Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: ambertwo    24/02/2024    0 recensioni
Mai stata una che stava ferma; non per scelta, ma per necessità - almeno, questo è quello che avrebbe detto lei. Hikari aveva passato quasi dieci anni girando lavori su lavori, senza mai sceglierne uno 'per la vita', ripetendo lo stesso ciclo ancora e ancora: trovava un impiego che attirava la sua attenzione, gli dava una possibilità, e trovava qualcosa che non le andava bene approssimativamente in un mese, o risultava chiaro che non era tagliata per esso. Si licenziava, lavorava part-time al bar vicino al cantiere o al mercato mentre cercava un nuovo impiego: ripetere ad oltranza.
***
Gli eventi di Water Seven ed Enies Lobby, visti attraverso degli occhi diversi rispetto a quelli che hanno raccontato la storia originale. Prevalentemente quelli di una civile che non sa stare al suo posto, perchè non trova un posto che sia suo.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franky, Kaku, Nuovo personaggio, Paulie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
5 - Calma momentanea

L'Acqua Laguna era un fenomeno che si verificava piuttosto frequentemente in città. Il prezzo da pagare per poter essere ciò che era, con i suoi canali e l'essere costruita praticamente sull'acqua; più volte all'anno, annunciate generalmente dall'arrivo di un forte vento e accompagnate da un tempo burrascoso, capitavano tremende inondazioni.
Onde alte svariate metri, l'acqua che praticamente sommergeva mezza città... fonte di tanta preoccupazione, certo - ma alla fine, non eccessiva.
Nel bene e nel male, era un evento che si verificava spesso, e alla quale gli abitanti della città si erano abituati, facendo buon viso a cattiva sorte: si erano venute a creare delle linee guida che più o meno tutti rispettavano per la durata del fenomeno. Si organizzavano dei centri di accoglienza nei livelli più riparati dell'isola, si prendeva con sè ciò che era necessario o che poteva essere troppo importante per rischiare che venisse danneggiato; una volta fatta questa cernita, si sigillavano come possibile porte e finestre delle case, per fare in modo che rimanessero relativamente ben mantenute anche nel caso fossero finite sott'acqua.
Hikari finì di tirare le ultime martellate, poi si asciugò la fronte ed indietreggiò di qualche passo, per vedere il risultato finale: un paio di assi di legno inchiodate di fronte alla porta d'entrata di casa sua, alla bell'e meglio; erano leggermente storte, ma apparivano sufficientemente salde.
La ragazza si voltò a guardare il cielo, ormai prossimo al tramonto; era il caso di aggiungere un'altra asse alla porta? Era sempre una seccatura quando, passata l'alta marea, bisognava schiodare quelle cose dall'entrata; d'altro canto, non stava portando appresso nulla, quindi decise di andare sul sicuro e aggiungerne una a quelle già presenti; non poteva correre il rischio che i muffin nella dispensa finissero inzuppati nell'acqua di mare.
Lanciò un rapido sguardo alla porta accanto, anch'essa già sigillata, prendendo mentalmente nota di aggiungerne una anche lì. Paulie non aveva dato istruzioni particolari sul portare via qualcosa dalla casa prima di sistemarla per l'alta marea, quindi aveva lasciato tutto come l'aveva trovato: specialmente la scatola di sigari che aveva visto appoggiata su un tavolino, e che quasi quasi le faceva sperare che l'acqua riuscisse effettivamente ad entrare e li rendesse inutilizzabili.
Mentre era impegnata a tentare di trovare la posizione corretta per l'asse da aggiungere, la ragazza avvertì uno spostamento di aria anomalo, al quale però non diede peso visto e considerato il vento forte che tirava. Solo quando una voce alle sue spalle la chiamò la ragazza si rese conto di non essere più da sola nella via.
"Hai bisogno di una mano?"
Hikari si voltò verso Kaku, che era apparentemente appena arrivato con il suo solito saltare da un'edificio all'altro. Diamine, era una cosa così assurda, eppure lui lo faceva sembrare così facile... era capace persino di muoversi così con tale maltempo.
