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Autore: 883    27/09/2009    6 recensioni
"Perchè non credo nell'amore? Perchè tutte le persone che amo prima o poi se ne vanno, l'amore è  questo, una grandissima fregatura."
Antonella sta passando un brutto momento della sua vita, che la porta a una vita insana, dove cerca di dimenticare il passato e non pensare alla vita che l'aspetta.
Ma se qualcuno tornasse nella sua vita cercando di aiutarla?
[pairing:Niconella]
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RESTA E COMBATTI, IO COMBATTERò CON TE.

 

 

 

 

Osservo la mia immagine riflessa nello specchio. Il rossetto rosso alle labbra, la matita intorno agli occhi. Perfetto.

Indosso i tacchi dodici centimetri neri, sistemo velocemente il bustino che mi fascia la vita e mi porto dietro la grande tenda rossa esattamente al centro, che divide il palcoscenico dal retroscena.

Indosso la maschera d’argento come ultimo tocco.

Sento gli applausi della gente provenire da dietro la tenda. Il presentatore ha appena annunciato il mio numero e come al solito urla e fischi di approvazione giungono da quegli uomini seduti al tavolo che aspettano soltanto di vedermi. Molti sono ubriachi, alcuni sono qua perché la loro vita è una merda e non hanno altro da fare, alcuni sono giovani, troppo giovani, solo in cerca di avventure, alcuni magari fuori da questo posto hanno una vita, una famiglia, ma stasera non gli importa, stasera sono qua e quello che succede qua dentro, rimane qua dentro, ma tutti e dico tutti sono là ad aspettare che io appaia sul palcoscenico e metta il mio corpo in mostra, come un oggetto. È squallido lo so, ma loro sono là per questo e come faccio a deluderli?

La tenda rossa si alza, noto un riflettore puntato su di me che quasi mi acceca, ormai ci ho fatto l’abitudine

3…2…1…Anche stasera si va in scena.

 

Il red light, una villa appena fuori città, all’entrata vi è il locale, un locale a luci rosse dove ballerine come me si esibiscono, usano il loro corpo per guadagnare un po’ di soldi, ma poi a una certa ora tutto si spegne, su un grande vaso all’inizio del corridoio centrale vi stanno la chiavi di tutte le stanze, il cliente pesca e va a vedere chi sarà tra le ballerine che gli farà compagnia stanotte.

La stanza in cui sto ora è semplice, tende trasparenti che danno su un balcone e un grande letto matrimoniale bianco al centro.

-Però, i gestori del locale trattano bene i loro clienti.- Guardo l’uomo che ha parlato. Dev’essere sulla trentina, una puzza di alcool addosso impressionante, barba appena appena accennata, giacca e cravatta, un po’ allentata naturalmente. Deve essere un ragazzo per bene, perché si deve rovinare così la serata? Non poteva andare al cinema con gli amici.

Poi mi guardo intorno, sì effettivamente ha ragione, il posto è bello, non ci faccio neanche più caso ormai.

Mi siedo sopra e faccio segno all’uomo di venirmi incontro.

Lui si siede accanto a me e mi guarda.

-Voglio fare due chiacchiere con te prima di darci da fare, sai voglio almeno un minimo conoscere la ragazza con cui passo la mia ultima notte da single, domani mi sposo.- mi dice sorridendo malizioso.

Io alzo le sopracciglia e sospiro.

-Sai, gente come te mi spinge ancora di più a credere che l’amore non esiste.- dico sussurrando.

Scoppia a ridere.

-E perché mai mi dici questo? Io amo la mia fidanzata.-

-Se la amassi veramente adesso saresti a casa a pensare alla giornata che ti aspetto domani, non in questo posto con me.- dico sempre con molta tranquillità.

