

Kagome corse subito in aiuto dell’hanyou «Oh, guarda che disastro, aspetta che ti libero.»

«No, lascia stare, ci penso io.» disse il ragazzo, mentre cercava di avere la meglio su pesci e bastone, ma finendo col peggiorare le cose.

«Non essere ridicolo, riesci a malapena a girare il viso, tutta colpa di questi nodi!»

I capelli di Inuyasha erano un disastro: per la ragazza era un vero mistero il motivo per cui lui non si prendesse cura dei suoi capelli, ai suoi occhi era un sacrilegio lasciare all’incuria quella chioma argentea.

Senza perdersi in altre chiacchiere, la ragazza prese in mano la situazione e tra qualche protesta e un po’ di tentativi, riuscì a districare l’intreccio di legna, pesci e capelli.

«Ecco fatto, visto che ti serviva una mano?» sorrise soddisfatta

«Hm» si limitò a bofonchiare Inuyasha «Andiamo dagli altri: prima mangiamo, prima ci muoveremo.»

Kagome annuì senza replicare, era abituata ai modi bruschi del ragazzo. Ma dopo aver toccato quei capelli si sentì risoluta nel continuare la sua azione: non poteva tollerare un momento di più che il ragazzo che amava andasse in giro con quei capelli così rovinati. Quell’incuria era intollerabile: era orgogliosa dell’aspetto di Inuyasha, era così esotico, così appariscente e affascinante, non poteva e non doveva rovinare il suo aspetto andando in giro in quelle condizioni. Chissà da quanti anni non passava una spazzola tra quei capelli!

Durante la colazione rimase a osservare l’hanyou, che più di una volta, si voltò verso di lei con sguardo sospettoso, ma Kagome gli rivolgeva sempre un sorriso e poi iniziava a parlare con Sango. Quando finirono di mangiare, la cacciatrice di demoni e Miroku andarono in cerca di qualche provvista, mentre Shippo si allontanò dal gruppo per bisogni privati. Era il momento giusto per passare alla carica!

Kagome prese la sua spazzola e si avvicinò al mezzo demone, intento a raccogliere le loro cose.

«Inuyasha.»

«Hm?»

La ragazza si avvicinò alle sue spalle e prese una ciocca argentata tra le sue dita «Che ne dici di dare una spazzolata a questi capelli?»

Il ragazzo si voltò verso di lei e abbassò lo sguardo sulla spazzola nella mano di Kagome «Perché dovrei?» la sua espressione si fece distante e contrariata.

«Perché non hai mai cura dei tuoi capelli e poco fa ti sei anche impigliato. Pensa se accadesse durante uno scontro con qualche demone!»

«Non accadrà.» Inuyasha tornò a darle le spalle, per lui il discorso era chiuso. Ma Kagome non era della stessa opinione. «Come fai a saperlo? Non ti ho mai visto con una spazzola in mano, questi capelli sono in uno stato pietoso: quando te ne prenderai un po’ cura?»

Il ragazzo si voltò nuovamente verso di lei, stavolta con un’espressione alterata sul viso «Questo non ti riguarda, non ho mai avuto problemi in battaglia e in generale non ho bisogno di fare niente!»

«Ma come puoi dire una cosa del genere quando poco fa ti sei impigliato in un pezzo di legno?»

«Era una sciocchezza, e comunque non mi capita spesso.»

«Ma…»

«La vuoi smettere? Non ho bisogno della spazzola, né da te, né da nessun’altra. Perché siete tutte ossessionate dai nodi nei miei capelli?» con un gesto di rabbia, gettò a terra gli oggetti che aveva in mano e si lanciò nel bosco.

Kagome rimase impietrita per un momento, sorpresa dalla reazione del mezzo demone, ma poi le salì la rabbia per le parole dure che il ragazzo le aveva rivolto.

«Sei uno stupido, Inuyasha. Uno stupido, stupido!» gridò verso il bosco.

Sango e Miroku giunsero in quel momento, portando della frutta tra le braccia, mentre Shippo saltellava allegro verso di loro.

«Cos’è successo Kagome?» chiese Sango, curiosa «Avete litigato di nuovo?»

«Inuyasha è uno stupido! Hai visto quanto ti ha fatto bene quel balsamo per i capelli e lui invece si rifiuta persino di pettinare i suoi!» con rabbia, la ragazza lanciò la sua spazzola nello zaino.

«Be’, suppongo che ora dovremo aspettare che quella testa calda sbollisca la rabbia, prima di andarcene.» Miroku si sedette accanto al fuoco morente «Vieni Sango, fammi sentire ancora un po’ il profumo tra i tuoi capelli.» il monaco rivolse uno sguardo malizioso alla sua compagna che, imbarazzata, lo colpì con uno schiaffo, ma poi si accomodò accanto a lui, rossa in viso.

«Ci vado io a far ragionare Inuyasha.» si offrì Shippo, ma Kagome sapeva che Miroku aveva ragione: il mezzo demone doveva sbollire la rabbia prima di poter affrontare un discorso con calma, e il piccolo demone volpe l’avrebbe solo fatto infuriare di più. «Non ti preoccupare Shippo-chan, aspetterò un po’ e poi andrò a cercarlo io stessa.»