"Ehi, bello" lo salutò Hikari con noncuranza, posizionando un chiodo sull'asse ed iniziando a tirare martellate su di esso in modo piuttosto aggressivo. "Come mai qui? Il soggettone ti ha mandato in avanscoperta per vedere se avevo obbedito ai suoi ordini?".
Il ragazzo scosse il capo con un sorriso, ancora una volta divertito dalle sue parole.
"Ma certo che no! Non ha proprio più ripreso la questione 'casa' da quando te ne sei andata".
"Come state messi lì da voi?".
"Insomma... Non so se hai sentito, ma Cappello di Paglia ha fatto irruzione alla sede centrale della Galley-La questo pomeriggio".
La ragazza tirò una martellata a vuoto mentre si girava a lanciargli un'occhiata perplessa.
"Serio? Così, in pieno giorno, davanti a tutti?"
"Esattamente."
"E non l'avete preso?"
"No. E' riuscito a dileguarsi prima che qualcuno di noi riuscisse ad acciuffarlo..." Kaku sospirò, mostrando un'espressione irritata. "Se penso che ce l'avevamo praticamente lì e lo abbiamo lasciato scappare...".
"Dai, non te la prendere" lo consolò Hikari. "Quel tipo è... uhhhh... particolare. L'ho inquadrato subito da quando bazzicava nel cantiere... Certo che però non è incoraggiante, il fatto che sia riuscito a fare irruzione così." la ragazza parve pensierosa. "Quindi alla fine come siete organizzati?".
"Allora, abbiamo tutti i carpentieri stazionati attorno alla sede centrale, ai quali si sono uniti un sacco di volontari. C'è una gran bella folla di fuori... ora, questo potrebbe non essere un bene, considerato il caos - ma tutti sembrano essere molto cauti. Ad ogni modo, noi cinque rimarremo direttamente a fare la guardia al signor Iceburg".
"Beh dai, mi sembra che siete organizzati bene. L'Acqua Laguna non dovrebbe arrivare fino alla sede centrale, quindi non credo avrete problemi con quello..."
La ragazza finì di tirare martellate al chiodo e, dopo una manciata di secondi senza parlare, si voltò verso Kaku.
"Allora, se non ti ha mandato il soggettone a controllarmi, come mai sei venuto qua?"
"Volevo giusto controllare se avevi finito di sistemare ed eri andata già al rifugio." il ragazzo la guardò senza voltarsi, tenendo il viso nascosto nel collo alto della felpa.
"Hikari, che intenzioni hai?"
"Che vuoi dire, che intenzioni ho?"
"D'accordo, non ci girerò intorno." Kaku si grattò il retro della testa. "Volevo solo dirti una cosa... Non ti voglio assolutamente vedere nei dintorni della sede centrale fino a che questo macello non sarà risolto. Tanto lo so che pensavi di unirti ai volontari. Vai su al rifugio e rimanici... non azzardarti a fare altrimenti."
La ragazza gli lanciò un'occhiata corrucciata.
"Bello, piano con gli ordini. Te l'ho detto che non mi piace che mi si diano ordini. Te l'ho detto manco un paio d'ore fa!"
"Ascolta. Promettimi che starai fuori dai guai. Non so che cosa farei se ti succedesse qualcosa."
Hikari venne presa in contropiede da quelle parole, ed il suo cuore prese subito velocità al sentirle. Era ovvio che non sottintendessero nulla se non la preoccupazione di un amico nei suoi confronti, si disse immediatamente tra se e se... il suo cuore se ne infischiò alla grande, continuando a battere molto più forte del normale.
"Beh, uh..." balbettò. "Ci... ci avevo pensato, si... se ci fosse, uh, bisogno. Se succede qualcosa..."
La ragazza continuava ad inciampare sulle sue parole. "Volevo... sai, volevo dare una mano anche io, si".
"Va tutto bene. Non abbiamo bisogno di altro aiuto. Mi faresti solo preoccupare".
Hikari gli lanciò una timida occhiata, rossa in viso, prima di riabbassare gli occhi.