-è l’ultima notte che lo potrò fare, dopo di che sarò suo a tutti gli effetti. Strano però che proprio tu mi parli di amore, come mai non ci credi?-

-Perché tutte le persone che amo prima o poi se ne vanno, l’amore è questo, una grandissima fregatura, creata solo per fare soffrire la gente.- rispondo guardando fuori dalla finestra. Si è alzato un filo d’aria che ha scostato le tende, lasciando intravedere la luna. Com’è bella la luna, mi ha sempre affascinato questa palla luminosa, quando ero più piccola credevo che la luna stesse in cielo per far capire agli uomini che anche se intorno a noi c’è il buio più totale, una piccola speranza di luce c’è. Un tempo lo credevo, ora invece ho capito che la luna è lì solo perché è il satellite della terra, nulla più.

-è normale che gli amori finiscano, ma quindi anche tu ti sei innamorata una volta giusto?- mi domanda l’uomo scuotendomi dai miei pensieri.

-Sì, tre anni fa, credevo di essermi innamorata, si chiamava Nicolas, aveva cinque anni più di me, aveva portato confusione nella mia vita per tutta una storia di mio padre, ma comunque credevo di amarlo, sai sono sempre stata abituata che tutto quello che volevo lo ottenevo, ma con lui non è stato così, se ne è andato prima che potessi capire se davvero lo amavo.-

-è per superare una delusione d’amore quindi che ti trovi qui?- mi domanda.

Sorrido malinconica.

-No.- dico scuotendo la testa per poi tornarmene zitta.

-Come mai ti fai chiamare la divina? È il tuo nome d’arte? Ha un significato o una semplice forma di auto elogio?- mi domanda, quanto è curioso sto tipo, sembra un bambino che fa sempre domande, strano però perchè qua la bambina sono io.

-Ha un significato.- rispondo fredda.

-Me lo vuoi raccontare?-

-Mi sembra così infantile raccontarlo ora, ma un tempo era tutto per me, le divine sono il mio gruppo nella classe di musical a scuola. Io, Pia, Luciana e Caterina. Siamo le migliori, o almeno lo eravamo. Ottenevo sempre quello che volevo quando credevo nelle divine, quando credevo in me stessa. Ma poi tutto è svanito.- rispondo senza rendermene conto, dando voce ai miei pensieri.

-Aspetta un momento, a scuola? Ma quanti anni hai?-

-Diciotto, sto finendo le superiori.-

Mi guarda sbalordito, è il primo a conoscere la mia età, nessuno me l’aveva mai chiesta. Me lo aspettavo che prima o poi qualcuno me lo chiedesse, d’altronde sono qua da già un mese e mezzo.

-Ma stai scherzando? Cosa ci fa qua una ragazzina come te?-

-Scappo da un mondo che mi porta troppi ricordi dolorosi, non mi sembrava che mi considerassi una ragazzina prima, quando ero sul palco.- dico con tono estremamente sexy.

Sorride malizioso. Sapere la mia età non l’ha fermato. Il mio cuore accelera i battiti dalla paura, ma ormai ci ho fatto l’abitudine ad avere questa paura ogni notte, quando lo sguardo di sconosciuti passa su tutto il mio corpo, facendomi sentire sporca, ma d’altronde quando ho iniziato questo lavoro lo sapevo fin dall’inizio che sarebbe stato così.

-Divina, perché sei qua?- mi chiede tornando serio.

Una lacrima traditrice scende dal mio viso, ero qua per non ricordare, almeno la notte. Dormire mi era diventato impossibile, vivere pure, qui ho trovato il mio rifugio da quel mondo che mi è diventato stretto. Flash passano nella mia mente, immagini che vorrei dimenticare, prima di un mondo felice, tutto rose e fiori, poi il buio più totale. Do voce ai miei pensieri, da troppo non lo faccio, da troppo non esterno il mio dolore con qualcuno.

