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Autore: Monster_    27/09/2009    5 recensioni
"La ragazza, era rimasta ferma, a capo chino. Non aveva mantenuto la promessa, come sempre, sarebbe partito prima del giorno prestabilito." EdxWinry
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Un pò tutti, Winry Rockbell
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sometime




“Sei sempre delicato, fratellone.” Puntualizzò Alphonse, appena chiusa la porta della camera sua e di suo fratello.
“Cosa intendi?” Chiese guardingo il maggiore. Sapendo benissimo a cosa si riferisse l’armatura di fronte a lui.
“Lo sai benissimo. Perché devi essere sempre sgarbato con lei? Le avevi promesso che saremmo rimasti una settimana.” Disse.
“Lo so. Ma il bullone è stato trovato, poi non mi piace rimanere fermo in un posto, quando non sono costretto.” Mentì spudoratamente il più grande.
“Sei proprio complicato.” Sbuffò Al.
Il silenzio calò nella stanza come un macigno, Al guardava Ed, mentre Edward trovava interessanti le crepe del soffitto.
Un leggero bussare alla porta li fece sobbalzare. Winry, aprì l’uscio il più piano possibile, entrando nella stanza con un sorrisone felice, cercando di celare la tristezza.
“Ed, scusa il disturbo, ma ho messo insieme tutti i pezzi per rimontarti il braccio, dove sono quelli rimanenti?” Chiese garbata.
Edward la fissò stupito, Winry non era solita parlare con una tale compostezza.
“Emh... Lì, sul comò.” Indicò. La vide focalizzare il punto, per poi annuire, entrare nella stanza, dirigersi al comò e prendere i pezzi mancanti.
Tornata alla porta, la ragazza si girò sorridendo, pronunciò un “Grazie”, per poi uscire, richiudendosi l’uscio dietro di se.
“Ok; chi era quella e che cosa ne ha fatto della vera Win?” Chiese Edward al fratello minore, che ora lo osservava con aria seccata.
“Non capisci proprio, eh?” Chiese Al, sbuffando esasperato.
Edward si grattò la nuca con un dito. “Cosa dovrei capire?”
Al non rispose, l’ottusità di suo fratello faceva davvero paura, così uscì.

Edward, rimasto solo, si sdraiò sul letto. Certo che lo capiva, eccome se lo capiva.
Il suo fratellino pensava davvero che non ci fosse arrivato? Pensava davvero che non capiva i sentimenti di Winry?
Sapeva che la ragazza, ormai, provasse qualcosa per lui, che andava oltre il semplice essere amici, anche se non capiva esattamente cosa.
Sbuffò, girandosi su un fianco. E lui?
Cosa provava lui? Mistero, questa domanda era complicata, difficile.
Anche per il grande Alchimista D’Acciaio!
Certo, Voleva bene a Winry, ma che tipo di bene? Fraterno? Poteva comparare il bene che voleva ad Al, per quello che voleva a Win? No, due cose completamente differenti.
Amicizia? No. Aveva capito ormai da tempo, che non era semplice amicizia. Anche perché, quando la vedeva sorridere o piangere, il cuore gli scoppiava nel petto, in entrambi i casi.
No, decisamente, non era semplice amicizia. Cosa, allora?
Era anche per questo che aveva deciso di partire tre giorni prima, si stava confondendo. Più che altro stava confondendo e illudendo lei.
Illuderla? Come? Fingendo di riuscire a vivere una vita normale? No, suo fratello aveva la priorità!
Non poteva permettersi errori, doveva capire cosa provava, ma allo stesso tempo lasciarla stare e dimenticare.
“Ed, è pronta la cena!” Sentì la voce di Al, farsi strada.
Senza voglia, si alzò dal letto, dirigendosi in bagno per lavarsi le mani.

Chiusa la porta del bagno, si diresse in cucina. Appena messo piede nella stanza, intravide Winry parlare con Al, ridere.
Con lui, la ragazza non rideva. Almeno non così, aveva le lacrime agli occhi per le tante risa.
Lui non riusciva a farla ridere, ma piangere. Solo Dio, se esisteva, sapeva quante volte, avevo visto il viso della sua amica di infanzia rigato dalle lacrime.
Il ragazzo si schiarì la voce.
I due sobbalzarono; Winry smise subito di ridere, e con un rapido “Scusami Al.” Si alzò dal divano per andare ad aiutare la nonna.
Al invece, restò a guardarla allontanarsi, per poi rivolgersi al fratello. “Fratellone, tutto bene?”
“Se.” Rispose Edward, mettendosi seduto stancamente su una sedia, mentre Winry serviva i piatti.
La vedeva muoversi con velocità, sorridendo ad Al, ogni qual volta gli poggiasse qualcosa vicino.
Con lui era una storia diversa, quando gli si avvicinava il suo sguardo cambiava direzione, per non incrociare gli occhi del ragazzo.