"Però... Anche se dici così, è che... il non sapere che cosa succede... magari non succede niente, ma se invece..."
Mentre teneva lo sguardo basso, vide con la coda dell'occhio il fischietto legato al suo collo. Un ricordo di tanti, tanti anni prima, che ormai prevalentemente usava per lui; per attirare la sua attenzione quando era troppo impegnato a saltare da un edificio all'altro per guardare in basso.
Mentre lo guardava, d'un tratto, le venne un'idea.
"...! Sai cosa...?" fece, accalappiando il fischietto con una mano e sfilandoselo dal collo, per poi porgerlo al ragazzo.
"Ecco. Tieni questo! Se dovesse succedere qualcosa, usalo. Io lo sentirò di sicuro, e così verrò ad aiutarvi."
Kaku parve sorpreso di vedersi porgere quell'oggetto. Lo scrutò per qualche secondo, poi lanciò alla ragazza un'occhiata sarcastica.
"E dimmi, cosa pensi di fare tu sola soletta se noi ci dovessimo trovare in una situazione grave al punto da dover chiamare aiuto?"
"Ehi! Io sono resistente, eh! Qualche cosa la posso fare! Ho imparato un sacco di trucchi da Paulie e gli altri - vivevo per strada! So quello che faccio, eh. Posso essere d'aiuto! Davvero!".
Il ragazzo sospirò e scosse la testa con un sorriso, allungando la mano per prendere in mano il fischietto. Tanto non c'era modo di ragionare con lei.
"D'accordo, signorina, accetto le sue condizioni".
"Me lo devi restituire, eh!" sbottò la ragazza non appena l'oggetto lasciava la sua mano. "Non è nemmeno proprio mio. Cioè, ormai lo è, però... Non te lo sto regalando! Me lo devi riportare! E' la mia cosa più importante del mondo. Me lo devi assolutamente riportare!"
"Afferrato. Tranquilla, starò attento."
La ragazza rimase qualche secondo in silenzio, come se volesse aggiungere qualcosa; alla fine, con uno scatto repentino, saltò praticamente in avanti per stringerlo in un abbraccio.
"... quello... quello è la cosa più importante del mondo, però..." borbottò, appoggiando la testa alla sua spalla. "E' lo stesso per me... Non so cosa farei se ti succedesse - se vi succedesse qualcosa! Serio. Mi prometti che non farete nulla di troppo pericoloso?" lo strinse più forte. "Per favore."
La ragazza non riusciva a vedere il viso dell'altro da quella posizione, ma lo sentì stringere le braccia attorno a lei a sua volta.
Quell'abbraccio durò per qualche secondo in più del solito... dopodichè, il ragazzo scoppiò a ridere.
"Andiamo! Non ti pare di star esagerando un tantinello con la preoccupazione? L'incidente della notte scorsa ci ha trovati del tutto impreparati, ma ora è tutta un'altra storia. Non credo proprio che succeda qualcosa! E poi suvvia, hai già preso precauzioni, no? Sei ad un fischio di distanza".
"Ah ah ah. Vero..."
Rimase stretta a lui ancora per qualche secondo, aspettando che fosse il ragazzo a sciogliere l'abbraccio. Hikari non disse niente; non importava quanto a lungo quei momenti durassero, per lei non erano mai lunghi a sufficienza.
"Allora... io torno in ditta, okay?"
"Okay. Io finisco di sistemare qui e poi scendo al bar. Faccio un turno là così mi metto da parte almeno qualche spicciolo, che con i danni dell'Acqua Laguna non si sa mai."
"Routine usuale, dunque" annuì Kaku. "Assicurati di andare al rifugio appena possibile, okay? Ci vediamo."
Rimase fermo qualche secondo, guardando in direzione della ragazza, apparentemente sovrappensiero. Poi tutt'ad un tratto, come se nulla fosse, spiccò un salto altissimo e sparì dalla vista di Hikari. Lei rimase immobile per un secondo, poi sospirò ed iniziò a sistemare l'ultima tavola aggiuntiva alla porta del suo vicino di casa; mentre lo faceva, però, venne fatta sobbalzare da un fischio sordo.