-Sai fino a tre anni fa la mia vita era perfetta: ero la più bella e popolare della scuola, avevo una madre, un fratello, uno zio fantastico, un gruppo di amiche, una migliore amica dolcissima, per un periodo credevo di poter avere anche Nicolas. L’unica cosa che mi mancava era un padre, ci stavo male, ma dentro di me credevo o perlomeno speravo che un giorno l’avrei rivisto. Quando Nicolas se ne è andato ho sofferto per un periodo, ma poi mi sono ripresa, fino a quando mia madre non è finita in carcere, aveva fatto molte cose brutte nella sua vita, mi voleva bene, ero il suo pulcino, ma era troppo ossessionata dai soldi. Io e mio fratello siamo stati affidati a nostro zio Fito, la gente però iniziò a guardarmi male e criticarmi, dovevo incidere un disco, ma questo episodio mandò a monte tutto, non avrebbe mai fatto successo il disco della figlia di due carcerati. Sono passata sopra a questa cosa, c’era Patty a farmi forza e anche le mie amiche anche se vedevo che mi guardavano in maniera diversa, ma soprattutto c’era mio zio Fito, la persona più straordinaria che io abbia mai conosciuto, sapeva sempre farmi tornare il sorriso,mi trattava come una figlia. La vita non era più come prima, ma dovevo rendere fiero di me mio zio, dovevo andare avanti per lui e questo durò per due anni, ma qualche mese fa sconvolse la mia vita. Avevo da poco compiuto diciotto anni, era un pomeriggio di settembre, ero nel teatro della scuola a provare la coreografia con le altre divine quando arriva Leandro, il padre della mia migliore amica, con una faccia seria, mi chiama in parte e in quel momento rovinò la mia vita. Zio Fito è morto in un incidente stradale, un camion gli ha tagliato la strada. Da quel giorno andavo avanti, ma non avevo più stimoli a continuare, non avevo più motivazioni, in quanto maggiorenni io e mio fratello potevamo benissimo vivere da soli, Leandro ci lasciò la casa e per un po’ di tempo mio fratello cercò di comportarsi da adulto, in modo responsabile, di andare avanti, di prendersi cura di me, si trovò un lavoro, ma in due non ce la facevamo a sopravvivere, i costi erano sempre troppo alti e non volevamo più chiedere niente a Leandro. Mio fratello un giorno scoppiò, era esausto, da quel giorno torna tutte le sere a casa ubriaco, ha allontanato la sua fidanzata da lui, non può continuare così. Io ho iniziato ad odiare la mia migliore amica, lei ha una vita perfetta, una madre, un padre, delle amiche, può vivere tranquillamente la sua adolescenza e così ho perso pure lei. Nessuno sa cosa faccio la notte e nessuno deve saperlo. Dovevo trovare un modo per portare a casa abbastanza soldi da permettere a me e Fabio di vivere, dovevo trovare un modo per distrarmi, per non pensare più alla mia vita. Sono finita con l’allontanare tutte le persone che mi volevano bene, mi sono chiusa in me stessa e sono diventata più perfida di prima, una sola cosa ho capito: la vita è imprevedibile, un attimo sei in paradiso, il minuto dopo sei all’inferno.-

Ormai non riesco più a frenare le lacrime, ricordare fa male, malissimo, mi fa lacrimare il cuore, ho bisogno di sentirmi amata, di sentirmi bene, anche se sarà solo un illusione, se domani tornerò alla mia vita orribile, devo frenare il mio cuore che si sta rompendo, perché il cuore è fragile come un cristallo, una volta rotto non può più tornare come prima si può aggiustare, ma qualche scheggia sfugge sempre.

 

 

 

 

Fine capitolo.

Ciao a tutti, mi è venuta l’ispirazione per questa storia. È molto diversa dalle altre che ho scritto, ma spero vi possa piacere ugualmente. Naturalmente il pairing è niconella, Nicolas entra in scena nel prossimo capitolo. Questo primo capitolo è un po’ duro, ma ho immaginato come sarebbero Antonella e Fabio se tutto questo fosse successo, insomma ho provato a cambiare prospettiva, nel mondo di patty ci fanno vedere sempre tutti allegri e spensierati, io ho immaginato una situazione un po’ diversa. Spero che il primo capitolo vi piaccia.

Un bacio.

Gaia

  
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