Il gioco di deviazione andò avanti per tutta la cena.
“Bene, vado a lavare i piatti.” Mormorò la ragazza, appena finito di mangiare.
Si alzò da tavola, facendo segno alla nonna di rimanere seduta e riposarsi.
Portando via piatti, bicchieri e quant’altro la ragazza sfiorò una mano di Ed; mentre lui sobbalzava, lei restò impassibile, continuando come se niente fosse.

La sera scese presto, mentre Al era fuori in giardino con la nonna, Edward si riposava sul divano. Winry faceva avanti e indietro, con attrezzi vari, per il braccio del ragazzo.
Appena finito, avvisò Ed di mettersi seduto. Il suo tono era freddo, ma allo stesso tempo normale.
Il rumore che produceva il cacciavite sul suo arto meccanico gli piaceva, unica cosa che rompeva quello strano silenzio imbarazzante creatosi fra i due.
“Perché mi eviti?” Chiese il ragazzo, di punto in bianco, guardando altrove.
“Non so di cosa parli.” Rispose pacata lei, non alzando lo sguardo.
Edward fece una smorfia. “Oh, andiamo! Mi stai evitando, non mi guardi nemmeno!”
“Stai sbagliando. Adesso per favore non ti muovere, devo stringere l’ultimo bullone.” Dichiarò, alzandosi in piedi e stringendo.
Il ragazzo sbuffò sonoramente, per poi chiudere gli occhi.
Sentiva le mani di lei armeggiare con il suo arto in acciaio, pensava che sarebbe stato molto più piacevole se avesse potuto sentirla. Se magari, avesse lavorato sull’arto sinistro.
“Devo allacciare i nervi.” Informò la ragazza. Per un secondo il suo tono sembrò tornato quello normale, perennemente preoccupato. Il suo tono da... Da Winry, insomma. Ma si sbagliava.
Lui strinse i denti, mentre la ragazza girò la levetta.
Diamine se faceva male! Chiuse gli occhi, non sentì Winry recitare la solita frase: “Ora riposati, non ti muovere.” No, non sentiva proprio la ragazza.
Quando girò il volto si accorse, infatti, che Winry era sparita dalla sua visuale.
Sbuffò. La ragazza doveva avercela proprio a morte con lui... e pensare, che la mattina seguente, sarebbe partito.

***

Winry si agitava nel letto, non riusciva a chiudere occhio.
Sarebbe partito, di nuovo. Quell’idiota sarebbe partito, tre giorni in anticipo, perché non poteva sforzarsi di rimanere?
Si alzò di scatto sbuffando. “Idiota.” Mormorò senza enfasi.
Piano poggiò un piede sul freddo pavimento, il contatto la fece sobbalzare, intravedendo la sua camicia da notte la raggiunse, indossandola.
Tirò indietro i lunghi capelli biondi, sciolti. Posò un mano sulla maniglia in ottone e gentilmente la tirò a se.

Scese piano le scale, entrando in cucina.
Appena scesa l’ultimo scalino, vide qualcosa luccicare; Immediatamente, riconobbe l’auto-mail di Edward.





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Eccomi qui con il secondo capitolo di questa storia. Vi avviso sarà corta, ma spero vi piacerà ugualmente.
Jeannina Live 4ever: Grazie mille, sei stata la prima a commentare, non so come ringraziarti!^^ Adoro Edward, Winry e Al da bambini e nel capitolo seguente ne farò un accenno, spero lo seguirai!  Spero anche che questo capitolo sia stato di tuo gradimento; se continuerai a commentarmi ne sarò ben felice^_^ Grazie e ciao.
ladybird0490: Eyly!!!!!!!!!! ciao more, che bello sentirti! Davvero la storia ti piace? sono contentissima e spero che il secondo capitolo non sarà da meno! Grazie per aver commentato, ci sentiamo! ciauuuu^^

In oltre un Grazie davvero enorme va a chi ha messo la storia tra le seguite e le preferite, GRAZIE MILLE!
Al prossimo capitolo, ciao un bacio^^
  
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