Si guardò attorno, confusa, poi notò Kaku che la guardava da sopra un edificio, con il fischietto in bocca ed un'aria divertita.
"Volevo giusto controllare che funzionasse"
La ragazza lo guardò per un secondo, ritornando di nuovo rossa in viso.
"Me lo devi assolutamente riportare, siamo intesi? Assolutamente!"

La taverna di Blueno era da anni il suo piano B. Sistemato in periferia, ma non troppo lontano dal centro, il bar vedeva un variegato assortimento di clienti giornalmente, dai carpentieri, ai cittadini qualunque, fino ad arrivare a veri e propri delinquenti - per Hikari era ormai un ripiego costante e sicuro per tirare avanti ogni volta che si trovava senza lavoro, cosa che il locandiere sapeva benissimo.
L'uomo aveva una stazza imponente ed una capigliatura curiosa pettinata in due ciuffi alti ai lati della testa, che sembravano quasi le corna di un toro; li aveva sempre portati così, ed erano diventati una cosa talmente peculiare da aver fatto fabbricare l'insegna della locanda con quella forma.
Ad Hikari non dispiaceva dare una mano là; amici o delinquenti che fossero, si trovava a scambiare due parole un po' con tutti. Le risse non mancavano, specialmente tra i carpentieri - Paulie ci si trovava quasi sempre in mezzo - ma la ragazza non aveva mai avuto problemi con nessuno. Forse perchè nessuno era interessato a lei, o forse la gente veniva tenuta in riga dall'aspetto minaccioso del barista; cosa ironica, visto quanto l'uomo era lento e dai modi gentili.
"Ah, è qui che sei finita, quindi?"
Hikari alzò la testa dal bicchiere che stava pulendo, sorridendo, quando vide Kokoro avvicinarsi al bancone seguita passo passo dalla nipote ed il suo coniglio.
"Part time, al solito... con l'Acqua Laguna alle porte, meglio avere qualche soldo extra in caso si rompesse qualcosa in casa..."
"E' per questo che sei in città, Kokoro?" domandò il barista, unendosi alla conversazione. "Per via dell'Acqua Laguna?"
L'anziana rise di gusto alla domanda. "Certamente. Mica potevo restare su quella piccola chiatta con l'alta marea!"
"Sorellona! Sorellona!"
"Che c'è, Chimney?"
La bambina porse ad Hikari lo zaino che la ragazza aveva dimenticato alla stazione il giorno prima.
"Oh, cavolo, giusto" fece la ragazza con un sussulto, prima di prenderlo ed appoggiarlo su una sedia là vicino.
"Avevi di nuovo dimenticato la tua borsa in qualche posto strano?"
"Oh, ora non essere maleducato, Blueno" rise Kokoro nuovamente. "Sarà pure una chiatta, ma è la nostra chiatta."
"Si, avevo lasciato lo zaino alla Shift Station ieri mattina." la ragazza si grattò la testa, mettendo su una buffa espressione di fasitidio. "Avuto davvero troppo poco tempo per ricordarmene con tutto il casino... Che ti servo, Kokoro?"
"Mi va bene del vino".
Mentre la ragazza era impegnata a controllare gli scaffali per cercare la bottiglia giusta, le porte del bar si aprirono si botto. Sentì la voce di Blueno dare il benvenuto al nuovo arrivato, ma lei non si voltò a guardare chi fosse fino a quando non ebbe trovato quello che cercava; a quel punto, dopo aver posto la bottiglia sul bancone, alzò lo sguardo verso l'entrata.
Sulla soglia, fermi in posa plastica per qualche strana ragione, si trovavano Franky - il suo ciuffo di capelli azzurri afflosciato sul viso - e le due ragazze che di solito lo accompagnavano.
"EHILA'!" esclamò l'uomo, a voce molto alta. "COME BUTTA DA QUESTE PARTI?!"