 

Inuyasha aveva messo una certa distanza tra lui e Kagome: era corso via furioso, ma dentro di lui c’era anche una punta di paura. Aveva scaricato la tensione correndo e saltando sugli alberi e per finire, aveva deciso di farsi una nuotata nel torrente vicino. Sbollita la rabbia si adagiò sulla sponda del corso d’acqua, per fare ordine nei suoi pensieri. Forse nella sua reazione c’era stata più paura che rabbia: l’argomento dei suoi capelli era legato a ricordi dolorosi che non voleva far riaffiorare. Le uniche donne che si erano prese cura della sua capigliatura l’avevano poi lasciato: sua madre per prima e Kikyo successivamente. Quest’ultima in realtà non era nemmeno riuscita nel suo intento, perché il malvagio piano di Naraku aveva colpito prima, uccidendo la donna.

Kikyo era tornata, ma non era più la stessa, non era nemmeno realmente in vita, ed era così fugace nelle sue apparizioni, che quella promessa di spazzolargli i capelli non sarebbe stata più mantenuta.

Aveva vissuto tanti anni senza curarsi della sua chioma e andava bene così.

Anche se l’idea che Kagome si prendesse cura di lui lo allettava, aveva paura di ripercorrere ancora quella strada e temeva di rivivere nuovamente un dolore insopportabile.

Proprio mentre i suoi pensieri erano rivolti a lei, sentì i passi di Kagome: era venuta a cercarlo.

Il suo cuore gioì, come accadeva ogni volta che la ragazza dimostrava delle premure nei suoi confronti, ma sapeva che era venuta per continuare il discorso spinoso lasciato a metà, e lui non aveva intenzione di cedere.

Quando la ragazza fu a pochi passi di distanza, fu Inuyasha a prendere parola per primo «Cosa c’è, vuoi continuare il discorso? Ho già det…»

«No, non ho intenzione di litigare.» Kagome si sedette accanto a lui e il ragazzo diede un’occhiata fugace: non c’era ombra della sua spazzola.

«Vorrei solo capire perché hai reagito così.» fece una piccola pausa «Forse sono stata troppo insistente, ma l’ho fatto solo perché ci tengo a te.»

Inuyasha sentì il cuore accelerare. Sapeva che Kagome voleva stargli accanto nonostante lui non riuscisse a liberarsi dal suo legame con Kikyo e sapeva che ciò significava qualcosa di importante. Lui stesso non sarebbe mai riuscito a separarsi dalla ragazza e aveva capito da tempo di provare qualcosa di profondo per lei. Ma sentirle dire apertamente che ci teneva a lui l’aveva scosso lo stesso, perché erano state poche le persone nella sua vita che gli avevano detto una frase simile.

«Ci tengo a te e per questo tengo anche a ciò che è parte di te. Tu hai dei bellissimi capelli e non capisco perché non voglia farli splendere.» Pensa a quanto sono belli quelli curati di Sesshomaru!

Kagome avrebbe voluto esprimere quest’ultimo pensiero ad alta voce, ma sapeva che nominare il fratello di Inuyasha non avrebbe portato al discorso pacifico che lei aveva in mente.

«È a causa di Kikyo?» fece una pausa per prendere fiato, perché parlare della sacerdotessa era sempre difficile per lei «Prima hai detto che siamo tutte ossessionate dai tuoi capelli… ti riferivi a lei, vero? Lei te li pettinava e non vuoi che io faccia lo stesso.» girò il viso davanti a sé, sforzandosi di trattenere le lacrime. Il continuo paragone con Kikyo era un peso difficile da sopportare, soprattutto quando Inuyasha sembrava favorire la sacerdotessa anziché lei. Era difficile scontrarsi ogni volta con la consapevolezza di essere la seconda.

«Non è affatto così.» la voce di Inuyasha era bassa, ma riuscì a interrompere i suoi pensieri. Kagome si voltò verso di lui che, a sua volta, aveva il viso chino sulle sue ginocchia «Lei non ci è mai riuscita.»

Kagome sentì battere forte il cuore al suono di quelle parole miste di rimpianto e malinconia.

«Non voglio perché… mi vengono alla mente brutti ricordi.» sospirò, come a darsi coraggio «L’unica che me li ha pettinati è stata mia madre.»

«Ah.» Kagome sapeva che quello era un argomento difficile per Inuyasha e menzionarlo di sua spontanea volontà doveva causargli una certa sofferenza. Tuttavia fu felice che il ragazzo che amava stesse condividendo un pezzo di se stesso con lei.

«Perciò non chiedermelo più, perché non è una cosa piacevole, per me.» Inuyasha aveva alzato il volto ma lo sguardo rimase dritto avanti a sé, le braccia chiuse intorno alle ginocchia, proprio come Kagome.

Sembravano due bambini feriti, ma la ragazza dal cuore grande aveva compreso che dietro una cosa apparentemente stupida c’era un dolore profondo che Inuyasha non riusciva ancora ad affrontare, e si arrese. Si avvicinò al mezzo demone e poggiò la mano sulla sua. «Va bene, non te lo chiederò più.» cinse la spalla dell’hanyou con il braccio e rimasero per un po’ in silenzio, cercando di far comunicare i loro cuori, senza bisogno delle parole.









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È giunto il turno della nostra eroina. Con Kagome ho avuto vita facile, il brano è venuto da sé senza indugi (in realtà anche il precedente, ma la versione che poi è risultata sbagliata T_T). Comunque, al di là della mia soddisfazione nello scrivere, spero che sia stata una lettura piacevole per voi.

Grazie ancora per i vostri commenti e per il tempo speso tra queste righe, lo apprezzo molto. <3

   
 
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