"Ecco che arriva il solito fanatico" fece Hikari, alzando gli occhi al cielo. "Qui tutto bene, non preoccuparti"
"Oh, chiudi il becco, ragazzina" sbottò Franky, avvicinandosi al bancone e poi rivolgendosi al barista. "Per me, il solito! Presto, presto!".
"Ce li hai i soldi per pagare?".
"Ce li ho, ce li ho... Ti pare modo di accogliere i clienti, questo?! Chiedere subito se hanno i soldi..."
"Ecco, capo" interloquì una delle due ragazze, porgendogli una grossa mazzetta di banconote. "Ci è rimasto ancora un milione di berry avanzato dagli acquisti..."
L'uomo parve semplicemente scioccato al vedere quei soldi.
"Che cosa?!" esclamò, sembrando quasi offeso. "Ci erano avanzati così tanti soldi?! Ma diamine! Non è da me lasciare degli avanzi! Va contro ogni mio principio!"
Franky accalappiò la mazzetta di banconote e, con un gesto repentino, la lanciò per aria facendo piovere tutti i soldi in giro per la stanza.
"Forza, gente! Offro io!" fece, accolto dalle urla di gioia di tutto il locale.
Hikari si limitò a guardare la scena senza fiatare, versando a Kokoro il vino che aveva ordinato; una volta finito, però, si sporse in avanti dal bancone e allungò le braccia per afferrare quante più banconote possibili di quelle che ancora stavano per aria.
"E con questo dovrei essere apposto anche per il prossimo mese, danni per l'Acqua Laguna o no" commentò soddisfatta, infilandosi i soldi in tasca.
"Di nuovo disoccupata?"
"Già. Fortuna che c'è il mio salvatore sempre qua quando capita" commentò la ragazza, dando una pacca sul braccio del barista, che si limitò a rispondere con un sorriso.
"Beh, buon per te" concluse Franky, scrollando le spalle, per poi lanciarle un'occhiata perplessa.
"Ehi, ragazzina. Che cavolo di fine ha fatto il tuo fischietto? Hai mica perso pure quello?"
"Ma ti pare! L'ho solo prestato a Kaku per un po'".
"... perchè?"
"Pensavo potesse servirgli! Metti che davvero succede qualcosa..."
"Succede qualcosa, te che caspita puoi fare? Niente, puoi fare" Franky alzò gli occhi al cielo e sospirò, con un'aria infastidita.
"Seriamente, da quanti anni è che gli corri dietro a quell'idiota? E basta! Tra voi non funziona. Mettiti l'anima in pace e cercati qualcun'altro, che è meglio".
"Oh, dacci un taglio, Franky!" rimbeccò la ragazza, chiaramente in imbarazzo. "Non gli sto correndo dietro. Siamo amici. Gli amici aiutano gli amici! Tutto qui."
"Certo, continua a ripetertelo, tanto la cosa non è affatto evidente" fece l'altro con fare sarcastico, per poi tornare a rivolgersi al barista. "Allora, il mio ordine?!"
Il barista mise sul tavolo tre di quelle che parevano essere bottiglie di cola. Franky non esitò a prenderle e, dopo aver assurdamente aperto uno sportello all'altezza del suo stomaco, ci sistemò le bevande. La cosa apparve immediatamente rienergizzarlo: persino i suoi capelli erano tornati pettinati in maniera impeccabile.
L'uomo quasi gridò dallo spavento quando notò Kokoro seduta al bancone praticamente accanto a lui. I due iniziarono una conversazione sull'Acqua Laguna alla quale la ragazza prestò poca attenzione, impegnata a servire del succo di frutta a Chimney. Quando sentì l'argomento passare a quello che era accaduto ad Iceburg, però, si mise in ascolto per sentire cosa i due avevano da dire in merito.
"I pirati, eh?" fece l'anziana, ridendo come di suo solito. "E tu ci credi?"
"Perchè, tu no?" le domandò Hikari, perplessa.
"Parli come se sapessi qualcosa..." borbottò Franky con un'espressione corrucciata. "Sputa il rospo, se è così".
La donna buttò giù un altro po' di vino e incominciò ad esporre la sua teoria.
"Vedi... è da tempo che Iceburg viene costantemente preso d'assalto da agenti del governo... se chiedi a me, questa è opera del CP9".
"...Che sarebbe?" interloquì Hikari, alternando lo sguardo tra Kokoro e Franky, in attesa che qualcuno le desse spiegazioni.
"Bah, cretinate! Non si sa nemmeno se quell'organizzazione esista per davvero!"
"Oh, esiste, esiste" insistette Kokoro. "Non si vedono, ma ci sono! Fa paura il pensiero... agiscono nell'ombra, fanno sparire chi sta scomodo ai piani alti, e se hai la sfortuna di trovarti sul loro cammino..."
"Che sono, una specie di mafia?"
"No" rispose Franky, agitando una mano. "Secondo delle voci sono un'unità di agenti supersegreti che lavorano per il governo e fanno cose del tipo ammazzare gente scomoda e robe simili..."
"Oh, ma dai!" sbottò Hikari, alzando gli occhi al cielo. "Serio, ma dove le sentite queste storie? Ma vi pare che il governo possa mettersi ad ammazzare la gente così? Lo so che c'è gente come Lulu che non si fida per niente dei governativi, non mi piace averci a che fare nemmeno a me, metti che faccio qualche cretinata mentre sono aggiro... ma da qui a dire che mandino i cecchini ad interrare la gente che non va a loro genio ce ne passa! E ti pare che Iceburg sia il tipo di persona che potrebbe essere 'scomoda' a qualcuno?" Hikari sbuffò, accalappiando il bicchiere ormai vuoto della donna e ritirandolo. "Kokoro, tu devi bere di meno. "
La donna incassò il rimproverò con un'altra risata delle sue.
"Forse è così... o forse no. Chi può dirlo? Vorrei quasi sperare tu abbia ragione".
Una volta chiusa, quella conversazione non venne più riaperta. Il resto della serata passò più in tranquillità - apparte il momento in cui Franky si alzò di botto, spaccando parte del bancone con un pugno senza un apparente motivo, ed uscì dal locale urlando qualcosa a proposito di voler fare casino.
'Come se ci fossero momenti in cui non vuoi far casino', pensò tra se e se Hikari, pulendo un bicchiere con uno strofinaccio mentre guardava ciò che rimaneva del bancone.
Una volta che l'orologio fece le nove, arrivò l'ora di chiusura.
"Il bar è sistemato per l'Acqua Laguna, Blueno?" lo interrogò la ragazza, mentre contava i soldi che aveva precedentemente preso al volo, guardando i clienti lasciare il bar uno ad uno. "Di solito non sale così in alto, però boh, non si sa mai..."
"Nessun problema. Tutto preparato" fece il barista in maniera semplice.
"Bene, bene". la ragazza si reinfilò i soldi in tasca, poi rimase a guardare la bottiglia vuota lasciata da Kokoro, con aria corrucciata.
"Ehi, Blueno? Tu ci credi a quella storia dei mercenari del governo?".
"Corrono voci" fece l'uomo. "Nulla di più... A detta di Kokoro, se esistessero, non sarebbero riconoscibili".
"Boh, quello ha senso, suppongo. Ma ti pare che il governo si metta ad ammazzare gente così, mandandogli appresso assassini?"
"No, probabilmente no".
"Appunto!" fece la ragazza, alzando le braccia mentre si dirigeva verso la porta. "Meno male che non tutti si bevono 'ste teorie assurde!"
"Vai al rifugio, Hikari?".
La ragazza gli lanciò un'occhiata imperscrutabile, come se qualcosa stesse passando per il suo cervello.
"Si, vado là" buttò lì, spiccia.
"Fa' attenzione sulla via."
"Lo farò. Ci vediamo! Grazie ancora per il turno".
Hikari uscì, chiudendosi la porta del locale alle spalle, e poi rimase qualche secondo interdetta sulla direzione da prendere; alla fine, si diresse verso la scalinata che portava al cantiere.
Il suo zaino, nel frattempo, riposava indisturbato sulla sedia del bar sulla quale la ragazza lo aveva depositato qualche ora prima.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: ambertwo